Produzione e programmazione parte 4 PDF

Title Produzione e programmazione parte 4
Course Produzione e programmazione dell'audiovisivo
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

15/10/18 Il format lo si usa come sinonimo di “programma televisivo” oppure come “scheda di base”. In realtà, utilizzarlo in questa maniera non va a completarne il significato. Tutti i format sono programma ma non tutti i programmi possono essere format. Questo vuol dire, che il format, diventa semp...


Description

15/10/18 Il format lo si usa come sinonimo di “programma televisivo” oppure come “scheda di base”. In realtà, utilizzarlo in questa maniera non va a completarne il significato. Tutti i format sono programma ma non tutti i programmi possono essere format. Questo vuol dire, che il format, diventa sempre un programma ma il programma per alcune caratteristiche non sempre è un format. La definizione giuridica del format apre tematiche legate al plagio e alla proprietà intellettuale. Il format è protetto dal punto di vista legale, e nel caso in cui qualcuno copia il format stesso si può ricorrere a denunce. In numerosi paesi stanno aumentando la legislazione e la tutela della proprietà intellettuale. Io che scrivo e realizzo un format nel momento in cui creo aspetti che lo differenziano (es. aspetti che lo caratterizzano dal punto di vista scritto oppure una serie di elementi di carattere scenografico che lo rendono unico rispetto ad altri formati. Quando ci sono tanti programmi uguali tra di loro es. quiz o talent devono esserci elementi che li differenziano. Es The voice si distingue per carattere scenografico, grazie alla presenza di sedute girevoli per i giudici). Possiamo trovare diverse tipologie di format. Quello che a noi interessa è il format di carattere commerciale. Il format è un programma che ha delle caratteristiche formali e strutturali (elementi scenografici) che rendono possibile la sua vendita all’estero. L’altra caratteristica essenziale per essere un format è il fatto che deve essere replicabile. L’Italia nel 2008 produceva 7 format esportabili, mentre la Germania ne produceva 14. Da noi si creano meno format esportabili perché si lavora partendo dal presupposto di mette in primo piano la figura del talent. Se tu costruisci su un determinato personaggio il programma, il programma non si può esportare perché è insostituibile. ES. Se si costruisce un programma e si fanno un numero indeterminate di puntate mettendo il talent in centro, nel caso in cui si va a togliere il personaggio il format cambia e perderebbe il senso. Il format è tale perché con gli adattamenti è esportabile. Il format è una sottocategoria del programma televisivo. Caratteristiche che rendono un format tale:  

Vendibile all’estero: per fare ciò deve avere già degli ascolti che lo definiscono e che dimostrano che quel prodotto può essere un successo trasferito altrove. Peso e valore economico sul mercato: Deve essere misurabile.

Che cosa rende un format un programma: 1. Il format deve essere originale: Deve essere unico anche dal punto di vista delle caratteristiche. Non può essere generico e quindi non può essere format un programma di comicità e un intervista. Tutti quei programmi che noi vediamo dentro a programmi di informazione o di intrattenimento pomeridiano non sono format ma sono contenitori. Sono l’insieme di una serie di azioni che non hanno la caratteristica di essere format. Es. Talk show non sono format a meno che non hanno delle caratteristiche particolari come “Che tempo che fa?” che è stato acquistato all’estero. 2. Essere strutturati: Più un programma è complesso e più lo si può definire format. Più si riesce a mettere in campo degli snodi narrativi e dei meccanismi. Quando ci troviamo davanti a meccanismi che aumentano il valore che io propongo sono davanti a caratteristiche che creano un format. 3. Caratterizzazione visiva: Devo trovare all’interno del mio format una caratterizzazione visiva tale per cui senza quell’oggetto scenografico io non posso andare avanti. Es. La busta di Maria De Filippi e i pacchi di “affari tuoi”. Sono elementi scenografici che lo rendono format. Questi aspetti hanno la caratteristica di salvaguardare dal plagio.

