Riassunto - come fare una lezione efficace PDF

Title Riassunto - come fare una lezione efficace
Course Didattica generale
Institution Università degli Studi di Verona
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Riassunto del libro "Come fare una lezione efficace"...


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COME FARE UNA LEZIONE EFFICACE (A. Calvani) I fattori del successo scolastico Fattori che rendono un sistema educativo migliore -fattore socioeconomico (stili di vita e modelli culturali e linguistici, atteggiamenti verso la società, visione del futuro, aspettative verso la scuola) - aspettative educative delle famiglie nei confronti della scuola - atteggiamento culturale verso la scuola - istruzione e selezione di insegnanti di qualità (formazione continua, status importante per attuabili in modo coerente per conseguirli. insegnanti, alte aspettative, grande autonomia = valorizzazione insegnanti) - educare per il futuro Il cambiamento della scuola Le scuole si impegnano per cambiare, ma spesso ci sono più fallimenti che successi. Infatti, bisogna indicare con precisione gli obiettivi desiderati, criteri e indicatori di performance e le azioni Cattivi drivers: - fare uso sanzionatorio di accountability - promuovere affermazioni e leadership personali - pensare che la tecnologia risolverà i problemi - impiegare strategie frammentarie e incoerenti La dimensione socioculturale e istituzionale Alla scuola viene chiesto a livello normativo di favorire l’avvicinamento graduale del giovane al sapere sapiente, trasformandolo in sapere insegnabile e prendendosi cura delle azioni necessarie che portano all’acquisizione di questo sapere da parte degli alunni. Ciò avviene tramite la messa punto di una versione pedagogica del sapere, esplicitata e organizzata in quadri normativi di riferimento a cui possono corrispondere implementazioni applicative del “curriculum”. La progettazione di questi dispositivi cambia a livello internazionale con la concessione di maggiore o minore autonomia localmente. La progettazione culturale implica molteplici competenze: saper definire e operazionalizzare gli obiettivi, messa a punto di strumenti di valutazione, selezione di idonee strategie didattiche, diversificazione in funzione delle specificità degli allievi e valutazione di risorse e tempistiche. L’insegnante deve garantire che l’allievo acquisisca il sapere, mobilitando i processi cognitivi interni e favorendo consapevolezza e soddisfazione. La scuola L’influenza che una scuola può esercitare per incrementare gli apprendimenti può essere inficiata da fattori interni che ne rendono debole e contraddittoria l’immagine, sia verso l’esterno e sia verso l’interno. Fondamentale è il rispetto di una deontologia professionale condivisa. I capi d’istituto Un’innovazione non funziona se non trova sostegno dai capi d’istituto e se si sottovalutano gli aspetti di supporto infrastrutturale Vi sono 2 profili principali per quanto riguarda i capi d’istituto: - trasformativo: si dedicano a sollecitare più alti livelli di energia, si immergono in particolari innovazioni per favorire un forte coinvolgimento - istruttivo: mettono al primo posto il clima di apprendimento della classe, cercando di liberarlo dai fattori di disturbo e favorendo un sistema orientato a chiari obiettivi di insegnamento. Il secondo approccio risulta migliore, perché questi capi d’istituto focalizzano l’attenzione sui risultati degli allievi, mettono in condizioni migliori gli insegnanti nelle classi e li spingono ad applicare strategie istruttive mirate che incidono sui risultati scolastici, ad esempio interventi che si ripercuotono sul clima della classe e sulla sua gestione. La gestione della scuola

