Riassunto \"Famiglia\" di Ba Jin PDF

Title Riassunto \"Famiglia\" di Ba Jin
Author Maria Celeste Plastina
Course Cultura cinese
Institution Università degli Studi Internazionali di Roma
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Summary

Riassunto dettagliato capitolo per capitolo di "Famiglia" di Ba Jin...


Description

BA JIN famiglia CAPITOLO 1! Il vento soffiava forte e la neve scendeva danzando. I passanti e i portatori di palanchino sfidavano le intemperie. Era sera, e per la strada si incamminavano verso casa i due fratelli Gao: Juemin, il più grande e Juehui il più piccolo. I due fratelli discutevano riguardo la performance teatrale di Juehui, lui aveva la parte di Cane nero ma ogni volta che saliva sul palco aveva difficoltà ad esprimersi al meglio nella sua recitazione. Così il fratello maggiore lo incoraggiò e Juehui capì che per riuscire al meglio nell’interpretazione del personaggio doveva mettersi nella testa del personaggio stesso. Nel frattempo, smise di nevicare e, preoccupati per il successo dello spettacolo, i due fratelli svoltarono in una via illuminata da lanterne colma di ville affiancate l’una all’altra. Arrivarono a casa: ciò che differenziava la loro casa dalle altre erano due leoni di pietra a guardia nell’entrata e due lanterne rosse. Oltre a questi vi era appeso un distico con su scritti caratteri propiziatori.! CAPITOLO 2! Si incamminarono verso l’atrio di casa e dalla finestra la voce di una donna li chiamò, sollecitandoli ad affrettarsi che la cena era in tavola. Si trattava di Mingfeng, la cameriera appena sedicenne dagli occhi ingenui e luminosi. Mingfeng annunciò della presenza di alcuni ospiti, infatti intorno al tavolo sedevano sei persone: la signora Zhou, loro matrigna, la signora Zhang, la loro zia. Inoltre, vi erano la signorina Qin, loro cugina, Li Ruijie la cognata, Juexin il fratello maggiore e Shuhua la sorella più piccola. Qin era nata lo stesso anno di Juemin ma di qualche mese più piccola per questo si rivolgeva a lui chiamandolo “cugino grande”. Il suo vero nome era Zhang Yunhua, mentre Qin era un nomignolo affettuoso con cui la chiamavano in casa Gao. Era considerata la ragazza più bella e intelligente di tutta la famiglia. I ragazzi iniziarono a parlare di scuola e Juemin si rivolse a Qin sottovoce dicendole che dall’anno prossimo la sua scuola avrebbe aperto i corsi anche per le ragazze. Qin non stava nella pelle, era piena di gioia e incredula che potessero mettere ragazze e ragazzi nella stessa classe. Così chiese il permesso alla madre per andare in camera di Juemin ad approfondire la faccenda.! CAPITOLO 3! I tre ragazzi discutevano nella nuova novità con grande entusiasmo. Ad un certo punto Juehui ritornò con la mente a una scena dello spettacolo di fine anno e per esercitarsi ordinò alla cameriera Mingfeng tre tazze di thè. Una volta ricevute se ne stava sulla soglia di ingresso ostruendo il passaggio alla signorina. La osservava a lungo, giocandoci un po'. Lei lo implorò di lasciarla andare altrimenti la signora si sarebbe arrabbiata. Una volta libera di scendere di sotto fu Shuhua, di appena quattordici anni, a riprendere Mingfeng con aria da adulta. A Juehui apparvero i due volti di Mingfeng e di Qin, ma fu il primo a prevalere, lo attraeva di più. Pensava a come il suo destino fosse già scritto. Rientrò in camera dove c’erano Qin e Juemin che parlavano e si unì al loro discorso. I due fratelli iniziarono a incoraggiare Qin nel ripassare l’inglese per entrare in quella scuola mista, e soprattutto a credere in sé stessa. Lei sapeva che la madre l’avrebbe appoggiata come nella scelta attuale di frequentare una scuola di femmine, ma la nonna e il resto della famiglia si sarebbero opposti. Così i due fratelli cercarono di incoraggiarla al di là del chiacchiericcio dei parenti, che non sarebbe mancato in ogni caso. Per Qin era chiaro: ogni tentativo di riforma e di cambiamento ha un suo costo, ed era arrivato il suo momento. Così si avviò verso la porta per andar via che si era fatto tardi.!

