Prova intercorso studi culturali PDF

Title Prova intercorso studi culturali
Author Daniela Totano
Course Studi culturali e media
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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1. Descrivi brevemente il contesto socioculturale (tempo e luogo) in cui nascono gli Studi Culturali. Quando ci si trova a confrontarsi con gli Studi Culturali, bisogna sapere che non si sta parlando di una vera e propria disciplina come tutte le altre, bensì di un campo di studi interdisciplinare. Molto spesso la ritroviamo sotto la dicitura "cultural studies", come il nome di uno dei pochi manuali a disposizione per questa materia, scritto e curato da Christina Lutter e Markus Reisenleitner. Tuttavia uno dei tratti caratteristici degli Studi Culturali è il fatto che sia possibile collocare nel tempo la sua nascita, ossia nel lontano 1964 a Birmingham. Ciò è stato possibile poichè tale avvenimento si collega alla fondazione del "Centre for contemporary cultural studies" da parte di Richard Hoggart, già membro illustre del mondo universitario per aver pubblicato il libro "The uses of literacy". Il centro non si afferma facilmente nel mondo accademico, dal momento che nasce nelle cosiddette Red Brick universities, cioè le università dai mattoncini rossi. Nell'Inghilterra dell'epoca vi era una distinzione tra universitari di diverso livello; sulla vetta vi erano coloro che frequentavano università prestigiose come Oxford e Cambridge, poi quelli delle università di livello medio (le Red Brick sopracitate), ed infine gli studenti dei politecnici, i quali apprendevano materie più tecniche e pratiche, lontane dalle quelle umanistiche. Di particolare rilevanza in questo periodo è sicuramente lo scenario politico, poichè si andava ad affermare la New Left. Ai tempi la Gran Bretagna aveva visto grandi miglioramenti nel proprio paese con una bassa disoccupazione, un'economia fiorente e migliori servizi pubblici, ed è per questo che la nuova sinistra inglese si rende conto di doversi concentrare su un altro campo importante al pari degli altri: quello della cultura. 2. "Il cambiamento sociale ha un effetto sul senso di chi siamo, su ciò a cui pensiamo di avere diritto, e su ciò che la società ci rende disponibile. Quello che noi siamo, o diveniamo, funziona come un barometro del cambiamento sociale." (The Stuart Hall Project di J. Akomfrah) Commenta con parole proprie. Uno degli insegnamenti che ci ha trasmesso lo studio della storia è che la società è in continua evoluzione e, con essa, anche l'individuo. Come affermava Durkheim, la società è "un'entità sui generis", ossia dotata di un proprio carattere lontano dagli individui che la compongono. Per questo motivo essa puo' essere considerata come sistema, poichè presenta caratteri propri. Bisogna, tuttavia, specificare che sono molteplici le cause che spingono la società verso nuovi orizzonti, come un aumento della popolazione, fenomeni naturali e scoperte scientifiche. L'evoluzione della società è quindi una condizione naturale del mondo e l'uomo non puo' fermare tale processo, puo' solo adattarsi ad esso. Tuttavia quest'ultimo non sempre avviene in modo naturale, poichè ci si puo' ritrovare di fronte ad un cambiamento forzato (es. conquiste coloniali) oppure ad un cambiamento pianificato (es. programmi di sviluppo economico). Come Hall moltissimi personaggi influenti nella storia si sono occupati di tale concetto, un esempio è lo stesso Karl Marx, il quale affermava che la storia ed il processo evolutivo dipendono dalla lotta di classe, tra classe egemone e quella subalterna. Nell'antichità vi era la lotta tra patrizi e plebei, nel Medioevo tra l'aristocrazia e la borghesia e, nella società capitalistica, tra capitalisti e proletari. A partire da questo, ciò che l'uomo puo' fare per non farsi trascinare dal corso degli eventi, è apprendere quanto più possibile dal passato, così che ritrovandosi di fronte a situazioni spiacevoli - egli sappia come reagire. Infine, è importante sottolineare come l'individuo possa essere considerato come lo specchio della società in cui vive; egli deve essere compreso a partire dal sociale e non il sociale a partire dall'individuo.

