Riassunto P. Lizza - P. Giansante, Elementi di management aziendale (NO CAP 6) PDF

Title Riassunto P. Lizza - P. Giansante, Elementi di management aziendale (NO CAP 6)
Author Alice D Agostino
Course Filosofia e scienze dell'educazione
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Summary

riassunto del libro "Elementi di management aziendale" e appunti della professoressa Giansante....


Description

ELEMENTI DI MANAGMENT AZIENDALE Il MANAGMENT AZIENDALE studia i processi ovvero l’insieme di attività interrelate svolte in ambito aziendale con lo scopo di generare valore, che governano la vita, lo sviluppo e la sopravvivenza delle aziende. L’OGGETTO DI STUDIO primario riguarda: -

1.

L’ORGANIZZAZIONE: si occupa di predisporre, controllare e coordinare le FORZE (persone e mezzi) componenti l’azienda GESTIONE: si occupa delle operazioni che l’azienda può compiere in funzione delle proprie forze. Le operazioni possono essere comprese all’interno di tre gruppi 1) Operazioni finalizzate all’acquisizione di risorse finanziarie 2) Operazioni di produzione (parte dall’acquisto di materie fisiche e prime, vengono poi trasformate e da qui si ottiene il prodotto finito. Il prodotto viene venduto e da qui viene il ricavo) 3) Operazioni legate a finanziamenti concessi a terze parti

Il PROBLEMA ECONOMICO

Parlare di azienda significa parlare di problemi economici e del modo più conveniente di risolverli. Un problema è economico ogni qual volta si desidera soddisfare uno o più bisogni con il vincolo delle risorse scarse, la quale impone una serie di scelte relative: a) Alla gradazione dei bisogni b) Al razionale impiego delle risorse a disposizione Il divario tra bisogni umani e responsabilità di beni viene risolto mediante l’ATTIVITA’ ECONOMICA che si pone come OBIETTIVO il soddisfacimento dei bisogni umani. Differenza tra insieme a sistema: -

2.

INSIEME: è una concezione di elementi definiti; qui il valore dell’azienda è data dalla somma del valore di ogni elemento all’interno della stessa SISTEMA: è un sistema in cui elementi sono avvinti da relazione di interdipendenza e di complementarietà: si sviluppa una sinergia tale che il valore risulta essere maggiore dei singoli elementi Definizione del concetto di AZIENDA

Si definisce AZIENDA secondo ALDO AMADUZZI un "sistema di forze economiche che si sviluppa nell’ambiente di cui è parte complementare un processo di produzione o di consumo, o di produzione e consumo a favore del soggetto economico e di coloro che vi cooperano”. Per FORZE ECONOMICHE si intendono i BENI che l’azienda può utilizzare per l’organizzazione mentre per SOGGETTO ECONOMICO è il soggetto che ha il potere decisionale. Il SISTEMA-AZIENDA è considerato da AMADUZZI: a. b. c. d.

APERTO, cioè in continua relazione con l’ambiente di cui è parte, da cui riceve imput ed a cui trasferisce output; DINAMICO, nel senso che persegue condizioni di equilibrio mutevoli nel tempo che le garantiscono la sopravvivenza; PARZIALMENTE DETERMINISTICO, nel senso che, date certe condizioni iniziali non è possibile prevedere con certezza lo stato finale del sistema; OMEOSTATICO, nel senso che, smarrito l’equilibrio, pone in essere meccanismi di recupero dello stesso.

Tra le diverse concezioni di azienda troviamo anche le posizioni di VICARI, PODESTA’ e VIGANO’. VICARI: Ritiene che la nuova concezione d’azienda debba basarsi su due assunti fondamentali:

 

L’essere azienda un sistema AUTONOMO, ovvero capace di autoriprodursi conservando le relazioni tra le parti dell’organizzazione; L’essere l’azienda un sistema cognitivo, nel senso che ha continuamente a che fare con il problema della conoscenza

Le caratteristiche per Vicari: a. b. c. d. e. f. g. h. i.

