Riassunto Ingresso a teatro. Guida all\'analisi della drammaturgia di Annamaria Cascetta, Laura Peja PDF

Title Riassunto Ingresso a teatro. Guida all\'analisi della drammaturgia di Annamaria Cascetta, Laura Peja
Author Federica De Cesario
Course Drammaturgia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Ingresso a Teatro 1.LA DIFFERENZA COMUNICATIVA DEL TEATRO Perché il teatro? Piano filosofico: Melchiorre correla l’istanza drammaturgica dell’uomo con l’istanza conoscitiva. Teoria della conoscenza Il conoscere è una costituzione di senso in cui soggetto e oggetto sono collegati in un movimento che ha nel corpo il suo asse prospettico. In quest’ottica, l’attore diventa la mimesi della conoscenza sul mondo. La coscienza esplora e incarna attraverso il teatro le varie prospettive di vita in cui l’essere si manifesta senza esaurirsi. Piano antropologico: la rappresentazione teatrale è una mimesi mediante tutto il corpo della visione del mondo di una certa cultura e riguarda quindi tutti gli aspetti fondamentali dell’esistenza: rapporto con ambiente, con gli altri, etc. Quindi rappresentazione teatrale come bisogno di rafforzamento dell’identità individuale e collettiva. Piano teologico: drammaturgia e liturgia hanno un rapporto molto stretto. L’opera della salvezza avviene attraverso un’azione di Dio che continua e si ripete. I caratteri della comunicazione teatrale Il teatro è l’archeologia, la matrice che sta dietro le nuove forme drammatiche. Il problema è capire se nel processo di trasformazione del quadro comunicativo non sia emersa la sua specifica identità e legittimità con più forza. Brook dice che il teatro è il luogo di un confronto vivo tra attori e spettatori. Situazione di interazione in cui è richiesto un reciproco impegno e un reciproco scoprirsi. Il teatro non può essere considerato come una forma di comunicazione in cui passano significati codificabili e decodificabili. Esso è una forma di comunicazione empatica in cui conta il momento relazionale, ossia l’area performativa e pragmatica prima ancora di quella linguistica e concettuale. Secondo Brook il teatro è una possibilità data all’uomo di accrescere le sue percezioni. Già Antonin Artaud aveva chiarito che il teatro è coinvolgimento globale e stimolazione dei nervi e del cuore. Mounin diceva che ciò che accade a teatro si spiega meglio in termini di stimolo che in termini di comunicazione. Gli attori e la compagnia sono intenti non a dire qualcosa agli spettatori, ma ad “agire” su di essi. Definizioni di teatro: 1.Teatro è l’esplicarsi di un testo attraverso un corpo nella scena, in contatto diretto con il gruppo e in un determinato contesto. Testo  struttura coerente e compiuta; corpo materialità fisica dell’attore; scenarecinto reale accettato come luogo della finzione; contatto è la condivisione spazio/temporale; contestocontesto culturale e dell’evento stesso 2.Elementi dello schema generale della comunicazione: mittente, destinatario, contatto, codice, messaggio 3.Definizione aristotelica: il teatro è mimesi di persone che agiscono. Istanza dell’io come dominante sull’istanza dell’egli nella comunicazione teatrale. Il prologo è molto importante perché è un vero e proprio personaggio. Esempio: Mandragola di Machiavelli, Judit di Federico della Valle. Stesso discorso vale per il coro della tragedia greca.

