Storia della Cultura Svedese PDF

Title Storia della Cultura Svedese
Course Storia Della Cultura Svedese
Institution Università Ca' Foscari Venezia
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Storia della Cultura Svedese - 2019

LA CULTURA E LA LETTERATURA PER L’INFANZIA E PER I RAGAZZI IN SCANDINAVIA: Lezione 1 - 12.09.2019 Lo storico Philippe Ariès, in L’infanzia e la vita familiare sotto l’Ancien Regime (1960), parla di un lentissimo movimento di mutazione che, secondo lui, parte nel 1600. Inizia un cambiamento nella percezione dell’infanzia in quanto età particolare della vita. Il bambino non è un “non ancora adulto”, un “adulto in miniatura”, ma è una creatura con diritti e bisogni particolari. Si inizia a porre un’attenzione diversa sulla figura del bambino. Questo tipo di consapevolezza (processo lento che va dal 1600 al 1800 circa) si affianca alla questione della lettura: come si incontrano bambini e testo/lettura? Sonja Svensson, negli anni ’80, scrive un saggio in cui identifica tre condizioni fondamentali perché avvenga l’incontro tra testo, letteratura e bambini: - L’alfabetizzazione: la Scandinavia ha una storia che favorisce questo processo; già in età moderna c’è un’alfabetizzazione relativamente alta, grazie al Luteranesimo. C’è il precetto protestante luterano che, per essere un fedele, si devono conoscere e saper leggere i testi sacri (che sono tradotti in volgare affinché tutti possano leggerli). Tutti i bambini cristiani (idealmente) dovevano riuscire a leggere la bibbia, i salmi, il catechismo, etc. Per testare questa capacità, che era importante, prima della Konfirmation (cresima), si doveva superare la husförhör (förhör: interrogazione), ovvero un esame orale fatto a casa dal prete. Quando ancora non esisteva un sistema scolastico e quando la vera cultura era solo appannaggio della nobiltà e della borghesia ricca, tutti i bambini idealmente dovevano saper leggere. Già nel 1700 il grado di alfabetizzazione in Scandinavia è più alto di altri paesi europei. - La possibilità di avere del materiale da leggere. Il primo libro per l’infanzia è Een sköön och härligh jungfruw spegel, 1591 (“Uno specchio bello e splendido per la vergine”; il termine “spegel” va a indicare un testo in cui venissero raffigurate le virtù che spettavano a una futura donna della nobiltà. Era elencata una serie di precetti e di racconti che formavano questa bambina che poi doveva avere dei compiti di donna). È un testo ancora fortemente didascalico, moraleggiante e cristiano, ed è espressione di una cultura nobiliare; viene tradotto dal tedesco, non era prettamente un libro svedese, ma viene considerato come l’incipit della letteratura per l’infanzia in Svezia. Nel corso del ‘600 e del ‘700 sono ancora pochi i libri dedicati espressamente ai bambini. C’erano racconti e precetti per i giovani nobili, che spesso erano testi di ispirazione cristiana; testi di riscrittura di episodi della bibbia, di parabole, di letteratura religiosa riadattata a un pubblico giovane (ca. 200 titoli in 2 secoli). - Un clima favorevole alla lettura: i genitori, gli insegnanti e i modelli adulti devono incoraggiare alla lettura. Sonja Svensson dice che c’è un primo importante cambiamento durante l’Illuminismo: si deve unire l’utile al dilettevole. Questo portava a una piccola apertura nello stretto uso didascalico, religioso e moraleggiante: ci si può divertire, anche se deve pur sempre esserci qualcosa di utile. Il dilettevole è un aspetto nuovo. È un primo segnale di un processo di laicizzazione, di secolarizzazione e di un’apertura verso qualcosa che non fosse strettamente religioso. L’Illuminismo e il 1700 sono importanti nel Regno di Svezia, in quello di Danimarca e nei maggiori paesi europei perché nascono le prime riviste per bambini e per ragazzi (nobili e borghesi). La prima rivista svedese per bambini e ragazzi è del 1766.! Un fatto simbolico importante è che nel 1785 dal tedesco (traduzione indiretta) viene tradotto il libro inglese Robinson Crusoe di Daniel Defoe del 1719. Daniel Defoe non scriveva per bambini. Una tipologia di testi fruiti dai bambini erano quelli pensati inizialmente per adulti ma che, grazie al carattere avventuroso e particolare che catturava l’immaginazione, diventano classici della letteratura infantile (magari riadattati o ridotti). Altri esempi possono essere I Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift o Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne. Siamo agli inizi di un sistema letterario che si sta ampliando e specializzando, tenendo in considerazione un pubblico giovane.

