Riassunto libro \"La quarta rivoluzione\", Gino Roncaglia PDF

Title Riassunto libro \"La quarta rivoluzione\", Gino Roncaglia
Course Biblioteconomia
Institution Università degli Studi di Milano
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L'importanza del supporto: il supporto è funzionale a certi tipi di testo e di situazioni e contribuisce a creare uno spazio di possibilità che può essere riempito in maniera differente....


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LA QUARTA RIVOLUZIONE: SEI LEZIONI SUL FUTURO DEL LIBRO Capitolo 1: Il libro e il cucchiaio → L'importanza del supporto: il supporto è funzionale a certi tipi di testo e di situazioni e contribuisce a creare uno spazio di possibilità che può essere riempito in maniera differente. Questo non significa che il supporto determini il messaggio, ma determina forme e modi diversi di trasmetterlo. Il supporto è ha il ruolo primario di interfaccia tra noi e il testo: con il termine interfaccia si intende qualsiasi elemento che possa costituire una mediazione tra noi e la realtà che ci circonda (ad es. le posate); esiste poi la specializzazione delle interfacce: ad interfacce generiche adattabili a più situazione, si possono affiancare interfacce più specifiche che risultino più efficienti, ma in un numero più ristretto di situazioni. Le interfacce sono influenzate anche da elementi appartenenti alla cultura di chi le utilizza. → Interfacce hardware\software: in ambito informatico, è possibile fare questa distinzione: • interfacce hardware: rappresentano la superficie di contatto fra i nostri sensi e la macchina • interfacce software: è il modo e la forma dell'organizzazione dell'informazione sul suo supporto. Il libro a stampa unisce queste due interfacce, le quali possono anche influenzarsi a vicenda: le caratteristiche fisiche di un supporto possono escludere certe organizzazioni dei contenuto, e viceversa certe organizzazioni dei contenuti possono escludere l'utilizzo di determinati supporti. → Le situazioni di fruizione del testo: esistono quattro tipi di situazione: • lean forward: si ha quando ci protendiamo in avanti verso l'informazione, ad esempio durante lo studio o la scrittura; richiede un uso attivo dell'informazione, la quale va elaborata e modificata. La nostra attenzione è completamente assorbita dal lavoro di selezione ed elaborazione attiva dei contenuti. • lean back: è una fruizione rilassata, durante la quale l'informazione ci assorbe, ma non siamo attivamente coinvolti in essa; l'unica interazione con l'informazione è a livello mentale. È tipica del cinema o della televisione. • fruizione secondaria: si realizza quando l'informazione viene tenuta come sottofondo mentre si compiono altre azioni, ad esempio ascoltare la radio mentre si legge. La nostra attenzione è rivolta a tratti al medium di sottofondo, ma è prevalentemente rivolta altrove. È tipico del mezzo pubblicitario. • situazioni di mobilità: si ha quando riceviamo l'informazione mentre ci stiamo muovendo, ad esempio mentre siamo in treno o in macchina. In questo caso, la nostra attenzione è prevalentemente rivolta al medium, e in minima parte a come ci stiamo muovendo. Nel caso del libro, possiamo osservare che i casi di fruizione secondaria sono molto rari, mentre gli altri tre si realizzano più spesso, a volte anche incrociandosi. → La definizione di libro: non esiste una definizione unitaria di libro, ma ne esistono due, che dipendono dalla dualità intrinseca del libro: • il libro è un supporto fisico alla scrittura • il libro è un oggetto testuale astratto, caratterizzato da un codice linguistico, da un'organizzazione particolare dei contenuti ecc. Esistono, difatti, forme testuali molto diverse, ad esempio il romanzo, il saggio, l'enciclopedia ecc. Una possibile definizione di libro dovrebbe tenere conto di entrambe queste definizioni, poiché il libro è supporto fisico, oggetto testuale e prodotto commerciale, tutto in una volta. Nel passaggio al libro elettronico, però, spesso si tende a preferire l'ottica dell'oggetto testuale, poiché il supporto fisico è incarnato semplicemente dall'ebook, visto come strumento.

