Rivoluzione francese - riassunto del capitolo del libro Ottocendo di Detti-Gozzini PDF

Title Rivoluzione francese - riassunto del capitolo del libro Ottocendo di Detti-Gozzini
Course Storia contemporanea ii
Institution Sapienza - Università di Roma
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riassunto del capitolo del libro Ottocendo di Detti-Gozzini...


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LA RIVOLUZIONE FRANCESE 4.1 LA RIVOLUZIONE La rivoluzione francese assunse significato di radicale ed irreversibile sommovimento politico-sociale. Per capire la straordinaria influenza della rivoluzione sul mondo contemporaneo basta ricoedare i codici giuridici adottati in seguito da molti paesi. Si trattò di una rottura di eccezionale rilievo perché distrusse un antico sistema di rapporti sociali fondato sul privilegio e sul dispotismo. All'assenza di libertà politica e di uguaglianza la rivoluzione oppose liberté ed egalité, ad una società divisa in "ordini" si oppose l'unità nazionale;alla sovranità del re per diritto divino si sostituì la sovranità del popolo, espressa attraverso il voto ed esercitata da rappresentanti eletti. I principi di libertà, uguaglianza e fraternità si sono diffusi in ogni parte del globo: non solo perché si affermarono nel paese più potente e popoloso d'Europa, ma perché hanno avuto,e tutt'ora ce l'hanno, un valore universale. A quegli stessi principi si richiamarono i patrioti che si ribellarono per costruire Stati-nazione indipendenti e sovrani. 4.2 IL CROLLO DELL'ANTICO REGIME Fu la rivoluzione stessa a coniare il concetto di ancien régime per indicare il suo contrario, cioè il sistema sociale e politico che voleva abbattere. In cosa consisteva? La Francia era un paese rurale, la nobiltà e il clero possedevano oltre un terzo della terra ed esercitavano sulla società rurale un dominio di tipo feudale. La servitù era uasi scomparsia e il diritto di amministrare la giustizia sui propri territori era sempre più contestato. Clero e nobiltà erano al vertice di una società tripartita in "stati" e godevano di molti privilegi dall'esenzione fiscale all'accesso alle cariche più importanti. Sotto di questi c'era il "terzo stato": un aggregato comprendente la grande maggioranza della popolazione, anch'esso ordinato gerarchicamente: dai proprietari terrieri si scendeva ai piccoli commercianti per finire ai ceti popolari. I vertici del terzo stato erano esclusi dall'apparato del governo regio. I cardini dell' ancien régime erano: 

La feudalità



La società divisa in stati



L' assolutismo



Il sovrano era tale per diritto divino, perciò il re era una figura sacra



Ogni autorità emanava dal re e perciò conferiva all'inero edificio la sua leggittimità e la coesione di un regime

I diversi poteri (giudiziario,amministrativo,fiscale,religioso) erano stratificati in modo caotico e