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CAPITOLO 4! La serva He, che accudiva i nipoti della prima signora e la serva Zhang dormivano su dei letti di legno. Vicino a loro mamma Huang, la più anziana. E lì vicino sedeva Mingfeng, ancora sveglia intenta a godersi quei momenti di libertà prima di andare a dormire, in cui poteva togliersi la maschera di gentilezza indossata tutto il giorno e abbandonarsi ai suoi pensieri. Pensò che fossero già sette anni che viveva lì, da quel giorno in cui una donna anziana di mezza età la comprò dal padre rimasto vedovo, portandola nell’attuale casa. Pensava alle altre ragazze della sua età, ai bei vestiti, al buon cibo. Ma si rimproverava che il suo destino fosse quello. Chissà cosa ne sarebbe stato del suo futuro. Ricca di pensieri negativi si stese sul letto e le balenò davanti agli occhi l’immagine di un ragazzo. Pensò di essere destinata a lui ma improvvisamente quella immagine sparì e ricordò le parole che la sua padrona le disse riguardo il suo futuro: “Destino infelice”. Quelle parole le ferirono il cuore.! CAPITOLO 5! Zhangsheng una serva di poco più di quaranta anni faceva strada ai palanchini portando con sé una lampada. La signora Zhang si sentiva stanca per aver giocato troppo a majiang. Qin invece era eccitata all’idea di quella novità. Arrivate a casa Qin trovò il coraggio di parlare alla madre di questa iniziativa, mentre lei sorseggiava del the preparato dalla serva Li. Specificò che questa iniziativa era già attuale nelle università di Pechino, Shanghai e Nanchino. La mamma rimase esterrefatta da quella notizia, al pensiero che ai suoi tempi una cosa del genere fosse inconcepibile. Qin provò a farle capire che i tempi erano cambiati, che maschi e femmine sono uguali. La signora Zhang comprese il discorso della figlia ma non si sentì pronta ad andare incontro alle critiche dei parenti nel caso l’avesse assecondata. Lei teneva ai suoi figli soprattutto dopo la morte del marito che era significato crescerli da sola. Per questo non aveva mai voluto che lei si fasciasse i piedi, al contrario dei cugini che non hanno mai imparato a leggere più di qualche carattere. Qin capì il discorso della mamma e andò in camera sua, dove lo sguardò inciampò sulla copertina di una rivista in un c’era su scritto un discorso importante. Lì capì che la sua battaglia non era conclusa, c’era ancora speranza. Così scrisse una lettera rivolta ad una certa Qian, raccontando di ciò che le era accaduto quel giorno e incentivandola a lottare […per aprire la strada alle donne che verranno dopo di noi, permettere loro di essere felici].! CAPITOLO 6! Juexin essendo il primo genito aveva un destino già scritto dalla nascita. Era di un’intelligenza spiccata, il prediletto dei parenti e una volta ragazzo iniziò a frequentare una scuola pubblica, così bravo da essere il primo dell’istituto. Amava particolarmente la chimica, a tal punto di sognare un giorno, dopo il diploma, di continuare gli studi a Pechino o Shanghai o addirittura in Germania. Durante il quarto anno di scuola, sua madre era venuta a mancare. Per lui fu un dolore indescrivibile e una mancanza incolmabile soprattutto perché il padre risposò un’altra donna che divenne la loro matrigna. C’era un’altra donna nella sua vita in cui riponeva speranza, sua cugina più giovane, sperava che un giorno il padre potesse prometterla sua sposa. Ma i suoi sogni si infransero quando, dopo il diploma il padre e la matrigna gli dissero che era ora di sposarsi e mettere su famiglia e che loro erano già in cerca della sua sposa tra le famiglie nobiliari. Il padre arrivato a due conclusioni fece scegliere alla sorte: così appallottolò due cartigli di carta rossa e il nome della fortunata fu quello della famiglia Li. Tutti i sogni romanzeschi che Juexin si era fatto sulla cugina Qian Mei si erano infranti così si abbandonò al suo destino mettendo da parte ogni suo sogno, compreso quello di studiare. Con il tempo si ricredette sulla donna che aveva al fianco, una persona affettuosa che si prendeva cura di lui. ! 2

