Riassunto \"Il fascismo degli italiani\" di Patrizia Dogliani PDF

Title Riassunto \"Il fascismo degli italiani\" di Patrizia Dogliani
Author Giada Stiattesi
Course Storia contemporanea
Institution Università degli Studi di Firenze
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riassunto per capitoli del libro di Patrizia Dogliani " Il fascismo degli italiani"...


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Riassunto “Il Fascismo degli Italiani.” di Dogliani.

Capitolo I Uscire dalla guerra-Entrare nel Fascismo. Uscire dalla guerra. 28-ottobre-1922--> Benito Mussolini a capo del governo. Il Fascismo conquistò il potere in soli quattro anni. Tra le Nazioni uscite dalla Grande Guerra, l’Italia diede vita in quegli anni ad un esperimento nuovo di governo da parte di una forza politica che rappresentava l’espressione delle nuove destre europee. L' esperienza italiana fu originale e duratura: il movimento controrivoluzionario si assestò al potere, convertendo a proprio favore la vasta alleanza tra forse conservatrici e della destra tradizionale e trasformò progressivamente il sistema liberal-parlamentare in una dittatura personale. Modificò l' assetto economico, assicurandosi l' appoggio dei ceti finanziari e imprenditoriali grazie alla costruzione di forti monopoli che garantissero il capitale privato in un mercato privilegiato , protetto e privo di conflittualità sindacale. Come dimostrerà la storia, il Fascismo sarà un modello da esportare in tutta Europa. Colpisce il fatto che fu l’Italia, paese “vincitore” della Grande Guerra, ad avere le inquietudini tipiche dei paesi vinti. Il primo dopoguerra rivelò infatti debolezze e difficoltà nel sistema produttivo a riconvertirsi in tempo di pace, e del mercato del lavoro ad assorbire il ritorno della manodopera smilitarizzata.si registrarono contemporaneamente inquietudini,e smarrimento di identità collettiva , bisogno d'ordine e speranza di radicali cambiamenti. l’analisi per capire come il Fascismo prese il potere va condotta analizzando un quinquennio segnato da due estremi cronologici: 1917--->1922 • 24/25 Ottobre 1917 =DISFATTA DI CAPORETTO • Ottobre 1922=MARCIA SU ROMA Caporetto, uno dei capisaldi della linea del fronte meridionale, conteso ma sempre tenuto dalle truppe italiane fin dall'entrata in guerra nel '15 , subì un rapido sfondamento e la conseguente invasione e occupazione da parte delle truppe austro-ungariche rinforzate da quelle tedesche, di un vasto territorio fino alle rive del Piave. --->la disfatta di Caporetto fece contemporaneamente provare all' italia: - La politica di occupazione militare di territori fertili,il lavoro coatto imposto alla popolazione civile, l' internamento di migliaia di prigionieri militari. - Avvio di una crociata in difesa della patria invasa con un linguaggio comunicativo nuovo.La classe dirigente italiana dovette fare promesse non solo sull’andamento della guerra, ma anche sul dopo. Dopo 29 mesi che il conflitto era stato sempre di posizione, il generale CADORNA portò alla conquista di GORIZIA nel 1916, successo che gli consentì di rinsaldare il consenso patriottico nel paese. Nel 1917 Cadorna vince altre battaglie: ORTIGARA e BAISIZZA. Ma si chiedeva la fine della guerra. Nel frattempo infatti dilagavano nel Paese le notizie degli scioperi e delle rivolte militari all’estero, e cresceva la sfiducia nei confronti delle istituzioni liberali. Fu così che tra la notte del 24 e del 25 ottobre la 24° armata tedesca colse di sorpresa l' esercito italiano. La ritirata si trasformò in una rotta che si fermò solo lungo le sponde del fiume Piave. La crisi agli imperi centrali diede infine la possibilità all' esercito italiano di compiere un' azione offensiva e vincere l' ultima battaglia, in località Vittorio Veneto, che permise all' Italia di firmare da vincitrice l' armistizio nel 1918. Caporetto si dimostrò essere: •

l’essenza stessa della guerra in Italia , subita soprattutto tra i ceti popolari,senza obbiettivi concreti, slancio patriottico e idea precisa del nemico, diretta dagli alti comandi non curanti del sacrificio di sangue che stava avvenendo.



