Pratica notarile e mondo ebraico: una formula per il giuramento degli ebrei da Corinaldo (Ancona). PDF

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DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE MARCHE STUDI E TESTI 42 NOTARIORUM ITINERA NOTAI MARCHIGIANI DEL BASSO MEDIOEVO TRA ROUTINE, MOBILITÀ, SPECIALIZZAZIONI APPENDICE ARCHIVI NOTARILI NELLE MARCHE (SECOLI XIII-XIX) a cura di Anna Falcioni e Gilberto Piccinini ANCONA 2019 Il presente volume è stato fi...


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DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE MARCHE STUDI E TESTI 42

NOTARIORUM ITINERA NOTAI MARCHIGIANI DEL BASSO MEDIOEVO TRA ROUTINE, MOBILITÀ, SPECIALIZZAZIONI APPENDICE ARCHIVI NOTARILI NELLE MARCHE (SECOLI XIII-XIX) a cura di Anna Falcioni e Gilberto Piccinini

ANCONA 2019

Il presente volume è stato finanziato con il contributo della Giunta Centrale per gli Studi Storici nell’ambito del progetto biennale (2016-2018) «Notariorum Itinera. Il notaio tra routine, mobilità, specializzazioni (secc. XIII-XV)», condotto in collaborazione con le Deputazioni di storia patria per la Toscana, le Marche, l’Umbria e la Società Ligure di storia patria.

PRESIDENTE DELLA DEPUTAZIONE E DIRETTORE RESPONSABILE DELLA COLLANA Gilberto Piccinini COMITATO SCIENTIFICO Mario Ascheri, Roberto Balzani, Mario Buonocore, Antonio Carile, Alfio Cortonesi, Elio Lodolini, Franco Musarra, Giovanna Patrignani, Marco Pellegrini, Ariel Toaff

COMITATO DI REDAZIONE Riccardo Ceccarelli, Anna Falcioni, Alberto Meriggi, Gilberto Piccinini, Carlo Pongetti, Roberto Rossi, Sandro Scoccianti SEGRETARIA DI REDAZIONE Anna Falcioni

DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE MARCHE STUDI E TESTI 42

NOTARIORUM ITINERA NOTAI MARCHIGIANI DEL BASSO MEDIOEVO TRA ROUTINE, MOBILITÀ, SPECIALIZZAZIONI APPENDICE ARCHIVI NOTARILI NELLE MARCHE (SECOLI XIII-XIX)

a cura di Anna Falcioni e Gilberto Piccinini

ANCONA 2019

Giovanni Frulla - Antonio Piccolo PRATICA NOTARILE E MONDO EBRAICO: UNA FORMULA PER IL GIURAMENTO DEGLI EBREI DA CORINALDO (ANCONA)

Premessa La documentazione notarile medievale trasmette nella sua variegata consistenza una molteplicità di testimonianze, talvolta sorprendenti, quanto inattese, che consentono di far luce su aspetti sociali e culturali, altrimenti difficilmente o scarsamente documentati. È quanto accade ad esempio per uno strumento di pratica notarile, conservato nell’Archivio Storico di Corinaldo (An) 1. Databile alla