inefficiente, dando luogo a ineguaglianze territoriali e sociali. Il sistema poggiva,insomma, su equilibri precari. La rapidità con cui l'antico regime crollò fu sorprendente. Perché? Un primo livello riguarda l'economia: tenuto conto dell'estrema povertà delle classi popolari, lo storico Jules Michelet, vi vide una "rivoluzione della miseria". Ma per la Francia il '700 fu un secolo di progresso dove le carestie regredirono,si verificò un incremento demografico e il commerico estero ebbe uno sviluppo impetuoso. Ma alla crescita economica subentrò intorno al 1780 una fase di stagnazione. In quel periodo un raccolto disastroso provocò una brusca impennata dei prezzi, acuendo il malessere sociale. Decisivo risultò il fallimento di tutti i tentativi di riforma dell Stato susseguitisi sotto la pressante esigenza di risanare un deficit di bilancio enorme. Sta di fatto che nessun esito sortirono i tentativi di risanamento del deficit. Prima di cadere Brienne, convocò gli stati generali e uella premessa fu il chiaro segno dell'incapacità del regime di autoriformarsi. I motivi di tale fallimento vanno ricercati nelle tensioni fra i diversi poteri del regime. I vari progetti di riforma economica erano riconducibili a due modelli: 1. Quello centralizzatore che puntava a sviluppare il mercato e aumentare il gettito introducendo un sistema fiscale equo. Ma questo avrebbe accentuato il dispotismo del potere centrale e perciò fu combattuta dai parlamenti, schierati a difesa degli interessi locali. Ma avrebbe anche portato ad una fiscalità più giusta e percò fu osteggiata dalla nobiltà. 2. Quello moderato e decentratore che intendeva ridurre la spesa pubblica e valorizzare le autonomie locali. Questo fu contrastato dagli intellettuali illuministi e dai vertici del terzo stato Protraendosi a lungo senza trovare sbocchi, il conflitto apertosi fra i poteri dello Stato, si risolse in un crescente discretito del regime che ne accentuò l'inefficienza e lo delegittimò. 4.3 L'ASSEMBLEA COSTITUENTE Gli Stati generali furono convocati per risolvere la questione fiscale ma sin dal loro insediamento, il 5 maggio 1789, fu chiaro che la posta in gioco era ben altra. La campagna per eleggerli era stata un momento di intensa mobilitazione. Selezionati per censo nella borghesia colta, i deputati del terzo stato detenevano il 50,7% dei seggi ma rappresentavano il 98% della nazione: chiesero quindi che si votasse "per testa" anziché per ordini. Aristocazia e clero si opposero e il re fece chiudere l'aula delle sedute. I delegati del terzo stato allora si riunirono in una sala designata al gioco della pallacorda e giurarono di non separarsi fino a che non venisse istituita una Costituzione (giuramento della pallacorda). L'esito era incerto perché il re aveva fatto circondare Parigi dalle truppe, a sbloccarlo fu il popolo della capitale che il 14 luglio 1789 assalì la Bastiglia. Mentre i disordini si moltiplicavano, il comitato elettorale di Parigi si era costituito in una comune, creando una guardia nazionale al comando del generale La Fayette. Dopo la presa della Bastiglia Luigi XVI dovette ritirare le truppe e accettare la coccarda blu,bianca e rossa della municipalità di Parigi ma il moto ormai non interessava più la sola

capitale. Un'altra rivoluzione era divampata nelle varie regioni rurali, dove i contadini assaltarono molti castelli e bruciarono i documenti dei prelievi signorili. La portata di questa sollevazione contadina fu enorme e per ristabilire l'ordine l'Assemblea nazionale votò una legge che aboliva gli oneri e i privilegi feudali. L'Assemblea fissò i presupposti della sua opera costituente, approvando la dichiarazione dei diritto dell'uomo e del cittadino. Il primo di tali diritti era la libertà personale, il testo citava inoltre: 

Libertà di opinione



Libertà di parola



Libertà religiosa



Gli uomini nascoli liberi



Tutti gli uomini hanno eguali diritti



Tutti gli uomini sono uguali davanti la legge



Tutti gli uomini hanno il diritto di accedere alle cariche pubbliche



La proprietà è sacra ed inviolabile



Il principio di sovranità risiede nella nazione

I lavori dell'assemblea si svolsero in un clima di forte tensione. Il re, che rifiutava di firmare tali decreti, fu costretto da una folla in armi che lo obbligò a lasciare Versailles per risiedere a Parigi. nell'assemblea si formarono dei reggruppamenti politici che presero il loro nome dai posti che occupavano nell'aula: a destra i conservatori, a sinistra i democratici. Le difficoltà più gravi vennero dalla crisi finanziaria. Per risolverla fu deciso di espropriare e mettere in vendita le proprietà del clero. Nel 1790 l'assemblea deliberò che i sacerdoti fossero retribuiti come funzionari pubblicie che giurassero fedeltà alla nazione. Questa fu condannata da Pio VI sicché uasi tutti i vescovi e metà dei parroci rifiutarono di giurare. La Chiesa francese si divise tra preti "giurati" (favorevoli alla rivoluzione) e preti "refrattari" (contrari a questa). Gli effetti della confisca dei beni del clero furono profondi sul piano politico-sociale, ma la politica finanziaria che ne derivò si sarebbe rivelata fallimentare. La costituzione entrò in vigore nel settembre 1791: la Francia era una monarchia costituzionale, il potere legislativo era affidato ad una Camera, il re aveva il diritto di veto in più l'esecutivo dipendeva dalla Corona. A seconda del censo i cittadini maschi furono divisi in passivi ed attivi; solo i secondi avevano diritto di voto e designavano gli elettori di secondo grado. Questi andavano ad eleggere l'assemblea della Camera che era composta da possidenti e notabili perché per essere eleggibili occorreva pagare un'imposta. Il

