Riassunto Don Quijote PDF

Title Riassunto Don Quijote
Author Helen De Marco
Course Cultura e letteratura spagnola
Institution Università degli Studi di Trento
Pages 18
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RIASSUNTO DON CHISCIOTTE PROLOGO! Nel prologo si rivolge al lettore come un lettore che “non ha nulla di meglio da fare” che leggere il suo libro. Lui avrebbe voluto fosse un libro più bello ma essendo figlio suo non potrebbe essere altrimenti.! Dice che solitamente un padre non vede i difetti del figlio, ma lui è in realtà patrigno di Don Chisciotte e che quindi il lettore dovrà perdonargli gli errori e difetti presenti nel libro.! A lui è costato di più scrivere questo prologo che il libro in sé, anche se è cosciente del fatto che il suo libro non contenga niente del resto dei libri usciti nella stessa epoca, ed è preoccupato per il giudizio del “volgo” e ne parla con un amico. Quest’ultimo gli fornisce dei nomi e delle fonti con cui può rendere il suo libro colto come gli altri dell’epoca e Cervantes lo ringrazia.! Non vuole che il lettore lo ringrazi per la conoscenza di Don Chisciotte ma più per la conoscenza di Sancho Panza,! CAPITOLO PRIMO! In un paese de La Mancha viveva un cavaliere di circa 50 anni, con una governante, una nipote ed un garzone. Era appassionato di romanzi di cavalleria a tal punto che a volte si dimenticava di andare a caccia e vendeva i suoi terreni così da poter permettersi sempre più libri. ! Divenne proprio ossessionato con questi libri che iniziò a pensarci costantemente ed a provare a capirli in ogni ora del giorno, che gli si seccò il cervello. Decise di diventare come i cavalieri protagonisti dei suoi amati romanzi: voleva girare in mondo a cavallo in cerca di avventure. Sistema quindi le sue armi, da un nome al suo cavallo: Ronzinante, e si da un nome: Don Chisciotte; mancava solo una dama di cui essere innamorato: pensò alla contadina che conosceva, a cui diede come nome Dulcinea de Toboso.! CAPITOLO SECONDO! Uscito di casa, si preoccupò subito del fatto che non era stato nominato cavaliere da nessuno e decise quindi, prendendo spunto dai personaggi di cui aveva letto, che si sarebbe fatto nominare tale dal primo che passava. Passeggiava così a cavallo cercando di imitare il più possibile i personaggi che conosceva bene, pensando a chi avrebbe dovuto raccontare la sua storia e lamentandosi per la mancanza di Dulcinea. Dopo una giornata di cammino, vide in lontananza una locanda che però lui aveva identificato come un castello e al sentirlo parlare e al vedere come fosse vestito, le donne fuori dalla locanda e il locandiere si misero a ridere. Rivoltosi al locandiere come “castellano”, quest’ultimo lo fece entrare a mangiare sebbene lui tenne addosso l’elmo e la visiera perché se se li fosse tolti, non avrebbe più potuto rimetterseli.! CAPITOLO TERZO! Chisciotte chiamò il castellano nella sua stanza per farsi armare cavaliere, e il castellano cosciente del fatto che il suo cliente avesse dei problemi mentali, lo assecondò. Dopo avergli dato informazioni per la cerimonia della nomina, gli chiese se aveva con se denaro e Chisciotte rispose che nei libri di cavalleria il denaro non era mai nominato e dunque lui non lo aveva. Il locandiere gli consigliò poi di portarselo e lui accettò il suo consiglio.! Arrivò nella locanda un mulattiere che aveva bisogno di dar l’acqua alle bestie e quindi di spostare le armi di Chisciotte, che lo minacciò. Il mulattiere non si fece intimorire da questo pazzo, e gettò via le sue armi. Don Chisciotte alzò la lancia e gliela scaraventò in testa, e questo con altri 3 o 4 mulattieri. Giunsero il locandiere e gli altri clienti e videro tutti la scena, con paura il locandiere si affrettò a compiere la nomina cosicché Chisciotte se ne andò contento. ! CAPITOLO QUARTO! Uscito dalla locanda, Chisciotte decise di ascoltare il consiglio del locandiere e di tornare a casa per fornirsi di denaro, camicie e anche di trovare uno scudiero scegliendolo fra qualche bracciante del paese. Sulla strada del ritorno sentì però delle urla e vide un contadino che per punire il suo servitore, lo aveva legato ad un albero e lo frustava. Chisciotte gli disse subito che se non lo avesse liberato e pagato lui lo avrebbe ucciso. Dopo che Chisciotte se ne andò, il contadino riprese a frustrarlo e disse al giovane di nome Andrea di andare pure a cercare il suo eroe avrebbe dovuto ora ammazzare il contadino per non aver rispettato il patto.!

