Celestina - riassunto del capitolo del libro delle arti della pace con aggiunta di riassunto PDF

Title Celestina - riassunto del capitolo del libro delle arti della pace con aggiunta di riassunto
Author Federica Di Donna
Course Letteratura spagnola I
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Summary

riassunto del capitolo del libro delle arti della pace con aggiunta di riassunto di capitolo per capitolo dell'opera ...


Description

CELESTINA non rappresenta più il romanzo, ma fu, inizialmente, una commedia anonima, che viene trasformata, successivamente, nella tragicommedia. Alcuni tendono a considerarla una novella in prosa, proprio perché si può pensare che l′autore alludeva di parodiare il romanzo sperimentale di Diego de San Pedro “Carcel de amor”, utilizzando un registro di maggiore realismo di fronte all ′idealismo tipico delle narrazioni sperimentali. Ma poiché l ′opera è costruita sul dialogo tra i personaggi, il tema è concentrato sugli amori illeciti e l′azione si svolge in un breve periodo di tempo, l′opera si situa come genere della commedia umanistica, creato da Petrarca nel XVI sec, avente come caratteristiche principali: la rappresentazione della vita quotidiana tramite il dialogo, è rivolta all′elevata classe sociale, dona verosimiglianza a personaggi e ambienti. La “Celestina” è un dialogo molto lungo che non rispetta le unità aristoteliche (spazio, azione, tempo). Il testo è presente in 2 versioni differenti, la prima della quale del 1499 sottotitolo della “comedia de Calisto y Melibea”, contenente 16 atti e non avente il nome dell′autore. Già nel 1502 circa, l ′opera viene ripubblicata col titolo “tragicommedia de Calisto y Melibea”, facendo comparire il nome dell′ritrovatore del testo Fernando de Rojas, il quale ne aggiungerà altri 5 nuovi atti. Al momento del ritrovamento dell′opera (un solo atto), Rojas aveva a malapena compiuto 20 anni. L′interpretazione del libro fu abbastanza originale, probabilmente frutto della sua formazione nell ′università di Salamanca. Egli, approfittando di un periodo di vacanze, in circa un anno, riuscì a completare opera incompiuta. È ben evidente il suo odio verso la figura femminile, che si configura soprattutto nella figura di Celestina, una vecchia mezzana, l′astuzia della quale si conosce molto bene in città. L′opera è di certo molto realista, ma alcuni fattori non possono corrispondere a un dato di realtà, poiché i personaggi, nel loro parlare, menzionano molti filosofi\autori per eccellenza, e invitano a far valere le opere, pur essendo persone della bassa classa sociale. Per il suddetto motivo, anche il fenomeno della paronomasia (utilizzo dei proverbi) non può essere visto come un elemento realista. “La Celestina” è in frutto del 400, ma conserva ancora molti aspetti medievali, sopra ai quali però, pone il desiderio dell′autore del abbandono della norma retorica che obbligava ciascuno a parlare secondo il proprio stato sociale. Per cui, si può dire che con questo si sancisce la fine del Medioevo e s′inizia una nuova epoca. LA TRAMA: Calisto e Melibea sono due giovani, egli è di media condizione sociale, lei appartiene all ′alta società. Calisto la incontra casualmente e se ne innamora perdutamente senza essere corrisposto. Con la complicità dei suoi servi: Pàrmeno e Sempronio, chiede aiuto a una vecchia mezzana di nome Celestina affinchè faccia da tramite. Quest′ultima, fa in modo che Melibea incontri Calisto e se ne innamori. Come ricompensa a ciò, riceve da Calisto una collana d′oro. I due servi, ai quali la vecchia aveva promesso di dare una parte del ricompenso, la reclamano. Ma al rifiuto di Celestina fanno in tutte le furie e la uccidono. Vengono condannati e uccisi. Altri due servi di Calisto, e le amiche di Celestina: Elicia e Areùsa, si alleano per vendicarsi. Aspettano che i due si incontrano e, grazie all′aiuto di Centurione, attirano l′attenzione di Calisto, il quale scendendo in fretta le scale,