JEAN-JAQUES ROUSSEAU - ÉMILE OU DE L’ÉDUCATION: Jean-Jaques Rousseau (autore ginevrino, sia interprete dell’Illuminismo, sia anticipatore di certi aspetti del Romanticismo per l’accento sulla creatività, sulla fantasia, sul sentimento, sull’emozione e sul contatto primordiale con la natura), nel saggio Émile ou de l’Éducation, parla dell’infanzia come di qualcosa di speciale. L’Émile è una tappa che corona il processo di riconoscimento del bambino come di una figura a sé. Nella storia del pensiero occidentale, questo è il testo che, per la prima volta, in modo organico e convinto, espone questa teoria. L’Émile non è più attuale per quanto riguarda la presentazione degli stadi dell’evoluzione del 1

bambino (ad esempio, propone che il primo libro, Robinson Crusoe, venga letto a tredici anni). È straordinariamente rilevante dal punto di vista culturale per l’accento su un’età specifica, fondante per l’individuo e degna di un’attenzione speciale. Rousseau capovolge la gerarchia: il bambino è migliore dell’adulto perché è più vicino all’origine, alla creazione, alla natura e non è ancora corrotto dalla civilizzazione e dall’eccesso di civiltà e cultura che rovina l’uomo. L’ozio, la naturalità, il gioco e la noncostrizione sono importanti. Rousseau ha il gusto della contraddizione, del paradosso e della provocazione: dice di odiare i libri in un libro. In primo luogo, lui è scrittore, ma la cultura rovina e corrompe l’uomo. Promuove quasi un ritorno alla cultura orale (è una provocazione). Rousseau vede la possibilità di sognare a occhi aperti, ma, al tempo stesso, parla anche di ciò che è utile, ovvero delle competenze pragmatiche, dello sperimentare in un ambiente naturale, del vivere avventure etc. C’è una parola svedese che fa riferimento a Robinson Crusoe e che indica un genere di racconto per ragazzi: “robinsonad”: si tratta di un genere improntato sull’avventura, sulla prestazione fisica. ! Questa è una tipologia di testo che comincia a soddisfare la seconda condizione di cui parla Svensson (ovvero creare canone di testi adatto per bambini). Dalla fine dell’Ottocento/inizi del Novecento inizia una letteratura specifica per i bambini, eppure, i grandi classici rimangono al centro del canone (Crusoe, Verne, etc.).

