Riassunto nag hammadi PDF

Title Riassunto nag hammadi
Author Davide Pellegrini
Course Storia Delle Religioni
Institution Università degli Studi di Trieste
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riassunto completo del libro...


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I MANOSCRITTI DI NAG HAMMADI. UNA BIBLIOTECA GNOSTICA DEL IV SECOLO-NICOLA DENZEY LEWIS PREMESSA ALL’EDIZIONE ITALIANA Tra gli orientamenti dottrinali professati dai credenti in Gesù tra il secondo e il quarto secolo e non sopravvissuti all’interno della religio christiana post costantiniana, quelli fondati su una forma di conoscenza salvifica assoluta e totalizzante, la “gnosi” (in termine gnosis, “conoscenza”) mantengono le loro principali caratteristiche identificative da un punto di vista storico-religionistico: il mimetismo, per cui quanti vi aderirono diedero vita a gruppi non immediatamente riconoscibili all’interno delle più ampie realtà religiose, e l’esoterismo, che ne circoscriveva l’accesso a cerchie selezionate di iniziati. La loro eccentricità rispetto al cristianesimo normativo di Nicea ne decretò a un certo punto la scomparsa. A lungo ci si è dovuti fondare quasi esclusivamente sulle testimonianze dei loro antagonisti: Celso, Plotino, Porfirio e gli eresiologi (Ireneo di Lione, lo Pseudo-Ippolito ed Epifanio di Salamina). La scoperta della biblioteca copta di Nag Hammadi nell’Alto Egitto (1945-46), corpus letterario (per lo più costituito di traduzioni copte del quarto secolo di opere composte in greco a partire dal secondo), ha suggerito nuovi modelli interpretativi. Le fonti antiche, oltre che di gnosis (“gnosis”), parlano di gnostikoi (“gnostici”). Mito protologico che costituisce il fondale narrativo sul quale sono proiettate fondamentali questioni esistenziali, come l’opprimente senso di limitazione e finitezza, e il conseguente straniamento, in cui la dimensione mortale relega l’individuo: lo gnostico nutre l’intima convinzione di non appartenere a questo mondo dominato dal male e votato alla corruzione, e individua la sua vera essenze, e l’unica possibile salvezza, in un universo ontologicamente trascendente.

PREMESSA 52 scritti, tutti composti nel II secolo, ad eccezione del Vangelo di Tommaso (rimaneggiato nel II secolo). I cristiani del secondo secolo utilizzavano la “bibbia dei settanta”, la versione greca della bibbia ebraica. L’abbreviazione NHC significa “Nag Hammadi Codex” e indica da quale codice o codici proviene un determinato testo: i numeri dei codici sono tradizionalmente indicati con i numeri romani in maiuscolo. Per indicare uno specifico passo, gli studiosi utilizzano il folio o numero di pagina del codice seguito dal numero della linea. Ad esempio una citazione completa è: Vangelo degli Egiziani (NHC IV, 54,5). Significa che la citazione proviene dalla versione del Vangelo degli Egiziani presente nel codice IV di Nag Hammadi, alla pagina 54 e alla linea 5.

CAP 1 I CODICI DI NAG HAMMADI: UNA BIBLIOTECA CRISTIANA DEL QUARTO SECOLO E.V. Elenco dei trattati di Nag Hammadi I. (Codice Jung) 1. Preghiera dell'Apostolo Paolo 2.. Apocrifo di Giacomo 3. Vangelo di Verità 4. Trattato sulla risurrezione 5. Trattato tripartito II 1. Apocrifo di Giovanni 2.. Vangelo di Tommaso 3. Vangelo di Filippo 4. Ipostasi degli arconti 5. Sull'origine del mondo

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6. Esegesi dell'anima 7. Libro dell'atleta Tommaso III 1. Apocrifo di Giovanni 2.. Vangelo degli Egiziani 3. Eugnosto il Beato 4. Sophia di Gesù Cristo 5. Dialogo del Salvatore IV I. Apocrifo di Giovanni 2.. Vangelo degli Egiziani V 1. Eugnosto il Beato 2.. Apocalisse di Paolo 3. Prima apocalisse di Giacomo 4. Seconda apocalisse di Giacomo 5. Apocalisse di Adamo VI 1. Atti di Pietro e dei dodici discepoli 2.. Tuono: mente perfetta 3. Insegnamento autorevole 4. Concetto del nostro grande Potere 5. Platone, Repubblica 588a-589b 6. Discorso sull'Ogdoade e l'Enneade 7. Preghiera di ringraziamento 7a. nota dello scriba 8. Asclepio 2.1-2.9 VII. 1. Parafrasi di Shem 2.. Secondo trattato del grande Set 3. Apocalisse di Pietro 4. Insegnamenti di Silvano 5. Tre stele di Set VIII. 1. Zostriano