cade rovinosamente e muore. Melibea, appresa la triste notizia, si getta dalla torre davanti agli occhi del padre, sperando di incontrare nel al di là il suo amato. Con la “Celestina”, per la prima volta, oltre all′amore, entra in scena il denaro: “che i beni, se non son condivisi, non son beni, no?”. I personaggi sono già presenti nel primo atto del libro, dai quali Rojas non potrà prescindere: Calisto, Melibea, Celestina, Pàrmeno, Sempronio, Elicia, Areùsa, Pleberio, Alisa, Sosia, Tristàn, Lucrecia e Centurione. ATTO I: la narrazione si apre nel giardino di Melibea, il classico locus amoenus della tradizione carnevalesca. Dal incontro con la donna, Calisto si definisce “prigioniero di una dolcissima prigione” e prova a corteggiare la donna come farebbero gli eroi cavallereschi. Ma, in realtà, commette l′errore nel rivolgersi a Melibea come fosse già sua, azione opposta a quella degli eroi cavallereschi. Dopo una mal andata prova a rivolgere parola a Melibea, Calisto inizia a soffrire del male profondo. In realtà, il suo dolore non è altro che un desiderio carnale per la donna. Condivide le vicende con il suo servo e amico, Sempronio, il quale gli parla della Celestina, una maestra di ogni sorta di raggiro. Calisto gli impone di fargliela conoscere. Sempronio si dirige nella casa di Celestina, dove dimora anche una sua carissima amica, Elicia. Dopo aver raccontato le vicende alla vecchia, insieme si dirigono da Calisto. Pàrmeno, un altro servo di Calisto, avendo riconosciuto la vecchia, cerca di mettere in guardia il padrone, lasciando i due dietro la porta. Celestina, avendo udito il discorso del malparlante Pàrmeno, decide di farlo trasportare dalla sua parte, offrendogli una parte di ciò che guadagnerà: “che i beni, se non son condivisi, non son beni, no?”. Inoltre, gli promette Areùsa, cugina di Elicia, della quale egli è tanto desideroso. Dopo il dialogo con Calisto, in cambio delle 100 monete d′oro, Celestina promette a Calisto Melibea, dopo di che se ne va. ATTO II: Calisto ne parla con Sempronio, e gli ordina di andare a mettere alle strette la vecchia. Dopo che Sempronio se ne va, egli rimane con Pàrmeno, il quale lo fa arrabbiare dicendo che egli si è fatto schiavo di Celestina. Per cui, Calisto arriva alla conclusione: “mille volte meglio solo, che mal accompagnato” e se ne va di casa. ATTO III: Sempronio e Celestina discutono su come procedere nella vicenda del padrone. La vecchia, svela a Sempronio di aver visto crescere Pàrmeno, e che lo porterà dalla loro parte, servendogli su un piatto d′argento Areùsa. Scende Elicia e, dopo un breve dialogo, sale in camera insieme a Sempronio. Celestina esce, per andare da Melibea. ATTO IV: Celestina riesce ad entrare nella casa di Alisa, madre di Melibea, con la scusa di volere vendere il filato, poiché altrimenti non potrebbe entrare nella casa nobile. Alisa, costretta di scappare per andare dalla sorella malata, regala un′opportunità unica a Celestina di rimanere da sola con la figlia. Mentre i due parlano, Celestina nomina Calisto. Ciò fa arrabbiare molto Melibea, che arriva al punto di minacciare Celestina. Celestina, da donna furba e intelligente, riesce a raggirare la situazione, dicendo che Calisto soffre di un mal di denti insopportabile, per cui le chiede una preghiera e il suo cordone. Riuscendo ad ottenere il cordone, la vecchia capirà di averla nel pugno. ATTO V: Celestina incontra Sempronio, con il quale proseguono verso la dimora di Calisto.

