Riassunto libro Storie permesse, storie proibite - Ugazio PDF

Title Riassunto libro Storie permesse, storie proibite - Ugazio
Author Luna Brocco
Course psicologia clinica
Institution Politecnico di Torino
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Summary

Riassunto completo del libro, presenti tutti i capitoli....


Description

R S

P A

Capitolo 1: La costruzione dei disturbi psicopatologici nei contesti intersoggettivi QUATTRO STORIE E QUALCHE DOMANDA “Natascia piange, è tesa. L’estate la spaventa, non può passarla al mare come vorrebbero i suoi, lei deve andare in “un posto freddo dove poter stare tutta coperta e chiusa”. Siamo di fronte ad un esordio ossessivocompulsivo di una ragazzina di 11 anni, fino a 3 mesi prima una bambina modello, ora è devastata dall’irrompere di emozioni che non riesce ad integrare. Vuole farsi bella, baciare i ragazzi, truccarsi, se ne frega di tutti e vuole fare quello che le piace. In lei c’è una parte “cattiva” che non riesce a controllare. I suoi genitori sono stupefatti, Natascia si sta trasformando sotto i loro occhi.” “Quella che doveva essere una gita con gli amici ad Amsterdam si trasforma per Alessandro in un incubo. “Non appena ho iniziato a fumare è stato come un flash di immagini che mi comparivano davanti, il cuore batteva ad una velocità pazzesca, credevo mi stesse venendo un infarto, anche perché avevo già fumato e non mi era successo nulla di simile”. Alessandro finisce in ospedale. Da allora sono passati 2 anni ma la paura non lo abbandona. Dimesso dall’ospedale ritorno a Londra dove frequenta l’università, vivere all’estero è stato il suo sogno fin da bambino. A Londra sta vivendo anche una storia importante, si è innamorato. Cerca quindi di resistere. Ma quando il panico gli impedisce di uscire di casa, Alessandro torna a casa dai genitori. Inizialmente si sente meglio, gli attacchi di panico e le sensazioni di sdoppiamento riprendono però quando cerca di allontanarsi da casa anche di qualche km. Con la permanenza in famiglia crescono l’umore depresso e le idee suicidarie. Si tratta di un disturbo fobico.” “Sabina non aveva nessuna voglia di venire in terapia, era stata obbligata dai genitori. Negli ultimi 2 mesi questa 15enne ha perso 12 kg e non sembra intenzionata a fermarsi. Anche in famiglia si è progressivamente chiusa. Sabina ha interrotto il dialogo con l’intera famiglia. 2 anni fa, altrettanto rapidamente, Sabina aveva raggiunto un peso allarmante ma in meno di un anno si era ripresa, nessuno si era più preoccupato di lei.” “Quando la lascia il compagno con cui, dopo la rottura con il marito, aveva cominciato a progettare la sua vita, l’equilibrio di Giulia s’incrina. Sente di non farcela più, è devastata dall’insonnia, ha un’ansia fortissima, è agitata ed è sopraffatta dal dolore e dalla rabbia. Giulia si sente perduta, non può stare da sola e sente di non essere in grado di assumersi la responsabilità della figlia. Ma riacquistare un equilibrio psichico è essenziale, pena la revoca dell’affidamento di sua figlia, che ha ora 7 anni. Giulia la ama e non vuole perderla. Il suo ex marito le ha intentato una causa per sottrargliela con documentazione di disturbo bipolare.” Natascia, Alessandro, Sabina e Giulia soffrono rispettivamente di un disturbo ossessivo-compulsivo fobico, alimentare e depressivo. Le psicopatologie, come i disturbi ossessivo-compulsivi, fobici, alimentari e le depressioni, possono essere spiegati anche attraverso eventi relazionali appartenenti alla storia dei pazienti e delle loro famiglie e da modalità di “con-porsi” tra membri familiari. Per queste 4 psicopatologie, infatti, le ipotesi biochimiche e genetiche avanzate dalla psichiatria biologica non hanno ricevuto conferme. Ad esempio, il paradigma che voleva assimilare la depressione ad un disturbo organico (bassi livelli di serotonina) si è rivelato privo di fondamento scientifico, una mera operazione di marketing per vendere più serotoninergici. Infatti, questi ultimi producono effetti simili al placebo, con la differenza che presentano effetti collaterali seri (incremento del rischio suicidario). In realtà sono le condizioni di disagio sociale a provocare l’abbassamento del livello di serotonina. Allo stesso modo i farmaci non attenuano la sintomatologia dei disturbi alimentari e, nel caso dei disturbi d’ansia e fobici, attenuano la sintomatologia ma non eliminano la malattia. Negli anni si è posta quindi poca attenzione al ruolo svolto dalle relazioni interpersonali nello sviluppo di queste psicopatologie, ora si richiede un approccio bio-psico-sociale 1