E’ importante radicare una cultura del management a livello di sistema-scuola, con un complesso di strategie integrate volte a promuovere la responsabilizzazione e garantire un clima positivo in ogni classe. La maggior parte dei problemi relativi al comportamento andrebbe preventivamente trattata con interventi coerenti e ben finalizzati prima che l’alunno entri in aula, con giornate specificamente dedicate. E’ richiesto quindi un impegno unitario della scuola come entità organica e l’applicazione sistematica, continua e coerente di procedure e routine chiaramente definite. L’alunno Ogni personalità ha alle sue spalle una propria storia biologica, psicologica e socioculturale. La diversità va considerata un valore, anche nell’ottica dell’inclusione, all’interno di una filosofia volta a consentire a chiunque di realizzare il massimo delle proprie possibilità. Questo richiede che gli insegnanti compiano adattamenti, modificando i propri interventi in una pluralità di versioni di presentazione dei contenuti, consentendo modalità di apprendimento diversificate e limitando i rischi di rendere dispersiva e ingestibile l’attività in classe. I fattori più rilevanti per conseguire gli obiettivi sono: - le preconoscenze - le aspettative verso la scuola e la conoscenza delle sue regole - l’immagine di sé e della propria autoefficacia - la capacità di concentrarsi e mantenere l’attenzione Ogni insegnante compie continue valutazioni e elabora aspettative sulla classe che ha davanti, le quali favoriscono il loro realizzarsi. Per questo si propone mastery learning, metodologia che muove dalla convinzione che tutti gli allievi possono essere portati a conseguire un traguardo predeterminato con l’assunzione di responsabilità da parte degli insegnanti di condurli a tale risultato agendo sul miglioramento della chiarezza degli obiettivi e su un’adeguata interazione in itinere (feedback). L’insegnante Ogni insegnate è dotato di “cornici mentali”, che rappresentano la sorgente di pratiche didattiche molto diverse e possono fare da fondamento a pregiudizi e a buone pratiche. “Attitudine epistemologica”: idea più o meno statica o dinamica della conoscenza che egli porta con sé. Alcuni docenti pensano che la conoscenza sia qualcosa di univoco e certo, così come l’intelligenza e le abilità, e che fare didattica significhi trasmettere contenuti. Insegnanti più epistemologicamente avveduti hanno una visione più flessibile della conoscenza. Insegnanti poco sensibili alla natura ipotizzante e dinamica delle conoscenza hanno difficoltà a comprendere i processi cognitivi degli alunni, il ruolo delle preconoscenze e degli anticipatori, o l’importanza del confronto , della dissonanza e del conflitto tra punti di vista diversi, o la funzione degli organizzatori grafici. Sembra che le tecnologie non abbiano automaticamente un effetto benefico sull’apprendimento. Per quanto riguarda i comportamenti inadeguati di disturbo, essi vanno sottoposti a interventi di disincentivazione, cercando di alterare il meno possibile il flusso delle attività della classe e mantenendo distacco professionale e rispetto verso lo studente. L’insegnante esperto Le competenze principali che identificano l’insegnante esperto sono: 1. La competenza disciplinare, dato pregiudiziale. A riguardo della sua materia, l’insegnante deve: - saper individuare le conoscenze e le strutture essenziali della struttura dei saperi che deve trattare - avere sufficiente confidenza con i contenuti per poterli decostruire e ricostruire - riuscire a mettere i contenuti in corrispondenza con le preconoscenze degli allievi e a immaginarli in termini di processi cognitivi più superficiali o più approfonditi - saper bilanciare apprendimento nozionale, approfondito, competenze metacognitive e capacità adattive 2. Altre componenti della personalità da formare. La scuola deve contribuire anche a formare caratteristiche più ampie della personalità. 3. Struttura di personalità e atteggiamenti emotivi e culturali di fondo. La professione di insegnanti richiede dei prerequisiti, come la capacità di stabilire un rapporto empatico, di fiducia,

