Riassunto Geografia politica urbana Rossi, Vanolo PDF

Title Riassunto Geografia politica urbana Rossi, Vanolo
Author Alex Díaz Lara
Course Geografia urbana e regionale
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto del libro per capitoli...


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di Ugo Rossi e Alberto Vanolo

LEG LEGAM AM AME E TR TRA AG GLO LO LOBALI BALI BALIZZA ZZA ZZAZIO ZIO ZIONE NE E LA NU NUOVA OVA PPOLIT OLIT OLITICA ICA DE DELLE LLE C CITT ITT ITTÀ À Le città sono nodi di una moltitudine di reti per la circolazione di flussi che operano a scale diverse e delineano spazialità multiformi. Rappresentano inoltre un terreno cruciale nel quale il processo di globalizzazione assume modalità concrete e riconoscibili di attuazione, al tempo stesso anche conflittuali. La globalizzazione influisce sulla new urban politcs, ossia transazione verso forme nazionali e regionalmente differenti di neoliberalismo. Ha due valenze: 1) globalizzazione come fenomeno sociale: coscienza di trovarsi in una dimensione di vita in comune, in continua evoluzione dove le disuguaglianze e i fenomeni di esclusione investono anche fattori di appartenenza comune (es. età, genere, etnia, residenza,…). In questo caso la globalizzazione designa un mondo instabile con evoluzioni imprevedibili e dove i confini delle classi sociali si fanno più incerti; 2) globalizzazione come pratica discorsiva: narrazioni/rappresentazioni il cui significato e percezione sono incessantemente negoziati o modulati. Le strategie di sviluppo urbano, quindi, sono l’esito alternativamente o congiuntamente di una decisione decisa dall’alto o di una negoziazione tra una pluralità di attori. ESEMPIO: Pechino post-olimpica e Bilbao di Guggenheim

LA TTRIA RIA RIADE DE DELL DELLA A PPOLI OLI OLITICA TICA UR URBA BA BANA NA  RAPPRESENTAZIONE (Foucault, Derrida, Said) La rappresentazione viene analizzata all’inizio solo sull’analisi del linguaggio, con Foucault che si focalizza sui dispositivi che creano l’ordine del discorso (avverbi, etc) e Derrida che applica per la prima volta il metodo della decostruzione nell’analisi del testo. Un passo avanti è realizzato da Edward Said, nel suo libro Orientalismo (1978), nel quale mette in luce come la rappresentazione ha natura performativa che genera modi diversi di immaginare fenomeni e problemi, aprendo così la strada ad una varietà di interventi e tattiche discorsive. Persino i meccanismi di identificazione e riconoscimento dell’Altro hanno un potere performativo (es. processo di invenzione della povertà). I discorsi sono strumentali a specifiche visioni del mondo e a relativi interessi politico-economici. Le città sono destinatarie di una politica di traduzione di immagini/simboli attingenti a una varietà di linguaggi e codici culturali;

 GOVERNO (Foucault, Nikolas Rose) Si fa riferimento alle tecnologie politiche (conoscenze tecno-scientifiche: indagini statistici, consultare esperti, etc.) e agli strumenti di governo (strumenti operativi: politica pubblica, piani e programmi di pianificazione territoriale) che le amministrazioni locali e centrali usano per migliorare il funzionamento e benessere della città. Vi è una sempre maggiore razionalità governamentale, ossia le élites urbane si comportano come imprenditori perseguendo obiettivi di crescita economica. Nikolas Rose si sofferma sulla governamentalità della città, ossia sul fatto che una certa entità sociale o spaziale diventi destinataria di un’attività sistematica di governo. Infine, la globalizzazione impone maggiore responsabilizzazione del cittadino nella risoluzione dei problemi e miglioramento delle condizioni individuali e collettive (es. la gestione della sicurezza).  CONTESTAZIONE (Rancière) Contrapposizione tra polizia e politica: o POLIZIA: preservazione dell’ordine sociale prestabilito e della posizione “naturalmente” assegnata a ciascun membro della comunità, secondo un criterio di ripartizione dello spazio di opportunità; o POLITICA: processo di contestazione dell’ordine definito dalla polizia in nome dell’eguaglianza a seguito di un torto o ingiustizia sociale che subisce una parte più o meno ampia della collettività. Da qui possono scaturire delle geografie minori. Gli aspetti egualitari e di emancipazione fanno parte della forma della politica urbana e danno una nuova interpretazione dei movimenti di protesta e mobilitazione collettiva. Infatti, non hanno solo lo scopo di rivendicare un’identità specifica o l’accesso a servizi negati, ma vogliono affermare anche la presenza di minoranze e gruppi subalterni nella sfera pubblica e ricostruire, su basi democratiche e paritarie, l’ordine politico e morale dato.

