Riassunto \"Da grande farò la santa\" Ilaria Mattioni PDF

Title Riassunto \"Da grande farò la santa\" Ilaria Mattioni
Author Simona Marturano
Course Storia dell'educazione e della letteratura per l'infanzia
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 23
File Size 429.3 KB
File Type PDF
Total Downloads 88
Total Views 133

Summary

Download Riassunto "Da grande farò la santa" Ilaria Mattioni PDF


Description

RIASSUNTO “DA GRANDE FARÒ LA SANTA”- Modelli etici e valori religiosi nella stampa cattolica femminile per l’infanzia e la gioventù (1950-1979) -Ilaria Mattioni

 Cap. 1: Gli anni dal 1950 al 1979 1. L’evoluzione della società A partire dal dopoguerra, l’Italia passò dall’essere un paese semiagricolo ad un paese visto come potenza industriale attraverso l’uso di un sistema produttivo moderno. Questo cambiamento ebbe ripercussioni sia in ambito societario che maggiormente culturale apportando cambiamenti nella mentalità e modalità di vita degli italiani. Tutto ciò si può riassumere con una citazione di Guido Crainz riguardo la rottura con il passato “nel modo di produrre e di consumare, di pensare e di sognare, di vivere il presente e di progettare il futuro”. L’evoluzione italiana avvenne in particolar modo nel periodo tra il 1950 e il 1979. Inizialmente ci fu un periodo di transizione che portò al boom economico, detto del “miracolo economico” nel periodo tra il 1958 e il 1963. Ciò che comportò questo cambiamento fu innanzitutto il cambiamento dei settori produttivi poiché il terziario superò il settore primario, ma forse anche più significativo fu il cambiamento dei valori: si passò da una società contadina basata sulla solidarietà e sulle forme di vita collettive ad una società maggiormente individualistica dove la famiglia era di tipo nucleare. In seguito nel passaggio agli anni ’60 ci fu un ulteriore cambiamento prevalentemente riguardo l’aspetto economico infatti si passò da quella che viene definita etica del risparmio ad una volta all’esaltazione del consumo ovvero si dovettero conciliare questi due aspetti cercando di non sfigurare e di adeguarsi sempre maggiormente ai nuovi standard. Questa situazione di cambiamento riguardò anche l’istruzione: la maggior parte della popolazione era analfabeta e per questo motivo il ministro Gonella aveva attuato molteplici disposizioni per trovare una soluzione a questo problema. Il problema dell’analfabetismo trovò anche soluzione attraverso i primi programmi televisivi quali “Non è mai troppo tardi” che aiutava la popolazione a leggere e scrivere. Con il passare del tempo, l’istruzione assumeva sempre maggiore importanza, motivo per il quale anche le famiglie decisero di avere meno figli per cercare di garantire un futuro migliore ad ognuno di essi. Un’altra caratteristica fondamentale degli anni ’50 fu la contrapposizione tra il pensiero cattolico e quello comunista che sempre maggiormente cercavano di assumere l’intero potere (l’ideologia comunista cercava di affermarsi come fede religiosa mentre la fede cattolica cercava di affermarsi a sua volta come ideologia politica). Andando ad osservare in modo più approfondito il periodo in questione si può osservare come i primi anni ’50 avessero un’atmosfera maggiormente rigida-controllo sociale (si parla infatti di “restaurazione”) mentre nel periodo denominato precedentemente come “miracolo economico” ci fu un processo espansivo che andò a cambiare completamente il paese, fase che durò fino al 1970 (ci fu un unico calo tra il 1964 e il 1965). Quali furono questi cambiamenti? i) netto rialzo della natalità (fenomeno Baby boom); ii) piena occupazione e aumento salariale; iii) cambiamento dell’alimentazione: carne; iv) acquisto di beni secondari (auto, frigoriferi); v) Moda e abiti confezionati e pret-à-porter; vi) Affermazione editoria di massa (sancita con avvio della collana Oscar Mondadori): la serie venne inaugurata grazie a “Addio alle armi” di Ernest Hemingway dove sulla copertina era presente Rock Hudson protagonista del film omonimo; vii) Stagione dorata del cinematografo: si spingeva alla lettura attraverso di esso infatti ogni giorno andavano al cinema quasi due milioni di persone; Il paese di cui stiamo parlando era un paese profondamente diverso da quello uscito dalla guerra e lo si può osservare dal declino del cattolicesimo tradizionale. A questo declino, cercò di porre