L’ETÀ ROMANTICA: L’età romantica viene preannunciata dall’appello alla fantasia di Rousseau. Un elemento importante è l’accento sulla cultura volgare, nazionale, popolare e anonima, su quel tipo di cultura che, riscoperta in modo organico nel primo Ottocento, diventa un forte fattore di costruzione dell’identità nazionale (lingua, storia, nazione). La fiaba popolare gioca un ruolo importantissimo, a partire dal modello tedesco dei Fratelli Grimm (Kinder und Hausmärchen, 1812-1815). Tutta l’Europa prende i Grimm come modello per creare raccolte di fiabe simili alla loro. Si raccoglie un patrimonio anonimo e popolare, nella convinzione tipicamente romantica che l’arte perfetta potesse nascere anche da persone non colte, grazie a un grande spirito nazionale-popolare. Anche la fiaba popolare, da testo non per bambini, inizia a essere fruito dai bambini grazie alle sue caratteristiche interne; fornisce altri testi a questo sistema in via di formazione. Essendo la fiaba la testimonianza dell’infanzia dell’umanità (bambina e ingenua), per le sue caratteristiche semplici ed essenziali, si presta bene a essere percepita dai bambini (che sono i suoi naturali destinatari). I due testi fondamentali di critica importanti per la fiaba sono La Fiaba Popolare Europea (1947) di Max Lüthi e Morfologia della Fiaba (1928) di Vladimir Propp. ! Secondo Lüthi, la fiaba è universale perché è un racconto piatto, senza sentimenti, emozioni e profondità. Non vengono esposti i sentimenti dell’eroe, il quale deve solo affrontare il nemico e sposare la principessa. Tutto è sul piano lineare dell’azione, non c’è spessore emotivo-intellettuale. Grazie a questa semplicità e stilizzazione, può aprirsi e diventare universale. La fiaba porta tutta l’esperienza umana (che è fatta di sentimenti) sul piano lineare e piatto dell’azione. ! Sia Propp, sia Lüthi parlano delle strutture narrative fisse della fiaba e del percorso circolare (e che poi vengono estese a tutta la narrativa, anche quella più complessa e intricata. La struttura comune è: casapartenza-avventura-maturazione-ritorno a casa). Propp studia strutturalmente le fiabe che, secondo lui, sono formate tutte da 7 personaggi fissi (eroe, antagonista, aiutante, oggetto della ricerca, falso antagonista, donatore del mezzo magico, etc.) e 31 funzioni (le due fondamentali sono la privazione/mancanza, durante la situazione iniziale: la fiaba inizia con l’eroe a cui è stato tolto qualcosa; il percorso/viaggio di maturazione porta alla rimozione della mancanza). Il modello dei fratelli Grimm viene ripreso anche in Scandinavia. Tra le raccolte, quella più importante è quella Norvegese: Norske Folkeeventyr (1841-44) di Peter Christen Asbjørnsen e Jørgen Moe. La raccolta è scritta in dano-norvegese, ma nei dialoghi ci sono già parole locali e dialettali. La fiaba diventa un insieme di testi che si può utilizzare la scuola. Lezione 2 - 19.09.2019 La tradizione della fiaba popolare, in Europa e in Scandinavia, diventa importante anche per la creazione di un canone di testi spendibile nella barnlitteratur. Le fiabe, nella loro genesi, non nascono come storie per bambini ma nascono dalla cultura contadina che, nei secoli, ha creato questa tradizione. La stessa fiaba viene trovata in vari posti (in varianti diverse). Il corpus europeo, pur essendo pieno di varianti, è unitario. ! 2

Le Norske Folkeeventyr sono le più artisticamente compiute e note; sono importanti per la creazione dell’identità nazionale norvegese.

GLI SVILUPPI DEL GENERE FIABE: LA FIABA D’ARTE (O D’AUTORE): Quello della Fiaba d’Autore è una diramazione della cultura romantica ottocentesca per cui alcuni autori diventano importanti e famosi come autori di fiabe (per bambini, per adulti o per entrambi?). Due importanti autori sono Hans Christian Andersen (danese, scrive fiabe come Il Brutto Anatroccolo e La Sirenetta) e Zacharias Topelius (svedese di Finlandia, una delle sue opere più importanti è Lasning for barn, 1865-1896). Sono i due maggiori autori scandinavi di Fiabe d’Arte. La loro opera contribuisce in modo importante a creare lo spazio letterario riservato e destinato ai giovani lettori. ! • Le fiabe di Andersen non sono prettamente per bambini e lui stesso se ne rende conto. Inizialmente, le sue raccolte avevano titoli come Eventyr fortalte for Børn ma, successivamente, le chiama solo Eventyr o Eventyr og Historier. Andersen si ispira alle strutture semplici della fiaba popolare ma aggiunge lo spessore emotivo e sentimentale (che manca nella fiaba popolare, in cui l’eroe non ha sentimenti e idee). Spesso, i sentimenti inseriti da Andersen sono frustrati e si ha un esito tragico e infelice. Si entra in una dimensione tragica e dolorosa di non-risoluzione del problema iniziale. Questo fattore rimanda alla sua personalità complessa e infelice, ovvero a un’esperienza adulta che lui travasa e immette nella forma apparentemente semplice della sua fiaba. D’altra parte, è talmente concreto nelle descrizioni delle stanze, dei personaggi e degli oggetti, che fa un grande appello alla fantasia infantile. È!un universo letterario altamente complesso che affascina anche gli adulti. ! Bruno Bettelheim è uno psichiatra che negli anni ’30 viene imprigionato nei campi di concentramento. Fortunatamente viene rilasciato ed emigra in America, dove è diventato una figura importante (ad esempio, per gli studi sull’autismo). Nel libro The Uses of Enchantment (1976) mette al centro l’importanza della letteratura per l’infanzia. La fiaba popolare, secondo lui, aiuta il bambino a rafforzare la sua fiducia di fondo. La fiaba inizia con un danneggiamento. La storia ha un percorso circolare di avventura (casaavventura-casa) che rimuove, alla fine, la mancanza/il danneggiamento. Questo percorso (con tante varianti, ma sempre uguale) incanta e trascina il bambino; al tempo stesso rafforza la fiducia di base nei propri mezzi (e rafforza, attraverso il racconto orale, il legame con la figura adulta che racconta la fiaba). In questo contesto, Bettelheim esprime un giudizio molto negativo sulle fiabe di Andersen in termini pedagogici. Le sue fiabe sono troppo devastanti e tragiche. Proprio per lo spessore tragico, si adattano poco a fare la formazione della fiducia di base nel bambino. ! • Topelius, nelle sue fiabe, esprime un messaggio un po’ paternalistico, che ha a che fare con la costruzione nella nazione finlandese (la patria, la famiglia, Dio, la fede cristiana, l’attaccamento ai boschi, ai laghi e alla terra di Finlandia, etc.). È un momento molto importate per la nascita della finlandesità e per la costruzione di una nazione (che ancora non era tale: la Finlandia diventa stato-sovrano nel 1917). Queste fiabe d’autore per bambini accentuavano la costruzione di un’identità nazionale. Anche Topelius è bravo nel costruire questi racconti: è molto visivo e si appella molto al mondo e alla fantasia infantile. I suoi testi vengono letti molto dai bambini, sia in Finlandia, sia in Svezia. Scrive anche un libro di geografia (come Selma Lagerlöf), Bocken om vårt Land, che viene usato nelle scuole fino agli anni ’50.