l’esperienza di psicologia di massa e di manipolazione dell' informazione più importante prima del fascismo ,e da cui il fascismo trasse lezione.False notizie di accavallarono senza che nessuna fonte ufficiale le smentisse:frammentarie e confuse, non facilitarono la comprensione del fenomeno nè l' individuazione di responsabilità. => senso di panico,

frustrazione, vergogna nazionale si diffusero soprattutto tra i ceti medi che sino a quel momento avevano sostenuto la guerra. • Prova della mancanza di tenuta della nazione in armi e assenza stessa di una comunità nazionale. Alla disfatta militare si aggiunse l’emergenza sanitaria scatenata dalla ritirata, in quanto sui fisici indeboliti sorsero varie malattie epidemiche come la Spagnola, che solo in Italia provocò la morte di circa 600.000 persone, tra cui in gran parte giovani che nemmeno avevano fatto i soldati, aumentando così nel popolo il senso di sventura. I più colpiti da tutto ( guerre, epidemie etc) furono i giovani tanto che il paese nell'immediato dopoguerra appariva popolato di vecchi,donne e mutilati. In guerra il più grande contributo di sangue era stato dato dai contadini, e i movimenti di destra usarono perciò per contrapporre la figura dell’eroico contadino-soldato, che adempiva al proprio dovere incontrando la morte con dignità, alla figura dell’operaio-imboscato. Era tra la classe operaia infatti che si respirava avversione alla guerra e al militarismo, così come ebbe a far notare Emilio Lussu, quando scrisse che tale avversione si traduceva in disprezzo per i reduci. Nell' anno intercorso tra Caporetto e la vittoria, si estese anche la violenza subita dalla popolazione civile, soprattutto nelle province del Friuli e del Veneto. I soldati austriaci ungheresi e tedeschi occuparono il territorio . Fu un occupazione predatoria, si fece si che i territori occupati sfamassero le truppe occupanti e il paese da dove queste venivano ( soprattutto Austria). Il clero ,spesso l' unica autorità rimasta in loco, assunse in questi mesi una funzione di meditazione ma fu spesso accusato dal ceto politico laico di eccessiva simpatia verso gli austriaci cattolici. Vista l’invasione austro/tedesca in queste regioni , fu difficile successivamente per il Fascismo, qui, presentare la Germania come nuovo alleato prima del 2° conflitto mondiale. La guerra per l' italia non fu solo violenza subita ,ma anche perpetrata attraverso il fenomeno dell'arditismo. Gli Arditi erano infatti reparti d’assalto, costituiti dopo il 1917 da gente che voleva davvero fare la guerra fino alla vittoria, sprezzante del pericolo e divennero preziosi per i comandi e come strumenti involontari di propaganda, come esempio di soldato vittorioso davanti alla massa dei combattenti demotivati dopo Caporetto. Caratteristiche dell' arditismo: • Vittoria ad ogni costo • Rifiuto delle regole tradizionali dell' esercito di massa => messa in pratica di assalti notturni,uso del pugnale per sgozzare i nemici, pratica del fare prigionieri sul campo. • Fiducia delle capacità individuali e nelle minoranze audaci. Per quanto riguarda invece i prigionieri, essi furono trattati al ritorno in patria come una massa di disertori. Furono inizialmente disposti dei centri di raccolta distanti tra loro per evitare rivolte; in un secondo momento il governo Nitti (1919) varò un decreto di amnistia e cancellò molti processi in atto. La maggioranza degli smobilitati poi nell' Associazione Nazionale Combattenti (ANC) creata da ex uffuciali di complemento con l' obbiettivo di riunire tutti coloro che erano stati al fronte in un partito dei combattenti popolare ,alternativo e basato su un' ampia alleanza interclassista tra piccola borghesia e strati contadini. Il sogno dell' ANC si andò dissolvendo con il cambio del suo centro di gravità dal meridione al Centro Nord. La nuova dirigenza settentrionale indebolì il movimento a tutto vantaggio del fascismo in ascesa. Al momento della sua costruzione, l’ANC fu infatti ostile al movimento dei Fasci di Combattimento e nel 1921 l' associazione vedeva un numero di aderenti di almeno il doppio del partito fascista. L’ANC fu poi trasformata da Mussolini in una mera macchina d’assistenzialismo per i reduci di guerra. I rapporti tra Movimento e ANC rimasero tesi fino al 1924 ( rifiuto da parte dell'ANC di prendere parte ai festeggiamenti del primo anniversario della Marcia su Roma), ma l’associazione non fu mai bersaglio delle rappresaglie fasciste, poiché sarebbe stato un suicidio politico per un movimento che si designava quale legittimo rappresentante dei combattenti italiani. Nel marzo del 1925 l’ANC fu affidata ad un triumvirato composto da uomini di provata fede fascista che fece epurazioni escludendo interventisti democratici tra cui Emilio Lussu che nel 1919 aveva fondato il partito sardo d' azione e ne era diventato il rappresentante in parlamento.

