Catalogazione dei beni culturali PDF

Title Catalogazione dei beni culturali
Course Genetica
Institution Università degli Studi della Tuscia
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appunti fondamentali che permettono il superamento dell'esame. spiegazione scheda bdi con appunti dalla nascita della catalogazione ad oggi....


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Catalogazione dei beni culturali Scheda di catalogo fatta dal Ministero: “Ciò che non si conosce non si può difendere”. Ciò si fa seguendo il codice e le indicazioni del ministero e dell’istituto del catalogo demoetnoantropologici materiali ed immateriali. Le schede hanno tre livelli: inventario, pre-catalogazione e catalogazione Inventario: Raccolta di informazioni oggettivi. Veloce per analisi patrimoniale, rispondente a finalità pratiche e contingenti. Catalogo: integra dati materiali con dati storico-critici, relazioni, interpretativi. Mai rimanere sola la scheda di catalogo, in quanto deve essere in relazione con altre schede di catalogo. Bene culturale è un punto di inizio, no di fine. Per effettuare scheda: conoscere il pezzo, usare bibliografie esistenti, confronto con I testi, esaminare documenti archivio, usare foto-immagini attinenti all’oggetto, verifica su documenti riguardanti l’oggetto. Il catalogatore si prenda la responsabilità dell’attribuzione e datazione. Vengono riportate anche varie date, quella più certa nella datazione, mentre le altre nei documenti. Scheda di catalogo si differenzano in settori disciplinari: Beni archeologici (immobili o mobili) (beni mobili: scheda NU (numistica); beni immobili: scheda SI (sito archeologico))  Beni Ambientali ed Architettonici  Beni Etnoantropologici (BDM (materiali); BDI (immateriali))  Beni storici e artistici (scheda OA: oggetto Arte; Scheda F: Fotografia; scheda MI: Matrice d’incisione; scheda TPA: furto) Ma ovviamente vengono aggiornate. 

Scheda TPA Scheda per ricerca e per recupero opere d’arte rubate. Comando Carabinieri tutela Patrimonio Culturale Nasce negli anni 60. L’italia si è contraddistinta. Ma già da Napoleone si combatteva per riprendere o far ritornare le opere d’arte. Istituito 3 maggio 1969. 1970 l’UNESCO raccomandava l’istituzione di una specie di questo istituto e l’Italia infatti fu la prima. 10 febbraio 1975: nascita ministero Beni Culturali. 1980: Banca Dati opere d’arte da ricercare istituito. Svolge l’attività tramite INTERPOL con tutti gli stati. Nel museo la prima cosa da fare è la scheda di catalogo. Struttura scheda BDM e BDI nacquero per informatizzare; formulate dopo la comparsa della catalogazione elettronica. Costituito da: Tracciato; Normativa e Vocabolari. Tracciato: dove si deve scrivere. Suddiviso in paragrafi di dati omogenii. Nei paragrafi avranno a che fare con I codici. Normativa: norme per come compilarle. Vocabolari: possono essere aperti e chiusi. Ogni scheda ha un numero progressivo per essere rintracciata, ma ha anche il codice che riguardano regione, provinci, lo spazio che si riferisce all’ente che compila. Nel documento primario una sola categoria. Quelli integrativi tutti quelli che si vuole. I codici avranno un acronimo di due lettere e la denominazione maiuscola. Campi semplici e strutturati all’interno dei paragrafi.