immedesimazione e ascolto, rispetto e accettazione delle diversità, inclinazione a gioco, collaborazione e incoraggiamento. L’insegnante esperto in azione (pag. 40-41) Come formare gli insegnanti? Il modo migliore sembra il coaching, il supporto dato sul campo. Il coach aiuta l’insegnante a interpretare i segnali. Che cosa sappiamo sui metodi didattici efficaci? Hattie ha sintetizzato 800 meta-analisi relative ai risultati educativi di soggetti in età scolare, per individuare i metodi didattici più efficaci. Dagli studi emerge che: - l’apprendimento è facilitato quando le conoscenze sono strutturate attorno ai concetti portanti e ai principi della disciplina - l’apprendimento è facilitato quando gli alunni capiscono bene che cosa devono apprendere e utilizzano ciò che conoscono per costruire nuovi significati - l’apprendimento è facilitato dall’uso di strategie metacognitive che identificano, controllano e regolano i processi cognitivi - la motivazione degli studenti all’apprendimento è influenzata dal feedback che ricevono nel processo di apprendimento - l’apprendimento può essere accresciuto attraverso il supporto di interazioni sociali Strategie o azioni didattiche specifiche E’ importante puntare a obiettivi chiari, condivisi con l’allievo. Dati rilevanti di efficacia vengono dal feedback e dalla valutazione formativa, così come dalle strategie cooperative e da quelle metacognitive. Le strategie basate su inquiry base learning e problem solving learning risultano invece poco efficaci, così come la maggior parte delle implementazioni tecnologiche, con eccezione dei metodi basati su video interattivi. Gli ingredienti fondamentali per un’istruzione efficace possono essere ricercati nell’integrazione tra istruzione diretta, strategie metacognitive in piccolo gruppo, alternanza di ruoli e attenzione all’interazione reciproca. Efficaci risultano anche il feedback di ritorno rivolto agli insegnanti, il fattore di chiarezza dell’insegnante e il feedback allo studente. Modelli e principi d’istruzione I modelli di istruzione più efficaci rimangono quelli ricettivi e direttivi rispetto a quelli esplorativi. Altra azione didattica efficace è la pratica. Attività didattiche più valide: istruzione diretta, soprattutto se orientata a insegnare proceduralmente passo passo. Anche l’approccio “success for all” è importante. Componenti istruttive più efficaci: attenzione a sequenzializzare e ripetere, suddivisione delle informazioni in parti, regolazione della difficoltà del compito con suggerimenti o altre facilitazioni, pratica ripetuta di esercizi e modellamento schematico, uso di piccoli gruppi interattivi con impiego di strategie metacognitive. Inoltre occorre: - rendere trasparenti gli obiettivi - fissare criteri visibili di successo - definire obiettivi sfidanti - fornire feedback formativi - creare un clima che accoglie favorevolmente l’errore LE COMPONENTI FONDAMENTALI DI UNA LEZIONE EFFICACE Fase di preparazione 1. Aver chiaro l’obiettivo da conseguire. Una lezione richiede un momento preventivo di preparazione, uno svolgimento interattivo e una ricapitolazione conclusiva. La cosa più importante di tutte è la chiarezza circa l’obiettivo che si vuole raggiungere (a quale punto di arrivo vuoi portare i tuoi alunni e di quali prestazioni concrete dovranno essere capaci al termine dell’intervento). L’obiettivo non si identifica con il tema o l’argomento della lezione.