Il padre gli trovò un lavoro presso la compagnia per il Commercio del Sichuan Occidentale. Presto si abituò anche a questo. Non appena imparò a convivere con quel tipo di vita, nel corso di un’epidemia suo padre morì. Si trovò così sulle spalle la responsabilità della famiglia intera e aveva soltanto vent’anni. Dopo poco morì di tubercolosi sua sorella Shurong. Gli nacque un figlio, la sua vita. Due anni dopo scoppiò il Movimento del Qua/ro Maggio, era giugno del 1919 quando lui e i suoi fratelli più giovani leggevano sui giornali ciò che stava succedendo a Pechino, Shanghai e Nanchino. Cosi comprarono tutti i giornali e i notiziari del momento tra cui il numero Xin qingnian, e si accese in lui la fiamma rivoluzionaria della gioventù. Chiese a sua moglie di svezzare personalmente suo figlio senza aiuto della nutrice, amava quel bambino.! CAPITOLO 7 ! Era domenica e Juexin andò in ufficio a lavorare. Lo raggiunsero per un saluto i due fratelli Juemin e Juehui. Dopo poco arrivò anche Chen Jianyun, un loro amico con cui erano lontanamente imparentati. Gli chiesero come stava e se fosse ancora il tutore di inglese e matematica della famiglia Wang. Lui rispose di sì e che spesso in casa incontrava la signorina Qin. Dopo poco Qin arrivò insieme alla madre che era in cerca di stoffe per nuovi abiti, così Juexin la accompagnò e i due fratelli, Qin e Jianyun rimasero nell’ufficio. Iniziarono a parlare del mancato matrimonio tra Juexin e Mei, convinti che Juexin avesse dimenticato il suo amore per lei ma non lei per lui, secondo la signorina Qin. Qin raccontò la vera versione dei fatti: inizialmente il padre della famiglia Gao aveva avanzato la proposta alla signora Qian che sembrava di avere accettato ma in secondo luogo si tirò indietro perché un indovino preannunciava un matrimonio infelice con la morte giovane di Mei. I due fratelli rimasero sorpresi dal racconto. Ad un certo punto Jianyun cambiò espressione sul volto, divenne triste e dopo poco se ne andò. Qin spiegò che ultimamente era strano, chiudeva il suo cuore per paura che gli altri potessero vedere i suoi segreti.! CAPITOLO 8! Juehui si incontrò con il suo compagno di classe Zhang Huiru. Correva ed era pallido in viso così Juehui gli chiese cosa avesse e gli raccontò che al teatro della sala da the delle Mille Primavere e a inizio spettacolo dei soldati volevano entrare senza pagare. Nel contraddirli si infervorirono e dovettero assecondarli ma, una volta nel teatro, fecero confusione disturbando lo spettacolo. Così scoppiò una rissa contro gli studenti. Una volta arrivata la polizia i soldati erano scappati tutti. Negli ultimi giorni giravano molte voci sul fatto che le autorità non vedessero di buon occhio le attività degli studenti. È per questo motivo che hanno istigato l’esercito contro gli studenti. Cosi i ragazzi firmarono la petizione e si incontrarono al parco Shaocheng, il loro punto di ritrovo. Nel frattempo, calò la sera e quel buio divenne metafora della loro stessa società e di chi li governava. Arrivarono davanti la residenza del governatore ma nessuno era lì a dare loro attenzione. Dopo parecchia agitazione un giovane ufficiale comunicò che il governatore non poteva presentarsi ma aveva accolto le richieste degli studenti e avrebbe fatto il possibile. Così dopo alcune resistenze il corteo di studenti si arrese e tornarono a casa. La pioggia cadeva forte e il freddo si faceva sentire.! CAPITOLO 9! La petizione non ottenne nessun risultato. Esercito e studenti erano in continua ostilità, tant’è che gli studenti non osavano più camminare da soli per la strada, ma in gruppi di cinque-sei. Questo era definito il “Movimento per la difesa e il rispetto degli studenti”. Arrivato a casa la signora Chen, la concubina del vecchio Gao, avvertì Juehui che il nonno lo stava cercando. ! 3