UNA PROSPETTIVA INTERSOGGETTIVA ALLA PSICOPATOLOGIA La tesi al centro di questo volume è che le persone con organizzazione fobica, depressiva e tipica dei disturbi alimentari, appartengono a contesti conversazionali (di regola familiari) dove dominano specifici significati. In questi contesti sono cresciute e sono tuttora inserite. Le identità di coloro che partecipano alla conversazione, le modalità con cui le persone in queste famiglie costruiscono e mantengono le relazioni e i valori che ne guidano i comportamenti sono contraddistinti da significati caratteristici. Contesti dove prevale la “semantica della libertà” (polarità emotiva paura-coraggio)= disturbi fobici Contesti dove prevale la “semantica della bontà”= disturbi ossessivo-compulsivi Contesti dove prevale la “semantica del potere”= disturbi alimentari Contesti dove prevale la “semantica dell’appartenenza”= depressione Queste semantiche possono essere viste come una condizione necessaria ma non sufficiente per lo stabilirsi delle psicopatologie citate/correlate ad esse. Infatti, in molte famiglie prevale la semantica della libertà ma nessuno presenta un disturbo fobico => sono le particolari posizioni che l’individuo e le persone per lui significative reciprocamente assumono, entro la semantica critica, a svolgere un ruolo cruciale nella transizione dalla normalità alla psicopatologia. Queste posizioni possono indurre uno dei soggetti coinvolti a sperimentare una situazione conflittuale rispetto ai significati critici. Se l’attenzione è circoscritta al soggetto che sperimenta il conflitto, quest’ultimo può non essere più in grado di mantenere un positioning stabile rispetto alla semantica critica e oscillare tra positioning reciprocamente escludentesi. Chi si trova in questa posizione sviluppa modi di sentire e di porsi complessi, segnati da conflitti e tensioni rispetto ai significati dominanti nei suoi contesti di riferimento, ma non necessariamente una psicopatologia. Di regola solo quando l’intensità del conflitto entro la semantica critica è tale da non consentire più al soggetto alcuna con-posizione si verifica l’esordio sintomatico. La tesi esposta si fonda su alcune ipotesi circa la genesi del significato, riassumibili nel concetto di polarità semantiche familiari. Questo concetto tiene conto sia della specificità del soggetto, sia della sua interconnessione con gli altri membri del suo sistema relazionale. Si supera il dualismo individuo/famiglia: separate sono solo astrazioni. Il modello proposto si fonda sulla POSITIONING THEORY: l’assunto è che ogni membro della famiglia presenta modalità di partecipare alla conversazione, di relazionarsi con altri membri e di organizzare la realtà spesso diverse e in conflitto con quelle degli altri membri. Tali modalità sono invece coerenti con la particolare posizione che il soggetto occupa nella semantica della sua famiglia e interdipendenti con quelle degli altri membri del gruppo (emozioni, scopi sono un aspetto di come ciascuno si con-pone con altri membri del gruppo) => coerentemente con ciò, l’IO è una posizione nella conversazione e le posizioni che questo può assumere non sono infinite (per es. la nascita in una determinata cultura e famiglia delimitano le posizioni con cui ciascuno può con-porsi con gli altri). Il concetto di polarità semantiche àncora l’individuo alla sua storia: nuove semantiche potranno essere apprese dal soggetto negli anni, altre potranno dominare la conversazione entro cui è inserito, ma almeno inizialmente i significati dominanti al momento della nascita nella famiglia orienteranno la costruzione del suo mondo. Molte ricerche hanno confermato l’idea che le 4 psicopatologie sono connesse ad altrettante semantiche.

