Riflessologia e Teoria storico-culturale PDF

Title Riflessologia e Teoria storico-culturale
Author Beatrice Domicoli
Course Origini e storia della psicologia
Institution Università Telematica Internazionale UniNettuno
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Elaborato dell’intero argomento, in cui sono stati integrati libri e lezioni....


Description

La riflessologia e Pavlov Anche la psicologia russa diede il suo contributo a quella contemporanea. L’unica psicologia accettata e definita ufficiale dalla politica di Stalin, nella vecchia Unione Sovietica, fu la riflessologia. Infatti, i contributi di questa psicologia erano più adeguati all’ideologia dominante, poiché essi permettevano di ridurre la psicologia ad una dinamica del sistema nervoso, escludendo qualsiasi fattore di tipo socio-culturale connesso all’ambiente. Questo perché l’esame dell’influenze socioculturali correva il rischio di evidenziare forme di disadattamento sociale inconcepibili in Unione Sovietica. Origini e precursore Il precursore di questa corrente è sicuramente Secenov, che formulò una teoria materialistica dei processi psichici. Egli sosteneva che la scienza psicologica dovesse essere un campo delle attività di ricerca della fisiologia e cercò di dimostrare come le attività umane superiori potessero venire ridotte ad attività involontarie realizzabili, sul piano concettuale, con il principio del riflesso. Egli affermava che sia i processi comportamentali semplici, quelli automatici, involontari, che quelli più complessi, superiori, hanno alla base il meccanismo del riflesso. Per quelli elementari si parla di riflesso spinale, per quelli più complessi di riflesso cerebrale. Dai suoi studi inoltre, derivò che il contenuto psichico, come lingua, ricordi, emozioni, deriva da un rapporto individuo-ambiente, acquisito secondo il meccanismo dei riflessi durante lo sviluppo ontogenico. La fondazione della scuola Per “riflessologia“ si intende la scuola fondata da Bechterev, che comincia ad usare questo termine al posto di “psicologia oggettiva“ o “psico-riflessologia“ solo alla fine del 1910. La riflessologia sostiene che i processi psichici sono riconducibili ai riflessi, processi puramente fisiologici ed elementari. Essa esamina dal punto di vista oggettivo non solo le funzioni più elementari, ma anche le funzioni superiori dell’essere umano che sono manifestazione del sentimento, del pensiero e della volontà. Gli esponenti principali furono Bechterev, Pavlov e Michajlovic. Vladimir Bechterev. Il suo obiettivo è quello di fondare una psicologia oggettiva e

sperimentale, priva di riferimenti spiritualistici introspettivi, con oggetto di indagine i riflessi, chiamati da lui “ riflessi associativi“.

La sua psicologia non si spinge però fino a comprendere i processi psicologici sottostanti i riflessi, perciò è come se si parlasse di una sorta di comportamentismo. Bechterev si interessò soprattutto dell’attività riflessa motoria per la particolare importanza che questa ha sul piano comportamentale nell’interazione tra l’organismo e l’ambiente. Si dedicò allo studio dei “riflessi associativi” attraverso un esperimento: con una scossa elettrica si stimolava una delle zampe anteriori di un cane. La reazione motoria della zampa stimolata e le reazioni vegetative del cane venivano registrate. In seguito la scossa era preceduta da un suono e, dopo alcune prove in cui il suono era associato alla scossa, il solo suono causava l’immediata flessione della zampa. Per Bechterev il riflesso associativo era dovuto alla formazione di una connessione tra due centri corticali distinti. Dopo un certo numero di associazioni, la stimolazione del centro acustico sarebbe stata equivalente alla stimolazione del centro somatosensoriale. Pavlov Pavlov ebbe un’impostazione più empirica nella ricerca, egli dava importanza all’esperimento, poi alla teoria. Se il suo precursore aveva rivolto la sua attenzione verso le funzioni elementari del sistema nervoso centrale e periferico, quindi verso le leggi generali del funzionamento del sistema, con attenzione ai riflessi, ai meccanismi di eccitazione e di inibizione nella trasmissione dell’impulso; Pavlov invece cercò di studiare i processi più complessi del sistema nervoso, attraverso la cosiddetta teoria dell’attività nervosa superiore. L’attività nervosa era “superiore“, in quanto era alla base delle funzioni più complesse del cervello, le funzioni del comportamento. Egli aveva abbandonato la fisiologia tradizionale e adottato una nuova impostazione teorica e metodologica per lo studio del sistema nervoso: poneva l’animale in una situazione relativamente libera in cui era possibile registrare risposte come se l’animale non si trovasse in laboratorio, ma in un ambiente naturale. Il condizionamento classico L’oggetto di studio della sua teoria saranno i riflessi incondizionati, che sono alla base di ogni dinamica psicologica, delle funzioni complesse come il linguaggio, il sonno e l’ipnosi. Questi riflessi sono in grado di elicitare, suscitare, una risposta riflessa incondizionata. Egli sosteneva che l’interazione tra organismo animale e ambiente fosse regolato dei processi superiori del sistema nervoso che si realizzano attraverso il riflesso condizionato. L’attività riflessa assicura l’adattamento dell’animale all’ambiente e permette la sopravvivenza della specie. Nel 1903 Pavlov aveva osservato come mettendo del cibo di fronte alla bocca di un cane, si producesse un immediato aumento della salivazione.