2.. Lettera di Pietro a Filippo IX. 1. Melchisedek 2.. Pensiero di Norea 3. Testimonianza veritiera X. 1. Marsane XI 1. Interpretazione della gnosi l. Esposizione valentiniana u. Sull'Unzione lb. Sul Battesimo A lc. Sul Battesimo B ld. Sull'Eucaristia A le. Sull'Eucaristia B 3.Allogene 4. Ipsifrone XII. 1. Sentenze di Sesto l. Vangelo di Verità 3. Frammenti XIII. 1. Protennoia trimorfe l. Sull'origine del mondo Nel 1945 fu scoperta un'intera collezione di testi dimenticata da 1600 anni. Nei dintorni del villaggio di Nag Hammadi, nell'alto Egitto (Con Alto Egitto si indica la zona meridionale dell'Egitto, a partire dalla prima cateratta (o cataratta) del Nilo (nome moderno Assuan; una zona collinare punteggiata da decine di grotte anticamente utilizzate come luoghi di sepoltura) Muhammad Ali Al- Samman trovò un orcio di terracotta, che conteneva dei frammenti di papiro: erano una dozzina di codici ed erano scritti in copto, l’ultimo stadio evolutivo della lingua parlata degli antichi Egizi. 1500 anni prima i monaci cristiani (di Chenoboskion) avevano copiato in questi codici alcuni testi, vergando con cura i fogli di papiro. Ali affidò i codici a sua madre, la quale prese alcune di quelle pagine per accendere il cammino. Poche settimane più tardi successe che Ali e il fratello vendicarono la morte del padre, che era stato assassinato. Ali uccise il colpevole, smembrandolo e divorandone il cuore, poi preoccupato per le indagini della polizia Ali affido i codici a un prete, un maestro della scuola li vide, e ne spedì uno al Cairo, dove finirono nelle mani degli antiquari. Il primo codice fu venduto a New York e a Parigi. Nel 1951 la fondazione Jung di Zurigo in occasione del compleanno di Carl Gustav Jung, acquistò il codice Jung; nel 1956 tutti i codici di NH erano di nuovo riuniti e si trovavano nel Museo Copto del Cairo, dove sono tuttora conservati . I codici di NH sono scritti in copto , ma non è in copto che furono scritti originariamente, sebbene non possediamo gli originali ci sono molti indizi di trascrittura che ci fanno capire che furono composti in greco.