La presa del potere. I Fasci di combattimento erano stati creati ufficialmente il 23 marzo 1919 in piazza San Sepolcro a Milano. Essi erano stati sostenuti e pomossi dai settori dell' interventismo nazionalista e soprattutto dal giornale " il popolo d' italia" diretto da Mussolini. Ai Fasci parteciparono voci d’ogni tipo: sindacalisti rivoluzionari, gruppi liceali e universitari, ex socialisti, avanguardisti dell’arte e della cultura, tutti accomunati dal profondo desiderio di cambiamento dopo la guerra senza sprecare la forza rivoluzionaria popolare delusa dai governi liberali e il momento di immobilismo della classe dirigente italiana. Il 12 settembre 1919 intanto, circa 2000 legionari invasero e occuparono la città di Fiume, esclusa dai trattati di pace. Tra i massimi leader dell’impresa vi furono Gabriele d’Annunzio, Giovanni Giuriati (un nazionalista) e il sindacalista rivoluzionario Alceste de Ambris: questo atto mise in difficoltà il governo Nitti alla vigilia delle elezioni. La “reggenza di Fiume” fu governata in base a una costituzione detta Carta del Carnaro, scritta dal poeta pescarese e da De Ambris: qui vi erano tutte le utopie e le idee del movimento, come il repubblicanesimo, corporativismo e realizzazione di una repubblica delle arti. ( 1919-1920). L' esperienza di fiume terminò per logoramento ma anche da dissidi interni a seguito dei quali la città divenne indipendente. Il movimento fascista non ottenne un immediato successo elettorale ( elezioni 1919 -1020). Il governo si mostrava ancora in mano a socialisti , popolari e partito democratico liberale. Solo nella città di Trieste, i fascisti e i nazionalisti si affermarono precocemente. Del movimento fascista fu fondamentale la violenza, e esso infatti reclutava molti ex ufficiali di complemento incapaci di reintegrarsi nella vita civile che propendevano a divenire in questo modo dei professionisti della violenza. Il primo fatto di sangue era avvenuto il 15 aprile 1919 con l’attacco alla sede milanese dell’Avanti. In paese scosso da profondi fermenti sociali, il Moviemento decise di trascurare l' azione nei grandi agglomerati urbani dove era nato, per spostarla nei piccoli centri e nelle campagne. Le squadre partivano dai capoluoghi di provincia, colpivano e terrorizzavano individui, leghe e sindacati di braccianti e piccoli coltivatori, e poi si ritiravano nelle città di provenienza. Facevano parte delle squadre soprattutto: • Ufficiali smobilitati • Studenti universitari • Figli dell'aristocrazia e della grande borghesia terriera che temevano di perdere il controllo sulla loro terra • Coltivatori diretti, mezzadri , grandi affittuari. =>in questo modo il fascismo univa città e campagne circostanti. Furono gli agrari a utilizzare il nascente fenomeno squadrista per contenere le manifestazioni dei braccianti nelle campagne, e molte squadre fasciste venivano proprio pagate dalle associazioni agrarie; le squadre erano perlopiù composte da cittadini di estrazione sociale più alta che risiedevano in città spesso universitarie (forte fu infatti l’afflusso di universitari tra le squadre), e così il fascismo saldò il suo legame con le cittadine di provincia e le campagne. Lo scquadrismo agrario dilagò nel centro nord tra il '20 e il '21 e rivelò capi e organizzatori della violenza: - Olao Gaggioli ( a Ferrara) - Italo Balbo (a Ferrara) - Leandro Arpinati ( a Bologna) - Roberto Farinacci ( a Cremona) Questi furono definiti RAS,capi locali con ampio potere e seguito. L' azione degli squadristi non si limitava a terrorizzare popolazioni e organizzazioni contadine; essa puntava alla distruzione di tutti quei centri , gestiti essenzialmente da socialisti e cattolici popolari, che sviluppavano forme di resistenza. ( sedi di partito, leghe sindacali,cooperative,circoli culturali) I socialisti si mostrarono tra i più deboli e impreparati anche se riuscirono a resistere in paesi come: Parma,Bari, Sarzana. La violenza fascista si rivelò vincente perché si basava prevalentemente su una STRATEGIA DI TERRORE e mirava all' intimidazione all'umiliazione dell'avversario .( bastonato, sporco, costretto a bere l' olio di ricino in luoghi pubblici.)