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PSICOPATOLOGIA E SIGNIFICATO Il modello presentato propone una concezione della psicopatologia come strettamente connessa al significato. Secondo i cognitivisti: il significato è il concetto chiave della psicologia. Anche la psicologia dei costrutti personali (KELLY) sostiene che ciascun individuo costruisce attivamente il mondo in cui vive attraverso i costrutti personali (pattern semantici bipolari). Senza questi pattern l’uomo non darebbe senso alla propria esperienza e il mondo apparirebbe come un insieme di stimoli indifferenziati. L’uomo ha bisogno di dare significato agli eventi ed elaborare costruzioni che assomiglino a teorie, per poter controllare e prevedere il corso degli eventi. Vi sono tanti modi di costruire gli eventi, quante sono le persone. Vi è tendenza naturale a mettere alla prova la veridicità delle nostre costruzioni. L’invalidazione è l’incompatibilità tra una propria predizione e le evidenze osservate. Il disturbo psicologico per Kelly avviene quando “viene usata ripetutamente una costruzione, a onta di significative invalidazioni”. Tuttavia, Kelly non si concentra sulla psicopatologia. La psicopatologia ed i suoi rapporti con il significato sono al centro dei modelli psicopatologici elaborati da Guidano e Liotti e da altri cognitivisti. Per Guidano la psicopatologia è una scienza del significato: sin dall’origine esistono percorsi di sviluppi paralleli (organizzazioni cognitive personali) caratterizzati da significati personali diversi che possono evolvere verso la psicopatologia o la normalità. Con l’espressione organizzazioni cognitiva personale Guidano intende l’insieme dei processi conoscitivi che prende forma gradualmente nel corso dello sviluppo individuale e grazie al quale ciascuno di noi costruisce attivamente il suo punto di vista dall’interno, unico e soggettivo. Ciò che da unità alle organizzazioni cognitive è il significato personale, formato dagli schemi emozionali ordinati secondo contenuti semantici personali. Significato personale=vincolo epistemologico. => le principali sindromi psicopatologiche deriverebbero da organizzazioni cognitive personali, strutturatesi in base a itinerari di sviluppo e pattern di attaccamento differenti. L’attenzione di Guidano è alle sindromi psicopatologiche, tuttavia ciascuna organizzazione è assimilabile a una struttura di personalità che può evolvere in modo normale, nevrotico o psicotico. Per lui, le organizzazioni di significato personale sono di un numero finito e limitato: probabilmente tra 4 e 6 => in quanto il significato personale dipende dal pattern di organizzazione emotiva e, d’altra parte, le tonalità emotive fondamentali sono poche. Ugazio si ispira a Guidano: le 4 patologie costituiscono un modo di organizzare il significato caratterizzato da specifiche emozioni. Però non ritiene che le varie psicopatologie siano riconducibili a pattern di attaccamento disfunzionali: invece, focus su ricostruzione dei contesti intersoggettivi attuali e originari delle organizzazioni psicopatologiche fobiche, ossessive, depressive e tipiche dei disturbi alimentari. Inoltre, si discosta per vari aspetti da questi psicoterapeuti. Nel suo modello enfasi sulla definizione culturale del significato e della psicopatologia: ciascuna delle sindromi psicopatologiche è espressione di uno specifico contesto conversazionale familiare e di una posizione particolare che il paziente e gli altri membri familiari assumono rispetto alla dimensione sintattica critica, ma contemporaneamente esprime alcune premesse di un contesto culturale più ampio. Al centro delle organizzazioni psicopatologhe fobica, ossessivo-compulsiva, anoressico-bulimica e depressiva è possibile individuare alcune premesse riassumibili nelle idee di libertà come indipendenza dalle relazioni, di bontà astinente, di uguaglianza come abbattimento delle differenze e di irrevocabile appartenenza ad un gruppo di relazioni. Ugazio, da questo punto di vista, segue la via indicata da Bateson in “La cibernetica dell’io: una teoria dell’alcolismo”. Il problema dell’alcolizzato è la sobrietà: l’intossicazione è una correzione delle insensate premesse che guidano il comportamento dell’alcolizzato quando è sobrio e che vengono rinforzate dalla società. Le psicopatologie, allo stesso modo, esprimono i significati e la cultura del contesto familiare entro