Modello della comunicazione teatrale di Segre: importante emittente e contesto. Egli presenta la figura dell’autore come esterna rispetto ai personaggi. Per l’emittente si preferisce sostituire alla nozione di autore, quella di dramaturg, il regista. Quanto al contesto invece è grazie ad esso che il pubblico recepisce la rappresentazione in un certo modo. Quindi i caratteri fondamentali della comunicazione teatrale: 1.Intersezione e compresenza di circuiti comunicativi durante la rappresentazione 2.Indentità tra il tempo del discorso e dell’enunciazione. 3.Compito dello spettatore quello del riordino e del giudizio. Quindi  Teatro come luogo dell’incontro, del festivo, del simbolico. Ragionamento di Pier Cesare Rivoltella e di Claudio Bernardi riguardo la differenza comunicativa del teatro  il teatro non è citato tra le tecnologie comunicative perché esso vive di una sua differenza. Nella società dei mass media è sempre presente la “relazione”, caratteristica del teatro, attraverso la sempre maggiore efficacia dell’interattività e dell’interfaccia, ma sganciandola dall’obbligatorietà del luogo fisico, il teatro garantisce la sua permanenza. La differenza si colloca: 1.Sotto il profilo psicodinamico il teatro è il luogo della relazione, fra attore e spettatore ma anche fra gli stessi spettatori. Differenza col cinema: mentre il cinema è il luogo finto in cui una finzione produce consumo e produce un viaggio evasivo, il teatro è il luogo reale in cui si finge. 2.Sotto il profilo semiologico il traning è necessario per la produzione di una scena, la caratteristiche distintive sono lo spazio comune, identità del tempo dell’enunciazione e del tempo del consumo, ruolo dello spettatore attivo e cooperativo. 3.Sotto il profilo sociologico e antropologico il teatro stabilisce un gesto pubblico e associativo. Il teatro non è luogo della finzione ma della rivelazione. 4.Sotto il profilo gnoseologico è la messa in scena della relazione. Il teatro quindi va considerato come una modalità espressiva vitale che sottolinea la sua differenza. In una società della spettacolarità diffusa, il teatro è il luogo della non spettacolarità. Il teatro è una drammatica degli affetti, è una iperintensificazione delle emozioni e percezioni. Importante è la valenza pedagogica del teatro. Le prospettive del teatro Teatro artistico legato al professionismo. Nel mondo contemporaneo, teatro artistico come rito di meditazione corale portare la poesia in quel mondo in cui gli spettatori vivono e a cui ritornano quando lasciano il teatro. Teatro socialein cui prevalgono la cultura di gruppo e i metodi del laboratorio. In questa forma di teatro prevalgono le relazioni sui significati e il processo sul prodotto. Ricordiamo Eugenio Barba. Annessi : Pier Cesare Rivoltella. LA DIFFERENZA COMUNICATIVA DEL TEATRO, ASPETTI TEORICI E IMPLICAZIONI EDUCATIVE. Obiettivo di questo intervento riflessione su ciò che contraddistingue il modello e le forme comunicative del teatro dai nuovi media. La teoria del medium privilegia l’approccio storico. Ogni tecnologia della comunicazione non offre soltanto una nuova possibilità del sapere ma trasforma il

significato delle parole. Avvento di una nuova tecnologia non toglie né aggiunge, ma trasforma. E’ possibile fare una ricostruzione dell’evoluzione comunicativa dell’umanità: -La cultura orale  la memoria è l’unico valido supporto per la conservazione e trasmissione del sapere. La comunicazione orale si avvale di “aiuti” che contribuiscono alla definizione di un determinato modo di comunicare. -L’alfabeto completo e l’invenzione della stampa portano alla nascita della cultura letteraria  non è più sufficiente solo la memoria, la forma metrica perde la sua originalità e i discorsi si fanno sempre più complessi. La scrittura emancipa il pensiero dal confronto con la realtà, favorisce l’astrazione e la concettualizzazione. -La cultura elettronicadata dall’invenzione del telegrafo, della fotografia, della radio e del cinemae e poi dai media. Velocità, logica reticolare e non più sequenziale. Nella società attuale, lo spettacolo è allo stesso tempo il risultato e il progetto del mondo di produzione esistente. Costituisce il modello presentante della vita dominante  l’uomo però rischia di confondere l’evento reale e la sua rappresentazione. La differenza è quindi oggi fondamentale per scandire l’identità del teatro dal conformismo creato dai mass-media. Se la nostra è una società in