4. Deve essere replicabile ed esportabile: Replicabile non necessariamente nella stessa modalità con cui è stato pensato perché il format non è legato ad un contesto socioculturale preciso. L’evoluzione del mercato dei format: In tutto il mondo, presentare un format, è diventato anche un modo per valorizzare il paese in cui viene presentato. L’obiettivo è sempre più di dare un valore economico a chi organizza il format stesso. I primi contenuti format arrivarono dagli anni 20 dagli stati uniti. A seguito degli USA, sul mercato dei format compaiono gli inglesi. Fino a gli anni 50, i format venivano tendenzialmente copiati o venivano usati per trovare un ispirazione. Fino ai primi anni 50 non esisteva la proprietà intellettuale. Nel corso degli anni, anche la pubblicità negli USA si muove per cercare una serie di formati che permettano di girare la pubblicità stessa. Fine anni 50 nascono le telenovela nel sud America e nel nord America nascono le soap opera, chiamate in questo modo perché avevano l’obiettivo di vendere cosmetici. Si cercava di fare pubblicità con appigli che non facevano parte solo degli USA. Anni ‘55 c’è la prima vendita di format che avviene in maniera abbastanza simile ad oggi da parte degli inglesi. Nel senso, gli inglesi comprano il format dagli USA dando un riconoscimento economico a colui che ha scritto il programma. A partire dalla fine degli anni 50, anche in Europa iniziano ad essere ripresi e trasmetti questi format in non avviene un riconoscimento economico. L’adattamento diventava un adattamento di valore ma il riconoscimento economico non era diretto. In seguito, i programmi vengono adattati sempre di più. Negli anni 2000 vengono prodotti i super reality (es. Big Brother). Questi programmi cambiano l’approccio di chi realizza questi formati con una caratteristica di consolidare le società che le creano. Il format, grazie ad una realizzazione di grande qualità con tanto pubblico, fa sì che le case di produzione che gli proponevano oltre a proporli diventano anche produttori. Queste case di produzione sono le stesse che arrivano ad entrare anche nell’altra linea dei format che sono quelle delle serie televisive. Il valore del format ha una caratteristiche legata al fattoi che fa evolvere il ruolo dei broadcast. Es. un format inglese del 2001 “il contadino cerca moglie”. Questo format è stato prodotto nel corso dei suoi 19 anni da quando è uscito in 30 paesi. Ha una ricaduta sociale perché ha realizzato 72 matrimoni veri con 132 figli veri. Ha anche una ricaduta sociale. I format hanno una loro economia ben precisa e un valore economico molto importante. Nel 2008 il mercato dei format era di 10 miliardi di dollari mentre ora la cifra vale il doppio. Un esempi odi format longevi con grande risultati sono: chi vuol essere milionario. In questo programma viene venduto il gioco da tavola. Ci sono i diritti ancillari, ovvero, diritti che richiedono l’utilizzo del marchio del format per scopi diversi. (In questa categoria rientrano anche i marchi per i giochi. Es pupazzo di Peppa Pig). Altri format che hanno avuto grande successo sono ballando con le stelle e Masterchef. I format hanno la caratteristica che nel 2008 più di 450 di essi erano di produzione inglese o americana. Chi fa da padrone nella produzione dei format sono gli USA e gli UK. Sono presenti anche paesi emergenti come L’Olanda e Argentina. Analisi di due format Israeliani: Due serie “In Treatment” (approfondimento sociale) e “Homeland” (legato ad aspetti di spionaggio). Entrambi sono format israeliani. La prima versione di entrambe le serie tv che è andata in onda è una versione Israeliana in lingua israeliana. Ha delle differenze dovute alla posizione locale, sociale e culturale. In Treatment: La versione israeliana di In Treatment è del 2008. Nella versione Americana, troviamo una fedeltà strutturale molto forte all’originale in quanto è molto difficile da modificare la struttura. Queste serie racconta le vicende di 5 pazienti. La 6 storia è quello del terapeuta. In questo caso viene fatta una scelta abbastanza forte, ovvero il produttore israeliano diventa il produttore esecutivo anche nella versione

