Riassunto principi contabili - Quagli PDF

Title Riassunto principi contabili - Quagli
Course ECONOMIA AZIENDALE
Institution Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria
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Riassunto utile per la parte di principi contabili...


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CAPITOLO 1 Il bilancio d’esercizio Il bilancio è un utile strumento informativo volto ad illustrare lo svolgimento della vita aziendale, ossia la sua situazione patrimoniale, economica e finanziaria. Esso è redatto in forma pubblica, al termine del periodo amministrativo (generalmente l’anno) ed è rivolto ad una molteplicità di soggetti (stakeholder interni ed esterni). E’ tramite il bilancio di esercizio che si è in grado di determinare il reddito di esercizio. Alcune finalità:  fornire il limite della ricchezza prelevabile da parte dei proprietari (solo se il bilancio evidenzia un risultato economico positivo è possibile prelevare una quota di utili quale remunerazione);  funzione di “rendiconto”, ossia strumento informativo per permettere ai proprietari dell’azienda di valutare l’operato degli amministratori;  strumento conoscitivo per il futuro aziendale  strumento di controllo di gestione, in quanto il bilancio occupa un posto centrale per la sua capacità di sintetizzare in termini monetari l’andamento della gestione. Per la redazione del bilancio, abbiamo come punti di riferimenti il Codice civile, i principi contabili nazionali dell’Organismo Italiano di Contabilità (OIC, in passato emanati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e dal Consiglio Nazionale dei Ragionieri) e i principi contabili internazionali dello IASB (International Accounting Standard Board). In sintesi le imprese che applicano i principi del Codice Civile, integrano tali principi con principi dell’OIC qualora dalle norme del C.C non sia possibile desumere una regola di comportamento. Integrano con i principi IAS/IFRS quando né C.C né principi nazionali intervengono a risolvere una situazione specifica. Le imprese che invece “sganciate” dai principi civilistici. L’International Accounting Standard Boards ( IASB) Lo IASB, avente sede a Londra è stato costituito nel 1973. Gli standard contabili dello IASB prendono il nome di:  IAS (International Accounting Standard) con riferimento a quei documenti ancora in vigore, emanati in precedenza dallo IASC (International Accounting Standard Committeed, che ora vengono aggiornati dallo IASB;  IFRS (International FInancial Reporting Standard) con riferimento ai nuovi documenti (2001) direttamente emanati dallo IASB e ai documenti che sono frutto di una rielaborazione sostanziale di “vecchi” IAS compiuta dallo IASB. Il ruolo degli IAS/IFRS assume rilevanza anche nel nostro Paese per due motivi:  essi costituiscono un punto di riferimento ne processo di sviluppo e aggiornamento della prassi contabile;  per alcuni tipi di imprese essi hanno completamente soppiantato la normativa civile e i principi contabili nazionali. In definitiva l’adozione obbligatoria dei principi contabili internazionali riguarda direttamente le imprese di grandi dimensioni e quelle che operano sui mercati di capitali, mentre per le piccole imprese si continuano ad applicare i principi del C.C La normativa fiscale Il bilancio è anche la fonte di dati indicata dalla norma tributaria per la determinazione del reddito imponibile, cioè il reddito a partire del quale vengono calcolate le imposte sui redditi. Infatti:  le società di capitali sono assoggettate all’Imposta sul Reddito delle Società (IRES), che si calcola in modo proporzionale a partire dal reddito imponibile risultante dalla dichiarazione dei redditi; 1





il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) precisa che il reddito imponibile sia determinato a partire dall’utile o dalla perdita risultante dal conto economico dell’esercizio, ma apportando le variazioni in aumento o in diminuzione conseguenti all’applicazione dei criteri che lo stesso TUIR prevede per delimitare gli effetti della soggettività delle valutazioni presenti in bilancio; le imprese sono assoggettate anche all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) che, pur avendo una base imponibile diversa dal reddito imponibile (si tratta di una sorta di valore aggiunto), è sempre calcolata a partire da componenti di reddito desunti dal bilancio d’esercizio.