rimedio Giuseppe Roncalli eletto a Papa con il nome di Giovanni XXIII attraverso un abbandono della “solennità ieratica” a favore di una maggiore vicinanza alla gente (es. carcerati di Regina Coeli) che ebbe particolare enfasi con i discorsi ripresi alla televisione in cui si concentrava sui diritti dell’uomo e sui problemi sociali. Il suo obiettivo era quello di trasformare la Chiesa in uno strumento di dialogo, obiettivo perseguito in seguito dal suo successore Papa Paolo VI ma incontrò numerose difficoltà. Dal punto di vista matrimoniale e sessuale i veri cambiamenti avvennero solamente nel 1968 con l’ondata permissiva. Anche dal punto di vista della politica si denotarono molti cambiamenti: ci fu l’avvento dei governi di centro-sinistra (concretizzati con il governo Fanfani nel 1962-63) anche se entrò in crisi con le elezioni del 1968. Abbiamo spesso citato il 1968, esso infatti si delineò come un vero spartiacque nella società italiana. Questo movimento nacque a partire da manifestazioni studentesche che si unirono a quelle sindacali generando un profondo mutamento nella mentalità del paese e diventando in questo modo una contestazione politica e generazionale. Fu questo quindi un movimento che aveva l’intenzione di rompere con il passato, con tutte le convenzioni esistenti. Il movimento comportò una crisi e una rottura anche generazionale tra padri e figli. Tutto il periodo del quale stiamo parlando è un periodo di profondi cambiamenti visibili nell’abbigliamento, nel costume sessuale (invenzione della “pillola” nel 1962) che comportò ad una caduta della natalità. In questo periodo di contestazioni, i giovani si scagliavano contro il consumismo che si stava diffondendo attraverso il modello “American way of life”, in particolar modo essi erano influenzati da un saggio di Marcuse “L’uomo a una dimensione” dove veniva appunto denunciato il consumismo, l’autore pensava che la società di massa potesse reprimere l’individuo. Tutto il periodo degli anni ’70 corrispose ad un periodo difficile per il paese che alternava fasi di ristagno e di ripresa dello sviluppo economico, inoltre si generò “la strategia della tensione” con l’obiettivo di destabilizzazione affinchè si potesse arrivare ad una potenza autoritaria sul paese. L’atmosfera di incertezza fu aumentata dalla presenza del “terrorismo rosso”. In tutto questo contesto ci fu un fatto essenziale ovvero l’introduzione della legge sul divorzio (1970) che sottolineavano maggiormente il cambiamento dell’Italia, così come la legge successiva riguardo la legalizzazione dell’aborto (in alcune condizioni). L’Italia si adeguava quindi sempre maggiormente all’ “American way of life” andando incontro ad un migliore tenore di vita ma anche ad evidenti problematiche.

2. La condizione femminile in Italia Nel periodo del dopoguerra inizia un processo di trasformazione del ruolo sociale e politico della donna. La donna, nel periodo di guerra, si era trovata a ricoprire un nuovo ruolo poiché era entrata nel mondo del lavoro. Proprio nel periodo di dopoguerra si pensava che questo nuovo ruolo potesse terminare cosa che invece non avvenì e questo fu uno degli aspetti fondamentali per quanto riguarda il mutamento del paese. I grandi cambiamenti furono determinati da: a) 1945: suffragio femminile (diritto al voto) b) 1946: dichiarazione della pari dignità e uguaglianza di fronte alla legge e anche nella sfera privata (famiglie): nella sfera privata questo fu difficile da accettare perché si pensava che il marito potesse ancora imporre la propria volontà sulla moglie, anche dal punto di vista lavorativo la Corte di Cassazione stabiliva che il lavoro femminile se causava l’assenza

c)

d) e) f)

g)