Questa relazione tra stimolo e risposta è la conseguenza di un riflesso, una risposta automatica, innata, geneticamente registrata nel sistema nervoso dell’animale fin dalla nascita quindi non un frutto della sua esperienza passata. Lo studioso inoltre notò che il cane produceva più saliva quando udiva o vedeva qualcosa che, per abitudine, precedeva il cibo. Questi riflessi condizionati o appresi, non sono innati. Ex: un cane viene legato con delle cinghie in una stanza insonorizzata e gli viene messo del cibo nella bocca, si nota che c’è un aumento di flusso di saliva. SI= stimolo incondizionato, cibo RI= risposta incondizionata, salivazione Poi Pavlov provò a far suonare ogni tanto una campanella nella stanza, per poi presentare il cibo immediatamente dopo questo suono. La campanella era uno stimolo condizionato o appreso e l’aumento della salivazione al suono della campanella una risposta condizionata. SC= stimolo condizionato, campanella RC= risposta condizionata, aumento della salivazione —-> il condizionamento classico parte dall’esistenza di uno stimolo che produce un riflesso incondizionato e, attraverso l’associazione di questo stimolo con uno stimolo neutro ripetuto, quest’ultimo sarà in grado di provocare la stessa risposta dello stimolo incondizionato, trasformandosi così da stimolo neutro a condizionato. Quest’associazione alla fine condiziona lo SC a evocare una risposta condizionata, ovvero l’aumento della salivazione. In poche parole, Pavlov riuscì a sfruttare un riflesso, ovvero una risposta innata e non appresa, per insegnare al cane un’associazione tra uno stimolo nuovo, come il suono, e una risposta come la salivazione. In questo modo si riuscì a interpretare il comportamento umano come l’apprendimento di sequenze stimolo-risposta. Inoltre osservò che gli effetti del condizionamento sono difficili da eliminare, poiché noi incorporiamo le nostre esperienze passate e questo ci risparmia il dover impararli ogni volta. La teoria dell’attività nervosa ebbe una nota influenza sulla psicologia anche per la tipologia: egli notò che negli animali si manifestavano differenze individuali notevoli durante la formazione di un riflesso condizionato. Suppose quindi che vi fossero “tipi” diversi di animali, nei quali il sistema nervoso funzionava in modo diverso. Egli riprese la classificazione dei quattro tipi di Ippocrate, sviluppata da Galeno e la rifondò sul concetto di proprietà del sistema nervoso. Egli riconobbe come proprietà due processi fondamentali che sono l’eccitazione e l’inibizione. In ogni individuo le proprietà si combinano in modo specifico. La tipologia del sistema nervoso costituisce la base della personalità di un individuo ed è quindi il punto d'incontro fondamentale tra attività nervosa superiore e psicologia.

