Riassunto manuale di biblioteconomia PDF

Title Riassunto manuale di biblioteconomia
Course Biblioteconomia
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto: Manuale di Biblioteconomia (Montecchi & Venuda) Libro, due diverse dimensioni: -

Un supporto fisico Testo scritto

Stretto e inscindibile vincolo che unisce elementi fisici e loro significati, non si può considerare carta, pagine e caratteri separatamente dai loro contenuti concettuali. Il libro ha una sua anima interiore che prende vita a contatto con l’uomo e partecipa della sua natura intellettuale. Modo proprio della comunicazione scritta: analiticità. Modo proprio di comunicare del libro: mettere in riga il testo dopo che è stato scomposto nelle sue particelle elementari. Libro: artificio per la registrazione dei testi, sostegno per la loro scansione sulla pagina, e monumento per la loro conservazione nel tempo a venire. Le scelte tipografiche hanno un peso notevole, soprattutto nello scandire i ritmi e i tempi della lettura. Tre grandi epoche scandite da diversi modi della produzione libraria, tre diverse fasi nella circolazione dei libri: -

Libro manoscritto Libro a stampa antico (si impose solo ai primi del cinquecento, prima continuarono a circolare una cospicua varietà di libri scritti a mano) Libro moderno

Prima, era il lettore a richiedere la copia, dopo con la stampa il lettore non avrà più voce in capitolo nella creazione del libro, diventa passivo.

2. La biblioteca pubblica Manifesto dell’UNESCO del 1995, pone un accesso “libero e senza limitazioni” alla base di ogni considerazione sulla biblioteca pubblica, deve rendere “prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione. Due elementi speculari: -

Accesso libero e senza limitazioni a ogni genere di sapere da parte degli utenti La pronta disponibilità di tutte le raccolte librarie e documentarie, di tutte le risorde informative consentite dalle nuove tecnologie.

Gratuità dei servizi e finanziamento pubblico non sono elementi essenziali, in astratto, ma in realtà indispensabili per la vita di una biblioteca pubblica. Luigi Crocet, tre caratteri principali 1) La generalità » la biblioteca di tutti i cittadini di una comunità

2) La gratuità » almeno dei servizi fondamentali, la cultura non è un vantaggio individuale ma un bene della società 3) La contemporaneità » soddisfare le attuali esigenze di lettura dei cittadini di una comunità. Richieste del pubblico:  -

Lettura (o informazione) Studio Ricerca Specializzazione delle biblioteche in: Biblioteche di pubblica lettura Biblioteche di studio e di ricerca

Fini generali di pubblica utilità, “la pace e il benessere spirituale delle menti degli uomini e delle donne” che si attua attraverso l’uso pubblico delle biblioteche (Manifesto dell’UNESCO). Neppure nei secoli considerati più bui la biblioteca è stata concepita come una cittadella di libri arroccata in se stessa. Anche le concezioni maggiormente elitarie, come quelle degli ecclesiastici, concepivano la biblioteca come una istituzione al servizio della “pubblica utilità”. Claude Clement: giusto escludere dalle biblioteche quei libri ritenuti nocivi alla salute delle menti. Gabriel Naudè: ciascun lettore deve essere messo in condizione di trovarvi ciò che cerca, senza limitazioni. Per uso pubblico, ogni tipo di libro. In Europa, durante il Medioevo, le biblioteche rimasero quasi unicamente all’interno delle istituzioni ecclesiastiche. Dal XVIII secolo, autorità statali, interesse per l’istruzione dei propri sudditi » potenziamento scuole ma anche apertura biblioteche. Italia unita: lo stato divenne erede di tutte le biblioteche preunitarie, costretto a gestire una gran quantità di biblioteche distribuite in modo diseguale e non rispondente a reali esigenze di servizio » grava tuttora sull’intera struttura delle biblioteche pubbliche statali, troppo numerose e troppo varie nelle tipologie e nei compiti, assegnati dall’altro » per questo spesso confuse biblioteche pubbliche con biblioteche statali.