Le clausole generali e i principi di redazione del bilancio d’esercizio Essi sono indicati dall’art. 2423 del C.C. Gli amministratori devono redigere il bilancio, formato dallo:  Stato Patrimoniale: in cui sono indicate le attività e le passività della società al termine del periodo amministrativo;  Conto economico: da cui si evidenzia il risultato economico in seguito alla contrapposizione di costi e ricavi;  Nota Integrativa: documento che ha la funzione di esplicare il contenuto delle voci iscritte nello S.P e nel C. E. Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio. La chiarezza fa sì che il bilancio possa essere comprensibile anche ad un utente esterno. La richiesta di rappresentazione veritiera e corretta deve essere intessa come una prescrizione di coerenza nella formulazione delle stime e delle congetture utilizzate per la formazione del bilancio. Per quanto riguarda la correttezza, essa va intesa come obbligo sia di riferirsi a criteri tecnicamente corretti nella determinazione dei valori, sia di comunicare in modo corretto le informazioni. Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo scopo. Se in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota integrativa deve motivare la deroga e deve indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondete al valore recuperato. Il bilancio è redatto in unità di euro, senza cifre decimali, ad eccezione della Nota Integrativa, che può essere redatta in migliaia di euro. I principi di redazione del bilancio I principi di redazione del bilancio vengono enunciati nel C.C dall’articolo 2423 bis. Esso stabilisce che: 1. la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva di continuazione dell’attività, nonché tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo e del passivo considerato. 2. si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla chiusura dell’esercizio. 3. si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente alla data dell’incasso o del pagamento. 4. si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’ex. , anche se conosciuti dopo la chiusura di questo. 5. gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente. 6. i criteri di valutazione non possono essere modificati da un ex. all’altro.

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Il principio della prospettiva di funzionamento dell’impresa Tale principio appare come un’ipotesi generale, in quanto il bilancio di esercizio riguarda un’azienda che ha la prospettiva di durare e non di cessare la propria attività. Il principio di prevalenza della sostanza sulla forma Tale principio richiede di individuare la sostanza economica al di là degli aspetti formali derivanti dalle implicazioni giuridiche e fiscali che li determinano. Il principio di prudenza Gli utili sperati non devono essere inviati al C.E ad influire sul reddito di esercizio, mentre i costi anche non effettivamente sostenuti ma soltanto temuti, devono invece trovarvi collocazione. Il principio di competenza E’ la guida principale per determinare il reddito d’esercizio, per determinare cioè la variazione del capitale attribuibile alla gestione svolta in ciascun periodo amministrativo in cui si suddivide la vita complessiva dell’impresa. In base al principio della competenza i costi e i ricavi vengono assegnati all’esercizio in cui le operazioni generatrici degli stessi si realizzano indipendentemente dalla loro manifestazione finanziaria. Esempio: ho venduto dei beni, i ricavi corrispondenti sono di competenza dell’esercizio indipendentemente dal fatto che ho ottenuto o meno il pagamento corrispondente. Al principio di competenza viene affiancato il principio di prudenza che consiglia di rinviare la rilevazione dell’intero risultato economico al periodo in cui il processo produttivo avrà termine, con la vendita. Il principio di continuità dei criteri di valutazione L’applicazione costante nel tempo dei medesimi criteri di valutazione è un presupposto indispensabile per poter confrontare i bilanci dei diversi esercizi.

I postulati di bilancio di esercizio secondo i principi contabili dello IASB I postulati del bilancio di esercizio secondo lo IASB sono contenuti nel Framework for the preparation of financial statements del 1989. Il framework afferma che la finalità del bilancio è quella di dare informazioni utili ad un’ampia gamma di soggetti (attuali e potenziali investitori di capitale, creditori) sulla situazione patrimoniale, sul risultato economico e sulle variazioni nella struttura finanziaria di un’azienda, affinché questi possano prendere decisioni. Il bilancio deve possedere tali caratteristiche qualitative:  comprensibilità: il bilancio deve essere di facile comprensione, ma è dato per scontato che chi visiona il bilancio sia in possesso di una certa conoscenza dei fondamenti della gestione aziendale, in quanto è assolutamente vietato omettere informazioni dal bilancio perché giudicate troppo difficili da comprendere.  significatività: intesa come utilità per i giudizi degli utenti del bilancio, che appare quando la lettura del bilancio consente all’utente di correggere valutazioni fatte in passato e compiere nuove previsioni sulla gestione aziendale. Un’informazione per essere significativa deve essere anche rilevante, cioè di utilità non marginale per l’utente.  attendibilità: riguarda la fiducia che l’utente ripone nei dati contenuti nel bilancio. Essa implica che il bilancio sia redatto in modo veritiero, che fornisca quindi una rappresentazione fedele degli eventi gestionali, privilegiando gli aspetti sostanziali sulla forma delle operazioni e adottando un atteggiamento neutrale. L’attendibilità è supportata dalla completezza del bilancio stesso e dalla prudenza.  comparabilità: tale caratteristica riguarda le tecniche contabili utilizzate per la redazione del bilancio, le quali devono essere cambiate qualora penalizzino l’attendibilità e la significatività del bilancio stesso. La comparabilità è la più importante tra le caratteristiche di bilancio, poiché è grazie alle 3

