Docsity insegnare la liberta storie di maestri antifascisti PDF

Title Docsity insegnare la liberta storie di maestri antifascisti
Course Scienze dell’educazione
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Insegnare la libertà: storie di maestri antifascisti. Storia Della Pedagogia Università degli Studi Suor Orsola Benincasa 15 pag.

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Insegnare la libertà. Storie di maestri antifascisti. Il volume è dedicato a quella parte di classe magistrale disposta a combattere la propaganda del regime tra cui molti furono costretti a lasciare l’insegnamento o caddero vittime della violenza fascista. Nei primi anni del secolo,dalla fondazione dell’Unione Magistrale nel 1900 dell’Istruzione del sindacato magistrale aderente alla Confederazione generale del lavoro 1919,i maestri avevano acquisito sempre più consapevolezza del loro ruolo di educatori,non ritenendosi più solo sacerdoti laici con la missione di educazione nazionale. Sentivano di dover partecipare in modo attivo alla vita socioculturale dell’Italia nella lotta contro l’analfabetismo,nella creazione di una coscienza civica e unitaria,ma anche nello sviluppo del socialismo o del cattolicesimo popolare che pur se in conflitto avevano la stessa necessità di un’istruzione diffusa. Se il fascismo guardò alla scuola elementare come luogo di formazione e costruzione del nuovo bambino soldato fedele al regime,molti maestri si opposero educando i bambini a valori quali il patrittismo,solidarietà,libertà. Il volume racconta 12 storie.

Carlo Cammeo.

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Nato in Libia,ucciso a 24 anni,socialista. il 26 Dicembre 1919 scrive una lettera e lascia l’Unione Magistrale Nazionale,lettera che verrà pubblicata sul settimanale ‘’L’ora nostra’’ (di cui un anno dopo diventerà direttore). Viene assassinato nei giardini della scuola elementare dove insegna da un nucleo di fascisti,davanti ai suoi allievi; fascisti che vogliono vendicare la morte di Tito Manichetti,appartenente al regime. Mandante dell’assassinio è la direzione del Fascio di combattimento pisana,in particolar modo il comandante Bruno Santini che durante il funerale di Manichetti aveva incitato i presenti alla vendetta contro gli avversari politici e,si osserva,che dopo la morte di Manichetti,Cammeo scrisse sulla rivista una denuncia ai futuri pericoli.

Franz Innerholfer. Dopo 11 giorni dall’uccisine di Cammeo a Bolzano le squadre fasciste guidate da Achille Staurace uccisero un altro maestro elementare: Franz Innerholfer. Egli divenne quel giorno simbolo di amore per la propria terra,la sua storia è segno della volontà di salvaguardare l’autonomia e la tradizione della propria lingua,cultura,minoranza e diversità che il fascismo voleva distruggere. Il 24 Aprile del 1921 si tenne un plebiscito per ottenere l’annessione dell’Austria alla Germania,conteporaneamente si decise di organizzare a

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Bolzano una fiera campionaria. In questa manifestazione una squadra d’azione fascista assaltò con bombe a mano il corteo di piazza elle erbe, in cui rimase colpito anche Franz Innerholfer. Il 26 Aprile del 1921 si tenne un importante corteo funebre che trasportò la bara di Innerholfer per Bolzano e nel suo paese natale. Nel 21 Giugno successivo fu Mussolini ad assumersi la responsabilità per la ‘’bomba fascista’’ ma senza far cenno alle morti avvenute. Ad oggi Innerholfer viene ancora ricordato,infatti,nel 2011 nel novantesimo anno della sua morte il Comune di Bolzano gli intitolò una piazza in suo onore.