L’AUTONOMIA, nel senso che i cambiamenti del sistema sono finalizzati al mantenimento della propria organizzazione: La CIRCOLARITA’, cioè la capacità di riconfigurare da sé la propria organizzazione senza interventi esterni; L’OMEOSTASI, ovvero la capacità di recuperare l’equilibrio smarrito attraverso modifiche della propria struttura; La MANCANZA DI SCOPO, che non sia la sopravvivenza; L’INDIVIDUALITA’, quale conseguenza della unitarietà delle interazioni; L’UNITA’, data dall’esistenza di confini propri definiti dall’attività di selezione degli input, acquisendo quelli utili e rigettando quelli dannosi; La CHIUSURA ORGANIZZATIVA, nel senso che i fattori e gli eventi esterni non possono alterare l’organizzazione del sistema; L’APERTURA OPERAZIONALE, data dallo scambio di input e output con l’esterno; La COGNIZIONE, nel senso che l’azienda è un sistema autopoietico in grado di autoriprodursi, cioè di conservare l’organizzazione esistente o di modificarla per migliorare le condizioni di equilibrio

Il secondo aspetto su cui preme soffermarsi è, come detto, la mancanza di scopo. In tal senso, l’azienda ha come unico obiettivo la sopravvivenza e non il soddisfacimento dei bisogni umani. PODESTA’: Ritiene che fine all’impresa sia la creazione di valore, intesa come accrescimento del valore del capitale economico. Considerare l’azienda un sistema significa spostare l’enfasi dai soggetti alle relazioni tra le componenti del sistema. Una volta inquadrata l’azienda nella prospettiva sistemica è necessario analizzare le conseguenze di tale inquadramento sul suo modo di operare. In tal senso è possibile individuare due versioni del comportamento sistemico: uno debole e una forte. Nella prima si considera come obiettivo primario del sistema l’adattamento evolutivo all’ambiente. Nella versione forte l’accento è posto sull’autoreferenzialità e ed autosviluppo dei sistemi cognitivi, con la conseguenza che il fine dell’impresa diviene il suo autosviluppo, ovvero la continua produzione di risorse cognitive, cioè di conoscenza. VIGANO’: fornì un preciso elenco di caratteristiche che dovrebbe avere un’azienda per essere qualificata tale. 3. a. b. c. d.

e.

Le CARATTERISTICHE DELL’AZIENDA COORDINAZIONE SISTEMICA: sta ad indicare che tutte le risorse materiali, immateriali, umane, presenti in azienda devono essere combinate in modo da mirare ad un unico fine. DINAMICITA’: l’azienda è un sistema aperto ed è soggetta a continui mutamenti UNITA’: l’azienda conserva la sua unità a mutare delle risorse, delle attività e dei processi EQUIFINALITA’: indica la possibilità di raggiungere un obiettivo di partenza da situazioni diverse. Es. aumento del FATTURATO (somma dei ricavi di vendita) attraverso campagna pubblicitaria, aumento dei prezzi, miglioramento del prodotto, abbattimento dei costi… ECONOMICITA’: indica la capacità di conseguire nel momento un flusso di ricavi tale da garantire: a) Copertura di tutti i costi sostenuti; b) La remunerazione del capitale di proprietà;

Differenza tra EFFICIENZA ed EFFICACIA -

-

EFFICIENZA: consiste nel migliore impiego delle risorse disponibili è quella capacità aziendale tale da massimizzare il prodotto (output) date le risorse disponibili (input). Una misura dell’efficienza è fornita dal rapporto tra output e input. Questa è una definizione in termini di produttività infatti si può nominare anche efficienza produttiva o produttività. EFFICACIA: consiste nella capacità di conseguire gli obiettivi coerenti con le attese degli STAKEHOLDER. Gli STAKEHOLDER sono definiti portatori di interessi cioè degli INERLOCUTORI SOCIALI con i quali l’azienda entra

in contatto. Essi possono essere soggetti sia INTERNI che ESTERNI all’azienda. Gli interni possono essere SOCI, AMMINISTRATORI, DIPENDENTI mentre gli esterni possono essere FORNITORI, CLIENTI.. ESEMPIO:

Avendo raggiunto il proprio OBIETTIVO l’azione è di sicuro EFFICACE ma non EFFICIENTE perché abbiamo attraversato un percorso molto travagliato che ha di sicuro portato ad un elevato dispendio di energie.