Il secolo XV rappresenta, con il passaggio graduale ma decisivo dal Medioevo all’Età moderna, un momento di profondi cambiamenti politici, economici e sociali, che coinvolgono anche le piccole realtà locali. Gli archivi storici infatti ci restituiscono varie testimonianze in merito alla gestione politica ed economica di territori che alternano la loro sopravvivenza tra periodi di governo autonomo e sottomissione alla Santa Sede. Questa successione di fasi concitate - e a volte tese e drammatiche – emerge anche nel contesto locale che la presente nota intende prendere in considerazione, quello - cioè - di Corinaldo. Per i documenti utilizzati nel presente contributo, provenienti dall’Archivio Storico del Comune di Corinaldo (ACCo da ora in avanti) cfr. C. GIACOMINI, L’Archivio del Comune di Corinaldo. Antico regime e Aggregati, Regione Marche, Centro Beni Culturali, 1998. Per un breve excursus storico su Corinaldo nel Quattrocento cfr. F. PONGETTI, La “Marca” e le famiglie nobili e notabili di Corinaldo, [s.l.], Futura, 2004, pp. 84-103. Una trattazione più ampia è presente in E. GREGORINI, Corinaldo dalla ricostruzione alla fine del Quattrocento, in Corinaldo. Storia di una terra marchigiana. Età medievale, a cura di V. VILLANI, Ancona 2010, pp. 377-460, in particolare pp. 392-426. Corinaldo passa in poco tempo dalla dominazione dei Malatesta a quella degli Sforza, dal governo dell’Accattabriga ai tentativi di occupazione dei Della Rovere, ma momento significativo resta il 1448 con la sottomissione diretta di Corinaldo alla Santa Sede (cfr. E. GREGORINI, Politica e società nel castello di Corinaldo nel XV secolo, in La fortificazione di Corinaldo, a cura di F. MARIANO, Corinaldo 20172, pp. 79-99). Il periodo concitato del Quattrocento si chiude con una grandiosa opera di fortificazione realizzata tra il 1484 e il 1490 e una riorganizzazione della città, ben visibile attraverso la pubblicazione dei due statuti conservati nell’Archivio Storico (cfr. GIACOMINI, L’Archivio del Comune di Corinaldo cit., pp. 73-78) il primo datato 1457 ma pervenutoci in una copia del XVI secolo, il secondo del 1573 (cfr. a tale proposito V. VILLANI, Istituzioni e società a Corinaldo dagli statuti quattrocenteschi, 1

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seconda metà del Quattrocento, il documento riporta una pratica cui gli ebrei erano sottoposti in caso di giuramento. Questo contributo si focalizza sull’edizione della parte specifica del documento, che nel complesso resta a oggi inedito 2. Lo stesso passo sarà contestualmente rapportato ad altre attestazioni del medesimo genere, ma di diversa provenienza geografica. La contestualizzazione, infine, di questa testimonianza documentale nell’ambito della Corinaldo quattrocentesca consentirà di vedere in filigrana la qualità delle relazioni della locale comunità cristiana con quella ebraica, la cui percezione, in mancanza di questo documento, sarebbe sottostata al silenzio dei secoli 3.

La pratica notarile a Corinaldo nel XV secolo La documentazione custodita nell’Archivio Storico del Comune di Corinaldo evidenzia la locale rilevanza amministrativa del notariato nel XV secolo. Così come per altri comuni dell’area marchigiana, Corinaldo presenta l’esistenza di una fitta rete di notai che vengono impegnati, con specializzazioni diverse, nei vari settori di quella che può definirsi l’amministrazione pubblica dell’epoca 4. Sono così attestati ad esempio un Notaio delle Riformanze,

in Corinaldo. Storia di una terra marchigiana. Età medievale cit., pp. 461-520). Tale periodo di riorganizzazione si concretizza poi anche in un evento significativo come l’episodio dell’assedio del 1517. A tale proposito cfr. V. VILLANI, La guerra di Urbino e l’assedio di Corinaldo, in Corinaldo. L’assedio del 1517, a cura di V. VILLANI-D. CINGOLANI-C. VERNELLI-P. GALEAZZI, [s.l.] Comune di Corinaldo, 2017, pp. 9-88. Per un orizzonte ampio sull’area del Misa e dell’Esino cfr. S. ANSELMI, Nelle Marche Centrali. Territorio, economia, società tra Medioevo e Novecento: l’area esino-misena, I, [s.l.], Cassa di Risparmio di Jesi, 1979. 2 Una composizione in versi riportata nel formulario è stata pubblicata in D. CINGOLANI, Corinaldo nel Quattrocento: cultura e società, in La fortificazione di Corinaldo cit., pp. 57-78, in particolare pp. 57-58. 3 Sull’attività notarile in generale cfr. M. ASCHERI, I problemi del successo: i notai nei Comuni tardo-medievali italiani, in Perspectivas actuales sobre las fuentes notariales de la Edad Media, Zaragoza 2004, pp. 113-125. Sulla suggestiva fusione tra mondo notarile e mondo ebraico – sebbene in un contesto diverso da quello del presente contributo – cfr. S. DI NEPI, I registri notarili ebraici come fonte storica, in «Materia Giudaica», IX/1-2, 2004, pp. 53-64. 4 Su questo aspetto cfr. D. CINGOLANI, Corinaldo nel Quattrocento cit., pp. 61-65. Interessante notare quanto afferma lo storico per descrivere la portata culturale del notaio: «Lo