Anselmo Cessi Anselmo Cessi di Castel Goffredo era una figura in primo piano del cattolicesimo mantovano. Oltre l’attività di maestro elementare partecipò attivamente alla vita politica e comunale. Assunse la presidenza provinciale dell’Associazione dei maestri cattolici nel 1913 fino alla morte,nel 1921 fu nominato anche direttore della classe rurale locale. Nel 1921 il fascismo s’impose a Castel Goffredo e nel 1922 il Cessi prese le difese di un gruppo di giovani cattolici presi di mira: iniziò un lungo braccio di ferro, anche con articoli di stampa cattolica. La sera del 19/09/1926 mente tornava a casa con la moglie due uomini lo assassinano; lo presero a bastonate e infine uno dei due lo sparò con un colpo mortale. Fu assassinato a causa del suo

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impegno politico per la difesa della libertà e della verità: si batteva per la libertà di insegnamento, rivendicava il miglioramento di stipendi e pensione per gli insegnanti. Inoltre s’impegnò nell’istituzione di un doposcuola,nell’organizzazione di corsi estivi e la costruzione di un teatro per bambini. Sulla pieta di Cessi troviamo due file di sedici puntini come testimonianza del silenzio imposto dal regime,in quanto al suo assassinio assistette un ragazzino di 16 anni costretto dal regime all’esilio in Francia.

Alda Costa Alda Costa nata a Ferrara,egli aderì al partito socialista e collaborò alla fondazione della rivista ‘’il pensiero socialista’’: n un articolo prende aperta posizione contro l’ipocrisia del libro di testo allora in uso,emblema di una falsa morale cattolica e borghese,in un altro articolo Alda scrive del contrasto tra i soldi pubblici stanziati per uno spettacolo teatrale e la miseria in cui si trovano i suoi alunni,ne attribuisce la colpa ai lavoratori che non hanno saputo fare una scelta politica coraggiosa. La sensibilità di Alda per i suoi alunni e per lo sfruttamento femminile la induce a scrivere una denuncia: d un lato lo sfruttamento di due povere bambine costrette a ballare in piazza per raccogliere denaro e dall’altro la condizione di n vecchio che esorta Alda a dare qualche soldo alle ragazzine,anch’egli vittima di una società senza riscatto.

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Alda,inoltre,sosteneva la necessità di un’adeguata preparazione dei ragazzi e che occorressero biblioteche,musei,sala per ricreazione,proiezioni cinematografiche ecc..questa attenzione di Alda ai giovani si accompagna all’interesse della creazione di scuole per ragazzi ‘’deficienti o anormali’’. Vennero gli anni della guerra che videro Alda sempre schierata senza esitazioni contro la guerra e venne segnalata come ‘’sovversiva’’,questo fu per Alda l’inizio di una serie di persecuzioni. Inoltre nel 1917 Alda si rifiutò di accompagnare i suoi ragazzi di assistere alla proiezione di un film celebrativo della guerra in corso e scrisse alle sue colleghe.Fu quindi attaccata in modo violento da tutta la stampa locale,soprattutto dal settimanale ‘’il fascio’’. Alda continuò le sue iniziative scrivendo sul nuovo giornale ‘’la scintilla’’ dove polemizzò contro le elezioni vinte dai socialisti nel 1920 in quanto riteneva che non avrebbe contrastato il fascimo,nel 1922 a Bologna Alda fu circondata da 300 fascisti che le sputarono adosso,le strapparono gli abiti,la costrinsero a bere olio di ricino,dato che si era rifiutata di sostenere il fascismo- nel 1924 si trova coinvolta in una discussione per la riduzione degli stipendi degli insegnanti,proposta dal direttorio dei comuni fascisti. Nel 1925 fu segnalata come persona che non aveva mai smesso la sua propaganda sovversiva e il medico Zuffi la denunciò per non rispettar l’obbligo del saluto romano. Nel 1926 si rifiutò di prestare giuramento al regime e nello stesso tempo venne per perquisita la sua casa e questo

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fece si di farla licenziare. Trasferita a Milano viene arrestata e confinata nelle isole Tremiti,reintata nel ’28 chede il pensionamento anticipato ed è costretta a vivere isolata. Arrestata nuovamente perché sorpresa a parlare con un grupo di socialisti,infine arrestata nuovamente nel ’43 episodio che spinge Bassani a scrivere le ‘’cinque storie ferraresi’’ in cui parla di Clelia Trotti figura identificata con Alda e di Bruno Lattes indentificato con’autore del libro. Infine Alda morì in ospedale nel 30/04/44 il questore impedì il funerle nel 1 Maggio e ordinò che il tutto avvenisse in forma privata.

