Riassunto completo di Aspettando Beatrice di L. Pertile PDF

Title Riassunto completo di Aspettando Beatrice di L. Pertile
Author Victorine Barbereau
Course Letteratura e critica dantesca
Institution Università di Bologna
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Riassunto completo ...


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Aspettando Beatrice - L. Pertile I segni che precedono l’apparizione di Beatrice appartengono a due ordini storici diversi: - la microstoria del personaggio Dante - la storia dell’umanità intera Ci sono cinque citazione (quattro bibliche e una virgiliana) in tutto il racconto che servono a generare l’atmosfera di attesa entro la quale si manifesterà Beatrice, e con lei i grandi riti simbolici della storia della Chiesa. 1. Cartigli

Paragono della funzione dei citazione con i cartigli Nel tardo-medievali, quando i miniatori volevano rappresentare sulle carte qualche personaggio, episodio o evento sacro, dipingevano in mano alle loro figurine dei cartigli su cui stilavano parole che dovevano supplire alla schematicità dell’innografia. Per esempio nella Bibbia di Saint-Bertin, la grande lettera L, con cui inizia il vangelo di Matteo, contiene una miniatura che rappresenta l’albero di Jesse, con un angelo che rappresenta Matteo. Tutte le figura presente hanno dei cartigli. Si racconta dentro tutta la storia sacra precedente nella quale Christo vive come promessa. Da vita a una vera e propria sacra rappresentazione. Questo potrebbe illuminare i presupposti esegetici su cui Dante si fonda nella costruzione del suo dramma.

- hanno il duplice compito, drammatico e didascalico di far parlare le figure mute della processione, cioè di creare un dramma liturgico, e di guidarci a riconoscere il significato sollecitando la norma memoria inter testuale. - ha valore estetico : attraverso la citazione, il lettore e il personaggio-poeta viene informato sulla natura della sacra rappresentazione nella misura in cui è coinvolto. - sono disposte nel testo secondo un ordine che va dalla più semplice e generica (Osanna) alla più complessa e specifica (Manibus date lilia plenis) —> più peregrina è la citazione e più sarà carica di significato la sua presenza nel testo. - sono tutte parole di saluto o invito rivolte a qualcuno che sulla scena della rappresentazione ancora non c’è ma sta per giungervi. In due casi il verbo «!venire!» è presente —> In che misura le cinque citazioni contribuiscano a qualificare la natura della sua apparizione? 1. 1. «!Osanna!» Nel sogno che nella Vita Nova preannuncia la morte di Beatrice, pare a Dante di vedere una moltitudine di angeli che risalgono in cielo cantando a gloria Osanna in excelsis. Poi Dante vorrebbe dire «!benedetta sei tu!» ma non lo può perché si sveglia. Le due parole Osanna e Benedicta associate con l’ascesa di Beatrice in cielo ritornano nel Purgatorio: quando Beatrice sta per discendere di nuovo sulla terra a far beato il personaggio-poeta. Prima parola che Dante riconosce nel Paradiso terreste (Pg-XXIX-51) fra quelle di un canto che dapprima ode solamente senza poter vedere chi sia a cantare. —> segno che l’evento che sta per aver luogo è ad altissimo coefficiente di sacralità

