Riassunto famiglia 900 PDF

Title Riassunto famiglia 900
Author Anonymous User
Course Storia sociale della pedagogia
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Riassunto del libro di testo "famiglia 900"...


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- FAMIGLIA 900 -

LA R RU USSI SSIA A 1. P PRI RI RIMA MA DE DELLA LLA RIV RIVOL OL OLUZIO UZIO UZION NE ALEKSANDRA KOLLONTAJ Nacque nel 1872 a San Pietroburgo. Sua madre apparteneva a una ricca famiglia di mercanti e aveva lasciato il suo primo marito per un aristocratico colonnello dell’esercito, Michail Alekseevic Domontovic, da cui ebbe Aleksandra. Entrambi i genitori erano di fede liberale. In famiglia Aleksandra era in perenne conflitto con la madre, severa e dalla personalità dominante, ma a supplire alla mancanza di calore materno fu la bambinaia inglese, Miss Hodgson. “In casa c’era ordine in ogni cosa” -> fu da questo ambiente improbabile che emerse la figura femminile più famosa della Rivoluzione russa, cole che teorizzò rapporti sessuali nuovi, più liberi e che sostenne la necessità di abolire la famiglia borghese, sostituendola con una forma superiore di vita collettiva. Le particolarità della famiglia d’origine lasciano presagire la personalità futura e le straordinarie idee di Aleksandra?  Il rapporto con il padre offre spunti di riflessione: era la persona che Aleksandra adorava di più nella sua grande famiglia, un uomo avvenente e colto, ma conquistarne l’attenzione era difficile. Per questo motivo Aleksandra restò “in punta di piedi” per gran parte della sua vita, ansiosa di dimostrarsi degna di un alter ego maschile straordinario.  Un altro indizio si trova nel ruolo di spicco che ebbero figure non familiari -> Miss Hodgson e Zoja Sadurskaia, amica d’infanzia a cui Aleksandra avrebbe confessato i suoi sogni e i suoi segreti. Aleksandra, Misa (il suo unico figlio) e Zoja vissero assieme nel 1901 e durante la guerra civile.  Un ultimo presagio era il suo carattere sognatore e inquieto che la contraddistinse fin dall’infanzia. La capacità di immaginare un mondo dai rapporti sociali mutati, associata al forte desiderio di attenzione, contribuisce a spiegare l’originalità del suo personaggio. Da giovane aveva la sensazione che la sua vita tranquilla in famiglia fosse solo una fase preparatoria. Il romanzo che preferiva all’epoca era “Alla vigilia” (1860) di Ivan Sergeevic Turgenev -> Elena Nikolaevna, la protagonista confida al suo diario “Essere buoni non è difficile, ma come si fa a fare il bene?”. La Kollontaj era insofferente della vita familiare come Elena. Nel 1893 si sposò con un suo lontano cugino, Vladimir Kollontaj, contro il volere dei suoi genitori. Un anno dopo ebbero un figlio, Michail (Misa). Ella sarebbe stata devota per tutta la vita a suo figlio, ma sentiva la necessità di affermare la propria autonomia sia dalla famiglia d’origine, sia dalla famiglia che aveva appena creato. Per lei la vita da casalinga, da moglie e da mamma erano come una gabbia. Nel 1898 lasciò la Russia per la Svizzera, dove studiò all’università di Zurigo, sotto la supervisione di un economista marxista, il professor Herkner. La partenza fu per lei lacerante: sul treno scrisse che lasciò suo figlio (4 anni) con la nonna e si sentiva in colpa per essersi comportata male con suo marito -> voleva tornare ma restò a Zurigo per più di un anno. Scrisse anche alla cara amica Zoja, spiegandole che voleva dedicare la sua vita alla classe operaia e ai diritti delle donne. Come era giunta alla conclusione di “fare il bene” e non solo di “essere buona”?  Nel 1896 la Kollontaj aveva accompagnato il marito Vladimir a Narva, ove aveva visitato i grandi impianti tessili di Kronholm. Aleksandra chiese di vederne gli alloggi -> trovò condizioni sconvolgenti. Fino allo scoppio della rivoluzione in Russia nel 1917 la Kollontaj si votò alla causa dei lavoratori. Il terribile sfruttamento a cui era sottoposto il proletariato industriale era evidente, come era evidente la sua capacità di organizzarsi in sindacati e in partiti politici -> si poteva definire la classe sociale del futuro. La Kollontaj assorbì queste idee del marxismo ed era convinta della necessità della rivoluzione per portare la classe operaia al potere. Nel 1905 ci fu la prima Rivoluzione russa, in cui ella stessa partecipò alla marcia sul Palazzo d’Inverno la Domenica di Sangue, quando centinaia di lavoratori pacifici, intenzionati a consegnare una petizione allo zar, furono uccisi barbaramente. Dopo il fallimento della rivoluzione, nel 1908 lasciò la Russia per tornarvi solo nel 1917. 1

