Promessi sposi, provvidenza e peste. PDF

Title Promessi sposi, provvidenza e peste.
Course Italiano
Institution Liceo (Italia)
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Promessi sposi, provvidenza e peste....


Description

Promessi Sposi → 8° capitolo di conclude con l'Addio Monti (titolo dato dalla critica, per sottolineare il suo contenuto), questo capitolo si apre con la serenità della notte e si conclude con l'addio monti (parte lirica dei promessi sposi). → esso ha = caratteristiche della poesia, ma è scritto in prosa, qui nel lirismo mi soffermo sul sentimento di Lucia, per comprendere meglio il suo apparato interiore. Alessandro Manzoni è nel romanticismo e qui è dato dalla notte, sottolineata dalla luna che è idealizzata (e diversa da quella che descrivono gli scienziati). -questo assomiglia ad un passo poetico, anche dal punto di vista stilistico, con molte figure retoriche → Manzoni crea un romanzo molto moderno, anche perché influenzato dalla cultura francese (romanzo psicologico). -Lucia rappresenta il dramma di chi deve lasciare la sua città, per andare in un luogo a lei sconosciuto (paura). In questo passo Lucia assomiglia ed è una profuga, in questo modo io aumento ancora di più la tragicità. Le parole del testo, prima dell'addio monti, ci preparano al dolore di Lucia, il silenzio=paura. Paese rischiarato da luna= paese alla luce, ciò che io conosco e la luna che crea delle ombre, creando pathos. Qui è come se io con la mia cinepresa, mi spostassi continuamente da vicino a lontano. Casucce= vezzeggiativo, sono care a chi le conosce per quanto riguarda la descrizione del paesaggio, c'è una soggettività da parte di Lucia, perché la mia descrizione viene filtrata dal sentimento Lucia racconta in modo soggettivo il paesaggio e il suo paesello, es. chioma folta= impersonificazione, ciò che lei racconta è reale, ma descritto in modo inverosimile, perché con gli occhi non posso distinguere tutto, ma lo fa seguendo il suo cuore. Segretamente= si chiude in silenzio in se stessa → qui inizia 'addio monti' onomatopee, per i suoni bianco= bene, pascenti= termine che fa riferimento alla Bibbia, quindi è= bene → maggior momento di lirismo, sentimenti intimi anafora di 'addio', perché non c'è altra possibilità, devo andare e non posso sfuggire. Esclamazione= sottolineo il mio sentimento Lucia è diversa da una migrante, perché un migrante sceglie lui di scappare, per trovare una nuova casa, invece Lucia viene costretta a scappare e non sa dove stia andando, non sapendo se tornerà o no nella sua città. La cinepresa si ferma, perché Manzoni vuole fare una precisazione sull'immigrazione, dicendo che il migrante è colui che scappa da una terra, per motivi culturali, economici o politici e spera di tornare dovizioso nella sua terra. Successivamente si continuano ad utilizzare degli affettivi che sembrano soffocanti. Lucia si trova nel nuovo territorio e pensa ai suoi luoghi cari, come il campicello (vezzeggiativo). Migrante= ha un desiderio, lei invece non ha mai pensato di andar via, anzi dove era prima aveva posto i suoi pensieri futuri e i suoi sogni. sbalzato=buttato via forza perversa= forza negativa casa e casa del signore, casa=affetti, dove aspettava Renzo dove trova sicurezza e dove ha un amore puro per la chiesa e qui c'è un attacco indiretto alla chiesa, perché don Abbondio gli ha vietato il matrimonio l'addio monti si conclude con una sorta di legge scientifica, ovvero che Dio è capace di tutto e vedrai che prima o poi arriveranno anche a te le felicità, bisogna solo non perdere le speranze. → questa è una frase che da una prospettiva, Manzoni sa la fine del romanzo, quindi da speranza.

