Riassunto Sciarelli la gestione dell impresa tra teoria e pratica aziendale parte 1 PDF

Title Riassunto Sciarelli la gestione dell impresa tra teoria e pratica aziendale parte 1
Course Economia e Gestione delle Imprese
Institution Università degli Studi di Salerno
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Riassunti di Economia e Gestione delle Imprese (S. Sciarelli 2014) Capitolo Primo – L’IMPRESA E IL SUO RUOLO ECONOMICO E SOCIALE Requisiti comuni a tutte le imprese e definizione d’impresa. Un’impresa, anche se caratterizzata da strutture e comportamenti differenti in funzione degli obiettivi da raggiungere e delle attività produttive da realizzare, è contraddistinta sempre da alcuni requisiti comuni a tutte le imprese. Tali requisiti sono:  Il contenuto economico dell’attività e degli obiettivi prefissati. L’impresa, infatti, ha lo scopo di ottenere profitto utilizzando risorse scarse.  Lo svolgimento dei processi di produzione mediante l’impiego di un complesso differenziato di risorse (uomini, capitali, impianti, materiali, ecc.) dal quale crea ricchezza.  Le relazioni di scambio con entità esterne (utilizzatori o consumatori), con lo scopo di far scaturire dallo scambio un utile o un reddito.  Conseguimento di un reddito, ossia un divario positivo tra il ricavo ottenuto dai beni ceduti e il costo delle risorse impiegate nella produzione. Sulla base dei requisiti comuni a tutte le imprese sopra elencati, si può definire l’impresa come: “L’organizzazione economica che, mediante l’impiego di un complesso differenziato di risorse, svolge processi di acquisizione e di produzione di beni e servizi, da scambiare con entità esterne al fine di conseguire un reddito e soddisfare i bisogni umani.” L’impresa come sistema. L’impresa possiede un carattere sistemico, la cui caratteristica principale è quella di essere costituito da un complesso interrelato di parti, interrelato perché le singole parti sono interdipendenti rispetto a un obiettivo comune da raggiungere. Inoltre i sistemi di carattere economico e sociale operano in relazione con un ambiente esterno e proprio da questa relazione deriva la caratteristica di dinamismo causata dal rapporto con una realtà in continuo cambiamento. Riepilogando, un sistema si può definire come: “Un complesso interrelato di parti per il raggiungimento di un fine comune che opera in relazione con un ambiente esterno ed è quindi dinamico.” L’impresa può essere classificata come un sistema sociale, economico, dinamico e aperto:  Sociale perché è costituita da un insieme di parti od organi tra loro legati da relazioni d’interdipendenza per il raggiungimento di un fine condiviso (economico).  Dinamico perché muta nella dimensione e nella combinazione delle sue risorse.  Aperto perché, per operare, deve intrattenere continue relazioni di scambio (input-output) con altri sistemi o entità esterne. 1

Concezioni d’impresa. L’impresa come sistema non è assimilabile ad altri tipi di sistemi. Infatti:  L’impresa quale sistema meccanico, caratterizzata da un automatismo di funzionamento, non corrisponde alla concezione di organismo operante in relazione con tutta una serie di altri sistemi esterni.  L’impresa quale si stema biologico, paragonabile ad un organismo vivente, per quanto possa essere attraente sotto certi profili, è inaccettabile per via delle molte limitazioni che incontra. Ad esempio, a differenza degli esseri viventi, l’impresa è destinata a perdurare nel tempo, anche oltre la vita del suo fondatore.  L’impresa quale sistema cognitivo, intesa come sistema di conoscenze atto a produrre nuove conoscenze, non deve essere “estremizzata”, nel senso di poter sostenere il concetto d’impresa virtuale, priva di qualsiasi materialità. L’impresa, infatti, è definibile come un sistema complesso in cui s’intrecciano elementi tangibili e intangibili, mezzi tecnici e intelligenze secondo un disegno finalizzato alla produzione e diffusione di valore. La visione sociale dell’impresa. Il concetto economico d’impresa non può essere separato da quello sociale, le imprese, infatti, sono rette da uomini che operano per soddisfare i bisogni umani e partecipano in senso lato alla vita dell’ambiente circostante. La sua funzione non può limitarsi a produrre beni e servizi utili per una certa collettività di consumatori, ma deve necessariamente estendersi al miglioramento della qualità della vita nel contesto in cui opera. In ciò si traduce il concetto di responsabilità sociale aziendale (corporate social responsibility). In altri termini, un’impresa, per le funzioni che è chiamata a svolgere, per le risorse che attinge dall’ambiente, per l’impatto che può esercitare sul clima sociale della comunità, non può essere vista come un’iniziativa esclusivamente imprenditoriale rivolta soltanto alle finalità economiche dell’investitore proprietario. Essa deve essere più appropriatamente considerata come un sistema economico e sociale, cui prende parte una pluralità di attori, che dev’essere guidato in funzione di un giusto equilibrio tra obiettivi economici e responsabilità sociali. In conformità a queste considerazioni, l’impresa va correttamente considerata come un’istituzione a finalità plurime, il cui compito è di creare valore in senso ampio, ossia non solo valore economico, ma anche valore sociale.

