Psicologia dello sviluppo john w santrock capitolo 1 introduzione PDF

Title Psicologia dello sviluppo john w santrock capitolo 1 introduzione
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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riassunto cap 1 libro di testo ...


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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE Cosa intendiamo quando parliamo di sviluppo di un individuo? Lo SVILUPPO è costituito dalle dinamiche di quel processo di cambiamento che comincia con il concepimento e procede lungo tutto l’arco della vita. La maggior parte dello sviluppo è costituito da periodi di crescita anche se non mancano quelli di decadimento. In ogni periodo storico, i filosofi hanno speculato a lungo sulla natura dei bambini e su come dovrebbero essere cresciuti; in periodi più recenti della storia europea si sono affermati 3 approcci filosofici sull’infanzia: 1. Nella PROSPETTIVA DEL PECCATO ORIGINALE (sostenuta principalmente nel medioevo) i bambini appena venuti al mondo erano visti come creature malvagie, il fine dell’educazione era di offrire loro la salvezza e di rimuovere il peccato dalla loro vita. 2. Verso le fine del 18esimo secolo, il filosofo inglese John Locke ha formulato la PROSPETTIVA DELLA TABULA RASA: egli sosteneva che i bambini non erano innatamente cattivi anzi era convinto che le esperienze infantili fossero importanti nel determinare le caratteristiche della persona adulta. Consigliava ai genitori di trascorrere del tempo con i loro figli per aiutarli a diventare membri attivi della società. 3. Nel 18esimo secolo, il filosofo francese Jacques Rousseau formulò la PROSPETTIVA DELLA BONTA’ INNATA:egli sosteneva che i bambini erano innatamente buoni e proprio per questo dovrebbe essere loro permesso di crescere in modo naturale, limitando al minimo le restrizioni da parte dei genitori. L’era moderna nello studio dello sviluppo infantile è iniziata a partire dalla fine del 1800 quando si verificò un cambiamento fondamentale cioè l’approccio alla psicologia umana non era più strettamente filosofico ma includeva osservazioni ed esperimenti sistematici. La maggior parte dei primi psicologi si era formata o nel campo delle scienze naturali (come biologia o medicina) o in filosofia. Gli studiosi delle scienze naturali sottolineavano l’importanza degli esperimenti e delle osservazioni attendibili, I filosofi invece si chiedevano se i metodi utilizzati dalla scienza fossero adatti a studiare le persone. Tale dibattito fu superato quando alcuni pensatori cominciarono a sperimentare nuovi metodi per studiare neonati, bambini, adolescenti: I. Per esempio lo psicologo francese Alfred Binet elaborò molti compiti per studiare l’attenzione e la memoria, alla fine collaborò alla stesura del primo test moderno d’intelligenza ovvero il test di Binet. II. Un altro grande osservatore dei bambini fu Arnold Gesell, il quale tramite la sua cupola fotografica poté osservare il comportamento dei bambini senza interrompere le loro attività, egli mirava a essere estremamente preciso nel registrare come i bambini si comportano in determinati momenti della loro vita. Le idee di Gesell furono fortemente influenzate dalla teoria evoluzionistica di Darwin: sosteneva che alcune caratteristiche dei bambini "sbocciano" con l'età per via di una programmazione biologica legata alla crescita. III. La teoria evoluzionistica influenzò anche Stanley Hall il quale affermava che lo sviluppo infantile segue un corso evolutivo naturale che può essere spiegato attraverso lo studio del bambino. Ipotizzò che lo sviluppo infantile si verifichi in fasi, con motivazioni e capacità diverse per ogni stadio. IV. Secondo la teoria psicanalitica di Freud, i bambini sono raramente consapevoli delle ragioni dei loro comportamenti, e la maggior parte della loro attività mentale è inconscia. V. Una prospettiva contrastante fu la teoria comportamentista di Watson che sosteneva che il comportamento dei bambini possa venire trasformato in qualunque cosa desideri la società a cui essi appartengono, attraverso l”osservazione della modificazione dell'ambiente. VI. Altri studiosi invece furono più interessati allo sviluppo dei pensieri consci del bambino, tra questi Baldwin fu un pioniere nello studio del pensiero infantile infatti coniò il termine EPISTEMOLOGIA GENETICA per indicare lo studio dei modi in cui le conoscenze dei bambini cambiano nel corso del loro sviluppo. VII. In seguito, nel ventesimo secolo, lo psicologo svizzero Piaget adottò e rielaborò molte delle tematiche analizzate da Baldwin, osservando diligentemente lo sviluppo dei propri figli e ideando esperimenti ingegnosi per investigare il pensiero dei bambini: secondo la sua teoria i bambini attraversano una serie di stadi cognitivi a partire dalla prima infanzia fino ad arrivare all’adolescenza. I meccanismi dello sviluppo umano sono creati dall’interazione di diversi processi biologici, cognitivi e socio-emotivi saldamente intrecciati tra loro:  I PROCESSI BIOLOGICI producono cambiamenti nel corpo dell’individuo.  I PROCESSI COGNITIVI si riferiscono ai cambiamenti nel pensiero, nel linguaggio e nell’intelligenza dell’individuo.  I PROCESSI SOCIO-EMOTIVI includono cambiamenti nelle relazioni dell’individuo con altre persone, cambiamenti nella sfera emotiva e nella personalità.

