Riassunto Copisti e Filologi Reynolds L. Wilson N PDF

Title Riassunto Copisti e Filologi Reynolds L. Wilson N
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Foggia
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Riassunto manuale copisti e filologi di reynolds wilson...


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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.)

1. L’antichità 1. I libri antichi Per meglio ripercorrere le tappe dello sviluppo della letteratura classica bisogna

ai primi secoli dell’era cristiana la pergamena non ebbe un gran uso i primi esempio sono frammenti dei Cretesi di Euripide e di Sulla falsa ambasceria di Demostene. Infine bisogna notare che il testo era per il lettore molto più difficile da interpretare per vari motivi: - Non esisteva la punteggiatura

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Mancava la divisione delle parole Il sistema di accentazione non fu inventato fino al periodo ellenistico e divenne d’uso comune solo nel Medioevo L’alternarsi degli interlocutori nei testi drammatici non veniva indicato al massimo lo si faceva con una lineetta orizzontale all’inizio di un verso con due punti

nemmeno capo bibliotecario compilò una sorta di guida bibliografica i Pinakes per tutti i rami della letteratura greca. Vi era però un problema e cioè che i testi copiati a mano erano facilmente soggetti a corruttele in molti passi non si riusciva più a capire ciò che l’autore volesse intendere e in altre copie che confluivano al Museo vi erano numerose divergenze. L’incentivo a

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) sistemare il testo condusse ad un progresso culturale nei metodi filologici. In tal caso possiamo notare chiaramente quali influenze esercitarono gli studiosi del Museo nelle opere circolanti, per esempio in alcune copie di Omero il testo è nettamente diverso da quello ora normalmente stampato. Probabilmente meno gravi invece sono le discrepanze in altri autori, quello che è certo è che gli Alessandrini fecero di tutto per preparare un

La maggior parte di questo profilo della filologia alessandrina riguardava Omero ma apportò migliorie anche a: - stabilire il testo della commedia e della tragedia - invenzione della colometria da parte di Aristofane di Bisanzio - numerosi trattati su vari aspetti del teatro

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sono fioriti gli ‘argomenti’ con il sunto della trama messi all’inizio delle opere scoperta di versi mutati o aggiunti nelle tragedie da parte degli attori, interpolazioni piuttosto numerose edizioni della commedia, di Pindaro e dei poeti lirici.

E’ chiaro che alcune opere ebbero poi più fortuna di altre, la poesia nazionale di Nevio ed Ennio fruì certamente di una posizione privilegiata, mentre la prosa fu meno privilegiata, di Catone c’è giunta per via diretta soltanto il De agri cultura e anche questo pare che sia parecchio modernizzato e sfigurato; e sembra che non fosse in circolazione nemmeno un corpus dei discorsi catoni anni ai tempi di Cicerone che sembra averne di sua spontanea

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) raccolto almeno 150. Mentre per quanto riguarda i testi drammatici, lì la situazione diveniva più complicata poiché ad esempio Plauto era molto famoso e dunque le aggiunte spurie erano più facili, sappiamo infatti che circolava 130 commedie plautine. Mentre per Terenzio la cosa fu diversa e ristretta solo a poche commedie. Ciò che abbiamo della letteratura latina dei primi secoli sembra essere dovuto più che altro

28 a.C sul Palatino ed una non molto dopo nel Campo Marzio; una delle più rinomate fu la Biblioteca Ulpia fondata da Traiano (è ovvio che il mecenatismo favorì la filologia e la letteratura). L’insegnamento secondario a Roma era impartito dal grammaticus e consisteva nella lettura e interpretazione delle poesie; la prosa era invece più di competenza del rhetor. Un

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) progresso importante fu iniziato nel 26 a.C da Cecilio Epirota che istituì l’uso di studiare Virgilio nel normale programma scolastico, questo ingresso ovviamente fu ai danni di Ennio. Da allora un Orazio o un Ovidio vedevano i loro componimenti passare i sui libri scolastici prima della loro morte. Due erano gli autori più studiati Virgilio e Terenzio, mentre per la prosa Cicerone e Sallustio.

fioritura dei commentari e degli scoli; i più famosi sono Acrone e Porfirione per Orazio, poi Servio e Donato il quale fu anche autore di due grammatiche l’ Ars minor e maior e le Istitutiones grammaticae. Vanno poi ricordate due compilazioni il De compendiosa doctrina di Nonio Marcello e il De nuptiis un racconto allegorico sulle sette arti liberali che compaiono come damigelle al

