Rilevazione del polso PDF

Title Rilevazione del polso
Author Arianna De Matteis
Course Tirocinio 3
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Pages 8
File Size 275.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 102
Total Views 235

Summary

Download Rilevazione del polso PDF


Description

Rilevazione del polso 

IL termine “polso” è utilizzato per descrivere la frequenza, il ritmo e la forza del battito cardiaco rilevabile in zone centrali o periferiche; esso è l'espressione di un'onda sanguigna, sfigmica, creata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Generalmente tale onda rappresenta il volume di eiezione espulso ad ogni contrazione cardiaca ed è funzione della capacità di adattamento o compliance delle arterie.

Il polso arterioso può essere definito come l’urto dell’onda sistolica nelle arterie determinato dal movimento di dilatazione e ritorno alla posizione normale della parete del vaso. La pulsazione apprezzabile alla palpazione delle arterie periferiche rappresenta l’impulso trasmesso al flusso sanguigno dalla eiezione del sangue nell’aorta durante la sistole (60-80 ml circa). Tale pulsazione viene avvertita con facilità in corrispondenza delle arterie superficiali che poggiano su un piano osseo o muscolare contro il quale è possibile esercitare una resistenza. I fattori responsabili dell’esistenza del polso e della sua rilevabilità al tatto sono fondamentalmente due: l’intermittente eiezione di sangue da parte del cuore all’aorta e l’elasticità delle pareti dei vasi arteriosi. Il polso arterioso, inoltre, è punto di riferimento per diversi parametri: 

La forza con cui il sangue è spinto dai ventricoli



La quantità del sangue emesso ad ogni contrazione



L’elasticità delle arterie



La pressione arteriosa

Le caratteristiche che devono essere rilevate quando si valuta il polso arterioso sono tre: frequenza, ritmo e qualità.

La frequenza del polso arterioso La frequenza cardiaca (FC) è data dal numero di battiti o onde sfigmiche al minuto. Il valore considerato normale nell’adulto sano a riposo è compreso tra 60 e 85 battiti cardiaci al minuto. In questo, va tenuto in considerazione come i valori normali varino con l’età, l’allenamento allo sforzo fisico, la postura, le emozioni, i pasti, l’assunzione di stimolanti e nella gravidanza. Quando il numero dei battiti è al di sotto di 60 si parla di bradicardia, mentre quando il numero dei battiti superiore a 100 si parla di tachicardia.

Il ritmo del polso arterioso Il ritmo è l’intervallo che si realizza tra due pulsazioni che hanno uguale forza, ampiezza e durata; viene difatti definito come la cadenza dei battiti.

Se i battiti avvengono ad intervalli regolari il ritmo è regolare, mentre se avvengono ad intervalli irregolari si parla di aritmia. In riferimento a ciò va considerato come normalità, soprattutto nell’infanzia e nei giovani, il fatto che la sequenza delle pulsazioni cambi, ovvero che la frequenza sia maggiore durante l’inspirazione e minore nell’espirazione (aritmia respiratoria o sinusale). Un’assoluta irregolarità del ritmo, invece, è generalmente espressione di fibrillazione atriale. Nel momento in cui si dovesse rilevare un polso aritmico va tenuta in considerazione l’utilizzo del metodo auscultatorio per valutare la frequenza del polso apicale.

