Riassunto Cultura Pedagogica - La storia U. AVALLE, E. CASSOLA, M. MARANZANA PDF

Title Riassunto Cultura Pedagogica - La storia U. AVALLE, E. CASSOLA, M. MARANZANA
Course Storia delle teorie dell'infanzia
Institution Università di Bologna
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Riassunto libro Riassunto Cultura Pedagogica - La storia U. AVALLE, E. CASSOLA, M. MARANZANA per primo parziale Prof.ssa Pironi, corso Educatore nei Servizi per l'Infanzia UNIBO....


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CULTURA PEDAGOGICA - La storia U. AVALLE, E. CASSOLA, M. MARANZANA UNITÀ VIII - IL SECOLO DEI “LUMI” E L’EDUCAZIONE IL CONTESTO “Lumi” ed illuministi: la missione educativa dell’intellettuale Il diciottesimo secolo è un secolo di rivoluzioni, che reclama in nome della natura, dell’esperienza e della ragione, il mutamento globale dello spirito dell’uomo e delle istituzioni in cui esso vive. Laicità e fiducia nella ragione e nel progresso, spirito critico e tolleranza, cosmopolitismo e richiamo alla natura sono alcune delle idee che caratterizzano il nuovo tipo di intellettuale, investito di una vera e propria missione educativa nei confronti dell’umanità che deve finalmente ricevere e sviluppare i “lumi” necessari per uscire da una secolare barbarie. L’attività culturale diviene perciò politica e pedagogica. Gli intellettuali si incaricheranno di educare l’opinione pubblica. Gli uomini di cultura si serviranno dei salotti, dei giornali, dei pamphlet, dei saggi, dei trattati, della narrativa e del teatro per realizzare la propria missione educativa. Il significato dell’educazione e la rottura con il passato In un secolo caratterizzato dalla fiducia nelle capacità razionali dell’uomo, l’educazione diviene uno dei cardini fondamentali del progetto sociale; vi è una critica all’educazione tradizionale, sia alla luce di una nuova antropologia, che cerca di avvicinarsi ad una visione sempre più “scientifica” ed “oggettiva” dell’uomo, sia nel biasimo dell’inefficacia o addirittura della nocività dei curricoli educativi vigenti. Il rapporto col potere politico e l’educazione popolare Il rapporto fra gli illuministi ed il potere politico e religioso appare duplice; per quanto riguarda la Chiesa questo rapporto è soprattutto polemico, anche se in alcuni casi furono proprio determinati ambienti religiosi i propulsori delle nuove idee; il rapporto col potere politico è invece più sfumato: pertanto la relazione fra intellettuali e potere politico sarà ambigua, caratterizzata talvolta dallo scontro aperto, talvolta dalla strumentalizzazione reciproca, talvolta dal sostanziale asservimento del progetto educativo “illuminato” ai fini di controllo dello Stato. Tale ambiguità si ripercuote chiaramente sul tema dell’educazione popolare; esiste una grande oscillazione fra posizioni di totale chiusura verso goni forma di istruzione per i poveri e proposte educative per un’istruzione di base finalizzata a un miglior controllo sociale, fino a reali progetti di emancipazione mediante l’educazione. CAPITOLO I LOCKE E LA FORMAZIONE DEL GENTLEMEN LA MAPPA E I PERCORSI Locke può essere indicato come l’anticipatore e il maestro di buona parte della cultura settecentesca dei “lumi”. In «Pensieri sull’educazione» Locke delinea il nuovo modello formativo della classe dirigente in relazione alle nuove necessità sociali sulla base di una concezione pedagogica in cui l’educatore deve avere una profonda conoscenza dell’allievo, del suo carattere, ma anche dei processi psichici su cui impostare il rapporto reciproco e organizzare la didattica . Sarà questa attenzione ai diversi aspetti del processo educativo che farà del testo di Locke un riferimento fondamentale anche per coloro che non ne condivideranno le posizioni. 1.

VITA E OPERE Locke nasce nel 1632 da una famiglia puritana a Wrington; avviato agli studi classici diventa in seguito studente del prestigiosissimo Christ Church. Propone l’istituzione di “Working Schools” per i figli dei poveri; esse dovrebbero porre freno al problema del vagabondaggio con il ricovero forzato dei giovani indigenti dai tre ai quattordici anni, costretti a lavorare ma compensati per questo con vitto e alloggio regolari.