Capitolo 2: Il libro magico del cancelliere Tusmann → Che cos'è il libro elettronico: le definizioni sono ancora contrastanti e l'atteggiamento nei suoi

confronti è incerto. Non ci si è accordati sul fatto di considerare il libro elettronico un libro a tutti gli effetti, né su cosa sia esattamente un libro elettronico. (racconto di Hoffman e del libro del cancelliere Tusmann) Chi non apprezza il libro elettronico, di solito, ritiene che esso sia un libro privo della sua fisicità, che è un elemento caratterizzante dell'oggetto, e per questo sia inferiore rispetto al cartaceo. Con l'espressione e-book, si possono intendere tre cose, a seconda delle definizioni: • il dispositivo fisico su cui viene letto il testo • il testo elettronico • il prodotto commerciale distribuito in rete e legato ad un licenza d'uso. Le definizioni esistenti sono spesso contrastanti, perché alcune ritengono che l'e-book sia tutte e tre le cose, altre che sia solo il testo di cui esiste anche un equivalente cartaceo, altre ancora che il concetto sia estendibile a tutte i testi in formato digitali di lunghezza considerevole, come pagine web o documenti word. Ogni definizione pone l'accento su un elemento diverso. → Due posizioni da sfatare: tra le definizioni di libro elettronico, si possono distinguere due poli estremi, che però sono facilmente confutabili: • tesi dell'ubiquità dell'ebook nell'ambiente elettronico: qualunque testo elettronico di una certa lunghezza può essere considerato libro elettronico. Questa tesi non tiene conto del fatto che il libro non è formato solo dalla parte testuale, ma anche dal supporto fisico, che in parte lo determina nella sua forma, struttura e modalità di fruizione, fungendo da mediatore per la parte testuale. Tutte queste caratteristiche fanno parte del modo in cui viviamo il libro, di una sorta di «cultura del libro», che nel corso della storia ha creato il concetto di libro così come lo intendiamo. Il pericolo è che l'editoria elettronica possa non tenere conto di questa cultura: l'obiezione più comune è che leggere su formato elettronico sia più scomodo rispetto al formato cartaceo, che da questo punto di vista è stato perfezionato con anni e anni di tradizione. Per questo motivo, non si può parlare di libro elettronico di fronte ad un qualsiasi testo elettronico: le interfacce di cui disponiamo per usufruirne dovranno essere un'evoluzione naturale di quelle costituite dal testo cartaceo; la mancanza di questa tesi è nel non considerare la dimensione fisica del libro, che è invece fondamentale. • tesi della radicale eterogeneità di libro a stampa e media digitali: è di solito accompagnata da una delle seguenti assunzioni: ◦ le interfacce informatiche sono scomode: è un'assunzione fallace. Il testo digitale prescinde dall'interfaccia su cui andrà letto, poiché su di essa non pone alcun vincolo. Inoltre, il formato digitale è astratto, quindi non il legame tra testo digitale e supporto di lettura (ad esempio, lo schermo di un pc) non è in nessun modo necessario. ◦ la possibilità offerta dai media digitali di creare prodotti multimediali, organizzati in maniera ipertestuale e interattiva porterà alla proliferazione di oggetti informativi lontani dal modello del testo a stampa: anche se dovesse accadere che nascano questi nuovi oggetti informativi, questi non elimineranno le modalità di scrittura precedenti né la cultura del libro, ma permetterà di avere nuovi campi di sperimentazione e di ricerca. In quest'ottica, è possibile dire che la realizzazione di libri elettronici che si possano definire libri è legata a due condizioni: ▪ la vitalità della testualità scritta e lineare ▪ lo sviluppo di interfacce di lettura che si avvicinino alla perfezione del libro Queste condizioni, per svilupparsi, necessitano sia di una spinta culturale che tecnologica. Il libro elettronico dovrà quindi essere anche in grado di imitare le caratteristiche di un libro a stampa, rispondendo ad un requisito di mimicità. Il libro elettronico deve anche tenere presente del requisito di autosufficienza: il lettore non deve sentirsi forzato a cercare un formato alternativo al testo elettronico, ad esempio i fogli stampati, ma deve poter utilizzare tale testo con comodità. Le definizione di testo elettronico può quindi essere riscritta affermando che un libro elettronico è un testo elettronico che:

▪ si riallaccia all'eredità della cultura del libro dal punto di vista della forma testuale ▪ dal punto di vista della fruizione, può essere utilizzato attraverso dispositivi di lettura e interfacce che permettano una lettura agevole, senza far rimpiangere il supporto cartaceo. → Perché occuparsi ora del testo elettronico? Se le premesse per l'esistenza del testo elettronico sono le precedenti, ci si chiederebbe perché sia necessario occuparsi di esso, se nel frattempo possiamo continuare ad utilizzare i testi a stampa, attendendo che si realizzino quelle condizioni, che costituiscono lo stretto indispensabile per la realizzazione di testi elettronici. A questo riguardo possiamo fare tre considerazioni: • il testo elettronico dovrà anche scontrarsi con la possibilità di leggere i testi tradizionali in forme nuove, grazie alla multimedialità e all'ipertestualità • i dispositivi nuovi dovranno anche portare nuove modalità di lettura • il libro elettronico non si riduce al solo dispositivo di lettura, ma esistono tante altri aspetti da tenere a mente.

Capitolo 3: Dalla carta allo schermo (e ritorno?) → Le origini del libro elettronico (anni '60-'70): • Memex → vedere gli appunti di Tissoni: prefigurò l'idea che la tecnologia possa potenziare le azioni di lettura e scrittura, le quali possono essere integrate in un unico dispositivo, che semplifichi l'organizzazione e il reperimento delle informazioni • VERAC → era basato sulle riproduzioni microfotografiche dei libri, accessibili tramite un meccanismo che ne consentiva la visualizzazione su televisioni a circuito chiuso. • Douglas Engelbart → riteneva che il passaggio dal cartaceo al digitale avrebbe comportato la perdita della linearità. • Dynabook → vedere appunti di Tissoni. Era insieme un dispositivo di scrittura, lettura ed apprendimento. Allan Kay voleva creare un dispositivo che permettesse, da un lato, di fruire dei testi in maniera tradizionale, e dall'altro, che sfruttasse anche le possibilità multimediali e ipertestuali offerte dalla nuova letteratura. Riteneva che il digitale non dovesse soppiantare il modello di lettura tradizionale, ma rispettarlo e al tempo stesso rimanere aperto alle nuove possibilità. • Michael Hart e il progetto Gutenberg → la sua esperienza si basava sulla trascrizione manuale della scrittura sul terminale di un computer. Il suo progetto era quello di realizzare una biblioteca di testi elettronici disponibili in rete, poiché riteneva che il più grande vantaggio della computazione era nella possibilità di archiviare e recuperare facilmente ciò che era conservato nelle biblioteche. La prima opera digitalizzata è stata la Dichiarazione di Indipendenza americana, seguita dall'intera Costituzione, poi dalla Bibbia e dalle opere di Shakespeare. Hart utilizzò prevalentemente il formato ASCII per la codifica, aggiornandosi poi con l'evolversi dei linguaggi di codifica. Il suo lavoro si può considerare pionieristico sotto diversi aspetti: ◦ l'idea di una biblioteca digitale che renda disponibili i testi anche tramite i nuovi media ◦ l'accesso alla biblioteca via rete ◦ l'accesso è libero e gratuito ◦ la realizzazione è collaborativa e volontaria ◦ il riconoscimento di standard di codifica aperti e accessibili a tutti. → Le origini del libro elettronico (anni '80-'90; e-book = dispositivo interattivo di consultazione): • la Franklin Computer Corporation: questa azienda fu tra le prime a concentrarsi sul settore dei dispositivi elettronici portatili, in particolare sull'editoria elettronica. Un primo esempio è stato il correttore ortografico Spelling Ace, ma fino al '91 la Franklin si concentra soprattutto su dispositivi di consultazione interattiva. Nel '91 arriva un primo dispositivo sia