Andando avanti nel suo viaggio, si fermò davanti a dei mercanti e disse loro che dovevano ammettere che Dulcinea de Toboso fosse la donna più bella, altrimenti loro sarebbero stati in guerra con lui. Loro, capendo la sua pazzia, dissero che non potevano dire ciò di una donna che non avessero mai visto; lui allora si mise a cavallo e andò all’impazzata verso uno di loro. Per fortuna sua, il cavallo cadde e così con lui Don Chisciotte che, a causa della sua armatura, non riuscì più ad alzarsi. Approfittando del momento, uno dei mercanti gli diede tante legnate da farlo rimanere a terra ancora per molto tempo.! ! CAPITOLO QUINTO! Ad un certo punto passò di li un contadino che gli chiese cosa gli fosse successo, lui credette che fosse il Marchese di Mantova e continuò a recitargli un romance, recitava con frasi de los sietes libros de la diana di Montemayor e con la Historia del Abencerraje y la hermosa Jarifa. Venne poi portato a casa da questo contadino e li Chisciotte raccontò alla governante e alla nipote della lotta con i giganti che gli aveva causato quelle ferite, e loro dissero al contadino che tutti i romanzi cavallereschi lo avevano fatto impazzire.! CAPITOLO SESTO! La nipote, la domestica ed il contadino decidono di chiamare il barbiere maestro Nicola bruciare tutta la raccolta di libri di Don Chisciotte, risparmiando La Galatea di Cervantes, descritto come autore mediocre ed alcuni romanzi come Amadís de Gaula.! CAPITOLO SETTIMO! La nipote, la domestica ed il contadino pensarono così di migrare la stanza dove Don Chisciotte teneva i libri e di dirgli che un incantatore si fosse portato via tutto, stanza compresa. Dopo 15 giorni in casa, in cui Chisciotte rimase a letto, quando esce trova un contadino disposto a fargli da scudiero: Sancio Panza, a cui promise che sarebbe diventato governatore di un’isola o comunque di un regno. Partirono quindi muniti di denaro, bisacce, Ronzinante per Chisciotte ed un mulo per Sancio Panza. ! CAPITOLO OTTAVO! Arrivano davanti a dei mulini a vento che Don Chisciotte identifica però come dei giganti che deve uccidere. Diede così un colpo di lancia alla pala, che per il vento scaraventò lui e Ronzinante a terra. Rimasto senza lancia, decise che spezzerà un pezzo di albero come aveva letto che aveva fatto un famoso protagonista di libri di cavalleria, e di usarlo come lancia. Ad un certo punto vedono una carrozza con due mulatteri ed una signora, Don Chisciotte li identifica come due mori che avevano rapito una principessa; così si scagliò contro di loro e uno lo buttò giù dalla carrozza, mentre l’altro si allontanava impaurito. Il mulattiere rimasto a terra fu spogliato da Sancio Panza che venne poi picchiato dai suoi servitori. Nel frattempo Don Chisciotte parlava con la “principessa” e arriva così un vero cavaliere a dirgli di andarsene. L’autore non parla dell’esito della battaglia tra il cavaliere e Don Chisciotte.! CAPITOLO NONO! Chi scrive dice che l’autore non ha voluto scrivere l’esito della battaglia tra Don Chisciotte ed il bizcaino. Per questo, un giorno in una locanda arriva un ragazzo con scartoffie e giornali e Cervantes chiede ad un moro se glielo può traduttore visto la scrittura araba. Legge quindi come finisce la battaglia: Don Chisciotte sta per uccidere il bizcaino ma lo risparmia a patto che lui vada da Dulcinea de Toboso e che lei decida la sua sorte. ! CAPITOLO DECIMO! Terminata la battaglia, Sancio Panza si alzò da terra e andò dal Don Chisciotte, ed i due iniziarono un nuovo viaggio per cercare un posto in cui passare la notte. Don Chisciotte soffriva però il dolore ad un orecchio, che gli era stato tagliato dal cavaliere e parlò a Sancio Panza di un balsamo che avrebbero dovuto fare in futuro che sarebbe stato in grado di rimettere a posto le parte del corpo che si staccavano; Fa inoltre riferimento all’episodio cavalleresco dell’elmo di Mambrino: la sua vendetta sarà fare ad un altro cavaliere ciò che è stato fatto a lui: tagliare l’orecchio. Dopo una lunga passeggiata e dopo aver mangiato però non riuscirono a trovare un luogo per dormire e dormirono così a cielo scoperto, cosa che fece molto piacere allo spirito cavalleresco di Don Chisciotte.!