Per organizzare e comprendere meglio lo sviluppo infantile, esso viene descritto e suddiviso in periodi a d ognuno dei quali corrisponde un arco di tempo specifico: 1.

Il PERIODO PRENATALE: periodo che va dal il concepimento alla nascita, della durata di circa 9 mesi. Durante questo periodo una singola cellula cresce sino a diventare 1 organismo, dotato di un cervello e di capacita comportamentali.

2.

La PRIMA INFANZIA: periodo evolutivo che va dalla nascita ai 18-25 mesi d’età. In alcune classificazioni questo periodo e diviso in due: I. PERIODO NEONATALE equivalente al primo mese di vita e II. INFANZIA da un mese a un anno e mezzo circa. La prima infanzia è un momento di assoluta dipendenza dagli adulti, molte attività psicologiche cominciano in questo periodo come la capacita di parlare, di coordinare le sensazioni e azioni fisiche, di imitare gli altri e di imparare da loro.

3.

La SECONDA INFANZIA: periodo evolutivo che va dalla fine della prima infanzia fino ai 5-6 anni d’età circa (talvolta chiamiamo questo periodo PRESCOLARE). Durante questa fase, i bambini imparano a diventare più autosufficienti e a prendersi cura di se stessi.

4.

La FANCIULEZZA: periodo evolutivo che va dai 6 agli 11 anni d'età circa (talvolta chiamiamo questo periodo SCOLARE). I bimbi si impadroniscono delle capacita di leggere, scrivere, contare e vengono ufficialmente esposti al mondo esterno.

5.

L’ADOLESCENZA: periodo evolutivo che segna la transizione tra l'infanzia e l’inizio della vita adulta, comincia intorno ai 1012 anni e finisce tra i 18 e i 22 anni. Inizia con una serie di cambiamenti fisici molto rapidi (come aumenti improvvisi di peso e altezza, sviluppo di caratteristiche sessuali…); aspetti fondamentali di questo periodo evolutivo sono il desiderio di indipendenza e la ricerca della propria identità.*****