di lettura che di consultazione, una versione elettronica della Bibbia; nel '92 viene introdotto invece il Digital Book System, dispositivo portatile che permette la visualizzazione di diversi contenuti tramite cartucce, soprattutto dizionari ed enciclopedie. Nel '99 arriva l'eBookMan, che è sia lettore e-book che organizer tascabile. • la Sony: produsse dispositivi come Data Discman, che utilizzava dei mini CD che potevano essere letti su uno schermo monocromatico a cristalli liquidi, e il Sony Bookman, che aveva le dimensioni di un pc portatile. • OmniMedia: è una piccola casa editrice specializzata in editoria elettronica, che inizia a diffondere l'idea che i testi elettronici potessero anche servire a produrre contenuti originali e contemporanei. • il progetto Manunzio: è una versione italiana del progetto Gutenberg, fondato da un gruppo di appassionati in un forum letterario. → Le origini del libro elettronico (a cavallo tra gli anni '90 e il nuovo millennio = il libro elettronico viene sfruttato anche per la lettura lean back): • il Rocket eBook: era un dispositivo di lettura per i libri elettronici delle dimensioni di un libro, con uno schermo in grado di leggere caratteri diversi e una memoria piuttosto ampia. I libri venivano scaricati dal negozio on-line apposito tramite collegamento al PC. Ai tempi venne accolto con entusiasmo, anche se a guardarlo oggi questo dispositivo era tutto fuorché funzionale. • il SoftBook: era un secondo dispositivo, nato nello stesso periodo, che prometteva di essere migliore sotto diversi aspetti (batteria, risoluzione dello schermo, peso ecc.), inoltre poteva collegarsi ad internet tramite un modem incorporato. Nessuno di questi due dispositivi ebbe un grande successo. • REB 1100 e REB 1200: si proposero come evoluzioni dei due dispositivi precedenti. Il REB1100, rispetto al Rocket eBook, era più leggero e includeva il modem; il REB1200, rispetto al SoftBook, è stato uno dei primi dispositivi touch con schermo a colori, ma il suo prezzo rimase troppo alto. Entrambi questi dispositivi non ebbero il successo sperato, anche perché il settore delle tecnologie conobbe in quegli anni un periodo di crisi; inoltre, l'azienda produttrice dei due lettori, la Gemstar-RCA, commise per entrambi un grande errore: i contenuti dei lettori potevano essere recuperati esclusivamente dal produttore dell'hardware, che era il fornitore privilegiato di tali contenuti. • l'organizer tascabile o PDA (Personal Digital Assistant): era un piccolo computer palmare, adatto a gestire appuntamenti, indirizzi e numeri di telefono, ma anche fare di calcolo, prendere appunti e leggere testi brevi. In realtà, i primi esempi di questi dispositivi risalgono al decennio precedente, quando la Psion produsse lo Psion Organizer nell'84, seguito dallo Psion 3 nel '91. Quest'ultimo usava il formato TCR per i file di testo, cioè un formato compresso che poteva essere decompresso anche se si possedeva solo una qualunque porzione di file; è stato il primo formato utilizzato per realizzare e-book. Altri palmari in commercio sono stati: ▪ Apple Newton: permetteva di scrivere sullo schermo usando uno stilo e possedeva un software di riconoscimento della calligrafia che trasformava le parole scritte in testo elettronico. Anche a causa del prezzo alto, Apple Newton fu un fallimento, ma fu comunque il primo dispositivo palmare per il quale fu sviluppato un software destinato alla lettura di e-book, incluso nel sistema operativo. ▪ Palm Pilot: era un dispositivo meno pretenzioso rispetto all'Apple Newton, poiché aveva schermi di dimensioni ridotte, ma si diffusero con maggiore facilità. Utilizzavano il formato PalmDOC, inserito nel sistema operativo Palm, che è un formato che ancora viene usato. ▪ HP 200LX della HP ▪ Windows CE della Microsoft. → Il fallimento della prima generazione di ebook: la prima generazione di ebook non è stata in

