Riassunto Economia Monetaria PDF

Title Riassunto Economia Monetaria
Author Ludovica Stuart
Course Economia Monetaria
Institution Università degli Studi di Siena
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CAPITOLO 1 – SISTEMA FINANZIARIO - insieme di mercati nei quali gli operatori si scambiano strumenti finanziari e si determinano varie forme di finanziamento. I mercati sono distinti n base alle caratteristiche degli strumenti utilizzati in relazione ai diversi requisiti dei finanziamenti che riguardano: - tempo (breve, medio e lungo periodo) - rapporto contrattuale (di credito o di partecipazione al capitale) - remunerazione (fissa o variabile) - rischiosità (riguarda sia le oscillazioni di valore, sia la possibilità di rimborso dei finanziamenti) - forma istituzionale (considera aspetti quali: regolamentazione, garanzie e tassazione) RICCHEZZA (W) – è una grandezza stock che deve essere valutata in un dato momento del tempo. - Ricchezza reale (K) >> stock di capitale - Ricchezza finanziaria (netta) >> attività finanziarie – passività finanziarie >> RFN = AF – PF W = K+RFN con K≥0. Se RFN>0 allora AF>PF, se RFN=0 allora AF=PF, se RFN S=Y-C S=ΔW=ΔK+ΔRFN=I+ΔAF-ΔPF Dove ΔW è il flusso di risparmio e I sono gli investimenti reali. Quando S>0 si accumula nuova ricchezza che porta a: ↑I oppure ↑AF oppure ↓PF. Quando S> Come si finanziano gli investimenti >> Autofinanziamento, determinato da: flusso di corrente di risparmio (↓AF), finanziamento esterno (↑PF) o da una combinazione. Y=C+S >> da questa, sottraendo l’assorbimento delle risorse reali [ A=C+I ], determinato dalla spesa complessiva di beni di consumo e di investimento, si ottiene: Y-A = S-I = ΔRFN = ΔAF-ΔAPF, ovvero il legame contabile che unisce gli squilibri reali ai corrispondenti saldi finanziari. Con le posizioni di stock possiamo definire 3 diverse posizioni finanziarie di flusso: - ΔRFN>0 operatore in surplus; accumula RFN perché spende meno di Y Y-A > 0; - ΔRFN=0 operatore in pareggio; - ΔRFN> chi risparmia in eccesso finanzia, tramite gli intermediari finanziari, chi investe in eccesso. Y-A = S-I = ΔRFN = ΔAF- ΔPF >> il sistema finanziario consente quindi nel tempo di mantenere posizioni squilibrate a livello sia di flussi che di corrispondenti stock di AF e PF. >> rischi e vantaggi del sistema finanziario: vantaggi: amplia la possibilità di scambio; rischi: ogni scambio finanziario richiede di compiere valutazioni proiettate nel futuro (si ha incertezza). CAPITOLO 2 – LA MATRICE DEI FLUSSI FINANZIARI: L’intersezione tra operatori, mercati e istituzioni può essere sintetizzata con la matrice finanziaria (FF). La matrice FF racchiude gli scambi finanziari entro 2 ordini di vincoli, quello tra domanda e offerta e quello di bilancio degli operatori. Bilancio standard: A-Y+ΔAF-ΔPF=0 oppure I-S+ΔAF-ΔPF=0; è riportato in ogni colonna ed esprime gli squilibri reali A-Y = I-S e i flussi finanziari [registrati con segno (+) se l’operatore acquisisce una nuova attività finanziaria ΔAF e con segno (-) se invece acquisisce una nuova passività finanziaria ΔPF]. Gli zeri nell’ultima riga rappresentano i vincoli di bilancio di tutti gli operatori considerati. Equilibrio domanda/offerta: nel settore reale l’eq. Tra domanda e offerta di beni e servizi viene ottenuto aggregando i saldi reali (i) di tutti gli operatori ponendo:

∑ ( A−Y )=∑ ( I −S )=0 i

; nel

i

settore finanziario, lo stesso finanziamento viene registrato due volte, come AF nel bilancio del finanziatore e come PF nel bilancio del finanziato. L’equilibrio si ha quando:

∑ Δ F j−∑ Δ PF j=0 i

,

i

dove (i) sono i bilanci di tutti gli operatori e (j) la somma delle voci attive e passive. Gli zeri nell’ultima colonna della matrice FF rappresentano i vincoli di equilibrio di tutti i mercati. • la matrice di flussi finanziari è costruita per colonne e righe intestate rispettivamente ai settori dell’economia e ai mercati delle varie attività finanziarie dalla più liquida alla meno liquida. Nella prima riga di ogni settore viene contabilizzato lo squilibrio reale = assorbimento – reddito = A – Y. - L’ennesima riga è tutta uguale a zero, le famiglie hanno uno squilibrio reale negativo ma RFN positivo, quindi la loro somma è pari a zero. Le imprese viceversa. Tali zeri rappresentano i vincoli di bilancio di tutti gli operatori. - L’ennesima colonna è tutta uguale a zero perché le righe le si possono leggere come equilibrio tra domanda e offerta dei diversi strumenti. Tali zeri rappresentano il vincolo di equilibrio di tutti i mercati.

• Grado di liquidità: quantifica l’eventuale perdita in termini di valore di tempo per rivendere lo strumento finanziario posseduto. Liquidabilità: misura la possibilità di convertire uno strumento finanziario in denaro senza avere una perdita di valore.

• la matrice FF fornisce diverse informazioni quali: la struttura finanziaria dell’economia [ovvero quali sono i settori che offrono risorse e quelli che le domandano]; il saldo finanziario [SF = S-I = ΔAF-ΔPF ] che si può leggere come modalità di impiego nel risparmio [S=I+ ΔAF-ΔPF] e come modalità di investimento [I=S+ΔPF- ΔAF]; il ruolo degli intermediari in un’economia [essi si interpongono tra soggetti che dmandano e che offrono risorse] MERCATI: relazione di equilibrio tra domanda e offerta globale di beni e servizi

∑i ( A−Y )=∑i ( I −S )=0 disaggregando questa relazione per ciascuno degli operatori (i) si ottiene la prima riga della matrice FF che rappresenta il vincolo di equilibrio del mercato di beni e servizi.

( A−Y )F + ( I −S )I +( G−T )+ ( I −S )BI + ( I −S ) B +( I −S ) FC +PCUME +PC RM =0 Relazione di equilibrio tra mercati finanziari ∑ Δ F j −∑ Δ PF j =0 rappresenta la domanda e offerta i

i

dei flussi finanziari degli operatori (i) che utilizzano lo strumento messo a disposizione in ciascun mercato (j). >> La matrice FF presenta una disaggregazione di 11 mercati: BM – base monetaria, D – depositi, TM – titoli monetari, QM – quote monetarie, FM g – finanziamenti marginali, TES – conto tesoreria, Pr – prestiti, TRG – obbligazioni, Az – azioni, QnM – quote non monetarie, eRU – movimenti monetari. tutti gli scambi che avvengono in questi mercati sono flussi e non stock (solo così possono raccordarsi ai flussi reali della prima riga). CARATTERISTICHE RILEVANTI DELLE ATTIVITA’ FINANZIARIE. I depositi includono ogni tipo di deposito bancario, sia in conto corrente che vincolato. Le obbligazioni vengono distinte in due categorie di scadenza temporale [TM – entro due anni, TRG – oltre i due anni] e anche in indicizzate e non indicizzate. • Esiste un mercato primario, nel quale vengono venduti titoli all’emissione, e un mercato secondario, nel quale si scambiano titoli già emessi. • Vengono distinti due tipi di attività finanziarie: Dirette (AF che implicano scambi di finanziamenti direttamente tra operatori senza passare per intermediari) e Indirette (AF emesse da intermediari finanziari che finanziano indirettamente). LIQUIDITA’ (delle AF) = scambiabilità sui mercati. Il grado di liquidità è determinato dal tempo dello scambio e dal costo dello scambio che a loro volta sono influenzati dall’ organizzazione dei mercati, in particolare dalla loro capacità di trasmissione di informazioni e dalla rapidità con cui vengono messi in contatto acquirenti e venditori. La liquidità varia nel tempo e nello spazio. - Liquidità primaria – mezzi di pagamento utilizzabili direttamente negli scambi. - Liquidità secondaria – attività monetarie ad alto grado di liquidità non direttamente utilizzabili come mezzo di pagamento. Nella matrice FF i mercati sono ordinati in ordine decrescente rispetto al grado di liquidità. DEFINIZIONI DI MONETA M1=BMEC+Dc/c – corrisponde alla liquidità primaria M2=M1+D vincolanti M3=M2+TM+QM >> per la BCE M3 è il punto di riferimento per l’analisi monetaria. Ciascun portafoglio finanziario ha un proprio grado di liquidità complessivo, che è variabile in base all’effetto composito di fattori oggettivi e soggettivi. -Fattori oggettivi: dipendono sia da variabili strutturali di tipo istituzionale, organizzativo e tecnologico, sia da variabili congiunturali legate all’andamento ciclico dell’economia. -Fattori soggettivi: dipendono sia dal grado di incertezza e di fiducia degli operatori e dal loro atteggiamento più o meno prudente nei confronti dei rischi. La variazione del grado di liquidità ha effetti sulle scelte di portafoglio degli operatori e sui meccanismi di trasmissione della PM. I MACRO-OPERATORI NAZIONALI- i principali operatori del sistema economico riportati nella matrice FF sono: le famiglie, le imprese e la pubblica amministrazione. Le famiglie e le imprese vengono raggruppate sotto la denominazione di Economia. Gli squilibri reali dei tre macro-operatori attivano gli scambi di flussi finanziari.