ATTO VI: mentre Celestina e Calisto dialogano, Pàrmeno, che è attento ad ascoltare il discorso dei due assieme a Sempronio, commenta negativamente ogni frase pronunciata dalla donna. Sempronio lo zittisce e insieme, in silenzio, cercano di rivelare il motivo del arrivo della vecchia. Celestina rivela a Calisto la vicenda e, affermando che il mezzo affare è fatto, gli consegna il cordone di Melibea, in cambio del mantello. Essa gli svela, in maniera dettagliata, la vicenda e se ne va a casa, accompagnata da Pàrmeno. ATTO VII: lungo il tragitto, Celestina consiglia a Pàrmeno di mostrarsi amico a Sempronio. Dopo di che, vanno insieme a casa di Areùsa. Infine, Celestina riesce a convincere anche lei di concedersi a Pàrmeno, dicendo: “l ′amore non si contraccambia che con amore, e le opere con opere”. Se ne va a casa, lasciando Pàrmeno a trascorrere la notte con Areùsa. ATTO VIII: il mattino seguente, Pàrmeno invita Areùsa a pranzo da Celestina, la quale accetta l ′invito con tanto piacere. Tornando da Areùsa, incontra Sempronio e, ambedue decidono di essere amici. Siccome “il piacere che si tiene per sé non è vero piacere”, Pàrmeno condivide la sua gioia con Sempronio. Insieme vanno da Calisto, il quale è pronto per andare alla Maddalena per pregare di aiutare Celestina a fargli ottenere Melibea. I servi, possono tranquillamente andare a pranzo dalla Celestina, sicuri che il padrone non li cercherà. ATTO IX: i due amici vanno a casa della vecchia baldracca. Al loro arrivo trovano Elicia e Areùsa già lì. Sempronio, parlando di Melibea, fa arrabbiare Elicia, ma la calmano e insieme si siedono a tavola. Nel frattempo, arriva Lucrecia, la serva di Melibea, e rivela a Celestina che la sua padrona ha dei dolori terribili, per cui vuole Celestina a casa sua. Una volta che Melibea la chiama, Celestina capisce di averla in pugno e si avvia a casa sua. ATTO X: mentre le due sono in cammino, Melibea parla da sola e capisce che ogni volta che sente il nome di Calisto si altera però non ha ancora capito che si tratta dell′amore. All′arrivo di Celestina, dopo un lungo ragionare, Melibea sviene poiché ha capito quale fosse il rimedio alla sua malattia d ′amore ed ha paura di perdere l ′onore. Infatti, quando Celstina rivela a Melibea che il male di cui soffre è, in realtà, l′amore, Melibea si sofferma sulla questione “come possa, una cosa così bella, come l′amore, suscitare tale dolore e male”. Celestina le dirà quindi, che l ′unico rimedio è chiamare Calisto. Le due fissano un appuntamento con Calisto per mezzanotte del giorno dopo. All ′arrivo di Alisa, Celestina se ne va e Alisa proibisce alla figlia di parlarle così a lungo. ATTO XI: per la strada Celestina incontra Pàrmeno e Sempronio, che vanno in cerca del padrone. Insieme vanno da Calisto e per la strada dalla chiesa verso casa, Celestina racconta di aver raggiunto il traguardo tanto desiderato. Non vedendo più dalla gioia, Calisto regala alla vecchia la collana d′oro, che poi diventerà la causa della sua morte. Celestina se ne va a casa, dove la aspetta Elicia, insieme cenano e vanno a dormire. ATTO XII: Calisto non vede l′ora di andare a parlare con l ′amata. A mezzanotte, insieme ai servi armati, vanno a casa di Melibea, dove avviene il loro primo incontro attraverso la porta, in simbolo di verginità. A causa dei rumori, i servi sono molto spaventati e arrabbiati, per cui aspettano molto il ritorno del padrone. Calisto, dopo aver fissato il prossimo appuntamento, se ne torna a casa, parlando con i servi. A causa dei rumori, si svegliano anche i genitori di Melibea, ai quali essa mente dicendo di aver avuto semplicemente sete. Quando Calisto si addormenta, i servi hanno fretta di andare da Celestina a ritirare la parte del loro guadagno, con la paura di non ottenere più nulla. Alla loro richiesta di dividere la collana, Celestina si rifiuta, poiché afferma che è lei unica ad