comparazioni nel tempo e nello spazio dei bilanci delle aziende che gli utenti privilegiati del bilancio ossia gli investitori, decidono se ed in quale misura investire. I postulati del bilancio di esercizio secondo i principi contabili dell’OIC Il documento n.11 dei principi contabili dell’OIC si sofferma a descrivere 15 postulati di bilancio: 1. Utilità; 2. Prevalenza della sostanza sulla forma; 3. Comprensibilità (chiarezza); 4. Neutralità (imparzialità); 5. Prudenza; 6. Periodicità della misurazione del risultato economico e del patrimonio aziendale; 7. Comparabilità; 8. Postulato della continuità; 9. Omogeneità; 10. Competenza; 11. Significatività e rilevanza dei fatti economici ai fini della loro rappresentazione in bilancio; 12. Il costo come criterio base delle valutazioni di bilancio dell’impresa; 13. Conformità del complessivo procedimento di formazione del bilancio ai corretti principi contabili; 14. Funzione informativa della nota integrativa al bilancio e delle altre informazioni necessarie; 15. Verificabilità dell’informazione.

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CAPITOLO 2 GLI SCHEMI DI BILANCIO Il bilancio di esercizio secondo il Codice Civile (art. 2423 1° comma) si compone di tre documenti: lo S.P, il C.E e la N.I. Secondo l’art. 2428 non facente parte formale del bilancio ma ad esso allegata, è la Relazione sulla Gestione, fondamentale documento nel quale gli amministratori spiegano in forma più discorsiva la gestione trascorsa e le prospettive future. Secondo i principi dell’OIC e quelli dello IASB, devono far parte del bilancio altri due prospetti: il rendiconto finanziario, nel quale si spiega la variazione complessiva che ha subito la liquidità aziendale, distinguendo le diverse cause dei flussi di cassa e il prospetto dei movimenti finanziari. L’inserimento in bilancio di questi ulteriori prospetti è stata poi affermata dalla recente direttiva UE n.51/2003, non ancora recepita in Italia. STATO PATRIMONIALE Gli elementi dello Stato Patrimoniale: le regole IASB Le attività secondo il framework dello IASB sono: 1. risorse controllate dall’azienda; 2. risultato di operazioni svolte in passato; 3. dalle quali sono attesi futuri benefici economici; 4. e tali benefici si possono misurare attendibilmente. Le passività sono: 1. obbligazioni attuali dall’azienda; 2. risultato di operazioni svolte in passato; 3. dalle quali sono attese fuoriuscite di risorse che darebbero, se mantenute in azienda, futuri benefici economici; 4. e questi sacrifici possono essere attendibilmente misurati. Il patrimonio netto secondo il framework, rappresenta il risultato della differenza tra attività e passività. Lo schema generale di classificazione, le macroclassi ed il loro contenuto L’art. 2424 distingue per lo S.P due sezioni contrapposte, l’attivo e il passivo. Queste sono a loro volta articolate in tre livelli: un primo livello contrassegnato da lettere maiuscole, un secondo livello indicato con numeri romani ed un terzo livello con numeri arabi. Per alcune voci esiste anche un quarto livello, caratterizzato da lettere minuscole. Limitandoci al primo livello, lo S.P è così composto: Nella classe A ritroviamo i crediti verso soci derivanti da sottoscrizioni di nuove quote di capitale (in fase di costituzione o aumento) per le quali non è stata ancora effettuato il conferimento. Nella classe B-C ritroviamo le immobilizzazioni che invece sono quegli elementi dell’attivo di natura durevole, destinati a durare più di un esercizio. Gli elementi opposti a tale categoria fanno parte dell’attivo circolante, che racchiude tutte le voci a breve termine o che non avranno durata superiore dell’esercizio. Nella classe D dell’attivo e nella classe E del passivo, ritroviamo i ratei ed i risconti. Questi due elementi sono simili per certi caratteri in quanto dipendono dal fatto che un costo o un ricavo sono in parte di competenza dell’esercizio di chiusura e tale costo o ricavo matura in base al decorso del tempo, ma di natura opposta. I ratei sono valori numerari presunti simili ai crediti/debiti mentre i risconti sono costi/ricavi sospesi al futuro ma la manifestazione finanziaria è già avvenuta in passato.