cui la teatralizzazione intesa come spettacolarizzazione generalizzata rischia di pervadere qualsiasi espressione sociale, la sfida per il teatro è di affermare per sé uno statuto non spettacolare che giustifichi la sua sopravvivenza. Sopravvivenza messa a rischio dai new media e dallo show business: piano dell’interattività  nella comunicazione dei media è una forma di fisicità teatrale (il software attuale configura l’intervento dell’utente nei termini di una vera e propria performance). Quanto si cerca di fare è contaminare il flusso comunicativo freddo dei media con l’impatto caldo e personale della comunicazione teatrale. Secondo Meyrowitz, i media emancipano il fatto di comunicazione del luogo fisico, sostituendo a questo uno spazio sociale  raggiungono un grande pubblico. Se nell’ottica di consumo dei media si deve rimuovere l’obbligo del luogo e la relazione è un modello da replicare, nell’ottica rituale esse sono proprio ciò che garantisce al teatro la permanenza nell’era tecnologica. Oggi è presente un paradosso: l’era tecnologica decreta sia la crisi sia la permanenza del teatro. Perché? Il teatro si ritaglia uno spazio proprio significativo. La facilità e l’immediatezza di quest’arte porta all’aumento della vocazione a fare teatro. Quindi, il momento della crisi è il momento che porta a recuperare l’originalità. La struttura del teatro è data dalla sua diffusione dallo spettacolo. La differenza implica dinamismo, passività e attività. Esso risponde ad uno statuto di differenza da una parte perché rivendica la propria originale identità e perché costituisce un luogo di simboli che rinviano a un’altra dimensione rispetto alla materialità espressiva. Due sono le sue caratteristiche distintive: A) RELAZIONE  apertura all’altro, esperienza di partecipazione affettiva. Ogni soggetto è legato alla sua corporeità, che rende possibile l’esperienza del mondo alla coscienza e costituisce un limite, una parzialità. Relazione a teatro è il processo di andata e ritorno da me verso gli altri e di nuovo verso me.

L’incontro è con se stessi, l’altro e la nostra anima. La relazione non è solo una caratteristica dell’evento teatrale, ma anche del consumo di teatro. Nel teatro la partecipazione a questa relazione è di un pubblico caratterizzato da una relazionalità diffusa sull’asse platea-platea: gli spettatori sono una comunità che condivide competenze. B) LUOGO DI RAPPRESENTAZIONE  portare di nuovo alla presenza di qualcuno, qualcosa che già prima era in questa presenza. La coscienza da un senso alle cose (processo di apprendimento). Nella rappresentazione conoscitiva la verità di ciò che viene rivelato è restituita parzialmente. Il disporsi prospettico della coscienza consente di spiegare anche il fatto che qualcosa rappresenta qualcos’altro. Quindi, quando rappresento le cose capisco la mia capacità di guardare; quando incontro un’altra coscienza ciò che riconosco è la mia capacità di trascendenza. Il rappresentante vive in funzione di colui che rappresenta ma senza potersi identificare con esso. Da una parte l’attore non si identifica mai a tutti gli effetti con il personaggio ma lo rappresenta sempre da un certo punto di vista; dall’altra, il personaggio non si riduce mai a nessuna interpretazione ma resta trascendente. Come la verità è più ampia della rappresentazione (ma di essa può solo cogliere qualcosa), così la rappresentazione drammaturgica manifesta la vita. Mentre il cinema è il luogo finto in cui una finzione si dispone al consumo, il teatro è il luogo reale in cui si finge, in cui si accetta la finzione. Il teatro gode anche della differenza “codico-espressiva” da una parte organizzazione della materialità espressiva, dall’altra originale configurazione del lavoro spettatoriale. Il teatro differisce grazie alla sua irripetibilità. Le caratteristiche fondamentali sono: - Spazio: fisico, reale, attori e spettatori - Tempo: presente - Punto di vista: - Il rappresentato Il lavoro dello spettatore in primo senso è quello di compiere una serie di mosse che permettono di attualizzare il significato. Però egli è anche coinvolto in un processo creativo che alla fine reagisce a quanto vede. Poi, seguendo l’analisi di Meyrowitz, è possibile rilevare le differenze inerenti a : - consumo  il testo scritto richiede capacità alfabetiche mentre i mass media permettono la trasmissione a tutti grazie alle immagini e ai suoni. Il teatro condivide le caratteristiche di entrambe: richiede competenze elevate e presenta una grande varietà di gruppo. Poi, il teatro non richiede di appartenere a un individuo (come nel caso del libro). Mentre il leggere è un atto diacronico, impegnativo; il consumo di media è un atto simultaneo, che non implica identità individuale o di gruppo; - rapporto tra luogo fisico e sociale  i media pre-elettronici identificano il luogo fisico con la situazione sociale. I media elettronici separano luogo fisico e situazione comunicativa consentendo comunicazioni possibili anche ad individui che non si trovano nello stesso luogo. Il teatro diventa uno spazio separato che richiede un tempo separato. Il teatro possiede, come la festa, una profonda connotazione culturale e rituale. Da una parte esso condivide con il rito spazi, tempi e modelli performativi; dall’altra “l’ordine simbolico”. Teatro quindi come luogo del festivo e del simbolo. Riportare il teatro alla festa significa riscoprirne la sua

funzione, anche se non si può cercare tutto questo nel teatro della sua performance. Esiste poi il teatro psicoterapeutico, rieducativo e amatoriale. Attualità educativa del teatro che si organizza in quattro situazioni: 1. Pedagogia della situazione l’educazione del teatro è concreta e non astratta; costruzione comune del senso. Questa educazione è radicata nel singolo, rifiuta dogmi e prospettive universalizzanti e rispetta la diversità. 2. Pedagogia del soggetto attivo  si cerca di portare un individuo al centro della situazione comunicativa rendendolo protagonista della propria formazione. Bisogna spostarsi verso la comunicazione espressiva, orientata all’immagine. L’educatore sparisce pian piano e il soggetto si sente libero. 3. Pedagogia della relazione  ripensamento profondo dello stesso rapporto didattico educare a teatro significa dialogo (più che apprendimento), che non è confronto. 4. Pedagogia della corporeità  fare del teatro il luogo del contatto. La corporeità è relazione affettiva e costruzione di emozioni. 2. GLI ELEMENTI DEL TEATRO Testo  prima si deve giungere alla natura dell’evento teatrale. Dalla Palma trova la drammaturgia grafocentrica (legata alla scrittura letteraria), scenocentrica ed eccentrica. Nella prima il testo si costituisce autonomamente; nella seconda si supera il dualismo “scrittura letteraria” e “scrittura scenica”. testo performativo  è la natura del testo dell’evento artistico teatrale. La nascita di questo testo avviene con la regia, che modifica notevolmente la relazione testo verbale – interprete. Il regista diventa il nuovo autore e demiurgo dell’evento spettacolare. Artaud dice che il teatro è un linguaggio fisico, materiale e solido, che riempie un luogo fisico e concreto; questo linguaggio si rivolge ai sensi  poesia dello spazio che si manifesta attraverso forme espressive differenti. Lo scritto prelude a sviluppi ben più radicali del pensiero di Artaud. L’evento teatrale può essere concepito come testo: si tratta di una creazione artistica che usa segni illimitati. Il testo dell’evento teatrale è il risultato della composizione di segni e di azioni che si manifestano nella relazione tra l’attore e lo spettatore. Il testo drammatico è l’insieme delle battute e delle didascalie (i segni verbali sono predisposti secondo tecniche letterarie). Il tipo di rapporto che lega un testo drammatico alla messa in scena può essere molto diverso (decisioni del regista, intervento dell’autore…) Ma ci sono anche aree storiche in cui la cultura è orale e la componente è quella recitativa, un testo recitativo  progettato per essere detto a voce. In entrambi questi due testi la componente verbale è tanto pù efficace nell’evento teatrale quanto più interagisce con gli altri elementi della scena. La parola si confonde con tutti gli altri segni espressivi e lavora in sinergia. I teatri del ‘900 hanno cambiato il nostro modo di guardare e studiare il teatro. Spazio  non è solo l’area destinata agli attori, ma diventa un elemento che lavora all’interno dei processi che determinano le qualità del testo. Attore  produce molti dei segni che compongono il testo, determina i processi genetici del testo e può entrare nel testo anche con la sua identità. Tempo  può diventare elemento di significazione e mezzo tramite cui si esplica la relazione Nel teatro l’elemento intellettivo ed emotivo è anche legato a quello fisico e percettibile che passa attraverso il canale sensoriale. Il teatro rispecchia la molteplicità dell’uomo.

