La geografia del Giappone PDF

Title La geografia del Giappone
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Course Storia
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Pdf esplicativo sulla storia del Giappone ...


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Il Giappone

Geografia fisica e popolazione

Geografia fisica e popolazione

Le tracce della storia L’economia

I giapponesi chiamano il loro stato Nippon, «il paese del Sol Levante». Il nostro «Giappone» deriva invece, curiosamente, dalla pronuncia giapponese del suo nome cinese, Jihpen. Il Giappone è un arcipelago frastagliato e montuoso composto da più di 3000 isole. L’area è geologicamente giovane, ancora in fase di assestamento: i terremoti sono frequenti e sono presenti numerosi vulcani, diversi dei quali ancora attivi. Proprio un vulcano, il Fujiyama (o Fujisan, «signor Fuji», come preferiscono chiamarlo i giapponesi) è, con i suoi 3776 metri, il simbolo tradizionale FOSSA DELLE CURILI

RUSSIA Sapporo

CINA

Fuji 3776

Kyoto Kobe

COREA DEL SUD

Hiroshima Kitakyushu

Yokohama

Nagoya

Osaka

Honshu

Shikoku

Nagasaki

Kyushu

Kagoshima

TR

O

ET

TO

D I C OR EA

Fukuoka

O

C

E

A

N

S

Is. Okinawa

P A C I F I C O

MAR Sendai Niigata DEL GIAPPONE / GIAPPONE Tokyo MARE Kawasaki DELL’EST

F OSS

COREA DEL NORD

E A D E L G IA P P O N

Hokkaido

del Giappone. Il Fujiyama è inattivo da oltre tre secoli. Quasi l’80% del territorio è montuoso: dalle montagne scendono numerosi fiumi dal corso breve e dal regime irregolare. Le pianure sono piccole; anche i laghi, per lo più di origine vulcanica, hanno estensione limitata. Le quattro isole maggiori occupano da sole il 97% del territorio, e la più grande, Honshu, più del 60%. Le altre tre sono, in ordine di grandezza, Hokkaido, Kyushu e Shikoku. Il Giappone è grande poco più dell’Italia, con un territorio coltivabile non più grande della pianura padana, e assai povero di risorse del sottosuolo: non ci si aspetterebbe certo una popolazione numerosa. E invece ha una popolazione che è più del doppio di quella italiana. La densità è di 343 abitanti per km2, contro i 199 dell’Italia. Da quali fattori dipende questa elevata densità di popolazione? Si potrebbe pensare che sia legata allo straordinario sviluppo industriale che il Giappone ha conosciuto nell’ultimo secolo, ma è così solo in parte. In realtà il Giappone era molto popolato già diversi secoli fa, e il suo «segreto» sta soprattutto in tre elementi favorevoli: suolo, clima e mare. Il suolo delle piccole pianure giapponesi è molto fertile, anche a causa dell’origine vulcanica, e il clima è nel complesso favorevole, per la presenza del mare che attenua il freddo dell’inverno. Inoltre non c’è siccità, grazie al monsone estivo che porta abbondanti piogge e al vento freddo invernale che giunge dalla Siberia carico di umidità, rovesciando, specie a nord, nevi abbondanti. Hokkaido e il nord di Honshu hanno inverni freddi e lunghi. Qui dominano la foresta di conifere e, tra le piante coltivate, il riso si alterna al grano, alla patata, alla soia; è diffuso l’allevamento. La parte centrale di Honshu ha un clima più temperato, che permette buoni raccolti di riso, tè e gelso; nella parte meridionale e nelle altre due isole il riso domina sovrano. Il 64% del territorio giapponese è coperto da foreste, dalla foresta boreale a nord fino a quella tropicale a sud. Questo vasto patrimonio fornisce legname da ardere, cellulosa, legno pregiato da lavoro e da costruzione.

1 G. Sofri, F. Sofri, Corsi di geografia © 2011, Zanichelli editore SpA

Tutt’intorno al Giappone, il mare, grazie all’incontro di forti correnti marine calde e fredde, è ricco di pesce, alghe commestibili, perle e coralli. Da esso i giapponesi hanno sempre tratto le proteine necessarie alla loro alimentazione: solo in tempi recenti è aumen-

tato il consumo di carne. Queste risorse hanno permesso per secoli la sopravvivenza di una popolazione assai numerosa su un territorio non molto vasto e in gran parte non adatto agli insediamenti umani.