Avendo raggiunto il proprio OBIETTIVO in maniera fluida e lineare, l’azione è sia EFFICACE CHE EFFICIENTE. f. -

Abbiamo due tipi di AUTONOMIA: IN SENSO ESTERNO: indica la capacità del SOGGETTO ECONOMICO (ovvero il soggetto che opera all’interno dell’azienda ed ha potere di governo e di controllo dell’organizzazione) di definire le strategie aziendali senza dover sottostare al valore dei soggetti esterni ES: banche - IN SENSO INTERNO: indica la parziale dipendenza dell’azienda dal soggetto economico; l’azienda dipende dal soggetto sintanto che lo stesso è in grado di assumere decisioni che consentono all’azienda di perseguire un percorso di crescita evolutiva. 4. I criteri discriminanti delle diverse tipologie d’azienda Esistono diversi criteri “oggettivi” per classificare la varie tipologie d’azienda. Sono quattro:     4.1

Il fine e l’oggetto dell’azienda La natura giuridica del soggetto aziendale Lo spazio in cui opera l’azienda L’attività svolta dall’azienda OGGETTO E FINE: per OGGETTO indichiamo la natura dell’attività economica svolta dall’azienda. La natura può far riferimento ad una attività di produzione o una attività di consumo o entrambe congiuntamente. Il FINE indica l’OBIETTIVO ULTIMO-PRIMARIO che l’azienda persegue attraverso lo svolgimento dell’attività economica.

Sulla base di questa classificazione le aziende possono dividersi in due grandi gruppi:  

Di PRODUZIONE: Hanno per oggetto lo svolgimento di una attività economica di produzione di beni e/o servizi per lo scambio sul mercato. Per fine si si ha la massimizzazione del profitto. Di EROGAZIONE: ha per oggetto lo svolgimento di un processo di consumo a vantaggio di un soggetto o di un gruppo. Quindi acquisiscono dei beni e li impiegano nel processo di erogazione a favore di terzi soggetti. Per fine si intende il soddisfacimento dei bisogni espressi da un determinato gruppo di soggetti, utilizzando mezzi monetari provenienti dall’esterno.

Esistono anche altri tipi di aziende: 

PROFIT: Svolgono un’attività economica rivolta al mercato a scopo di lucro. Il FINE quindi è quello di massimizzare il profitto. Una volta conseguito un profitto hanno anche la possibilità di distribuire l’UTILE PRODOTTO. L’UTILE va considerato all’interno di un determinato periodo di tempo che generalmente viene fatto coincidere con il “PERIODO AMMINISTRATIVO” che coincide con l’anno solare quindi l’UTILE è quella grandezza che viene prodotta a conclusione di un periodo amministrativo di natura CONTABILE. L’UTILE emerge dalla CONTRAPPOSIZIONE e quindi differenza tra le componenti positive di reddito e quelle negative. L’utile è una grandezza che si desume dal CONTO ECONOMICO ovvero un PROSPETTO CONTABILE ed insieme ad altri documenti costituisce il BILANCIO D’ESERCIZIO.

NO PROFIT: svolgono una attività economica rivolta alla collettività, ma SENZA scopo di LUCRO il fine consiste nel soddisfare i bisogni della collettività. Non possono, infatti, distribuire l’UTILE PRODOTTO. L’Utile deve essere RE-INVESTITO all’interno della organizzazione per finanziare nuovi investimenti.  AZIONE MUTUALISTICHE: attraverso lo SCOPO MUTUALISTICO vi è la possibilità di assicurare ai soci dell’impresa condizioni di lavoro (o acquisizioni di beni) più vantaggiose rispetto a quelle offerte dal mercato. Anche qui troviamo aziende PROFIT e NO PROFIT. Nell’ambito delle profit troviamo cooperative di consumatori e cooperative di credito mentre nell’ambito dei no profit troviamo le cooperative sociali. 4.2 la natura giuridica del soggetto aziendale 

in base alla natura giuridica del soggetto aziendale distinguiamo:  