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cui si sono sviluppate, ma questi significati e questa cultura sono intrisi di credenze e concetti carichi di teorie che ritroviamo nel contesto sociale più ampio (teorie implicite). Capitolo 2: Polarità semantiche familiari UNA DEFINIZIONE CONVERSAZIONALE La famiglia è una composizione di differenze: dentro a uno stesso nucleo si fronteggiano individui così diversi che sembrano fatti per essere nemici (es. coppie coniugali polarmente opposte abbondano). Vi sono famiglie che pur vivendo nello stesso periodo storico e nello stesso contesto culturale sono diverse tra loro: significati ed emozioni cambiano da una famiglia ad un’altra e, altrettanto frequenti sono le differenze polari che oppongono i vari membri della famiglia. Il concetto di polarità semantiche offre una prospettiva ostruzionista al significato, attenta alle differenze presenti nella famiglia, così come negli altri gruppi con storia. Il concetto prevede che la conversazione nella famiglia, così come in ogni gruppo con storia, sia organizzata entro polarità di significato antagoniste del tipo giusto/ingiusto, buono/cattivo, chiuso/aperto ecc. => Il significato si costruisce attraverso polarità antagoniste (background: Positioning Theory). Le polarità non sono quindi qualcosa che sta dentro la mente delle persone, ma sono un fenomeno discorsivo. Esse si indentificano con alcune proprietà della conversazione: 1. Una trama condivisa di polarità semantiche familiari >. Le polarità definiscono ciò che è rilevante per ogni gruppo. Una famiglia si differenzia in quanto coloro che vi appartengono costruiscono gli episodi attraverso cui si articola la conversazione in modo diverso da altre famiglie. All’interno di ogni famiglia solo alcune polarità semantiche presenti nel contesto culturale risultano salienti => una famiglia è tale in quanto coloro che vi appartengono condividono una trama condivisa, formata da un certo numero di polarità semantiche e dalle narrative che queste polarità alimentano. L’elemento di somiglianza tra i membri di essa si limita a questa condivisione di trama di polarità semantiche che derivano dalla storia conversazionale della famiglia. Tale trama circoscrive il repertorio delle narrative e degli intrecci dentro i quali saranno costruiti gli episodi. 2. Positioning inevitabili >. Noi ci troviamo inevitabilmente a prendere posizione nella conversazione. Prendere posizione è un processo bidirezionale: ogni volta che qualcuno si posiziona, questo atto discorsivo implica sempre un positioning per la persona al quale è rivolto. Allo stesso modo, quando una persona posiziona i altro, si trova inevitabilmente ad assumere lei stessa un positioning. Le persone si posizionano sempre rispetto a qualche significato presente nella conversazione => il positioning non avviene entro significati impredicibili, anzi, questo processo di dispiega dentro un repertorio di significati predefinito, anche se flessibile e mutevole: i partner conversazionali si posizionano e sono posizionati entro le polarità semantiche che le pratiche discorsive della propria famiglia, e di altri gruppi, di cui sono parte, rendono via via rilevanti (la rilevanza è continuamente negoziata). L’intero processo è spontaneo e non intenzionale.