grado di imporsi nel ruolo di supporto alla lettura al pari del libro. Complici sono stati, da una parte, un'insufficienza nelle tecnologie utilizzate, dall'altra la situazione economica di crisi, che non ha favorito l'investimento in quel campo per sviluppare le tecnologie ottenute fino a quel momento. Paradossalmente, hanno avuto maggior successo dispositivi, come i PDA e gli smartphone, non pensati come supporti alla lettura, che hanno persino suggerito generi di testualità appositi (esempio dei Keitai, pensati per essere letti da cellulare). Tra il 2004 e il 2005, il mercato era fermo, ma Internet stava subendo quella serie di trasformazioni che hanno portato al Web 2.0; si inizia a pensare all'ebook più come contenuto digitale, che come dispositivo fisico, quindi ci si concentra sulle modalità di fruizione più adatta a questi nuovi generi di scrittura, cioè il lean forward. L'attenzione si sposta, dunque, sui contenuti disponibili in rete e viene meno l'attenzione verso la fruizione lean back. Questo, però, non significa che l'ebook non sia adatto a questo tipo di fruizione tout court; una prospettiva simile sarebbe rassicurante per figure come l'editore, il libraio e i lettori meno giovani, più abituati al cartaceo. Tuttavia si tratterebbe di un ragionamento fallace, poiché si basa sull'assunto che siccome una tecnologia, in un dato momento, si è dimostrata inadeguata a un certo tipo di fruizione, allora non potrà esserlo nemmeno in futuro. In realtà, stiamo assistendo ad una seconda generazione di ebook, questa volta con l'ausilio del Web 2.0, che ha un ruolo chiave, e della tecnologia dell'inchiostro elettronico e della carta elettronica. → La seconda generazione di e-book: grazie alla tecnologia dell'e-paper e dell'e-ink, sembra che l'ebook si stesse finalmente avviando verso un futuro migliore, dati i vantaggi che queste tecnologie apportavano, come una maggiore mimicità del libro e una maggiore durata della batteria. Purtroppo queste tecnologie avevano, e hanno degli svantaggi: gli schermi sono disponibili solo in bianco e nero, poiché ancora non è possibile usare i colori; le pagine ci impiegano poco meno di un secondo a caricarsi e nel mentre sono illeggibili; non è possibile ancora inserire animazioni e filmati, finendo per non sfruttare al meglio le possibilità multimediali del mezzo. Nonostante tutto, ci sono stati diversi tentativi, anche di successo, di utilizzare questa tecnologia: • Sony Librié: è stato uno dei primi, nel 2004, a sfruttare queste tecnologie, ma ebbe poco successo, poiché si basava ancora sul formato proprietario, come i passati dispositivi. • iLiad iRex: uscito nel 2006 per la iRex Technologies, è stato il primo lettore basato su epaper con schermo su cui prendere appunti tramite stilo e con la connessione Wi-fi. Lo store principale era Mobi-pocket, ma era aperto anche ad altri store. • Sony PRS 500: uscito nel 2006, anche questo dispositivo presupponeva un sistema di vendita chiuso. Fra il 2007-2008, con l'uscita di Kindle di Amazon, anche Sony fu costretta ad abbandonare questo sistema per mantenere competitivi i propri prodotti. • Amazon Kindle: uscito nel 2007, era un dispositivo a vendita chiusa, poiché si può acquistare solo tramite Amazon, ma nonostante questo ebbe un grande successo: questo perché Amazon è un colosso della distribuzione ed è stato uno dei primi siti a proporre una dimensione social nella vendita, tramite il sistema di collaborative filtering, che personalizza l'esperienza di vendita per ciascun cliente, in base ai suoi gusti, alle recensioni dei clienti, alle sue ricerche, e così via. In virtù di quest'ottica, il Kindle era visto come un'estensione di Amazon, per migliorare la propria esperienza di lettura. • Nook: prodotto da Barnes&Noble, prima catena di negozi fisici, poi negozio on-line, è stato un altro dispositivo legato all'immagine dell'azienda, che aveva costruito i propri punti vendita all'insegna della socialità e della familiarità (come le librerie Feltrinelli a Milano). È stato progettato con un'interfaccia innovativa, che prevede una parte superiore con l'e-paper e una inferiore con touch screen per scorrere i libri e usare le impostazioni. → L'IPhone e il successo della Apple: quando nel 2007 venne lanciato l'IPhone, il suo design era studiato nei minimi dettagli; due in particolare hanno colpito la clientela: la qualità dello schermo e la sensibilità al tocco e la funzionalità dell'interfaccia. La qualità dello schermo, nonostante le dimensioni ridotte, permetteva di leggere con comodità, anche se non si trattava di un dispositivo dedicato. La quantità di testo visualizzata, considerato lo spazio ridotto, era meno estesa, ma era più facile e veloce cambiare pagina, poiché questa veniva visu...


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