La qualità del polso arterioso Per qualità del polso solitamente ci si riferisce alla forza della pulsazione, ovvero alla pressione della pulsazione percepita dal dito del rilevatore. La qualità normale del polso è descritta come polso pieno e facilmente palpabile (o forte) e riflette la forza di contrazione del cuore, il volume di eiezione, l’elasticità delle arterie e la massa di sangue circolante. Al contrario, viene definito come debole se percepito come piccolo e filiforme. In rapporto alla quantità di sangue che il cuore eietta nelle arterie ad ogni sistole, si può parlare di polso ampio (dovuto, ad esempio, ad attività fisica e emozioni, oppure in caso di febbre o ipertrofia ventricolare), polso piccolo (emorragie, anemie) o polso filiforme (collasso cardiocircolatorio, shock). Questa classificazione si riferisce in senso lato all’ampiezza del polso, ovvero al grado di escursione sfigmica della parete del vaso, la quale dipende dall’elasticità dello stesso e dalla forza della sistole del ventricolo sinistro. In rapporto alle pressioni esistenti nell’arteria e all’elasticità della stessa, si può definire il polso duro in caso di pressioni elevate o rigidità delle pareti delle arterie (ipertensione, arteriosclerosi), in quanto il vaso palpato è di più difficile compressione. Nei bambini e nei soggetti con bassa pressione arteriosa si parla invece di polso molle, ovvero facilmente comprimibile. In base alla durata, definita come il tempo utilizzato dalla parete vasale per dilatarsi e retrarsi, si distinguono il polso tardo, se la durata dell’onda sfigmica è prolungata, e il polso celere, nel caso contrario in cui sia breve. È importante, nella valutazione dei polsi periferici, che essi siano palpati bilateralmente per confrontarne la qualità. L’uguaglianza delle pulsazioni fornisce informazioni sul flusso ematico locale: un’occlusione di un’arteria comporterebbe polsi deboli o assenti rispetto ai controlaterali. Il termine “polso” è utilizzato per descrivere la frequenza, il ritmo e la forza del battito cardiaco rilevabile in zone centrali o periferiche; esso è l'espressione di un'onda sanguigna, sfigmica, creata dalla contrazione del ventricolo sinistro del cuore. Generalmente tale onda rappresenta il volume di eiezione espulso ad ogni contrazione cardiaca ed è funzione della capacità di adattamento o compliance delle arterie.

Le caratteristiche del polso arterioso

Il polso arterioso può essere definito come l’urto dell’onda sistolica nelle arterie determinato dal movimento di dilatazione e ritorno alla posizione normale della parete del vaso. La pulsazione apprezzabile alla palpazione delle arterie periferiche rappresenta l’impulso trasmesso al flusso sanguigno dalla eiezione del sangue nell’aorta durante la sistole (60-80 ml circa). Tale pulsazione viene avvertita con facilità in corrispondenza delle arterie superficiali che poggiano su un piano osseo o muscolare contro il quale è possibile esercitare una resistenza. I fattori responsabili dell’esistenza del polso e della sua rilevabilità al tatto sono fondamentalmente due: l’intermittente eiezione di sangue da parte del cuore all’aorta e l’elasticità delle pareti dei vasi arteriosi. Il polso arterioso, inoltre, è punto di riferimento per diversi parametri: 

La forza con cui il sangue è spinto dai ventricoli



La quantità del sangue emesso ad ogni contrazione



L’elasticità delle arterie



La pressione arteriosa

Le caratteristiche che devono essere rilevate quando si valuta il polso arterioso sono tre: frequenza, ritmo e qualità.

La frequenza del polso arterioso La frequenza cardiaca (FC) è data dal numero di battiti o onde sfigmiche al minuto. Il valore considerato normale nell’adulto sano a riposo è compreso tra 60 e 85 battiti cardiaci al minuto. In questo, va tenuto in considerazione come i valori normali varino con l’età, l’allenamento allo sforzo fisico, la postura, le emozioni, i pasti, l’assunzione di stimolanti e nella gravidanza. Quando il numero dei battiti è al di sotto di 60 si parla di bradicardia, mentre quando il numero dei battiti superiore a 100 si parla di tachicardia.