Si interpreta Osanna nel senso di una generica esclamazione di giubilo: il poeta è attento a mantenere il parallelismo tra evento visivo e evento sonoro. 1. 2. «!Benedicta!» Pg XXIX - I ventiquattro seniori cantano «!Benedicta tue / ne le figlie d’Adamo e benedette / siano in eterno le bellezze tue!!» Benedicta viene dell’Ave Maria: il primo cartiglio allude all’Incarnazione, il secondo evoca il «!veicolo!» di essa, Maria Vergine, figli di Adamo. Beatrice sarebbe come Maria? 1. 3. «!Veni, sponsa, da Libano!» Quando il sacro corteo si arresta dirimpetto a Dante, i ventiquattro vegliardi, che impersonano i libri dell’Antico Testamento, si svolgono verso il carro, e uno di loro grida cantando tre volte «! Veni, sponsa, da Libano! », subito imitato dagli altri. Invito di carattere nuziale. Ma visto che Dante e Beatrice sono finalmente sul punto di ritrovarsi, è possibile che ci sia un’altro senso che nuziale? Dove siamo nel racconto: - ci troviamo nel giardino dell’Eden - sappiamo che Beatrice sta per arrivare: ce l’ha annunciato esplicitamente Virgilio - è apparsa Matelda, che ritarda l’apparizione di Beatrice ma acuisce la nostra attesa di lei - l’apparizione di Matelda è cantata con in registro stilnovistico, ci riposta alla gentilissima della Vita Nova Diverse signifiante per Libano. I lettori medievali interpretavano la citazione come che il processo di «! imbiancamento! » (purificazione) era terminato e che l’anima del pellegrino poteva finalmente congiungersi allo Sposo. Però, pur avendo superato il Purgatorio, Dante non ha ancora completato tutti i processi di purificazione : non c’è dubbio quindi che il poeta incoraggio questa attesa. Allo stesso tempo i segnali del testo puntano anche in altre direzioni: Dante rimane per ora di là dal fiume e non è lui l’oggetto d’attenzione dei seniori. Ma chi sarà allora la Sposa alla quale è rivolto la citazione? - potrebbe essere la Chiesa: quella che nel dramma sacro non è ancora ma diventerà Chiesa, quando il grifone la legherà alla pianta, celebrando così le sacre nozze. - secondo gli interpreti moderni la Sposa è Beatrice: apparirà fra poco sul carro. Ma sarebbe strano applicare un verso battesimale a un’anima già beata. Dante procede allusivamente, come d’altronde è di rigore nella letteratura profetica. Riassunto: - il poeta, terminato il processo di purgazione del pellegrino, fa cantare ai sensori il versetto del Cantico - introduce il carro e subito dopo udiamo il grido della citazione - fa cantare il versetto sacro e subito dopo apparire Beatrice sul carro: salutata dal sacro coro è dunque Beatrice, l’amata di Dante, ma nel suo ruolo di anima beata, Sposa di Cristo, Chiesa spirituale, analogo della Vergine Maria 1. 4. «!Benedictus qui venis!» e «!Manibus date lilia plenis!» A differente dagli altri, queste due citazione compaiono in coppia:

- la prima viene dal saluto della folla che acclama Gesù al suo ingresso in Gerusalemme la domenica delle Palme.

- la seconda è il lamento con cui Anchise piange nell’Esilio virgiliano la futura morte del giovane Marcello. Ne risulta una messa del tutto inedita: agli angeli Dante mette in mano due cartigli, l’uno sacro e l’altro profano, che segnalano due stati d’animo simultanei e contrari: uno di gioia e l’altro di dolore. //Sant’Ambrogo è l’unico precedente letterario a fare questo tipo di combinazione. Come Dante, ricorre al testo virgiliano per ottenere un certo effetto poetico, ma allo stesso tempo lo supera vincendo l’irrimediabile tristezza del classico con la nuova fede in Cristo. Tutti questi elementi intertestuali sembrano preparare il lettore all’apparizione di Cristo, e infatti, è Beatrice che appare. Le citazione alludono nel loro insieme a cinque tappe della vicenda terrena di Cristo. —> Beatrice non appare come «!figura!» di questa vicenda, ma come testimone di essa, cioè come ministra e sacerdotessa di Cristo, e quindi sua sponsa, anche poeticamente assai più vicina alla figura della Vergine che a quella di Cristo. Le invocazioni sono dirette a lei nella misura in cui in lei si incarna e per lei si tramette la verità della rappresentazione. 2. L’alba Arriviamo finalmente al momento in cui Beatrice appare come un sole nascente (XXX;22-39) Di solito, la similitudine del sole nascente è usata per l’apparizione di Cristo, ma Dante l’usa diversamente, paragonando Maria al sole mattutino. (Par XXXI; 118-129) Beatrice sarebbe insomma come Maria? 3. L’ammiraglio e la donna forte Non ci aspettiamo che da un momento all’altro appaia Beatrice, ma che appaia «! beata e bella! » nelle vesti di madonna dello stilnovo. Il poema ci ha incoraggiati anche ad aspettarci che si concluda qui romanticamente la quête amorosa del nostro eroe. Invece, quando finalmente si mostra, Beatrice assume una posizione d’intransigente dominio su Dante. Beatrice passa di «!gentilissima!» a «!ammiraglio ». E’ uno dei colpi si scena più drammatici di tutto il poema. Fa parte del progetto comico del poema. Per la Commedia, bisognava una Beatrice differente della Vita Nova, nuova, maturata attraverso le esperienze di un lunghissimo e densissimo simbolico decennio. Da queste esperienze nasceva il poema, anche le esperienze di Dante. Senza gli errori di Dante questa seconda Beatrice non esisterebbe né avrebbe ragione di esistere. —> In altre parole, che alto è la Beatrice della Commedia se non la coscienza di quella crisi e del suo superamento comico? Ma perché ammiraglio? Modello analogico nel Cantico dei Cantici: la «!beatissima!» Sposa appare appunto «!quasi aurora, bella come la luna, eletta come il sole! », ma pure, subito dopo, «! terribile come schiera di campo ordinata a battaglia!». E’ dunque una Beatrice «!adempiuta!» rispetto all’antica, cioè, quanto al suo ruolo nella Commedia, abilitata a guidare Dante alla felicità celeste, cosi come il Virgilio dantesco è figuralmente «! adempiuto! » rispetto al personaggio storico, cioè in grado di guidare il pellegrino alla felicità terrestre. Ai due personaggi corrispondono rispettivamente i concetti danteschi di Chiesa e Impero.

