Riassunto Didattica on line. Dai modelli alle tecniche Garavaglia PDF

Title Riassunto Didattica on line. Dai modelli alle tecniche Garavaglia
Course Tecnologie della formazione
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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DIDATTICA ONLINE 1 DALLA FORMAZIONE A DISTANZA ALLA DIDATTICA ONLINE: Da Distance learning A: evoluzione on line Distance a distanza con della Rete Internet informal learning e di apprendimento in rete con uso del web 2 Uso termine in modo neutro: 1. 2. 1 I NUOVI MEDIA E LA DIDATTICA: RIFONDAZIONE O...


Description

DIDATTICA ONLINE 1.1

DALLA FORMAZIONE A DISTANZA ALLA DIDATTICA ONLINE:

Da Distance learning A: -

E-learning: evoluzione on line Distance LearningFormazione a distanza con l’uso della Rete Internet On-line: informal learning e modalità di apprendimento in rete con uso del web 2.0

Uso termine On-line in modo neutro: 1. 2. 1.2

I NUOVI MEDIA E LA DIDATTICA: RIFONDAZIONE O NATURALE INTEGRAZIONE? L’emergere del Life long learning e la consapevolezza che l’aula non è più il luogo unico comporta una riflessione sulla didattica e i nuovi media Kunz: i modelli didattici non sono stati stravolti con l’introduzione delle nuove tecnologie, ma semplicemente sono poco diffuse le competenze didattiche tra gli esperti di tecnologie che cercano di implementare i nuovi media Non bisogna confondere l’ innovazione strumentale ≠ rinnovamento metodologico.  giudizio impoverito Rischio: education technology  che diventi driven by technology Baldacci: “impoverimento formativo” quando vi è centratura sui new media e un’abbandono dei capisaldi della Bildung Come mantenere valori e ricchezza all’aprirsi di nuove forme di comunicazione? Rivoltella: “normalizzazione del paradigma e-learning” naturale integrazione. Determinismo tecnologico: le piattaforme stanno diventando ambienti rigidi… Necessità di una buona progettazione didattica basata sull’esperienza di apprendimento.

1.3

diverse metodologie diversi approcci uso della Rete in diversi contesti: Community on Line, LMS, blog, risorse Web 2.0, “classi 2.0”…

L’OMBRA DEL DETERMINISMO TECNOLOGICO:

Quando l’intero impianto didattico, dai modelli alle tecniche, è stato piegato sulla base dell’intenzione di voler usare una tecnologia per il suo “ruolo di innovatore”. CRITERI PER IDENTIFICARLA: 1. 2.

Analizzare la terminologia: uso di frasi stereotipate Analizzare il ruolo della tecnologia all’interno del processo formativo: MODELLI, METODI/STRATEGIE, TATTICHE E TECNICHE.

TAB.1 Le tecniche mutano in base alla tecnologia adottata (medium e tool). Le tattiche sono permesse o meno in base alla tecnologia (Es. chat/forum/presenza). Metodi/strategia (es. Forum) e Modelli (es. modelli blended) invece hanno un’influenza bassa o nulla rispetto all’uso. Buona progettazione analisi dei bisogni : strumenti adeguati alle strategie didattiche. Es. uso di social network. 1.4

COS’E’ LA DIDATTICA ONLINE

Che cos’è la didattica? etimologia del termine: greca. E successive influenza latine e francesi del termine “insegnamento”. Rosmini subentra il quadro epistemologico: didattica come settore della pedagogia. Diverse Correnti: 1. 2. 3. 4. 5.

Idealistico gentiliana Positivista sperimentale Attivista Strutturalista cognitivista Comportamentista/tecnologica istruzione programmata e uso di tecnologie. Automazione elettronica per gestire gli eventi didattici.

Mutamenti registrati: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1.5

Ampliamento dei campi: formazione adulti e contesti extrascolastici (life-long learning) Cambiamenti nei processi di mediazione: non solo online Ampliamento dei ruoli: docenti, tutor, esperti, progettisti didattici ecc. Apertura alla distribuzione di conoscenza: in collaborazione Spostamento del focus: da istruire all’apprendere (apprendimento adulti e informale) L’efficacia dell’apprendimento non è un fatto implicito: l’apprendimento è un fenomeno complesso.

VERSO UNA DEFINIZIONE di DIDATTICA ONLINE.