aver corso i rischi. Sempronio e Pàrmeno hanno una reazione talmente violenta, che decidono di ucciderla. Alle urla di Elicia, accorre la giustizia e i due per scappare saltano dalla finestra e in pessime condizioni di salute vengono arrestati. ATTO XIII: quando Calisto si sveglia, non trova i suoi servitori di fiducia, al che Tristàn, un altro suo servitore, risponde di non averli ancora visti. Calisto si addormenta di nuovo, quando arriva Sosia, tutto in lacrime. Raccontando l′avvenuto a Tristàn, decidono di svegliare il padrone e dargli la brutta notizia. Calisto, dopo la scoperta della triste verità, si abbandona alla disperazione. ATTO XIV: avviene un altro incontro, nel quale Melibea si concede a Calisto. Dopo aver soddisfatto il suo desiderio, Calisto se ne torna a casa e si lamenta di aver passato cosi poco tempo con la sua amata. ATTO XV: Elicia va a casa di Areùsa, la quale insulta un ruffiano di nome Centurione, che se ne va subito dopo l′arrivo della cugina. Elicia racconta a Areùsa l′avvenuto della notte scorsa e entrambe decidono di vendicarsi ai due amanti: Calisto e Melibea. Areùsa inoltre propone a Elicia di rimanere a vivere con lei, ma essa, non volendo rinunciare alla casa che le può portare il guadagno. ATTO XVI: Pleberio e Alisa, convinti della verginità della figlia, decidono di darle marito. Avendo sentito ciò, Melibea si arrabbia e manda Lucrecia a farli zittire. ATTO XVII: Elicia capisce che mantenere il lutto non è affatto una buona idea, poiché pensa che nel caso contrario ne Celestina ne Sempronio soffrissero più di tanto della sua scomparsa. Decide quindi di seguire il consiglio di Areùsa e di vendicarsi ai due amanti. Va a casa di essa e essa prende tutto nelle proprie mani. Invita a casa Sosia al quale fa credere di essere perdutamente innamorata di egli, e gli fa raccontare tutte le vicende di Calisto, a partire dal luogo d′incontro per concludere con l′orario. ATTO XVIII: entrambe vanno a casa di Centurione e lo pregano di vendicare su Melibea e Calisto la morte dei loro compagni. Centurione promette di fare di tutto per Areùsa, ma allo stesso tempo pensa a come fare per sottrarsi da tale vicenda. ATTO XIX: Calisto rientra nel giardino di Melibea, scavando il muro. Insieme sono impegnati nel appagamento dei propri desideri. Quando fuori invece sopraggiungono persone, su commissione di Centurione, che provocano rumore per far scendere Calisto. Calisto, scendendo dal giardino, cade e si spacca la testa. Morendo, chiede la confessione. Melibea, vedendo la morte del amato non riesce a sopravvivere al dolore e decide di togliersi anch ′essa la vita. ATTO XX: Melibea ordina a Lucrezia di chiamare il suo padre. Quando arriva nella stanza della figlia, essa finge una stretta al cuore e manda il padre a prendere gli strumenti musicali. Poi ordina a Lucrecia di far scendere il padre ai piedi della torre poiché gli deve dire una cosa importante. Sale sulla torre, svela al padre quel che è accaduto e si lascia cadere dalla torre, pensando di congiungersi col amato, credendolo morto senza la confessione. In realtà, ambedue compiono un peccato, per cui non potranno incontrarsi nel al di là. ATTO XXI: si ha qui il monologo di Pleberio. In primo luogo, invoca la vita a prendere le ricchezze patrimoniali piuttosto che a figlia. Prendendo in considerazione l ′amore, afferma che esso è colpevole e quindi lo considera come una malattia. In un secondo luogo, se la prende con il mondo, che è ingiusto perché promette molto e poco mantiene.

Vediamo qui una sovrapposizione del dolore del genitore e del concetto che la figlia fosse la sua unica erede. Per cui, tale concetto è un concetto di modernità, che viene condannato da Rojas. Infatti, la letteratura contemporanea alla Celestina, rappresenta il mondo al tramonto: mette in campo i rimpianti e un impronta di realismo. Ciò fa capire che il mondo a Rojas non piace affatto, poiché fa morire tutti i personaggi.