AA: paragrafo BBB: Campo semplice CCC: Campo strutturato CCCD sottocampo. BDM e BDI hanno in comune I due primi paragrafi. BDI proposta dalla regione Lazio, sviluppata dall’ICCD. Si può catalogare con BDI: giochi, danzem spettacoli, tecniche, comunicazioni non verbali, saperi, consuetudini. Il tracciato per I DEA immateriali, utilizzato anche per beni extraeuropei. Scheda: 27 paragrafi (19 dati sul bene, 6 dettagliati dati primari o integrativi). Per catalogare feste fare più schede. Partire dal livello 0 per poi fare le varie schede con l’aumento del livello. Fino alla 3.0 due livelli di analisi, il 4.0 nacque il terzo livello: inventario. Precatalogazione: schedatura di archivio. Catalogazione: rilevamento diretto sul terreno. Scheda 3.01 Spazio e tempo e contesto fondamentali nelle schede di catalogo. Codici: obbligatorio, identifica la scheda univocamente. Và messo sia sulla scheda, ma anche sul bene. Fa riconoscere anche l’ente che se ne è occupato. RV Relazioni: fondamentale per far funzionare il catalogo generale. Consente di mettere in relazione il bene catalogato anche con altri beni. Si suddividono in RVE (verticale): se trattato come complesso (più beni, ma collegati tra loro); ROZ (orizzontale): per aggregare fra di loro più beni. Ma ogni bene avrà una propria scheda. AC Altri Codici: quando un bene è stato già catalogato I codici di queste altre schede vanno inserite in questo paragrafo ma anche dove si trova. DB Definizione Bene: riguarda l’individuazione del bene. DBD Denominazione: un nome del bene dato dal catalogatore. Può essere ripetitivo se si hanno diverse prospettive, per maggiore chiarezza e completezza (Es. Festa -> festa mariana). RD Redazione: modalità della redazione della scheda, compilazione deriva dal rilevamento diretto o da archivio. Prima modalità terreno, la seconda di archivio. LA Altre localizzazione geografico amministrative: localizzazione dei beni, nella scheda informazioni geografico-cronologico e culturale dell’avvenimento. DR Dati di rilevamento: nome del rilevatore del bene, dato che non per forza sia il catalogatore. OC Area di origine cronologica: compilare solo se l’origine del bene e la cronologia di arrivo nel luogo del rilevamento e pertanto sia diversa da quella attuale. CA Occasione: individuate l’occasione/i in cui il bene si colloca, secondo accorpamenti tematici. RC Ricorrenza: si compilerà se il bene rilevato presenta caratteristiche di periodicità. CU Comunicazione: riguarda modalità comunicative duranti il bene viene veicolato. Dal rilevamento si sceglie anche la tipologia dello strumento. DA Dati analitici: dati relativi al bene. AT Attore individuale: informazioni su persone con ruolo dell’esecuzione del bene. Può essere ripetuto. TC Attore collettivo: gruppo di persone che assumono ruoli collettivi certi dell’esecuzione del bene (esempio banda). PC Parole chiave: non obbligatorio. DU DOcumento Audio: DV Documento video-cinematografico: video/registrazione del bene. AI Documento Audio integrativo (i documenti si suddividono in primari e secondari. Il documento primario è uno solo (fra I 3 sceglierne; quello secondario è integrativo. Ci sono anche quelli integrativi, nella quale si possono compilare entrambi dato che non saranno documenti principali)

DO Fonti e Documenti di riferimento: documentazione riguardante il bene. AD Accesso ai dati: registrate indicazioni su quello che possono vedere gli esterni. AN Annotazioni: (una sola , nelle 4.0 è presente in tutti I paragrafi) informazioni supplementari sul bene catalogato. Paragrafo Codici TSK Tipo di scheda: vocabolario chiuso. LIR Livello di ricerca (precatalogazione, catalogazione). Per 3.01 due scelte, per la 4.0 tre scelte. NCTR Codice della regione: dalla lista istat NCTN Numero catalogo generale: otto cifre, fornito dall’ICCD. NCTS suffisso catalogo generale: lettera dell’alfabeto, scheda risistemato, assegnato dall’ICCD. ESC ente schedatore: colui che si occupa della catalogazione EPR ente prepetente: colui che dice di schedare il bene In questo paragrafo le voci sono obbligatorie da compilare. Relazioni Collegamenti con altre schede. Utilizzato solo se si devono fare altre schede, in quanto il bene si scompone. RVEL Livello: nella prima scheda livello 0 (scheda madre). Altre schede dette schede figlie; ci possono essere paragrafi di paragrafi (esempio cibi rituali 8; cibi rituali x: 8.1 e cibi rituali Y:8.2) RVER Codice bene radice: schede figlie unisce I codici presenti tutti insieme (NCTR, NCTN, NCTS) RSE Relazioni Dirette: collegamenti tra il bene catalogato e altri beni. RSER Tipo relazione: vocabolario chiuso RSET tipo scheda: la scheda collegata mettendo il tipo ROZ Altre relazioni: Collegamenti con altri beni complessi, in esso si metterà Il paragrafo relazione si compila se ci sono già scheda catalogate DB Definizione bene DBL Denominazione Locale: Come viene conosciuto il bene nel paese, città ecc. Può essere ripetitivo.Il campo è ripetitivo con “//” DBD Denominazione: descriverla con una festa con una frase e anche a “festa mariana”, “festa patronale”, “festa riproposta”. DBC Categoria: Vocabolario Chiuso RD Redazione RDH Modalità di redazione: vocabolario chiuso: terreno o archivio. LA Altre localizzazioni geografico e amministrativo TLC Tipo di localizzazion: vocabolario chiuso: localizzazione di rilevamento (unica voce) PRV Localizzazione geografico e amministrativi dal generale al particolare Stato va compilato se il rilevamento avvenuto fuori dall’Italia. E I gli stati si troveranno nelle lista Ista PRC Collocazione precisa: dove viene catalogato il nostro bene PRCL Luogo: vocabolario chiuso PRCP Percorso: le vie percorse durante processione e le vie si separano con il trattino PRT Contesto: vocabolario chiuso: rilevamento nel contesto o rilevamento decontestualizzato. DR Dati Rilevamento DR: paragrafo che riguarda chi rileva DRV Ente Responsabile (Accademia) DRT Denominazione Ricerca DRR Responsabile Ricerca: prima cognome e poi nome.