Rivoltella  didattica “insieme di metodi e strumenti attraverso cui l’educazione, nei suoi momenti formali, viene condotta”. Soluzioni: 1. 2.

3.

Debole  didattica (generale) che si avvale dell’uso della rete in toto o parzialmente Complessa  scienza sperimentale che si occupa di metodi e strumenti per attuare il processo di insegnamento, uso rete in toto o parzialmente, prende corpo in spazi formali, non formali o informali, attraverso la conduzione dell’uomo o la mediazione di una macchina programmata, scopo: apprendimento di abilità, conoscenze, valori ecc. Assimilazione naturalizzazione dei media nella quotidianità, coscienza del ruolo della rete nella quotidianità.

DIFFERENZA TRA CONCETTO DI DIDATTICA A LIVELLO ACCADEMICO E POPOLARE.

DIDATTICA ONLINE CAPITOLO 2 2.1

MICRO DIDATTICA E MACRO DIDATTICA

Due livelli di analisi della didattica 1. 2.

Microsistemanello specifico degli eventi didattici “classe” Macrosistema istituto/ente che organizza i corsi (scuola, università, azienda ...)

Macro-didattica macroanalisi sull’ambiente e sul costo della formazione sia per l’ente che per il soggetto che apprende (ritorno di competenze e conoscenze) – PROGRAMMA Micro-didattica microanalisi. Messa in atto della macro-didattica in base a caratteristiche micro: partecipanti, ambiente, strumenti -PROGRAMMAZIONE 2.2

MODELLI (carattere teorico di sfondo)

È il livello più astratto. Guida alla lettura della realtà e alla comprensione degli orientamenti. 1. 2. 3.

fornisce uno schema rappresentativo permette di dedurre relazioni fornisce suggerimenti sul modo di estendere il campo della teoria

Bertolini: il modello funge da “prototipo” / Bertin: schema concettuale. Principio teleologico e metodologico /fini-metodo 2.2.1 I MODELLI DELLA DIDATTICA E IL RUOLO DELLE TECNOLOGIE. Renner 3 diverse metateorie in relazione a diversi contesti socio-culturali: 1. 2. 3.

Formazione dell’uomo Modello Bildung (scienze dello spirito) Informazione per l’uomo Modelli che si rifanno alla trasmissione di conoscenza (cibernetica): Rete + innovazioni tecnologiche: didattica online. Apprendimento  in opposizione alla precedente: scienze sperimentali.

TAB 1. GENNARI, I MODELLI DELLA DIDATTICA: Elenco di modelli didattici e lettura “meta” dei modelli/ idee su come si apprende. Es. modello cibernetico/tecnologico metateoria: comportamentismo, stimolo-risposta (skinner).  “teaching machine”: passaggio da un processo all’altro attraverso un feedback/input del discente.!: Per rendere la tecnologia neutra rispetto al modello bisogna abbandonare l’idea del modello cibernetico come specifico delle tecnologie didattiche. 2.3

METODI (Carattere orientativo- dimensione più pragmatica della precedente ma sempre teorico)

Bertolini: il metodo individua gli strumenti adeguati. - STRUMENTI Definizione: schema generale di riferimento per chi mette in atto l’azione, proposizioni pragmatiche che fungono da linee guida per l’attuazione del livello didattico. - PROCEDURE 1. 2.

Metodo deduttivo: generaleparticolare (Studente passivo) Metodo induttivo: metodo sperimentale, dal particolare al generale (Studente attivo)

2.4

METODOLOGIE O STRATEGIE DIDATTICHE (Livello micro teorico-definisce quanto deciso a livello di metodo)

“definisce le procedure di insegnamento nei termini di proposizioni operative tramite le quali si realizzano le linee tracciate dal metodo”. Bertolini: procedura di insegnamento/apprendimento con cui vengono realizzate le istanze delineate dal metodo e col fine di inseguire gli obiettivi didattici. Scuratifine: acquisizione di comportamenti. Bisogna essere interpreti e cercare di declinare la metodologia e ricontestualizzarla in base alle specifiche caratteristiche della situazione. Le macchine non sono in grado di replicare le fasi di interpretazione e ri-contestualizzazione di una metodologia critiche al modello cibernetico/istanze comportamentiste (Intelligenza artificiale). 2.5