Aveva circa sessant’anni e un’aria autoritaria e severa che incuteva timore e rispetto. Il nonno era considerato un letterato, che aveva pubblicato raccolte di poesie, amante di dipinti e calligrafie da collezionare. Il signor Gao si svegliò e si rivolse al nipote per sapere cosa avesse fatto quel giorno. Ovviamente, appartenendo ad un’altra generazione, mostrò il suo disappunto a riguardo. “A voi studenti non importa nulla dello studio, volete soltanto fare baccano”. Il nipote provò a spiegare che si trattava di autodifesa ma il nonno da quel momento in poi gli vietò di uscire e diede le responsabilità anche a Juexin, il fratello maggiore. Usciti dalla stanza del nonno Juehui capì che dinanzi a lui non era suo nonno, ma una generazione intera che in quella figura trovava un’incarnazione, quindi non vi era nessuna possibilità di comprensione. Juehui provò a discutere con Juexin riguardo questa decisione, non voleva rinunciare a questa rivoluzione. Ma da buon fratello maggiore Juexin gli consigliò di stare a casa e non obiettare.! CAPITOLO 10! Juehui con il cuore continuava a pensare alla lotta degli studenti, tanto che comprò un giornale per tenersi aggiornato. Finì per uscire di casa, fuori in cortile dove incontrò Mingfeng con un’altra ragazza che entrava nel padiglione in mezzo al lago. Aspettò che uscisse e, mentre raccoglieva rami e fiori freschi per la signora Zheng, la colse di sorpresa. Si propose di aiutarla poiché non arrivava a raccogliere i rami più alti, poi le rivolse parola chiedendole se avesse paura ad avere contatto con lui. La ragazza gli rispondeva con sorrisi e frasi fredde fino a che si incamminarono su di una collina e Juehui la convinse a sedersi e parlare con lui. Si dichiarò dicendo di volerla sposare e le stentò perché aveva paura che se la signora lo avesse scoperto, l’avrebbe licenziata e promessa in sposa a qualcun altro. Si guardarono e i loro occhi esprimevano per loro quel che non sarebbero mai riusciti ad esprimere a parole. Juehui prese la sua mano e la accarezzò. Dichiarò di essere mortificato per tutte le angherie che aveva subito in casa loro, ma lei lo tranquillizzò perché ciò che più contava era vederlo per sentirsi bene. Mingfeng dovette andare altrimenti la signora l’avrebbe sgridata. Juehui si mese a guardare la luna insieme al fratello Juemin e sentirono Juexin suonare un flauto con musica triste. Forse perché sapeva che Mei era tornata. Così che Juemin si paragonò a quello stesso stato d’animo triste e rassegnato, pensando alla sua sorte mancata con Qin, credeva che lei fosse così intelligente, così coraggiosa…! CAPITOLO 11! Il conflitto tra studenti e militari andava scemando. Le autorità scolastiche erano impegnate con i preparativi per l’anno nuovo. Juehui, costretto a stare a casa, soffriva la solitudine e spesso rimaneva nella sua stanza, cosi che si mise a scrive per filo e per segno ciò che gli accadeva durante le giornate. Quel giorno in particolare, stanco di stare in stanza, uscì nel giardino dove incontrò sua cognata con il piccolo in braccio, il figlio di Juexin. Era impegnata a raccogliere i fiori da un albero per suo marito, i pruni che in cinese si dice “mei…se solo avesse saputo perché gli piacevano i pruni, pensò tra sé e sé Juehui. Mingfeng ultimamente sembrava evitarlo tanto che gliene chiese il motivo e lei rispose che aveva paura che la signora venisse a sapere di loro due. Più tardi la cognata lo invitò a giocare a scacchi e anche se non ne aveva gran voglia accettò. Lì si sfogò e gli raccontò della sua vita prima del matrimonio, della sua famiglia d’origine, di quando, viste le sue doti artistiche, insieme alle sorelle dipingeva ventagli e vendendoli ricavava dei soldi per comprare altri colori. Juehui pensò di avere due fratelli: il primo, Juexin che ogni giorno compiace gli altri, il secondo, Juemin, che passa tutto il tempo dalla zia per insegnare l’inglese a Qin, per la quale prova qualcosa. Rifletté sul fatto che non sarebbe voluto diventare come loro.! 4