Il paradigma della generalizzazione e discriminazione Il paradigma pavloviano risolve un altro problema: se un cane è stato condizionato ad aspettarsi un suono prima del cibo, egli emetterà saliva anche quando il suono non è proprio identico a quello usato per condizionarlo. Questo fenomeno è noto come generalizzazione dello stimolo, che sarebbe quando a un dato SC viene associata una risposta condizionata e gli stimoli simili a quello iniziale tendono a suscitare la stessa risposta. Egli nota che é anche possibile condizionare un animale a non rispondere a stimoli simili allo SC. Questo è un effetto chiamato addestramento alla discriminazione. Conclusioni= in tutti questi esperimenti, l’organismo è completamente passivo, il tipo di apprendimento che emerge è totalmente condizionato dall’ambiente di vita. Questo differenzia il condizionamento classico dal paradigma di Thorndike, in cui l’animale non è passivo, ma attivo e procede per tentativi ed errori. L’apprendimento è il riflesso delle successive correzioni da lui compiute mentre per Pavlov dipende interamente dagli stimoli ricevuti. L’uomo in realtà, a volte funziona in modo passivo, a volte in modo più attivo cercando di risolvere i problemi per prove ed errori, altre ancora grazie a un processo di insight. Ma le scuole si limitavano semplicemente a generalizzare. Sviluppi della teoria pavloviana Bernstejn criticò la cosiddetta “fisiologia delle reazioni”, propria di Pavlov, poiché caratterizzata dallo studio dell’animale in condizioni di inattività e immobilità, ma anche perché veniva proposto un continuo equilibrio tra ambiente e animale. La fisiologia dell’attività invece parte dal presupposto che l’animale é in continuo non equilibrio con l’ambiente, quindi deve continuamente valutare la situazione e regolare il proprio comportamento per adattarsi. L’attività comportamentale è soggetta a modifiche e aggiustamenti e questa correzione é possibile grazie ai processi di reafferenza. Inoltre, un’altra differenza sta nel fatto che, al posto di un rigido arco riflesso, in cui a un certo stimolo corrisponde univocamente una risposta, per vi è un anello riflesso, un processo circolare che fa sì che la risposta finale a un dato stimolo sia il risultato di successive correzioni.

Teoria storico-culturale Le origini La teoria storico-culturale nasce durante la Rivoluzione Russa del 1917, quindi in un contesto molto particolare rispetto a quello che accadeva in Europa e negli Stati Uniti. Questa scuola si caratterizza rispetto alle grandi scuole come il comportamentismo, la psicanalisi, la teoria della forma, per aver risentito fortemente dell’aspetto sociale, politico, culturale della Russia dopo la rivoluzione. All'istituto di psicologia di Mosca si forma nel 1924 un nuovo gruppo di psicologi, guidato da Lev Vygotskij [1896-1934]. Vygotskij critica le teorie riduzionistiche, cioè con un orientamento per cui i processi psicologici possono essere ridotti a processi fisiologici, ad attività del sistema nervoso. Secondo la scuola di Vygotskij i processi psichici sono invece processi indipendenti. Inoltre rifiutò l’impostazione reflessologico pavloviano, ritenendola carente per lo studio dei processi psichici superiori, che implicano comunque la considerazione della coscienza e dell’introspezione. Nonostante ciò, il concetto di riflesso ha profondamente influenzato la storia della psicologia. La sua scuola si propone come una scienza materialista e marxista dell’attività umana, che focalizza il proprio interesse sui processi psicologici superiori, influenzati dal contesto storico-culturale. Questi processi psicologici trovano un’origine interpsicologica nelle loro qualità di attività condivise tra due persone, in particolare traduttore bambino, e mediate da comportamenti strumentali di segnalazioni, in particolare dal linguaggio verbale. Questi processi psicologici vengono interiorizzati e strutturati in un sistema personale, modellato nell’interazione quotidiana con le altre persone dell’ambiente. L’ambiente Il concetto di ambiente per la scuola vygotskijana é fondamentale. Per ambiente, non intende quello naturale ecologico descritto dai fisiologi e biologi entro il quale si è evoluta una specifica specie animale, ma l’ambiente sociale, culturale, politico, la famiglia, la scuola dove il bambino cresce, le opportunità date che variano da nazione a nazione, da momento storico a momento storico. Se consideriamo le altre scuole dell’epoca: la teoria della forma o il comportamentismo, continuano ad avere un concetto di ambiente naturalistico. La prima scuola che introduce l'idea di un ambiente fortemente caratterizzato sul piano sociale e politico è appunto la scuola vygotskijana. Gli aspetti critici della riflessologia • studio degli animali in condizioni di laboratorio: come facevano gli psicologi europei nordamericani e i fisiologi russi, avveniva in situazioni inadeguate per gli animali e tanto meno adeguate nello studio del bambino o dell'adulto. Quindi Vygotskij sposta la ricerca sperimentale in contesti particolari: bambini abbandonati negli orfanotrofi, handicappati, nomadi, analfabeti.. situazioni mai affrontate dalla psicologia contemporanea.