In Europa divenne membro noto della socialdemocrazia russa, più vicina ai menscevichi che ai bolscevichi di Lenin. Nei suoi discorsi e nei suoi scritti si concentrò sempre di più sulla questione femminile, in particolare dell’emancipazione femminile e della situazione in Russia. La Kollontaj spicca per l’originalità -> fu l’unica esponente della leadership dei partiti marxisti europei a riconoscere nella sessualità una tematica rivoluzionaria importantissima.  pose interrogativi scomodi ma essenziali sul sesso e sull’amore e su come donne e uomini potessero condividere il loro naturale erotismo nel contesto della vita quotidiana di una società nuova. Dalle sue riflessioni sulla sessualità nacque la tesi della trasformazione della famiglia e del suo superamento. La sua linea di pensiero parte dall’oppressione delle donne -> sottolinea la necessità per le donne di trovare autonomia e indipendenza dagli uomini e identifica nel lavoro l’elemento fondamentale della loro liberazione. Parte di questa autonomia, per la Kollontaj, risiede anche nella sfera sessuale. In questo contesto introdusse il termine di Eros alato: indicava i rapporti sessuali liberi e gioiosi che potevano fiorire solo in determinate condizioni sociali. Situazioni avverse:  matrimonio borghese -> vedeva in questo matrimonio lo svilimento della donna a proprietà dell’uomo, esse diventavano le ombre dei mariti, confinate nella sfera domestica;  prostituzione -> inevitabile complemento del matrimonio borghese;  amore romantico -> terreno insidioso su cui costruire nuove relazioni intime. Rappresentava l’apice della possessività, da cui derivava per gli amanti la necessità di divorarsi l’un l’altro. Il modello di relazioni intime che la Kollontaj preferiva era caratterizzato dalla parità tra uomo e donna, definiti amici e compagni, in grado di dimostrare passione e considerazione al proprio partner. Nella sua visione del futuro non è la coppia individuale a essere forte, ma la comunità. È la comunità che esige fedeltà e offre stabilità e identità alla persona. Uomini e donne progrediscono grazie al loro sforzo collettivo, all’essere parte di un progetto comune, alla ricca rete di rapporti sociali creati dalla nuova collettività, ma non necessariamente stanno assieme per sempre. La donna diventa libera e indipendente. La forma preferita di coabitazione per uomini, donne e bambini non è la casa privata, ma la comune. La famiglia ne usciva chiaramente sminuita e rischiava di perdere il suo ruolo storico di organizzazione sociale primaria. Nel sogno utopico della Kollontaj la famiglia sarebbe scomparsa dopo la rivoluzione: - i bambini sarebbero stati accuditi e istruiti collettivamente; - i lavoratori sarebbero stati più liberi nelle loro comuni. Allo scoppio della Prima guerra mondiale la Kollontaj e Misa furono arrestati in Germania con l’accusa di essere spie tedesche. Vennero presto rilasciati ma gli anni successivi furono difficilissimi. La Kollontaj inorridì alla decisione dei socialdemocratici tedeschi di appoggiare la guerra -> si avvicinò a Lenin. Nel 1917 pensava di non vedere più realizzata la tanto sognata rivoluzione socialista, ma non fu così.