prolungata era considerato come abbandono del coniuge e dei figli. Inoltre fino al 1963 il marito aveva il diritto allo ius corrigendi. 1975: approvazione della legge 151 riguardo il diritto di famiglia: equiparazione tra i coniugi – c’erano stessi diritti e doveri (fedeltà, assistenza morale e materiale, contributo ai bisogni della famiglia, onore di mantenimento dei figli e della loro istruzione) Comunione dei beni tra i coniugi Eliminata la patria potestà Cambiamento del ruolo di madre: si giunse alla maternità per scelta. Inizialmente si andava contro l’aborto anche dal punto di vista della chiesa (Paolo VI in Humanae Vitae). Il concetto di maternità per scelta fu il risultato di un percorso che avvenne tra gli anni ’60-’70 in cui si verificò la liberazione sessuale, la diffusione degli anticoncezionali, la battaglia abortista, la presa di coscienza della propria capacità decisionale Articolo 37 della Costituzione concedeva gli stessi diritti e stesse retribuzioni del lavoratore

Nel 1948 si affermarono due diversi sistemi sia dal piano giuridico che dal punto di vista della quotidianità ovvero il sistema di principi di libertà/uguaglianza e il sistema di codici e leggi preesistenti. Spesso quest’ultimo era il sistema prevalente. Dal punto di vista dell’ambito lavorativo erano presenti due posizioni: il mondo cattolico era nettamente contrario mentre la sinistra marxista incoraggiava solamente il lavoro in fabbrica; fondamentalmente veniva ancora accettato il lavoro solo se per necessità, quindi come un sacrificio da fare per la famiglia non come una scelta propria della donna data da un suo diritto. La situazione lavorativa delle donne crebbe intorno al 1954-1959 ma diminuì nuovamente tra il 1961-1967, il loro ruolo nelle industrie rimase comunque sempre un ruolo “inferiore” a quello degli uomini nonostante parità di qualifica e titolo di studio. Solo nel 1950 ci fu l’approvazione della legge a favore del lavoro femminile “tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri” attraverso la quale venivano introdotte agevolazioni a loro favore, stessa cosa che avvenne nel 1974 con la legge che istituiva asili nido finanziati dallo stato. Spesso nello scenario di questi anni si osservava la presenza della “clausola del nubilato” in base alla quale scattava il licenziamento in caso di matrimonio, clausola che venne cancellata nel 1963. Il 1963 fu un anno proficuo di leggi infatti venne inserita la legge 66 che dava maggiori libertà alle donne anche se la legge fondamentale fu la legge 903/1977 in cui si sopprimevano le disuguaglianze e si applicava lo stesso trattamento nel lavoro, inoltre il lavoro passò dal considerarsi una vergogna a liberazione. La vita della donna era quindi governata dalla necessità di sposarsi e di crearsi una famiglia, tutto il resto era considerato nullo, non necessario. L’istruzione era un altro aspetto critico poiché si preferiva far studiare il figlio maschio e questo aumentava l’analfabetismo femminile. Solo negli anni definiti del “miracolo economico” ci furono grossi cambiamenti, nuovi interessi e nuovi studi caratterizzarono le ragazze facendo perdere l’importanza al matrimonio. Nonostante questa possibilità di studio, erano sempre presenti evidenti discriminazioni (es. grembiule nero) che iniziarono a diminuire solo con il 1968. Proprio negli anni ’60 e con la diffusione del benessere ci fu una svolta poiché le ragazze non seguivano più i principi di ubbidienza e sopportazione ma al contrario si opponevano ispirandosi alle “ragazze moderne”. Attraverso il movimento del Sessantotto le ragazze si opponevano all’autoritarismo e alla superiorità maschile. Man mano iniziò a prendere piede il femminismo di sinistra che, anche se subito spaventò e non trovò appoggi, cercava l’emancipazione nonostante le lievi differenze al suo interno (chi lottava maggiormente per aborto e libertà di contraccezione, chi non voleva gli uomini, ecc.). Si creò inoltre il movimento femminile cattolico che si opponeva all’emancipazionismo ma pensava che solo il cristianesimo avesse reso libera la donna.

Ci furono diversi tentativi del movimento femminista ma non riuscì ad ottenere grande seguito anche se riuscì ad eliminare i pregiudizi e fece in modo che le donne degli anni ’70 fossero consapevoli dei propri diritti.