CAPITOLO UNDICESIMO! Sancio Panza e Don Chisciotte arrivarono a mangiare da dei caprai, che li accolsero con buon cibo. Dopo il monologo di Don Chisciotte sull’età dell’oro dopo aver mangiato le ghiande, i caprai chiamano un ragazzo per cantare.! CAPITOLO DODICESIMO! Arriva dai caprai un signore che annuncia una notizia: il giovane Crisostomo è porto per amore della ragazza di cui si era innamorato: Marcella, e verrà sepolto nel luogo in cui l’ha conosciuta. Don Chisciotte chiede quindi maggiori dettagli sul ragazzo morto, e uno dei caprai racconta che Marcella era figlia di una donna bellissima, ma era rimasta orfana ed in custodia allo zio. Avendo vissuto 15 anni in casa, perché lo zio voleva proteggerla da tutti gli uomini del paese che sapevano già che fosse la più bella quando diventa adulta decide di andare a fare la pastora e compare quindi in pubblico. Ma rifiuta chiunque le chiede di sposarlo e causa quindi moltissimi danni nel paese, per questo il capraio consiglia a Don Chisciotte di partecipare al funerale il giorno dopo, perché sarà sicuramente interessante.! CAPITOLO TREDICESIMO! Andando verso il funerale, Don Chisciotte parla con un signore che critica vari aspetti dei cavalieri erranti: per esempio il fatto che loro si raccomandino alla loro dama piuttosto che a Dio quando non hanno neanche una dama di cui essere innamorati, ovviamente Don Chisciotte difende la sua figura in tutto e per tutto. Arrivarono al funerale e lessero l’ultima canzone che ebbe scritto Crisostomo, dedicata a Marcella.! CAPITOLO QUATTORDICESIMO! Appare al funerale Marcella, che vuole dire a tutti quanti che non è stata colpa sua il suicidio di Crisostomo, perché lei non ha avuto colpe nel suo non amarlo. Così se ne va, e don Chisciotte, con il suo animo cavalleresco, minaccia che nessuno debba seguirla perché lei non ha colpe. Nessuno la segue e il funerale si svolge. Don Chisciotte va però in cerca di Marcella per offrirgli ciò che lui può servire, e l’autore lo riserva per il capitolo seguente.! CAPITOLO QUINDICESIMO! Sancio Panza e Chisciotte si addentrano nel bosco per cercare Marcella e, mentre mangiano, Ronzinante si avvicina a delle puledre e viene così punito dai proprietari, che erano yanguesi (abitanti di Segovia) di queste finendo malconcio a terra. Inizia così un duello tra gli yaguesi e Don Chisciotte e Sancio Panza, in cui questi ultimi finiscono anche loro a terra e gli altri sfidanti se ne vanno. Dopo una discussione sui vari personaggi cavallereschi e le battaglia che hanno fatto loro, si rimettono in cammino e giungono ad una locanda, che ovviamente viene percepita come castello.! CAPITOLO SEDICESIMO! Sancio Panza e Chisciotte entrano nella locanda e vengono curati e messi a letto dalle signore e ragazze presenti, tra cui un’asturiana: Maritornes. Inoltre si dice che l’autore del libro conoscesse molto bene il mulattiere presente perché famoso; e questo mulattiere stava appunto aspettando Maritornes nel suo letto, accanto a quelli di Sancio e Chisciotte, per passare la notta con lei. Don Chisciotte, che non riusciva a dormire, si immaginò invece che essendo in questo castello, la figlia dei regnanti sarebbero presto giunta da lui per fargli compagnia nella notte, giurando di non tradire però Dulcinea. Entrata Maritornes nella stanza buia, Chisciotte pensando fosse la sua dama, la prese e la mise nel suo letto, e così il mulattieri si alzò e diede un pugno a Chisciotte.! Così si svegliò il locandiere e Maritornes si infilò nel letto di Sancio che svegliatosi di colpo iniziò a tirarle pugni non vedendo chi fosse. Cosicché si iniziarono a picchiare Sancio con Maritornes con il mulattiere e il locandiere ed arrivò una guardia e disse che Don Chisciotte era morto e tutti scapparono tranne Sancio, lui quindi si mese a cercare un altro lume per vedere meglio la situazione.! CAPITOLO DICIASSETTESIMO! La guardia capisce che Don Chisciotte non è morto. Don Chisciotte dice a Sancio di prendere l’occorrente per fare la ricetta di quel balsamo miracoloso: rosmarino, olio, sale e vino e quest’ultimo li va a chiedere al locandiere. Bevono questo balsamo che li fa vomitare entrambi e poi riprendere, decidono così di andarsene ed il locandiere chiede loro un pagamento per ciò di