2. LA CONTINUITÀ FRA NATURA, SOCIETÀ POLITICA ED EDUCAZIONE In Trattati sul governo civile Locke afferma che lo stato di natura è governato dalla legge della ragione, quindi l’interesse della società coincide con l’ordine naturale; la società esiste in primo luogo per il godimento e la tutela dei diritti individuali. L’individuo diviene il cardine dell’ordine e del progresso sociale. La società può essere conforme a natura nella misura in cui le leggi sono coerenti con il diritto naturale e il sistema educativo rispetta l’individualità dell’allievo. 3. IL SIGNIFICATO DELL’EDUCAZIONE: FORMAZIONE INDIVIDUALE E SOCIALE – Conoscere e fare. Secondo Locke gli «uomini sono quel che sono per effetto della loro educazione»; l’uomo nasce con diritti e potenzialità naturali, ma solo l’educazione consentirà il pieno godimento di quei diritti e il completo dispiegarsi di quelle potenzialità. 4. EDUCAZIONE FRA INTELLIGENZA ED ESPERIENZA – Educazione e sviluppo della conoscenza Il ruolo dell’educazione nel pensiero lockiano è anche fortemente collegato con il rapporto fra intelligenze ed esperienza. Nella sua opera fondamentale, il Saggio sull’intelletto umano, Locke afferma, che le idee derivano tutte dall’esperienza. La necessità dell’educazione nasce dal fatto che la mente umana deve essere considerata come un insieme di potenzialità conoscitive che si attivano nel momento in cui le idee semplici, derivate dall’esperienza esterna ed interna, vengono elaborate, confrontate e giudicare per produrre ulteriore conoscenza. Quindi solo un retto uso della ragione, guidato dall’educazione, permette l’accrescersi della conoscenza. 5. I PENSIERI SULL’EDUCAZIONE - La formazione del gentleman. Locke riceve da Edward Clarke la richiesta di consigli per l’educazione del figlio: dalle lettere che il filosofo inglese gli scriverà in risposta nasce, la raccolta dei 217/Pensieri sull’educazione.