governo locale fu riorganizzato dividendo la Francia in 83 dipartimenti; il fisco venne reso più egualitario con imposte dirette sui patrimoni. Ad agosto scoppiò un'insurrezione di schiavi a Santo Domingo, battendo le truppe francesi i ribelli ottennero l'indipendenza nel 1804 ma già nel 1794 l'assemblea abolì la schiavitù. La politicizzazione della società ebbe i suoi veicoli principali nella stampa e nell'associazionismo: il primo organismo politico prese il nome di club e fu fondato da deputati bretoni. Detto il club dei Giacobini, era costituito da borghesi che sostenevano la linea prevalente dell'assemblea. Sotto la guida di un triumvirato creò centinaia di filiali in altre città. Gli si opposero un club moderato e uno monarchico, mentre la componente più popolare e radicale si ritrovò nel club dei Cordiglieri. Anche se con molte esitazioni Luigi XVI aveva mostrato un'apparente disponibilià a unirsi all'opera di rifondazione dei costituenti, ma il 20 giugno 1791 lasciò Parigi assieme alla ua famiglia con l'intento di espatriare e di chiedere la protezione e l'ntervento dell'imperatore Leopoldo II. Tale scelta esprimeva il rifiuto di Luigi a divenire un re costituzionale. Riconosciuto mentre passava a Varennes, Luigi fu ricondotto a Parigi. All'assemblea si pose così il dilemma se deporre o meno il re. Deporre Luigi XVI implicava uno scontro con il clero e la nobiltà. Mentre l'assemblea tergiversava, la guardia nazionale sparò su una folla riunitasi per chiedere la deposizione del re. L'eccidio provocò una spaccatura tra le forze popolari e quelle borghesi propensi a porre fine alla rivoluzione. La divisione investì anche i giacobini, i cui esponenti più moderati dettero vita al club dei Foglianti, fedele al programma monarchico costituzionale. 4.4 DALL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA ALLA CONVENZIONE L'entrata in vigore della costituzione determinò lo scioglimento dell'assemblea costituente e l'elezione di quella legislativa, ma la bassa affluenza al voto, riflesse l'incertezza del momento. Attorno alla figura del fratello del re si eran raccolti nobili e preti refrattari, il quale tesseva le fila di una cospirazione controrivoluzionaria. I congiurati raccolsero consensi nelle capagne del sud. Mentre si diffondeva la paura di un complotto aristocratico, la crisi economica alimentò una ripresa delle rivolte contadine con l'intento di fissare i prezzi dei generi di prima necessità. Al gruppo dei foglianti,che riteneva conclusa la rivoluzione e non voleva nuove riforme, si opponevano i giacobini e i cordiglieri che volevano la prosecuzione di questa. I giacobini erano divisi in due gruppi: 

Gli intransigenti guidati da Maximilien Robespierre



I Girondini (dal nome della regione di provenienza di molti suoi esponenti:la Gironda) più moderati e guidati da Jacques-Pierre Brissot

Ai girondini il re affidò il governo. A sbloccare una situazione sempre più tesa fu la guerra, infatti l'imperatore Francesco II era timoroso del contagio rivoluzionario. Nell' aprile 1792 la Francia dichiarò guerra all'Austria al cui fianco si schierarono Prussia e Piemonte. L'esito fu disastroso tanto che l'opinione pubblica rivoluzionaria l'attribuì ad un complotto aristocratico; questo aggravò la paralisi istituzionale del paese. L'assemblea