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3. Polarità semantiche e l’interdipendenza di molteplici sé >. Questa proprietà prevede che l’organizzazione del significato secondo polarità antagoniste renda interdipendenti le identità dei membri della famiglia, come di ogni altro contesto relazionale con storia. Ogni individuo, conponendosi entro le polarità semantiche salienti nei gruppi sociali a cui appartiene, assume una specifica posizione nella trama narrativa condivisa: potrà riposizionarsi come giusto, leale, riservato; ma per occupare queste posizioni gli altri dovranno posizionarsi come ingiusti, infidi, teatrali. L’identità di ciascun partner dipende quindi in modo cruciale da quanti, occupando altre posizioni, consentono l’esistenza e la continuità delle pratiche discorsive che generano i significati su cui la sua identità è costruita. Identità: è sia singolare che molteplice = ciascuno è un unico sé ma anche una pluralità di persone, almeno quante sono le polarità semantiche rilevanti nei suoi contesti relazionali. In ogni famiglia sono salienti più di una polarità (diverse tra una famiglia e l’altra le polarità salienti). Per questo, l’organizzazione del significato in polarità antagoniste, oltre a rendere le identità interdipendenti garantisce la molteplicità del sé. L’organizzazione del significato in polarità antagoniste garantisce dall’inizio l’intersoggettività, o meglio la comunanza della soggettività. Il bambino non appena entra nel significato, si posiziona subito, attraverso le emozioni, nella trama delle polarità semantiche condivise della sua famiglia, costruendo insieme agli altri la propria posizione e con essa una propria soggettività interdipendente con quella degli altri. Il concetto di polarità semantiche esclude quindi l’idea che vi sia una soggettività che debba essere coordinata in un secondo momento a quella degli altri. Le polarità semantiche familiari sono costruite dalle emozioni. Molte polarità semantiche familiari si esprimono in modo esclusivo o prevalente attraverso pattern conversazioni non verbali. Non ci sono significati puramente cognitivi, così come non esistono emozioni prive di cognizioni. La percezione di sé stessi come intelligenti o stupidi è inseparabile da emozioni di efficacia personale o, al contrario, l’impotenza genera spesso verso altri, orgoglio e avvilimento => le polarità semantiche hanno ruolo importante per la psicopatologia in quanto sono espressione delle emozioni. ORIGINI DEL CONCETTO TRA OCCIDENTE E ORIENTE L’idea che il significato si fondi su polarità antagoniste non è nuova: la psicologia dei costrutti personali di Kelly si basa su questo assunto (il sistema cognitivo di un individuo è composto da un numero finito di costrutti dicotomici); anche Freud si serve del concetto di opposizione polare ponendolo alla base della sua teoria duale delle pulsioni, ipotizzando Eros e Thanatos come due principi guida della vita psichica (emozioni variano lungo 3 dimensioni polari: piacere/dispiacere, tensione/rilassamento, entusiasmo/depressione). Il concetto di polarità ha una storia ben più antica di quella della psicologia, essa risale in Occidente al pensiero presocratico (Grecia antica): le principali teorie cosmologiche si basano sugli opposti; anche la

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medicina ippocratica riteneva la salute consistesse nell’equilibrio tra elementi opposti del corpo (stesso principio della medicina cinese dello Yin e Yang). Fino a Platone i contrari erano usati come principi costitutivi ed esplicativi del mondo fisico e della natura. L’interesse dei presocratici era rivolto alla natura, come realtà esterna, già compiuta indipendentemente dall’uomo e dal suo sapere. Platone ribalta questa idea di Physis estranea all’uomo, e contrappone una ricerca che conduca l’uomo a conoscere il suo meglio, confrontandosi anche con il so peggio. Invece, Aristotele da una svolta al problema dell’opposizione polare: ridimensiona il concetto. Egli attribuisce maggiore realtà all’ente individuale che permane. A differenza dei presocratici che si focalizzano su principi costitutivi (gli opposti), egli pone al centro del divenire il sostrato (l’ente individuale), a cui privazione e forma si applicano. Viene data una ridotta importanza, a partire da Aristotele, all’opposizione polare. È importante ribadire che l’opposizione polare non è un costrutto unitario: esistono diverse forme di opposizione. Ad esempio, Aristotele ha delineato quattro categorie: i correlativi, i contrari, i termini di privazione e di possesso ed i contradditori. Vengono quindi individuati i diversi tipi di opposizione, ma il fatto che essi sottendono un pattern comune (presente in tutte) viene messo tra parentesi. La connessione tra gli opposti viene di conseguenza messa in evidenza soltanto per una delle quattro classi prese in consider...


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