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In nome della praticità e della concretezza Locke dà alle stampe non una riflessione sull’educazione in generale, ma una serie di proposte orientate alla formazione di un membro di una individuata classe sociale, quello dei gentlemen inglesi. Locke sceglie consapevolmente l’educazione della classe dirigente, quella che, a suo parere, deve guidare le sorti dell’Inghilterra. Per i poveri sono sufficienti le “Working Schools”, che coniugano il lavoro con la presenza forzata in chiesa tutte le domeniche. 5.1 OSSERVAZIONE PSICOLOGIA ED EDUCAZIONE INDIVIDUALIZZATA – Valorizzare le differenze individuali. Un’educazione che voglia davvero essere concreta deve fondarsi su dati precisi, che ci possono essere forniti solo da un’attenta osservazione psicologica. I risultati dell’osservazione psicologica dell’allievo sono il riconoscimento delle diverse età educative, ciascuna dotata di proprie caratteristiche con cui l’educazione deve confrontarsi; oltre ad esse, una attenta indagine psicologica permette di riconoscere l’individualità specifica con cui ci troviamo ad operare. È a partire da essa che si dovrà realizzare il concreto processo educativo, per valorizzare le differenze individuali secondo uno schema di pensiero che ha nell’espressione delle potenzialità naturali personali e nell’esaltazione l’liberale dell’individuo i suoi capisaldi. Troviamo dunque in Locke i fondamenti dell’educazione individualizzata e le basi di una psicologia differenziale. 5.2 ADATTARE L’EDUCAZIONE ALL’ALLIEVO – Adattare il programma all’allievo. Locke ritiene che il buon educatore debba saper adattare il programma stesso alle caratteristiche psicologiche individuali e al ritmo evolutivo dell’allievo. Vi è una centralità del rapporto individualizzato fra maestro e allievo; anche se l’educazione tende ad un fine universale, il percorso per raggiungerlo dovrà di volta in volta essere adeguato ad opera di un precettore attento. 5.3 IL PRECETTORE: ANALISI PSICOLOGICA, AUTORITÀ E DIALOGO EDUCATIVO – Autorità e libertà, il dialogo come rispetto della razionalità dell’allievo. L’educazione del gentleman avviene all’interno della famiglia, sotto la guida del padre e di un precettore privato che dedicherà tutti i suoi sforzi, all’istruzione, alla formazione del carattere del suo unico allievo. In questo modo sarà possibile un’educazione individualizzata, in cui l’educatore sarà maestro di virtù, di autocontrollo, di capacità direttiva. Un buon precettore, è un uomo che conosce il mondo attraverso l’esperienza, che ha visitato e conosciuto luoghi e ambienti sociali diversi. È saggio e colto, coerente nell’agire e capace di comprendere psicologicamente il suo alunno osservandolo, così da poter poi adeguare l’educazione alle sue caratteristiche individuali. Abbandonare il fanciullo «ad una libertà illimitata» significa, regalarlo agli animali. L’educatore incarna la legge cui l’allievo deve imparare a sottomettere la propria volontà, per sapere obbedire autonomamente (e quindi liberamente) alle leggi della propria società e della propria coscienza. Il precettore deve quindi comandare l’alunno per guidarlo alla libertà; ma soprattutto, secondo Locke, deve saper risvegliare nell’allievo la razionalità e la capacità di autovalutazione mediante il dialogo. Il precettore deve dimostrare grande capacità nell’adattare il proprio linguaggio e ragionamento alle capacità infantili, ma soprattutto la disposizione mentale verso un dialogo reale che riconosce la dignità razionale del fanciullo. Se l’allievo dovesse chiedere ciò che non è bene che egli sappia, il precettore non dovrà comunque mentirgli è preferibile, dirgli sinceramente che per il momento è bene che egli non sappia quanto chiesto. 5.4 LE FINALITÀ DELL’EDUCAZIONE: LIBERTÀ, RAGIONE E AUTOCONTROLLO – L’autocontrollo. Locke esprime per primo il principio dell’educazione liberale, per il quale la scuola è vita e non solo preparazione alla vita, e richiede una open education, come valorizzazione delle libertà e della creatività dell’allievo. Questa libertà non esclude lo sviluppo della capacità individuale «di resistere ai propri desideri e seguire semplicemente ciò che la ragione stima migliore»; ma prevede una forma di self-control. 5.5 IL CARDINE DEL PERCORSO FORMATIVO: CARATTERE E VIRTÙ La concezione educativa di Locke si incentra dunque nella formazione del carattere dell’allievo. Questo scopo verrà ritenuto raggiunto nell’estrinsecarsi di quei comportamenti, di quelle abilità e di quelle conoscenze mediante i quali un carattere ben formato si inserisce concretamente nel mondo: saggezza, civiltà e cultura. 5.6 L’ONORE COME FONDAMENTO DEL CARATTERE DEL GENTLEMAN E COME PRINCIPIO PEDAGOGICO – La rispettabilità come fine e mezzo educativo. Il concetto di onore si collega con quello di rispettabilità; il giovane gentleman deve tendere ad avere la stima e il rispetto degli altri che si costruiscono su una buona reputazione. L’onore sarà allo stesso tempo obbiettivo del percorso educativo e metodo educativo fondamentale. 5.7 IL METODO: ORDINE E INTERIORIZZAZIONE – Il valore dell’interiorizzazione. Premi e castighi sono necessari in educazione, in quanto «sono i soli motivi della condotta di un essere razionale». Tuttavia i castighi esterni, come le punizioni corporali e le umiliazioni pubbliche, generano solo «caratteri da schiavi». Dovranno essere l’amore della stima e il timore della vergogna, cioè l’interiorizzazione dei premi e dei castighi, il vero stimolo per un giovane che viene formato al senso dell’onore. La formazione del carattere si realizza solo mediante la reale interiorizzazione dei principi che successivamente si evidenziano nell’esteriorità. Esperienza ed abitudine – Il valore dell’interesse. La formazione del carattere passa dunque attraverso l’esperienza, lo sviluppo dell’interiorità attraverso l’esercizio dell’esteriorità. L’esercizio costante serva a produrre l’abitudine, che ha nel sistema educativo di Locke un ruolo centrale . Ma l’esperienza non è per Locke solo esercizio; occorre che il precettore rispetti la libertà di iniziativa dell’alunno e le sue modalità conoscitive; vien qui sottolineata l’importanza dell’interesse e del giusto momento per gli insegnanti, della curiosità stimolata per favorire un apprendimento incentrato sulla ricerca, dello sforzo adeguato richiesto dal precettore.