americana. Ci sono delle modifiche nella versione americana rispetto all’originale. In Israele va in onda per 2 stagioni mentre negli stati uniti per 3 stagioni. Il successo del format ha un adattamento che sfrutta di più le caratteristiche del formato. In USA hanno trovato storie più interessanti da sviluppare rispetto a gli autori israeliani. Il format israeliano è diverso da quello americano. Da noi in Italia abbiamo visto un adattamento del format americano. Si è deciso di vendere in tutto il mondo i diritti di trasmissione del format americano. Adattare un format ha dei costi superiori rispetto a quello di prendere un format e tradurlo. Homelan: Un secondo esempio è Homeland. E’ sempre un format israeliano. “Prisons of the war” è il titolo originario del promo in Israele. Nel format americano si trovano caratteristiche tipiche della cultura americana (es. esercito, terrorismo). In Israele invece si racconta la storie di 3 ufficiali dell’esercito israeliano che tornano a casa dopo 3 anni di prigione. In questo caso, anche qui una donna ha un ruolo investigativo. Il suo scopo è quello di capire la ricaduta che la scomparsa degli ufficiali ha avuto sulle loro famiglie e scoprire quali sono le loro vere intenzioni. In questo caso siamo di fronte ad un format adattato in cui l’aspetto culturale, sociale e politico ha una rilevanza importante. Sono due esempi diversi tra loro che partono da un format identico. La capacità di proporre formati originali presi dall’estero e adattarli ha di fatto delle motivazioni pratiche e concrete. Israele divide i canali tra pubblico, privato e satellite. La differenza che ha con tutti gli altri paesi è il forte controllo pubblico. I contenuti pubblici sono controllati. C’è un forte controllo per ragioni di sicurezza. Il servizio pubblico in caso di guerra rientra direttamente sotto il ministero della difesa e deve limitarsi a dare delle informazioni di carattere bellico. Siamo in un sistema televisivo molto diverso dal nostro in quanto loro hanno la caratteristica di finanziare la creazione di un forte numero di prodotti locali. Gli israeliani producono in casa gran parte del proprio palinsesto. Questo tipo di attività è incentivato, ovvero il governo riconosce a chi produce sia la certezza di trasmissione, sia un’allocazione di fondi legata alle produzioni di successo per incentivarle. Questa volontà di incentivare la produzione locale, in Israele, ha aperto un circuito virtuoso molto importante. Gli investimenti economici hanno portato ad aumentare il numero delle case di produzione che hanno iniziato a produrre riducendo i costi e permettendo al prodotto israeliano di diventare un prodotto concorrenziale a livello mondiale. Si sta valorizzando sempre di più il prodotto israeliano. Il produttore israeliano ha due possibilità: produrre e vedersi realizzato a livello nazionale e nello stesso tempo si ha la possibilità di vedere venduti i proprio contenuti a livello internazionale. L’aumento di competizione ha fatto sì che Israele produca con budget ridotti una qualità più alta di prodotti. Siamo davanti ad un paese che riesce davanti ad una situazione politica dura a creare contenuti molto competitivi. Con l’avvento dei new media compare una nuova opportunità per le case di produzioni. Ci troviamo davanti a 3 soggetti con compiti diversi: 1. Case di produzione: creano. Hanno una responsabilità ed alimentano il mercato con la loro capacità di creare format. 2. Broadcaster: mettono in onda. Prendono il format delle case di produzione e fanno scelte editoriali 3. Distributori: esportano. Ha il compito di distribuire il prodotto in paesi diversi da dove vengono prodotti. Il valore è un valore numerico. In più paesi riesci a distribuire un format. Più il format ha successo più ha un impatto culturale molto alto. Il livello qualitativo non sempre coincide con il livello di intrattenimento. I format di intrattenimento hanno costi minori rispetto alla produzione o all’acquisto di una seri tv.