Mariangela Maccioni Mariangela era nata a Nuoro,ottenuta la licenza e l’abilitazione per l’insegnamento si trovò il primo anno a insegnare davanti una classe di circa 90 bambini,passarono de anni e Mariangela ottenne la cattedra a Nuoro:ci troviamo negli anni tra l’mpresa di Libi e la 1 guerra mondiale. Quando la guerra finì esplose il fascismo e anche in Sardegna si crearono dei ruppi anti-fascisti come il partito sardo d’azione il quale aderì Mariangela. Nonostante l’opposizione il fascismo s’impose. Nel 1926 un gruppo di alunni fu sentito da Mariangela cantare ‘’Bandiera rossa,bandiera sarda’’,rimproverati dalla maestra cessarono. Per Mariangela questo significò essere sospesa per 10 giorni e,inoltre,venne richiamata più volte per le sue lettere minatorie e il suo atteggiamento opposto al regime. Con la guerra d’Africa si educavano i giovani alla guerra tranne che

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per Mariangela: ben presto né pagò le conseguenze. Nel 1937 Mariangela viene a sapere la notizia della morte di un giovane di Nuovo in Spagna e scrive ad una sua amica,quando la risposta giunse a Mariangela,invece di leggerla subito dato che stava dando lezione ad una ragazza la nascose,ma la ragazza fece la spia e così poche ore dopo degli agenti erano a casa di Mariangela dove trovarono la lettera simbolo antifascista: la arrestarono 2 giorni dopo. Scampata dal confino fu sospesa temporaneamente,successivamente provò il reintegro ma arrivò per lei la sospensione definitiva. Mariangela continuava a dare lezioni private finchè nel ’44 fu riammessa,ma delusa dalla scuola ancora smile a quella fascista chiese l ‘’collocamento di riposo’’ e morì nel 1958.

Abigaille Zanetta Zanetta era nata in provincia di Novara,vinto il concorso magistrale ottenne l’insegnamento nel 1901 a milano dove si trasferì,iniziò a scrivere su diverse riviste dove si impose come punto di riferimento sindacale sui temi della previdenza e per i problemi della classe di maternità: intervenne a tal proposito al V Congresso internazionale della previdenza a Macerata nel 1909. Solo nel 1910 decise di aderire al partito socialista collaborando anche con il partito femminile socialista,collaborò anche con la rivista ‘’la difesa delle lavoratrici’’ dove si firmava ‘’vera’’. Tra 1913-14 incrementò la sua azione politica,gli anni della guerra videro Zanetta schierata contro ogni tipo di

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interventismo e di guerra. A guerra in corso essere alla guerra significava accuse di sabotaggio e fu stesso un collega a denunciare Zanetta,subì anche diverse denunce dall’intero dell’Unione Magistrale. Zanetta fu arrestata poi scarcerata: nel travaglio dei mesi successivi decise di rimanere tra i socialisti. Ormai il vero problema era il fascismo che decise di espellerla dalla scuola,Zanetta morì in ospedale a Borgosesia dove si era trasferita dalla sorella durante la II guerra mondiale.

Fabio Maffi Fabio Maffi all’insorgere del fascismo aveva 56 anni e quindi aveva già compiuto gran parte della sua attività di maestro,ma non per questo fu meno attivo e presente presso i più giovani e i più esposti,lavorando con loro,dando loro consigli. Nel 1881 avuta la qualifica di maestro elementare Fabio concorse con il fratello a Massa,dove entrambi ottennero il posto nelle scuole elementari e si trasferirono.Nel 1884 si spostarono a Torino,dove maturarono la scelta socialista. L’ultimo decennio dell’800 fu per Maffi il periodo di più intensa attività politica: sotto lo pseudonomo ‘’Biagio Carlantonio’’,scrisse sul ‘’grido del popolo’’,scrisse inoltre alcuni racconti sotto il titolo ‘’ briciolo di socialismo’’ esaminando con serietà i più gravi problemi politici ed economici del proprio tempo. Si rivolgevano con linguaggio semplice agli operai,i maestri,ragazzi e gli obiettivi erano l’affermazione della