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5.8 DAI METODI AI CONTENUTI: GIOCO E LAVORO COME ATTIVITÀ EDUCATIVE – Il valore educativo del lavoro, Locke filosofo dell’età industriale. Locke apprezza il gioco e il lavoro, intesi come espressione della libera attività pratica; a questo proposito egli ritiene che i materiali di gioco debbano essere costituiti da piccole cose della vita quotidiana, mediante le quali i bambini possano esprimere liberamente la loro creatività e impegnarsi in attività che li faranno gradualmente passare dal gioco al lavoro. Il lavoro, la cui differenza rispetto al gioco consiste nell’utilità, viene qui esaltato nel suo valore educativo; ogni lavoro manuale rafforza l’esercizio ed è utile per la salute. Locke crede che questi lavori non siano semplici hobbies per il giovane gentleman, ma che lo educhino attraverso la fatica e lo sforzo ad acquisire abilità e competenza. Il gentleman sarà un uomo d’affari che ha imparato il valore del lavoro esercitando direttamente ciò che poi lascerà ai suoi servi ed artigiani. 5.9 «MENS SANA IN CORPORE SANO»: L’EDUCAZIONE FISICA E IL VIAGGIO – Il valore del viaggio. Nei Pensieri possiamo trovare infatti anche una vera e propria educazione alla salute e all’indurimento fisico . Gli affari del gentleman nella nuova età industriale comporteranno certo dei viaggi; Locke ritiene che questi possono essere utilizzati con valenza educativa, in quanto, oltre a favorire l’apprendimento delle lingue e di nuove conoscenze, aiutano a sviluppare saggezza e prudenza; pertanto, il giovane gentleman verrà avviato alla conoscenza di altri popoli e Paesi. 5.10L’EDUCAZIONE DELL’ANIMA: MORALE E RELIGIONE – Dio come fondamento della virtù. Parallelamente all’educazione fisica, l’educazione del carattere procede attraverso la formazione religiosa e morale. L’educazione è, secondo Locke formazione alla virtù come razionalità ed autocontrollo ; ma l’autocontrollo, a suo giudizio, è raggiungibile solo se l’educatore sa distinguere fin dalla prima infanzia fa i bisogni naturali e i bisogni immaginari del fanciullo, soddisfando i primi e scoraggiando i secondi che conducono al vizio. Secondo Locke, l’idea di Dio è fondamento principale della virtù, pertanto occorre che i fanciulli apprendano assai presto amore e reverenza per l’Essere supremo che ci ha creati e da cui riceviamo ogni bene. Saggezza e buone maniere – La civiltà. Non c’è virtù senza saggezza. 5.11 LA CULTURA, L’APPRENDIMENTO E LA DIDATTICA – Educazione della conoscenza. Locke ritiene che la cultura debba essere collocata all’ultimo posto del percorso formativo, poiché essa appare sostanzialmente “un di più” rispetto alle acquisizioni fisiche, morali e sociali. 5.12IL PROGRAMMA DI STUDI DEL GENTLEMAN – L’orientamento pratico dell’educazione, le conoscenze più utili al gentleman. Per quanto riguarda l’educazione specifica del gentleman, Locke ritiene che il suo curriculo debba incentrarsi su una formazione integrale; verbalismo e retorica vengono osteggiati, la lettura ha valore solo quando promuove la riflessione e lo sviluppo dell’intelligenza, il mnemonismo e la grammatica vanno limitati al massimo, il latino deve essere appreso dopo il francese, parlando e leggendo, il disegno verrà insegnato solo in relazione ai suoi potenziali usi pratici, ma senza insistere. Spazio maggiore verrà invece dedicato alla geografia, alla matematica e al diritto civile e pubblico, materie fondamentali per il concreto esercizio della vita pratica del gentleman. Infine la sua educazione sociale verrà completata dalle conoscenze di filosofia naturale, dallo stile, dal ballo, dall’equitazione e dalla scherma. 6. LA FORTUNA DELLA PEDAGOGIA LOCKIANA La profondità dei suggerimenti di Locke sarà più volte ripresa da Rousseau, che farà tuttavia del filosofo inglese e della sua concezione educativa il bersaglio polemico principale della proposta pedagogica contenuta nel suo Emilio.