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) matrimonio di Mercurio e la Filologia. Verso la fine del IV sec si stabilizzarono le arti liberali che furono sette e furono trasmesse così al Medioevo. 8. Dal rotolo al codice Fra il secondo e il quarto secolo si compì una rivoluzione fondamentale per la storia dei

nostalgicamente l’alta società pagana del passato prima che quel mondo franasse attorno a loro discutendo delle minuzie della vita e della letteratura romana. Le grandi famiglie romane della tarda antichità che professavano entrambe le religioni perseveravano nel difendere la loro tradizione mentre i barbari riversavano a ondate nell’Impero.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) I cristiani erano fondamentalmente contrari alla letteratura latina, alla poesia che era politeista e parlava del padre degli dei in modo non edificante e immorale spesso, alla retorica che professava una facilità di parola e di pensiero che non poteva avvicinarsi agli ideale Cristina e pure i filosofi contenevano pensieri e parole tutt’altro che vicini alla fede religiosa. D’altro era innegabile il debito che i cristiani avevano nei confronti dei classici.

ispiratore per molto tempo fino ai bizantini. Questo ebbe come conseguenze: - Comunque i classici attici venivano studiati nelle scuole e quindi sorgeva l’esigenza di farne molte copie - La ricorrenza di alcune parole non attiche in alcune opere spingeva alla ricerca e molto spesso furono scovate opere spurie

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Molti studiosi però incontrando parole non attiche le correggevano con il corrispettivo, ciò si vede in opere come gli Idilli di Teocrito o nell’opera di Senofonte.

2. La chiesa cristiana e gli studi classici

simili organizzazioni fu creata dal moltiplicarsi degli uffici civili romani nel IV sec che richiedevano funzionari ben preparati, come confermò un editto di Costanzo. Nelle scuole continuò lo studio della poesia classica e dell’oratoria, i lavori dei primi scrittori atticisti erano guardati come modelli da imitare alla stessa stregua di quelli arcaici e così la cultura letteraria si sostenne per qualche tempo contro le rivendicazioni di altre discipline. Una per

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) una in seguito le scuole decaddero o vennero chiuse tanto che alla metà del VI sec rimanevano soltanto Costantinopoli ed Alessandria. L’accento riposto sulla retorica e sull’atticismo non favorì certo la filologia come la intendiamo noi oggi, il lavoro riconosciuto in questo periodo fu solo la riduzione di antichi commentari a scolii che vennero posti ai margini del testo invece che in libri separati; alcuni lavori su Demostene e

egli parla spesso sulla competenza linguistica di questi uomini che lavoravano spesso su manoscritti corrotti e illeggibili. Bisogna infine menzionare le traduzioni in armeno le quali cominciarono senza dubbio sotto l’impulso della Chiesa e dopo i testi sacri furono tradotti anche testi profani e letterari come alcune opere di storici, di Callimaco e di Euripide.

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5. La rinascita del nono secolo I primi veri frutti della filologia bizantina apparirono a partire dal IX secolo quando nel 863 il Cesare Barda fece risorgere l’università imperiale fondando nella capitale una scuola che era diretta da Leone, un raffinato filosofo e matematico. Il temperamento di questo

Esistono per altro parecchi volumi della biblioteca di Areta e si conoscono copie derivate da altre perdute, quelle che possediamo sono capolavori di calligrafia si pergamena di fine qualità. Sappiamo infatti che Areta commissionava codici a scribi di professione e giungono così a noi opere di Platone, Euclide, Aristotele e alcuni scrittori cristiani.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) 6. Il tardo periodo bizantino Con la morte di Areta inizia un periodo dove diventa sempre più difficile identificare studiosi e bibliografi eminenti. L’attività dell’erudito imperatore Costantino VII Porfirogenito diede qualche stimolo alla cultura, egli stesso compose vari trattati di politica. Egli non svolse da solo quest’attività ma ebbe degli aiuti di cui però non sappiamo

cui si spese molto se pensiamo che solo il commento al primo verso occupa circa 10 pagine. Due minori contemporanei di Eustazio furono Giovanni Tzetzes che si occuopò di tre commedie di Aristofane, Esiodo e in parte di Omero; e Michele Coniate che era l’orgoglioso possessore dell’Ecale di Callimaco.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) Dopo il 1204, con la presa e il sacco di Costantinopoli della quarta crociata, furono causati gravi danni alle biblioteche, furono infatti distrutti i testi sopra menzionati. Mentre la capitale era occupata dai Franchi e la Grecia era divisa tra i baroni occidentali, gli imperatori Giovanni Duca Vatatzes e Teodoro Lascaris si occuparono di promuovere scuole e biblioteche così fondarono una vera e propria istituzione secondaria.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) 3. L’occidente Latino 1. L’alto Medioevo Il sesto secolo vide il crollo finale di ciò che rimaneva dell’Impero Romano d’Occidente. In Italia il governo di Teodorico si distinse per Boezio e Cassiodoro, ma fu seguito dalla

un certo astio verso le opere pagane , si sentiva più a suo agio nelle opere neutre di scoliasti e compilatori. Il periodo che va dal 550 al 750 fu un vero e proprio periodo buio per i classici latini che essenzialmente non vennero più ricopiati. Il destino dei libri dell’antichità molto spesso fu

