Title | Progetto Individualizzato di sotegno socio-relazionale integrato UN Compagno PER UN Adulto |
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Author | salvatore rabito |
Course | Educazione degli adulti |
Institution | Università degli Studi Roma Tre |
Pages | 11 |
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Progetto educativo pratico per educatori professionali...
L’ASSOCIAZIONECOLLEGAMENTIONLUS propone ILPROGETTOINDIVIDUALIZZATOdi
SOSTEGNOSOCIORELAZIONALEINTEGRATO:
unCOMPAGNOperunADULTO
SedeLegale :vialeReginaMargherita,23900198Roma Tel.:GianPaoloParenti(presidente):3280352342GiordanoGiorgi(vicepresidente):3476051537 Email:[email protected] C .F.:97652890589P .IVA:11702881001
PREMESSA I contenuti del disagio psichico o della follia sono gli stessi dell’esistenza umana, seppurepresenti in forma intensamente più marcata. Accostarsi all’esperienza del dolore e della sofferenza mentale può assumere il significato di avvicinarsi alla profondità dell’animo umano per meglio comprenderlo. Si compie così uno spostamento da una definizione di follia come esperienza alienante aquelladicondizionepossibiledell’uomo. fuga migratoria dalla realtà e dallo spazio mentale, La psicosi può essere vista come una intendendo come spazio mentale lo spazio dell’interiorità che ci permette di sentire e di pensare. Dare uno spazio al sentire, al pensiero, all’affettività, richiede uno sforzo e diventa una sofferenza intollerabile. Nasce così il bisogno di crearsi un sistema di interpretazione della realtà che dia sicurezza. La tendenza alla ripetizione,adincamminarsidentro percorsigià notiestradein cuinon ci si perde dà certamente sicurezza, ma la si paga con la noia e con un vissuto di insoddisfazione profonda. In persone adulte psicotiche il mondo perde spessore, tridimensionalità e colore divenendosottile,piattoegrigio. Un passaggio fondamentale verso il cambiamento, per la persona in difficoltà, sta nell’abbandono gradualedelcamminofamiliarechesièpercorsofinoaquelmomento. La relazione d’aiuto, in un contesto di attenzione/rapporto diretto con la persona in stato di sofferenza, condotto da operatori pronti ad aprirsi alla vita dell’altro inunarelazionedireciprocità, può generare il passaggio verso il cambiamentosopra descritto.Da una parte l’utentepuòconoscere il proprio problema meglio dell’educatore, dall’altra, però, egli non sa generalmente individuarloe narrarlo come tale. L’intervento maieutico dell’educatore consiste propriamente nel contributo che eglisadarenelprocessodiidentificazioneediaccettazionedelproblema.
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1.Finalitàgeneralieobiettividelprogetto Il servizio si rivolge all’utente sostenendolo nella sua quotidianità, nel proprio contesto sociofamiliare, evitando istituzionalizzazioni, prevenendo ricoveri, riconoscendolo finalmente nonsoloperilsuodisagio,manellasuainterezzadisoggettosociale. S’interviene sugli aspetti sociali e contestuali del rapporto tra persona e ambiente, nell’idea che le persone possano riacquistare abilità sociali. Il servizio individua, infatti, nella causalitàtramalattia mentale e disabilità sociale il nodo centrale da sciogliere, non condividendo l’assunto che una persona malata di mente non possa vivere socialmente. Si considera, invece, il funzionamento sociale e la sofferenza mentale in maniera distinta. L’intervento punta a superare la disabilità socialeagendosulcontestodivita. Costruendo una rete intorno all’utente attraverso l’accompagnamento, la mediazione sociale, il supporto offerto alle famiglie, si offre un vasto panorama d’interventi; attraverso l’integrazione del pubblico, del privato sociale, del volontariato, delle associazioni dei familiari, si garantiscono cosìrispostediversificateenellamassimatrasparenzaesalvaguardiadegliinteressidegliutenti. Obiettivodelpresenteprogetto,inlineaconlefinalitàdellapsicologiadicomunità,èquellodi lavorareinmodosinergicoperlosviluppodellequalitàesistenti,potenziandoleovepossibile (empowerment),attraversolefamiglieelerealtàdivolontariatodelterritorio,creandounanuova visionesuldisagioedunafuturaautonomianellagestionedelproblema,nonchéunosviluppodelle potenzialitàemodalitàd'interventosviluppandomaggiormenteilconcettodisinergiàtralestrutture delD.S.M.. Ilprogettointendesviluppareleseguentiareediobiettivi: A.Avviamentodiunprocessodirisocializzazione. Le interazioni tra le persone con disagio psichiatrico e le persone del loro contesto diappartenenza sono continuamente minate dall’instabilità: i soggetti si allontanano reciprocamente e progressivamente, vittime dell’andamento della malattia dell’utente. Questo processo conduce alla desocializzazione, l'allontanamento dell'individuo dai rapporti sociali con la conseguente
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limitazione e cristallizzazione della sua articolazione sociale. La desocializzazione comprende non soltantol’utente,maanchelepersonesignificativeintornoalui,compresoilpersonaleterapeutico. Infatti, solitamente, tali persone che costituiscono una micro rete sociale contribuiscono all’isolamentodell’utente,perproteggerlo dallesituazioniincuipotrebbefallire. L’intervento fondamentale diventa quindi interrompere il circolo vizioso dell’isolamento, proponendo degli stimoli che possano, nel tempo, riaprire il dialogo con il mondo esterno e stimolareildesideriodisperimentarsinellerelazioniconglialtri. B.Sostegnoall’individuoperilrecuperodellecondizionididignitàedicuradella persona,alfinediunacrescitadell’autostima. C.Sostegnodellapersonaedellafamiglia,perunmigliorriconoscimentoegestionedelle emozioni. L’operatore che lavora a stretto contatto con l’utente e con la sua famiglia utilizza nella relazione con la persona in difficoltà le proprie capacità riflessive e autoriflessive in una prospettiva di reciprocità.Ciòchesenteeproval’operatorediventa,intalecontesto,strumentodilavoro. D.
Azioni sistemiched’intervento ed’affiancamentodellapersonaperfavorirel’accesso ai
servizi,pubblicieprivati,utilialrecuperodifunzioniperl’autogestioneindividuale. Unavoltaelaboratiprogettispecificiperogniindividuo,siavvianoazionisistemichediintervento edaffiancamento.Ilconcettodisistemaciriportanaturalmenteaquellodirete. Gliinterventi,chesarannomiratiallarisoluzionedelleprincipaliproblematichedell’individuo assistito,potrannoessereverificatiecondivisidalsistemacura costruitointornoalsoggettoin difficoltà.Verrannopropostedelleazionisistemicheall’internodellequalisifaràinmodochei diversisoggetti,chiamatiadinteragiretraloro,condividanointenti,obiettivieprocedure.Per lavorodireteintendiamounapprocciointegratoesistemicofinalizzatoalegare fraloropiù persone,tramiteconnessioniecatenedisignificativerelazioniinterpersonali ; conformementead unalogicacherazionalizzalerisorseconleoperazionidiscambioedottienerisposteintegratetrai
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servizisocialiesanitari,delpubblicoedelprivato. 2.Metodologiadiintervento Il progetto si basa su tre cardini metodologici legati alla relazione d’aiuto , al principio della molteplicitàdeisaperi ealprincipiodiresponsabilitàpersonaleneiconfrontidellapropriasalute. Relazioned’aiuto Gran parte del lavoro degli educatori/operatori si focalizza sulle relazioni dirette con le persone in difficoltàperaiutarleaviveremeglio. Per creare una relazione d’aiuto, che per sua natura è bidirezionale , è necessaria l’autenticità , la comprensione empatica e una considerazione positiva incondizionata (frutto dell’atteggiamento di sospensione del giudizio che deve tenere l’operatore). Infatti, la conoscenza dell’altro nasce dalla possibilità di vivere quelli che sono i problemi, le angosce, le disperazioni dell’altro come se fosseroinpartelenostre. In altre parole, non si può formulare nessun gesto terapeuticosignificativoenessunprogettodicura può realizzarsi, se prima non si entra in relazione con l’altro condividendone le emozioni e ascoltando tutti i