DRL Rilevatore: se più di due si può ripetere DRD Data rilevamento: anno/mese/giorno, se non è terreno e non si conosce mese e giorno si mette solo anno e Il mese e il giorno con due zeri. DRF Fonico: ripetitivo, prima cognome e poi nome DRP Operatore: ripetitivo, prima cognome e poi nome DRG Fotografo: ripetitivo, prima cognome e poi nome OC Area di origine cronologica Da compilare solo se è stato attuato un’immigrazioni CA Occasione (obbligatorio) CAR Occasione religosa: vocabolario chiuso CAC Occasione civile: vocabolario chiuso CAA Ciclo dell’anno CAV Ciclo della vita CAS Cicli stagionali: vocabolario aperto CAP Cicli produttivi CAL Lavoro CAF Fiere e mercati CAQ Socialità quotidiana CAO Altre Occasioni: testo libero, utilizzato se il bene culturale non si sa dove inserirlo CAI Occasione indeterminata RC Ricorrenza RCP Periodicità RCI Data inizio RCF Data fine Per le canzoni non si compila CUV Verbale Comunicazione verbale (si possono compilare tutti I campi anche) CUVF Voce Femminile: voci presenti CUVM Voce Maschile: voci presenti CUVD Modalità esecutiva: vocabolario chiuso CUM Musicale vocale CUMD Modalità esecutiva CUSS Strumenti musicalis solisti: vocabolario aperto; classificazione mista per banda CUSC Strumenti musicali: vocabolario chiuso CUSD Modalità esecutiva CUC Cinesica Movimento del corpo CUCF Femminile CUCM Maschile CUCE Fascia età (Vocabolario chiuso) CUCC Corpo: spiegazione specifica del corpo CUCG Gesto: testo libero, spiegazione del gesto CUP Prosemica: quando l’autore si muove nello spazio CUPF Femminile

CUPM Maschile CUPD Descrizione: testo libero CUR Scritta: Comunicazione CURA Alfabetica/Numerica: testo libero CURS Segni: testo libero DA Dati analitici (obbligatorio) DRS Descrizione del bene: campo libero DRZ Specifiche sulle relazioni: Testo libero, da dire se collegato con altri beni, già indicato nel paragrafo RV DRE Elementi strutturali: beni complessi, elencare unità logica che lo compongono DRM Elementi Materiali: campo strutturato, composto da DRAM Animali, DRMM Minerali, DRMV Vegetali, DRMO Oggetti (ex voto), DRME Altri elementi ICV Incipit verbali: beni comunicazione verbale, musicale ICM Incipit musicale: inizio brano ICMC codice: lo stesso dell’incipt musicale Attore Individuale e Collettivo: da compilare entrami o uno dei due. Sono ripetitivi. Dati Anagrafici. AT Annotazioni Informazioni che non si riescono a inserire negli altri campi. Documento cinematrografico DVC CODICE Nel riversamento inserire l’indice DOcumento fotografico Diritti d’autore in bianco Accesso ai dati Riguarda la visibilità. Obbligatorio se inserito nel SIGEC. Compilazioni Informazioni sulla catalogazione. Annotazioni Testo libero. Da inserire le cose che non si possono inseire nelle altre schede.

