Riassunto Economia Politica di Sergio Alessandrini, Francesco Passarelli PDF

Title Riassunto Economia Politica di Sergio Alessandrini, Francesco Passarelli
Author Riccardo Prandini
Course Economia politica
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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1 | Il sistema economico: i soggetti e le interdipendenze Il sistema economico Il sistema economico è definito da un insieme di istituti che regolano i rapporti economici tra i diversi soggetti della società; tali rapporti alla loro base hanno uno scambio tra individui e soggetti giuridici. L’individuo necessita di soddisfare bisogni di vario genere mediante l’utilizzo di risorse disponibili. Tuttavia, tali risorse sono disponibili in quantità limitata, quindi esse possono essere definite beni economici, ossia sono utili (soddisfano un bisogno) e scarsi. L’altro soggetto, solitamente un’impresa, trasforma le risorse impiegando fattori produttivi e tecnologie per soddisfare i bisogni dei consumatori. L’economia ha il compito di spiegare il comportamento degli individui, ossia dei consumatori, di come essi raggiungano la soddisfazione dei propri bisogni in presenza di risorse scarse. La teoria economica Gli economisti si dedicano allo studio delle loro discipline mediante l’applicazione del metodo scientifico, cioè mediante la formulazione e la verifica di teorie sul funzionamento dei consumi, della produzione e della distribuzione della ricchezza. In questo processo una funzione importante è rappresentata dall’uso di modelli, ossia grafici ed equazioni, nei quali si individuano le variabili, ossia grandezze che possono assumere diversi valori e possono essere misurate in termini monetari o reali (unità o quantità). In un modello economico si individuano due tipologie di variabili: le variabili endogene, cioè quelle che vengono spiegate dalla teoria, e quelle esogene, riferite a fattori estranei alla teoria e che influenzano le variabili endogene. Le ipotesi sono un’altra componente del modello economico, fondamentali e che possono assumere diverse forme, ad esempio le più importanti sono quelle che definiscono i comportamenti dei soggetti economici. Fondamentale nell’analisi economica è la presa in considerazione del mercato, ossia l’incontro tra la domanda dei consumatori e l’offerta delle imprese, anche se queste ultime possono domandare i c.d. beni intermedi necessari per proseguire con il processo produttivo. Un modello economico aggregato: il flusso circolare dei beni e del reddito Il metodo più semplice ed immediato nel descrivere il sistema economico è quello di immaginare la relazione tra famiglie ed imprese per poter analizzare il flusso circolare dei beni e del reddito. Vi sono due tipologie di flussi: ● ●

Flusso monetario costituito dal valore dei beni/servizi o dai salari e stipendi dei dipendenti, espressi in unità monetarie, così da renderli confrontabili con la spesa delle famiglie; Flusso reale, ossia i beni e servizi espressi in quantità fisiche.

3 | Le scelte del consumatore La composizione della spesa Il primo passo dell’analisi economica è la costruzione del lato della domanda, concentrandosi sull’importanza delle scelte del consumatore all’interno del sistema economico. Il consumatore può disporre di una qualsiasi combinazione di quantità differenti di diversi beni, ossia un paniere. Spesa e allocazione: il vincolo di bilancio Supponendo che il consumatore acquisti nel corso di un determinato periodo di tempo una quantità data di due beni x e y, ci si vuole chiedere quanto egli abbia effettivamente speso. Conoscendo il prezzo dei due beni, è possibile determinare il reddito speso, indicato con R, tramite la seguente formula: 𝑅 = 𝑝𝑥 ⋅ 𝑥 + 𝑝𝑦 ⋅ 𝑦. Applicando tale formula denominata vincolo di bilancio a diversi panieri, potrebbe accadere che la quantità di reddito speso sia la stessa. La formula Spesa = Reddito può essere riscritta in termini più espliciti, ossia:

Tale formula in modo esplicito indica: ●



𝑅

𝑝𝑦

𝑦=

𝑅 𝑝𝑥 − 𝑥 𝑝𝑦 𝑝𝑦

: l’intercetta sulle ordinate, ossia il massimo del consu-

mo del bene y se non si consuma nulla del bene x (reddito reale); 𝑝𝑥 : rappresenta l’inclinazione, ossia il prezzo relativo; ciò 𝑝𝑦

significa che se si volesse aumentare il consumo del bene x si dovrebbe contrarre il consumo del bene y a parità di reddito. La retta di bilancio, quindi, raccoglie tutti i punti che rappresentano la medesima spesa. Potrebbe accadere, tuttavia, che il reddito monetario disponibile dal consumatore raddoppi: in questo caso si verifica uno spostamento della retta verso l’alto, raddoppiando la distanza rispetto alla posizione precedente. Un altro caso di modificazione della retta si ha nel caso in cui si verifichi una variazione dell’inclinazione , causata dalla variazione di uno o di entrambi i prezzi dei beni presi in oggetto. In questo caso si verifica un cambiamento del prezzo relativo, del rapporto dei relativi prezzi che causa, infatti, una variazione dell’inclinazione. La struttura delle preferenze Fino a questo punto sono stati presi in considerazione soltanto due tipologie di beni. C’è da osservare, tuttavia, che il consumatore viene coinvolto sempre più spesso nella scelta di panieri ben più complessi, spesso riferibili a diverse alternative di spesa. Il vincolo di bilancio rappresenta una parte del modello: vengono identificati tutti i possibili panieri acquistabili con un determinato budget, tuttavia non si è in grado di dire quale possa essere il paniere preferito. Si necessita, quindi, di illustrare i gusti del consumatore mediante le curve di indifferenza. Dimostrare le preferenze del consumatore tramite un modello non è affatto semplice, in quanto si tratta di un concetto con implicazioni di natura psicologica, pertanto è possibile fornire varie ipotesi che possano rendere possibile la realizzazione di tale modello: 1) La non sazietà, in quanto il consumatore preferisce sempre avere maggiori quantità di un determinato bene, ciò significa che tra due panieri sceglierà quello con quantità maggiore di un determinato bene.

Nel grafico, quando ci si sposta in verticale, in orizzontale o in alto a destra, si è sicuri di incontrare sempre panieri preferiti dal consumatore; 2) La totale capacità di confronto, secondo cui il consumatore è sempre in grado di dire se tra i due panieri è indifferente o ha una preferenza per uno dei due, dimostrando che egli è in grado di saper collegare fenomeni di vario genere; 3) La transitività delle scelte, secondo la quale il consumatore, ipotizzando vi siano tre panieri A, B e C, è sempre in grado di ordinare per grado di soddisfazione tali panieri. Dopo aver imposto tali ipotesi si sa di avere a che fare con un consumatore che è in grado di identificare l’insieme dei panieri perfetti, ossia quelli che offrono ad egli una maggior soddisfazione, l’insieme dei panieri che offrono meno soddisfazione e quelli che offrono la medesima utilità. In tale figura è facilmente dimostrabile che il consumatore potrà preferire panieri identificabili nel punto c rispetto ad a, ritenendo invece quest’ultimo maggiormente favorevole rispetto a b. Si identificano, quindi, varie regioni: ●

Regione preferita (punto c): il consumatore preferisce i punti in tale regione rispetto a tutti gli altri, ciò significa che il punto a non sarà mai preferito rispetto ad un punto della regione preferita; ● Regione dominata (punto b): il consumatore non preferisce i punti in tale regione, ciò significa che il punto a sarà sempre preferito rispetto ad un punto della regione dominata; ● Regione rappresentata dai punti d, e che contengono più di un bene, ma meno di un altro rispetto al punto a. Date tali premesse, è possibile risalire alla c.d. curva di indifferenza, ossia un luogo di punti che rappresentano panieri che procurano al consumatore il medesimo grado di soddisfazione e nei confronti dei quali egli si dichiara indifferente. Ora è necessario individuare quali siano le caratteristiche di tali curve: a)