FAMIGLIE CONTADINE Grazie allo studio demografico di Peter Czap jr abbiamo un quadro preciso delle strutture della vita delle tradizionali famiglie contadine nella Russia del tempo. Partiamo dal DVOR, vocabolo che aveva due accezioni principali:  descriveva l’ambiente domestico contadino in termini materiali (abitazione, granai, aia, ecc.);  si riferiva anche al gruppo di individui che vi abitavano e vi lavoravano. La famiglia come gruppo e l’ambiente domestico come spazio fisico erano entrambi dvor. Le tradizionali famiglie contadine della Russia europea erano gruppi domestici insolitamente numerosi -> il dvor aveva una struttura complessa e ospitava più di una famiglia coniugale. Il ciclo vitale degli individui in queste famiglie era estremamente precario (aspettativa di vita: 31 uomini, 33 donne). I matrimoni erano precoci, e così anche le gravidanze Per affrontare la piaga della mortalità infantile serviva il maggior numero possibile di figli, soprattutto maschi. Questi gruppi domestici restavano coesi nel tempo, stimolati all’unità da ragioni di produttività e stabilità sociale, condivise sia dai contadini, sia dai proprietari terrieri. 2

Nel 1861 ci furono i Decreti di emancipazione, che misero formalmente fine della servitù della gleba:  i contadini avevano maggiore libertà di movimento  lo sviluppo dell’industria consentì a molti giovani contadini maschi di percepire un salario  il periodo di leva militare fu ridotto  crebbe l’istruzione in modo costante  i figli presero a opporsi ai padri; la fissazione familiare divenne più frequente  la struttura dei nuclei domestici rurali assunse un aspetto meno complesso e più nucleare In alcune aree rurali iniziò così a penetrare un maggior individualismo, ma fino alla rivoluzione del 1917 sulle famiglie contadine continuò a gravare il peso della povertà e della tradizione. Le condizioni igienico-sanitarie degli alloggi erano sconvolgenti. Le donne venivano trattate con grande brutalità: la quotidianità del dvor era dominata dai rapporti di potere instaurati da ogni capofamiglia maschile. Le ragazze non guardavano con entusiasmo al matrimonio ma dovevano sposarsi a 13 anni e, successivamente, il loro compito principale era la riproduzione (7/8 gravidanze). La trasmissione dei beni seguiva il sistema della divisione ereditaria per linea agnatica, in base alla quale i figli maschi ereditavano dal padre in parti uguali. La moglie invece aveva diritto a un settimo delle sue proprietà. Le donne erano prive di beni, fatta eccezione per il corredo. La Chiesa ortodossa esercitava un influsso intimamente collegato al potere patriarcale. La società contadina russa era permeata di superstizioni e di riti religiosi -> la cristianità ortodossa si sovrapponeva a queste pratiche tradizionali ma non le sostituiva. Molti dei principali testi sacri mettevano in guardia contro la perfidia delle donne, che erano diventate gli “strumenti malvagi del demonio”. Le donne erano inferiori, impure, pericolose a causa della loro insaziabilità sessuale (tesi che superava i confini religiosi per far fiorire i sistemi patriarcali). Ciò nonostante esisteva un rapporto tra questa misoginia e l’onnipresenza delle icone della “Madre di Dio”, considerate come protettrici di ciascuna famiglia, dell’intero villaggio e della nazione russa. La debolezza del sistema parrocchiale e la forza del dvor fecero della religione nelle campagne un culto familiare. Un’altra istituzione contadina è la comune agricola o MIR. La loro forma abituale era la comune “redistributiva” -> la comune, unione delle unità domestiche contadine di una determinata località, periodicamente provvedeva a redistribuire la terra che i contadini possedevano collettivamente. A ogni nucleo domestico venivano assegnati degli appezzamenti di terreno. La comune agricola si configurava quindi come un’associazione autogestita di contadini. Alcuni membri della comunità avevano più potere gestionale di altri, per questo l’organo decisionale era l’assemblea, in cui solo i capifamiglia avevano diritto di voto. Il mir si connotava come una comunità tradizionale e chiusa, le gerarchie di genere regnavano incontrastate: - rigido controllo collettivo sugli usi e costumi dei contadini; - assegnavano la guida di ciascun aggregato domestico al capofamiglia maschio. Nel 1905 le riforme di Stolypin puntarono a creare una nuova classe di piccoli proprietari terrieri, incoraggiando i contadini a convertire i terreni loro assegnati in stabili proprietà, separate da recinzioni dai terreni collettivi. Avvenne nel 1917. LE FAMIGLIE CONTADINE NELL’ASIA CENTRALE RUSSA Questa immensa area inospitale, costituita da steppe sconfinate, deserti, altipiani e montagne, nel 1897 contava solo 10 milioni di persone. La popolazione si distingueva in due tipologie:  nomadi-pastori delle steppe  popoli stanziali che si concentravano attorno alle oasi e nelle fertili valli dei fiumi L’etnia dominante era quella turca, mentre gli altri due principali gruppi etnici erano gli iraniani e gli slavi. Sotto il profilo religioso l’Islam era predominante. 3