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uno o più Notai del Camerlengo, il Notaio delle Cause civili e criminali, un Notaio del Danno dato, nonchè, ovviamente, un certo numero di notai dedicati a far fede pubblica per le necessità dei privati: tutte le circostanze ufficiali della vita del comune sono permeate dalla loro presenza. L’attività del notariato si materializza in un proliferare di atti e documenti, espressi in una varietà di «generi» che risponde alle diverse esigenze della vita pubblica come di quella privata. In tutti questi uffici, la preparazione culturale dei notai trova riflesso nelle forme testuali in cui i documenti sono redatti. In essi si ritrova anzitutto l’utilizzo della lingua ufficiale e giuridica, il latino, nonchè l’utilizzo del «bello stile» della lingua letteraria dell’epoca per i testi redatti nella lingua corrente, il volgare 5. L’istruzione dei notai, improntata alla cultura umanistica, è di livello medio-alto. Sebbene i loro orizzonti culturali non siano certo amplissimi, la loro istruzione è molto elevata rispetto a quella della popolazione e in definitiva è certamente efficace per i ruoli ufficiali del locale contesto operativo 6. Nella variegata produzione dei documenti notarili, è possibile riconoscere l’esistenza di tipologie ricorrenti, così come accade analogamente per le produzioni delle cancellerie. Confezionate ad hoc, seguendo schemi prestabiliti, gli atti notarili presentano strutture fisse cristallizzate nel tempo e il ricorso a vere e proprie formule, che, talvolta utilizzate negli atti formali, imprimono poi valore legale e/o giuridico alla relativa documentazione prodotta.

studio dell’arte notarile comportava infatti, oltre all’indispensabile approfondimento di quei caratteri che davano presupposto e fondamento giuridico ad un atto, ad una lettera o ad un discorso, anche lo studio dello stile, di quel complesso cioè di regole che i retori classici avevano fissato per l’eloquenza forense e politica» (Ibidem, p. 62). Sulla società corinaldese del Quattrocento cfr. anche GREGORINI, Corinaldo dalla ricostruzione alla fine del Quattrocento cit., pp. 427-460. 5 Sulla preparazione umanistica dei notai cfr. CINGOLANI, Corinaldo nel Quattrocento cit., p. 61. 6 Cfr. Ibidem, pp. 62-63. Nel medesimo studio si precisa che la documentazione riguardante la storia, la politica e la società corinaldese della seconda metà del Quattrocento è piuttosto frammentaria, fino alla ristrutturazione delle mura della fine del secolo (cfr. Ibidem, p. 65).

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Per assicurare la presenza degli elementi testuali validanti, come anche per agevolare e velocizzare la pratica compositiva dei documenti, vengono realizzati spesso dei «formulari», ovvero raccolte di formule fisse da utilizzare per le diverse occasioni. L’Archivio Storico di Corinaldo custodisce due pezzi di questi antichi strumenti di lavoro 7. Oggetto di questo studio è una formula contenuta nel Formulario 1, un piccolo registro composto da 12 carte, avente dimensioni di mm. 220 x 150 e databile alla seconda metà del Quattrocento 8. Attribuito a Baldo Baldi, attivo a Corinaldo intorno alla metà del XV secolo, come notaio pubblico e oratore del Comune (lavorò tra l’altro alla redazione dello statuto corinaldese del 1457 9), oppure a Battista di Cola, notaio attivo dal 1453 al 1495 10, il documento è comunque databile alla seconda metà del Quattrocento, come conferma anche la data esemplificativa 1460, presente in una delle formule 11.