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) quello di essere raschiati via per fare spazio a testi che in quel momento erano più richiesti, non c’era effettivamente interesse a leggerli. 2. Irlanda e Inghilterra Un nuovo movimento cultura era già iniziato in Irlanda, paese di cultura latina fino al tardo

errori compiuti per una cattiva interpretazione delle lettere o abbreviazioni peculiari mal riportate.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) 5. La rinascita carolingia Il rifiorire dei classici alla fine dell’ottavo secolo e all’inizio del nono si svolse sullo sfondo di un impero riconosciuto che si estendeva dall’Elba all’Ebro, saldato da un’unità politica e spirituale grazie ad un imperatore e la benedizione di Roma. Il movimento culturale comunque mantenne il suo impeto nel nono secolo e sopravvisse nel decimo.

sullo spostamento dei libri. L’uso di copiare codici nell’impero di Carlo Magno si diffuse rapidamente in ogni luogo e in ogni direzione. Tutti gli esemplari di antichi manoscritti venivano trasformati in copie minuscole e queste presto generarono discendenti ramificando si in complessi schemi. La

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) diffusione di questi testi portò inevitabilmente il contenuto di queste biblioteche ad essere un pò monotono. Se si dovesse fare un inventario dei classici disponibili alla fine del nono secolo risulterebbe che alcuni autori erano solidamente legati alla tradizione letteraria e scolastica e quindi a Orazio, Virgilio, Lucano, Terenzio e Sallustio, mentre meno considerati erano Marziale,

Vichinghi, Saraceni e Ungheri; intere regioni furono devastate e le molte discordie interne condussero nell’843 ad un scissioni in tre separate unità politiche. Nonostante questo il sistema di studi carolingio aveva impeto sufficiente a marciare finchè una nuova età fosse in grado di raccogliere la tradizione classica e sfruttarla più intensamente.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) Il X secolo fu veramente un periodo di transizione in cui si verificò un abbassamento generale del livello di cultura e un calo nella produzione di manoscritti classici. Tuttavia tra gli studiosi di questa età ce ne furono due davvero rilevanti: - Raterio dal carattere impetuoso e dalla lingua feroce che aveva imparato bene dai satirici latini e che contribuì al rendersi insopportabile al clero. Richiama la nostra

egli stesso si curò di arricchire e fu uno dei primi ad approcciarsi con l’Apocolocyntosis di Seneca e con le Epistole dello stesso. Il suo particolare campo di attività era quello di cercare testi affini e riunirli, ne è un buon esempio una silloge storica con Vegezio, Frontino ed Eutropio.

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Giovanni di Salisbury come stilista non ebbe rivali in tutto il Medioevo, assimilò una gran quantità di letteratura patristica. Le sue letture preferivano Cicerone, Seneca e Valerio Massimo, straordinaria fu la sua conoscenza del testo superstite di Petronio. Will invece va comunque ricordato perchè concepì l’ambizioso progetto di riunire tutto Cicerone in un solo volume ed effettivamente ci riuscì e fu un importante

L’Italia era stata per ogni riguardo un paese bilingue, ma con il declino dell’impero greco questo cadde in disuso, eccetto che nell’estremo sud della penisola e in Sicilia, colonie elleniche. Si sa che il monastero di Cassiodoro ebbe un nucleo di testi greci ma non c’è traccia che questo abbia contribuito alla conservazione della lingua nel resto dell’Europa occidentale; cos’ divenne un traguardo estremamente raro nel Medioevo.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) Per un breve periodo nel IX secolo si manifestò un certo interesse per il greco, resistono ancora alcuni manoscritti biblici bilingui che si pensa provengano dallo scriptorium di S. Gallo. Nel XII secolo la quantità di testi tradotti era sensibilmente aumentata per merito di due personaggi Burgundio da Pisa e Giacomo Veneto. Così un pò meglio conosciute sono le

di una cultura urbana e una classe di professionisti che potevano permettersi di coltivare i propri interessi classici pur essendo parte della vita cittadina. Così gli scrittori di Roma furono ripresi non solo come materia di studio ma anche come base d’eloquenza; proprio questa padronanza della lingua latina permise agli uomini del Rinascimento da far colpo sui loro pari, distinguendosi e dando l’impulso ad una stagione

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) di studio più appassionato e globale della vita antica nel sentimento nostalgico di identificarsi con gli ideali degli uomini e del mondo antico. Infine sottolineano come la letteratura fu emancipata dal ruolo a cui era stata malamente ridotta, l’umanesimo infatti ebbe un carattere profano e contribuì all’insegnamento laico in Italia.