[L'alfabeto copto Il copto ha alcune varietà dialettali; le più importanti sono il sahidico e l'achmimico. Nei codici di NH si trovano entrambe. In alcuni casi accade che il medesimo testo compaia due volte, in due varietà dialettali diverse. Il sahidico è la varietà nella quale si trovano più testi cristiani antichi; l'achmimico era diffuso nella zona della città di Achmim nel quarto e nel quinto secolo, poi si estinse molto rapidamente. L'uso dell'achmimico nei testi di NH, quindi, ci aiuta a datarli.] I codici di NH sono scampati alla distruzione perché probabilmente furono nascosti deliberatamente. Il quarto secolo rappresenta uno spartiacque per la storia del cristianesimo, all’inizio del secolo l’imperatore Costantino (306-336) si convertì al Cristianesimo. Nel 313 con l’Editto di Milano finirono le persecuzioni, contro i cristiani e il loro culto fu reso libero. Man mano fu loro accordato, il diritto di riunirsi pubblicamente, e di costruire chiese e basiliche, i Cristiani ebbero un ruolo sempre più importante all’ interno dell’ impero, ma ancora c’erano diverse forme di Cristianesimo discordanti tra di loro, si arrivò al punto che chi aveva un'idea diversa di Cristianesimo fu ridotto al silenzio. Nel 367 il vescovo di Alessandria d’Egitto, Atanasio emanò un atto ufficiale, la Lettera Festale, il quale proibiva l’uso di alcuni testi cristiani e permetteva l’uso di altri che erano da considerarsi Scrittura Sacra. Alcuni ritengono che fu in questo periodo di divieti che un monaco Egiziano decise di nascondere i codici di NH. Altri sostengono invece che fossero parte di un corredo funebre, cosa usuale nell'Egitto tardoantico, infatti la questione dell’aldilà è un tema portante in molti scritti di NH. ALCUNE CARATTERISTICHE CODICOLOGICHE I codici di NH dovrebbero essere 13 ma ne rimangono solo 12 più 8 pagine (folia) del tredicesimo libro, le quali si trovavano piegate all’interno della copertina del sesto codice. Queste 8 pagine contengono un testo completo che si chiama Protennoia trimorfe. Il codice più elaborato è il secondo che presenta un geroglifico che nella lingua Egizia rappresentava la vita (l’ankh).Le copertine sono state rinforzate inserendo al loro interno un materiale definito cartonnage, una sorta di cartapesta realizzata con brandelli di vecchi papiri. I codici si possono suddividere in 2 gruppi, che si ritiene siano stati prodotti in 2 diversi atelier monastici. Di 6 trattai possediamo due copie, nessuna delle quali si trova all’interno dello stesso codice. A un certo punto il codice XIII è stato smembrato, ne sono state estratte le pagine contenuti la protennoia trimorfe (inserito nell’imbottitura del codice VI) e sull’origine del mondo (la cui ultima porzione si trova nella stessa pagina nella quale inizia il trattato che qualcuno ha voluto preservare). Molti indizi ci fanno pensare che l’ordine di raccolta dei testi è intenzionale. PERCHÉ’ È’ STATO ADOTTATO IL FORMATO DEL CODICE? Nell’antichità si usava scrivere i testi nei rotoli (volumina, derivato dal verbo volvo=arrotolo), ma i volumina non permettono di tornare agevolmente a un punto preciso indietro nel testo. Problematica è anche la loro conservazione e sono difficili da riparare quando i fogli di papiro, disidratati, si rompono. Tra il secondo ed il quarto secolo d.C., quindi, il formato del codex soppiantò nell’uso il volumen. Nel quarto secolo praticamente tutti i cristiani leggevano i loro testi sacri sui codici. Gli antenati dei libri consistevano un tavolette di legno cerate e legate insieme; tuttavia si scoprì ben presto che allo scopo poteva servire meglio il papiro, dal cui fusto fibroso vengono ricavate sottili strisce, che vengono disposte perpendicolarmente le une sulle altre a formare un foglio e battute con un martello: una volta che la superficie ottenuta è essiccata, si può scrivere su di essa. chirògrafo s. m. [dal lat. chirogrăphum, gr. χειρόγραϕον: v. chiro- e -grafo]. – In senso generico, ogni documento scritto e firmato di propria mano, scrittura autografa; in senso tecnico, ogni documento scritto e firmato da colui contro il quale il documento stesso è destinato a far prova in un’eventuale causa. Gli scribi erano incaricati di copiare testi ed erano pagati in base al lavoro svolto. Verso la metà del quinte colo i monaci si fecero carico di questa attività e i monasteri divennero centri di produzione dei manoscritti.

PERCHÉ’ UNA COLLEZIONE DI TESTI GNOSTICI? L’ordine in cui i codici si trovano è casuale oppure la disposizione complessiva obbedisce ad un principio? La disciplina che si occupa dei problemi connessi con in manoscritti si chiama codicologia. Essa ci insegna che vi sono alcuni indizi che fanno pensare a un’organizzazione intenzionale. Il codice V contiene 5 trattai, 4 dei quali comprendono il termine “apocalisse”; il codice VI contiene un certo numero di testi non cristiani, tra cui un estratto della Repubblica di Platone (istanza liturgica, il codice forse era utilizzato durante un servizio cultuale); il codice XIII, quello smembrato, probabilmente si apriva con l’ Apocrifo di Giovanni, e allora sarebbero stati 4 i codici che iniziavano con questo testo; il codice IV sembra superfluo se tutti i codici erano destinati a stare insieme, poiché contiene due trattati l'Apocrifo di Giovanni e il Vangelo degli Egiziani, entrambi presenti nel codice terzo. Questi dati fanno capire che gli anonimi copisti volevano dare una certa organicità agli scritti che dovevano ricopiare. PERCHÉ’ POSSEDERE QUESTA COLLEZIONE E’ PER NOI UN FATTO STRAORDINARIO? Le condizioni climatiche dell’Egitto hanno fatto sì che i manoscritti sepolti nella sabbia si conservassero, a margine va sottolineato che sono pochi i libri della stessa epoca e ambito pervenuti a noi in forma completa. Essi sono: ● ● ● ●