• l'assenza» della coscienza: la coscienza non era intesa da Vygotskij come visione soggettiva, un mondo privato, riflessione personale, come era il caso ad esempio di W. James [1842-1910], ma come dimensione che caratterizza la specie umana. L'individuo umano ha una coscienza sociale, una caratteristica assente nel mondo animale. La coscienza intesa come consapevolezza delle proprie radici storiche e culturali, dell'appartenenza a una classe sociale, del possesso di un patrimonio culturale mediato dagli strumenti. Questo attacco da parte di Vygotskij alla teoria dominante (Pavlov era un'autorità: fu premio Nobel nel 1904 per la medicina; Bectherev era stato medico psichiatra personale dello zar, aveva visitato Lenin e Stalin), ebbe una ricaduta anche sulle possibilità di diffusione della sua scuola. Gli strumenti cognitivi Secondo la teoria storico culturale i processi psichici umani sono caratterizzati dalla mediazione degli strumenti, una proprietà assente negli animali. Lo strumento è qualsiasi mezzo che la specie umana ha sviluppato per interagire con l’ambiente. Quindi si può pensare agli strumenti dell’agricoltura, ma quelli che interessano molto la scuola psicologica russa che consideriamo, sono gli strumenti cognitivi, oggi li chiamiamo artefatti cognitivi: la tavoletta per scrivere, il libro, la radio,... il computer, internet, sono strumenti di mediazione esterni, che amplificano le possibilità della mente umana. Mentre uno strumento interno è il linguaggio: non solo come mezzo di comunicazione personale, ma come sistema di organizzazione del pensiero. Il concetto di strumento è un concetto chiave della scuola di Vygotskij, assente nelle altre scuole. Quindi in conclusione: Il concetto di coscienza esprime l’idea che nella storia dell’umanità ci sono dei gruppi sociali che esprimono un'esigenza di cambiamento, che si avvale di strumenti estranei al mondo animale, una coscienza storica-culturale che è maturità sociale, a cui l'educazione della famiglia, della scuola e della società è finalizzata. Importanza data da Vygotskij alla scuola e agli strumenti cui ricorre la scuola per tramandare alle generazioni di volta in volta tutto quello che la specie umana ha acquisito nel corso della sua storia. Quindi c’è una sorta di triangolazione: – il contesto storico, – il raggiungimento di una consapevolezza storica, – il tramandare questa consapevolezza storica attraverso gli strumenti. Pedagogia di Vygotskij Vygotskij è importante anche per la pedagogia: partito come insegnante si era trovato ad affrontare problemi enormi di disadattamento, analfabetizzazione di bambini con deficit (come si diceva allora in Russia).