aziende pubbliche e private; aziende individuali e collettive

L’espressione “soggetto aziendale” è da intendersi nelle due accezioni di soggetto giuridico e soggetto economico. Il SOGGETTO GIURIDICO è il titolare dei diritti e degli obblighi derivanti dallo svolgimento dell’attività economica, cioè si assume tutte le responsabilità derivanti dallo svolgimento dell’attività. Il SOGGETTO ECONOMICO è la persona che ha il potere di governo dell’azienda quindi colui che ha la capacità di definire le linee strategiche aziendali. Definiamo AZIENDA PUBBLICA quell’organismo economico di “diretta pertinenza dello stato e di altro ente pubblico”, il cui soggetto giuridico, vale a dire il soggetto titolare di diritti e di obblighi derivanti dall’esercizio dell’impresa, è una persona giuridica di diritto pubblico. La principale finalità di una azienda pubblica è quella di soddisfare i bisogni di una collettività di soggetti, dando prevalenza all’interesse sociale rispetto alla logica economica del profitto. Si definiscono AZIENDE PRIVATE, quegli organismi economici il cui soggetto giuridico è una persona fisica, o una persona giuridica, di diritto privato. In questa circostanza, il titolare dei diritti e degli obblighi non è più un ente pubblico, bensì un soggetto o un ente privato. Per quanto riguarda la distinzione tra AZIENDE INDIVIDUALI e COLLETTIVE, definiamo individuali le aziende che hanno come soggetto giuridico una persona fisica ed aziende collettive quegli organismi economici il cui soggetto giuridico è costituito da più persone fisiche o da una persona giuridica. Sono esempi di aziende collettive le società di persone e le società di capitali. In definitiva, per qualificare un’azienda collettiva come pubblica o privata occorre conoscere la natura giuridica del soggetto economico. 4.3 lo spazio in cui opera l’azienda in base al luogo in cui l’azienda nasce ed esercita la sua attività, distinguiamo:  

aziende divise; aziende indivise;

Quando un’azienda è ubicata in un unico luogo, è detta “indivisa”. Si parla di azienda “divisa” quando è ubicata in luoghi diversi mediante sezioni distaccate, che “realizzano nel loro simultaneo funzionamento l’unitaria amministrazione”. A livello organizzativo, le sezioni di una azienda divisa sono generalmente articolate secondo un preciso ordine gerarchico. L’organizzazione prevede una sede centrale a cui fanno capo diverse filiali sparse nel territorio. La divisione in filiali può essere finalizzata: a. b. c.

all’esercizio di una stessa attività in luoghi diversi; all’esercizio di attività diverse in un luogo specifico; all’esercizio di attività distinte in luoghi diversi

Nel primo caso, l’obiettivo dell’azienda consiste in una diversificazione solo territoriale dell’attività. Nel secondo caso, l’impresa utilizza le peculiarità di un dato luogo impiantandovi una pluralità di attività, per cui si realizza una diversificazione di business. Nel terzo caso, l’azienda ha l’obiettivo di diversificare sia il tipo di attività svolta che il luogo di ubicazione.

4.4 L’attività svolta Riprendendo la distinzione tra aziende di produzione ed aziende di erogazione, identifichiamo differenti tipologie in base al criterio dell’attività svolta: a. b.

La macroclasse delle aziende di produzione comprende, al suo interno, le imprese che operano nel settore primario, nel settore secondario e nel settore terziario e nel terziario avanzato; Le aziende di erogazione possono distinguersi in aziende familiari, Stato e enti pubblici, aziede composte pubbliche e aziende “no profit”.

PRIMA MACROCLASSE: -

-

-

SETTORE PRIMARIO: sono tutte le attività che sono legate allo sfruttamento delle risorse. Es. minerarie (processo di acquisizione dei prodotti presenti in natura, senza apportare ad essi trasformazioni); aziende agricole e allevamento. SETTORE SECONDARIO: sono tutte le aziende PRODUTTRICI DI BENI. Queste aziende mettono in atto un ciclo di produzione che indica una trasformazione fisica, trasformazione nel tempo ed una trasformazione nello spazio. Quella fisica fa si che la materia prima venga trasformata in un prodotto attraverso un processo tecnico produttivo. La trasformazione nel tempo consiste in quello che è il processo di conservazione del prodotto finito e poi la trasformazione nello spazio consiste nella distribuzione del prodotto finito ottenuto verso le aziende grossiste (es. aziende industriali produttrici di beni o manifatturiere) SETTORE TERZIARIO: queste aziende non svolgono una trasformazione fisica (es. aziende commerciali, produttrice di servizi, aziende bancarie, aziende assicurative SETTORE TERZIARIO AVANZATO: sono aziende di servizi nelle quali il contenuto di lavoro è molto innovativo (es. aziende informatiche)

SECONDA MACROCLASSE: -

AZIENDA FAMILIARE: soddisfa le esigenze delle componenti del nucleo familiare attraverso il reddito STATO O ALTRI ENTI: hanno la funzione di soddisfare i bisogni della collettività attraverso la tutela di interessi sociali e ciò avviene utilizzando le risorse monetarie provenienti da prelievi fiscali, tributi e contributi AZIENDE NO PROFIT: si tratta di organismi economici di natura privata, avulsi dall’organizzazione dello Stato e di altri enti pubblici. Essi hanno come oggetto principlae lo svolgimento di una attività non commerciale.