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Funzioni dell’impresa. L’impresa rappresenta una realtà complessa intorno alla quale si sviluppa una rete di rapporti non solo di scambio, ma anche di collaborazione, d’informazioni, d’interessi. Essa, infatti, svolge una varietà di ruoli nei confronti di chi vi partecipa, del mercato e dell’ambiente socio-economico e costituisce allo stesso tempo una realtà sociale, giuridica, economica e organizzativa. In sintesi, l’impresa presenta tre profili di maggiore rilievo, a ciascuno dei quali si collega un diverso ruolo:  In quanto organizzazione economica, svolge la funzione economico-generale che si concretizza nel soddisfacimento di bisogni umani mediante la messa a frutto di risorse scarse o presenti in natura in modo non idoneo per essere utilizzate tal quali e nell’apportare maggiori utilità per la collettività nel suo complesso, in virtù del principio di divisione e di specializzazione del lavoro. Infatti, ogni impresa non opera solo a vantaggio della schiera, più o meno ampia, di clienti che serve, ma contribuisce a far sì che altre aziende possano dedicarsi a soddisfare altri bisogni e dovrebbe contribuire anche al miglioramento delle condizioni dell’ambiente socio-economico.  In quanto sistema sociale, adempie la funzione sociale, più limitata rispetto alla funzione economico-generale ma altrettanto importante. L’impresa va vista anche come distributrice della ricchezza creata, rappresentando uno strumento per il soddisfacimento delle necessità soprattutto di chi opera al suo interno.  In quanto struttura patrimoniale, ossia quale complesso di beni organizzato e retto per lo svolgimento di processi produttivi, svolge la funzione di produzione di reddito. Si può dunque affermare che l’impresa svolge una molteplicità di funzioni in rapporto ai differenti ruoli da essa assunti nel sistema economico sociale. E’ importante considerare la complementarità esistente tra le funzioni, ciascuna delle quali è essenziale per la realizzazione delle altre. La priorità tra le funzioni è legata al punto di osservazione del fenomeno, infatti:  Considerando l’interesse generale, la funzione primaria è quella economico-generale, ossia quella di soddisfare nel miglior modo possibile i bisogni della collettività, producendo beni idonei, per qualità e prezzo, alle esigenze degli utilizzatori e partecipando al miglioramento del livello di vita della comunità.  Considerando i partecipanti all’organizzazione , la funzione primaria è quella sociale, ossia quella di assicurare il giusto corrispettivo soprattutto alla forza lavoro.  Considerando l’imprenditore, la funzione primaria è quella di produzione del reddito, ossia un divario tra ricavi di vendita e costi di produzione che risulti soddisfacente.