LA SVEZIA NELL’OTTOCENTO: Fino agli ultimi decenni dell’Ottocento, i testi per bambini erano spesso traduzioni dalle lingue maggiori o adattamenti di classici per adulti o di fiabe popolari (che non nascono per bambini). Un altro canone che viene utilizzato è quello dei testi didascalici, educativi e di stampo religioso, per veicolare la dottrina, la fede, il messaggio cristiano e i precetti morali (che ancora trattano il bambino “dall’altro in basso): l’adulto impartisce delle lezioni e la visione del mondo al bambino). Per motivi economici e di accesso alla cultura, ampi settori della popolazione, a metà dell’Ottocento, erano ancora esclusi dalla pratica della lettura. A causa del lavoro minorile, delle malattie come la tubercolosi, della povertà, dell’emigrazione verso le città, i libri non erano accessibili a tutti. Il riformismo scandinavo, però, nel corso dell’Ottocento, fa dei passi da gigante. Nel 1842 viene approvata la legge per la scuola elementare obbligatoria. La Svezia non è il primo paese scandinavo a varare questa legge (il primo fu la Danimarca nel 1814; in Italia, la Legge Casati è del 1859; Norvegia, Finlandia e Islanda compiono questo passo importante nella seconda metà dell’Ottocento). In 3