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giustizia sociale e la salvezza di tutti. Nel Settembre del 1897 fu sottoposto all’autorità giudiziaria per essere ritenuto provocatore dell’odio di classe,successivamente nel maggio del 98 il consiglio comunale di Torino decise di licenziarlo,questo fu un pretesto per la riapertura del processo e giungere ad una condanna di 4 mesi e 25 giorni. Quando venne liberato il licenziamento rimase effettivo e iniziò la sua attività di direttore dell’Orfanotrofio di Reggio Emilia,per essere riammess nel 1903 nell’insegnamento. Maffi viene ricordato per il decalogo di morale civile,un foglio diffuso in mille copie nelle scuole,tradotto anche in francese in quanto repertorio di morale socialista che sarebbe diventato una guida antifascista e per il ‘’ dizionari enciclopedico’’ ossia degli scritti di cultura enciclopedica generale accogliendo,però,inserti ascisti. Cercò di dare un sapere libero dalla contaminazione del fascismo,relegando questa dottrina solo a questi inserti e permettendo così al popolo di elevare in modo libero la propria cultura perché questo era un principio fondamentale del maestro socialista:se il popolo si eleva culturalmente,allora è capace di operare le proprie scelte e quindi cercò di lasciare lo spazio necessario al fascismo ma cercando di far passare una cultura diversa,infine decise di creare la casa editrice Labor.

Carlo Fontana

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Fontana ottenne il diploma ma non potè insegnare a Magenta perché l’amministrazine comunae gli e ne negò il diritto,proprio a causa delle sue palesi idee socialiste. Iniziò nel 1913 ad insegnare in una prima classe mista,ma le sue lezioni non si limitavano e puntavano ad una realizzazione di ordine sociale,medico-sanitario,sia sui bambini sia su tutto il territori nel quale operava la scuola. Nel frattempo entrò nell’Unione Magistrale Nazionale e riuscì a vincere anche il concorso a Milano. Pianpiano a magenta si affermò del tutto il partito socialista di cui Fontana era un punto di riferimento partendo dagli scioperi del 1914 sino alla vittoria elettorale del 1920,la quale Fontana diventava consigliere provinciale della Pubblica Istruzione: si presero provvedimenti per promuovere l’istruzione,Fontana si battè per il riscaldamento delle aule,per i sussidi per i più poverie repinse,invece,la richiesta di ‘’benedire’’la struttura scolastica. Inoltre atteggiamento provocatorio fu l’eliminare quadri importanti perché rotenuto ingombranti,così si sciolse il Consiglio Comunale di Magenta. Fontana viene ricordato per numerose azioni e scritti tra cui quelli sulla sceneggiatura del balletto di Pinocchio e la collaborazione con il Dizionario Enciclopedico Moderno.

Aurelio Castoldi Castoldi nasce a Genova,visse a Pisa e infine si trasferì a

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Milano. Già da bambino fu costretto a guadagnarsi da vivere lavorando come tipografo così partecipò attivamente alla vita sociale del primo 900,scrivendo con atteggiamento polemico proteso alla difesa dei diritti ei lavoratori. Continuò a lavorare come tipografo finchè non si trovò costretto a partire per il fronte nella grande Guerra: restò al fronte per tre anni e sei mesi (1915-1918). Tornato alla vita civile,potè portare avanti i suoi due principali progetti ossia la realizzazione dell’utopia socialista dell’educazione del popolo e la conquista dell’abilitazione magistrale alla scuola normale. Gli anni dell’affermazione del fascismo (1919-1924) lo videro protagonista della vita politica e culturale di Pavia,scriveva con frequenta su ‘’la plene’’ firmando con l’acronimo ‘’acas’’ e nel 1920 fu eletto in Consiglio Comunale e segretario dell’Università popolare di Pavia. Tra gli aneddoti scritti su ‘’la plebe’’ ricordiamo in particolare uno intitolato ‘’istruzione’’in cui si comprende quanto il riscatto dell’umanità,tramite istuzione permanente,sia stato il principale progetto di vita di Castoldi. Purtroppo,mentre Castoldi scriveva su ‘’la plebe’’ a Pavia si andava affermando il fascismo: nel 1921 furono aggrediti alcuni studenti socialisti dell’Università e anche Castoldi fu aggredito e costretto dai fascisti a bere olio di ricino .Inoltre,proprio mentre il fascismo costringeva Castoldi al silenzio,egli si accingeva a ottenere l’abilitazione all’insegnamento e iniziare la sua carriera. Da questo momento molta della sua attività si spostò sulla scuola,nella quale si