LA PPOLI OLI OLITICA TICA CO COME ME RA RAPPRE PPRE PPRESE SE SENTA NTA NTAZIO ZIO ZIONE NE Visione post-strutturalista della cultural political economy → le dinamiche e forme dell’esperienza urbana vengono studiate non tanto per come appaiono ma come «discorsi» elaborati e costruiti socialmente (in un dato contesto culturale), aventi una molteplicità di significati e che influiscono la condotta degli attori urbani. La città è vista come un fattore di crescita economica e si ha l’esigenza di promuovere un’immagine vincente ed accattivante della città stessa al fine di attirare risorse e vantaggi competitivi (es. investimenti, turisti, etc.). Ciò è possibile attingendo a una varietà di settori e adottando strategie tipicamente imprenditoriali, come ad es. il MARKETING TERRITORIALE. L’immagine della città è un complesso e variegato immaginario che connota un luogo e si collega non solo a rappresentazioni visuali, ma anche a simboli incarnati negli elementi materiali (strade,

monumenti, etc.) e in quelli immateriali (abitudini, routine, stereotipo, guide turistiche, etc.). Ci possono essere diversi posizionamenti nella scala urbana: 1. le geografie immaginarie: rappresentazioni che scaturiscono dall’esperienza quotidiana degli abitanti dei quartieri più poveri; 2. l’immagine urbana condivisa o dominante: rappresentazioni proposte dalle élites urbane secondo diverse modalità ai fruitori della città. Modalità di produzione di immagini: a) proposizioni di autorappresentazioni ottimistiche ed «egemoniche» che esaltano i successi della città escludendo tutto ciò che può turbare l’armonia. Queste rappresentazioni possono portare alla nascita di movimenti di protesta o alimentare un senso di comunanza di intenti (POLITICHE DI FRAMING), fondamentale per creare consenso e mobilitare le risorse; b) proposizione di immagini stereotipate da parte degli operatori turistici e gli organizzatori di eventi. Siamo all’interno del cd BRANDING URBANO, ossia strategie di costruzione di immagini seducenti per catturare i flussi globali di visitatori e fruitori temporanei della città. In che modo creare queste immagini? Attraverso le NARRAZIONI SELETTIVE capaci di suscitare sentimenti di accettazione e gradimento da parte dei potenziali investitori, turisti, etc. Bisogna, quindi, mobilitare e reinventare immagini che hanno già un fondamento nell’identità locale e che permettano di allontanare le presenze imbarazzanti (es. slum) sia dall’immaginario, tacendone l’esistenza, sia dalla struttura fisica della città, sgomberando le aree degradate e talora ricollocandole all’esterno dei confini urbani (POLITICA DEL DIMENTICARE).

TAP TAPPE PE ST STORI ORI ORICHE CHE FORDISMO (1945 - 1970)    

modello di accumulazione su grande scala → Taylorismo; modello standardizzato di consumo di massa; superamento dei modi di vita tradizionali → diffusione di stili di vita omogenei; generalizzazione della condizione salariale.

L’immagine della CITTÀ INDUSTRIALE:     

tendenza all’agglomerazione delle attività produttive legate alla grande industria; standardizzazione delle forme dell’ambiente costruito; nuclearizzazione della famiglia; dualismo città – campagna; mobilità individuale (automobile) che ha condotto ad una differenziazione tra le aree di lavoro e quelle abitative:  pendolarismo;  città satellite;  estensione delle periferie;  spopolamento delle aree rurali interne;  sub-urbanizzazione e urbanizzazione degli spazi agricoli.

