Teoria della differenziazione e teoria differenziale PDF

Title Teoria della differenziazione e teoria differenziale
Author ANNAVINCENZA PISTOIA
Course Scienze della formazione primaria
Institution Università degli Studi della Basilicata
Pages 2
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Spiegazione e differenza tra le due teorie...


Description

1. TEORIA DELLO SVILUPPO DELLE EMOZIONI (differenziazione, differenziale) Teoria della differenziazione Secondo questa teoria i bambini al momento della nascita, provano solo una sorta di generica eccitazione, cioè delle emozioni prevalentemente indifferenziate, che solo successivamente si differenzieranno in stati emotivi di sconforto e di piacere. Es. Dopo 3 mesi di vita sconforto si differenzia in collera, disgusto, paura; piacere si differenzia (più tardi rispetto allo sconforto) in giubilo e affetto per gli adulti; Di conseguenza possiamo notare che lo sviluppo emotivo è subordinato a quello sociocognitivo. Si possono identificare 3 linee di differenziazione: piacere/gioia; circospezione/paura; rabbia/collera; È inoltre possibile dividere la differenziazione emotiva in sei stadi. 1. Corrisponde al 1° mese di vita del neonato, nel quale si manifestano 3 linee di differenziazione emotiva, ovvero Sorriso endogeno, trasalimento a fronte di forti stimoli, dolore che si manifesta con pianto e sconforto. Risulta assente una vera e propria elaborazione cognitiva; 2. Fino al 3° mese, qui non vi sono vere e proprie emozioni, ma precursori forti come sorriso, attenzione coatta precoce (un bambino fissa uno stimolo che percepisce bizzarro, per un lungo tempo), e pianto particolare; 3. Dai 3 ai 4 mesi nascono le emozioni vere e proprie; Piacere, rabbia, disappunto, paura. Sono emozioni basate sulle azioni del soggetto, nei confronti del mondo esterno e si ipotizza che vi sia una, seppur vaga, consapevolezza. 4. Consapevolezza maggiore delle proprie emozioni quali paura, gioia, collera, sorpresa. 5. Secondo semestre del primo anno di vita. Caratterizzato dall’attaccamento, le emozioni si fanno più graduate e sono presenti delle ambivalenze. 6. Forte sperimentazione a livello affettivo ed emotivo, con movimenti di separazione e ravvicinamento messi in atto dal bimbo nei confronti dei genitori. Quest’ultimo stadio è caratterizzato dalle emozioni di esultanza, ansia, umore irato, petulanza. Dopo i 18 mesi, appaiono altre emozioni come affetto per sé stessi, vergogna, opposizione, e più tardi orgoglio, amore, far del male intenzionale e colpa. Teoria differenziale Secondo la teoria differenziale invece il bambino sin dalla nascita riesce a provare gioia, interesse, disgusto e piacere. Le prime tracce dell’ emotività sarebbero dimostrate attraverso le diverse espressioni facciali che il neonato è capace di manifestare, come per esempio, il sorriso per esprimere serenità o soddisfazione dopo un pasto, oppure il pianto per comunicare che è affamato. Quindi secondo questa teoria le emozioni hanno una componente innata, e sono tutte indifferenziabili tra loro, e appaiono in un determinato momento. Di conseguenza lo sviluppo socio-cognitivo influenza quelle che possono essere le situazioni in cui scaturisce un’emozione, come queste possano essere controllate e il significato che possono acquisire per l’individuo. Izard distingue 3 livelli di sviluppo: a. 1° livello(2-3mesi) caratterizzato da esperienze sensorio affettive, quindi le emozioni servono per comunicare i propri bisogni, e per creare il legame madre-figlio;

Queste emozioni sono: interesse, sconforto, tristezza, sorriso endogeno, trasalimento e disgusto. b. 2° livello(3-4mesi) caratterizzato da processi cognitivo-affettivi, il bambino presta particolare attenzione al mondo esterno. Qui le emozioni sono: sorriso sociale, gioia, sorpresa, collera, paura. c. 3° livello (dai 9 mesi circa) caratterizzato da processi cognitivo-affettivi, il bambino è più consapevole di sé stesso, e de suo agire, ed è accompagnato dall’emergere di emozioni come: timidezza, colpa e disprezzo. Pistoia Annavincenza...


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