3. "Il principale contributo che Stuart Hall ha finora apportato al pensiero critico degli ultimi cinquant'anni consiste nel sostenere, e dimostrare, che le questioni culturali sono questioni assolutamente politiche." (Procter, p. 1) Discuti, anche con esempi riguardanti la cultura contemporanea.

Dall'avvento dei nuovi strumenti tecnologici, questi hanno da subito occupato un ruolo importante nella vita di tutti i giorni. Ad oggi è così frequente l'uso degli stessi social media che è quasi inevitabile imbattersi in qualche pubblicazione a sfondo politico. Tuttavia, è pur vero che è impossibile far politica se non si prendono in considerazione i nuovi mezzi di comunicazione e, soprattutto, la cultura popolare del paese di riferimento. A tal proposito è giusto ricordare l'inghilterra degli anni 90, denominata "Cool Britannia", proprio per la loro voglia di riprendere e celebrare gli anni 60. Se qui vediamo la celebrazione degli anni d'oro, con icone come Tony Blair, le Spice Girls e gli Oasis, e l'immagine della nuova Bretannia legata al partito laburista, in Italia ritroviamo il fenomeno del Berlusconismo. Quest'ultimo si riferisce all'ideologia e all'azione politica del leader politico Silvio Berlusconi, il quale - durante il periodo esattamente antecedente alle elezioni elettorali italiane - attuò la tattica del confronto diretto con il pubblico, servendosi delle nuove tecnologie di comunicazione di massa (es. i canali della Mediaset). Secondo alcuni studi, inoltre, è emerso che un italiano su tre sfrutta i social media come canali d'informazione riguardo l'offerta elettorale e gli avvenimenti politici. Tuttavia al primo posto, come mezzo più influente, permane la televisione, seguita dalla stampa, poi dalla radio e infine da internet. È quindi evidente come gli italiani si servano dei nuovi media per orientarsi nella scelta elettorale, a dimostrazione del fatto che, i mass media e il mondo della politica, siano ormai legati da un rapporto di mutua dipendenza.

4. "Voglio affermare ... che non esiste nessuna "cultura popolare" coesa, autentica e autonoma che sopravvive fuori dal campo di forza delle relazioni di potere e di dominio culturale." (Hall in Mellino, p. 59) Basandoti su questa affermazione di Hall, discuti un esempio di rappresentazione della cultura popolare contemporanea (come fatto da Hall con la serie tv 'Coronation Street', o il quotidiano Daily Mirror).

Per cultura popolare in genere s'intende tutta la cultura legata al periodo esattamente antecedente alla rivoluzione Industriale, quindi prima del 1700. Essa racchiude dunque le idee, le tradizioni e le usanze che accomunano un popolo. Allo stesso modo, per cultura popolare, ci si riferisce ad un luogo in cui alcuni gruppi sociali si scontrano per l'egemonia culturale, uno scontro che però non giunge mai ad una conclusione. Stuart Hall, infatti, parla di scontri tra classi dominanti e classi popolari, i cosiddetti dominati. I primi cercano di rieducare la classe più bassa, imponendo dei messaggi e cercando di attualizzare le loro vecchie tradizioni al nuovo contesto sociale d'appartenenza. I dominati, dal canto loro, cercano di aggrapparsi alle loro tradizioni e alla loro cultura, opponendosi fortemente alle nuove imposizioni. Hall accompagna la sua teoria, servendosi di alcuni esempi, uno di questi riguarda "Coronation Street", la soap opera britannica più famosa del tempo e - sicuramente la più longeva poichè viene trasmessa ancora oggi dal 1960. Egli sottolinea di come le classi popolari amassero tale programma poichè non era altro che l'esatta rappresentazione del loro modo di vivere e di pensare; allo stesso tempo veniva fortemente criticata dalle classi sociali più alte che lottavano per

mantenere certi standard anche nel contesto televisivo. Un corrispettivo italiano puo' essere rappresentato da "Un posto al sole", una soap opera italiana ambientata a Napoli. Essa rappresenta la vita quotidiana e le vicende di alcune famiglie napoletane, con una piccola dose di cronaca nera, concentrandosi molto spesso su problemi di natura sociale. Alcune delle tematiche, tra le più delicate, trattate all'interno del programma sono l'adozione, l'abbandono scolastico, l'omofobia, la prostituzione minorile e la tossicodipendenza.