Inclinazione negativa: applicando l’ipotesi di non sazietà, infatti i panieri appartenenti alla stessa curva non possono che trovarsi in alto a sinistra ed in basso a destra. Il significato di tale affermazione sta nel fatto che, partendo da un paniere qualsiasi, le minori quantità di un bene devono essere compensate da una maggior quantità dell’altro bene per poter lasciare il consumatore indifferente. La curva deve, quindi, essere sempre decrescente; b) Assenza di intersezioni: applicando l’ipotesi di transitività, è possibile risalire al fatto che un punto non può mai appartenere a più curve di indifferenza diverse (le curve non possono in-

tersecarsi), in quanto il consumatore sa sempre identificare quale dei diversi panieri egli preferisca e, quindi, se dovessero dare diversa soddisfazione, non starebbero certamente sulla medesima curva; c) Livelli di soddisfazione superiori lontano dall’origine: allontanandosi dall’origine si incontrano curve di indifferenza alle quali si associa un livello di soddisfazione sempre maggiore. Ciascuna curva di indifferenza crea tre insiemi che esauriscono lo spazio delle scelte di consumo: un primo insieme che identifica i panieri che forniscono un uguale livello di soddisfazione (punti appartenenti alla curva che passa per il punto a), un secondo insieme che identifica i punti al di sopra della curva, ossia quelli che offrono una maggior soddisfazione, ed un terzo insieme che identifica i punti al di sotto della curva, ossia quelli che offrono una minor soddisfazione. Tali presupposti, tuttavia, non tengono in considerazione i gusti del consumatore , in quanto potrebbe accadere che diversi consumatori possano ordinare i panieri in base ai propri gusti personali. Pur conservando le tre caratteristiche fondamentali, la forma delle curve di indifferenza cambia da un consumatore all’altro; si ha una differenza con la retta di bilancio, quest’ultima definita univocamente dati prezzi e spesa complessiva. Per comprendere meglio i gusti del consumatore, occorre risalire al calcolo del Saggio Marginale di Sostituzione (SMS), ossia il numero di unità di y che devono sostituire nel paniere un’unità del bene x affinché il consumatore rimanga indifferente.

𝑆𝑀𝑆 = |𝛥𝑦/𝛥𝑥 |

Tramite questa formula è possibile affermare che vi sia una relazione immediata e diretta tra i gusti del consumatore, l’inclinazione della curva di indifferenza, misurata dal SMS. Ciò premesso, è possibile discutere un’altra caratteristica delle curve di indifferenza: d) Convessità delle curve di indifferenza: un consumatore, man mano che le quantità prese in considerazione aumentano, sarà certamente disposto a scambiare una quantità di un determinato bene x con meno quantità di un bene y, in quanto ne potrebbe risultare stufo. È possibile affermare, quindi, che lungo le curve di indifferenza, ossia quando ci si sposta da sinistra a destra, il SMS decresce (l’inclinazione delle curve diminuisce all’avvicinarsi all’asse delle ascisse, quindi la curva è convessa rispetto all’origine). A questo punto viene utilizzato lo strumento del saggio marginale di sostituzione per descrivere la disponibilità di un consumatore a scambiare due beni in circostanze particolari: ●



Sostituti perfetti: due beni sono sostituti perfetti quando servono al medesimo uso dal punto di vista del consumatore. Ciò significa che il saggio marginale di sostituzione sarà sempre lo stesso in qualsiasi caso, potendo affermare che l’inclinazione delle curve è esattamente costante (curve lineari). Beni complementari: due beni sono complementari quando devono essere presenti in proporzioni fisse per poter assolvere una determinata necessità. Dato che i due beni devono essere utilizzati in modo contiguo, non potrò aumentare una quantità del bene x senza aumentare quella del bene y: ciò significa che il saggio marginale di sostituzione sarà esattamente 0 quando non si aumenta una delle due quantità, inducendo ad affermare che le curve di indifferenza formano esattamente un angolo retto.

