Produzione e programmazione- DOMANDE E RISPOSTE PDF

Title Produzione e programmazione- DOMANDE E RISPOSTE
Author Matteo Buccoliero
Course Produzione e programmazione dell'audiovisivo
Institution Università degli Studi di Torino
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DOMANDE 1. ABITUDINI DI VITA – forse capitolo 3 2. CORRELAZIONE PRIME TIME – ABITUDINI DI VITA -forse capitolo 3 (come si adatta il prime time alle abitudini di vita e viceversa) 3. SCRIPTED SHOW E UNSCRIPTED SHOW Una prima importante distinzione è quella tra i generi: scripted/unscripted  SCRIPTED: si collocano tutti i generi e i sottogeneri che sono basati su una ‘’promessa funzionale’’ ovvero prevedono la presenza di una sceneggiatura strutturata interpretata da attori che recitano una parte. Si tratta di un mondo ampio con moltissimi sotto filoni. Lo scripted di provenienza nordamericana si staglia in questo campo come un filone televisivo a sé stante, di grande rilevanza in Italia come prodotto di acquisizione sia per i canali pay tematici, sia per i canali digitali che lo usano in modalità library, sia per alcuni canali generalisti. Lo scripted di prime time è caratterizzato da standard produttivi molto elevati e presenta una stretta correlazione tra formati e registri del racconto. All’interno di questi formati convivono diversi approcci e registri narrativi: spesso comedy e drama si distinguono più per le pezzature che per i toni e i temi. È più difficile individuare un modello comune per la serialità europea. Nel contesto italiano, la fiction, soprattutto per i canali generalisti di RAI e Mediaset, rappresenta un terreno cruciale di investimento (Raiuno e Canale 5). Recentemente, la RAI ha iniziato a produrre fiction destinate anche a Raitre e Raidue, individuando dei modelli “alternativi” a quello mainstream di Raiuno. La fiction italiana denota una preferenza per serialità brevi o brevissime: la miniserie in due puntate da 120 minuti, a coprire due slot di prime time, è uno dei modelli più utilizzati soprattutto da Raiuno. Da un punto di vista tematico e di storytelling, la fiction italiana è da sempre legata a poche linee di sviluppo, improntate al poliziesco investigativo, al biopic, alla commedia e al dramma familiare, alla narrazione storica di vicende reali. Solo recentemente, con l’ingresso di operatori pay come Sky nel mercato della produzione originale di fiction, anche il contesto italiano si è adattato agli standard di genere della serialità premium vicina ai modelli dei canali cable e degli operatori OTT americani.  UNSCRIPTED: tutti i generi che presentano un forte ancoraggio alla realtà e non prevedono personaggi o ambienti di invenzione disegnati da sceneggiatori. Si caratterizza per i canali pay tematici/ per i canali digitali che lo usano in modalità library/ per i canali generalisti. In particolare, rientrano in questo ambito quei programmi che possono essere definiti di “informazione” e quelli di “intrattenimento”. L’ambito dell’informazione è quello che presenta le più spiccate caratteristiche nazionali. Idealmente, rientra in questa categoria anche il racconto dello sport, che può assumere diverse forme. L’ibridazione con le formule dell’intrattenimento è una caratteristica tipica dell’informazione contemporanea. Si trovano tracce di quello che è stato definito infotainment in tutti i sottogeneri di questo campo: il telegiornale, l’inchiesta, il documentario e il talk show. L’inchiesta continua a essere un genere forte della TV generalista (ibridazione con intrattenimento  Le iene, Il testimone etc.). Il documentario sta vivendo un periodo di abbondanza di nuove produzioni e rilevanza internazionale. È stato rilanciato in particolare grazie alle offerte delle piattaforme OTT (esempio Making a Murderer). Proprio nel campo del documentario si manifesta in modo molto interessante la tendenza all’ibridazione tra logiche dell’informazione e dell’intrattenimento: la formula del docu-reality rappresenta infatti uno dei filoni più innovativi della TV contemporanea. La seconda grande area di genere dell’unscripted è quella dell’intrattenimento. Presenta una grande quantità di sottogeneri e filoni, esposti a continue ibridazioni e trasformazioni. Queste trasformazioni possono essere capite solo introducendo una fondamentale distinzione, quella tra il cosiddetto general entertainment