Si hanno scarse notizie circa la vita delle famiglie, il quadro che emerge è di un patriarcato ancora più feroce e rigido di quello descritto in relazione alla Russia europea. Le donne erano “nascoste”, sia in termini di abbigliamento che di reclusione nello spazio domestico, venivano considerate di poco superiori agli animali. Il padre poteva disporre di sua figlia a piacimento. Le ragazze potevano sposarsi a 9 anni, i ragazzi a 12. Il marito usava la moglie con la forza bruta e praticava la poligamia. Le donne vivevano nel massimo isolamento, velate dalla testa ai piedi: indossavano una pesante tunica di cotone che copriva tutto il corpo, il viso e la parte superiore del corpo erano schermati da una grata di crini di cavallo intrecciati. Il gruppo di riformatori jadid puntava a innovare l’istruzione per dar vita a una società musulmana modernizzatrice:  si opponevano a ogni tipo di velo;  propugnavano nuovi rapporti familiari fondati sulla fine della poligamia e su un ruolo più attivo delle donne nella sfera pubblica.

LE FAMIGLIE OPERAIE Tutte le fabbriche e le manifatture in attività erano caratterizzate da condizioni abitative e igieniche disperate. I figli degli operai entravano a far parte della forza lavoro già a 5 anni (mortalità infantile). I lavoratori cercarono una soluzione al problema separando la vita familiare dal lavoro -> si sposavano giovani, lasciavano mogli e figli nel villaggio d’origine ed emigravano nella città più vicina per molti mesi. La vita degli operai era caratterizzata da -> lunghe ore di lavoro -> salari bassissimi -> alto rischio di incidenti -> rozzo cameratismo Artel = gruppo di persone associate per un lavoro comune. L’artel di operai, pur offrendo protezione e solidarietà, era un povero succedaneo della famiglia (si ubriacavano di birra nei giorni di paga). Gli operai non erano affatto tutti maschi -> nel 1901 il 26,8% erano di sesso femminile e nel 1914 erano il 31,7%. Molte donne erano operaie stagionali nelle industrie rurali, in gran parte tessiture. I figli iniziarono a seguire i padri e ad abbandonare la campagna per lavorare nella stessa fabbrica. Altre invece entrarono a far parte del proletariato urbano femminile, costruendosi una vita autonoma in città (cuoche, domestiche, lavandaie, prostitute). Nonostante le difficoltà, una minoranza di lavoratori iniziò a stabilire modelli di vita domestica più definiti. I figli succedevano ai padri nella stessa bottega/fabbrica e la nuova generazione prese ad abbandonare la campagna. La coppia spesso dava alloggio a pensionanti, il che creava vari problemi: - problemi di spazio -> sovraffollamento; - problemi affettivi -> questa prossimità asfissiante scatenava litigi di ogni genere; - problemi fisici -> la donna si trasformava in affittacamere. Per la Kollontaj la futura liberazione dell’umanità avrebbe potuto aver luogo solo a opera della classe progressista e rivoluzionaria. Lei sognava una radicale rieducazione della nostra psiche, la fine della sottomissione e della sofferenza della donna, limpide relazioni tra compagni e compagne che vivevano in collettività (utopia).