Inoltre, bisogna operazionalizzare gli obiettivi, abbinare alla loro indicazione linguistica lo strumento di valutazione o le concrete soglie di performance per mezzo delle quali si potrà stabilire se l’obiettivo è stato raggiunto o no. La comprensione degli obiettivi riguarda anche l’alunno. Tre tipologie di obiettivi cognitivi: - conoscenze di superficie: nozioni, fatti, principi e procedure da ripetere che devono essere identificati e ricordati. - conoscenza approfondita: richiede un’attività cognitiva di livello superiore: saper applicare e stabilire relazioni e analogie tra le nozioni, avanzare ipotesi o estrapolazioni, scomporre e ricomporre modelli o distinguere fatti da interpretazioni. - conoscenza generativa: alcune conoscenze posseggono una maggiore capacità generativa, si presentano con un più alto grado di trasferibilità. 2. Saper predisporre la presentazione andando oltre la modalità orale E’ importante attrezzarsi per una declinazione variata dei contenuti e delle forme espressive da sollecitare per venire incontro alle diversità che ha dinanzi a sé. Risulta particolarmente efficace accompagnare la presentazione con supporti visivi (anche per aiutare alunni con difficoltà linguistiche). 3. Saper immaginare preventivamente i possibili punti critici Revisione delle possibili difficoltà e imprevisti. Un insegnate deve organizzarsi in modo da interrompere l’esposizione prima che cominci a generarsi uno stato di stanchezza diffusa. Inoltre, necessita di esercitare una forte “presenza” nella classe, tenendo sotto controllo gli allievi più facilmente inclini alla distrazione, parlare scandendo le parole, dare enfasi ad alcuni termini, mantenere i tempi e ricordarsi di concludere la lezione richiamandone il senso e fornendo indicazioni per allacciare quanto appreso agli apprendimenti curricolari. Avvio 1. Predisporre l’ambiente e mostrarsi capace di “entrare in situazione” Quando l’insegnante entra in aula l’ambiente deve essere in ordine, il materiale e gli strumenti devono già essere predisposti e l’insegnante deve ottenere l’attenzione degli alunni. E’ importante il modo in cui l’insegnante entra in classe, soprattutto la prima volta, perché i gesti implicano dei significati dai quali dipende il sistema di regole che si viene stipulando con gli alunni. Dimostrare attenzione all’ambiente e alle condizioni che si generano comunica alla classe i ruoli di ciascuno. 2. Focalizzare su di sé l’attenzione L’avvio di una lezione dovrebbe essere breve, l’insegnante deve essere conciso e preciso nel fornire alcuni elementi di riferimento. E’ importante rafforzare le “intenzioni di apprendimento” degli alunni, mostrando con chiarezza gli obiettivi, mettendo subito gli alunni in una situazione che consenta loro di conseguirli e fornendo loro un adeguato feedback. - L’attenzione Bisogna evitare il sovraccarico cognitivo. L’attenzione richiede una selezione/evidenziazione degli stimoli che vanno messi al centro dell’attività mentale dell’allievo. Ciò diventa più facile se gli alunni si aspettano un’attività. - La curiosità Alcuni espedienti per stimolare la curiosità sono ad esempio ricorrere ad un problem solving, ponendolo al centro della lezione e dell’obiettivo di apprendimento. Essa però va mantenuta nel tempo, affidando compiti sfidanti in contesti di apprendimento in cui l’allievo si senta coinvolto e supportato. 3. Attivare le preconoscenze degli alunni e rendere chiaro l’obiettivo L’insegnante deve considerare condizioni di partenza dell’allievo e quali possono essere i punti critici e le difficoltà. Il ragazzo arriva all’apprendimento con alcune caratteristiche personali in termini di linguaggio, capacità di attenzione, autoefficacia, autostima, autoregolazione e aspettative