3. Il consolidarsi dell’umanesimo : Petrarca e la sua generazione Bisogna ricordare lo splendore con cui Petrarca (1304-74) fa la sua comparsa nel mondo dell’Umanesimo. Egli fu infatti un uomo e un poeta i cui orizzonti furono più vasti di quelli di chiunque altro e la sua influenza si estese nella maggior parte dell’Europa occidentale,

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) egli ebbe l’intuizione e l’abilità di unire i due fili esistenti dell’umanesimo, quello letterario e quello filologico; si spinse così oltre da far rivivere attraverso il diaframma di una società prettamente cristiana gli splendori di quella Roma pagana. Fu una fortuna per Petrarca che proprio in quel periodo la Chiesa avesse trasferito la sua sede da Roma ad Avignone, un centro situato in una località perfetta per essere il punto di

conservati attraverso il Medioevo a Montecassino furono presto nelle mani degli umanisti fiorentini. Il Boccaccio pose il suo genio ed il suo entusiasmo al servizio del movimento umanistico e soprattutto lo portò a Firenze e fece un primo tentativo di restaurare lo studio del greco.

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) 4. Coluccio Salutati (1331-1406) Coluccio Salutati ebbe uno scarso talento letterario e la sua filologia non fu di altissima classe, tuttavia costituì un anello critico nell’evoluzione dell’umanesimo. Si ispirò sicuramente alla generazione che lo aveva preceduto e trasmise la fiaccola alla successiva ondata di studiosi molti dei quali vennero in seguito considerati suoi allievi, quali Poggio

I risultati conseguiti nel compo delle scoperte furono davvero prodigiosi, Poggio sembra essere stato anche l’inventore della scrittura umanistica quando con il passare del tempo la Carolina era diventata poco bella ed elegante trasformandosi in quella che è chiamata scrittura gotica. Altre scoperte pag. 145

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6. La filologia latina nel ‘400: il Valla e Poliziano L’animato interesse verso tutti gli aspetti della vita e della letteratura antica condusse ad un vigoroso progetto nelle principali discipline e tecniche volte alla piena comprensione dell’antichità classica, cos’ la critica storica e testuale furono esercitare con particolare

manoscritti posteriori. Questo metodo del principio dell’ eliminatio codicum descriptorum non ricomparirà più fino al diciannovesimo secolo. Il suo ricorrere costantemente ai più vecchi codici disponibili e la sua sfiducia verso le copie umanistiche erano destinati a produrre solidi risultati. Fu

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) aiutato moltissimo dalle maggiori facilitazioni offerte dalle biblioteche del suo tempo, sia pubbliche che private, in particolare quella dei Medici. Si sa che esaminò o collazionò uno sterminato numero di manoscritti classici, importante tra tutte una grossa edizione di Plinio il Vecchio ora ad Oxford che continente una copia delle sue postille e collazioni.

sufficiente scegliere due dei più rilevanti studiosi, l’uno che rappresenta la cultura dei Greci, l’altro dimostra quanto gli Italiani invece seppero imparare dai loro maestri. - Il primo è il cardinal Bessarione che nacque a Trebisonda e fu educato a Costantinopoli . Successivamente si fece Monaco e visse a Mistra nel Peloponneso presso il circolo del razionalista Giorgio Gemisto Pletone, da cui imparò ad ammirare

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Riassunto “ Copisti e filologi” (Reynolds L. – Wilson N.) Platone. Tramite Pletone fu presentato alla corte dell’imperatore che lo creò abate e divenne funzionario negli affari governativi. Nel 1438 venne in Italia come membro della delegazione mandata al Concilio di Firenze a Ferrara per negoziare l’unione fra le chiesa Romana e quella Greca. Tuttavia le sedute si protrassero ma alla fine si raggiunse un accordo fra le due parti soprattutto frazione al Bessarione,

9. I primi testi greci a stampa: Aldo Manuzio e Marco Musuro Per quanto riguarda la nuova arte della stampa essa diede vita ad un’improvvisa corrente di edizioni di classici latini, mentre per quelli greci le cose furono più complicate. Uno dei motivi stava innanzitutto nel disegnare i caratteri tipografici, e la difficoltà nell’abbinare la lettera all’accento. Per fortuna non tutti i primi stampatori furono deludenti, si ricorda

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