La città è rappresentata come un luogo di forte emancipazione (sicurezza sociale) e benessere (accumulazione ricchezza), ma è anche luogo di conflitti e rischi ambientali.

POST-FORDISMO (1970 - 1980) I simboli e i luoghi dell’industrializzazione sono passati da una connotazione positiva ad una negativa, legati all’immagine della crisi e declino strutturale e ad essere un ambiente poco competitivo. In questa fase si affermano 2 tendenze:   

carattere effimero delle mode e tendenze culturali di massa (es. parco giochi); modalità innovative di specializzazione → SYLICONIZATION; immagine della città tecnologica e dell’informazione → HIGHT-TECH FANTASIES, TECHNODREAMS.

ESEMPIO: Syracuse (New York)

POST-MODERNIZZAZIONE (1980 - …) Compressione spazio-temporale delle relazioni sociali. Due conseguenze: 1) produzione di capitale simbolico, ancor prima di beni materiali:  città come luogo di produzione di culture, mode e significati che trascendono i confini fisici;  processo di gentrification (borghesizzazione), celebrazione storia di alcuni luoghi e il senso della comunità urbana riflettono i codici e simboli di distinzione e determinazione sociale;  richiamo ad una più sfuggente identità globale; 2) ruolo dello spettacolo:  mobilitazione di strutture materiali, denaro, attori intorno ad eventi di grande richiamo o luoghi espositivi che promuovono il senso di appartenenza collettiva (es. centri commerciali, Chinatown, Las Vegas);  attività maggiormente orientate al consumo. E’ un INTENZIONALE post-modernizzazione voluta e incentivata dalle élites politico-economiche, dove vi è una sovrapposizione tra reale e immaginario e l’elemento del consumo la fa da padrona. ESEMPIO: Baltimora (USA) e Dubai (EAU)

CITT CITTÀ GLO GLOBALE BALE Vi è un’accelerazione nella circolazione geografica del modello di sviluppo urbano neoliberale e postmoderno grazie alla globalizzazione. Le città svolgono sempre più funzione di interconnessione e sono organizzate secondo un sistema multipolare e gerarchico, al cui livello più alto troviamo le GLOBAL CITYREGIONS (come Londra, New York e Tokio)

CITTÀ GLOBALE

POLI DI RILEVANZA MACROREGIONALE

CAPITALI NAZIONALI

POLARITÀ SUB-NAZIONALI

Aspirazione a diventare una città globale non riguarda solo pochi centri selezionati di grande dimensione ma qualsiasi città dotata di capacità imprenditoriale di autopromozione, le cd WANNABE GLOGAL CITIES:   

trasmettono l’idea di vita vibrante e cosmopolita; attivano campagne di branding urbano (es. “international cities”); simboli del successo tendono a uniformarsi (grattacieli, giacimenti culturali come il Tate Modern, megaprogetti architettonici, etc.).

Tutto questo usando NARRAZIONI SELETTIVE (cfr. pag. 3).

CUL CULTURA TURA E C CREA REA REATIVIT TIVIT TIVITÀ Centralità della cultura nelle traiettorie di sviluppo economico e territoriale. Le città vengono rappresentate come milieux culturali, ossia condensazioni di patrimoni e istituzioni culturali permanenti e iniziative temporalmente contingenti. SVOLTA CULTURALE → rivincita dei metodi qualitativi per interpretare e rappresentare la realtà. ↓ analisi culturale che studia l’esperienza sociale contemporanea con:  

valenza politico-emancipativa: lega la dimensione culturale con quella politica; valenza linguistico-testuale o decostruttiva: trattare i fenomeni sociali come discorsi pubblici e testi.