La formula del giuramento degli ebrei: trascrizione e commento Alla carta 3r del Formulario 1 si ritrova una formula rubricata con il titolo di Forma sacramenti ebreorum, ovvero una formula prevista nel caso in cui un ebreo debba prestare giuramento 12. Il rapporto tra pratica notarile e mondo ebraico è adesso esplicito. Se ne pubblica di seguito, per la prima volta, la trascrizione integrale:

7 ACCo, Formulari, 1 e 2. Per alcune considerazioni sul genere del formulario cfr. G. FEO-L. IANNACCI-A. ZUFFRANO, Il formulario del documento privato tra norma giuridica e prassi notarile. L’apporto della scuola bolognese di notariato del secolo XIII, in Les formulaires. Compilation et circulation des modèles d’actes dans l’Europe médiévale et moderne, a cura di O. GUYOTJEANNIN-L. MORELLE-S.P. SCALFATI, [s.l.] 2016, pp. 1-27. Il testo è disponibile al sito: http://elec.enc.sorbonne.fr/cid2012/part7 (data di consultazione: 31/10/2018). 8 ACCo, Formulari, 1. 9 Cfr. GIACOMINI, L’Archivio del Comune di Corinaldo cit., p. 193. 10 Cfr. CINGOLANI, Corinaldo nel Quattrocento cit., p. 57. 11 Cfr. GIACOMINI, L’Archivio del Comune di Corinaldo cit., p. 194. 12 ACCo, Formulari, 1, f. 3r.

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Forma sacramenti 13 ebreorum Tu iure per lo Dio vivo et vero et per lo Dio de Abram, Isaco et Jacob et per e 14 Dio che fece lu celo et la terra et per quella legge che Dio decte a li nostri patri nel monte de Sinai nelle mane de Moyses et per le doi tavole de petra scripte co lo deto de Dio et per l’archa de Noe et per Adonai homo secundum 15 et per lo vestro patre Abram. Et cusì la terra te se inghiotta come ingiottì Ditam 16 et Abiron 17. Et cusì la lebra venga super te como 18 ad Nahaman. Che tu dirai la verità de quello che te domandaro. Accipiat iuramentum et respondeat amen. De hoc juramento vide XI, 4, I capitulo Iudeorum Sacramentum.

Il testo è costituito da un interessante alternarsi e fondersi di parole ed espressioni in latino con periodi in volgare. Il titolo è correttamente espresso in latino, tuttavia si segnala l’assenza della lettera h ad inizio della parola «ebreorum», la cui mancata percezione rileva che l’oscillazione tra ebrei ed hebrei non è ormai più così significativa 19. Il latino compare correttamente anche alla fine della formula dove si rimanda ad un’altra istruzione da svolgere («Acci-

La lettura sacramenti o sacramento (o ancora sacramentum) è incerta. Il senso non cambia: si tratta di una formula per il giuramento degli ebrei. Sebbene la terminazione in -o possa sembrare la più probabile tuttavia si è deciso di propendere per la forma -i, in analogia con la maggior parte delle altre formule presenti all’interno del documento analizzato (cfr. GIACOMINI, L’Archivio del Comune di Corinaldo cit., p. 194). 14 Lettura incerta. 15 Lettura di interpretazione controversa. L’espressione «et per Adonai homo secundum» sembra difficilmente risolvibile. Un’ipotesi verosimile potrebbe essere la correlazione del termine «secundum» con «Adonai» e l’uso erroneo (ma non più percepito come tale) di «homo» come un dativo, non però della forma latina, bensì del termine volgarizzato. 16 Probabilmente variante del biblico «Datan» (cfr. Numeri 16). 17 Solitamente il Datan della nota precedente si accompagna con un altro personaggio che la versione ufficiale della CEI definisce con il nome Abiram. Una lettura diversa del testo potrebbe essere «et alitorum», dato che Ditam e Abiram sono figure che si presentano sempre in collegamento con altre, per cui si giustificherebbe l’espressione alternativa. Si è deciso di preferire la forma «et Abiron» in analogia – come si vedrà in seguito – con altri testimoni del sacramentum. 18 Cancellatura. 19 Così come non risultano più individuabili in maniera significativa i dittonghi. 13