3. La biblioteca come istituzione dello stato Biblioteca aperta da Cassiodoro nella seconda metà del VI secolo nel monastero di Vivarium (Squillace, Calabria) » una biblioteca che potesse vincere i mali della guerra, essere utile alla formazione dei contemporanei e trasmettere alle generazioni future l’eredità romana. Res Pacis, biblioteca come istituzione della civica e pacifica convivenza tra gli uomini. » sopravvissuta poco, ma fatto da modello per chi volesse aprire una biblioteca. Nell’antichità (ellenismo ed epoca romana), biblioteche volute dallo Stato » non per crescita culturale dei cittadini ma per innalzare un monumento di gloria al sovrano. (es. impegno dei Tolomei per lo splendore della biblioteca di Alessandria). Mondo medievale: sovrani intenti a mantenere il potere, no biblioteche pubbliche. Biblioteca privata di Carlo Magno. Biblioteche che re e sovrani istituirono nei propri palazzi, private e personali, non pubbliche. Dal Quattrocento molti signori avevano messo a disposizione degli studiosi le private raccolte librarie.

Tra XVI e XVIII apertura consultazione dell’originario fondo librario signorile, formato principalmente da manoscritti e da libri di pregio » basi delle moderne biblioteche. Unità di Italia: necessità di uniformare i servizi offerti dall’amministrazione, punto principale del Congresso a Firenze nel 1867. 1869, ministro della Pubblica istruzione insediò commissione per “provvedere al riordinamento scientifico e disciplinare del Regno” » in realtà si interessarono solo alle biblioteche governative, dipendenti dal Ministero della pubblica istruzione. » conseguenze deleterie per la crescita organica e omogenea del servizio bibliotecario in Italia. Modello di comportamento a tutti i bibliotecari delle biblioteche statali, regio decreto del 1869 sulle biblioteche: eccesso di burocratizzazione . Dopo l’annessione di Roma, Regolamento organico per le biblioteche governative del Regno proposto dal ministro Ruggero Bonghi, definì la struttura gerarchica delle biblioteche. Nuovo regolamento organico delle biblioteche 1885: basi di una struttura istituzionale, ebbe più d’un secolo di vita, alla base del Regolamento organico delle biblioteche pubbliche statali del 1967, rimasto in vigore fino al nuovo Regolamento del 1995. Stati preunitari: la struttura delle biblioteche governative era di tipo binario: biblioteca principale, affiancata da una biblioteca presso le università (queste uniche al servizio di studio e ricerca). Le altre biblioteche sorte in città secondarie tra Sette-Ottocento (Gambalunghiana di Rimini, primi del Seicento), dipendevano dall’amministrazione comunale, oppure configurazione determinata dalla volontà del benefattore. In alcune aree, politica bibliotecaria centralizzata (Lombardia austriaca XVIII). Fitta presenza a Nord di biblioteche, quasi totale assenza in meridione. 1975 Ministero per i beni culturali e ambientali; Direzione generale delle accademie e biblioteche sorta nel 1926 » assunse l’amministrazione centrale delle biblioteche statali e il compito di coordinare l’attività di altri organi che concorrono al buon funzionamento dei servizi di biblioteca. Ministero riorganizzato nel 2002 in quattro dipartimenti: 1) Dipartimento per i beni culturali e paesaggistici 2) Dipartimento per i beni archivistici e librari » comprende la Direzione generale per gli archivi e la Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali (biblioteche pubbliche statali, servizi bibliografici e bibliotecari nazionali, istituti culturali, promozione del libro e della lettura, afferisce l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico ICCU) 3) Dipartimento per la ricerca 4) Dipartimento per lo spettacolo e lo sport Istituto centrale per la patologia del libro, discendente de Istituto per la patologia del libro istituito nel 1938 a Roma » prevenzione delle malattie del libro, garantire le condizioni ambientali che impediscono l’insorgere di danni nei libri. Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU) » coordinare attività di catalogazione e informazione bibliografica sull’intero territorio nazionale, in collaborazione con le regioni.