Fino al 21 i fasci si mostrarono presenti in città di media grandezza situate nell' italia centro settentrionale grazie alle diffuse vie di comunicazione ( Po, Via Emilia etc). A partire dal 21 lo squadrismo agrario fu importato in Puglia e in Sicilia ma con una sostanziale differenza: non si adottarono parole d' ordine demagogiche: fu puro squadrismo, ci furono quindi scontri diretti tra braccianti sindacalizzati e squadristi. Il 15 maggio del '21 si ebbero nuove elezioni:il partito socialista teneva il piano nazionale ma il fascismo cominciava a radicarsi maggiormente nelle aree del Centro Nord. Mussolini propose un patto di pacificazione tra dx e sx con il fine di far trasformare il Movimento in un partito ma diversi Fasci rifiutarono di attuare questo accordo.Mussolini accelerò quindi la formazione del nuovo Partito. Col terzo congresso dei fasci al Teatro dell’Augusteo, il 7 novembre 1921 nasceva il PNF. Spostava dunque a Roma la direzione, mentre gli iscritti stavano aumentando rapidamente. Intanto il sindacalista ferrarese Edmondo Rossoni dirigeva la prima esperienza di sindacato fascista, appropriandosi degli strumenti di lotta dei sindacalisti di sinistra come lo sciopero generale. A Ferrara infatti Arpinati e Balbo misero a dura prova il governo Facta con uno sciopero dei braccianti nel maggio 1922, rivelando la debolezza del governo.Mussolini intanto prometteva che, una volta andato al governo, avrebbe rispettato la monarchia e posto fine alla lotta di classe in previsione della creazione di una nazione forte e unita. A metà ottobre venne costituito un quadrumvirato con funzioni paramilitari, costituito da Balbo, De Vecchi, De Bono e Bianchi. Di fronte all'ingovernabilità il 26 ottobre Facta rassegnò le dimissioni, e i fascisti concentrarono migliaia di camicie nere in punti strategici vicini a Roma, tra Perugia, Avezzano e Napoli, minacciando di attuare un colpo di stato. Il Re, dopo aver consultato i consiglieri militari, scelse di non dichiarare lo stato d’assedio e diede l’incarico a Mussolini di formare un nuovo governo. È il 28 ottobre 1922.--> dopo la marcia su Roma alla quale Mussolini non partecipò perchè in attesa delle decisioni del Re dalla sua sede di Milano. ( marcia attuata in tre diagonali --> strategia chiamata delle " colonne di fuoco"). Dopo Roma, il Fascismo doveva conquistare il Meridione: il Fascismo cominciò a tenere sotto controllo le presenze mafiose, incaricando il prefetto Cesare Mori di fare pulizia dei mafiosi presenti in Sicilia. Dopo un’iniziale sconfitta della mafia, se ne formò un’altra ( anni 30 ), che attese poi il ritorno dei boss dall’America di Lucky Luciano nel 1943, in concomitanza con lo sbarco Alleato (operazione Husky). Dopo l' iniziale sconfitta della Mafia, nel 29 l' incarico di Mori fu revocato perché egli aveva assunto troppo potere personale. Il movimento fascista si era nutrito dei conflitti nelle aree rurali per emergere; una volta insediatosi in pianta stabile, valorizzò politicamente l' ambiente cittadino parteggiando per la città e i suoi ceti dirigenti nel secolare scontro con il contado. Verso uno stato totalitario: I limiti del Fascismo nell’avvicinarsi al totalitarismo completo (come Germania e URSS) furono dovuti al contesto istituzionale e storico in cui l’Italia viveva: la presenza di una monarchia di fatto indipendente e del papato che manteneva un’influenza sui cattolici italiani. Il fascismo si pose come chiaro obbiettivo l' abbattimento del sistema parlamentare e della rappresentanza politica basata su libere associazioni e mise fine all' articolazione della dialettica tra poteri legislativo ed esecutivo. => la sua aspirazione era quella di TOTALIZZARE, di accentrare il potere in mano ad un esecutivo forte che rappresentasse l' unica forza politica in grado di dirigere e di rappresentare il paese. A tale fine doveva avvenire una fusione tra Stato e Partito. Nella storia del Fascismo possiamo distinguere due fasi, quella della presa del potere, completata nel 1925 neutralizzando le opposizioni, e la seconda che riuscì a far coincidere il partito unico con lo Stato( processo conclusosi nel 28 con il monopolio politico del PNF e l' eliminazione di ogni forma di opposizione). Fasi coincidenza Partito-Stato: •

