Religione In gIappone PDF

Title Religione In gIappone
Author Maria *
Course Religioni e filosofie dell'Asia orientale
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

appunti lezione sulla religione in giappone...


Description

"Religione" in giappone Il concetto di religione (shugyou) è spesso stato definito come una categoria che non esisteva in giappone prima dell'apertura del paese nel 19esimo secolo alle potenze occidentali, questo concetto di religione si collega anche alla nozione di studi religiosi in giappone perché anche questi sono considerati una disciplina completamente impiantata dall'occidente, ovviamente una posizione così drastica va mediata, perché sembra che i giapponesi non abbiano nulla che sia loro, allora è intereressante vedere come è stato interpretato il termine di religione e come gli studi giapponesi sono stati interpretati. il concetto di religione e la disciplina degli studi religiosi sono due aspetti importanti anche al giorno d'oggi e hanno delle implicazioni per la società contemporanea e per le libertà civili giapponesi, da ricordare è il nome dell'antropologo Ian Reader. Il problema della religione in giappone: i dibattiti più critici nei tempi recenti si sono concentrati soprattutto sul se la religione è un concetto sul generis che può stare in piedi soltanto come un'entità che si contraddistingue rispetto al mondo profano, in questa percezione la religione è stata creata in un ambiente che era l'occidente protestante e si dice che la religione sarebbe stata anche basata sulle premesse del protestantesimo e poi esportata e imposta (sotto l'etica del colonialismo) alle altre culture. -Si è anche detto che la religione è un costrutto largamente accademico, un grande studioso dice che la religione è semplicemente la ricerca di uno studioso, cioè non esisterebbe il termine religione se non fosse stato coniato dagli studiosi delle religioni. -Altri hanno detto che non si deve essenzializzare la religione e che è stato un problema creare un'ideologia orientata verso il protestantesimo che in qualche modo invalerebbe gli studi religiosi come disciplina accademica fino ad oggi. Per quanto riguarda il giappone uno degli studiosi che si è occupato di questo problema è Isomae Junichi, lui ha detto che gli studiosi giapponesi dal tardo 19esimo in poi hanno ingoiato senza metabolizzare le concezioni occidentali della religione come se fossero concezioni immutabuli e universali, questa idea di ingoiare qualcosa senza metabolizzarla è stata concepita anche dallo scrittore Natume Soseki. In questo senso secondo Isomae J. gli studiosi giapponesi avrebbero sviluppato lo studio della religione come un campo accademico in un modo molto acritico che replicava delle nozioni occidentali protestasti, quindi quello che Isomae fa non solo mina alle fondamenta degli studi sulla religione in giappone (shugyougaku) ma ad un certo punto dice che questi studi si sarebbero estinti e si sarebbero inglobati nel campo degli studi culturali. Concetti come religione e religioso sono davvero soltanto delle imposizioni coloniali occidentali, dei costrutti degli studiosi che operano all'interno di uno specifico ambiente occidentale e poi esportati in altre parti del mondo come se fossero categorie universali? Quanto queste nozioni possono essere usate oltre i contesti occidentali? Molto spesso gli studi su questi argomenti hanno negato una forma di attività alle culture non occidentali cioè ad un certo punto il giappone avrebbe accettato tutte queste concezioni occidentali senza capacità di agire come soggetti.