Regole italiane di catalogazione per autori (RICA), promotore della diffusione della descrizione bibliografica secondo gli standard internazionali ISBD (International Standard Bibliographic Description). Diffusione di norme comuni nella catalogazione di fondi speciali e funzioni di agenzia bibliografica nazionale in tutti i processi di informatizzazione delle biblioteche e dei processi di catalogazione. ICCU » attuazione del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) La struttura delle biblioteche statali italiane è formata, al vertice da due biblioteche nazionali centrali: Roma e Firenze » compito di raccogliere, conservare e rendere disponibile all’uso pubblico tutto quanto viene pubblicato in Italia. Copie che la legge impone agli editori di consegnare come deposito legale per il diritto di stampa. Documentano anche quanto si pubblica all’estero riguardo all’Italia e per quanto possibile la produzione straniera. Roma: bolletno delle opere moderne stranie acquisite dalle biblioteche pubbliche statali (BOMS), Firenze: bibliografia nazionale italiana (BNI). Sette biblioteche nazionali: Torino, Milano, Venezia, Napoli, Bari, Potenza e Cosenza. 2004: legge che prevede la costituzione di un archivio regionale della produzione editoriale. Dipendono direttamente dal Ministero per i beni culturali anche (undici) biblioteche universitarie sorte prima dell’unificazione. Legge 1998: le università possono richiedere il trasferimento delle biblioteche statali ad esse collegate » Bologna. Le biblioteche statali, non nazionali e non universitarie, sono nel nuovo Regolamento elencate sotto il nome della regione in cui sorgono. Dicotomia italiana: statali vs non statali > verso il superamento di questa divisione, dal punto di vista funzionale equiparate a quelle civiche, conta non tanto la gestione da parte dello Stato ma il servizio pubblico di conservazione, ricerca, studio e lettura. Eliminate o attenuate le forme di burocratizzazione nel nuovo Regolamento, rende le biblioteche più vicine alla comunità dei cittadini ai quali si rivolgono. Le biblioteche negli ultimi decenni sono percepite come parte dell’intero panorama dei beni culturali. Accanto a centri culturali come il Senato, la Camera, o le Università, sono sorte biblioteche, che non dipendevano dal ministero per i beni e le attività culturali. In particolare, quelle delle -

Università: biblioteche universitarie, sotto il Ministero dei beni culturali; biblioteche delle università che appartengono alle amministrazione universitaria delle scuole italiane: in Italia non c’è una vera e propria struttura di biblioteche scolastiche, mancano libri, bibliotecari, locali, iniziative e coordinamento.

4. La biblioteca come istituzione della comunità Biblioteche palatine » unificazione » biblioteche nazionali Aggettivo nazionale, passa poi a indicare le istituzioni centrali, o ai valori e alla tradizione storica dell’intera nazione. Apparato statale e burocratico: capovolgimento mentalità, non erano i cittadini a crearsi le istituzioni ma vi provvedeva lo Stato. Burocratizzazione centralizzata » immobilismo istituzionale, non si poteva far nulla senza il consenso delle autorità centrali, fondi librari appesantiti da antichità > interesse maggiore nel glorioso passato, biblioteca elemento di prestigio lontano e distante. Modello anche per le biblioteche civiche e comunali.