L’equilibrio del consumatore: la massimizzazione della soddisfazione Visti i due strumenti per misurare la soddisfazione del consumatore (vincolo di bilancio per identificare i possibili panieri e curva di indifferenza per descrivere i gusti del consumatore), occorre verificare il paniere che possa garantire al consumatore la maggior soddisfazione possibile con il proprio budget di spesa. Graficamente, il consumatore non può andare oltre quello che è il vincolo di bilancio, quindi si tratta solamente di individuare fra i panieri del vincolo di bilancio quello che appartiene alla curva di indifferenza più elevata. Il paniere di equilibrio corrisponde esattamente al punto in cui la retta è tangente alla curva di indifferenza. Nel punto di tangenza, quindi, vale la seguente uguaglianza: 𝑝𝑥 /𝑝𝑦 = 𝑆𝑀𝑆

4 | La domanda individuale e del mercato Le variazioni dei prezzi La teoria sviluppato precedentemente ci permette di intuire che il prezzo è l’elemento determinante della domanda di un dato prodotto. Graficamente, la retta del vincolo di bilancio viene inclinata maggiormente, facendo aumentare le quantità all’interno del paniere preso in considerazione, ossia quello di equilibrio. Ciò premesso, è possibile spiegare una relazione negativa che intercorre tra il prezzo (p) e la quantità (q), chiamata curva di domanda del consumatore. Dal grafico riportato, si può intuire che una diminuzione di prezzo determina un aumento della quantità di un dato bene. Effetto di sostituzione ed effetto di reddito Ora c’è da chiedersi come mai una diminuzione del prezzo abbia comportato un aumento delle quantità di entrambi i beni del paniere; la ragione sta nel fatto che una diminuzione del prezzo ha due diversi effetti sulla domanda del consumatore: ●



Effetto sostituzione: rappresenta l’aumento del consumo maggiore del bene x che risulta da una diminuzione di prezzo relativo, in quanto il consumatore tende a sostituire il bene che costa di più con quello che costa di meno; Effetto reddito: rappresenta l’impatto della variazione della capacità di spesa sul consumo di x. La riduzione di prezzo aumenta il reddito reale, in quanto il consumatore non può rimanere sulla medesima curva di indifferenza, consentendo al consumatore di acquistare una quantità superiore anche del bene y.

Le caratteristiche della curva di domanda Per poter misurare la sensibilità al prezzo della domanda, occorre porre in relazione la variazione del prezzo con la variazione della quantità. Tuttavia, se volessimo confrontare la reattività al prezzo della domanda di diversi beni, occorre evidenziare che le quantità dei beni possono essere misurate in vario modo (es. ettogrammi e chilogrammi); occorre, quindi, ricercare una misura del bene “pura”, ossia l’elasticità della domanda. L’elasticità della domanda al prezzo è data dal rapporto tra la variazione percentuale della quantità e la variazione percentuale del prezzo in misura positiva:

=|

𝑞 𝛥𝑞 𝛥𝑝

|

Dal grafico, si può notare che esistono beni più𝜀o𝑝 meno elastici alla variazione dei prezzi: il bene rappresentato nella curva D0 è un bene maggiormente elastico rispetto ai beni rappresentati nelle curve D1 e D2, in quanto anche in presenza di minime variazioni di prezzo la variazione della domanda registra un aumento più significativo nella prima funzione rispetto alle ultime due. Nell’ultima citata, addirittura, la domanda non presenta alcuna elasticità al variare del prezzo, in quanto si tratta di un bene che il consumatore tenderà ad acquistare solo in caso di necessità (es. farmaci). Un altro dato da evidenziare è che, nonostante l’inclinazione della domanda sia costante, l’elasticità diminuisce progressivamente verso l’asse delle ascisse. Ciò si deve al fatto che una stessa variazione assoluta pesa in termini percentuali sempre meno, fino ad essere pari a zero quando il punto interseca l’asse delle ascisse.