Le problematiche più importanti nello studio dello sviluppo infantile includono: La contrapposizione tra NATURA-CULTURA: è alla base del dibattito che cerca di stabilire se lo sviluppo è influenzato in maniera preponderante dalla natura o dalla cultura. 1. NATURA = è un termine utilizzato in riferimento all'eredità biologica dell’organismo, 2. CULTURA = indica le esperienze vissute in un certo ambiente. Secondo i sostenitori della natura, le persone si comportano esattamente come un “girasole” che cresce in maniera prestabilita a meno di non essere sconfitto da un ambiente ostile. Invece altri psicologi sottolineano l’importanza della cultura per lo sviluppo, ovvero delle esperienze derivate dall'ambiente. La contrapposizione CONTINUITA’-DISCONTINUITA’: è volta a determinare se lo sviluppo è costituito da cambiamenti graduali e cumulativi (continuità) o da fasi distinte tra loro (discontinuità). Generalmente gli studiosi dello sviluppo che evidenziano l’aspetto culturale tendono a considerare lo sviluppo un processo graduale e continuo (come l’esempio del germoglio che lentamente e cumulativamente cresce fino a diventare una grande quercia). Quelli che invece sottolineano gli aspetti naturali tendono a descriverlo come una serie di fasi distinte (come l’esempio del bruco che vive di cambiamenti improvvisi e netti diventando una farfalla). Il dibattito PRIME ESPERIENZE-ESPERIENZE SUCCESSIVE: si concentra sulla misura in cui le prime esperienze (specialmente durante la prima infanzia) o le esperienze successive sono fattori chiave nello sviluppo infantile: 1. Per i sostenitori delle prime esperienze, la vita è un percorso ininterrotto nel quale una certa qualità psicologica può essere ricostruita a partire dalle sue origini cioè ci si chiede se le rime esperienze siano così critiche da non poter essere annullate successivamente da un ambente migliore. 2. Per i sostenitori delle esperienze successive, lo sviluppo è come un fiume che scorre continuamente e ci si chiede -se i bambini vivono esperienze negative durante la prima infanzia, è possibile che queste esperienze vengano offuscate da esperienza successive positive?Molti studiosi dello sviluppo riconoscono che sarebbe poco saggio mantenere una posizione estremista nei confronti di 1 di queste 3 questioni. Lo sviluppo non può essere ricondotto unicamente ad un solo di questi 3 dibattiti ma tutte e 3 le contrapposizioni giocano un ruolo importante nello sviluppo dell’individuo lungo il corso della sua vita.

ADOLESCENZA*******  Periodo di transizione caratterizzato da profondi cambiamenti fisici, intellettivi, affettivi e sociali.  Studi in Europa e in America a partire dagli inizi del 900. Hall (1904); Studi Psicoanalitici.

 Cronologicamente l’età di inizio è collocata all’incirca tra i 10 e i 12 anni per le femmine e tra gli 11 e i 13 per i maschi. La conclusione viene fatta coincidere per entrambi a 18 anni.

 Stereotipi, semplificazioni, riduzionismi L’adolescenza è stata considerata l’età: 1. Della preparazione all’età adulta, 2. Della completa ristrutturazione nei confronti del passato, 3. Della maturazione fisica e sessuale, 4. Della ribellione nei confronti dei genitori.  Differenze dei processi fisici e psicologici che caratterizzano la pubertà e l’adolescenza. Pubertà: fenomeno universale che segna il passaggio dalla condizione fisiologica di bambino alla condizione fisiologica di adulto. Adolescenza: passaggio dallo stato sociale di bambino a quello di adulto che varia per durata, qualità e significato di una civiltà all’altra e, all’interno della stessa civiltà, da un gruppo sociale all’altro.  Differenze dei processi fisici e psicologici che caratterizzano la preadolescenza e l’adolescenza. Preadolescenza: vengono affrontati problemi nuovo, diversi da quelli dell’infanzia, legati alla crescita fisica, all’identità corporea, alla definizione sessuale. Adolescenza: è caratterizzata dalla maturazione delle capacità di analisi e di introspezione, dalla definizione della propria identità, dalla progressiva riorganizzazione di valori e scelte. COMPITI DI SVILUPPO  Compiti tipici di ogni fase del ciclo di vita che derivano dall’interazione di elementi biologici e sociali.  In caso di svolgimento con risultati positivi, l’adolescente prova sentimenti di soddisfazione e aumenta la sua autostima; in caso di insuccesso emergono sentimenti di tristezza o di infelicità, l’autostima tende a diminuire e possono insorgere disturbi della personalità.  Compiti di sviluppo in età adolescenziale (Havighurst 1952-1953): 1. Conoscere il proprio corpo, accettarlo e rispettarlo, 2. Sapere gestire socialmente il proprio ruolo maschile o femminile, 3. Soddisfare i bisogni sessuali in forma sublimata e/o limitata, 4. Conseguire l’autonomia psicologica nei confronti degli adulti, 5. Conseguire l’autonomia sociale/economica nei confronti degli adulti, 6. Adattarsi a nuovi rapporti sociali, 7. Definire progressivamente una filosofia di vita, 8. Ristrutturare il concetto di sé....


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