cui hanno usofruito e Don Chisciotte risponde che i cavalieri non sono soliti a pagare le locande, perché tutto spetta a lui in maniera gratuita e Sancio aggiunge che lui, in nome della cavalleria, non dovrà mettere un centesimo.! Per questo alcuni signori si prendono gioco di Sancio mettendolo sopra un telo e facendolo saltare in aria più e più volte e quando lo liberano i due riescono finalmente ad andarsene.! CAPITOLO DICIOTTESIMO! Don Chisciotte e Sancio si trovano a cammino su una collina e vedono davanti e dietro di loro dei grandi polveroni, cosicché Chisciotte pensa siano due eserciti che stanno per scontrarsi quando in realtà sono due greggi di pecore. Chisciotte parte all’attacco verso i greggi e ferisce delle pecore così i proprietari gli iniziano a tirare delle pietre che lo fanno cadere a terra.! Ripreso, Sancio inizia a raccontargli una storia.! CAPITOLO DICIANNOVESIMO! Camminando nella notte, si trovarono difronte degli incamiciati a cavallo di alcune mule che stavano portando una lettiga (letto). Don Chisciotte lo identifica invece come una bara con un morto e si assume il compito di vendicarlo, così aggredisce uno dei cavalieri e gli altri fuggono. Quello rimasto per terra si arrende e decide di rispondere a tutte le sue domande: sono cavaliere che stanno portando il cadavere in una certa città, e l’uomo era morto di una brutta febbre. Non potendo vendicare nessuno Don Chisciotte aiuta quindi il cavaliere ferito e Sancio lo chiama davanti a lui il Cavaliere dalla Trista Figura perchè secondo lui è ormai da molto tempo che ha una brutta cera. Così Chisciotte, soddisfatto di questo appellativo vuole farsi incidere sullo scudo una figura triste. Si mettono a mangiare ma si accorgono di non avere nulla da bere.! CAPITOLO VENTESIMO! E’ buio e vanno in giro per un bosco cercando da bere, Chisciotte decide di addentrarsi per questa pericolosa avventura dentro al bosco e Sancio, per non farlo partire, lega le zampe a Ronzinante così da immobilizzarlo. Non accorgendosi di questo, Chisciotte decide di rimanere con lui che intanto comincia a raccontare una storia: un pastore, Lope, era innamorato di una ricca donna: Torralba. Torralba però lo disprezzava e lui allora si trasferisce in un’altra città con tutte le sue pecore e quando Torralba se ne accorge inizia a volergli bene. Arriva al fiume Guadiana con Torralba che lo segue, e cerca una barca che possa trasportarlo dall’altro lato del fium: la trova ed inizia a fare avanti ed indietro con tutte le pecore. Sancio però dice che il racconto è terminato perchè non si ricorda come va avanti la storia.! Arriva mattina e Chisciotte parte per la sua avventura, e Sancio lo segue e sentono dei forti rumori che scoprono poi essere dei semplici macchinari. Sancio scoppia a ridere e Chisciotte lo colpisce, i due fanno poi pace.! CAPITOLO VENTUNESIMO! Don Chisciotte vede avvicinarsi un barbiere a cavallo di un asino con in testa, a causa della pioggia, una bacinella; ma lui lo identifica come un cavaliere che ha in testo l’elmo di Mambrino di cui vuol entrare in possesso. Lui gli va quindi contro ed il barbiere corre via facendo cadere la bacinella, Chisciotte se la mette in testa travisando sempre la realtà e Sancio scambia il suo vecchio asino con quello abbandonato dal barbiere. Il capitolo termina con “e alzando gli occhi vide ciò che si dirà nel prossimo capitolo”.! CAPITOLO VENTIDUESIMO! [“Cide Hamete Benengeli, autore arabo e mancego, narra che dopo che tra il famoso Chisciotte e Sancio, erano intercorsi quei ragionamenti … ]. Don Chisciotte vede arrivare una serie di galeotti, e Sancio gli riferisce che sono stati uomini condannati, costretti dal re a servire nelle galere; Chisciotte quindi trova la sua nuova avventura: vendicare questa prepotenza verso i già deboli. Chisciotte chiede quindi ad ognuno