Riassunto manuale Gelli \"Psicologia della differenza di genere\" PDF

Title Riassunto manuale Gelli \"Psicologia della differenza di genere\"
Course Psicologia delle differenze di genere
Institution Università degli Studi di Bergamo
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“PSICOLOGIA DELLa DIFFERENZa DI GENERE” Bianca Gelli SESSO = appartenenza ad una categoria anatomica e biologica (maschio/femmina) GENERE = esperienza psicologica, culturale e politica delle categorie del maschile e del femminile CAP 1 – LO STUDIO PSICOLOGICO DELLE DIFFERENZE DI GENERE •

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Gli stereotipi sul femminile fanno parte del pensare comune e trovano giustificazione in quell’”ordine naturale delle cose”, ovvero dell’appartenenza biologica che alla donna riserva in maniera preminente il ruolo produttivo. L’immagine che il senso comune ha avuto delle donne è riconducibile a questi principi: Le donne sono differenti dagli uomini Le donne sono naturalmente inferiori agli uomini. Questa distinzione può essere ricondotta a due comportamenti: azione vs sentimento; azione come dimensione maschile, sentimento femminile La donna esprime se stessa con la cura dell’altro, con il rischio di essere spazzata via dalle emozioni. E’ questa una visione biologica della femminilità WAGNER E BERGER → l’immagine preconcetta inerente il genere femminile è riconducibile alla EXPECTATION STATES THEORY, che riconduce le opinioni relative allo status ad aspettative culturali diffuse che attribuiscono una maggior significatività sociale a una categoria di persone paragonata ad un’altra. Secondo tale teoria, gli stereotipi condividono l’attribuzione di caratteristiche positive e di particolari abilità del gruppo in posizione di vantaggio rispetto a quello svantaggiato HOFSTEFE → le aspettative nei riguardi delle donne risentono della cultura dominante in un Paese, a seconda che in esso prevalga la dimensione maschile e femminile, rispettivamente caratterizzate: la prima dal potere, dalla realizzazione personale e da un livello inferiore di espressioni emotive; la seconda dal supporto sociale, dall’interdipendenza, dal prendersi cura degli altri. PERSONALITA’ = indica quegli insiemi di caratteristiche che rendono le persone l’una differente dall’altra. ALLPORT : “la personalità è un’organizzazione dinamica, interna alla persona, di sistemi psicofisici che determina i suoi modi caratteristici di comportarsi, pensare e sentire”. La personalità è una disposizione, cioè predispone le persone a pensare e agire in modi caratteristici differenti tra loro. Lo psicologo non sembra essersi reso conto della comparsa del genere. Ne derivano tre differenti modelli: Quello della ricerca di invarianti universali che, partendo dal presupposto dell’assenza di differenze strutturali, guarda al soggetto da sottoporre a indagine come a un soggetto neutro. Questo soggetto neutro si è rilevato quasi sempre un maschio di razza bianca eterosessuale Quello della congruenza ovvero del rapporto tra sentimento ben definito di identità, femminile o maschile, e il vissuto di benessere che a esso si accompagna. Anche qui l’uso di campioni di studio quasi esclusivamente maschili



Quello della categorizzazione di gruppo, ovvero sul riscontro di somiglianze ingroup e differenze outgroup con le inevitabili stereo tipizzazioni e moltiplicarsi di pregiudizi e discriminazioni che dalla ricerca scientifica si diffondono nell’opinione pubblica