TATTICHE (Carattere neutrale, risoluzione di PROBLEMI CONTINGENTI)

Bertolini: mossa finalizzata a risolvere un problema contingente all’interno di uno scopo generale, definito dalla strategia. È subordinata e neutra rispetto alla strategia. Ad es. se la strategia è apprendimento cooperativo per gruppi di lavoro, una tattica può essere “brainstorming a piccoli gruppi”, questa tattica può essere usata anche per altre strategie e questo conferisce alle tattiche il carattere neutrale. Ragionare solo in modo tattico comporta la perdita dello sguardo strategico/metodologia, in favore di una continua risoluzione di piccoli problemi. Ciò può avvenire anche in Rete quando il focus si sposta solo sui problemi tecnologici, giustificando le scelte in base ad essi. Le tattiche nella formazione regolata esclusivamente da macchine non esistono, perché è molto difficile che siano in grado di rilevare problemi, analizzarli e procedere per tattiche. 2.6 TECNICHE (AZIONI CONCRETE NEL DETTAGLIO) Descrizione di ogni singolo atto attraverso una tecnologia. Cougelin: successione di procedimenti impiegati per arrivare a un risultato. Corrisponde a un insieme di azioni concrete e stabilizzate. Nel caso della didattica on-line significa definire le operazioni con l’uso delle tecnologie, tenendo lontani gli effetti del determinismo tecnologico. 2.7 DALLA PROGETTAZIONE (teoria) ALL’AZIONE DIDATTICA (pratica) strada percorribile: TAB 2. LIVELLI DI MACRO E MICRO-PROGETTAZIONE      

1° livello- macro-progettazione- macro-didattica: (LIVELLO MACROTEORICO) Modello: basi teoriche di sfondo prevalenti. Es. attivismo di Dewey Metodi: chiarifica le procedure e le tecnologie da usare (SEMI-PRAGMATICO) Es. lavoro di gruppo 2° livello- micro-didattica, due sotto-fasi: A) metodologie: proposizioni operative, possono subire variazioni in itinere in base ai feed back. es. studio di caso B) azione didattica: (OPERATIVO) Tattica: risolvere problemi contingenti/emergenze, è auspicabile la creazione di un portfolio personale con l’esperienza Es. creazione di gruppi di lavoro eterogenei in base alle competenze/brainstorming in piccoli gruppi (piano B)

DIDATTICA ONLINE  

Tecniche: le operazioni specifiche da compiere, cambiano in base alle tecnologie scelte e all’esperienza Es. apertura aree di lavoro per ogni gruppo: scrittura collaborativa Tecnologie (Definite col metodo): Es. forum di discussione e wiki

TAB 3. ESEMPIO STUDIO DI CASO PROPOSTO A UN GRUPPO DI LAVORO ONLINE 2.8

APPROCCIO CRITICO ALLA PROGETTAZIONE DIDATTICA: INSTRUCTIONAL DESIGN (’60)

Obiettivo: rompere con la tradizione gentiliana secondo cui la precondizione sufficiente all’insegnamento: conoscenze. Modello di istruzione: definito come DISPOSITIVO TEORICO DI NATURA PROGETTUALE STRATEGICA, capace di indicare una serie di possibilità operative in relazione al contesto è utile basare una progettazione su questi principi. 2.9

I CAMPI DELLA DIDATTICA ONLINE

Per determinare le caratteristiche della didattica bisogna guardare al contesto. Essi sono così diversi che possono rendere necessaria la distinzione di figure professionali specifiche, ciò comporta la distinzione di diversi ambiti della didattica detti CAMPI a sua volta si distinguono diversi campi in relazione all’uso della rete e dei nuovi media. In genere si distingue in: formali e informali (in base alla natura istituzionale o non del processo formativo) 2.9.1 GLI AMBITI DELL’APPRENDIMENTO Per capire quando è lecito che un apprendimento evolva secondo linee non precostituite bisogna ragionare sull’apprendimento e non sull’insegnamento. 3 tipologie: formali, non formali, informali. 1. 2. 3.