16/10/18

Il pubblico televisivo è l’essenza per cui la televisione esiste. Se non ci fosse pubblico il media non esisterebbe perché il pubblico è colui che dà il feedback e che ti mette in condizione di proseguire con il programma o meno. Se si conosce bene il pubblico si sa come impostare il programma e avere successo. Studiare il pubblico consiste nello studiare:   

Comportamenti: Capire come il pubblico si muove Motivazioni: cosa spinge il pubblico a mettersi davanti alla televisione Fruizione: tramite quale strumento, luogo e tempo il pubblico guarda i programmi

Sull’analisi del pubblico, i broadcaster definiscono punti di forza e punti sensibili del loro essere. Ad esempio i broadcaster ritagliano un offerta specifica dei singoli programmi per determinati pubblici. Per ogni tipo di pubblico si attuano delle strategie editoriali (dove investire) e come organizzare il palinsesto. I dati principali su cui si basano queste analisi sono forniti dall’auditel. Altre tipologie di ricerca che vanno a definire lo studio del comportamento del pubblico sono:  

Ricerche qualitative e quantitative Ricerche più ampie che permettono ai broadcaster di capire in quale direzione sta andando la televisione

Vengono coinvolte diverse discipline. I dati richiedono un analisi composta da:   

Dati auditel Ricerche qualitative e quantitative Ricerca di scenario

Bisogna fare un analisi anche legata all’economia e alla politica perché in caso di crisi economica ci sono più persone che guardano la tv in quanto si ha meno opportunità per uscire a svagarsi. Il pubblico come si muove: 1. Ricezione: fa parte della dimensione comunicativa vera e propria. Dentro questa voce è presente la disponibilità tecnica che ha il pubblico per vedere il programma (tecnologie, scelte di segnale es. internet, satellitare e digitale). 2. Fruizione: come vengono elaborati i servizi dal pubblico. Quello che cambia rispetto al passato è che una volta la fruizione era passiva perché non c’era possibilità di scelta mentre ora la fruizione è attiva con diverse possibilità di scelta. 3. Uso: all’interno di quale tecnologia il pubblico compie la sua azione. Come usufruisco di un determinato contenuto 4. Consumo: Dimensione prettamente economica e analizza come acquisti il bene/servizio scelto. Il bene corrisponde alla tecnologia mentre il servizio corrisponde tramite quale servizio sì decide di usufruire il programma (es. pay tv). Il pubblico è al centro dell’analisi per coloro che vogliono capire la televisione. Il pubblico diventa una entità assestante. Di fatto, la collocazione che ha il pubblico tende sempre di più a proporsi come una chiave di lettura della società ben precisa che segue determinati canoni dello sviluppo della società e diventa sempre più coincidente con l’individuo e con l’insieme di tutti i cittadini.

Questo significa, che se prima si poteva avere una distinzione più netta tra pubblico e cittadini, ormai è talmente profonda la fruizione del media che è sempre più frequente trovare definizione che assimilano il concetto di pubblico a quello di cittadino. Chi trasmette contenuti parla alla totalità dei cittadini. Questo è ampliato dalle nuove tecnologie. In seguito c’è l’analisi che consiste nel capire il passaggio dal pubblico all’audience. L’audience è il processo tramite cui avviene una oggettivazione del pubblico in modo tale da avere dal pubblico delle risposte per realizzare le politiche su cui investire. Il passaggio all’audience è una scelta teorica commerciale che necessita di una serie di dati che mi servono per realizzare l’universo del pubblico di riferimento. La televisione è andata di pari passo con l’evoluzione del pubblico. Nel momento in cui aumentavano tutte quelle possibilità di usufruire i contenuti, la televisione ha proposto possibilità di partecipazione da parte del pubblico. Es. Social Tv (utilizzo dei social media nella tv per permettere al pubblico di partecipare). Questo metodo serve anche per capire il grado di apprezzamento di un programma. L’audience serve ai broadcaster per conoscere i target di riferimento. Conoscere un audience permette al broadcaster di conoscere il comportamento di consumo dei propri tele-spettatori. Ricerca dati auditel: I dati auditel servono per analizzare l’audience. La collaborazione che viene chiesto al pubblico è una collaborazione attiva dove il pubblico deve scegliere un canale e scegliere di rimanerci per un lasso di tempo vasto per essere individuato e in questo caso si diventa parte della ricerca. Oggi siamo in esperienze televisive molto ampie e diverse. I media sono usati dal pubblico sui social come oggetto di discorso. In passato chi non guardava la tv era perché non era interessato tanto a un determinato argomento/programma perché la visione televisiva era univoca. Oggi la televisione viene vista come un momento di propagazione dei messaggi; se non guardi la tv lo fai per scelta. Auditel: Le attività che i media fanno sono legate al feedback. I sistemi di rilevazione dell’audience tentano di rispondere ad alcune domande che si fanno le industrie produttive:     