Le città hanno una propria identità culturale, soprattutto la città creativa (Florida, 2002). LA CITTA CREATIVA Florida vede emergere nelle città ceti di creativi che contribuiscono all’innovazione del capitalismo. I creativi sono figure sociali differenti per professione e reddito che mettono a disposizione dell’economia locale il proprio talento e creatività. Questo gruppo di persone condividono valori etici fondamentali (es. libertà d’azione e indipendenza e responsabilità), hanno fiducia nella meritocrazia (es. mobilità sociale e successo personale), e fanno parte della cd economia della diversità (es. passione per la diversità dei modi di vita, riconoscimento e valorizzazione delle differenze). Il loro numero è aumentato a partire dagli anni ’80, quando da una economia manifatturiera si è passati ad una economia fondata sulla cultura e conoscenza → tendenza alla CULTURALIZZAZIONE dei processi di sviluppo urbano. Vi è un nesso tra INNOVAZIONE TECNOLOGICA e ambiente urbano APERTO culturalmente alla diversità: più una cultura urbana è aperta e tollerante, più attirerà persone creative e, quindi, avrà uno sviluppo tecnologico avanzato (es. San Francisco, Boston, New York). CRITICHE ANALISI DI FLORIDA   

circolarità nella struttura logico-argomentativa; non prende in considerazione le diversità istituzionali (anche se può essere considerato il suo punto forte in quanto si presta ad essere usato in luoghi più disparati); visione positiva della selettività sociale o gentrification (social mix) senza considerare i suoi lati negativi: aumento dei prezzi dei servizi.

La culturalizzazione dello sviluppo urbano è vista come un’opportunità per il perseguimento della proiezione globale di realtà emergenti nella rete che contano di più nell’economia mondiale. In Asia il ruolo chiave nella produzione di icone culturali, simboliche e materiali è stato svolto dallo Stato e dai governi nazionali.

In Europa un esempio della proiezione globale delle città è rappresentato dal programma «Città europea della cultura» nel 1985, diventato a partire dal 2000 «Capitale europea della cultura». Per l’attribuzione del titolo non conta tanto la preesistente dotazione patrimonio storico-architettonico, quanto la capacità di iniziativa che una municipalità è in grado di mettere in campo per trarre vantaggio di investimenti e risorse finanziarie, generando un senso di orgoglio civico tra i suoi abitanti. L’obiettivo è quello di innalzare il proprio profilo internazionale e rafforzare la ricettività turistica. Tuttavia: → solo le città di piccole o medie dimensioni ne hanno effettivamente beneficiato; → i visitatori si concentrano in un numero ristretto di iniziative e attrattori culturali (a favore dei quartieri centrali); → logica del marketing e spettacolarizzazione degli eventi (appoggiato dai mass media). Questo è una forma di CULTURAL INSTRUMENTALISM, ossia la promozione della cultura è stata indirizzata al rafforzamento dell’attrattività urbana piuttosto che al perseguimento di finalità di coesione sociale a beneficio dei settori più deboli della collettività.

CULTURA 1) fattore di critica e destabilizzazione dell’ordine della città; 2) valore cruciale nella sfera pubblica urbana sia per enfasi della dimensione simbolica sia come attenzione interessata rivolta alle differenze di appartenenze di gruppo e il loro potenziale economico e creativo; 3) fattore di appartenenza collettiva e comunanza identitaria e motore di crescita economica delle comunità locali, nazionali e sovranazionali; 4) fattore legato alla dinamica di sviluppo capitalistico, da cui dipende la rigenerazione delle entità sociali e spaziali che ne costituiscono la base fondamentale.

LA PPOLI OLI OLITICA TICA CO COME ME GO GOVE VE VERNO RNO NEO NEOLIBE LIBE LIBERALI RALI RALISMO SMO Neoliberalismo (1980 - …) con crisi stato fordista e interventista. 3 accezioni: 1) ideologica: le relazioni economiche, politiche e sociali si organizzano nel migliore dei modi attraverso l’interazione tra attori formalmente svincolati da imposizione esterne e liberi di perseguire i loro interessi, all’interno di un quadro condiviso di norme e regolamenti; 2) economica «neoliberismo»: espansione dell’economia di mercato dal punto di vista geografico sia punto di vista quantitativo e settoriale → MERCIFICAZIONE, ossia circolazione, sotto forma di merci scambiabili con moneta, di una serie di fattori produttivi e relazioni sociali; 3) politica - istituzionale «liberalismo avanzato»: razionalità collettiva di un universo con attori responsabilizzati rispetto al bene comune e messi in condizione di perseguire le loro finalità sociali, ossia la massimizzazione del profitto e utilità economica. L’intervento dello Stato deve essere limitato perché opprime la libera iniziativa degli agenti economici. Inoltre, c’è l’affermazione dell’individualismo sociale e la socializzazione delle perdite (incentivi e aiuti alle banche in crisi).