Biblioteche non statali, ma che dipendevano da altro (comune, enti, province, opere pie etc): definite “non governative” oppure “di enti locali” o anche “civiche”. Stretto legame con la città, assolvevano alle tre funzioni biblioteconomiche. 3 raggruppamenti: 1) Le grandi biblioteche civiche: città metropolitane 2) Biblioteche dei capoluoghi di provincia 3) Biblioteche dei centri minori: vincolo inscindibile tra le raccolte librarie e la vita passata e presente della comunità. 3 momenti in cui sorgono le biblioteche civiche in Italia 1) Età napoleonica 2) Primi decenni dopo l’unificazione 3) Negli anni Trenta Regime fascista: svilimento e smantellamento della struttura delle biblioteche popolari. Ettore Fabietti: “biblioteche per tutti” gestite direttamente dai comuni Luigi De Gregori: necessità di modellare le biblioteche secondo il modello americano ed europeo. La guerra rallenterà il progetto di diffusione biblioteche pubbliche non governative. Motivo fallimento delle biblioteche popolari: -

Prima della Liberazione, si cercava la ragione negli “sbandieramenti democratici” e socialisti Dopo, la colpa al Fascismo.

Biblioteca come istituto della nuova democrazia ma anche istituzione della comunità. Anni 50 e 60 numerose iniziative, problemi: -

Frammentazione eccessiva Iniziative imposte dall’alto (Centri di Lettura, Piano L, Servizio Nazionale di Lettura SNL)

Prima ancora che per tutti la biblioteca deve essere di tutti > successo solo dove i bibliotecari si avvalsero della collaborazione dei comuni e delle province. Anni 70: nascita del Ministero per i beni culturali. Norme costituzionali che attribuivano alle regioni competenze sulle biblioteche di enti locali e di interesse locale, cioè alle biblioteche dipendenti da altri enti o fondazioni con funzioni di biblioteca pubblica. Regioni potere di emanare norme legislative di carattere amministrativo. Trasferimento funzioni del Servizio nazionale di lettura. Legge costituzionale 2001 n.3: -

Stato: potestà di legislazione per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali Regioni: la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e la promozione e organizzazione di atvità culturali

Articolo 118: -

Comuni: funzioni amministrative Province e città metropolitane: funzioni per garantire l’esercizio unitario sul territorio delle attività amministrative Stato: coordinamento tra Stato e regioni, forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei nei culturali > collaborazione tra ministero, regioni e università rende possibile alcune imprese di grande rilevanza come il RICA, Regole Italiane di Catalogazione per Autori (adesso divenuto REICAT); il censimento delle Cinquecentine, l’attuazione del Servizio bibliotecario nazionale.

L’azione del Ministero degli anni 60 si era indirizzata verso tre settori: 1) La catalogazione e la creazione di repertori e strumenti bibliografici 2) L’organizzazione interna delle biblioteche e dei loro servizi (associazione italiana biblioteche AIB) 3) La promozione e il coordinamento della collaborazione tra biblioteche di vario tipo all’interno del medesimo territorio Ruolo non piccolo delle strutture regionali e provinciali nella conoscenza e applicazione degli standard di gestione e di funzionamento, importante collaborazione dopo la pubblicazione di RICA (ora REICAT) e ISBD. Medesimi anni 70, sorgere di una gran quantità di biblioteche, soprattutto dei comuni, grazie alla crescita prodigiosa delle società. Mancanza quasi assoluta di biblioteche scolastiche > biblioteche pubbliche dovettero rimediare alla loro inefficienza, anche per un aumento notevole della scolarità > distolte dal loro compito di essere al servizio dell’intera comunità e non solo della fascia di utenza in età scolare. Convinzione che tutti avessero il diritto al libro > apertura di centri civici e di centri polivalenti > operatori culturali. Anni 80, leggi regionali: in evidenza la necessità di preparazione professionale e qualificata dei bibliotecari per la buona riuscita del servizio librario. Le biblioteche si stanno trasformando in centri privilegiati di informazione, di dialogo e di comunicazione, sul modello non solo delle biblioteche pubbliche anglosassoni ma anche delle biblioteche tedesche a tre livelli (magazzino, scaffale aperto, area di ingresso orientata al pubblico) e delle mediateche diffuse in Francia. Disposizioni regionali: forti incentivi per la costituzione di consorzi e sistemi tra biblioteche di comuni limitrofi. Estensione geografica dei consorzi corrispondeva a quella dei comprensori, raggruppati intorno a un centro che esercitava attrazione nei confronti dei centri vicini. Previsti e potenziati nel corso degli anni 70, non in modo uniforme e omogeno sull’intero territorio nazionale. Consorzi entità nuova rispetto ai comuni che amministrava le biblioteche. Sistemi bibliotecari: sono gli stessi comuni che, grazie a convenzioni, gestivano direttamente le loro biblioteche. Favore dei legislatori regionali, soprattutto nel corso degli anni Ottanta.