e il factual entertainment: del primo campo fanno parte tutti i generi più classici e canonici che rispondono a una promessa di intrattenimento e che sono idealmente collocati in prime time o in altre fasce pregiate come l’access o il preserale. Si tratta del quiz, chiamato più frequentemente game, nelle sue varie declinazioni (reality show, one man/woman show, talent show, emotainment). Pur nella differenza di approcci e meccanismi, questi generi prevedono stili di produzione simili e collocazione nelle reti  generaliste: sono studio-based, richiedono la presenza di uno o più conduttori e ragionano su durate piuttosto lunghe, estese fino alle tre ore del prime time italiano. Il campo del factual entertainment comprende una varietà di programmi, serie e formati che seguo le vicende di persone comuni nella loro quotidianità. Il genere del factual è approdato in Italia nell’ambito della programmazione di alcuni canali tematici dell’offerta a pagamento, dedicati in particolare a un pubblico maschile grazie a tematiche come la scienza light, la tecnologia e l’ingegneristica, il motoring e gli show di sopravvivenza. Si è poi estesa al pubblico femminile con i temi del cosiddetto lifestyle. Ma, più precisamente, si tratta di una categoria ampia che sta in primo luogo a indicare un contenuto non di finzione, basato su una promessa di realtà e verità, che spesso però subisce un processo di adattamento alla televisione. Il principale filone è appunto quello dell’intrattenimento. 4. CHI È UN BROADCASTER Il broadcaster è l'emittente, che si occupa di trasmettere in onda i programmi. I modelli di business sono 3: pubblico, privato e pay 5. COS’È UN PALINSESTO Definizione di palinsesto: è una sequenza ordinata di programmi e altri materiali (contenuto), disposti entro una griglia temporale (forma) secondo differenti logiche (editoriali/commerciali/professionali) mediante l’impiego di apposite tattiche e strategie e sulla base di obiettivi di lungo e breve termine. È la griglia temporale in cui vengono disposti i programmi televisivi. Es. giornali che presentano l’intero palinsesto, ovvero un elenco delle varie trasmissioni che vengono proposte dai vari canali. Su quali basi vengono scelti i programmi? Vengono scelti fondamentalmente sulla base del budget a disposizione ed in funzione di quella che è la linea editoriale del canale 6. CHI È UNO SHOW RUNNER La serialità televisiva a causa dalla durata, della lunghezza e del numero di ore globali di una serie televisiva non ha come autore il regista, come avviene nel cinema, ma ha una figura detta appunto show-runner che è colui che ha inventato la serie, che ha proposta ad una rete televisiva e ai produttori l’idea per realizzarla; e tiene vicino tutto quello che è l’atto narrativo intero di una serie televisiva che può durare diverse stagioni e diversi anni (nel caso de “I Soprano” abbiamo una programmazione di 8 anni). Questa persona, questa figura dello show-runner, è diventata sempre più importante proprio a partire da questi anni, dal 1998/99. La figura dello show-runner è fondamentale perché nel momento in cui viene costruita una serie televisiva, nonostante l’ideatore ne conosca la traccia, non ha ancora realizzato la sceneggiatura di tutti gli episodi, anzi, sappiamo benissimo che non si può conoscere a priori quanto durerà una serie televisiva perché la durata, in quanto a stagione, è condizionata da ragioni economiche e di audience. Se una serie televisiva non funziona e non raggiunge un certo livello di audience viene cancellata, pertanto lo show-runner, l’ideatore, prevede una certa durata della serie, un certo numero di stagioni, ma non può avere la certezza di quanto effettivamente durerà perché dipenderà da come quella serie verrà accolta; saprà più o meno dove quella serie andrà a finire, dove e come il personaggio o i personaggi principali andranno a raggiungere i loro obiettivi e come cambieranno. Dopodiché, avendo presentato quest’idea, presenta un book, che in linguaggio tecnico si chiama “bibbia”, dove l’ideatore prevede quale sarà l’andamento della serie, quali saranno i personaggi coinvolti e come