CAPITOLO II ROUSSEAU E LA RIVOLUZIONE EDUCATIVA LA MAPPA E I PERCORSI Rousseau celebra il sentimento, esalta il “selvaggio”, vuole il bambino educato in campagna a contatto con un uomo solo. Rousseau è una formidabile contraddizione rispetto alla società del suo tempo. Non si può scendere a compromessi, adeguarsi alle regole: occorre che l’uomo si reintegri sulla bontà naturale per diventare artefice del cambiamento sociale totale. Alla base dell’educazione c’è la realizzazione di un progetto morale e politico. 1. VITA E OPERE Rousseau nasce a Ginevra nel 1712, figlio di un orologiaio e privo della madre fin dalla nascita, ha un’educazione disordinata. Nel 1741 si stabilisce a Parigi dove entra qualche anno più tardi in relazione con i filosofi. Il discorso sulle scienze e le arti (1750), gli procura grande successo presso la società brillante di Parigi. Nel 1745 conosce la sua futura moglie, una donna umile ed incolta, dalla quale non si separerà fino alla morte, generando con essa cinque figli che verranno affidati, uno dopo l’altro, all’orfanotrofio. L’Emilio, il suo capolavoro pedagogico fondamentale, viene bruciato a Parigi e Rousseau si deve riparare in Svizzera. Ritorna in Francia, dove conclude la sua vita errabonda e inquieta nel 1778.

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LA CONTRAPPOSIZIONE NATURA, SOCIETÀ ED EDUCAZIONE – I Discorsi, le opere maggiori, critica alla società illuminata, lo “stato di natura”, necessità di un’educazione naturale, progetto pedagogico e progetto politico, il confronto con Locke. Rousseau scrive i Discorsi, in cui individua le cause e gli aspetti della degradazione progressiva dell’umanità nella realtà sociale. Nel primo Discorso le scienze, le arti e le lettere vengono descritte come nate dai vizi e dalla superbia poiché non hanno fatto che consolidare la corruzione morale; nel secondo Discorso, la proprietà fondamento della società borghese in cui si inscrive la cultura illuminista, è indicata quale origine della disuguaglianza e dell’ingiustizia. L’Emilio esamina la formazione dell’uomo attraverso cui realizzare il cambiamento sociale. Secondo Rousseau la società illuminata non è altro che un insieme di uomini artificiali e di passioni fittizie; il vivere sociale è un vivere di relazione e convenzionalità, che diventano privazione di libertà. Questa è per Rousseau la vera causa del male sociale, che è ineliminabile per quanto attenuabile. L’unica risposta possibile alla corruzione sociale è una rifondazione della società stessa, realizzata attraverso la riscoperta dell’originaria bontà umana. Per riportare l’uomo al bene originario non è necessario né possibile riportarlo alla condizione di selvaggio, Rousseau non critica la società in sé, ma la società come si è andata storicamente configurando: occorre quindi riorganizzare la società su basi nuove; ecco quindi la necessità di un’educazione “nuova” che formi un uomo nuovo (idea rousseauiana che la rifondazione della società consista in primo luogo nel rinnovamento dell’individuo). Il modello educativo dell’Emilio si configura come proposta alternativa alla formazione di un individuo protagonista della sua storia e del suo tempo, al pari del gentiluomo che Locke dedica i suoi Pensieri sull’educazione, spesso bersaglio dei riferimenti polemici rousseauiani. Locke punta all’educazione di un giovane bene integrato in una società che non rinuncia alle differenze e ai privilegi di classe, Rousseau alla formazione di un cittadino capace di attuare assieme agli altri quel cambiamento che creerà una società fondata sulla giustizia e sull’uguaglianza. 3. SIGNIFICATO E FINI DELL’EDUCAZIONE: LA NATURALITÀ – Educatore secondo natura. Per rendere lo “stato di società” quanto più simile allo “stato di natura”, occorre partire dal fanciullo, la cui educazione deve seguire e coadiuvare lo sviluppo naturale. L’educazione mira a salvaguardare la spontaneità e l’autonomia della persona nella società. Educare secondo natura significa rispettare nell’itinerario educativo la neutralità dell’uomo e rispettare le varie fasi dello sviluppo psicologico dell’allievo. Un’educazione che rispetti la natura dell’allievo risponderà inoltre alle sue richieste, ai suoi bisogni, ai suoi interessi e alle sue inclinazioni, salvaguardandone l’individualità e la libertà. La teorizzazione e l’esemplificazione di questi principi costituisce l’ossatura della grande opera pedagogica rousseauiana: l’Emilio. 4.

LA GRANDE TEORIA PEDAGOGICA: EMILIO O DELL’EDUCAZIONE FRA ORIGINALITÀ E PARADOSSI – Paradossi pedagogici Alcuni interpret...


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