Formali: contesto strutturato e organizzato, corpo docente istituzionalizzato, rilascio di certificato, processo intenzionale (20%apprendimento) Non formali: contesti non di istruzione ma di lavoro, o occasioni di partecipazione a iniziative di associaz. Percorsi di approfondimento, non rilasciano certificati o valutazioni, di tipo intenzionale. Informali/esperienziale/incidentale: ciò che si appende nella quotidianità, (a lavoro, in famiglia, con gli amici, nel tempo libero)- 80% apprendimento proviene da situazioni informali anche nei contesti formali

Conner (2004) 4 situazioni di apprendimento (TAB. 1) 1. 2. 3. 4.

Formale-intenzionale: e-learning Formale-inatteso: approfondimenti individuali legati a percorsi formali, internet surfingenciclopedie online Inatteso-informale: legati al tempo libero social network, blog, spazi Web 2.0 (Es. face-book) Intenzionale-informale: attività facoltative a complemento di un percorso formale o che non rilasciano titoli: es. corsi di lingua o di ballo, oppure in Rete le Community su particolari temi.

Per sviluppare forme di apprendimento informali e dare senso a quello che dico in un corso tradizionale (formale) devo trovare una logica per inquadrare il livello sociale/informale all’interno del corso. Per cui lavorare sull’asse: Inatteso-Intenzionale. 

Inattesogenerare interessi e approfondimenti attraverso ad esempio una personalizzazione del percorso attraverso la rete: pagina wiki, post su social network .  generare passioni



Intenzionale promuovere didattiche attive/esperienziali: tirocinio, comunità di pratica, community 2.9.2 Didattiche formali: scuola, università, organizzazioni 2.9.2.1

DIDATTICA SCOLASTICA

1.

Livelli primari presenza (x favorire la socializzaz.), uso della rete solo come integrazione di altri strumenti

2. -

Livelli secondari Rete nella quotidianità: Rete come ponte per studenti in zone remote o disagiate (Es.Sicilia) uso di videoconferenza (colleg. punto-punto: “skype”) Rete come ponte per studenti in ospedale uso di videoconferenza Rete come strumenti naturali della didattica modalità di consegna e raccolta compiti online

Prensky studenti: nativi digitali. Applicare le competenze digitali informali nei contesti formali comporta che anche gli insegnanti debbano imparare le nuove forme di esplorazione e concettualizzazione mediante le tecnologie (immigrati digitali: insegnanti)

     

2.9.2.2 DIDATTICA UNIVERSITARIA Contesto italiano: i pareri Le università a distanza sono ancora poco conosciute o mal giudicate Il mercato esiste ma manca un’offerta credibile I tempi non sono ancora maturi per l’e-learning Contesto universitario: Risponde alle necessità degli studenti lavoratori (formazione permanente degli adulti) (2/3 lavorano) Passaggio dal concetto di università di massa a università “orientata all’utenza” e “società dell’informazione”, ovvero orientata a chi “sta fuori dall’aula ma rimane connesso in Rete” PASSAGGI STORICI: fino al 1960 università tradizionale (solo presenza), dagli anni ’60 università di massa (poche esperienze web), oggi “orientata all’utenza”. Per quest’ultima si fanno uso di nuovi media (formazione online) oltre ai momenti in presenza per permettere la partecipazione alla formazione agli studenti “fuori dall’aula”. 2.9.2.3

DIDATTICA online NELLE ORGANIZZAZIONI

Utile a risolvere tre problematiche: 1. 2. 3.

Formare persone che lavorano in sedi remote x ridurre i costi dei spostamenti Risparmiare sui costi di formazione per le azioni standard ripetute (es. moduli online) Flessibilità nella gestione del tempo di lavoro

DIDATTICA ONLINE “Corporate e-learning”: corsi on line strutturati  3 fattori trainano la sua crescita: 1. 2. 3.

Diffusione pc e banda larga Diffusione terminali mobili e abbonamenti a basso costo Possibilità di conciliare esigenze organizzative e flessibilità del tempo di lavoro