adottò misure contro i preti refrattari, sciolse la guardia regia e decise di far affluire a difesa di Parigi un esercito di guardie nazionali, ma il re rifiutò e sostituì il governo girondino con un esecutivo di foglianti che si mossero per ottenere un armistizio. In una situazione sempre più incandescente, l'iniziativa passo alle forze popolari che da mesi andavano organizzandosi nelle "sezioni" (assemblee di quartiere) le quali divennero i centri di raccolta del movimento dei sanculotti. Fortemente egualitari e diffidenti degli organi rappresentativi, auspicavano ad una democrazia diretta; difendevano il diritto di proprietà ma reclamavano un'conomia controllata per limitare i prezzi. Sotto la minaccia degli eserciti stranieri, il popolo delle sezioni dette vita ad un moto contro la monarchia e chiese l'elezione a suffragio universale di una nuova assemblea costituente. La Camera proclamò la patria in pericolo e molti contingenti si concentrarono a Parigi. Le sezioni della capitale costituirono un nuovo governo proclamando una comune insurrezionale e il 10 agosto dei federati spugnarono la reggia di Tuileries dove il re venne deposto e arrestatocon la sua famiglia. Nelle settimane seguenti la comune insurrezionale, impose ai girondini drastiche misure d'emergenza, tra le quali l'arresto delle persone considerate sospette. In questo clima di terrore, le elezioni a suffragio universale maschile per la Convenzione furono disertate dal 90%. Ad allentare la tensione arrivò una vittoria militare che arrestò l'avanzata prussiana e il 21 settembre 1792 la convenzione proclamò la repubblica. Il consenso dei grandi centri portuali e mercantili,contrari al predominio della capitale, fruttò alla Gironda la delegazione più forte, che occupò la destra dell'assemblea. All'estremo opposto si collocò la Montagna perchè i suoi membri (gicobini e sanculotti) sedevano nei seggi più alti dell'aula. Al centro fu chimata la Pianura una maggioranza di deputati indipendenti il cui voto andava una volta lla gironda un'altra alla montagna. I girondini, che dominavano la convenzione e il governo, operavano per ristabilire l'ordine e ridimensionare il movimento popolare ma il loro tentativo non ebbe successo. Essi subirono uno smacco, non riuscendo a rinviare la messa in stato d'accusa del re e ad evitagli così la pena capitale: processato per tradimento alla convenzione, Luigi XVI fu giustiziato il 21 gennaio 1793. Questo avvenimento riattizzò la guerra, provocando l'ingresso anche di Inghilterra e Spagna che insieme alla Prussia e al Piemonte formarono una coalizione antifrancese. I francesi subirono sconfitte e persero le loro conquiste territoriali (l'anno precedente avevano conquistato i Paesi Bassi,Renania,Nizza e la Savoia decretando l'abolizione dell' ancien régime). L'andamento della guerra rigettò il paese nell'emergenza minando l'egemonia della gironda. La più drammatica conseguenza della guerra fu l' insurrezionde della Vandea, quando il governo decretò una leva militare di 300.000 uomini. Per fronteggiare tali pericoli, su iniziativa dei montagnardi furono istituiti: un tribunale penale straordinario e una rete di comitati di sorveglianza sulle persone e le attività sospette. Il potere esecutivo fu affidato ad un Comitato di salute pubblica ma l'inflazione e la carestia accentuarono la pressione popolare. I sanculotti reclamavano un calmiere sui prezzi e altre misure di politica sociale. Il loro conflitto con i girondini, contrari a ogni limitazione della libertà economica, investì anche la natura dello Stato; la