Terremoti e tsunami L’arcipelago giapponese è un esempio di arco insulare, costituito da isole vulcaniche che si formano in una zona dove due placche oceaniche convergono e una scivola sotto l’altra (si veda anche il capitolo Varietà degli aspetti naturali). Nella zona dove le due placche si incontrano si forma un profondo abisso detto fossa oceanica, che corre parallelamente all’arco insulare. Dal lato verso l’Oceano Pa-

cifico, infatti, l’arcipelago giapponese si affaccia su fosse oceaniche tra le più profonde del mondo (oltre i 10000 metri): Fossa delle Curili, Fossa del Giappone. Queste zone di incontro tra placche sono instabili, con frequenti terremoti e maremoti, o tsunami come gli studiosi preferiscono chiamarli con un termine, appunto, giapponese. Gli tsunami sono causati da movimenti sismici sul fon-

do marino che generano enormi onde (alte anche più di 20 metri); queste si abbattono violentemente sulla riva, con conseguenze catastrofiche. In Giappone sono frequenti terremoti e tsunami di notevole violenza; per questo motivo il Giappone è, tra tutti i paesi del mondo, quello che ha più investito in ricerche sulla possibilità (per adesso ancora lontana) di prevedere i terremoti.

avvenuta soprattutto attraverso la scuola zen, che privilegia in particolare la «meditazione stando seduti». Nella meditazione zen, il samurai trovava la concentrazione necessaria ad affrontare il combattimento, fino a sentirsi imbattibile e a dominare totalmente la paura della morte. Così, una religione che era stata (e che pure continuò a essere per molti) religione di pace e di non-violenza, fu anche (almeno con una delle sue scuole) uno degli strumenti dell’addestramento del guerriero. E ancora, il buddismo zen influenzò molte delle creazioni più tipiche della cultura giapponese, fatte di disciplina del corpo e dello spirito e di ritualità rigorosa: dallo judo alla scherma, dalla cerimonia del tè all’arte di disporre i fiori (ikebana), fino a buona parte della produzione artistica vera e propria. Dalla Cina arrivò in Giappone anche il confucianesimo, che più che una religione è un insieme di principi morali. Il principio ordinatore di tutto, secondo questa dottrina, è l’«armonia»: l’ideologia confuciana è incorporata nei libri scolastici affinché i ragazzi siano stimolati dalle norme morali a sviluppare un forte senso di responsabilità. Il confucianesimo in Giappone si è strettamente legato allo shintoismo, dando luogo a una morale civile che mette al primo posto valori comuni: il rispetto e l’amore dei figli per i genitori, il senso dell’onore, la lealtà dell’individuo nei confronti del gruppo. Uno spazio molto importante è riservato al culto delle forme, ai cerimoniali, al rispetto dell’«etichetta». Il cristianesimo, invece, ha fatto la sua prima comparsa con i missionari gesuiti nel XVII secolo e si è poi ripresentato, facendo un certo numero di proseliti, alla fine del XIX secolo. Oggi in Giappone più del 90% della popolazione si dichiara shintoista e buddista, l’1,2% cristiana e l’8% pratica altre religioni.

Religione «trasportata dal vento». Una pagoda a cinque piani a Nikko. La pagoda è un monumento sacro buddista (o shintoista), assai diffuso in Cina, Corea, Giappone e Asia sudorientale, che contiene in genere spoglie o reliquie di santi maestri. Di solito ha una forma slanciata, a più piani e tettoie digradanti, con i margini piegati verso l’alto. Dalle tettoie, o dalla punta, pendono piccole campane che con il loro suono, mosse dal vento, diffondono simbolicamente la dottrina buddista verso ogni direzione. [Demetrio Carrasco/Jon Arnold Images/ Alamy]