dalla scuola. Un ruolo fondamentale è svolto dalle preconoscenze, la loro attivazione è un fattore di considerevole incidenza sul risultato. Ogni allievo possiede già concetti e idee, che vengono via via riviste e ristrutturate durante la crescita cognitiva. Le nuove conoscenze in arrivo devono essere riconosciute, organizzate, collocate all’interno degli schemi concettuali esistenti ed eventualmente effettuare una ristrutturazione degli schemi (in caso di conflitti). - L’anticipazione “anticipatori”: un tipo di scaffold (impalcatura) preliminare che offre in forma comprensibile una prima idea di quelli che saranno i punti essenziali da acquisire, mobilitando nell’allievo le preconoscenze che potranno servire per una comprensione immediata, cui seguiranno ristrutturazioni più ricche di dettagli. Svolgimento: aspetto comunicativo 1. Presentare le informazioni in più codici comunicativi e adattare la comunicazione linguistica Non è più possibile basare le lezioni solo su un codice orale, in quanto oggi è presente la sfida dell’inclusione, cioè la necessità di realizzare un’istruzione che possa essere efficace per tutti. Emerge quindi la necessità di avvalersi anche di codici comunicativi diversi dalla parola, allestendo integrazioni o comunicazioni parallele. Universal Design for learning. L’attenzione va spostata sulla comunicazione corporea e su quella paralinguistica, a cui va aggiunta la semplificazione della comunicazione linguistica. Importante anche la comunicazione visiva. - Comunicazione corporea Il volto e lo sguardo sono mezzi rilevanti per mantenere il controllo della classe e per la gestione del feedback. In aula si dovrebbe cercare di posare lo sguardo su tutti gli allievi, affinché ognuno percepisca di essere tenuto in considerazione. - Linguaggio orale Nell’esposizione orale hanno grande importanza il tono, il ritmo e le pause della voce. Regolazione del volume: ruolo importante per garantire una buona fruizione a tutti. Deve essere gestita una lieve regolazione del tono nei momenti in cui si vuole esercitare un’azione contrastiva verso fattori di disturbo o richiamare l’attenzione su aspetti rilevanti. - Linguaggio scritto L’insegnante deve intervenire con opportune manipolazioni adattive sulla comunicazione scritta. La comprensione di un testo può essere facilitata attraverso varie operazioni, come: scomporre il testo in frasi brevi, scorporare e trattare preliminarmente alcuni termini o passi difficili, sollecitare le preconoscenze degli alunni, anticipare il senso del testo con una breve sintesi utilizzando un linguaggio più semplice o uno schema grafico. 2. Avvalersi delle possibilità facilitatrici della comunicazione visiva - Comunicazione supportata da immagini Questa è una delle modalità integrative della comunicazione linguistica più versatile e promettente e assume particolare rilevanza in una didattica inclusiva. Le immagini possono essere classificate secondo i criteri di staticità e realismo. Realismo: rappresentazioni che conservano uno stretto e coerente rapporto con l’oggetto rappresentato. Realismo adattato: si mantiene un discreto rapporto con il referente concreto, ma si operano specifiche modifiche. Simbolizzazione: il referente stesso non ha più una riconoscibilità diretta e la rappresentazione si attiene alle regole di un codice convenzionale. L’immagine può supportare l’attenzione, attivare o costruire preconoscenza, minimizzare carico cognitivo, aiutare a costruire modelli mentali e favorire una comprensione profonda, aiutare il trasferimento dell’apprendimento, supportare la motivazione. - Integrare parola e immagine statica L’integrazione più efficace per presentare nuovi contenuti risulta quella che integra parlato e immagine statica. Tra essi deve sussistere una pertinenza o complementarietà integrativa. - Implicazioni emotive della comunicazione Humor

Può risultare importante per migliorare il clima interpersonale di una classe, ridurre lo stress e favorire processi creativi. Ma no usi inappropriati (come sarcasmo) Passione ed entusiasmo Tratti comportamentali propri del docente in cui la valenza emozionale e quella cognitiva si coniugano strettamente, in modo da esercitare un contagio positivo sulla classe, che si identifica e accetta il coinvolgimento nel compito. Passione e entusiasmo vengono veicolati attraverso il piacere che manifesta, il suo sapersi mettere nei panni dell’alunno, il suo riuscire a comunicare qual è il passo più adatto per avvicinarsi all’obiettivo. Si trasmettono attraverso l’espressività fisiognomicogestuale e il contatto oculare. 3. Evitare il sovraccarico cognitivo e dare massima evidenza alle conoscenze di maggior rilievo Bisogna cercare sempre l’essenzialità, la chiarezza e la concisione dei messaggi veicolati. Inoltre, conviene eliminare ogni elemento testuale, visivo o auditivo che sia estraneo dal compito o che possa distogliere da informazioni rilevanti. E’ fondamentale diminuire il carico cognitivo estraneo, aumentare quello rilevante e intervenire per regolare quello intrinseco.

Svolgimento: aspetto cognitivo e strategico 1.Immaginare i cambiamenti che subentrano nella mente degli alunni sotto forma di processi cognitivi L’insegnante deve far emergere le preconoscenze dello studente, spingerlo a discuterle e valutarle, cercare punti di accordo o conflitto tra queste e conoscenze da apprendere, di incoraggiare a guidare il cambiamento cognitivo rendendone l’allievo consapevole. Questo accade solo in caso di apprendimento significativo e non meccanico. Solo in questo caso le preconoscenze vengono coinvolte. E’ fondamentale che l’attività educativa rivolga attenzione ad accompagnare il processo di mobilitazione delle preco...


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