CAP 2 – LE TEORIE PSICOLOGICHE SULLA DIFFERENZA SESSUALE

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STEREOTIPO = Lippmann 1922, sostiene che la conoscenza della realtà non è diretta, ma mediata da immagini con cui interagiamo e che l’infinita varietà dell’esperienza deve essere necessariamente semplificata. Importanza dei processi di categorizzazione sia nella fase della formazione delle concezioni inerenti un gruppo sia in quella successiva riguardante la percezione di somiglianze e differenze tra i membri all’interno di una categoria. Il processo di categorizzazione può rappresentare un problema allorchè queste categorie vengono assunte come verità assolute. Possiamo parlare di stereotipo quando le nostre emozioni, i nostri giudizi di valore e i nostri atteggiamenti sono una reazione parola-nome, capace di suscitare in noi quelle sensazioni o particolari aspettative senza esperienza empirica. Stereotipo come: Processo di pensiero tendenzioso Atteggiamento persistente e rigido Processo di categorizzazione e organizzazione TAJFEL → la categorizzazione è un processo cognitivo alla base della conoscenza e della formazione dei giudizi di cui l’individuo si serve per organizzare i dati provenienti dall’esterno, raggruppandoli e semplificandoli. La categorizzazione ha due effetti: Tendenza ad accentuare le differenze intercategoriali Tendenza a sovrastimare le somiglianze intracategoriali Per Tajfel, lo stereotipo è un’immagine mentale semplificata al massimo riguardante una categoria di persone, un’istituzione o un evento, che viene condivisa nei suoi tratti essenziali da grandi masse di persone SOCIAL IDENTITY THEORY (TAJFEL E TURNER, 1979) = gli individui, in situazione di gruppo, si identificano e attribuiscono un valore all’ingroup e screditano l’outgroup sulla base di elementi cognitivi (categorizzazioni) ed emozionali (autostima). L’identità sociale è infatti quella parte dell’immagine di sé che un individuo si fa di se stesso, derivante dalla consapevolezza di appartenere a un gruppo sociale, unita al valore e al significato emotivo attribuito a tale appartenenza TEORIA DELLE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI (MOSCOVICI, 1984)= Lo scopo di tutte le rappresentazioni sociali è quello di rendere familiare ciò che è inconsueto. Per rendere consueti essere non familiari si rendono necessari due meccanismi: L’ancoraggio che cerca di ridurre le idee insolite a immagini ordinarie, trasfarendole nella nostra sfera dove siamo in grado di confrontarlo e interpretarlo L’oggettivazione che cerca di trasformare qualcosa di astratto da qualcosa di concreto, riproducendolo tra le cose che noi possiamo vedere e toccare e perciò controllare Lo stereotipo può essere considerato come il nucleo cognitivo del pregiudizio, ovvero un insieme di informazioni su una categoria di soggetti, tradotta in un’immagine coerente e stabile/cristallizzata, rispondente all’aspettativa nei riguardi della realtà che non può andare delusa. Gli STEREOTIPI DI GENERE sono espressione di:

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Una tendenza generalizzante che implica l’affermarsi di una rappresentazione che prescinde dall’evidenza empirica Un carattere collettivo condiviso di tale rappresentazione, ovvero la crdenza comune e diffusa che l’uomo e la donna posseggano diversi patrimoni di caratteristiche Una minimizzazione delle differenze individuali presenti all’interno della stessa categoria e una accentuazione delle differenze tra gli elementi presenti all’interno delle due diverse categorie Gli stereotipi di genere assumono a una doppia funzione: descrittiva e prescrittiva, non limitandosi a definire come le persone effettivamente sono ma anche come dovrebbero essere. Gli stereotipi di genere ruotano attorno a caratteristiche contrapposte: competenza/cura, forza/dolcezza, indipendenza/dipendenza…e vedono il genere maschile più orientato all’assunzione di responsabilità in modo attivo, mentre quello femminile come reattivo, come risposta a eventi di cui non si è fautrici in prima persona. ADJECTIVE CHECKLIST (LISTE DI CONTROLLO DEGLI ATTRIBUTI): WILLIAMS E BENNETT, 1975 – chiesero a stud di indicare una lista di 300 attributi che ritenevano tipici degli uomini o delle donne. I risultati ascrivevano maggiore valore agli attributi degli uomini che non a quelli delle donne. Gli attributi usati per descrivere uomini e donne vengono ricondotti a due qualità di fondo: la strumentalità e l’espressività SPENCE E BEM, 1974 – chiesero anche quali tratti rappresentassero l’ideale per i singoli sessi, introducendo la nozione di valutazione. Usarono il Personal Attributes Questionnaire (PAQ) e il Bem Sex Role Inventory (BSRI). Risultava che la gentilezza, qualità prevalentemente delle donne, era desiderabile anche negli uomini,mentre l’ambizione non avrebbe fatto male alle donne. ↓ BSRI DI SANDRA BEM, 1974: consisteva in tre liste formate da 20 aggettivi pensati come desiderabili per gli uomini, 20 desiderabili per le donne e altri 20 neutri. Bem definì SEX TYPED coloro i quali riportavano punteggi significativamente differenti alle due scale maschile e femminile e come ANDROGINI quelli che raggiungevano lo stesso punteggio a entrambe le scale. Quelli con un basso livello etichettati come INDIFFERENZIATI. L’aspetto innovativo della scala creata dalla Bem era che una persona poteva dire di possedere un grado più o meno alto sia di tratti maschili sia femminili. Secondo Bem, gli androgini, ovvero coloro i quali raggiungevano alti punteggi in entrambe le scale, si caratterizzavano per avere un buon livello di adattabilità e di benessere psicologico e una buona stima di sé. MODELLO DELLA CONTINGENZA = Modello unidimensionale che individua nella mascolinità e femminilità i due poli di un’unica dimensione. La mascolinità di un uomo viene misurata in relazione alla sua distanza dalla femminilità e viceversa. Questo modello venne criticato per: L’inadeguatezza delle scale costruite facendo riferimento a tratti femminili e maschili più propri del senso comune che non del rigore scientifico Il pericolo di identificare genere e sesso biologico etichettando come anormale tutto quanto da esso si discosti MODELLO DELL’ANDROGINIA PSICOLOGICA (BEM) = Modello multidimensionale che vede nella femminilità e nella mascolinità dimensioni all’interno del medesimo continuum, dimensioni tra loro indipendenti,passibili di coesistenza nello stesso