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La classe delle immobilizzazioni comprende tre sottoclassi:  immobilizzazioni materiali (I);  immobilizzazioni immateriali (II);  immobilizzazioni finanziarie (III). L’attivo circolante comprende quattro classi:  rimanenze di magazzino (I);  crediti (II);  attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni (III);  disponibilità liquide (IV). Le possibilità di modifica delle voci previste dallo schema civilistico L’art. 2423 ter sempre alla luce del postulato della chiarezza dispone:  possibilità di suddividere le voci indicate dai numeri arabi;  possibilità di raggruppare le voci indicate dai numeri arabi quando il loro importo è irrilevante alla fine della rappresentazione chiara veritiera e corretta o quando tale accorpamento favorisce la chiarezza del bilancio, ma nella N.I. le voci devono essere contenute separatamente;  obbligo di aggiungere altre voci quando il loro contenuto non è compreso nello schema civilistico; Lo Stato Patrimoniale secondo lo IASB Lo IAS 1 (Presentation of financial statements) non fornisce uno schema dell’S.P. ma indica solo un contenuto minimo ed alcune regole. Le attività e passività devono essere inserite nella classe corrente se destinate ad essere realizzate (attività) o estinte (passività) nel corso del ciclo operativo dell’azienda. Sono non correnti nel caso contrario. Se le attività e passività non derivano dal ciclo operativo tipico (acquisto-produzionevendita) come le attività finanziare e i finanziamenti, la distinzione consiste nella previsione della loro realizzabilità/estinguibilità entro i 12 mesi. Lo IAS non stabilisce un ordine preciso delle voci a differenza dello schema civilistico. Tra le differenze ritroviamo: la distinta evidenza degli investimenti immobiliari, la netta separazione dei crediti/debiti commerciali da quelli finanziari e la distinta evidenza al termine dell’attivo di elementi non correnti in corso di dismissione. CONTO ECONOMICO Gli elementi del Conto Economico I componenti del Conto Economico, sono i ricavi e i costi la cui differenza indica il reddito d’esercizio. Il Codice Civile come i principi contabili dell’OIC non definiscono il concetto di ricavo o costo. Al contrario lo IASB nel framework definisce:  il ricavo come incremento dei benefici economici sottoforma di afflusso o rivalutazione di attività o di decremento di passività tale da comportare un incremento del patrimonio netto;  il costo come decremento dei benefici economici sottoforma di deflusso o svalutazione di attività o di incremento di passività tale da comportare un incremento del patrimonio netto. Emerge la concezione patrimonialista dello IASB, che pone il fulcro del bilancio nello S.P. definendo prima le attività/passività e poi per derivazione i ricavi/costi. Lo IASB inoltre considera ricavo la rivalutazione di un’attività, anche se non si è avuta realizzazione con un atto di vendita. Questa impostazione è lontana dalla normativa italiana secondo cui si possono indicare soltanto gli utili realizzati alla fine dell’esercizio. L’applicazione dello IASB porta ad un risultato diverso e meno prudente di quello italiano, caratterizzato da un principio di prudenza amministrativa. Lo schema generale di classificazione, le macroclassi ed il loro contenuto L’art. 2425 bis indica una struttura del C.E scalare a due livelli. Il primo livello, contrassegnato da una lettera maiuscola, identifica cinque classi, per ciascuna delle quali deve essere riportato il totale. All’interno di ogni classe è presente una classificazione di voci individuate da numeri arabi. 6

La struttura scalare permette di evidenziare i risultati parziali che sono dati dalla differenza A – B e dal risultato prima delle imposte. Dopo quest’ultima voce devono essere separatamente indicate alla voce 22 le imposte sul reddito che precedono l’utile (perdita di eserciio) a chiusura del C.E. Nella struttura del C.E ritroviamo: La classe A comprende tutti i ricavi dei processi produttivi appartenenti sia alla gestione caratteristica che alla gestione extracaratteristica. Nella classe A non ritroviamo solo ricavi derivanti da vendite di beni/servizi ma anche: le variazioni delle rimanenze di magazzino di prodotti finiti. In questo modo la classe A contiene sia valori che hanno già avuto manifestazione finanziaria ( i ricavi di vendita), sia ricavi che sono un aumento della produzione interna ma non si è ancora tradotta in cessioni al mercato (le variazioni di magazzino). Lo schema del C.E adotta una concezione del ricavo come output “tecnico” del processo produttivo, a prescindere dal suo realizzo con atti di scambio. La classe B comprende i relativi costi cioè tutti i costi che hanno contribuito ad ottenere quegli output produttivi quindi si parla di struttura a costi e ricavi integrali per il C.E. Si ha la classificazione dei costi per natura (materie, servizi, ammortamenti, ecc) cioè i costi sono classificati secondo il correlato fattore produttivo, senza evidenziare le funzioni aziendali o i processi che tali fattori alimentano. Secondo il documento 12 si dovrebbero classificare per destinazione identificando la funzione aziendale di riferimento (industriale, commerciale, ricerca e sviluppo, amministrazione e spese generali). La differenza A – B rappresenta un risultato operativo globale, che include non solo la gestione caratteristica ma anche l’eventuale gestione extracaratteristica. La classe C include i componenti r...


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