Le religioni Lo shintoismo è una religione nazionale molto antica e molto radicata: sono pochissimi, ancora oggi, i giapponesi che non si definiscano shintoisti. Ma essi hanno, nei confronti della religione, un atteggiamento diverso dal nostro, e così molti di loro si sentono anche buddisti, perché condividono diversi aspetti di questa dottrina. Alla lettera, Shinto significa «la via degli dèi». In origine, lo shintoismo era un insieme di venerazione animistica delle forze della natura, di culti agricoli che celebravano i raccolti e gli altri momenti della vita rurale, di culto degli antenati. Oggetto di una venerazione particolare era l’imperatore o Tenno («signore del cielo»), chiamato anche mikado, che si riteneva di origine divina. Con l’andare del tempo, l’insieme dei riti pubblici, e soprattutto di quelli legati alla figura dell’imperatore (per esempio, alla sua incoronazione), è diventato l’elemento principale dello shintoismo. Quando il potere imperiale venne restaurato, nel 1868, lo shintoismo venne proclamato religione di stato, e tale rimase fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando l’imperatore Hirohito, che aveva portato il paese alla guerra e alla sconfitta militare, fu costretto dalle potenze vincitrici a compiere una «dichiarazione di umanità», e cioè a rinunciare alle proprie origini divine. Gli ideali etici dello shintoismo, che erano quelli dei samurai, sono la fedeltà ai propri doveri e all’imperatore, l’amore per la nazione, l’austerità e l’autocontrollo, il coraggio e lo sprezzo della morte. Allo shintoismo, dal VI secolo d.C., si affiancò il buddismo, dottrina etica e filosofica predicata da Buddha, arrivata dalla Cina. In Giappone si diffuse in particolare una corrente di questa dottrina, quella Mahayana, il cui ideale supremo è la «compassione». Un’altra forma di adattamento del buddismo alla cultura tradizionale giapponese è

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Il Giappone Geografia fisica e popolazione Le tracce della storia L’economia

Le tracce della storia Dalla Cina, attraverso la Corea, arrivarono in Giappone il confucianesimo e il buddismo. Dalla Cina i giapponesi ricevettero anche la scrittura, adattandola poi alla propria lingua che pure è molto diversa dal cinese e affine, piuttosto, al coreano, al turco e al mongolo (queste lingue farebbero parte di un unico gruppo detto altaico). Per molti secoli il Giappone ha avuto una struttura politico-sociale molto simile a quella dell’Europa feudale. Al vertice, accanto a un imperatore del tutto privo di potere, c’era un primo ministro che esercitava il governo effettivo (lo shogun); al di sotto, una rete di feudatari grandi e piccoli (tra questi ultimi i celebri samurai), che erano insieme guerrieri e proprietari terrieri. La borghesia (artigiani e mercanti) era molto debole e subordinata alla classe dei guerrieri. Anche questa società (come quelle di numerosi paesi asiatici) entrò in crisi nell’800 al contatto con gli occidentali. Tuttavia il Giappone riuscì a mantenere la propria indipendenza e, a partire all’incirca dal 1870, ad avviare una propria rivoluzione industriale paragonabile a quella che l’Inghilterra aveva conosciuto un secolo prima. Fra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, il Giappone si trasformò – caso unico tra i paesi asiatici – in una grande potenza capitalistica, anche aggressiva in politica estera. Il Giappone sconfisse la Cina nel 1894-95 e la Russia nel 190405, conquistando dei territori e imponendo un suo protettorato sulla Corea. Negli anni Trenta invase la Cina e durante la seconda guerra mondiale si schierò al fianco dell’Italia e della Germania di Hitler, occupando militarmente buona parte dell’Asia orientale. Sconfitto dagli alleati (in particolare dagli americani), conobbe anche, nel 1945, l’immane tragedia dello scoppio delle due bombe atomiche che distrussero la città di Hiroshima e parzialmente quella di Nagasaki. Dopo la guerra il paese venne occupato fino al 1952 dagli americani. Tuttavia, già a partire dagli anni Cinquanta, la sua economia si ricostituì fino a raggiungere e superare i livelli dell’anteguerra.