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distinse svolgendo i programmi senza concessioni alla cultura fascista. Castoldi viene ricordato per molti scritti importanti quali ‘’Romoletto’’,il romando ‘’Gianni Olal’’ romando di stampo socialista on pubblicato prima del 1945,ma iniziativa più importante negli anni del fascismo fu la sua adesione al gruppo di maestri socialisti della Labor collaborando nella redazione del Dizionario enciclopedico Moderno e all’enciclopedia del ragazzo italiano: opera pensata in funzi9one di nuove strategie di apprendimento. L’intuizione di questo progetto fu nella gestione del rapporto con il fascismo: il fascismo era presente, ma rimaneva confinato nelle sezioni a lui dedicato,senza contaminare la restante opera. Infine Castoldi nel 1949 decise di lasciare l’insegnamento,per dedicarsi interamente alla casa editrice Labor.

Giuseppe Latronico Giuseppe latronico sappiamo che fu direttore didattico a Milano alla scuola elementare ‘’Tito Speri’’ negli anni 30. Non ebbe uno scontro frontale con il regime fascista,le poche tracce della sua bibliogragia ci portano,in modo evidente nell’ambito della cultura e della sensibilità antifascista. Latronico nasce in Basilicata ed era destinato alla professione di agricoltore ma su consiglio di un suo maestro prosegue gli studi e si dedicò all’insegnamento. Scrisse giovanissimo su giornali locali,a Milano e vinse il concorso per le scuola

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elementari e pochi anni dopo il concorso per il direttore didattico,posto che si era tentato di negargli per non essere scritto al partito fascista. Nel 1946 Latronico compone la voce ‘’Fabian Society’’ testo di riferimento per la cultura antifascista milanese nel dopoguerra,inoltre,collaborò con la collana ‘’la scala d’oro’’ ossia un impresa di grandi pretese editoriali e finanziarie la quale intenzione di fondo era proporsi come un esempio di ‘’cultura liberale italiana’’ che non si lasciasse ‘’conquistare e dominare dalle rozzezze fasciste’’. A ‘’la scala d’oro’’ Latronico contribuì con cinque volumi orientandosi in due direzioni: il gioco e l’aneddoto. Il gioco,inteso come libero passatempo,era di per sé negazione dell’addestramento paramilitare imposto al piccolo fascista,strumento per allenare la mente e liberare la fantasia. Bisognava distrarre i bambini dalla retorica fascista dilagane e ossessiva degli anni 30. L’aneddoto era di ispirazione storica o con riferimento alla conoscenza tecnico-scientifica,dove pur se assente ogni riferimento al fascismo,non manca qualche accenno velatamente razzista nel descrivere l’arrivo delle tribù afriane.Nei suoi testi per la ‘’scala d’oro’’,merita più attenzione nella prospettiva di dissenso al fascismo ‘’il libro d’oro del fanciullo’’,dove sono raccolti 12 aneddoti storici che narrano alcune delle vicende più note della storia della patria europea. Latronico non si fermò qui e compì altre piccole imprese: nel 1936 pubblicò ‘’chicchi d’oro’’ dove passavano in rassegna 290 personaggi storici,raccontando aneddoti della loro vita

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senza,però,concessione alla politica culturale del regima. Altro libro di Latronico di gande importanza è ‘’Periscopio’’ pubblic...


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