Vygotskij riteneva che i bambini con o senza deficit dovessero essere studiati complessivamente senza distinzione. Fondò un istituto di difettologia e sviluppò una serie di ricerche soprattutto su bambini ciechi e sordo-muti per vedere come partendo dall’indagine sul deficit si potevano intravedere dei percorsi alternativi che permettessero di superare il deficit. Alla rinascita dell'interesse per questo studioso fu proprio questo aspetto che suscitò l'interesse degli studiosi occidentali e nel confronto Vygotskij – Piaget [1896-1980] veniva messo in evidenza proprio l’assenza di rilievo nella teoria piagetiana all’importanza della scuola, del contesto, all’importanza dello studio dei bambini disabili. Opera: Maturazione e apprendimento Vygotskij affronta questa tematica in un articolo ormai classico: “maturazione e apprendimento”. L'apprendimento può dipendere dalla maturazione biologica, cioè dalla sequenza degli stadi evolutivi dalla nascita all’adolescenza o primi anni di età adulta. Teorie del genere sono negli autori più importanti: J.M. Baldwin [1861-1934], J. Piaget, A. Gesell [1880-1961]; quest'ultimo fece “An Atlas of Infant Behavior” [1934], un atlante di fotografie che sottendevano il concetto per cui ci si sviluppa in funzione del livello di maturazione biologica raggiunto. Solo dopo gli anni '50/'60 è divenuto più evidente che vi è anche una forte componente genetica: non si ha solo una maturazione biologica dalla nascita in poi, ma questa stessa maturazione ontogenetica dipende, con ritardi o accelerazioni, dalle caratteristiche ereditarie. Egli affrontò anche il problema dell’intelligenza, considerato fino a quel tempo come una proprietà che il bambino ha dalla nascita e che sviluppa gradualmente, in relazione con il contesto in cui vive. Però l’intelligenza dipende anche dall’ereditarietà, se il bambino ha ereditato una forte intelligenza o una debole intelligenza, a sua volta questa quantità di intelligenza entra in contatto con l’ambiente e matura secondo fasi evolutive determinate dalla maturazione biologica. C'è uno scritto di Vygotskij che si chiama: Il fascismo in psiconeurologia. Vygotskij faceva riferimento ad una concezione razzista dei processi cognitivi dell'intelligenza ancorata all'idea di un'intelligenza come caratteristica innata nel bambino, rispetto alla quale c'era poco da fare. Questa concezione influenzava la scuola, l’istruzione e il campo della possibilità sociale. Questa teoria era dominante in Germania, Inghilterra, in Francia e negli Stati Uniti. All'epoca negli Stati Uniti gli immigrati provenienti dal bacino del Mediterraneo erano selezionati, in particolare quando arrivavano al porto di New York, con dei test di intelligenza – che secondo gli autori misuravano l'intelligenza innata – e quindi destinati a particolari professioni.

Era chiaro a Vygotskij che ci potevano essere delle partenze con ritardi congeniti (aveva lavorato con bambini disabili), ma introduce un superamento di questa catena biologica e dice che l'apprendimento grazie ad una strumentazione cognitiva adeguata può ridimensionare il limite biologico, può abbattere il ritardo e fare anticipare la maturazione biologica. La sua teoria di apprendimento e maturità mirava proprio a eliminare questi concetti che avrebbero portato a problemi come emarginazione e differenziazione in classi. Quindi da una parte ritiene che ci sia una maturazione biologica, l’ereditarietà delle caratteristiche psicologiche, ma allo stesso tempo dice che questo ritardo biologico può essere abbattuto, questo limite può essere ridimensionato. Protesi cognitive: strumenti tecnologici per potenziare l’apprendimento Tutti gli studi intrapresi dall'istituto di difettologia di Mosca, intrapresi in quegli anni riguardavano la realizzazione di protesi cognitive: strumenti tecnologici per potenziare l’apprendimento. Negli anni '30 era impensabile che si potesse ricorrere al computer o a tutta una serie di apparecchiature che vanno incontro ai problemi delle persone disabili. Se Vygotskij avesse avuto a disposizione queste apparecchiature sarebbe stato più semplice presentare e accettare il suo discorso. Nei termini poveri dal punto di vista tecnologico di quell'epoca furono prese iniziative interessanti. Ancora oggi nel settore degli audiovisivi e della formazione a distanza tutto è basato su concetti vygotskijani: sulla potenza dello strumento tecnologico per supplire a deficit cognitivi. Area di sviluppo prossimo Un altro concetto importante è l'area di sviluppo prossimo, mediata dalla strumentazione cognitiva. Vygotskij invece intende riferirsi a capacità cognitive che comunque si sviluppano, ma i...


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