di essi il motivo del perchè loro fossero li, uno rispose che lui era lì perché si era innamorato, ma innamorato di una cesta di biancheria → era quindi un ladro; anche il secondo era ladro di bestiame, condannato a 6 anni dopo aver confessato. Il terzo finiva in carcere per debiti, il quarto per stregoneria, il quinto aveva messo in cinta troppe donne da poter mantenere i figli, il sesto si chiama Ginesio di Passamonte ed è uno dei più grandi furfanti mai catturati. Quest’ultimo ha anche scritto un libro sulla sua storia, che è addirittura meglio del Lazarillo. Chisciotte chiede così alle guardie di liberarli, altrimenti li forzerà lui; si scaraventò contro uno che finì subito a terra, e le altre guardie si accanirono contro Chisciotte e i

carcerati provarono a togliersi la catene cosicché le guardie così confuse se attaccare Chisciotte o fermare i carcerati non riuscirono a farne una buona. Le guardie si misero alla fuga e, liberati i carcerati, Chisciotte disse loro che per ripagarlo di questo favore loro non dovevano fare altro che andare da Dulcinea e di raccontarle nel dettaglio ciò che era successo. Loro si rifiutarono e dopo che Chisciotte rispose malamente a Ginesio di Passamonte, tutti i carcerati si avventarono contro di lui lasciandolo a pezzi per terra. ! CAPITOLO VENTITRESIMO ! Per avere liberato dei carcerati, la Santa Confraternita avrebbe presto iniziato a cercarli, così loro decisero di addentrarsi e nascondersi nella Sierra Morena, fatalità nello stesso posto che aveva scelto Ginesio de Pasamonte; e mentre Sancio Panza e Chisciotte dormivano, lui rubò l’asino a Sancio Panza. Dopo essersene accorti e aver consolato Sancio, si misero in cammino e trovarono un baule con camicie di lino e scudi d’oro, che Chisciotte regala a Sancio; trovano poi anche un taccuino su cui c’è scritta una poesia verso una donna che ha respinto l’uomo che scrive. Non potendo in alcun modo scoprire di chi fossero tutte quelle cose, decisero di continuare il loro cammino. Chisciotte vide tra le montagne un uomo, e decise di trovarlo perchè sospetta fosse il proprietario di ciò che avevano trovato. Incontrarono un capraio che gli diede dettagli su quell’uomo, Fernando, un uomo pazzo ad intervalli.! Dopo poco lo incontrarono.! CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO! Incontrato Fernando, anche chiamato il Cavaliere del Bosco, Chisciotte offre lui il suo servigio se mai ne avesse bisogno. Ferdinando chiede quindi loro del cibo e poi inizia a raccontare la sua grande sventura. Dice innanzitutto che il suo vero nome è Cardenio, e che era stato innamorato fin dalla giovane età di Lucinda, la cui padre però dopo vari anni negò l’accesso alla sua casa a Cardenio. I due iniziarono così ad inviarsi lettere fino a che Cardenio si decise a chiedere la mano di Lucinda, suo padre accettò ma Cardenio dovette prima andare da uno dei grandi duchi di Spagna perchè egli lo voleva come assistente. Diventò grande amico di questo duca Riccardo e di suo figlio Ferdinando, che era ben intenzionato a sposare una contadina; Cardenio avvisò quindi il padre. Una volta sposata la contadina però i suoi desideri verso di lei svanirono e decidete di andarsene insieme a Cardenio, tornando nella sua città natale. E gli presentò Lucinda, nominando che amava i libri di cavalleria Don Chisciotte iniziò a dire che allora si che era una dama perfetta. Si scontrano su un episodio del libro di Amadigi de Gaula ed arrabbiato, Cardenio scaraventò una pietra sul petto di Chisciotte, e poi se ne andò.! CAPITOLO VENTICINQUESIMO! Sancio chiede quindi a Chisciotte perché si fosse arrabbiato così per difende la regina Magimasa (personaggio di Amadigi de Gaula) e lui risponde che un buon cavaliere deve sempre difendere l’onore delle donne. Inizia poi un monologo sull’unicità del romanzo di Amadigi de Gaula, e su come lui ed altri cavalieri impazzirono per essere stati rifiutati. Lui dice di voler essere come loro, ma a differenza di loro, lui i...


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