Qui appunto c'è la speranza, una delle 3 virtù teologali, ed è l'unica cosa che lei può avere, perché è data da Dio. Le virtù teologali sono la fede, la speranza e la carità. In tutte queste c'è la presenza di Dio, nei promessi sposi, c'è in particolare la presenza della speranza, ma anche della fede. Sperare= richiedere un coraggio -percorso tematico: la provvidenza → azione costante esercitata da Dio sul mondo del creato ed è l'intervento di Dio nei piccoli e grandi fatti che accadono Essa è uno dei personaggi principali dei Promessi Sposi e dei temi fondamentali trattati nel romanzo. Manzoni la cita dal sesto capitolo, citata da Fra Cristoforo nel discorso con Don Rodrigo. La parola viene ripetuta 22 volte e l'ultima si trova nel capitolo 38, quando Don Rodrigo muore, D. A. dice 'vedete figliuoli che la provvidenza arriva alla fine, sapete che lè una gran cosa!' le due persone che l'hanno citata la prima e l'ultima volte, sono antitetiche, ma alla fine c'è il riscatto di Abbondio. Un altro segno della provvidenza, che è visto da Manzoni quasi come un miracolo, è quando Lucia, a causa del matrimonio a sorpresa, evita di essere rapita dai bravi. Quando Renzo si trova coinvolto nei tumulti di Milano, la provvidenza gli risolve, ciò che con la razionalità non potrebbe essere risolto, per esempio lui si trova lì senza cibo, ma a un fornaio cadono 3 panini, che lui raccoglie e mangia → pane della provvidenza mentre fugge da Milano trova un riparo → letto che la provvidenza mi ha preparato La provvidenza prende le sembianze di un vero e proprio personaggio. Lucia, che è il personaggio femminile del romanzo, lei che prega e che viene salvata, si dice dalla provvidenza che ha interpretato le sue preghiere. Negli ultimi capitoli, quando si parla della peste, la provvidenza salva i protagonisti del romanzo, da Lucia, che si trova al lazzaretto (tra i malati) a Renzo che sale su un camion, sperando di arrivare al lazzaretto. Proprio in questo luogo, don Rodrigo muore e Abbondio, si 'riconverte', perché ormai la persona di cui deve avere timore è morta, quindi è sollevato. La provvidenza, provvede ad aiutare e a dare forza ai poveri. La carità è la chiave cristiana= generosità c'è però un lieto fine, tramite la provvidenza, alla fine la trama che Manzoni ha usato è banale, ma ciò che importa è il sugo della storia (concentrato di ideali morali che serve a rendere bella la storia), c'è un lieto fine, perché alla fine i buoni vincono sui malvagi, l'unico 'buono' che muore è Fra Cristoforo, che all'inizio era in antitesi con D. A., ma alla fine è come se gli passa il testimone, perché è riuscito a convertirsi. -Peste → malattia molto grave che diventa un'epidemia e quindi si dilaga e che crea non solo problemi di morte, ma anche di igiene. Essa è una malattia infettiva data da un batterio, che è presente nei ratti (pulci) e se questo batterio contamina l'uomo esso prende la peste. La peste diventa un topos letterario e la prima comparsa avvenne nel 360 a. C. ad Atene (fa morire Pericle). Ad Atene, ma anche nelle altre città, ogni volta che viene la peste, un autore ne parla e abbiamo: -Tucidide 360 a. C. → storico greco -Lucizio → latino -Paolo Diacono → nei longobardi -Albert Camus → scrittore francese -Boccaccio nel Decameron (1348) → prosatore toscano -Manzoni (1630) → prosatore e scrittore di romanzi -Tucidide → prima persona a descriverla ed era uno storico, quindi molto realistico a descriverla.

Appunto per questo per descriverla si fa aiutare da dei medici e punta sia sugli aspetti psicologici che su quelli fisici. Psicologici, perché un malato di peste di solito tende ad essere escluso, non trova luoghi dove lo possano curare e non ci sono persone che si occupano dei loro cadaveri da morti. La peste fa schifo, crea una disumanizzazione. → Tucidide crea la matrice di questo topos letterario -Boccaccio nel 1300 → in volgare fiorentino, ne parla quando l'Italia è ancora una nazione (comunanza solo di usi e costumi, religione e non come nello stato un esercito e una organizzazione comune) -Manzoni analizza le tematiche della peste nel capitolo 31, ma con una preparazione ad essa anche nel capitolo 30. Nel capitolo 30, si parla della discesa dei tedeschi lanzichenecchi, in questo capitolo si inizia ad evidenziare uno stato che poi porterà alla peste. Appunto questo avvenimento completa uno scenario iniziato da questo soldati e Manzoni parte a descriverla dall'origine, dicendo anche cosa è, come si prende,... gli stessi soldati ci introducono nell'argomento della peste, perché appunto l'epidemia inizia a diffondersi da loro, seguendo il loro percorso geografico. I lanzichenecchi man mano muoiono, quando ci si accorge dell'epidemia, interviene il tribunale della sanità, che però non riconosce la malattia e minimizza la cosa, dicendo che è dovuta a dei disagi di stagione, perché era ottobre. Quando però il flagello (peste) dalla campagna arriva alla città, il tribunale interviene ancora, però con un modo più serio, qui Manzoni sottolinea le diversità anche delle istituzioni dalla città alla campagna. -Decameron, che significa 100 novelle (per descrivere 10 giorni, quindi 10 novelle al giorno) → qui succede il contrario, ovvero l'arrivo della peste in città fa scappare le persone in campagna, descritto come luogo sicuro e idilliaco. Queste novelle sono indipendenti l'un l'altra, ma la peste costituisce la cornice, che introduce e completa ciò che viene descritto in queste novelle. La peste si dilaga in città, facendola diventare un luogo terribile, si smaterializza il suo concetto, perché essa dovrebbe essere il luogo dove si sta bene grazie ai servizi, ma con la peste, appunto essendoci tanti servizi, c'è una diffusione maggiore e la mia città diventa un luogo malsano. Allora i 10 ragazzi, decidono di andare sui colli fiorentini → Fiesole, luogo che diventa il mio locus amoenus campagna in antitesi con città, esso diventa un luogo salubre, dove la peste non è arrivata, quindi idealizzo questo luogo, con una parte vera, ma anche molto accentuata. Per Manzoni invece la campagna simboleggia il male, perché allora era il luogo selvaggio dove abitavano i poveri. → qui la campagna è vista come contadini, povertà, sfruttamento. → abbiamo due diverse interpretazioni di due luoghi, le quali si interscambiano. Città come Milano, non è un luogo perfetto, dove le istituzione politiche che vedono e risolvono il problema in un altro modo rispetto alla campagna. Manzoni → individua un soldato che porta la peste a Milano e poi va in ospedale dove gli scoprono un bubbone sotto l'ascella. Peste → chiave psicologica, peste che disumanizza, perché chi si ammala diventa selvaggio. Chi porta i cadaveri → monatti, che li trattano molto male, gli mettono in un carretto come se fossero della spazzatura. Essi guardano e rubano le cose che queste persone hanno all'interno delle loro tasche, sono coloro che si arricchiscono alle spalle degli altri → situazione medico/scientifica, come avviene, come si diffonde, nei particolari come è la peste in chiave scientifica...


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