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soggetto. Questo modello vede coesistere tra loro tratti di personalità sia maschili che femminili. Gli ndividui androgini, infatti, sono quelli che raggiungono punteggi elevati in entrambe le scale. TEORIA DELLO SCHEMA DI GENERE = Per la Bem, i risultati ottenuti con l’uso della BSRI scales fornivano gli elementi per la messa a punto della teoria dello schema di genere. La BSRI finiva così per catalogare gli individui come SCHEMA – GENDERE o A – SCHEMA – GENDER. Una persona SCHEMATICA sarà in grado di individuare che devia dallo stereotipo di genere e i suoi comportamenti finiranno con il variare in presenza di individui di sesso differente. Ovvero, ognuno di noi ha delle aspettative nei riguardi degli appartenenti all’uno o all’altro sesso. Critiche al modello: sia il BSRI che il PAQ non sono attendibili se non per misurare i tratti di personalità per i quali sono stati messi a punto. TEORIA DEI RUOLI SOCIALI (EAGLY, 1987) = Collega i tratti di personalità e gli stereotipi ai ruoli sociali di uomini e donne. Se i ruoli sociali cambiano,anche gli stereotipi cambiano. Viene così a cadere l’assunto che caratterizza lo stereotipo, ovvero la sua fissità. Exp: indicare una serie di tratti associati a uomini e donne la cui occupazione non era specificata o associati a uomini e donne etichettati come dediti a lavori casalinghi o impiegati a tempo pieno. Risultati: i lavoratori domestici di entrambi i sessi raggiungevano le percentuali più alte di tratti espressivi. Il fattore più imp per il possesso di un tratto di personalità sembra essere il ruolo occupazionale piuttosto che l’appartenenza biologica. RICERCA DI MACCOBY E JACKLIN, 1974 = The Psychology of Sex Difference presenta una rassegna di oltre 1400 ricerche psicologiche. Secondo le autrici,le differenze di genere sono da prendersi in considerazione quando, per una specifica variabile, un ampio numero di studi fornisce risultati concordi in una direzione e sono riscontrate poche differenze apprezzabili nella direzione opposta. Le studiose ritengono di poter smentire 8 credenze inerenti le differenze tra i sessi, per le quali le ragazze sono: Più socievoli dei ragazzi Più influenzabili Dotate di minore autostima Meno motivate al successo Abili nell’imparare a memoria e negli esercizi ripetitivi Più uditive Mentre i ragazzi sono dotati di: Uno sviluppo cognitivo più elevato Maggiori caratteristiche visive Più soggetti all’influenza ambientale Solo 4 variabili indicano delle differenze nella performance media dei soggetti maschili e femminili in età evolutiva: Maggiori capacità visuo-spaziali e matematiche negli uomini Maggiori capacità linguistico-letterarie nelle donne Ma il tratto di personalità che denota una differenza persistente tra i due sessi sarebbe l’aggressività, come caratteristica propria degli uomini. CRITICHE ALLA RICERCA:







Rispetto alle abilità cognitive, non avvalorate differenze sostanziali nell’intelligenza generale e sono state trovate solo modeste differenze nelle capacità percettive e cognitive Le donne ottengono migliori risultati dei maschi nella velocità e nell’accuratezza percettiva, mstrando più sensibilità al tatto e alle mani e al cambiamento di intensità dei suoni; i maschi sono più sensibili all’intensità degli stimoli visivi in presenza di luce e hanno conseguito risultati migliori in compiti visuo spaziali Convinzioni in merito alla superiorità dei maschi nelle abilità matematiche e delle femmine nelle abilità verbali sono state seriamente messe in dubbio SINTESI LIBRO PAG 91

CAP 3 – LA DIMENSIONE BIOLOGICA DELLA DIFFERENZA SESSUALE













Nel XIX secolo era convincimento comune che le regioni del cervello nelle quali si diceva essere allocato l’intelletto fossero nelle donne di dimensioni ridotte rispetto agli uomini. Si riteneva che i cervelli delle donne pesassero il 10% in meno. Mall, nel 1909, dimostrò che non ci sono differenze di sesso se il peso del cervello viene commisurato al peso del corpo. TEORIA DEI DUE CERVELLI = Circolava negli anni 70 e dice che ciascun sesso ha un emisfero più sviluppato. Il che renderebbe conto del perché le donne hanno maggiori capacità linguistiche e gli uomini capacità visuo spaziali migliori, avendo le prime l’emisfero sinistro più sviluppato e i secondi quello destro. Le unità fondamentali dell’informazione genetica sono i geni, tratti di DNA (= acido disossiribonucleico) che si trovano all’interno dei nuclei di ogni cellula del corpo, copie delle quali sono passate da una generazione all’altra, nell’uovo e nello sperma. Un genotipo, cioè l’insieme degli elementi ereditati, consiste di coppie di geni, ognuna delle quali è composta di due alleli. Il genoma di un individuo rappresenta tutto il DNA contenuto in ciascuna delle sue cellule somatiche. Il genoma umano contiene 100.000 geni legati insieme in catene chiamate cromosomi. Al momento del concepimento ogni individuo eredità metà dei suoi cromosomi da ciascun genitore. Essi sono costituiti da una molecola di DNA, da RNA (= acido ribonucleico) e da proteine. Il DNA comprende molti geni; ogni gene ha un codice per la formazione di una particolare proteina che influenzerà le diverse caratteristiche fisiche e psichiche del nuovo individuo. Mentre ogni cellula del corpo umano ha 46 cromosomi, che formano delle coppie uguali, le cellule germinali (uova e spermatozoi) hanno 44 cromosomi in 22 paia. Il genoma di un individuo contiene due copie di un gene, una per ciascun genitore. Le donne hanno due cromosomi X, mentre gli uomini XY. Fino a che vi sarà un cromosoma Y,le gonadi si sviluppano come testicoli. Questo dimostra che il cromosoma Y – carattere dominante – è essenziale per lo sviluppo delle gonadi maschili. Da qui l’idea che si diventi uomini perché si possiede qualcosa in più. Gli individui presentano caratteri sessuali secondari maschili e femminili in proporzioni variabili che si modificano nel corso della vita. Ciascun soggetto possiede, pertanto, una data percentuale di femminilità e mascolinità.