In questi dibattiti le questioni hanno un impatto reale nel mondo. Le definizioni e la nozione di religione sono importanti nelle situazioni politiche e sociali del giappone di oggi, questo non solo perché religione è una categoria riconosciuta nella giurisprudenza e nella costituzione giapponese, anche se in modo molto impreciso, ma anche perché la parola religione sfida molte pratiche (visitare, inchinarsi, pregare) molte di queste pratiche possono essere considerate sia religiose sia come abitudini nazionali. Molte sono le questioni sulle implicazioni per le libertà cvili e per la natura della democrazia costituzionale del giappone di oggi ed è importante parlare del giappone di oggi. Recentemente si è cercato di andare oltre l'idea che il concetto di religione sia stato imposto dall'esterno e di indagare meglio sugli studi post-bellici sulla religione per considerare queste questioni in termini di vita reale. Il termine standard è shugyou composto da 2 ideogrammi (è meglio chiamarli caratteri) il primo è quello di scuola e il secondo di insegnamento e quindi in genere è percepito come una visione a un particolare gruppo religioso e alle sue particolari dottrine spesso ad esclusione di altre. I giapponesi possono seguire i rituali di + religioni (ad esempio shinto e buddista) senza percepire nessuna contraddizione nel pregare ad istituzioni di tradizioni diverse e spesso loro dicono di essere non religioisi (mushugyou) perché molti dei giapponesi vedono queste pratiche come costumi e quindi marcatori di identità. Shugyou è anche un termine connaturato nei testi pubblici , negli articoli della costituzione del 1946 fanno riferimento a shugyou parlandone in un certo modo (la legge del 1952 sotto cui le organizzazioni religiose possono registrarsi come istituzioni individuali, sette buddiste, santuari shinto, nuovo movimento religioso si chiama la legge delle corporazioni religiose) shugyou quindi esiste come un'entità riconosciuta a livello legale mentra la costituzione fornisce la libertà di religione e le sue leggi fanno sì che delle entità riconosciute legalmente possano poi avere dei diritti rispetto ad altre non riconosciute dalla legge delle corporazioni religiose, e questo crea un problema perché se io sono un movimento e mi voglio dichiarare come religione posso farlo solo attraverso la filiazione ad organizzazioni che hanno un carattere politico, una di queste è la federazione delle nuove organizzazioni del giappone. Quindi da una parte ci sono le pratiche e dall'altra l'aspetto legale dei gruppi religiosi per cui io gruppo religioso mi regitro a causa della legge a delle associazione che fanno sì che io sia riconosciuto come entità religiosa. Qualsiasi organizzazione registrata attraverso la legge è legalmente una religione, quindi la shugyou è operativa sia a livello legale che istituzionale anche se in relatà poi può crearsi una sorta di confusione quando i giapponesi comuni vanno ai santuari, pregano e poi dicono di non essere religiosi anche se il tempio fa parte di una istituzione riconosciuta legalmente come religione, quindi si crea una sorta di aforia tra quello che i giapponesi comuni percepiscono come atti non religiosi e il fatto che questi atti religiosi abbiano luogo in luoghi religiosi perché registrati legalmente come religione. Una ragione significativa alla base di questa confusione sta nelle associzioni del termine, cioè sistemi di credenze organizzate e formalizzate che evidentemente hanno in sè qualche contraddizione. Questa associazione va indietro al termine religion come fu coniato nel 19esimo secolo, in questo senso sì shugyou è una categoria occidentale importata in giappone ma la situazione è più complessa perché ci sono altri fattori che entrano in gioco. La terminologia è emersa con i contatti nel 19esimo secolo con l'occidente e questo incontro ha portato alla fine del sistema feudale giapponese e allo sviluppo del giappone come stato/nazione moderna completa di struttura politica, costituzione sitemi legali, trasporto moderno, sistemi di