Convenzione per la salvaguardi del patrimonio culturale immateriale del 17 ottobre 2003 dell’UNESCO. Le eredità immateriali per l’UNESCO sono: insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni. Riguardono soprattutto “tradizioni orali ed espresioni, compreso linguaggio (veicolo del patrimonio), le arti dello spettacolo, pratiche sociali e rituali, eventi festivi, conoscenze e pratiche che concernenti natura e universo, I saperi legati all’artigianato tradizionale”. Eredità immateriali trasmesse oralmente e ricreate dalla comunità e dai gruppi in funzione dell’interazione tra ambiente e storia. Esprimono continuità storica e sono un elemento essenziale dell’identità culturale del territorio e comunità. Ma sono anche vulnerabili (cause anche emigrazione e immigrazione, perdita delle tradizioni. L’UNESCO sta valorizzando e tutelando questa categoria. Dato che in molti paesi era assente, dando via alla catalogazione. Tramite assessorato regionale ha istituito nel 2005 il REI (Registro Eredità immateriali) (REIS Registro Eredità immateriali Sicilia) suddiviso in 4 llibri (ognuno una propria categoria). Libro saperi: tecniche di produzione, realizzazione di un bene. Libro celebrazioni: feste popolari a qualunque periodo o tema collegato. Libro espressioni: tradizioni orali, idee che hanno reso grande una comunità. Libro dei tesori umani viventi: iscritte persone custodi di saperi, fondamentali in un lavoro, pratica. Il documento è stato aggiornato secondo direttive dell’UNESCO nel 2014 istituendo il REIS e aggiungendo I libri, I libri perciò sono: Libro celebrazioni/feste, Libro mestieri/saperi, Libro dialetti/parlate, Libro pratiche espressive, Libro tesori umani viventi, Libro spazi simbolici. La festa Complessi riti, cerimonie e usanze. Ogni festa ha origini pagane, le feste venivano celebrat in inverno e in primavera in concomitanza con mutamenti stagionali. La festa del patrono rappresenta il legame con il passato, la continuità e il senso di appartenenza. Il santo riconosciuto attraverso attributi. Oggetto semplice Una scheda anche per più oggetti se hanno la stessa natura. Sono da consederare oggetti semplici quelle che rientrano nella seguente casistica: a) l’oggetto propriamente singolo, I cui dati anagrafici, fisico-descrittivi e storici sono validi nella sua totalità, e che non presenta pertanto componenti meritevoli di menzioni specifiche (“vaso”, “statua”, “dipinto” ecc); b) un insieme di oggetti per cui non è ragionevole nè opportuno schedare separatamente I singoli elementi, sia per l’omogeneità dell’insieme, sia per mancanza di informazioni. In pratica sono gli oggetti prodotti con tecnica o criterio seriale, per I quali le informazioni sono sempre le stesse (“candelieri”), oppure insiemi con predominanti caratteristiche comuni (“paramento liturgico”) che non è opportuno schedare singolarmente nei singoli pezzi che li compongono. In altri termini, l’oggetto semplice è tale per cui tutti I suoi attributi gli si riferiscono nella sua interezza e non esistono componenti assumibili come oggetti autonomi di catalogazione. Oggetti composti Quando si fanno tante schede, avendo la scheda madre. Gli oggetti complessi: a) gli oggetti sigoli, però logicamente e/o fisicamente compositi, le cui parti, concettualmente e/o fisicamente separabili, differiscono per un qualche aspetto ritenuto importante ai fini della classificazione (un “crocifisso” del quale siano stati analizzati la “croce” e la “statuetta del Cristo”; un monumento sepolcrale con staua e rilievi; un poliotto ecc.); b) la sequenza di elementi in un insieme (anche astratto) riconoscibile come tale (un “ciclo di affreschi” o un “paramento liturgico” rilevante in ogni sua parte: “pianeta”, “stola” ecc.). Gli oggetti componenti possono essere a loro volta