•L’ECONOMIA: FAMIGLIE E IMPRESE – le famiglie sono i soggetti in surplus, che avendo uno squilibrio finanziato derivante dall’inutilizzo di tutti i fondi accantonati, e quindi sono creditori netti. Non emettono passività e le uniche sono i prestiti che possono essere di varia natura. Le imprese rappresentano l’operatore in deficit perché investono più di quanto si autofinanziano. Dato il proprio squilibrio finanziario le imprese sono un debitore netto. Esse hanno al passivo sia prestiti che obbligazioni. •LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – il principale debitore netto in deficit è la PA. Il suo squilibrio è dato dalla differenza tra le entrate fiscali e l’assorbimento pubblico di risorse reali. Per finanziarsi emette buoni del tesoro. ESTERO – nella matrice FF vanno distinti gli scambi tra l’Italia e UME (senza tassi di cambio) e tra l’Italia e il resto del mondo (con tassi di cambio). Nella matrice FF i bilanci intestati all’estero rappresentano le bilance dei pagamenti del UME o del resto del mondo. Lo squilibrio tra eccesso di domanda (o deficit) e scarsità (o surplus) di partite correnti, determina la ricchezza finanziaria degli operatori italiani o esteri.

GLI INTERMEDIARI FINANZIARI – Servono a mettere in contatto gli operatori in surplus e in deficit. Essi hanno compiti: intertemporali, multilaterali, spaziali. Nella matrice FF si distinguono: Banca d’Italia, Banche e Fondi comuni. - BC – crea BM e in essa si hanno conti correnti e depositi overnight. - banche – funzioni: monetaria (il sistema dei pagamenti si avvale delle banche), creditizia (le banche sono il primo anello nella trasformazione delle scadenze), finanziaria (le banche operano sul mercato dei titoli), di servizio (consulenze, assistenze, …) - fondi comuni – mentre la banca attua una trasformazione piena del rischio, il fondo comune lo fa in modo parziale. Si hanno due tipologie di fondo: aperto e chiuso. CAPITOLO 3 - TRIADI MONETARIE – teorie sulle quali si sono basati i processi di crescita dell’analisi monetaria EVOLUZIONE STORICA DEL MEZZO DI SCAMBIO: la storia del mezzo di scambio si svolge in più fasi successive: Moneta merce – È la moneta dotata di un proprio valore intrinseco perché realizzata con metalli preziosi (oro, argento) o costituita da oggetti aventi un proprio valore di uso (ad esempio: grano). Moneta convertibile – È moneta cartacea che non possiede alcun valore intrinseco, ma a richiesta può essere convertita in oro o moneta-merce per un valore equivalente. Con il progressivo aumento della fiducia le richieste di conversione tendono ad annullarsi. Moneta fiduciaria – È la moneta che viene accettata in pagamento non per il proprio valore, ma per convenzione sociale. Chi la riceve è assolutamente certo di poterla a sua volta utilizzare per effettuare acquisti. Moneta legale – È la moneta il cui valore è determinato per legge dallo Stato che ne regola l’emissione e la circolazione e ne impone l’accettazione per effettuare i pagamenti. Implica la fiducia nell’ordinamento statale esistente. Moneta bancaria – È la moneta “emessa” dal sistema bancario, che viene accettata nei pagamenti perché la si ritiene sempre convertibile - a richiesta di chi la detiene - nell’equivalente ammontare di moneta legale. Implica un rapporto fiduciario tra le banche e i depositanti. Moneta elettronica – Unità di valore monetario archiviate in forma elettronica su un supporto (hardware, software) e accettate in pagamento da soggetti diversi da quello emittente. Viene emessa in cambio di fondi (circolante, moneta bancaria). Moneta digitale (virtuale) – Mezzo di scambio virtuale, fondato su algoritmi di crittografia, utilizzato per transazioni in rete all’interno di circuiti chiusi di utenti, la cui emissione e circolazione non dipende da Banche centrali, banche o governi. Può essere convertita, presso alcuni operatori, nelle altre forme di moneta. Monete complementari – Mezzi di scambio utilizzati all’interno di un’area limitata, la cui emissione è regolata da istituzioni territoriali. Si affiancano alla circolazione delle altre forme monetarie, secondo un rapporto di cambio alla pari, per promuovere lo sviluppo delle attività economiche su base locale. Consente agli utilizzatori di ottenere facilitazioni negli acquisti.  Le teorie della domanda di moneta consentono di evidenziare i diversi approcci utilizzati per spiegare il funzionamento di una economia. Queste costituiscono la base per le strategie di policy delle banche centrali, condizionando la scelta degli obiettivi e le modalità di intervento. Le differenti teorie sono: Teoria quantitativa e neo-quantitativa (Fisher, Pigou, Friedman); Teoria keynesiana (Keynes, Tobin); Teoria postkeynesiana (Moore); Impostazioni eterogenee (Baumol, Hicks); Teorie sui fondamenti microeconomici LE TRIADI MONETARIE: •Triade tradizionale – vede la moneta dal punto di vista funzionale. Questa triade rappresenta la moneta in base alle funzioni che può svolgere: mezzo di scambio, riserva di valore, unità di conto. La prima funzione è la più importante poiché riguarda l’evoluzione storica della moneta (prima merce, poi convertibile, poi fiduciaria ed infine elettronica) Signoraggio – vantaggio della BC con cui questa può stampare banconote a un costo irrisorio rispetto al

loro valore nominale di scambi, e di acquistare, con esse, le AF che vengono registrate nell’attivo del bilancio. •Triade keynesiana – basata sul fondamento che per raggiungere la stabilità economica, i BC e i Governi devono fare interventi attivi di stabilizzazione >> spiega la moneta dal punto di vista motivazionale. Si hanno 3 tipologie di motivazioni: transattive (moneta come mezzo di scambio), speculative (moneta come riserva di valore) e precauzionali (somma delle prime due). Può essere ricondotta in parte alla Triade Tradizionale quindi grazie al primo tipo di motivazione. La moneta è vista principalmente come riserva di precauzione di valore. Questa teoria considera soprattutto la moneta come scudo contro l’incertezza (la parte più innovativa della triade keynesiana riguarda la domanda di moneta a scopo speculativo). SPECULATORE KEYNESIANO – colui che compra un titolo non necessariamente per tenerlo fino alla sua scadenza. Lo speculatore acquista/vende per poter guadagnare. Si distinguono due tipologie di speculatore: occasionale (che spesso adotta comportamenti troppo rischiosi e che crea instabilità, ma che però ha una durata di breve periodo, poiché è destinato ad essere sopraffatto dalle perdite) e professionista (determina effetti stabilizzanti poiché acquista quando i prezzi sono bassi, impedendo così che si abbassino ulteriormente, e vende quando i prezzi sono alti, impedendo così che si alzino ancora) >> Keynes determina un sistema finanziario composto di speculatori solo professionistiche gestiscono portafogli composti solo da due AF: M e TRG (moneta e obbligazioni) •Triade hicksiana – spiega la moneta in un quadro interpretativo. Anticipa la teoria monetaria moderna e spiega la fuga di liquidità provocata dalla crisi di sfiducia sul potere di acquisto della moneta.

TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA – Teoria pre-keynesiana / Teoria di Fisher la moneta non è tanto considerata come una riserva di valore e non è importante in quanto una variante dei titoli. La moneta serve solo per effettuare transazioni: ‘la moneta è un velo’, non incide né modifica. identità di Fisher o equazione degli scambi – MV=PQ [M: moneta, V: velocità di circolazione di moneta, P: prezzi, Q: q.tà output] >> ponendo k = 1/V si ottiene Md = kY (dove Y=PQ) La teoria quantitativa della moneta stabilisce che, all’aumentare dei prezzi o delle quantità (o entrambi) si ha un bisogno maggiore di moneta per effettuare scambi. Monetarismo – corrente di pensiero secondo cui l’inflazione dipende sempre dagli squilibri del mercato monetario, ossia da un eccesso di creazione di moneta. Modello di Arrow-Debrew – teoria secondo la quale l’economia è sempre in equilibrio grazie all’andamento dei prezzi. Se in ogni mercato si ha una domanda e un’offerta, il sistema dei prezzi mette in collegamento chi offre e chi domanda fino a trovare l’esatto prezzo e la q. tà di equilibrio. Tornando all’equazione di Fisher: MxV = PxQ, se si sostituisce Y a Q si ottiene:

´ =P × Q ´ → M × V´ =P × Y´ M×V

>> se aumenta M quindi aumenterà P: perché i soggetti più avranno moneta, più la spenderanno. L’assunzione di questa teoria è quindi che la moneta sia utilizzata per effettuare transazioni, non per essere risparmiata. >> conseguenze: 1. Una PM espansiva non è giustificata, l’economia assicura la piena occupazione e Y è già al suo livello max. >> quindi aumentare M significa solo far aumentare P, l’inflazione è quindi un fenomeno monetario; 2. La domanda di moneta è funzione di Y e dal tasso di interesse, cosa che va contro la teoria pre-keynesiana. Si assume che vi sia una piena flessibiltà dei prezzi di ciascun bene e che i mercati siano efficienti. >> nel medio periodo V tenderà quindi ad essere stabile perché dipende dal sistema dei pagamenti che nel medio periodo è stabile. CAPITOLO 4– Teoria del portafoglio di Tobin – viene ripresa la teoria della preferenza della liquidità da Tobin con l’obiettivo di considerare il fattore di rischio nelle scelte individuali e di portafoglio. Tobin riprese il pensiero di Keynes ma aggiunse una variante: formulò il prezzo futuro del titolo come variabile casuale. In pratica introdusse nel modello di Keynes dei dati statistici in funzione di media e varianza. Lo speculatore quindi non deve solo scegliere se il proprio portafoglio è composto da moneta o da titoli, ma può scegliere anche le proporzioni dei due [ TRG/RF=α, quota di TRG nel portafoglio, M/RF=(1-α), quota di moneta nel portafoglio]. Le scelte sono influenzate dalla redditività media attesa e dal rischio dell’acquisto di ulteriori TRG. La composizione del portafoglio avviene tramite l’equazione: α = (1/σ TRG) σRF • ATTEGGIAMENTI NEI CONFRONTI DEL RISCHIO Operatore indifferente al rischio – valutano solo i rendimenti e trascurano il rischio. Si tratta di un atteggiamento molto pericoloso poiché, ignorando i rischi, non ci si rende conto degli effetti. Le curve di questo operatore sono piatte poiché egli non diversifica. L’utilità aumenta se a parità di rischio aumenta

il rendimento. Il portafoglio per questo operatore comprende solo titoli, quindi: RF=TRG. Operatore amante del rischio – tutte le combinazioni in cui la diminuzione del rendimento è compensata da un aumento del rischio oppure tutte le combinazioni in cui si ha una diminuzione di soddisfazione del rischio compensata da rendimenti maggiori hanno uguali utilità. La mappa delle curve d’indifferenza di questo operatore ha una pendenza inclinata negativamente ed è convessa. L’amante del rischio attribuisce maggiore utilità al crescere dei rendimenti attesi e quindi all’aumentare del rischio. Il suo portafoglio, come il neutrale al rischio, è composto di soli titoli ed è per questo che questi due tipi di operatori si somigliano. L’indifferente è un amante del rischio inconsapevole. Operatore avverso al rischio – è la tipologia più comune e serve a stabilizzare il mercato finanziario. La curva d’indifferenza è inclinata positivamente ed è concava. L’utilità diminuisce all’aumentare del rischio. Il portafoglio di chi è avverso al rischio è diversificato in TRG e M. il punto di massima utilità si ha quando l’utilità marginale del rendimento è uguale alla disutilità marginale del rischio. >> TUFFATORE KEYNESIANO -Lo speculatore professionista per Tobin è un avverso al rischio ma non diversifica. Quindi si comporta come un tuffatore che, se si tuffa, s...


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