produzione di massa, i media. Le negoziazioni tra giappone e potenze occidentali sul commercio, i diritti di accesso, i doveri hanno condotto a questi trattati considerati ineguali perché c'era una discriminazione che favoriva le nazioni potenti dell'occidenti e tra le questioni coperte nei trattati c'erano anche le leggi relative alla religione e alle libertà religiose quindi in un certo senso sì il concetto di religione è visto come il processo di un impegno sbilanciato tra giappone e potenze occidentali, il concetto di religione non esisteva in giappone ed è stata importato in giappone in modo che corrispondesse alle agende coloniali occidentali... in verità c'è stata anche un'attività da parte del giappone che non rispondere solo alle comodità dell'occidente ma gioca a suo favore la situazione giapponese. All'inizio shugyou non è stato l'unico termine dibattutto come termine ufficiale, c'erano altri termini in campo ma shugyou era l'unico che rispondesse a un concetto occidentale, in questo senso è un termine innaturale e una categoria falsa. Quando il commodoro Perry arrivò in giappone nel 1953 siamo all'inizio della missone americana per aprire il giappone anche forzatamente e Perry aveva con sé delle lettere in inglese che definivano alcune richieste americane e in queste due volte veniva usato i termine religion e i giapponesi non avevano idea di cosa intendessero. Nel processo che seguì, le potenze occidentali cercarono una sorta di riconoscimento dell'importanza di questa religion che era fondata sulle nozioni protestanti di pietà e di fede, e chiedevano che i giapponesi accettasero la libertà di religione. Queste richieste erano dipese dal desiderio di fare in modo che i missionari cristiani e occidentali operassero liberamente in giappone. Quindi i giapponesi si trovano a dover cercare un termine che replicasse la nozione occidentali di religion come un'entità incentrata su insegnamento, pietà, fede e strutture formalizzate, il problema con questa interpretazione è che in qualche modo non rende giustizia al processo che ebbe luogo nel contesto giapponese. Prima dell'incontro con gli occidentali quasi tutti gli studiosi accettano che non ci fosse uan concettualizzazione intellettuale particolare di religione e shugyou stesso non era un termine veramente inventato nel 19esimo secolo ma era un termine che esisteva già e esisteva nei contesti buddisti in relazione alle tradizioni settarie e veniva utilizzato molto poco e quindi non aveva quella carica forte di essere un termine della tradizione giapponese e quindi poteva essere utilizzato per indicare un concetto occidentale cioè era un termine che aveva una qualche risonanza con il contesto giapponese ma abbastanza poco usato da diventare un termine usato in modo nuovo e legale, moti studiosi giapponesi hanno ientificato la genealogia terminologica e concettuale del concetto di shugyou con il concetto di insegnamento. In giappone c'è la suddivisione tra ciò che è religione e cioò che non è religione cioè ciò che è secolare e la storia giapponese ha una tradizione lunghissima di secular che può essere rintracciata nel periodo heian quindi i giapponesi avevano più familiarità con il concetto di secular che di religion questo fa scattare tutta una serie di conseguenze e dato che c'era una testimonianza precedente per secular, il concetto di religion viene identificato con qualcosa che doveva pur avere un passato giapponese ma che comunque era fortemente innovativo occidentale. La confuzione giapponese su questi concetti occidentali nel periodo meiji crea una serie di dibattiti, quello che è convincente è che i giapponesi stessi hanno inventato la religione sotto la terminologia di shugyou in un modo che doveva rispondere ai bisogni dei giapponese ma quei bisogni giapponesi che derivavano dalla risposta alle azioni politiche e diplomatiche occidentali: cioè ci sono le esigenze degli americani e degli occidentali, ci sta