processi di immedesimazione emozionale, che si attivano a prescindere da qualsiasitecnicadiapproccio. Principiodellamolteplicitàdeisaperi. Nel progetto di lavoro che proponiamo è necessario il contributo sia di chi ha accumulato le conoscenze che la scienza psichiatrica ha sviluppato nelcorso del tempo sapere professionale , siadichisacosavuoldiremalattiamentale perchél’havissutadall’internosapereesperienziale. La conoscenza oggettiva (sapere professionale) mostra ed individua caratteristiche ricorrenti presenti in ogni categoria di malattia mentale che diventano preziose per esplicitare la malattia stessa. Invece chi vive in contatto diretto con la malattia mentale (soggetto, familiari, etc) possiede una conoscenza esperienziale nutrita anche di disperazione e disorientamento. Entrambi i saperi sono
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fondamentali nella costruzione della strada per una sanità ed un’integrazionesociale delsoggettoin difficoltà. Principiodiresponsabilitàpersonaleneiconfrontidellapropriasalute. Sulla base di questo principio si deve raggiungere una qualità della relazione tra utente, familiari, operatore, servizi, tale da creare una condizione di responsabilità dell’utente verso lapropriasalute contrastando,oveèpossibile,ognimeccanismodidelega. 3.Attivitàeazioniprevistedalprogetto Gliinterventivengonoprogrammatiinconcertoconlapersonaindifficoltà. II piano d'intervento è lo strumento che permette di avviare un processo di aiuto finalizzato al raggiungimentodiprecisiobiettivi. Il progetto ha carattere vincolante, tuttavia, essendo sensibile alla rete che si è costruita intorno all’utente, può essere riformulato se si ritiene necessaria una modifica negliinterventi,qualorasi rivelasseroinadeguati. Leattivitàdibaseriguardano: L’accompagnamentonelnormalesvolgimentodelleattivitàquotidiane: ● Curadellapersona; ● Aiutodomesticoedigienedell’ambiente; ● Espletamentodipraticheburocratiche; ● Attivitàricreativeerelazionali. Costruzionedirelazionisignificativeconleretiprimarieesecondarie. E’ di fondamentale importanza coinvolgere la stessa famiglia nell’intervento utilizzando le risorse che essa possiede, ponendo attenzione ai vincoli ecostrizioni che essaproduce, contienee rappresenta.
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Promozionedigruppidiautoaiutodiutentie/ofamiliari. Si offre uno spazio di condivisione e confronto a persone e famiglie che vivono lo stesso problema. Nei gruppi vi è una forte valorizzazione delle esperienze individuali, delle risorse e della responsabilità; queste qualità creano importanti ricadute personali e familiari all’internodei percorsidicuraordinari. Attivazionedellareteinformaledisostegno. La rete informale dell’utente spesso rappresenta una realtà marginale, in cui si inserisce il Servizio per trasformarla in una risorsa indispensabile per il mantenimento dell’utente nel propriocontestodivita. Accompagnamentoallavoro Il lavoro è una delle aree vitali e fondamentali per ogni individuo; attraversodiessol’individuo sistabilisce inunasocietà. Nel piano di lavoro ove sarà presente l’obiettivo dell’inserimento lavorativo dell’utente, sarà costruito un progetto che terrà conto dei passaggi intermedi, estremamente significativiinquesto contesto. Accompagnamentoeaffiancamentoinpassaggicruciali. All’interno del percorso di cura potrebbe accadere chel’utente debbatrasferirsiospostarsiin un luogodiversodallapropriacasadiorigine. Durante una crisi acuta e profonda può essere necessario il ricovero in un pronto soccorso psichiatrico o in una clinica psichiatrica. Un’altra situazione, a cui si può andare incontro, potrebbeessereilpassaggiodallacasadiorigineadunacomunitàocasafamiglia. In generale l’uscita forzata dalla propria casa anche se temporanea, pur rappresentando un passaggio di fondamentale importanza affinchéilpercorsodicurapossa evolversi,puòessereun momentodigraviripercussioniemotivechenecessitanodiunaccompagnamentoadeguato.