funziona la back story dei personaggi Per back-story non si intende la storia che conosciamo e vediamo sullo schermo, ma è la storia che fa sì che quel personaggio sia come lo vediamo. Lo showrunner sa cos’è accaduto nel passato e nell’infanzia al suo personaggio principale e ai secondari, ed è importantissimo perché è il modo che ha lo show-runner per connotare il personaggio. È difficile dare una definizione di autore di serie proprio perché non c’è un unico regista, fatto salvi alcuni casi, c’è appunto questa figura multi-sfaccettata che scrive parti della sceneggiatura, che talvolta dirige degli episodi (quasi mai tutti), che affida ad altri registi la regia di determinati episodi e a un team di sceneggiatori la scrittura dei vari episodi. Quindi lo show-runner ha una visione d’insieme, costruisce la cosiddetta “bibbia” e dopodiché affida a team di sceneggiatori e registi differenti la costruzione dei vari episodi. Lo show-runner, oltretutto, si interfaccia con la produzione, con il canale che programmerà la serie televisiva e valuta anche tutte le variabili dal punto di vista produttivo della costruzione della serie. Nascono quindi, alla fine degli anni 90, queste figura degli show-runner che oggi come oggi sono considerati a tutti gli effetti come i padri delle serie che hanno costruito; cosa che in passato non avveniva perché nel caso delle serie autoconclusive, per esempio, si trattava di un lavoro di squadra all’interno della produzione televisiva ed era abbastanza difficile nominare una sola persona genitore di quella serie dal punto di vista stilistico e artistico. 7. QUALI CAMBIAMENTI HA PORTATO LA TV DIGITALE Amplificazione dei canali e di conseguenza più scelta per il consumatore e quindi frammentazione di questi consumi. Con l’analogico un canale occupava una sola frequenza (uno spazio di etere). In italia c’erano 9 canali nazionali più le tv private. Il digitale invece trasmette per bande (che sono suddivise in ux) e ogni ux contiene 5/6 canali. Di conseguenza con il passaggio al digitale il numero dei canali aumenta esponenzialmente. Con il DTT si è passato dal classico zapping al concetto di canale di destinazione (digiti il canale che vuoi con i numeri sul telecomando). Tra i mutamenti in questo contesto televisivo è possibile individuarne due di grande rilevanza per il branding del canale: 1) Centralità del brand nei processi di scelta dello spettatore-consumatore 2) Orientamento al branding da parte dei produttori di contenuti. 8. ESEMPI DI CANALI DIGITALE TERRESTE Rai Movie, Premium, News, Storia, Scuola La 5,Italia 2, Focus, Iris La 7 Discovery: DMAX, Real Time, Nove Sky: Cielo, Sky Uno, Fox Paramount Network Boing, K2, Cartoonito, Super Canali Sport, Musicali e Locali 9. COSA INTENDEVA ECO CON NEO TELEVISIONE In questo periodo vi sono numerose trasformazioni culturali che rendono la società sempre più consumistica. Vi sono molteplici innovazioni tecnologiche che portano gli stati a introdurre nuove politiche per far fronte ai problemi e alle esigenze emerse. Con la nuova età tutti i prodotti di consumo iniziano a differenziarsi sia quelli materiali sia quelli culturali. DEREGULATION: esso si lega all’innovazione tecnologica, l’introduzione del cavo e del satellite (La diffusione del cavo e del satellite avviene con velocità differenti: Anni 70-> negli stati uniti; Anni 80/90-> Europa.), la progressiva convergenza dei media, che rende libero dalla scarsità della tradizionale televisione via etere e con servizi pubblici in regime di monopolio. Effetti della deregulation:  Effetti sulla programmazione e sui suoi costi: aumento della competizione e della domanda di televisione, con conseguente crescita delle ore di produzione/ trasmissione e dei costi.