3. L’educazione cattolica delle bambine: dal passato al futuro Dal punto di vista educativo, nel Novecento venivano proposti come modelli che le ragazze potessero seguire figure di giovani disposte a morire per i propri valori. Secondo la Chiesa cattolica era importante l’educazione delle giovinette per arginare la secolarizzazione della società: si educava la bambina al futuro ruolo da mamma e moglie proprio perché veniva sempre vista in relazione al ruolo di appartenenza familiare. Don Bosco aveva infatti reato una versione di una sua opera proprio dedicata alle fanciulle “La figlia cristiana provveduta” in cui si descrivevano i valori che avrebbe dovuto avere la giovinetta devota, sempre Don Bosco con altre opere andava a dimostrare esempi da seguire (“Angelina”) ed esempi da rifuggire (“Terribile esempio”). Abbiamo citato precedentemente la scrittura di Don Bosco de “La figlia cristiana provveduta” che era la versione al femminile dell’opera “Il giovane provveduto”. Queste due opere avevano la stessa struttura: i.

ii.

Parte 1: cose necessarie ad un/a giovane per diventare virtuoso/a Essa era a sua volta suddivisa in 6 articoli: emerge una visione in cui Dio ama i giovani poichè non ancora vittime delle sbagliate compagnie. (1) Art. III-IV sono identici (2) Art. V: maggiore insistenza sull’atteggiamento che devono tenere le ragazze in Chiesa (3) Art. VI (lettura e parola di Dio): è presente un elenco di testi da leggere ma nell’opera maschile si cita brevemente la loro importanza e il merito per la lettura mentre in quella femminile è presente inoltre una parte sui “libri cattivi” in cui sono presenti romanzi come Rousseau che vengono definiti come testi che guastano lo spirito. Le uniche letture permesse sono la parola di Dio e le letture cattoliche. Parte 2: cose da fuggirsi massimamente dalla gioventù In questa parte sono presenti maggiori differenze (1) Art. I (Fuga dall’ozio vs Fuga dall’ozio e dalla vanità- per ragazze): si propongono diversi consigli per ingannare il tempo ma alle ragazze si aggiunge il consiglio sul vestire e sul portamento (ovvero non correre dietro le mode) (2) Art. II (Fuga dalle cattive compagnie) : sono presenti piccole sfumature; si definisce chi sono le cattive compagnie (3) Art. IV,V, VI, VII: hanno all’incirca lo stesso contenuto anche se ne “La figlia cristiana provveduta” c’è un articolo in più (Evitare il rispetto umano) in cui si delinea che la donna deve fungere da guida nel momento in cui il marito possa perdere la retta via. (4) Art. VIII ( La più bella delle virtù) : è presente in entrambe le opere. In quest’articolo si definisce la verginità come “prezioso ornamento” e afferma che l’unico modo per non perderla è la ritiratezza unita alla preghiera.

Una parte fondamentale era il ruolo di figlia che attribuiva il mondo cattolico alle bambine. In uno scritto di Don Alberione del 1915 venivano sottolineati i ruoli che possedeva la donna nella società in quanto custode dei valori cristiani e le caratteristiche che aveva la bambina in quanto figlia ovvero: a) Trasmettere i valori cattolici; b) Generare i buoni sentimenti; c) Indurre al parlare castigato, all’amore per il lavoro e al rispetto reciproco;

d) Essere consapevole della propria inferiorità rispetto ai genitori; e) Possedere umiltà, obbedienza, affetto sincero, preghiera; f) Essere una buona sorella andando a sostituirsi ai genitori nell’educazione e a sacrificarsi per loro; Nell’800 la visione della donna culminò con la rivalutazione del culto mariano, l’8/12/1854 attraverso la bolla Ineffabilis Deus si proclamava il dogma dell’immacolata concezione all’interno del quale si stabiliva che la Vergine era stata preservata dal peccato originale. A questo proposito nel 1867 venne creata la Pia unione delle figlie di Maria, un’associazione che cercava di diffondere tra le ragazze la devozione nei confronti della Vergine. Di quest’associazione erano inizialmente protettrici l’Immacolata e Sant’Agnese fino a che si aggiunse in seguito Maria Goretti. All’interno di quest’associazione le figlie avevano il compito di usare come scudo la purità e la fortezza e dovevano portare il messaggio evangelico a quelle persone indifferenti. Altri compiti che avevano le Figlie di Maria erano quello di arginare la deriva della società (in seguito ai due conflitti mondiali), dovevano portare questo messaggio evangelico per vie e piazze stando attente ai diversi pericoli che potevano incontrare. In seguito, nel 1952, esse, a causa del mutamento dei costumi, delle maggiori libertà, della possibilità di incontri e di lettura delle diverse pubblicazioni, dovevano utilizzare la preghiera come arma per proteggersi dai pericoli. Erano inoltre presenti altre organizzazioni formative femminili:

 

Le Damine di San Vincenzo: era importante che le fanciulle conoscessero la sofferenza e potessero agire in prima persona per alleviarla La Gioventù femminile di Azione Cattolica (1918- Milano): seguiva la formazione dai 3 anni alla soglia della maturità con diversi gruppi denominati a seconda dell’età. Si veicolava una visione di donna tradizionale ma con maggiore socializzazione (novità per l’epoca). Gli obiettivi di quest’organizzazione erano: a. Omogeneità di comportamenti e senso di appartenenza; b. Fare in modo che la fanciulla avesse un “cuor d’oro scevro da ogni elemento terreno e passionale”, un bel carattere ed una coscienza giusta”; c. Gli obiettivi si raggiungevano attraverso i discorsi del Papa e i testi scritti per le ragazze; d. Formate alla serietà di riflessione per sviluppare un bagaglio di idee profonde; e. Formate alla virilità ovvero la forza d’animo per affrontare i sacrifici della vita; f. Formate al coraggio ovvero fermezza in risoluzione per difendere la Chiesa e la fede; g. Formate alla fede militante ovvero combattere per l’amore e per la fede per conquistare al bene chi la circonda perciò la condotta doveva essere irreprensibile;

In modo da “dirigere” il comportamento delle ragazze si utilizzavano manuali (editi da Edizioni Paoline) attraverso i quali la Chiesa cercava di andare in contro alla modernità delle adolescenti utilizzando un linguaggio il più possibile vicino ad esse anche se il risultato era totalmente diverso poiché si denotava il distacco e l’attitudine moralizzante. In questi manuali spesso si era ancora lontani dall’accettare le potenzialità intellettive delle donne ed in particolar modo nella trattazione di determinati temi (sfera sessuale-verginità) non si faceva altro che generare cadute di stile. In Italia negli anni ’60 iniziarono a circolare le opere di Michel Quoist, opere innovative poiché non veicolavano modelli morali ma erano vere e proprie narrazioni di esperienze di adolescenti. Tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60 entrò in crisi la tipologia di educazione che voleva veicolare modelli morali grazie anche alla scoperta del fatto che molte adolescenti non seguivano modelli poiché volevano avere una propria personalità, questo portò agli anni ’70 ad un’educazione all’autonomia vista come “scoperta della personalità libera e creativa”.

 Cap. 2: Quali letture per le bambine? 1. “Approntare letture benefiche” La Chiesa aveva da sempre avuto la consapevolezza del fatto che attraverso i quotidiani e i periodici si potesse diffondere il “male” che andava contro i principi cristiani, proprio per questo motivo il suo scopo era quello di combattere questo “male” dato dalle letture immorali utilizzando la stampa con lo scopo di salvare le anime. Passiamo all’ambito legislativo, ambito necessario da conoscere per comprendere la diffusione dei periodici in Italia. Nel 1859 venne emanata la legge Casati riguardo la pubblica istruzione, legge seguita nel 1877 dalla legge Coppino che cercò di rendere effettivo l’obbligo scolastico. La scuola diventava man mano sempre più laica mentre, allo stesso tempo, la Chiesa cercava modi per portare avanti l’opera educativa attraverso la fondazione di periodici. La fondazione di questi periodici si concentrava spesso maggiormente sulle bambine, venivano infatti create per loro diverse pubblicazioni. Questo avveniva perché in loro si vedeva un futuro ruolo fondamentale ovvero quello di educatrici in potenza che significava che si poteva attraverso di loro giungere a molti altri. Spesso si...


Similar Free PDFs