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4.Localizzazionedell’intervento Il luogo dove l'operatore incontra la persona non è definito a priori sia nello spaziocheneltempo. Ciò significa che il luogo scelto può essere l'abitazione, un centro diurno, uncontestoesternoaltro che viene definito insieme all'utente. Al tempo stesso tale luogo può cambiare anche nel corso del tempo: ad esempio uno spazio può essere idoneo in una prima fase di conoscenza, ma può non esserlo in una seconda fase nella quale il rapporto si è instaurato e la persona può sentire di poter abbandonare quel determinato posto in quanto lo ritiene non più adatto. Imotivi perquestocambio possono essere i più svariati: la presenza ingombrante di un parente in quelcontesto,ildesideriodi essere accompagnato in un progetto di ricerca di lavoro, la decisione di frequentareunlaboratorioin uncentrodiurno,ecc.. 5.Destinataridell’intervento Il progetto è destinato ad adulti autonomi o parzialmente autonomi con disagio mentalecheabbiano intrapreso un percorso dicura nelle istituzionipubbliche(D.S.M.).Nelcasoincuitalepercorsonon sia stato intrapreso diventa di prioritaria importanza l’avvio dellostesso per poter attivareilservizio inquestione. 6.Gestioneeorganizzazionedelprogetto Nel corso di ogni mese (escluso il mese di agosto) si svolgerà una riunione di equipe tenuta dal gruppo di operatori e una di supervisione professionale tenuta dallopsichiatraopsicologoreferente istituzionaledelpaziente. Al di là delle riunioni mensili gli operatori avranno particolare cura nell'aggiornare con continuitàil referenteistituzionaleeilcaposaladellasalutedeipazienticoncuiglioperatorientranoincontatto. Grande importanza sarà data alla formazione degli educatori/operatori, in quanto l’angoscia psicoticaèdifficiledasostenereedhaun’influenzaconcretasuogniinterlocutore. Vi è da sottolineare la presa in carico dell'intera famiglia e non solo della persona che evidenzia il disturbo psichiatrico vero e proprio. Pertanto l'impegno dell'operatore sarà quello di essere
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promotore di reti di relazioni tra l'utente, l'educatore stesso, la famiglia e l'esterno istituzionale e non. Secondo noi il vero specialista non è quello che pensa di capire tutto, mapiuttostoquellocheriesce a tollerare il disagio di non capire quasi niente; è con questa forza che è possibile aprireunospazio in un ambiente che molte volte è respingente e manipolativo. E’ necessario dunque lo sviluppo e l’affinamento dei livelli di attenzione da parte dell’educatore/operatore per poter cogliere i significatichevengonoproiettatinellarelazionecondivisaconl’utente. Ilmodellocheviene proposto aeducatori e psicologi è quello del professionista riflessivo , capacedi intrecciare teoria a pratica facendo sì che l’una si alimenti dall’altra. Si tratta di stimolare l’attitudine a riflettereinazione , una pratica riflessiva che permette di riconoscere e riconnettereil senso del proprio lavoro, esplorarne le motivazioni, i vissuti, le paure e raccogliere lesorpreseele emozioni. Tale modello viene messo in pratica attraverso i momenti di riflessione nel gruppo, in cuil’equipe di lavoro si incontra con il proprio supervisore; molto importantisono anche imomentidiconfronto dell’operatoreconireferenticlinicipubblicieprivatidelpaziente.
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MODULOPERL’AVVIODELPROGETTOINDIVIDUALIZZATO L'AssociazioneCollegamentiONLUSsièspecializzataneglianniafornireservizidiassistenza individualizzatasiaaipropriassociatichealleorganizzazionichenefannorichiesta. L'AssociazionecollaboraedhacollaboratocondiversiCSMedalcuniprivati. Unprogettoindividualizzatosifacaricodellevolontàdelrichiedente:leorganizzaecreauna strategiadiattuazione,sviluppoemantenimentodelservizio/attivitàpostoinopera. Difondamentaleimportanzaèilmantenimento(odovenecessitalacostruzione)diunaretedi relazionisociali. L'AssociazioneCollegamentiONLUSdichiaraladisponibilitàaforniredelleorediassistenza all'Associata(nomecognome)….............................................................