CAPITOLO 12! La fine dell’anno era l’evento più importante del calendario. Le strade erano colme di persone e costellate di lanterne, petardi e fuochi d’artificio. Le famiglie erano impegnate nell’organizzazione dei riti dell’anno nuovo, anche il vecchio Gao in quei giorni era spesso occupato. Egli aveva istituito un circolo dove organizzavano banchetti e rinfreschi, commentavano libri, dipinti e altri oggetti dell’antiquariato. In casa Gao si festeggiava con un banchetto anche il giorno precedente alla vigilia. Juehui nel frattempo, di sua posizione, era riuscito di casa, per fortuna il vecchio Gao aveva dimenticato la questione. Egli aveva un solo desiderio: essere diverso dalle generazioni precedenti. In casa loro lavoravano molti servi, ed egli aveva sempre provato compassione per loro da bambino sognava di mobilitarsi al servizio del Paese. Crescendo era diventato un “umanista”, rifiutava anche di essere portato in palanchino. Detestava il modo in cui stava sperperando la sua giovinezza. Non capiva perché i fratelli accettassero tutto così, rimanendo immobili e annuendo. Così lo chiese a Juexin che gli spiegò che, in punto di morte, loro padre gli aveva chiesto di occuparsi di tutti loro e così è stato.! CAPITOLO 13! Nella sala principale era tutto pronto per il banchetto che comprendeva otto antipasti freddi e due piatti di semi di zucca e mandorle. I membri della famiglia Gao sedettero al tavolo secondo il proprio rango. Per desiderio del nonno, c’era anche il piccolo Haichen, il figlio di Juexin. Il vecchio Gao invitò tutti a mangiare a bere, tanto che si iniziarono anche giochi alcolici in cui tutti bevevano allegramente del vino. Juehui, Juemin, Shuying e Shuhua tentarono di convincere la signora Zhang a lasciare che Qin rimanesse lì quella notte, ma dovette andar via. Juehui uscì per la strada e sentì piangere. Era un ragazzino vestito di stracci, così prese qualche yuan dalla tasca e li mise nelle sue mani bagnate.! CAPITOLO 14! Mamma Huang, una delle serve, si preoccupava per Juehui che per il troppo vino della sera prima era andato a letto vestito. Quella donna li aveva visti crescere. Juehui e Juexin si incamminarono nel boschetto e arrivarono sul bordo della distesa d’acqua. Al di là di quella vi era una vecchia abitazione di color rosso acceso e sulle gronde del tetto grandi caratteri con su scritto “Padiglione delle Fragranze della Sera”. Juexin si appisolò al piano superiore della residenza, sembrava esausto. Confessò al fratello che in quei giorni era stanchissimo e che iniziava a bere più spesso ultimamente perché non sopportava più tutta quella pressione. Ubriacandosi tutto gli sembrava più semplice, solo così riusciva ad arrivare alla fine del giorno, confessò. Iniziarono a parlare di Mei, Juexin l’aveva vista al mercato con la madre, ma ad un suo saluto fece solo un cenno con il capo. Iniziò a spiegare al fratello quanto tutto questo facesse male, quanto fosse bastato un attimo per riaffiorare alla mente i ricordi, e di quando si sentisse in colpa nei confronti di sua moglie che lo amava con tutta sé stessa. Juehui cercò di consolare il fratello anche se non era affatto facile. Poi i due tornarono verso casa dove in giardino c’erano i cugini e le sorelle che giocavano, e si unirono a loro. Juehui rifletté ancora una volta: suo fratello riusciva a chiudere una tomba con la stessa facilità con la quale la riapriva.! CAPITOLO 15! La famiglia Gao era riunita al completo nella sala principale, in abito da festa. Com’era d’uso, gli uomini sedevano a sinistra e le donne a destra. Iniziarono poi a gruppi a celebrare le funzioni solite dinanzi ai dipinti degli antenati, con l’incenso e inginocchiandosi sui cuscini rossi per nove volte. Alla fine del rito Juemin e Juehui uscirono di corsa per evitare gli inchini della servitù ma non fecero in tempo, così si fecero avanti mamma Huang, la serva Zhang e la serva He, infine Mingfeng che per ultima scambiò un sorriso e uno sguardo con Juehui. ! 5

Tutti ridevano e tutti si scambiavano auguri di buon anno. Nel buio del giardino i fuochi d’artificio adornavano gli alberi spogli. In seguito, la signora Zhou, la terza signora Zhang e la quarta signora Wang erano pronte a giocare a majiang. Fuori il portone della casa dei Gao, vi era Gaosheng. Il vecchio aveva servito la famiglia Gao per dieci anni fino a che non divenne un fumatore d’oppio e iniziò a rubare calligrafie e dipinti del vecchio Gao per venderli, era stato imprigionato e scagionato dopo qualche anno. Da quel giorno vive da mendicante e ogni anno a Capodanno va fuori casa Gao sperando che qualche suo collega gli dia qualche moneta. A casa Qin tutto era tranquillo, essendo per la maggioranza donne vi erano pochi festeggiamenti. Juehui e Juemin passarono di lì per gli auguri e Qin li fece accomodare in camera sua dove, con grande sorpresa, trovarono la cugina Mei. La ragazza era triste, destinata ad un futuro di solitudine dopo esser...


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