Il mio messaggio è giunto a destinazione? Capire se il messaggio ha raggiunto il destinatario Il messaggio, in quanti lo hanno capito? E’ stato compreso? Ho colpito il target corretto? Sono riuscito a raggiungere le persone che volevo con quel programma? Di quel programma televisivo, che cosa è piaciuto di più? E di meno? Richiesta di feedback qualitativo Chi ha recepito il mio messaggio, per quanto tempo ha seguito il messaggio? Su che cosa del mio messaggio si è concentrata la sua attenzione?

Queste domande sono fondamentali per: gli ideatori del programma, gli editori che hanno investito dei soldi sul prodotto e per gli investitori pubblicitari perché in base ai valori dell’audience lanciano un prodotto. C’è un valore che si chiama costo-ascolto che gli editori ricavano analizzando il costo del programma, la durata e il risultato. E’ un valore economico, ovvero quanto mi costa 1 min. di un determinato programma? Conviene mandarlo in onda?

All’interno del mondo della televisione, le professioni interessati a sapere i dati dell’audience sono:



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I produttori dei contenuti: Analizzano che tipo di prodotto l’audience apprezza. In base a questa ricerca il produttore può decidere di lavorare su un pubblico generalista o lavorare su un pubblico specifico con un target specifico. I responsabili del palinsesto: posizionano i programmi in base all’audience. Investitori pubblicitari Venditori di spazi advertising: loro definiscono i prezzi dello spot. Definiscono in base ai dati dell’audience, quale prezzo deve pagare uno spot pubblicitario messo in onda in una determinata fascia oraria. Es. mettere uno spot durante il festival di Sanremo ha un costo molto alto. Lo stesso vale per il super bowl I ricercatori, giornalisti e comunicatori: anche loro basano il loro lavoro sull’audience.

L’auditel è la rilevazione continuativa dei comportamento dei consumi televisivi degli italiani. E’ una società (s.p.a). L’auditel coordina e gestisce le attività di rilevazioni degli ascolti. E’ nata nel 1984 e unisce tutti i player del mercato. Nel consiglio di amministrazione dell’auditel ci sono tutti coloro che sono interessati al risultato degli ascolti. La decisione è stata quella di organizzare una società che stesse sopra a tutte le emittenti televisive e che distribuisse tutti i risultati in un unico momento ai soggetti che ne fanno parte del mondo televisivo. Il metodo di analisi dei dati avviene attraverso dei rilevatori e si ha la volontà di cogliere i consumi di chi guarda la televisione al minuto così da riuscire a stimare quella che è la totalità dell’ascolto televisivo dell’intera società italiana. L’auditel rileva i consumi televisivi dei cittadini italiani al minuto. Questi rilevatori sono installati su un campione rappresentativo della popolazione. Auditel utilizza i dati della popolazione nel suo generale (ISTAT) e lo integra con una ricerca propria fatta di 20.000 interviste molto specifiche sulle abitudini di consumo. Sull’unione di questi dati si costruisce un panel fatto da circa 13 mila individui. Sul televisione di alcune famiglie è presente questo rilevatore che rileva i dati. E’ una rilevazione anonima. Il panel non è statico, le famiglie che si sottopongono all...


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