oggetti complessi (come un altare con tabernacolo, con sportello in argento sbalzato e figurato). L’oggetto complesso può essere costituito di oggetti eterogenei per dimensione e struttura (un servizio da caffè con le sue componenti; un anello con pietra e montatura). Nelle norme o istruzioni formulate e distribuite dall’ICCD sia nella tradizionale forma a stampa sia come testo elettronico, si afferma che l’appartenenza di un oggetto a una delle due categorie non è implicita nel tipo, ma dipende esclusivamente dalla quantità e dalla qualità delle informazioni pertinenti disponibili. Un “altare” per esempio può essere inscindibile e quindi oggetto semplice, oppure oggetto complesso se risultasse assemblato, cioè composto fra l’altro, di un “paliotto” e di un “tabernacolo”, connotati da caratteristiche fisiche, storiche e anagrafiche diverse. L’opzione da parte del catalogatore è però in certi casi surrettiziamente connessa alla valutazione della rilevanza e qualità dell’oggetto in esame. Per esempio sarà immediato definire oggetto complesso il Parato passerini nel Museo Diocesano di Cortona, disegnato da Raffaellino del Garbo e Andrea del Sarto, e oggetto semplice un parato “di paziente ricamo di monachina settecentesca”, ma nella maggioranza dei casi l’opzione può risultare non altrettanto evidente nè tantomeno uniforme in tutti I casi analoghi affrontati da differenti catalogatori. Oggetti aggregati Catalogabili con schede differenti, ma concettualmente non si possono seprare infatti si ganno varie schede ma devono essere unite (esempio sella e staffa) Gli oggetti aggregati infine sono quelli correlati tra loro in base a un criterio concettuale, o piuttosto un criterio d’uso. Si tratta per lo più di quei complessi unitari per I quali non esiste un termine comprensivo di tutti gli elementi, come “calice e patena”, “coppa e coperchio”, “tazza e piattino” ecc. Modalità di reperimento Statua del ‘500 trovata durante scavi archeologici. Si insriscono informazioni riguardo lo scavo. Scheda OA per oggetto trovato tramite ricerca. Rapporto Bozzetto di una statua che poi si farò in grande. Relazione Struttura complessa: vari livelli Struttura diretta: collegamento con schede di vario genere.

Catalogazione beni culturali Nacque per conservare la nostra storia ed è cresciuta con il significato di bene culturale. Catalogo: insieme documentale contrassegnato da particolari requisiti, prende forma nel XVIII secolo a Venezia (1773) dato che lì le opere venivano manutenzionati. 1724 decato affida controllo e manutenzione degli interventi di restauto al collegio dei Pittori. Atto nascita del Catalogo 1773, Consiglio dei Dieci della repubblica preoccupati del loro patrimonio incarica Anton Maria Zanetti, consiglia un catalogo = registro in cu si annotavano informazione sull’affresco per poi essere inserito ufficialmente e essere sempre sotto controllo, manutenzione. Zanetti diventa Ispettore e acquisisce competenze su Venezia e I soli circostanti. Gli viene dato mandato per il catalogo (rilevare stato di conservazione, necessità di interventi di restauro). Il catalogo tre scopi:  Combattere l’abuso delle vendite o esportazioni  Sventare truffa della sostituzione con copie  Controllare stato di conservazione con periodiche ricognizioni per tempestivi interventi di restauro. Ma lui diceva che il restauro era pericoloso e doveva essere utilizzato solo in caso di imminente rovine, per non lasciare rovinare l’opera.

Il vincolo esclude restauratori non autorizzati. 1778: il senato veneziano affida il restauro a una delle botteghe conosciuta: Pietro Edwards. Da ciò si afferma l’autonomia del restauratore rispetto all’artista. Catalogo: garanzia per operare nel giusto modo. Concetto di tutela si ispira allo Stato Pontificio. Editto 1802 e 1820 Definiti compiti del catalogo: conoscere l’opera d’arte Regolamento Commissioni ausiliari nel 1821 che devono stabile tradizioni popolari. Dagli editti dello stato pontifio arrivano decreti 1822. Norme recepiti con l’unità d’Italia. Legge Nasi art.23. 1902 pubblicato elenco edifici monumentali. 1907 emanate varie norme per la catalogazione nascendo un inventario preciso. Collegato alla documentazione che ha lo stato (Gabinetto fotografico). 1909 legge Rosad: Norma con cui si da delega a persone esterne per la catalogazione, dando facoltà di corredare schede con foto. Inventario: sapere cosa c’è. Catalogo: specifiche sul bene. Dal 1081 al 1497 (legge) catalogo diventa autonoma. 1959 creata Aereofototeca in collaborazione con Gabinetto fotografico. 1967 Commisione franceschini: da catalogare tutto ciò che si può catalogare, nominando una nuova struttura di catalogo. 1969 nasce ufficio centrale del catalogo 1975 istituto centrale per catalogo e documentazione ICCD: compiti: conservare, crearne nuove norme ecc. Anni 90 schede caracee delle schede, poi informatizzate Prime schede: inventari edifici monumentali Schede informatizzate: cambiano vo...


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