Sakhalin Curili 1905 1875

Manciuria 1931 1933 1905

Corea 1910

GIAPPONE 1937-1944 Okinawa 1874 Hainan 1939 BIRMANIA

1942

Formosa 1895

SIAM

1941

INDOCINA

1940

FILIPPINE

1942

MALESIA

1942

INDIE OLANDESI

1942

Le conquiste dell’imperialismo giapponese tra la fine del secolo XIX e la seconda guerra mondiale.

Effetti della bomba atomica. Una terrificante veduta della città di Hiroshima, distrutta dall’esplosione della bomba atomica avvenuta alle ore 8,15 del 6 agosto 1945. La città contava allora circa 250 000 abitanti, di cui 72 000 morirono nel bombardamento e 80 000 rimasero feriti; numerosi furono poi negli anni successivi i morti per effetto delle radiazioni. La sua posizione geografica favorevole e il carattere di grande città industriale ne permisero la rinascita economica in breve tempo.

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I giapponesi vivono in città

Circa il 66% dei giapponesi vive in città: una percentuale alta tra i paesi asiatici. Dal 1920 a oggi, le campagne si sono molto spopolate (con danno all’agricoltura), mentre le città hanno guadagnato decine di milioni di abitanti. Più della metà dei giapponesi vive in una stretta fascia che va da Tokyo, nell’isola di Honshu, a Kitakyushu, nell’isola di Kyushu. Su questa fascia si succedono, da nordest a sudovest, quattro grandi aree urbane: Q Tokyo-Yokohama-Kawasaki, il maggior agglomerato urbano del mondo con oltre 33 milioni di abitanti; Q Nagoya, con oltre 9 milioni; Q Osaka-Kobe-Kyoto, con 17; Q Kitakyushu con 2. Ma gli spazi intermedi, ancora occupati da risaie, tendono a riempirsi rapidamente, e

Sendai

HONSHU

La «megalopoli» giapponese. Città con 500 0001 000000 di abitanti

Tokyo

Città con 1 0000005 000000 di abitanti

Yokohama MAR DEL GIAPPONE

Città con oltre 5 000000 di abitanti Aree con più di 400 abitanti per km2

Chiba

Kawasaki

Stretto di Corea

Nagoya

Kyoto Kobe Osaka Okayama Sakai

Hamamatsu

Hiroshima SHIKOKU

Kitakyushu Fukuoka

Kumamoto KYUSHU Kagoshima

OCEANO PACIFICO

presto tutta la fascia sarà, senza soluzione di continuità, un’immensa megalopoli, capace di contendere il primato a quella di New York (che comprende anche Boston, Philadelphia e Washington). Nella prefettura di Tokyo, che è grande come la provincia di Padova, la densità è di ben 5955 abitanti per km2! Nell’isola settentrionale di Hokkaido, la cui colonizzazione è recente, ci sono abitazioni più adatte ad affrontare i rigori del clima. Tuttavia, nell’insieme del Giappone, è ancora largamente diffusa la casa tradizionale, costruita in prevalenza con materiali vegetali (legno, paglia, carta). Le zone centrali delle grandi città hanno invece un aspetto che ricorda quello delle metropoli americane: grandi magazzini, vetrine lussuose e, soprattutto, una pubblicità ossessiva, che tende al colossale nei cartelloni multicolori e nelle insegne luminose.

Le vie di comunicazione

Il sovraffollamento delle città giapponesi ha reso particolarmente acuto il problema delle comunicazioni, e ha arricchito il paesaggio urbano di nuovi elementi. A Tokyo si trova la metropolitana che trasporta ogni giorno più passeggeri al mondo (circa 8 milioni secondo alcune stime). Il tragitto medio di un pendolare, dall’abitazione al luogo di lavoro, dura poco meno di quattro ore fra andata e ritorno. Il problema della congestione del traffico non riguarda solo l’interno delle città, ma anche le comunicazioni tra le diverse località, nonostante il forte sviluppo della rete ferroviaria e l’abbondanza di porti e aeroporti. Quasi un terzo dei trasporti di passeggeri avvengono via treno e la rete ferroviaria giapponese è tra le più utilizzate al mondo: nel 2007 ha trasportato quasi 23 miliardi di passeggeri, cioè oltre 60 milioni al giorno.