5. Cosa è, e cosa non è, oggi, cultura popolare? Quando si parla di cultura popolare, ci si riferisce ad una serie di tradizioni, abitudini e, talvolta, di leggende che hanno accompagnato una certa comunità per anni e che continuano ad esistere, seppur siano meno considerate. Tuttavia, è bene sottolineare come, con l'avvento del fenomeno della globalizzazione, molte nuove abitudini abbiano rimpiazzato le più vecchie tradizioni. Queste ultime, però, rimangono ancora in vita soprattutto negli adulti che sono ancora fortemente legati a ciò che gli è stato trasmesso. Una città che, per molti aspetti, pare ancora saldamente legata ad alcune vecchie usanze è la città di Napoli. Esse sono parte integrante della città e sono per lo più collegate al mito e alla religione; non sono altro che ciò che lega il vecchio e il nuovo. Ad oggi, però, sono diverse le usanze che non hanno alcun tipo di legame con la cultura popolare, ed un esempio puo' esere rappresentato dalla stessa festa d'Halloween. Quest'ultima si celebra il 31 Ottobre di ogni anno, il giorno esattamente antecedente al giorno in cui si onorano tutti i santi. Inizialmente sono nate delle polemiche riguardo il giorno di Halloween, in quanto si credeva fosse un modo per inneggiare all'oscurità e quindi esaltare il male. Oggi bambini e ragazzi di ogni età, la sera del 31, girano mascherati per la città, bussando di porta in porta alla ricerca di dolci. Allo stesso modo, una nuova tradizione, che non appartiene alla cultura popolare, riguarda le uova di cioccolato per il giorno di Pasqua. Anni addietro, infatti, era solito dipingere e decorare le uova di gallina, nascondendole poi in vari punti della casa. Il bambino che riusciva a trovarne di più riceveva un premio che, solitamente, era in dolci. 6. La città e la cultura di massa: quale relazione esiste tra queste due definizioni?

A seguito della rivoluzione Industriale e, quindi, con l'introduzione delle nuove tecnologie, appare per la prima volta la definizione di cultura di massa. Essa non è altro che cultura popolare con una connotazione negativa, poichè si inizia a perdere il senso di unicità che possedevano i testi letterari prodotti in precedenza. La cultura non ha più lo stesso valore, diventa omogenea, perdendo anche la propria identità. Negli anni 30, inoltre, nasce la scuola di Francoforte che diviene un vero e proprio punto di riferimento per lo sviluppo dell'industria culturale. Quest'ultima nasce grazie ad un gruppo di marxisti, che applicano la teoria di Marx al cambiamento culturale. Gli esponenti più importanti di tale scuola sono Walter Benjamin, Jurgen Habermas, Max Horkheimer e Theodor Adorno. Essi, assieme ad altri intellettuali, si concentrano su una teoria critica della cultura, ossia una serie di riflessioni a riguardo, atteggiamento tipico degli intellettuali dell'epoca. Al tempo, infatti, l'Inghilterra stava vivendo un periodo di grande sviluppo grazie al colonialismo e alla nuova società industriale; è da qui che abbiamo la nascita del fenomeno dell'urbanizzazione che riguarda per lo più coloro che si trasferiscono dalla campagna alla città per lavorare in fabbrica: nasce così la figura dell'operaio. Negli stessi anni di sviluppo industriale, vediamo anche la nascita dei pirmi mezzi di comunicazione come la radio ed il cinema....


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