Effetti sull’importazione e il commercio di programmi: Il ‘’leader’’ nell’esportazione sono gli stati uniti, avviene la commercializzazione di format (es il format britannico Who wants to be a millionaire?) venduto e adattato non solo in Europa.   Effetti sulla qualità e la varietà dell’offerta: c’è una competizione sulla base dei costi dei programmi e degli obbiettivi d’ascolto raggiunti. La disponibilità dei programmi ha però come conseguenza l’omologazione dei contenuti.   Effetti sulla qualità dell’informazione: si cerca di massimizzare gli ascolti, i notiziari hanno visto crescere la possibilità di spettacolarizzare i loro programmi si parla di ‘’tabloidizzazione delle news’’   Effetti sul servizio pubblico: crisi dei servizi pubblici, perdita di quote di mercato e di ricavi.  Effetti sulla proprietà dei media: allargamento dell’offerta televisiva e moltiplicazione di istituzioni televisive e mediali.   Effetti sulla geografia televisiva: vi è una nuova attenzione nei confronti di circuiti locali.   Effetti sulle politiche di regolamentazione: le autorità politiche riscontrano problemi nell’intervenire con norme adeguate nel nuovo contesto. Le autorità pubbliche controllano che gli operatori adempiano i propri obblighi, e impongono sanzioni in caso di inosservanza. In Italia vi è l’AGCOM: Autorità PER LE GARANZIE DELLE COMUNICAZIONI.  Effetti sul consumo di televisione: crescita dell’offerta e del consumo di tv e cambiamento della qualità. Vi è una moltiplicazione degli apparecchi televisivi domestici, e la fruizione diventa sempre più individuale. Avviene una personalizzazione del consumo che è caratteristica di questa età 10. IN QUALE ANNO INIZIANO LE TRASMISSINI RAI prima trasmissione 3 gennaio 1954: funzione pedagogica (diretta o indiretta) culturale, di intrattenimento (giochi ispirati alla tv americana). Storia istituzionale: dal 1954 anno di inizio delle trasmissioni regolari, conduce il sistema televisivo dal monopolio della rai all’apertura di una competizione tra tv di servizio pubblico e televisione commerciale, per arrivare all’odierna situazione di abbondanza di offerta di contenuti, e di reti. 11. IL PRIMO DIRETTORE DELLA RAI all'indomani della riforma RAI del 1975 che rendeva autonome le linee editoriali dei TG e dei GR, è il democristiano Emilio Rossi. 12. IL DIRETTORE DELLA RAI DI RAI 1 Stefano Coletta. Stefano Coletta (Roma, 8 marzo 1965) è un dirigente d'azienda italiano, direttore di Rai 1 dal 14 gennaio 2020. 13. DIRETTORE ATTUALE DI CANALE 5 Giancarlo Scheri (dal 2013) 14. COSA SI INTENDE CON PALEOTELEVISONE La paleotelevisione o età della scarsità. ‘’Scarsità’’ allude alla scarsità delle frequenze disponibili, risorsa limitata ed esauribile: la banda elettromagnetica attraverso cui viaggia il segnale broadcasting. Il broadcasting ha il compito di distribuire queste scarse risorse secondo pubblica utilità.  La Federal Communications Commission (FCC) si occupa dell’assegnazione delle frequenze per uso radiofonico e televisivo a enti privati. L’età della scarsità corrisponde all’introduzione della televisione nei contesti domestici e il decollo come mezzo di intrattenimento e di informazione.  È una tv caratterizzata da un’offerta limitata, con un numero limitato di canali nazionali.  Nel modello americano è parzialmente regolata attraverso la concessione di licenze da parte dello stato a privati.  In Europa occidentale è una tv fortemente regolata con l’impiego diretto degli Stati a fornire un servizio pubblico in regime di monopolio. 