𝑝

Il prezzo è la variabile determinante fondamentale della domanda di un bene e il suo impatto si manifesta attraverso il valore che assume l’elasticità; guardando a tale valore si coglie l’influenza di una serie di fattori che sono determinanti nella scelta del consumatore: ●

● ●





Presenza di beni sostituti, ossia di beni in grado di soddisfare lo stesso bisogno o bisogni simili. In questi casi, l’effetto sostituzione è molto forte, di conseguenza la pendenza della curva di domanda sarà bassa e l’elasticità alta; Natura del bisogno che il bene soddisfa: i beni di lusso tendono ad avere una domanda molto elastica al prezzo, al contrario i beni necessari presentano una domanda rigida alle variazioni di prezzo; Quota del reddito rappresentata dalla spesa nel bene: più la quota è rilevante per il consumatore, più l’elasticità della domanda è alta, in quanto anche piccoli aumenti di prezzo potrebbero sottrarre risorse per altri acquisti; Tempo: alcuni acquisti sono il risultato di abitudini ben consolidate, ciò significa che il mutamento del comportamento del consumatore non ha effetti immediati (domanda rigida inizialmente), quindi occorre tempo affinché la riduzione abbia gli effetti sperati (domanda più elastica); Prezzo dei beni sostituti e complementari: possibili variazioni del prezzo di un bene sostituto possono influenzare la quantità domandata dell’altro bene (se il prezzo del bene x aumenta, si avrà un aumento della domanda del bene y, mentre se il prezzo diminuisce, si avrà un aumento della quantità domandata del bene x). Si può misurare la sensibilità della domanda di un dato bene x al prezzo del bene y attraverso l’elasticità incrociata che rappresenta il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata del bene x e la variazione percentuale del prezzo del bene y.

𝜀𝑥𝑦

𝛥𝑞𝑥 𝑞 = 𝑥 𝛥𝑝𝑦 𝑝𝑦

Il segno dell’elasticità incrociata ha rilevanza, ecco perché non viene preso con valore assoluto. Il valore dell’elasticità incrociata ci si aspetta abbia un valore positivo ed elevato per beni sostituti, non a caso tale numero è una misura della sostituibilità dei beni. Ora occorre verificare se ciò si verifichi nel caso di beni complementari: essendo i due beni non utilizzabili disgiuntamente, se il prezzo di anche uno solo dei due beni dovesse aumentare, entrambi subirebbero un calo della quantità domandata, viceversa aumenta la domanda se il prezzo di uno dei due beni diminuisce; ● Reddito del consumatore: il comportamento di consumatori ricchi è decisamente diverso rispetto a quello dei consumatori più poveri, infatti il consumatore ricco ha la possibilità di accedere ad un’ampia gamma di diversi prodotti, questione che non si verifica nel caso del consumatore povero; ● Gusti del consumatore: se i gusti del consumatore si modificano nel tempo, portandolo a preferire quel determinato prodotto, la curva di domanda di tale prodotto si dovrebbe spostare a destra. Per quanto riguarda i beni durevoli, tali concetti non si possono applicare, in quanto il consumatore deve verificare se il prezzo di mercato è più basso del massimo prezzo che egli sarebbe disposto a pagare per l’unica unità di cui ha bisogno. Tali beni, infatti, avendo durata pluriennale, non sono suscettibili a variazioni di prezzo, in quanto il consumatore tenderà ad acquistare sempre la medesima quantità di bene anche nel caso in cui il prezzo dovesse diminuire. La curva di domanda del mercato Nei casi analizzati precedentemente, si sono analizzate curve di domanda individuale. La domanda di mercato di un certo bene è data dalla sommatoria delle domande individuali di tutti i consumatori facenti parte di quello specifico mercato. Prendendo in considerazione la domanda di mercato di un dato bene, si chiama unità marginale l’ultima unità acquistata del bene, mentre tutte le altre vengono denominate inframarginali. Il consumatore sono disposti a pagare un determinato prezzo per ciascuna delle unità acquistate; potrebbe accadere, tuttavia, che tale prezzo sia maggiore di quello effettivamente praticato dal venditore. Il consumatore registra, quindi, un risparmio, dato dalla differenza tra il prezzo che sarebbe disposto a pagare e quello effettivamente pagato. La somma di tutte queste porzioni di risparmio dà luogo al c.d. surplus aggregato dei consumatori, dato dalla differenza fra la somma massima che i consumatori sarebbero disposti a pagare e la somma che ef...


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