questo termine shugyou che si deve adattare ai bisogni che i giapponesi hanno in un momento in cui vengono caricati in modo ingiusto dagli occidentali e da tutti i sistemi di conoscenza degli occidentali, i giapponesi devono affrontare le richieste occidentali di permettere che i cristiani praticassero in giappone, e sotto il travestimento della nozione occidentali di libertà di religione fare in modo che i missionari occidentali fossero in grado di diffonedere la loro fede. I giapponesi però mentre cercavano dei modi per accordarsi a questi desideri venuti dall'alto erano anche un po' restii a permettere ai cristiani di aquisire dei privilegi speciali e di diventare una forza che avrebbe potuto dominare il giappone e questa non è una storia nuova, ma ciò che è accaduto nel 1600 quando i giapponesi iniziarono a temere che i cristiani avrebbero potuto fare quello che avevano fatto alle loro colonie, quindi nasce di nuovo questa paura dello straniero che attraverso la nozione di libertà e di religione intende dominare il giappone e quindi bisognava trovare un equilibrio che rendesse omaggio a queste richieste ma che servisse anche poi a restringere queste influenze e a limitarle. Quindi i giapponesi dovettero dire "noi ora religion lo traduciamo con il termine shugyoi però allo stesso tempo diciamo che questo termine shugyou è un'entità privata protetta dalle incursioni della sfera pubblica e collocata alla sfera del privato e quindi non può essere promossa dallo stato" cioè per limitare i privilegi dei missionari protestanti dovevano rendere il termine religione un termine fortemente legato alla sfera privata e quindi gli statuti legali e le negoziazioni dei trattati che produssero questa risoluzione erano il frutto di lavori diplomatici dei politici che volevano servire i bisogni dei giapponesi e non quelli degli occidentali che si trovavano in una posizione di inferiorità e che qundi non potevano "mandare a quel paese" gli americani e cacciare i missionari e allora la religione si sviluppa come una categoria politica nuda e si costruisce così nella sfera politica qualcosa che fosse privato per proteggere il giappone dalla dominazione cristiana. Quando poi questi missionari protestanti veramente fossero stati una minaccia per il giappone era irrilevanti perché quello che era rilevante è la percezione che è per il governo giapponese, la percezione era quella che "andava bene il commercio, i trattati ineguali ma tutti sti preti no" e perciò una categoria politica è in qualche modo nuda perché non era vestita di tutte quelle cose che avrebbero poi garantito ai missionari protestanti di arrivare al potere. Un elemento importante in questo processo è lo sviluppo dello shinto come entità non religiosa cioè nel momento in cui lo shugyou è una cosa privata non posso applicarla solo ai protestanti che vengono da fuori ma devo applicarla a tutti, e contruire qualcosa che valga anche per ciò che è propriamente giapponese. Questo shinto secolare significa che lo shinto era una religione non religione che doveva caratterizzare l'identità nazonale, la coesione nazionale che era centrata intorno alla figura dell'imperatore. Fino alla metà dell'800 l'imperatore c'era ma c'era anche lo shogunto e quindi c'era una bipolarità di potere dove quello imperiale era simbolico, ad un certo punto l'imperatore meiji diventa una figura centrale e in questa costruzione l'imperatore veniva elevato attraverso una serie di miti shinto sulla discesa imperiale dai kami, quello che succede è che l'imperatore diventa quasi una figura con uno status divino (Arahitogami) e viene promosso come lo spitrito, l'essenza del giappone a cui tutti i sudditi devono devozione, lealtà e obbedienza. Questo in un momento in cui il giappone inizia ad espandersi colonialmente in taiwan, in corea, quindi si costruisce tutta una rete per fortificare la nazione ma anche l'idea di appartenere ad una nazione (impedita prima dai domini feudali). Questo significa anche che il giappone accetta alcuni concetti perché li pensa necessari per rendere forte la nazione, la religione è uno di questi.