Il codice di Berlino (1896) che contiene 4 trattati: il Vangelo di Maria, l’apocrifo di Giovanni, la Sofia di Gesù Cristo, gli atti di Pietro e dei 12 Apostoli Il codice Askew (1773) che contiene 3 trattati: Pistis sophia e 2 scritti frammentari Il codice Bruce, 2 codici scoperti nel 1769 contenenti 5 testi: Primo libro di Jeu, Secondo libro di Jeu, un inno, un trattato ed un breve testo che racconta l’ascensione dell’anima attraverso gli arconti di mezzo Il codice Tchacos, scoperto a El-Minya in Egitto, contenente 4 trattati: la lettera di Pietro a Filippo, giacomo (la prima apocalisse di Giacomo di NH), il vangelo di giuda e allogene (diverso dal testo omonimo di NG)

IL LIVELLO CULTURALE DEI COPISTI Gli scribi egiziani non potevano beneficiare di fonti di luce artificiale al di là delle candele. Il breve frammento della Repubblica di Platone (codice VI) ci offre un ottimo banco di prova per verificare la perizia degli scribi di NH. La copia rinvenuta a NH è di scarso valore e corrotto. La ricostruzione testuale dei singoli trattati di NH è molto complessa, in quanto nella maggior parte dei casi non disponiamo di un’altra copia del medesimo testo, né tantomeno di molte copie di un singolo scritto. CHI ERANO GLI SCRIBI DI NH? James M. Robisnon, studioso statunitense che ha coordinato il primo progetto di traduzione inglese di NH ha ipotizzato la provenienza dei codici da un monastero pacomiano che sorgeva nelle vicinanze del luogo di ritrovamento. Gli specialisti del monachesimo pacomiano sono scettici per 3 ragioni: ● ● ●

i codici risultano cronologicamente anteriori allo sviluppo degli scriptoria dei monasteri pacomiani (IV secolo) I manoscritti di NH non racano particolari segni che indicano una provenienza pacomiani I testi copiati non risentono dell’influenza del pensiero o della prassi religiosa pacomiana

Il commento dello scriba alla fine del testo si chiama colophon, e nei testi di NH ce ne sono alcuni. Nel codice III e nel codice II lo scriba si presenta come “spirituale”□l’uso del termine in riferimento ai membri di una comunità cristiana nel IV solo è in qualche misura inusuale: si tratta di un termine tecnico presente in alcuni testi di NH e che nel IV secolo è stato associato a coloro che la chiesa chiamava eretici. DATAZIONE E LOCALIZZAZIONE DEI CODICI Per risalire alla datazione di tali manoscritti si è eseguita un'analisi del cartonnage, che è il materiale di rinforzo della copertina ed emergono tre date: 341,346,348. Gli esperti analizzando le componenti del cartonnage hanno tratto una conclusione, la più probabile, che essi provengono da una discarica di un monastero, le copertine, ma a sua volta induce a pensare che i libri stessi siano stati prodotti in un contesto urbano, verso il quarto secolo. SI TRATTA DAVVERO DI TESTI GNOSTICI? La maggior parte dei cristiani con il termine Scrittura, vuole indicare un corpus di testi considerati nell’ambito di una religione o di un gruppo di persone come dotati di autorità, sacri e rivelati da una fonte Divina a un agente umano. Ma appunto alcuni testi di NH, non tutti, si qualificano come “scrittura”. Nel secondo secolo il Cristianesimo era nato da