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1922 =creazione del Gran consiglio del Fascismo che aveva la funzione di direzione del movimento fascista e rappresentava l' organismo di raccordo fra Stato e Partito in quanto vi partecipavano : Ministri fascisti Responsabile ufficio stampa Responsabile presidente del consiglio

- Capo della polizia - Rappresentanti dei sindacati e delle cooperative fasciste. Rappresentava il grado più alto della gerarchia del partito sotto dal Consiglio nazionale ( gran consiglio allargato ai segretari provinciali del partito) e del Direttorio nazionale ( organo esecutivo composto da 5 persone nominate dal Consiglio nazionale). •

1923= costituzione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN), corpo che assorbiva le ex camicie nere istituzionalizzandole. Alla sua direzione furono nominati Emilio Bono affiancato da Italo Balbo e da De Vecchi. Durante la crisi Matteotti furono proprio i consoli della Milizia a ribellarsi a Mussolini e a chiedere un’accelerazione della Rivoluzione (il più famoso fu Enzo Emilio Galbiati); data la situazione di potere che questi consoli avevano, furono estromessi dall’incarico e Mussolini assunse personalmente il comando della Milizia.



18 Novembre 1923= legge Acerbo ( legge elettorale) finalizzata alla frammentazione delle opposizioni per premiare una grande coalizione detta " listone" guidata del PNF e composta anche da una parte dei liberali e dei cattolici moderati. La legge costituiva sul territorio nazionale un unico collegio e premiava con i 2/3dei seggi previsti la lista che avrebbe raggiunto la maggioranza del 25% e ridistribuiva il restante terzo alle minoranze. Alle elezioni del 6 Aprile del 24 la grande coalizione ebbe il 64% dei voti e l' opposizione risultò molto frammentata. In questo periodo l' Italia fu scossa da ondate di violenza : aggressioni, brogli elettorali etc. A denunciare il clima coercitivo intervenne il 30 maggio 1924 con un deciso discorso alla camera il deputato socialista di Rovigo , Giacomo Matteotti che il 10 giugno fu rapito e ucciso da sicari fascisti che nascosto il corpo nella campagna romana. A questo delitto efferato seguì la crisi dell' Aventino ( luogo dove si riunivano i parlamentari che ancora si opponevano al fascismo) che evidenziò la debolezza e la frammentazione dell' opposizione.

Tra 23 e 24 non era venuta meno la violenza squadrista che questa volta aveva come obbiettivo il movimento operaio e il giovane partito Cominista ( nato da una divisione del pertito socialista). Anche l' attentato alle autonomie fu dichiarato apertamente con aggressioni a sedi di municipi e amministratori. •

2 Gennaio del 1925 Mussolini si assunse tutta la responsabilità del delitto Matteotti. Fino a quel momento il fascismo aveva tollerato il sistema parlamentare addomesticandolo ma tra il 25 e il 27 furono elaborate le LEGGI FASCISTISSIME che avrebbero fatto transitare l' Italia dall' essere stato parlamentare a una dittatura personale. Sempre nel 1925 un decreto che trasformò l' amministrazione della capitale in un governatorato di nomina centrale affiancato da una consulta di 12 membri designati dal ministero dell' interno e delle corporazioni.



1926 istituzione della carica podestarile in sostituzione a quella di sindaco. Il podestà era...


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