LA PRIMA GUERRA MONDIALE Lo scoppio della Prima guerra mondiale portò a un totale sconvolgimento della vita familiare nelle realtà rurali e urbane. La guerra gettò una lunga ombra di sventura sulla vita quotidiana della popolazione, il prezzo pagato in termini di sofferenze umane era inimmaginabile all’inizio della guerra. I contadini russi andarono a combattere per “Cristo e la Santa Russia” ma senza il patriottismo euforico che accompagnò la mobilitazione in Occidente. Dopo qualche vittoria iniziale l’organizzazione dell’esercito russo mostrò la sua totale debolezza, soprattutto logistica (mancanza di cibo, vestiti, armi). Nel 1915 i tedeschi sfondarono le linee russe e un milione di soldati russi si arrese al nemico. Al contempo centinaia di migliaia di famiglie fuggirono a est, di fronte all’avanzare dell’esercito tedesco. 4

Nella mente dei contadini la guerra era considerata come una punizione divina per i peccati della classe dominante. Non tutte le famiglie pagarono lo stesso prezzo -> nelle famiglie estese del dvor l’assenza o la morte dei figli maschi poteva essere assorbita, seppur con difficoltà, mentre nelle famiglie urbane nucleari costituiva una tragedia. I bambini abbandonati e senza famiglia, i besprizornye, furono tra i 4 e i 7 milioni. In Russia la guerra imperiale sfociò quasi subito nella guerra civile. Nel 1917 l’esercito russo era pronto alla ribellione e ci fu il rovesciamento dell’autocrazia -> bolscevichi al potere.

TRADIZIONI E PASSIONI Le politiche familiari adottate dai bolscevichi traevano origine dalla tradizione marxista. Marx dedicò scarsa attenzione al ruolo delle famiglie nella storia. Le famiglie dovevano occupare un ruolo secondario come elementi della sovrastruttura, prive di qualsiasi ruolo storico autonomo e in nessun modo sede naturale per la politica. In una data epoca storica esse riflettevano, nella forma e nella cultura, i rapporti economici e sociali dominanti -> nel momento in cui questi ultimi mutavano, altrettanto facevano le famiglie. Di conseguenza le famiglie per Marx non sono considerate come soggetti propositivi ma entità sociali specchio di altre. Il “Manifesto del partito comunista” (1848) di Marx ed Engels conteneva un durissimo attacco alla famiglia borghese e accusava il capitalismo di rendere impossibile la vita delle famiglie proletarie. Intento di sostituire l’educazione sociale a quella familiare. Ne “I principi del comunismo” (1847) Engels sosteneva che nel momento in cui l’educazione collettiva si associava all’abolizione della proprietà privata venivano meno i due pilastri del matrimonio, ovvero: - la dipendenza della moglie dal marito; - la dipendenza dei figli dai genitori. Ne “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato” (1884) l’intento di Engels era quello di dimostrare, con l’aiuto di Morgan, il prevalere nell’antichità dei rapporti sociali di tipo comunitario, accompagnati da una maggiore libertà sessuale e dal ruolo più libero e autorevole della donna. Le tesi di Morgan e Bachofen dimostravano che:  la famiglia non era immutabile nella storia, ma si evolve attraverso una serie di stadi;  la donna non è sempre stata soggetta all’uomo. Engels terminava con una previsione:  il prossimo stadio superiore della società sarà caratterizzato dalla rinascita, in una forma più elevata, della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità delle antiche gentes. Ne “La donna e il socialismo” (1879) Bebel sosteneva che la vita familiare e lo spazio domestico dovevano essere mantenuti ma, considerate le precarie condizioni dei nuclei domestici della classe lavoratrice, era opportuno trascorrere il maggior tempo possibile fuori casa, nelle strutture e nei centri sociali. Il tema dell’emancipazione della donna era più radicato nella tradizione marxista e bolscevica -> le donne dovevano essere liberate dalla schiavitù domestica e avere la possibilità di lavorare, godendo di pari diritti e pari remunerazione rispetto ai colleghi maschi. Il primo vettore di socializzazione per le donne doveva quindi essere la fabbrica, distruggendo quindi la famiglia. Un altro aspetto cruciale della liberazione della donna, quello della sessualità e dell’amore, restava ignorato. Lenin era sposato con Nadezda Krupskaja, con la quale non ebbe figli. Lenin però ebbe una relazione intensa e segreta con la sua amante, Inessa Armand. Nata in Francia da un cantante d’opera, crebbe nell’ambiente facoltoso della famiglia Armand e a soli 19 anni sposò Aleksandr Armand, da cui ebbe presto 4 figli. Inessa però nutriva attrazione non per il marito, ma per il fratello più giovane di lui, Vladimir, con cui ebbe un quinto figlio. Nel 1...


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