Dimensione territoriale provinciale anche per esigenza di avvalersi di un coordinamento tecnico e professionale particolarmente preparato di fronte alle scelte imposte dalla qualificazione dei servizi e dell’adozione di strumentazioni informatiche, che richiedevano anche un impegno economico e finanziario. Anni 90: i comuni e le province potevano gestire servizi pubblici bibliotecari e informativi: sia in economia, sia in concessione a terzi, sia a mezzo di azienda speciale, a mezzo di istituzione o attraverso società per azioni a prevalente capitale pubblico > senza vincolo della proprietà a pubblica maggioritaria dal 2000, ma difficilmente applicabile per la biblioteca, onerosa e con esiti commerciali quasi nulli. 2000: Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. In esso tra le forme associative di cooperazione si prevedono le convenzioni e i consorzi.

5. La biblioteca come istituzione della comunicazione e della memoria Compito della biblioteca di rendere sociale l’uso del libro , facendolo divenire strumento pubblico del comunicare. La contemporaneità della biblioteca: offrire libri e informazioni bibliografiche di cui gli utenti, nel preciso momento in cui si rivolgono ai suoi cataloghi o ai bibliotecari. La biblioteca agisce nella dimensione del presente e dell’attualità > dimensione orizzontale, estesa nello spazio ma limitata nel tempo. Dimensione verticale: come strumento della memoria e della trasmissione, del sapere dei libri da una generazione all’altra, raccoglie l’eredità del passato e proietta verso il futuro la vita della comunità. A tutti i potenziali lettori dei tempi futuri. Le singole biblioteche possono essere classificate in base alla funzione biblioteconomica prevalentemente svolta: di pubblica lettura, di studio, di ricerca... > la caratteristica della generalità che alcuni considerano essenziale alla “pubblicità” della biblioteca, può essere raggiunta non dalla singola biblioteca ma dal sistema di biblioteche che si coordinano nell’ambito dei confini di un medesimo territorio. Dimensione orizzontale, modello anglosassone: biblioteca che si rivolge a tutti gli individui di una comunità, senza limitazioni o preclusioni di nessun tipo. Due innovazioni concorrono a potenziare la capacità di comunicazione delle biblioteche: -

Complessi e articolati sistemi di biblioteche Processo di informatizzazione che ha cambiato il modo di concepire le biblioteche e il loro modo di essere presenti sul territorio (biblioteca virtuale)

Biblioteche: istituzioni più longeve > peso dell’eredità > ha pregiudicato il pieno sviluppo e il difficile aggiornamento delle biblioteche italiane. Patrimoni librari: stratificazione della memoria nel tempo, biblioteca istituzione della nostra memoria colletva. Conservazione dei libri del passato per garantirne l’uso alle nuove generazioni. -

Mantenere in buona salute e disponibili all’uso pubblico i libri Salvare dalla totale dispersione le pubblicazione contemporanee

Ma deve essere anche valorizzato, e deve esserne favorito l’accesso attraverso una revisione dei cataloghi oggi più agevole dallo sviluppo di tecnologie informatiche.

In molte nazioni, affidato a una o più biblioteche il compito di conservare almeno un esemplare di ogni pubblicazione uscita all’interno dei propri confini. In Italia, legge del 1945 per scopi di controllo e censura, modificata nel 2004: norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all’uso pubblico. Destinati a costituire l’archivio nazionale e l’archivio regionale della produzione editoriale. Finalità di deposito legale di natura bibliografica: raccolta e con...


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