ORIG ORIGINI INI DEL NE NEOLIB OLIB OLIBE ERALI RALISMO SMO SMO:: ci città ttà anni ‘‘70 70 Con la crisi dell’età d’oro del capitalismo a causa delle forti tensioni sociali e razziali (1968), si assiste a una perdita di fiducia nel sistema fordista-keynesiano (importanza dello Stato nel sostenere la domanda) e a una crescente critica del funzionamento strutturale e le relative modalità di governo della città capitalistica. Prende avvia la cd «nuova sociologia urbana», i cui massimi esponenti sono:  Manuel Castells (1972) Il sistema economico è organizzato intorno alla relazione tra lavoro, mezzi di produzione e riproduzione sociale. Tre sono gli elementi chiave di questa fase:   

PRODUZIONE → beni materiali e immateriali generati dalle industrie. CONSUMO → appropriazione individuale e collettiva della produzione sociale. E’ distintivo del fenomeno urbano. SCAMBIO → rapporto tra produzione e consumo.

Lo Stato regolamenta, direttamente o indirettamente, il processo istituzionale locale, nell’intento di preservare istanze economiche dominanti. Lo Stato fallì nel gestire l’aumento della domanda di consumo collettivo di risorse e nel gestire le varie contestazioni a causa dei limiti di spesa che lo Stato doveva far fronte.  David Harvey (1989) Fa parte della geografia urbana radicale. Mette in luce i legami tra il settore finanziario e il mercato immobiliare nella riproduzione della città capitalistica. Le classi dominanti dello Stato e gli apparati di governo utilizzano il settore immobiliare come regolatore anti-ciclico del sistema capitalistico, sostenendo un’economia che si alimenta dalla valorizzazione del suolo urbano e dalla rigenerazione continua della rendita fondiaria e dei rapporti sociali ineguali. Harvey adotta un approccio imprenditoriale (primato della crescita economica nella condotta di chi governa la città) e si sofferma sul lato offerta (ruolo della finanza).  Paul Peterson (1981) Accento sulla crescita urbana per attirare imprese e residenti a scapito delle misure di ridistribuzione delle risorse ai meno abbienti. Le città sono indipendenti dall’orientamento politico ma fortemente condizionati dal funzionamento dell’economia di mercato. Tuttavia, nella sua analisi, Peterson adotta una logica rigidamente strutturalista e determinista, non cogliendo il ruolo degli individui e gruppi sociali più o meno organizzati nel processo di governo urbano. E’ disattento nei confronti della dimensione storica, anche a breve termine, dell’evoluzione del governo urbano: da Keynes al neoliberalismo (primato del settore privato, politica fiscale espansiva, riduzione della capacità di spesa dei governi centrali o federali). LA NUOVA POLITICA URBANA  Molotch e Logan (1987) danno vita a una nuova politica urbana domandandosi CHI governa la città e PER COSA governa, analizzando dettagliatamente le coalizioni di gruppi sociali e interessi economici che si muovono intorno alle strategie di sviluppo. Questa politica è decisiva nel determinare la composizione del ceto amministrativo a comando del governo locale, nell’indirizzare l’orientamento dei mass media locali e influenzare l’operato delle agenzie fornitrici di servizi. E’ importante anche il ruolo degli attori ausiliari: istituzioni culturali e sindacati. La città è vista come macchina della crescita.

I protagonisti della nuova politica urbana sono:  Ronald Reagan (1981-1989), reaganomics o supply side economics (economia dell’offerta). Economia che si contrappone al New Deal di Roosvelt e caratterizzata da una riduzione della pressione fiscale su imprenditori e detentori di capitali, incoraggiamento del risparmio privato e investimenti nell’economia. Esempio: Proposition 13 in California → legge che identificava in un massimo dell’1% del valore del bene posseduto il prelievo fiscale imponibile ai proprietari immobiliari;  Margaret Tatcher, destrutturazion...


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