Lean production: caratteristica della società dell’informazione introduzione delle tecnologie in ogni aspetto del lavoro, uso della rete per apprendere e condividere la conoscenza knoweledge management La maggior parte delle esperienze e-learning sono implementate per ottimizzare tempi e costi della formazione obbligatoria per legge (es. corso di sicurezza) SCHEDA DI APPROFONDIMENTO 2 : Differenza tra formazione a distanza e in presenza nelle organizzazioni: quella a distanza implica A-maggior tempo di apprendimento perché è più facile distrarsi, B-è idonea a veicolare contenuti di tipo tecnico, nozioni e info, aspetti teorici e non alla sperimentazione, C-permette autonomia nei tempi di fruizione dei corsi (economicità di tempo e denaro) in particolare aspetti positivi: flessibilità e autonomia nella gestione della fruizione, possibilità di tornare sugli argomenti e approfondire anche in un momento successivo, scelta personale di argomenti/ aspetti negativi: scarsa interazione col docente e senso di solitudine, problemi tecnici e di location, discriminazione nel caso l’utente ha poca dimestichezza nei pc. Si auspica l’introduzione di aspetti di valutazione autentica, la possibilità di interagire a livello umano con un tutor, e la possibilità di erogare forme blended così che non sia una mera trasmissione di contenuti in formato digitale!!! 2.9.3 DIDATTICHE NON FORMALI E INFORMALI 2.9.3.1 DIDATTICA EXTRASCOLASTICA: risorse culturali presenti nel territorio (musei biblioteche oratori ecc..). valorizza la personalizzazione, fiducia e autonomia. La rete entra in gioco in questa tendenza, in alcuni casi sfociano “classi globali”. 2.9.3.2 DIDATTICA DEGLI ADULTI: l’apprendimento si manifesta nella forma dell’autorealizzazione. Apprendimento informale, auto-formazione autodiretta, con automonitoraggio e autovalutazione: studio individuale, interscambi reciproci ecc. tra questi anche l’e-learning in alcuni casi. 2.10 IL SETTING ONLINE Setting: spazio dell’evento didattico (supporti fisici, materiali, tecnologie, aspetti relazionali, culturali ed emotivi)in alcuni casi si identifica col termine AMBIENTE. “Ambiente per l’apprendimento in Rete”: spazio di relazioni e strumenti che prende corpo in Rete, scopo: apprendimento attraverso il processo didattico nella quale si possono riconoscere le dimensioni sociali e culturali. --> setting online: relazioni tra soggetti e strumenti/applicazioni Web. 6 diverse forme di setting dedicati a: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Trasmissione di conoscenza asincrona Lavoro di gruppo asincrono Didattica sincrona Apprendimenti informali online Formazione sul campo con device mobili Integrazione della rete in presenza

a)

TRASMISSIONE DI CONOSCENZA ASINCRONA: (pensata e progettata in un momento antecedente a quello di fruizione) Schema classico di formazione a distanza: Emittente (macchina/staff:)  trasmissione contenuti asincrona  discente

Serie di elementi tra cui:     

Presenza di TUTOR o meno, a cui chiedere chiarimenti e che possa intervenire sui materiali per adattarli ai fruitori. AUTORE dei contenuti: nei contesti tradizionali è anche tutor, in quelli aziendali l’autore è un esperto o un formatore (intenzionalità e linguaggio) Staff di produzione multimediale nei contesti aziendali appartiene a una società esterna, si occupa dell’implementazione del prodotto (uso immagini/animazioni) e il Tutor si dedica alla risoluzione di problemi tecnici. Discenti e la loro compatibilità della tecnologia usata Spazio delivering: sistema di pagine web organizzate in un iper-media per la distribuzione di contenuti digitali. In un LMS il processo di delivering avviene sfruttando lo Standard Scorm che impone limiti di interazione. Dove non è imposto x legge è possibile usufruire di ipermedia costruiti con strumenti Web 2.0

b)

WORKGROUP ONLINE-SPAZI ORIENTATI ALL’E-MODERATING:

Situazione asincrona didattica con più persone coinvolte in un’attività. L’ampiezza della banda ha diffuso strumenti che permettono una interazione sincrona tra pari. Elementi di un setting online dedicati al lavoro tra pari: -

Discenti: intenzioni, linguaggi… Presenza di tutor o meno per seguire gli obiettivi Contenuti digitali fruiti dal tutor o da un lavoro di delivering, o costruiti dai discenti Mediazione: a seconda di strumenti Web (pc o altro device): importante perché a seconda di esso il setting varia.  Strumenti: file sharing, scrittura collaborativa (wiki), zoho, Google App, spazi di discussione (forum)  setting online dedicato al lavoro collaborativo e cooperativo tra pari. c)

NETWORK E COMUNITA’ DI APPRENDIMENTO (apprendimenti informali)

Network: quando ...


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