Riassunto Auguste Comte pagine di sociologia PDF

Title Riassunto Auguste Comte pagine di sociologia
Course Sociologia generale
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Riassunto del capitolo su Comte del libro "pagine di sociologia"...


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RIASSUNTO AUGUSTE COMTE Auguste Comte fu uno dei principali rappresentanti del positivismo della prima metà dell’800, nonché uno dei pionieri della sociologia; fu egli stesso a coniare proprio il termine “sociologia”, e fu il primo a studiare la società non solo a scopo informativo e didattico, ma diede alla sociologia il compito di porre le condizioni per il miglioramento della società. Il pensiero sociologico di Comte prende forma nei suoi “Opuscules de philosophie sociale” (1820-26), in cui analizza la società in crisi del suo tempo, divisa tra un modello teologico-militare, e un modello scientifico-industriale. Insomma un passaggio da pensiero antico a pensiero moderno, dovuto al progresso e alla corrente positivista che esaltava l’innovazione e il progresso scientifico, e metteva la figura dello scienziato al centro della società; lo scienziato era colui che sfruttava in modo razionale le risorse della natura conoscendo scientificamente le sue leggi. In questo caso il compito della sociologia è di indicare la necessità della trasformazione della società, vista come progresso. Comte dunque studia la società da un punto di vista sintetico per arrivare a comprendere i fenomeni particolari: dal generale al particolare. Lo studio della società comporta lo studio delle condizioni che garantiscono l’ordine, detta statica (linguaggio, religione, e divisione del lavoro), imprescindibilmente legato allo studio del progresso e dell’evoluzione, detto dinamica. Il brano analizzato è tratto dal “Discours sul esprit positif”, opera divulgativa d’istruzione scientifica in cui Comte si rivolge al proletariato, poiché era visto come la classe idonea alla riorganizzazione della società, afflitta dall’anarchia intellettuale. I TRE STATI DELLE SPECULAZIONI UMANE All’inizio del brano Comte parla dell’obiettivo di fondare un nuovo sistema indivisibile di filosofia generale nella società, chiamato da lui sistema di filosofia positiva, e lo introduce partendo dalla dottrina dei tre stati teorici: secondo essa tutte le nostre speculazioni, subiscono un processo evolutivo di tre stati teorici differenti: teologico, metafisico e positivo. Il primo rappresenta una forma provvisoria e preparatoria del concetto, rimanendo comunque di grande importanza e indispensabilità, il secondo non è altro che una modifica dissolvente, che comporta un ruolo transitorio per arrivare poi al terzo, che andrà a costituire in tutti i modi il regime definitivo della ragione umana. STATO TEOLOGICO All’inizio le speculazioni sono volte alle conoscenze assolute (inaccessibili). Questo stato teologico è caratterizzato da tre forme principali: 1) Il feticismo: consiste nell’attribuire ad ogni corpo esteriore una vita analoga alla nostra (tendenza a trasportare dappertutto il tipo umano), ma più energetica e più ordinatrice (es. gli astri); 2) Il politeismo: preponderanza (prevalenza) dell’immaginazione. Esseri fittizi, invisibili, con il loro intervento attivo danno origine a tutti i fenomeni esteriori e umani. In questa fase si sviluppa il pieno stato teologico; 3) Il monoteismo: rappresenta il declino intellettuale della teologia, pur mantenendo una grossa influenza sociale, più apparente che reale secondo Comte, poiché la ragione viene a restringere sempre di più il dominio dell’immaginazione, portando ad un assoggettamento dei fenomeni naturali a leggi invariabili. Questo modo di filosofare Secondo Comte, col tempo ha perso “valore” e considerazione nei moderni occidentali, poiché le ricerche e a cui la teologia mirava furono scartate proprio perché irraggiungibili, e ciò portò l’intelligenza umana a concentrarsi molto di più sugli studi più efficaci e più in armonia con i nostri veri bisogni. Nonostante questo modo di filosofare appaia imperfetto, esso è stato indispensabile ed inevitabile. È questo il modo che utilizziamo ancora oggi (anni di Comte) per rapportarci a fenomeni di cui non conosciamo le leggi. Lo stato teologico è stato per lungo tempo indispensabile alla sistemazione di idee morali e politiche perché queste ultime erano complicate e perché i fenomeni corrispondenti potevano acquisire uno sviluppo caratteristico solo dopo l’avanzare della civiltà umana.

Questa filosofia è stata, tuttavia, necessaria per lo sviluppo di alcune dottrine comuni e del conseguente legame sociale.

STATO METAFISICO Rappresenta uno stato di transizione dal teologico al positivo, benchè si avvicini molto di più al primo che al secondo. Anche la metafisica si occupa di ragionare sugli assoluti, sull’origine dei fenomeni e sulle loro cause, ma invece di servirsi di entità sovrannaturali, li sostituisce con entità e astrazioni personificate. Non si ha ne il dominio dell’immaginazione ma neanche della pura osservazione (appartenente allo stato positivo) ma un’estensione del ragionamento che si “prepara” all’esercizio scientifico, infatti prevale l’argomentazione rispetto all’osservazione. Inoltre il legame con lo stato teologico si nota particolarmente con l’elemento della natura, unica entità generale alla quale sono subordinate tutte le entità particolari, ovvero i fenomeni. Il sistema metafisico conserva dunque tutti i principi di quello teologico ma privandosi della fissità (rigidità di pensiero), del vigore, e della tendenza a semplificare gli argomenti di cui si occupa, conservando lo spirito di generalizzazione. La metafisica secondo Comte, come il sistema teologico, deve esser visto come un modo di pensare retrogrado, poiché dopo aver sostituito alla fine del medioevo il monoteismo teologico, lo stato metafisico con le sue concezioni ontologiche aveva la tendenza a impedire ogni altra organizzazione reale del sistema speculativo e di pensiero, diventando ostacolo di se stesso.

STATO POSITIVO È lo stato finale dell’intelletto umano, in cui lo spirito umano rinuncia alla ricerca e allo studio dell’assoluto, concentrandosi sulle conoscenze veramente accessibili basandosi sull’osservazione. I principi su cui si deve unicamente servire l’intelletto sono i fatti, tutto ciò che non porta all’enunciazione di un fatto non ha un senso reale e tellegibile. I fenomeni osservati direttamente o indirettamente risultano scientificamente efficaci solo dalla loro conformità. L’immaginazione perde la propria importanza è subordina all’osservazione. Dunque l’uomo non si pone più l’obiettivo di studiare le cause e le origini, bensì le leggi: le leggi della natura rappresentano le relazioni costanti che esistono tra fenomeni osservati. L’uomo non può conoscere oltre ciò, prende consapevolezza che non può conoscere il mistero della produzione dei fenomeni ma solo le diverse relazioni tra essi. Soprattutto, lo studio dei fenomeni non è dunque assoluto ma RELATIVO alla nostra organizzazione e situazione, riconoscendo dunque l’imperfezione dei nostri mezzi di speculazione, che non possono raggiungere mai la conoscenze di tutte le esistenze reali. La conoscenza imperfetta dunque che avviene tramite i cinque sensi è RELATIVA. (l’astronomia non può essere studiata da chi è cieco)....


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