All’altezza del canto XXVIII del Purgatorio, Dante personaggio e il lettore si aspettano che appaia Beatrice. Il poeta invece mette in scena un personaggio, più tardi chiama Matelda, che anticipa e precorre Beatrice, a cui apparizione viene cosi differita per due canti. —> Ma qual è il rapporto fra i due personaggi? La similitudine dell’ammiraglio nasce, ci sembra, interdiscorsivamente, sulla via dell’immagine tipica della donna forte che la Bibbia paragona alla nave e l’esegesi al pilota della nave. Innalzi Beatrice al massimo grado della marina militare. Ma il duplice processo di maschilizzazione e militarizzazione è in sostanza quello stesso che il poeta recepiva dalla tradizione della munire fortis. Del resto il carro della Chiesa è anche, per tradizione metafora, nave. La costruzione del paradiso terrestre come locus amoenus nel canto XXVIII del Purgatorio avviene nell’ambito dei riferimenti culturali della poesia e stilnovista con la passerella inscenata da Dante e Matelda. Ma come il canto è pausa e prologo, cosi il luogo poetico che esso descrive è luogo di transizione che Dante deve superare e lasciarsi dietro. Poi i canti sono una cosa ben diversa, una sorpresa scioccante, perché più intimamente originali e impegnati sul fronte ideologico. Virgilio sparisce, perché davanti alla sacra rappresentazione sarebbe inutile; al suo posto appare Beatrice. Però prima di lei abbiamo Matelda. Matelda Matelda è tra Virgilio e Beatrice, tra terra e cielo, tra azione e contemplazione, trae Impero e Chiesa. Ma Matelda è anche il fantasma della Beatrice di un tempo, della Beatrice alla quale non si ritorna più. E’ un addio alla Beatrice della Vita Nova, cioè alla possibilità di trovare compiuta gioia al di qua del rio, nell’amore terreno, per quanto depurato d’ogni storia. 4. Al servizio di un’idea Una volta terminato il processo a suo carico, Dante viene tratto dall’altra parte del fiume. Con questo nuovo battesimo si completa la riconciliazione tra Beatrice e il suo amico, e la processione può ripartire. Quando il corteo giunge presso alla «! pianta dispogliata! », Beatrice scende del carro per riapparire sono top la miracolosa rifioritura della pianta in seguito alla quale Dante s’era magicamente assopito. La scena ci riporta dal tema della radice di Jesse da cui eravamo partiti: sembra anzi esserne una limpidissima rappresentazione pittorica, con Beatrice seduta sulla radice della pianta rinnovata e il grifone in alto, seguito dai suoi profeti. Ancora della allusione alla madre, quindi Beatrice sarebbe ancora come Maria? In realtà la Beatrice del paradiso terrestre è una figura in cui si coniuga il tipo dello sponsus con quello della sponsa, la figura di Cristo con quella di Maria. In quanto beata, Beatrice vive in Cristo e Cristo in lei. Beatrice è dunque la stessa di un tempo ma, morendo, è cresciuta, si è adempiuta, ha realizzato nella Commedia, grazie alla manipolazione del suo creatore, quell’essere miracoloso di cui nella Vita Nova, era figura. E’ certo la Beatrice terrestre amata da Dante; ma è anche un’altra, cioè colei che, assurta in cielo, parla con l’autorità di Cristo perché ne è per sempre sposa, ammessa alla sua visione e alla sua intimità. La Beatrice del poema è un personaggio al servizio di un’idea....


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