Il ritmo del polso arterioso Il ritmo è l’intervallo che si realizza tra due pulsazioni che hanno uguale forza, ampiezza e durata; viene difatti definito come la cadenza dei battiti. Se i battiti avvengono ad intervalli regolari il ritmo è regolare, mentre se avvengono ad intervalli irregolari si parla di aritmia. In riferimento a ciò va considerato come normalità, soprattutto nell’infanzia e nei giovani, il fatto che la sequenza delle pulsazioni cambi, ovvero che la frequenza sia maggiore durante l’inspirazione e minore nell’espirazione (aritmia respiratoria o sinusale). Un’assoluta irregolarità del ritmo, invece, è generalmente espressione di fibrillazione atriale. Nel momento in cui si dovesse rilevare un polso aritmico va tenuta in considerazione l’utilizzo del metodo auscultatorio per valutare la frequenza del polso apicale.

La qualità del polso arterioso

Per qualità del polso solitamente ci si riferisce alla forza della pulsazione, ovvero alla pressione della pulsazione percepita dal dito del rilevatore. La qualità normale del polso è descritta come polso pieno e facilmente palpabile (o forte) e riflette la forza di contrazione del cuore, il volume di eiezione, l’elasticità delle arterie e la massa di sangue circolante. Al contrario, viene definito come debole se percepito come piccolo e filiforme. In rapporto alla quantità di sangue che il cuore eietta nelle arterie ad ogni sistole, si può parlare di polso ampio (dovuto, ad esempio, ad attività fisica e emozioni, oppure in caso di febbre o ipertrofia ventricolare), polso piccolo (emorragie, anemie) o polso filiforme (collasso cardiocircolatorio, shock). Questa classificazione si riferisce in senso lato all’ampiezza del polso, ovvero al grado di escursione sfigmica della parete del vaso, la quale dipende dall’elasticità dello stesso e dalla forza della sistole del ventricolo sinistro. In rapporto alle pressioni esistenti nell’arteria e all’elasticità della stessa, si può definire il polso duro in caso di pressioni elevate o rigidità delle pareti delle arterie (ipertensione, arteriosclerosi), in quanto il vaso palpato è di più difficile compressione. Nei bambini e nei soggetti con bassa pressione arteriosa si parla invece di polso molle, ovvero facilmente comprimibile. In base alla durata, definita come il tempo utilizzato dalla parete vasale per dilatarsi e retrarsi, si distinguono il polso tardo, se la durata dell’onda sfigmica è prolungata, e il polso celere, nel caso contrario in cui sia breve. È importante, nella valutazione dei polsi periferici, che essi siano palpati bilateralmente per confrontarne la qualità. L’uguaglianza delle pulsazioni fornisce informazioni sul flusso ematico locale: un’occlusione di un’arteria comporterebbe polsi deboli o assenti rispetto ai controlaterali.

I fattori che influenzano il polso arterioso Sono diversi i fattori che influenzano le caratteristiche del polso e la loro conoscenza permette di distinguere una situazione fisiologica da una patologica. Fattori che influenzano il polso arterioso

Motivazione

Età

Nei neonati la frequenza cardiaca è notevolmente più elevata (100-160 bpm) rispetto a quella degli adulti (60–80 bpm)

Esercizio fisico

Nel breve termine comporta un aumento della frequenza, mentre fa sì che essa diminuisca a riposo e che il soggetto allenato presenti valori più bassi rispetto alla popolazione normale

Postura

La posizione ortostatica comporta una frequenza più elevata rispetto a quella clinostatica

Stress

dolore e ansia possono aumentare la frequenza in quanto si verifica una

stimolazione del sistema nervoso simpatico Sostanze stimolanti

Abuso di caffè, alcool e tabacco possono aumentare la frequenza per stimolazione del sistema nervoso simpatico

Emorragia

In acuto, la riduzione del volume ematico comporta un aumento della frequenza in quanto si verifica una stimolazione del sistema nervoso simpatico per compensare e cercare di ripristinare una corretta ossigenazione dei tessuti

Febbre

Nei rialzi febbrili si manifesta un aumento di 8-10 battiti cardiaci ogni grado di temperatura febbrile. In caso di tifo, meningiti o ipertensione endocranica si può però avere una bradicardia relativa, nel senso che l’aumento della frequenza è minore di quanto dovrebbe essere in rapporto al rialzo febbrile. Al contrario, in caso di ipotermia si verifica una riduzione della frequenza