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ORMONI Nel corso della vita embrionale le gonadi si abbozzano inizialmente come gonadi indifferenti, cioè come organi capaci di svilupparsi sia come ovaie che come testicoli. Il differenziarsi in senso maschile o femminile inizia dopo la settima settimana di sviluppo Entrambe le gonadi entrano in funzione molto presto producendo gli ormoni sessuali maschili e femminili che,liberati nel sangue del feto, impregnano i tessuti all’origine degli organi sessuali specifici di ciascun sesso. Se l’embrione è di sesso maschile,il testicolo produce l’ormone AMH (ormone antimulleriano), indirizzato a bloccare il suo evolversi in ovaio,l’ormone steroideo con effetto androginico,il testosterone e il diidroandrosterone (DHT) suo derivato. Se l’embrione è di sesso femminile, l’ovaio produce estrogeni e progestinici. Nessuno di questi ormoni è limitato a un solo sesso. Immessi nel circolo sanguigno, questi ormoni penetrano negli organi e nei tessuti del corpo, cervello incluso. Essi si concentrano in alcun tessuti le cui cellule bersaglio sono provviste di speciali molecole chiamate recettori che attirano l’ormone, lo captano. Anche alcune zone del cervello posseggono questo tipo di recettori,rappresentando aree bersaglio per gli ormoni. Tra queste, ricca di recettori è la zone dell’ipotalamo, che è adibito al controllo dei livelli degli ormoni sessuali secreti nel sangue dalle gonadi ed è in grado di influenzare il rilascio di altri ormoni da parte della ghiandola pituitaria Gli ormoni si concentrano nel sistema limbico, che svolge in importante ruolo nella genesi delle emozioni e nelle aree più alte dell’emisfero cerebrale, deputate al complesso processo dell’informazione. Una di queste aree è l’ippocampo, regione del cervello deputata ai processi dell’informazione spaziale e della memoria a breve termine Le variazioni del livello di testosterone sono in correlazione con la libido, la fiducia in se stessi e l’impulso a predominare Gli ormoni femminili sono i maggiori responsabili degli sbalzi d’umore e della depressione nelle donne. BROVERMAN → ha indagato sull’influenza che differenti livelli di testosterone circolanti nel sangue hanno sulle diverse modalità per la risoluzione di compiti. Gli uomini con alti livelli di androgeni rispondevano meglio ai test, concentrandosi maggiormente sui quesiti, senza lasciarsi distrarre. Questa capacità di risposta risultava, negli stessi soggetti, assai diminuita per altri compiti, quali trovare una figura semplice nascosta tra altre complesse. Compito questo risolto meglio dal gruppo di soggetti con livelli bassi di androgeni. I risultati dimostrano che i livelli di androgeni nella circolazione del sangue determinano modelli differenti di risoluzione di problemi. Gli uomini con alti livelli di androgeni esprimerebbero uno stile cognitivo automatizzato, intendendo quelle prestazioni con scarsa componente cosciente, dovuta al fatto che i soggetti che le mettono in atto hanno appreso bene il compito,avendo ricevuto un buon addestramento. Allo stile automatizzato, gli autori contrappongono quello di chi,per risolvere il compito, mette in atto un processo di ristrutturazione percettiva che presume un tipo di risoluzione dei problemi per insight. Secondo gli autori, le donne sembrano rispondere meglio degli uomini a compiti semplici e ripetitivi, basandosi sul fatto che gli estrogeni ad alta concentrazione agiscono allo stesso modo del testosterone. PET = Le aree del cervello nelle quali le cellule nervose sono molto attive hanno un incremento maggiore di sangue. Le molecole radioattive emettono positroni,particelle con carica positiva. I positroni collidono con gli elettroni, che hanno carica negativa.

Questa collisione produce raggi gamma che penetrano attraverso il cervello e sono individuati dalla strumentazione d’indagine. fMRI = rivela l’attività delle cellule nervose dalla misurazione della quantità di una particolare proteina, la deoxy – emoglobina, nel sangue che irrora le differenti regioni del cervello. E’ l’emoglobina che trasporta ossigeno al sangue. Quando l’ossigeno è sufficiente per attivare le cellule, si forma la deoxy-emoglobina. Poiché le proprietà magnetiche dell’emoglobina sono modificate a seconda se essa è ossigenata o meno, ciò può essere usato per scoprire quelle aree del cervello che sono molto attive. HAIER E BENBOW → Hanno usato la tecnologia dello sca...


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