poco, per cui non c’era una scelta su quali testi dare un consenso e su quali no, cioè quali considerare scritture quali no, oltre alla Bibbia Ebraica. Il Cristianesimo ,poiché nacque in seno al Giudaismo adottò come testi sacri le scritture Giudaiche, ma con gli scritti di NH si nota un cambiamento nell’ atteggiamento riguardo alle scritture sacre giudaiche, proprio perché il Cristianesimo aveva bisogno di differenziarsi dal Giudaismo, questo è il motivo per cui ci fu un ripensamento sulle categorie di quei testi che erano stati definiti Sacre Scritture. Era piuttosto inusuale nel contesto dell’ Impero Romano che comunità religiose si dotassero di un proprio corpus di Scritture, questa fu una caratteristica del Giudaismo, ma le altre religioni pagane, non avevano testi sacri, pertanto non era una scelta naturale , per la comunità orientarsi verso l’uso normativo di alcuni testi. Fondamentalmente i testi di NH non si proponevano come una alternativa alla Bibbia, ma il giudizio di oggi diffuso è che i testi di NH costituirebbero una Bibbia alternativa o “eretica”, ma nulla di tutto ciò è vero, non sono testi sostitutivi alla Bibbia ma servivano, da guida all'interpretazione della Bibbia, fra l’altro gli Gnostici si servivano di un corpus di testi simili (gli stessi cristiani) a quelli degli avversari, cambiava solo il modo di interpretarlo. CAP 2 LA QUESTIONE DELLO GNOSTICISMO Si parla della biblioteca di NH come di una biblioteca gnostica, gnosis in greco, significa conoscenza, tuttavia non si tratta semplicemente di sapere qualcosa (conoscenza in questo senso è l’episteme). La gnosi è un particolare tipo di penetrazione nella natura della realtà. La gnosi è la consapevolezza di una verità: la realtà è un inganno, noi siamo rinchiusi in una prigione che non possiamo percepire, e al di fuori di questa ingannevole realtà esiste un luogo che è quello da cui proveniamo, nel quale è la nostra origine. La gnosi è dunque la conoscenza trascendentale del fatto che non apparteniamo a questo mondo e che vi soggiorniamo per breve tempo. La gnosi è trascendente in quanto intuizione che mette in relazione l’individuo con un universo superiore. Lo Gnosticismo ( ossia l’idea che la gnosi è un indispensabile forma di risveglio da un sonno della conoscenza ) è anche una filosofia presente in luoghi e in tempi diversi, vi è uno gnosticismo antico e uno moderno, uno cristiano e uno non cristiano. Coloro che posseggono la gnosi hanno la consapevolezza di non appartenere a questo mondo, ma a quell’ altro, un mondo la cui esistenza è invisibile e impercettibile agli altri individui relegati nell’ ignoranza . Lo gnosticismo è una filosofia o una visione del mondo. Ma il termine Gnosticismo è anche usato anche per indicare una scuola dell’ antichità, ma questo movimento non fu mai conosciuto con il termine gnosticismo, che è moderno. In greco c’era l’aggettivo gnostico, che veniva usato anche come un insulto, ma anche per indicare che un’idea era gnostica o per identificarsi come gnostici. Il termine gnostico è stato coniato soltanto nel 700 ed è stato usato per indicare quei movimenti le cui origini si collocano nel secondo secolo. Il suffisso -ismo rimanda a un concetto diventato di uso universale e generalizzato. In realtà non esisteva un solo mito gnostico, come non esisteva una sola interpretazione dei sistemi metafisici elaborati nell’antichità. Ciascuno dei cosiddetti testi gnostici presenta variazioni su un tema. Molti testi che contiene NH non hanno nulla a vedere con la ricerca della gnosi, né le idee che in essa si esprimono sono complessivamente gnostiche , essa è una collezione composita, nella quale sono presenti testi cristiani e non, nella quale alcuni testi possono dirsi gnostici e altri no. È DAVVERO ESISTITO LO GNOSTICISMO ? Caratteristiche degli gnostici secondo gli eresiologi: ●

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dualismo: gli gnostici operavano una distinzione tra un dio superiore e inconoscibile e un dio inferiore (il demiurgo): diteismo. Secondo loro i cristiani e i giudei identificavano in questo dio minore erroneamente, il Dio dell'antico e del nuovo Testamento . Il dio superiore e inconoscibile risiede invece nel regno della luce; chi è al di fuori di questo rimane nell'ignoranza e nelle tenebre. Il Dio inferiore con l’aiuto di sette angeli ha creato il genere umano; quindi il genere umano e cieco e ignorante in quanto fatto ad immagine e somiglianza di un Dio cieco e ignorante Una propensione alla rivolta sociale, in quanto gli gnostici si sentivano appartenenti ad una élite spirituale Un rifiuto del mondo materiale, ritenevano che la materia visibile fosse di scarso valore fatta da un dio inferiore Un sentimento di odio per il proprio corpo, il corpo veniva considerato un contenitore impuro e di scarso valore dove era imprigionata la loro anima. Praticavano una promiscuità sessuale che ai cristiani più rigorosi appariva come disgustosa. Gli gnostici si consideravano dei salvati provenienti da un regno superiore. Ritenendo pertanto di non aver bisogno di seguire un codice etico di comportamento, né essi avevano bisogno di sacramenti o di assistenza di Vescovi: “predestinazione “ , che presuppone che dio scelga a priori chi salvare.

Questi elementi dottrinali furono definiti dagli avversari degli gnostici, ovvero da quella cerchia dominante che due secoli dopo sarebbe diventata la Chiesa Cattolica, solo in poc...


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