Nella maggior parte delle esperienze teatrali vista e udito sono i sensi stimolati in prevalenza. Dimensione sonora  generalmente parole recitate e cantate. Voce  sono stati utilizzati tutti i registri (sussurro a canto, soffio-urlo). Unione tra respiro, parola e vita. La voce, con tutti i suoi cambiamenti di ritmo e tono, rende palpabile e concreto. Musica  si manifesta fin dalle origini e si lega alla matrice rituale del teatro. Il codice musicale nel testo spettacolare può assolvere a molte funzioni e si configura in modi diversi. Ci può essere per esempio un personaggio che canta in scena, oppure ci può essere l’utilizzo dello strumento musicale per connotare particolari situazioni sceniche. Coro  già dal teatro classico fino alla scomparsa con l’affermazione dell’attore. Aveva la funzione di stacco degli atti, oppure quella di sottolineare particolari momenti. Ritorna poi nel 900. La musica che interviene senza essere motivata può contribuire a creare l’atmosfera della situazione o può accrescere l’evanescenza del testo drammatico. Può ritmare lo spettacolo, creare vari effetti ed aumentare il pathos. Essa può conferire sia coesione al testo che dividere. Rumori  prodotti dagli attori o dagli spettatori, oppure registrati fuori scena possono sottolineare particolari momenti. Spazio  ha tre diversi significati, ossia: luogo teatrale  luogo di un’azione rappresentata da uomini ed altri uomini, è il luogo che riunisce una comunità di attori e spettatori che si ritrovano insieme nel tempo della rappresentazione. E’ il teatro all’italiana, che nasce dal Rinascimento e si diffonde poi in tutta Europa. Ha una platea allungata con posti a sedere, palchi sopraelevati, scena mutevole, sipario. Nel teatro di Wagner si radicalizza la sola relazione sala-scena. La via d’uscita si trovò nella progettazione di nuovi teatri e nella riflessione sullo spazio scenico. Il ‘900 si è concentrato sul problema dello spazio teatrale come spazio dell’incontro tra attori e spettatori. Esiste una drammaturgia dello spazio: gli uomini di teatro vogliono creare il loro spazio. Nella storia contemporanea, il teatro è entrato nella case di volta in volta per cercare riparo, spesso reagendo a condanne e censure oppure per rifondare i propri presupposti al di fuori delle convinzioni e logiche di mercato. spazio scenico  quello in cui agiscono gli attori e dove sono esclusi gli spettatori. La scena può essere frontale, centrale o anulare. Il secondo ‘900 ha lavorato sulla eliminazione di questo spazio scenico. Scenografia = ornare la scena. Nel ‘900 non si è affermata nè un’idea di spazio scenico né un’idea di teatro unitario, ma è stato costante il lavoro di ricerca. Nel ‘900 la scenografia permetteva di capire a quale corrente teatrale faceva parte lo spettacolo. Oggetti scenici = si fanno segni, subiscono un processo di semiotizzazione. Questi oggetti possono rimandare a più significati e arricchiscono la scenografia. spazio rappresentato  il luogo in cui si colloca la finzione dell’azione drammatica. Viene creato dalla scenografia e da ogni componente dello spettacolo. E’ uno spazio che esiste solo nella percezione dello spettatore. Può essere uno spazio remoto (del mito, del sogno) o uno spazio presente; uno spazio metaforico. Lo spazio rappresentato può essere creato attraverso l’uso di scenografie, più o meno realistiche o simboliche. Lo spazio drammatico si distacca dal testo (non coincide con quello rappresentato. Scenografia verbale = battute che descrivono spazi e tempi. La creazione di questi spazi rappresentati può essere lasciata anche solo all’immaginazione.

Tempo  il nesso originario tra teatro e rito ( pratica sociale che ha a che fare con l’istituzione e il riconoscimento del tempo) pone in relazione il teatro e il tempo. Ci sono 4 tipologie:  tempo esterno (o del contesto)  è il tempo in cui lo spettacolo si iscrive. Si può ricondurre al “festivo” (delle epoche passate), oggi “festiv...


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