svedese, si può parlare di “grundskola” o di “folkskola” per riferirsi alla scuola elementare. La folkbibliotek è la biblioteca aperta a tutti (non “popolare”). Sonja Svensson nota che, fin dai suoi primi decenni, la scuola elementare obbligatoria svedese può concentrarsi soprattutto sulla scrittura e sulla matematica (fare i conti). Grazie ai secoli di Luteranesimo, alla pratica della lettura dei testi sacri e all’interrogazione che il prete faceva ai bambini prima della cresima, i bambini sapevano già leggere. Alla fine degli anni ’60 viene prodotto un primo “sussidiario”, un primo libro di lettura che antologizzava i testi (läsbok för folkskolan). Già dagli anni ’70 si pone la questione delle biblioteca: la biblioteca diventa un luogo centrale in cui creare un incontro tra bambini, lettura e testi da leggere. Inizialmente si tratta di skolbibliotek e si inizia a investire in questi luoghi. Si sviluppa un forte movimento di insegnanti (associazioni e sindacati). L’associazione più importante si chiamava Sveriges Allmänna Folkskollärareförening (associazione generale svedese degli insegnanti delle elementari). In questo processo culturale, sono degli attori molto attivi e molto importanti. Quella del maestro delle elementari era una professione che non aveva barriere di genere: già da quest’epoca le donne potevano realizzarsi in ambito professionale come maestre. Non era un lavoro ben retribuito ma fu un passo molto importante per l’uguaglianza di genere. Questi insegnanti, organizzati e sindacalizzati, fanno tantissimo: sviluppano un sistema di interazione tra vari elementi che diventa fortissimo negli ultimi decenni dell’800. Le associazioni di insegnanti diventano editori e promotori di letteratura per l’infanzia e svolgono il ruolo di case editrici: incoraggiano gli autori a scrivere testi per l’infanzia che possano essere pubblicati. Gli insegnanti aprono un mercato enorme. Utilizzano questi libri nelle scuole. È una fase di grande espansione economica della borghesia (con la rivoluzione industriale, aumenta il potere di acquisto delle classi medie e della borghesia) e si comprano libri (ad esempio, a Natale si regalano libri). C’è anche un grande incremento della tecnica della stampa: si iniziano a produrre libri a colori, testi con immagini etc… C’è una forte collaborazione tra pubblico e privato. Gli insegnanti si fanno promotori di un’iniziativa privata nella pubblicazione di libri ma, allo stesso tempo, è un concetto sociale: lavorano su un’idea di progresso e di riforma della Svezia. La barnlitteratur ha come destinatario finale il bambino, ma ha una serie di lavoratori adulti che contribuiscono a questo sistema (autori, insegnanti, genitori, illustratori, bibliotecari, stampa etc…). Questi sono i presupposti della prima grande Età dell’Oro della letteratura per l’infanzia in Svezia. ELLEN KEY (1849-1926): Ellen Key è una scrittrice e intellettuale. È una personalità molto attiva nella cultura svedese tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. È anche una riformatrice e un’interprete dello spirito liberale, borghese e progressista. Nelle sue opere unisce idealismo (visione della società futura) e problem-solving (approccio pratico). Il suo libro del 1900 si chiama Il Secolo del Fanciullo (Barnets århundrade). L’approccio di Ellen Key è molto positivista e incline alla fiducia nella scienza, nel progresso e nell’età contemporanea. L’umanità si eleva verso una vita più sana e migliore, soprattutto dal punto di vista culturale e morale. Tutto questo parte dalla hem, dalla casa, ovvero da un luogo di armonia e di felicità. È!all’interno di questo nuovo clima domestica che anche il bambino deve avere un nuovo spazio e deve ricevere una nuova attenzione. In Barnets århundrade c’è anche qualche elemento inquietante che riguarda la visione eugenetica. Il riformismo scandinavo, a volte, corre il rischio di vedere la società come un meccanismo teso al progresso e l’umanità come una sorta di strumento di questa grande macchina che deve funzionare. È!una visione un po’ strumentale. Leggendo Ellen Key, si nota l’accento sull’eugenetica: la sua idea della promozione culturale della vita più sana diventa un’idea della “razza svedese” più sana. Quando Ellen Key sottolinea il diritto del bambino a una famiglia armoniosa e felice, a un’educazione libera, il primo riferimento è Jean-Jaques Rousseau. Per promuovere questa cultura concretamente, gli elementi fondamentali sono il gioco, la natura, l’attività fisica e intellettuale, l’aria aperta etc. È importante anche la maternità. A causa di questo elemento, Elle Key entra in contrasto con alcuni ambienti del femminismo in cui si diceva che, per emanciparsi, la donna deve lavorare. Ellen Key dice che sì, la donna deve lavorare ma, allo stesso tempo, il lavoro fuori casa non deve mettere a rischio la maternità. Specialmente nel secondo volume di Barnets århundrade Ellen Key si sofferma sulla funzione del racconto e della lettura. Bisogna, tra le tante cose, promuovere il diritto dei bambini a belle letture. C’è molto l’accento sul senso estetico e sulla bellezza: i racconti devono essere belli, devono entusiasmare il bambino e proiettarlo nella fantasia e devono sviluppare il talento artistico. È molto favorevole alle biblioteche e al concetto di lettura integrale dei testi. Il bambino deve leggere/ascoltare l’intera fiabe per vivere completamente l’esperienza. 4

Per quanto riguarda la barnlitteratur, Ellen Key è molto ...


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