Farmaci

Digitale, betabloccanti, calcioantagonisti o altri farmaci ad azione cardiaca possono ridurre la frequenza, mentre altri come i diuretici (che riducono il volume intravascolare) possono aumentarla

Patologie

Mentre alcune causano aumento della frequenza (scompenso cardiaco, anemia, ipertiroidismo, collasso cardiocircolatorio, asma, patologia polmonare ostruttiva cronica) altre ne causano una riduzione (blocco atrio-ventricolare). In alcuni casi la bradicardia può essere “falsa”, come nelle fibrillazioni atriali o in presenza di extrasistoli

I metodi per la rilevazione del polso arterioso I metodi più utilizzati per la rilevazione del polso arterioso sono fondamentalmente due: 1.

Palpatorio: viene utilizzato per la rilevazione dei polsi periferici e consiste nell’uso delle dita per esaminare o rilevare alcune regioni del corpo. Il polso viene palpato con tre dita (indice, medio e anulare) esercitando una moderata pressione sulla sede di rilevazione dove la pulsazione risulta più forte. Se il polso è ritmico, il numero delle pulsazioni viene contato per 30 secondi e moltiplicato per due, mentre se è aritmico il numero di pulsazioni vanno contate per un minuto intero. Nel conteggio, il battito iniziale va contato come zero. Quando si utilizza questo metodo è importante che non sia utilizzato il pollice per la valutazione del polso, in quanto le pulsazioni percepite potrebbero essere quelle del valutatore e non quelle del paziente.

2.

Auscultatorio: rappresenta la modalità per la rilevazione del polso apicale e si avvale dell’utilizzo del fonendoscopio. Il polso apicale viene auscultato ponendo il diaframma del fonendoscopio sopra l’apice del cuore ed esercitando una lieve pressione. Ogni battito ha due suoni: il primo è causato dalla chiusura delle valvole mitrale e tricuspide che separano gli atri dai ventricoli, il secondo dalla chiusura delle valvole polmonare e aortica; questi i due suoni, assieme, costituiscono un battito cardiaco. Questo metodo può essere anche utilizzato per rilevare i polsi periferici che non possono essere rilevati mediante la palpazione. In questo caso, però, non ci si avvale di un fonendoscopio ma di un ecografo: la sonda dell’apparecchio viene posta sulla cute in corrispondenza dell’arteria che si vuole valutare e, tramite la funzione doppler, le onde trasmesse dalla sonda vengono

modificate dal flusso ematico e riflesse allo strumento che amplifica le modificazioni e le rende udibili attraverso auricolari o altoparlanti.

3. Siti di rilevazione del polso arterioso 4. Sono diversi i punti di repere anatomici per valutare il polso arterioso, ovvero tutte le zone in cui una arteria possa essere palpabile dall’esterno. Punto di repere

Localizzazione anatomica

Temporale

Localizzato tra l'occhio e l'attaccatura dei capelli appena al di sopra dell'osso zigomatico (a metà della linea immaginaria che congiunge l’apice dell’orecchio al sopracciglio)

Carotideo

Situato sull'arteria carotidea che è localizzata sul collo a lato della laringe, tra la trachea e il muscolo sternocledomastoideo. È il polso che viene utilizzato in emergenza per valutare o meno la sua presenza, guidando dunque in questo modo le procedure di rianimazione cardiopolmonare

Apicale

È il polso auscultato a livello dell'apice cardiaco nel quarto o quinto spazio intercostale sull'emiclaveare sinistra

Brachiale

Localizzato sul lato interno della piega del gomito, tra i muscoli bicipite e tricipite

Radiale

Situato lungo il radio, ovvero nel lato interno del polso in prossimità del pollice