Verso un prudente riarmo Dopo la seconda guerra mondiale, il Giappone fu costretto al disarmo dalle potenze vincitrici che volevano così punirne l’aggressività imperialista dei decenni precedenti. Gli si permise solo di mantenere una limitata forza armata destinata esclusivamente all’autodifesa. Ancora oggi le forze armate giapponesi si chiamano «forze di autodifesa». Tuttavia, dopo l’inizio della guerra fredda, i giapponesi rafforzarono progressivamente le proprie forze armate, in accordo soprattutto con gli Stati Uniti, principale alleato del paese. Dagli anni ‘90, truppe giapponesi sono state autorizzate a intervenire

all’estero, per esempio in Cambogia tra le forze dell’ONU, o in Iraq in funzione di supporto in operazioni antiterrorismo. Le forze armate giapponesi restano nettamente inferiori, per numero di effettivi delle varie armi, a quelle di paesi di analoghe dimensioni. Tuttavia, sono tecnologicamente molto avanzate. Inoltre, dato il livello della scienza e della tecnologia giapponesi, si ritiene che un aggravarsi delle tensioni internazionali in Asia orientale potrebbe indurre il Giappone a rivolgersi al riarmo atomico e a ottenere armi nucleari in brevissimo tempo. Ma il problema del riarmo atomico giappone-

se non è tecnologico, bensì politico. Il ricordo di Hiroshima e Nagasaki è molto vivo e ha sempre contribuito alla forza dei movimenti pacifisti che si oppongono alla sola idea di una possibile partecipazione del Giappone alla competizione nucleare. Dall’altra parte, pesa negli ultimi anni il timore prodotto dalle minacce provenienti dalla Corea del Nord, e dalle conseguenti tensioni, che si aggravano periodicamente, in tutta l’area che va dalla Corea a Taiwan. Questo spiega come il problema del riarmo giapponese, in ogni forma, sia sempre più oggetto di discussioni molto vivaci.

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Tokyo. La zona di Shinjuku, con i suoi grattacieli in vetro e cemento alti fino a 200 m, è uno dei maggiori centri d’affari della città. Al di sotto dei grattacieli corrono strade soprelevate e gallerie sotterranee nelle quali si succedono lussuosi negozi e luoghi di divertimento; attorno, parchi e immense distese di basse case popolari. Tokyo è stata in buona parte distrutta dalle bombe verso la fine della seconda guerra mondiale, e ricostruita negli ultimi decenni. [D. Ball/Marka]

Il Giappone Geografia fisica e popolazione Le tracce della storia L’economia

Le linee Shinkansen viaggiano a una media di oltre 200 km/h e possono superare i 440 km/h; tra Tokyo e Osaka partono ogni ora 10 treni, alcuni dei quali coprono i 515 km tra le due città in meno di due ore e mezza. Sono allo studio treni a levitazione magnetica, sollevati da terra, che possono superare i 580 km/h. Il Giappone ha diversi aeroporti molto importanti; tra cui quelli di Tokyo (Narita) e dell’area Osaka/Kobe/Kyoto (Kansai), costruito su progetto dell’architetto italiano Renzo Piano. Una doppia galleria sottomarina, stradale e ferroviaria, collega le isole di Honshu e Kyushu. Un’altra, inaugurata più di recente, colle-

ga Honshu e Hokkaido; con quasi 54 km, è la più lunga galleria sottomarina del mondo.

La politica interna

Il Giappone è una monarchia costituzionale; Capo dello stato è l’imperatore, che ha però un potere quasi solo nominale. Della Dieta (il Parlamento, bicamerale) fanno parte diversi partiti, dall’estrema destra ai socialisti e ai comunisti, passando per alcune formazioni buddiste. Per decenni è stato al governo il Partito liberaldemocratico, una sorta di grande partito centrista; ma nel 2009 lo ha sostituito il Partito democratico. L’attuale primo ministro è Naoto Kan.

Il segreto dei record demografici Il Giappone ha una speranza di vita alla nascita tra le più alte del mondo: 79 anni per gli uomini, 86 per le donne. Alla diminuzione della mortalità (soprattutto di quella infantile: 3,2 per mille nel 2005-2010) si accompagna, negli ultimi anni, una forte riduzion...


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