Quindi l'imperatore diventa Amaterasu sceso in terra. Lo Shinto quindi diventa secolare promosso come una espressione della cultura giapponese. Quello che succede allo shinto alla fine dell'800 poi succederà al buddismo zen: in epoca meiji a causa della grande importanza che si dà allo shinto il buddismo viene fortemente penalizzato l'unica setta che si salva è quella zen perché c'è la concezione che chiunque persino un cristiano possa essere un buddista zen perché il buddismo zen è l'essenza della cultura giapponese. Shinto e buddismo zen sono le due forze che si sono mobilitate per la seconda guerra mondiale. In cina il corrispondente buddismo chan è stato considerato come l'eredità culturale cinese cioè l'unico buddismo non straniero e quindi chan e zen sono stati usati per sottolineare una forma di identità culturale coesa e unica cinese, giapponese e coreana. Le argomentazioni intellettuali sulla formazione dello shinto come un'entità secolare sono state varie però il punto è che la religione così come fu formulata in giappone influenzata da nozioni protestanti era vista come prodotto di fondatori eccentrata intorno a delle strutture particolari e come qualcosa che doveva essere privato e volontario. Lo shinto non aveva fondatori, era identificato come espressione della cultura giapponese, era utilizzato da tutti i giapponesi almeno in teoria e quindi poteva essere messo in disparte rispetto allo shugyou, era oltre la religione e tutto questo perché non aveva un fondatore individuale e perché era associato con l'essenza nazionale. Ci sono stati poi degli intelletuali che hanno cercato di rendere lo shinto una religione mondiale e trovare un fondatore nei kami e i testi nel kojiki, e costruiscono lo shinto come religione, sono quelli che sono conservatori ma sono anche quelli che non vogliono che lo shinto diventi una questione burocratica quindi non è detto che tra i conservatori vi fossero solo quelli che consideravano lo shinto come oltre shugyou ma c'erano anche quelli che volevano lo shinto come religione. Lo shinto non era volontario ma era un dovere che tutti dovevano praticare, e chi non venerava l'imperatre o gli rendeva omaggi veniva punito. I cristiani che non volevano pregare in un santuario shintoista potevano mettere in discussione la carateristica secolare dello shinto e riconoscerlo come un atto religioso che andava contro la loro fede e questo ha creato molti problemi. Questo fenomeno dello shinto si sviluppa quindi nell'epoca meiji, diventa una non religione e diventa l'arena dei nazionalisti giapponesi che lo usano come strumento politico per confondere i confini tra religione e secolarismo e rimuovendo lo shinto dalla sfera reigiosa sono in grado di privilegiare lo shinto come l'apice della giapponesità. Quindi non c'è solo l 'imposizione occidentale ma c'è anche il prodotto delle negoziazioni e delle manipolazioni diplomatiche e politiche giapponesi che pongono lo shinto fuori dalla religione e rendono lo stato giapponese in grado di definire ciò che è religione e ciò che non lo è. Recentemente uno studioso giapponese ha dimostrato che la nozione di shugyogaku è il fulcro degli studi giapponesi sulla separazione tra secolare e non secolare. Inoltre afferma che mano mano il termine shugyou si distanzia dal protestantesimo e discute di alcuni attivisti che sviluppano una visione della religione che enfatizzava la fede sulla pratica e che si ispirava alle idee protestanti ma che cercava anche di forgiare queste idee perché si adattassero alla situazione giapponese, loro accetavano la nozione che la religione fosse una categoria universale ma alcuni di loro soprattutto i buddisti riformisti cercavano di indentificare delle caratteristiche che potessero dare potere alle tradizione che non

fossero quelle cristiane: cioè stava succedendo che se loro avessero fatto equivalere shugyou al cristianesimo il cristianesimo sarebbe diventato il sinonimo di religione e quindi il sinonimo di una categoria universale e quindi si allontanano del cristianesimo per cercare altre tradizioni a loro più confacenti che potessero essere considerate categorie universali. Anche gli studi religiosi giapponesi si sono sviluppati con un'area accademica che non era basata soltanto sull'accettazione acritica delle nozioni occidentali ma anche su pratiche e dinamiche di adattamento della religione come categoria universale a contesti giapponesi. Le implicazioni di una religioni che non è una religione: succede che la libertà di religione veniva ammessa, però aderire ai rituali controllati dallo stato e alle ideologia controllate dallo stato, che però erano stati rivisitati attraverso i miti shinto che associavano i kami all'imperatore, dovevano ubbidire tutti, questo era un modo per limitare la nozione di libertà religiosa dicendo "le vostre sono religioni però lo shinto non lo è quindi è obbligatorio". Molti casi di organizzazioni religiosi furono represse dallo stato p...


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