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piat iuramentum et respondeat amen» 20) e all’indicazione del riferimento manualistico («De hoc juramento vide […]»), a cui però non è stato possibile risalire 21. La cornice latina del sacramentum, formata dalla rubricatura del titolo e dalla indicazione procedurale e citazione alla fine, è evidentemente ad uso del fruitore del formulario, cioè del notaio: egli è in grado di comprendere e padroneggiare la lingua ufficiale della cultura, muovendosi agevolmente fra le indicazioni del formulario e allo stesso tempo egli declina le indicazioni dotte per una clientela che parla probabilmente il solo volgare. Reminiscenze del latino si ritrovano nelle parole «homo» 22 e «vestro», come nelle espressioni «super te», «ad Nahaman». Quest’ultimo caso consente di rilevare l’utilizzo invariato dei nomi biblici nella resa volgare. Particolarmente significativo è l’uso del termine «Adonai» (trad. dall’ebraico biblico «il Signore»), secondo l’uso ebraico di indicare in questo modo il nome divino. Dal punto di vista stilistico, si segnala un marcato polisindeto in tutto il primo periodo, a cadenzare le argomentazioni autorevoli richiamate per il giuramento. Nella seconda parte invece si evidenziano due significative similitudini: «cusì la terra te se inghiotta come ingiottì […]» e «cusì la lebra venga super te como […]». In entrambi i casi l’uso dei correlativi così-come pone in rilievo le eventuali drammatiche conseguenze di un giuramento mendace. La presenza di questa formula nel Formulario 1 di Corinaldo testimonia l’uso, nella seconda metà del Quattrocento, di una procedura particolare nel caso in cui un ebreo debba prestare giura-

Curiosa appare la richiesta di rispondere «amen» ad un giuramento prestato presumibilmente per questioni civili. 21 È però possibile scorrere i luoghi in cui compare nel periodo medievale l’espressione «Sacramentum Judaeorum» attraverso una ricognizione nell’opera di Du Cange (Glossarium mediae et infimae latinitatis, Niort, 1883-1887) sulle voci «Iuramentum», nella sottosezione «Sacramenta Judaeorum» e «Judaei», in particolare nella sottosezione «Judaeorum Sacramenta». Delle due voci appena menzionate il testo è disponibile al sito: http://ducange.enc. sorbonne.fr/Iuramentum (ultima consultazione 31/10/2018) e http://ducange.enc.sorbonne. fr/IUDAEI#IUDAEI-29 (ultima consultazione 31/10/2018). 22 Se non si vuole seguire l’ipotesi suggerita in precedenza (cfr. nota 15). 20

INDICE

Premessa di Gilberto Piccinini

pag.

5

SAGGI Francesco Pirani, Vescovo e notai a Osimo nella seconda metà del Duecento

13

Maela Carletti, Il «Protocollo di san Benvenuto» dopo Benvenuto Scotivoli: vescovi e notai a Osimo tra Duecento e Quattrocento

33

Rocco Borgognoni, Quattro notai anconetani nella Firenze di Salutati

57

Francesca Bartolacci, Essere notaio a Cingoli. Accesso alla professione e spazi politici del notariato nel XIV secolo

87

Marco Droghini, L’atto notarile applicato alle arti figurative nelle Marche tra XIV e XV secolo

105

Anna Falcioni, «Et ego signum meum consuetum apposui»: il documento notarile e i «signa tabellionis» a Fano nei secoli XIV e XV

125

Federico Bolognesi, Le coperte musicali dei registri notarili urbinati del Quattrocento

177

Giovanni Frulla - Antonio Piccolo, Pratica notarile e mondo ebraico: una formula per il giuramento degli ebrei da Corinaldo (Ancona)

247

APPENDICE Archivi notarili nelle Marche (XIII-XIX) a cura di Roberto Domenichini

265

398

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INDICE

Roberto Domenichini, Cinquant’anni dopo. Gli archivi notarili delle Marche

367

I. Archivi notarili della provincia di Pesaro-Urbino, a cura di Sara Cambrini

277

II. Archivi notarili della provincia di Ancona, a cura di Silvia Caporaletti e Pamela Galeazzi

311

III. Archivi notarili della provincia di Macerata, a cura di Isabella Cervellini e Daniela Casadidio

333

IV. Archivi notarili della provincia di Fermo, a cura di Francesca Mercatili e Stefano Degli Esposti

357

V. Archivi notarili della provincia di Ascoli Piceno, a cura di Laura Ciotti

379...


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