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Capitolo Secondo – I RAPPORTI TRA L’IMPRESA E L’AMBIENTE SOCIO-ECONOMICO Ambiente quale contesto generale e la sua scomposizione. L’impresa, quale cellula fondamentale del sistema economico e produttivo, vive all’interno di un ambiente più vasto con il quale scambia risorse e, soprattutto, crea ricchezza. Quest’ambiente può convenzionalmente scomporsi in:  Micro-ambiente, definito dai mercati con cui l’impresa attiva lo scambio delle risorse.  Macro-ambiente, dal quale derivano vincoli e condizioni entro cui si possono verificare gli scambi. E’ opportuno precisare che non si considera l’ambiente in senso biologico o naturale, ma sotto il profilo economico-sociale. In tal senso, l’ambiente può essere inteso come: “Il contesto socio-economico all’interno del quale l’impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni.” Tale contesto è regolato da una serie di condizioni politiche, legislative, sociali, culturali ed economiche, che determinano il sistema di vincoli-opportunità entro il quale dovrà trovare sviluppo l’attività aziendale. L’ambiente può essere scomposto in quattro sub-sistemi generali:  L’ambiente politico-istituzionale, rappresentato dalla forma di governo e dall’ordinamento legislativo prevalenti nel territorio considerato. Esso esercita influenze notevoli sulla vita dell’impresa, il cui ruolo e le cui alternative di gestione possono essere più o meno fortemente vincolate dalle leggi, dagli interventi e dai controlli dei poteri pubblici. La regolamentazione pubblica determina, attraverso le leggi, l’imposizione fiscale, le norme a tutela del lavoro, ecc., la cornice entro cui potranno prendere corpo le strategie aziendali.  L’ambiente culturale-tecnologico, inteso come il contesto in cui si affermano le manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo. La cultura influenza sia coloro che operano nell’impresa, sia i gruppi esterni e si riflette sul consumo sotto forma di beni e servizi prodotti ma anche sull’avanzamento delle conoscenze e sul migliore uso delle risorse disponibili. Scienza e tecnologia rappresentano, infatti, un prodotto della cultura.  L’ambiente demografico-sociale, definito dalla struttura della popolazione residente e dalle relazioni fra gli individui e i gruppi che la compongono. La ripartizione per razza, religione, classi di età, condizione professionale, la suddivisione per strati sociali e il livello socio economico costituiscono i principali aspetti socio-demografici dell’ambiente considerato. La stratificazione sociale assume notevole importanza per l’impresa perché determina i modelli di riferimento per i singoli, sulle cui scelte incidono l’aspetto psicologico e l’aspetto sociologico. Spesso, infatti, l’individuo tende a mutuare, dai leader riconosciuti dal gruppo, i comportamenti, vale a dire sia le abitudini sia le motivazioni d’acquisto.

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 L’ambiente economico, rappresentato dal complesso delle macrovariabili (produzione agricola e industriale, prezzi e moneta ecc.) che caratterizzano un certo ambito territoriale. Può differenziarsi sotto molteplici profili, tra i quali i più importanti sono il meccanismo di regolazione della vita economica e la proprietà dei mezzi di produzione. In relazione al primo si distingue fra le forme dell’economia di mercato e di piano; in relazione al secondo si distingue tra economie liberiste e collettiviste. Nelle economie di mercato prevale il principio della libera iniziativa e quello della proprietà privata dei mezzi di produzione, per questo si parla di “economie liberiste”; nelle economie di piano, tutto è regolato dal piano, anche l’uso dei mezzi di produzione, che sono prevalentemente di proprietà della collettività, per tale motivo sovente si parla di “economia collettivista”. Per quanto concerne il Micro-ambiente, in funzione delle differenti transazioni attivate, può essere a sua volta suddiviso in:  Ambiente transazionale (scambi in entrata), difatti ogni impresa, a seconda dell’organizzazione che vorrà darsi, avrà bisogno di attingere certe risorse dall’esterno. La scelta di ricorrere al mercato per ottenere determinate risorse, dipenderà dalle comparazioni di convenienza (articolate sotto vari profili) tra il produrre all’interno le risorse e il procedere al loro acquisto all’esterno. Più tali decisioni saranno orientate per il Fare (Make), più si amplieranno i confini dell’impresa e la dipendenza dall’ambiente sarà minore, viceversa, più si ricorrerà al Comprare (Buy), più si amplierà l’ambiente transazionale e la dipendenza dall’ambiente sarà maggiore.  Ambiente competitivo (scambi in uscita), che dipenderà dalla scelta dei mercati di collocamento e delle specifiche porzioni di mercato (segmenti e nicchie) cui cedere i beni e servizi prodotti. L’impresa per attingere alle risorse e per cedere i beni prodotti dovrà interagire con una pluralità di stakeholder, che si raggrupperanno in categorie originando distinti mercati. In termini economici: “ Si ha un mercato in tutti i casi vi siano due o più contraenti disposti a scambiare fra di loro i beni rispettivamente posseduti.” Ogni impresa, dunque, si collegherà con:  Il mercato del lavoro, costituito dall’offerta di risorse umane/forza lavoro (manodopera, quadri direttivi ed impiegatizi ecc.)  Il mercato della produzione , composto dai produttori di materie prime, semilavorati, impianti e macchinari, materiali di consumo e servizi utilizzabili per l’attività aziendale.  Il mercato finanziario, rappresentato dal mercato mobiliare, dagli intermediari finanziari e da altri prestatori di capitale.  Il mercato di vendita, costituito dai potenziali acquirenti dei beni o servizi prodotti. 5