Femorale

Localizzato in corrispondenza dell'inguine nel triangolo femorale

Popliteo

Localizzato nella fossa poplitea, ovvero dietro al ginocchio lungo il lato esterno del tendine mediale

Tibiale posteriore

Situato sull'arteria posta dietro il malleolo mediale, osso interno della caviglia, nel solco tra malleolo e tendine di Achille

Pedidio

Situato sull'arteria dorsale del piede, localizzato lungo la parte superiore del piede(dorso) lateralmente al tendine estensore dell'alluce

Procedura per la rilevazione del polso arterioso La procedura per la rilevazione del polso periferico è molto semplice, sebbene questa tecnica richieda (soprattutto nei novizi) una esecuzione frequente al fine di sviluppare la sensibilità tattile utile per il repere del sito anatomico in cui rilevare questo importante parametro vitale. Materiale occorrente: orologio con la lancetta dei secondi o cronometro

se viene utilizzato un doppler :sonda trasduttrice,cuffia fonendoscopio,gel di trasmissione,garze.



Eseguire il lavaggio sociale delle mani, e osservare il controllo delle infezioni;



Provvedere alla privacy del paziente;



Se necessario, indossare i dispositivi di protezione individuale (DPI) per contatto



Informare il paziente sulla procedura, i motivi e i dubbi sostenuti



 



Scegliere il punto di repere sul quale verrà valutato il polso arterioso, normalmente si rilevano i polsi radiali,fanno eccezione i casi in cui questi non possono essere scoperti ossia necesserio il controllo della circolazione in un'altra parte del corpo Far assumere al paziente una posizione comoda di riposo; Apprezzare il polso con l'indice e il medio (mai il pollice, poiché ha una porpria pulsazione che l’infermiere può confondere con il polso del paziente) premendo leggermente su di esso per migliorarne la valutazione; Verificare se il ritmo è regolare, l'ampiezza e la forza;



Mediante l’utilizzo di un orologio, rilevare la frequenza cardiaca: numero di battiti in 15 secondi moltiplicato per 4 se il ritmo è regolare; numero di battiti in 60 secondi se il ritmo è irregolare e si potrebbe andare in questo caso a verificare la rilevazione del polso apicale;



Se si sta rilevando per la prima volta il polso di un paziente, per ottenere i dati basali o se il polso è irregolare è necessario contare le pulsazioni per un intero minuto;



Riportare in cartella la rilevazione come battiti per min;

Usare un doppler ad ultrasuoni



Aplicare il gel di trasmissione sulla sonda e sulla pelle del paziente, il gel determina un sigillo ermetico con l’aria che permette le trasmissioni ottimali di tali onde.



Accendere l’apparecchio, tenere la sonda sul punto di rilevazione del polso, usando una leggera pressione mantenendo la sonda a contatto con la pelle



Distinguere i suoni venosi da quelli arteriosi, quello arterioso è chiaramnete pulsante ed è di tipo ritmico, il suono venoso è intermittente e varia con la respirazione.



Rimuovere tutto il gel dalla sonda e pulire il trasdutture con soluzioni acquose, e rimuovere e pulire la cute del paziente.

Delega La rilevazione del polso radiale o brachialedel paziente può essere delegata, in particolari situazioni anche dal personale di supporto previa valutazione delle loro conoscenze e abilità e al grado di complessità assistenziale. L’interpretazione dei risultati ottenuti e la determinazione delle rispsote assistenziali più idonee sono di competenza dell’infermiere. Non sono delegabili le rilevazioni dei polsi periferici

diversi da quelli delle arterie radiale e brachiale, vista la particolare abitalità necessaria per la localizzazione e interpretazione dei dati, tanto da richiedere , a volte, l’uitilizzo di apparecchiature quali dopplerad ultrasuoni.

Aspetti etici e deontologici L'infermiere, secondo il Codice Deontologico, è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica, la quale si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa. La rilevazione dei parametri vitali è una componente importante d...


Similar Free PDFs