La forte regolamentazione che caratterizza il modello europeo dipende dalla scarsità delle frequenze, e dalla convinzione che il medium possa esercitare un grande potere di orientamento sulla società.  Le fonti di finanziamento del broadcasting sono molto diverse nei due modelli: in quello europeo vi è la raccolta di un canone, in quello americano vi è la vendita dell’attenzione quantificata degli spettatori agli inserzionisti pubblicitari.  Le conseguenze: è un mezzo di modernizzazione poiché trasforma le culture nazionali, in Italia ad esempio attraverso il processo di unificazione linguistica e culturale, e riesce a rafforzare il senso di appartenenza a una comunità immaginata nazionale, soprattutto perché è un medium istantaneo, caratterizzato dalla diretta. In Europa il concetto di servizio pubblico si fonda sull’idea che la produzione e la diffusione di programmi televisivi/radiofonici, sia un bene pubblico si rilevanza nazionale di cui lo Stato si fa garante mentre in America il broadcasting è nato in un contesto di competizione tra compagnie private commercialmente finanziate. In Europa Il servizio pubblico: 1. E’ universale 2. E’ un servizio impegnato a garantire un’offerta equilibrata: E’ di attitudine generalista 3. E’ un servizio impegnato a garantire un’informazione politicamente imparziale (PLURALISMO) 4. Si caratterizza per l’indipendenza dalle pressioni commerciali/governative. L’indipendenza dal potere politico viene raggiunta attraverso complessi meccanismi di governance, in quanto prevale l’assoggettamento della tv al potere politico. Lo Stato è costretto a intervenire, per regolamentare gli spazi: in quanto contesi da diverse istanze e a causa del finanziamento che può essere la tassazione diretta ossia il canone oppure la pubblicità. -In Gran Bretagna: la BBC autorizza in regime di monopolio la trasmissione di programmi radiofonici, finanziata da un canone pagato da tutti i possessori di apparecchi di ricezione, ed è uno strumento di rafforzamento dell’identità del paese. -In Italia: è il governo Mussolini a riservare allo Stato l’esercizio di radiocomunicazioni. URI (Unione radiofonica italiana) diventerà l’EIAR (ente italiano per le audizioni radiofoniche che nel 1944 diventerà la RAI. La rai sarà soggetta al governo repubblicano a guida democristiana inizierà le trasmissioni televisive nel 1953, avviando una regolare programmazione nel 1954. La televisione italiana presenta alcune caratteristiche:  Tv pedagogica: il servizio pubblico deve insegnare/informare/divertire. ‘’Non è mai troppo tardi’’ è un programma che insegna a leggere e scrivere a una massa ancora enorme di italiani analfabeti.  Tv umanistica che propone programmi culturali.  ‘’Il gioco a premi’ ’costituisce il genere più popolare della tv delle origini, ripreso dal modello americano e adattato in Europa contribuisce alla popolarità della televisione.  ‘’La pubblicità’’ vista con sospetto rappresenta una fonte di finanziamento in grado di assicurare alle reti più risorse e maggiore autonomia.  Autonomia dal potere politico: l’idea tipo prevede indipendenza dalle pressioni economiche e dal potere politico, ovviamente la seconda risulta decisamente più problematica. 15. COS’È L’IDENTITA’ DEL CANALE O BRAND? La concezione di canale come brand è basata su tre presupposti fondamentali:  l’esistenza di un’identità visiva  una editoriale e una valoriale proprie del canale televisivo  la coerenza tra queste identità e la loro distintività nel contesto televisivo. Quando si parla di lavoro manageriale sul brand di canale ci si riferisce a un’attività dinamica, costante, caratterizzata da una prospettiva di medio e di lungo periodo, un’opera simbolica che coinvolge molteplici figure professionali. 

si possono identificare due tipologie di canali: generalisti e specializzati. I canali generalisti presentano un ampio numero di generi e mirano a mantenere l’ampia copertura ottenuta negli anni, rivolgendosi a un target più generico possibile. i canali specializzati: questi possono rivolgersi a un target generico attraverso un numero limitato di temi in grado di attrarre molteplici segmenti; oppure possono occuparsi di un target specifico. 16. COS’È IL MARKETING TELEVISIVO? E DI CHE COSA SI OCCUPA? Il marketing è sia una disciplina sia una funzione aziendale e si occupa, in entrambe le forme, di come agire all’interno dell’azienda e a beneficio di essa. Il marketing televisivo nasce in Italia più d’analisi che d’azione, soprattutto a causa della scarsa articolazione che il mercato ha avuto da noi almeno fino al 2000. Per svolgere al meglio questo compito, il marketing ha puntato alla necessità di capire i bisogni dei consumatori, e lo fa assumendo metodologie e punti di vista presi da molteplici discipline, sia scientifiche sia umanistiche. Un secondo tratto del marketing è la vocazione a trovare ciò che per il consumatore è valore. Inf...


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