COMPONENTE SOGGETTIVA DELL’AZIENDA    

SOGGETTO GIURIDICO SOGGETTO ECONOMICO MANAGER LEADER

SOGGETTO GIURIDICO: è il titolare dei diritti e degli obblighi derivanti dall’attività svolta. Es. nell’impresa individuale il soggetto giuridico è il titolare SOGGETTO ECONOMICO: è la persona (o gruppo di persone) che esercita il supremo potere nell’azienda. Es. nell’impresa individuale il soggetto economico è il titolare. MANAGER è un soggetto che dispone di comprovate conoscenze e competenze in aree specifiche, affianca il titolare dell’impresa e si adopera nella gestione e nell’organizzazione di beni e persone di favorire il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi dell’azienda, sia essa privata o pubblica, di piccole o di grandi dimensioni, di produzione e di erogazione. La figura del manager rappresenta una garanzia di efficacia in ambito decisionale. Per svolgere le sue funzioni nel migliore dei modi, il manager deve possedere, accanto alle conoscenze e competenze tecniche necessaria, vivacità intellettuale, intraprendenza, propensione al rischio, creatività, costante tensione all’innovazione, sensibilità nell’instaurare relazione con i dipendenti. Tra le funzioni svolte dal manager abbiamo: 1. 2. 3.

La PIANIFICAZIONE, che deve essere condotta nel rispetto della mission, degli obiettivi e delle strategie di medio lungo termine, nonché dei piani operativi di breve periodo. L’ORGANIZZAZIONE, riferita sia alle risorse materiali che a quelle immateriali. La GESTIONE, intesa come attività di direzione e guida in vista del raggiungimento di obiettivi comuni.

4.

Il CONTROLLO, volto a rilevare la coerenza tra quanto programmato e quanto realizzato.

Inoltre, per svolgere efficacemente tali funzioni, il manager deve sviluppare le seguenti abilità:    

CAPACITA’ CONCETTUALI, a cui sono riconducibili gli strumenti e le conoscenze utili alla comprensione e all’interpretazione delle informazioni pervenute nel corso della gestione. CAPACITA’ TECNICHE, che comprendono tutte le conoscenze ed abilità correlate al funzionamento dei processi di una specifica area funzionale; CAPACITA’ GESTIONALI, collegate alle precedenti, che riguardano l’abilità del manager nell’amministrazione delle risorse e quindi nella pianificazione dell’organizzazione, nella gestione in senso stretto e nel controllo; CAPACITA’ DI RELAZIONI UMANE, che riguardano le abilità del manager nelle relazioni con altri soggetti;

LEADER costituisce un riferimento costante in ogni situazione. Non utilizza le risorse a sua disposizione per fini personali, e fa dei valori etici un fondamento nella costruzione delle relazioni umane. Egli conosce i punti di forza e di debolezza propri e dei suoi collaboratori, egli riesce a valorizzare le potenzialità proprie e altrui, motivando se stesso e gli altri e suscitando entusiasmo e desiderio di cambiamento. I fattori che caratterizzano il percorso motivazionale alla base dello sviluppo personale e professionale di un individuo, sono: -

SIGNIFICATIVITA’, intesa come percezione, da parte di un soggetto dell’importanza delle proprie mansioni; RESPONSABILITA’, presente nel momento in cui il soggetto è consapevole di rispondere personalmente delle azioni compiute CONOSCENZA DEI RISULTATI, che consente al soggetto l’effettivo conseguimento degli obiettivi assegnati.

Tra le leve motivazionali a disposizione del leader, ricordiamo: a. b.

c.

La partecipazione diffusa; Delega che può garantire un percorso di crescita e di responsabilizzazione d...


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