I rapporti impresa-ambiente. L’ambiente, in senso generale, determina il sistema di vincol i-opportunità dell’impresa. I vincoli possono dipendere da leggi e provvedimenti amministrativi, dal modello di cultura prevalente, dalla composizione e dalla mobilità delle classi sociali, dal tipo di governo dell’economia e dal grado di benessere della popolazione. Da ciascun sub-sistema discendono, dunque, dei condizionamenti, che finiscono per restringere l’area di manovra dell’imprenditore. Nonostante questo prevalente rapporto di dipendenza dell’impresa nei confronti dell’ambiente, l’impresa attraverso le sue scelte, esercita una notevole influenza verso l’ambiente in cui opera. Nell’interpretazione del rapporto impresa-ambiente i principali fili conduttori sono:  Il progresso tecnologico, che influenza in modo considerevole la struttura di un settore industriale e la posizione competitiva dell’impresa. È indubbio che dalle scoperte della scienza, trasfuse in appropriate tecnologie, derivi un maggior benessere economico e sociale.  L’equilibrio economico e politico a livello internazionale, che incide notevolmente sulle condizione e sull’evoluzione recente del mondo della produzione e del consumo. Si può, infatti, osservare che gli eventi di politica economica internazionale, che hanno contrassegnato l’ultimo ventennio, hanno radicalmente modificato le caratteristiche dell’ambiente socio -economico. Per effetto dell’apertura dei mercati, dell’affermarsi di nuovi importanti competitori (Cina e India), dell’intrecciarsi di lotte sul controllo delle risorse energetiche mondiali, l’ambiente è divenuto più turbolento, cioè meno prevedibile e più ostile alle imprese. Turbolenza, ostilità, diversità, complessità e insicurezza appaiono dunque i connotati ambientali che l’impresa deve imparare a fronteggiare. Internazionalizzazione e globalizzazione. Il filo conduttore dell’evoluzione dell’ambiente, negli ultimi anni, è stato senz’altro la “compressione” del tempo e dello spazio. La diffusione di mezzi sempre più veloci di trasporto di persone, cose e informazioni ha eliminato il fattore “distanza” e ha consentito di attuare il processo di comunicazione in tempo reale. Il fatto nuovo di maggior peso, affermatosi nell’ultimo trentennio, è senz’altro l’internazionalizzazione. Lo sviluppo mondiale degli scambi, la diffusione sul piano internazionale delle informazioni, l’interdipendenza delle economie di più Paesi hanno imposto a tutte le imprese un respiro internazionale. Non solo dunque la grande impresa, ma anche le piccole e medie imprese hanno dovuto imparare a proteggersi dalla concorrenza sempre più agguerrita delle imprese straniere, per poter concorrere, su scala internazionale, all’acquisizione delle risorse e al collocamento delle produzioni realizzate. La globalizzazione, invece, si riferisce ad un mercato senza confini geografici piuttosto che a un mercato mondiale omogeneo. Si sono sviluppate dunque, strategie d’internazionalizzazione e strategie di globalizzazione dei prodotti. 6