gironda restava fedele alla separazione dei poteri e al sistema parlamentare; i sanculotti intendevano un controllo continuo e diretto sulle istituzioni elettive. Pur condividendo le idee dei girondini, i giacobini si schierarono con i sanculotti e così la gironda fu definitivamente sconfitta cedendo alla minaccia delle armi impugnate dei giacobini e accettò che i dirigenti girondini venissero arrestati e incriminati. Nel giugno 1793 la convenzione promulgò una nuova costituzione detta "dell'anno I" perché poco dopo fu varato un nuovo calendario laico; era una costituzione democratica dove vi erano affermati il diritto-dovere di insorgere contro l'oppressione e alcuni diritti sociali (lavoro, assistenza ai bisognosi...). Ma la costituzione non entrò in vigore perché il governo ne rinviò l'applicazione al termine del conflitto. Gli eserciti stranieri erano all'offensiva su tutti i fronti e a rendere più critica la situazione fu la guerra civile. Mentre la rivolta si estendeva dalla Vandea, la caduta della gironda provocò a Lione,Bordeaux e in Normandia un'insurrezione federalista contro il potere giacobino. Fu nella paura di queste emergenze che si affermò il governo rivoluzionario. 4.5 IL TERRORE L'espressione governo rivoluzionario indica un sistema di potere eccezionale: il cuore di tale sistema era il comitato di salute pubblica, alcune leggi estesero le prerogative del tribunale rivoluzionario e dei comitati di sorveglianza sui sospetti, rendendo i giudizi più sommari e sbrigativi. I dipartimenti furono sottoposti al controllo di agenti nazionali nominati dalla convenzione, mentre una parte dei deputati giacobini veniva inviata in "missione" con i compiti di sorveglianza, direzione e repressione. Gli strumenti di quella che era una vera e propria dittatura del comitato di salute pubblica non furono soltanto quelli legali. Il potere del comitato poggiò anche su una rete di società popolari affiliate al club dei giacobini. Si realizzò una commistione fra strutture statali e organismi di parte, il governo poté godere del sostegno dei sanculotti e degli eserciti rivoluzionari. Fu decretata la leva in massa a tutti i cittadini maschi; lì gli eserciti anti francesi vennero ripetutamente sconfitti e la rivolta federalista fu schiacciata. Lo sforzo compiuto per ottenere questi risultati non fu soltanto militare, ma si esplicò nella costruzione di una economia di guerra. Nel settembre 1793 i sanculotti ottennero un calmiere (maximum) dei prezzi, il quale fu esteso anche ai salari, furono inoltre decretati degli assegnati: prestiti obbligatori a spese dei ricchi e requisizioni di generi alimentari. Queste leggi furono accompagnate da misure repressive, con cui vennero ampliate le competenze del tribunale rivoluzionario e azzerate le garanzie della difesa. L'insieme di questi provvedimenti fu definito come il Terrore. Oltre a giudicare i ribelli, il tribunale celebrò anche processi politici; le prime a cadere furono le teste di nobili, preti e girondini, ma in seguito il terrore si ritorse contro le stesse forze che l'avevano instaurato. Superata la fase più drammatica della guerra, il comitato di salute pubblica fece leva sulla rigida organizzazione giacobina per ridurre il potere delle sezioni e della comune di Parigi.

I giacobini, persuasi che gravi pericoli insidiassero la rivoluzione e che solo la dittatura di una minoranza "virtuosa" l'avrebbe salvata, inasprirono la legislazione terrorista. Passata la fase più acuta dell'emergenza, nel paese crebbe un moto di repulsione per il terrore. Robespierre e i suoi rimasero sempre più isolati, finché il 27 luglio 1794 furono messi sotto accusa davanti alla convenzione e arrestati e questa volta furono le teste dei capi dei montagnardi a cadere sotto la ghigliottina. La storiografia filogiacobina, di orientamento marxista, lo ha considerato non tanto una scelta del comitato di salute pubblica, quanto un prodotto delle circostanze: furono la guerra, la crisi economica e la guerra civile a renderlo necessario. Questo ha dato un giudizio positivo del terrore. Si è posta una storiografia revisionista, il cui maggiore esponente è stato François Furet, trattando il periodo 1789-94 come una "via maestra" della storia. Il giacobinismo sarebbe sarebbe stato la matrice dei totalitarismi del Novecento. 4.6 IL DIRETTORIO La coalizione che aveva abbattuto Robespierre fu dominata dai moderati della pianura. Rappresentanti degli interessi della borghesia e di quanti si erano arricchiti con la rivoluzione, i termidoriani cercarono di stabilizzare la situazione tornando ai principi del 1789. Sciolto il club dei giacobini, smantellarono rapidamente il sistema del terrore: le leggi economiche furono revocate e si abolì il maximum che segnò il ritorno ala libera circolazione dei beni e il tribunale rivoluzionario fu soppresso. Nel 1795 la convenzione cercò di risovere il problema religioso affermando la liberà di culto e la separazione fra Stato e Chiesa ma non furono abolite le misure contro i preti ...


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