Capitolo Terzo – I PROTAGONISTI NELLA VITA DELL’IMPRESA: LA TEORIA DEGLI “STAKEHOLDER” Imprenditore e Manager. Nell’impresa la figura centrale è quella dell’Imprenditore, che può essere definito come: “Il soggetto economico che decide di rischiare i propri capitali e di dedicare le sue capacità professionali alla produzione di beni o servizi da cedere a terzi.” Joseph Schumpeter, nella “Teoria dello sviluppo economico”, individua le qualità che l’imprenditore deve possedere in modo superiore:  La capacità di previsione (“vision”), razionalità consapevole, intuito;  Lo spirito d’iniziativa, forte volontà, libertà intellettuale;  L’autorevolezza e capacità di leadership nei confronti dei collaboratori Si differenzia dal Manager, che non si assume il rischio d’ impresa, ma pone in essere le decisioni prese dall’imprenditore ed è definito come: “Il soggetto che organizza e disciplina l’uso delle risorse aziendali dando attuazione alle decisioni imprenditoriali.” Pertanto, la dottrina anglosassone distingue la funzione imprenditoriale (entrepreneural role) alla quale è attribuito il fine di creare valore, dalla funzione amministrativa (administrative role) alla quale è attribuito il fine di razionalizzare l’utilizzo delle risorse ed evitare le in efficienze. Alle figure d’imprenditore e manager sono riconducibili due definizioni importanti: “L’imprenditorialità è l’attitudine ad assumere decisioni rischiose finalizzate all’innovazione dei comportamenti aziendali.” “La managerialità è la capacità di sviluppare le decisioni imprenditoriali e attuarle in modo razionale, evitando le inefficienze (perdite).” La complementarità di questi ruoli, che spesso si combinano nello stesso soggetto, appare evidente, perché il successo di un’impresa è sempre il risultato della combinazione di efficacia (bontà delle decisioni) ed efficienza (rendimento dell’uso delle risorse). Da ciò deriva che:  L’efficacia è il valore proprio dell’imprenditorialità, intesa quale intuizione decisionale di chi governa a livello più elevato il sistema aziendale.  L’efficienza è il valore proprio della managerialità, intesa quale attitudine a realizzare il massimo rendimento nell’attuazione delle scelte aziendali.

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Attività decisoria e organi dell’impresa. L’attività decisoria è posta in essere nell’azienda con il concorso di tutti i componenti dell’organismo personale. Gli organi aziendali possono essere classificati considerando la predominanza delle funzioni e degli atti esercitati nel corso dell’attività esplicata. In tal senso si possono suddividere gli organi d’impresa in:  Organi deliberanti: si differenziano dagli organi operativi non soltanto per il predominare degli atti di decisione rispetto agli atti di esecuzione nello svolgimento delle loro funzioni, ma anche e soprattutto per il più ampio potere discrezionale esercitato nel compimento di tali atti. In una struttura societaria di grandi dimensioni si può suddividere in: organi di proprietà (azionisti), organi di amministrazione e organi di direzione. L’esercizio dei poteri di governo dell’impresa richiede la compresenza di più requisiti. Seppur necessaria, non è sufficiente solo l’autorità, intesa come il potere riconosciuto nell’ambito della struttura, ma è fondamentale che ad essa si accompagnino altri tre elementi: l’abilità professionale, la disponibilità delle informazioni e la capacità di controllo delle decisioni assunte.  Organi di controllo: spesso coincidono con gli organi deliberanti, sono coloro che hanno il compito di verificare l’effettiva realizzazione delle direttive degli organi deliberanti.  Organi esecutivi: sono tutte quelle persone (operai, impiegati) che svolgono nell'azienda un'attività materiale o intellettuale, obbedendo a ordini che ricevono da organi superiori. Esercitano prevalentemente compiti esecutivi ed hanno un potere discrezionale limitato all’attuazione di spe...


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