APPUNTI MIEI 







1497 in quel di Salamanca un giovane studente di legge trova un’opera anonima ma incompleta. L’autore anonimo aveva avviato una trama comune ai romanzi sentimentali col ricorso del genere drammatico. Probabilmente l’antiguo auctor non era estraneo al mondo letterario/universitario presentava infatti un frequente ricorso scolastico Auctoritates Aristotelis dal quale prende le citazioni su Boezio, Seneca e Aristotele. Però è da escludere che fosse stato lettore di opere come De Amore, El libro del buen amor e Tratado de como al hombre es necesario amar. L’eleganza dello stile convinse lo studnete di legge, Fernando Rojas ,sulla 20ina, a continuarlo . De la Puebla de Montalban (Toledo) famiglia di conversi, poi si trasferì a Salamnca per studiare poco dopo ottenne il baccelliere. Salamanca era da poco diventata centro culturale. Prima degli studi giuridici ha frequentato la facoltà di Arti x 3 anni studia terenzio x il latino, Proverbia Senecae. Appassionato di Juan de Mena. Continua la storia aggiungendo 15 atti al primo già esistente, grande opera di saldatura nessun lettore si sarebbe reso conto che il testo aveva 2 differenti autori. L’opera esce a Burgos nel 1499 la 1 edizione, avrà 109 edizioni questa mancava della pagina iniziale dove si trovava non solo il frontespizio ma anche il titolo dell’opera e un argumento general, iniziava quindi direttamente dal primo atto però presentava un ritratto di Calisto e Melibea nel giardino di lei. A pochi anni dopo 2 nuove edizioni, 1500 Toledo e 1501 Siviglia , qui lascia inalterato il corpo ma aggiunge dei testi. All’inizio aggiunge la lettera all’amico(funge da prologo) e un componimento in ottave (chiede perdono per gli errori presenti e spiega perché la continua) , questi insieme a incipit e argomento generale sono le parti introduttive. Alla fine c’è un altro componimento in ottave scritto però dal correttore Alonso de Proanza. Nel edizione del 1499 l’autore è totalmente anonimo, in quelle del 500 il nome dell’autore e nascosto nell’acrostico del testo in ottave in cui i lettori vengono a conoscenza anche di come Rojas ha trovato l’opera, si suppone anche quali siano gli altri autori Juan de Mena o Rodrigo Cota(entrambe false). Commedia ha 16 atti non omogenei e questa suscita perplessità perchè non appartiene a nessun genere Rojas la definisce “terrenciana obras” però hanno sempre cercato di collocarla in generi differenti come il romanzo dialogato o romando drammatico, altri hanno cercato di inventare un genere proprio per lei chiamato “Dialogo puro” (Gilman) appartiene quindi solo la Celestina, essa non può essere rappresentata perché troppo lunga e non è neanche un romanzo perché mancano le parti narrative . Alonso de Proaza colloca la Celestina sopra di ogni genere letterario che sia latino o greco, essa è stata influenzata da quella cultura umanistica italiana che girava anche nella stessa Salamanca di Rojas. Rojas ci fornisce 2 chiavi di lettura nella lettera all’amico, da come si capisce anche l’amico soffre per la malattia d’amore e l’autore cerca di mettere in guardia sia l’amico che i lettori da questa

malattia ma li mette anche in guardia da persone come CELESTINA infatti dice che non si devono rivolgere a persone come loro per evitare la rovina. Le chiavi di lettura di Rojas è un monito per i locos amantes che devono guardarsi da persone come Celestina e Sempronio però è anche un modo per mettere in guardia persone come Celestina e sempronio che a causa della loro avidità moriranno, sono le uniche che dovremmo considerare e seguire anche se poi nel tempo ne hanno inventate altre ossia la cristiana e la pessimista (monologo di plebereio). L’opera porta piacere alla lettura ma nasconde idee filosofeggianti, paragona la cosa dolce che si dà insieme la medicina amara ai malati, lui dà le nozioni importanti ai locos amantes attraverso questa lettura essa stessa piacevole (addolcisce il monito ) in modo che leggendo possano arrivare alla conclusione (non farsi prendere dall’amore pazzo) 









Nel 1502 Rojas mette mano all’opera per la seconda volta. Grandi modifiche qui aggiunse 5 nuovi capitoli, aggiunse un nuovo prologo in prosa all’inizio e alla fine un componimento di 3 ottave, anche il titolo cambiò da comedia a tragicomedia (per accontentare sia il primo autore sia i lettori in disaccordo a causa della sua fine tragica). Mette i capitoli nuovi tra il primo incontro dei due amanti e un attimo prima della morte di calisto. Per Accontentare i lettori che volevano una storia d’amore più lunga, allungando la loro storia di ben un mese questa divenne più matura come un desiderio realizzato che vuole solo la fine. La nuova edizione è arricchita di 3 episodi : 1. Monologo di calisto (si interroga sull’onore perdute e poi ritorna l’ansia del piacere 2. Dialogo di Pleberio e Alisa (Melibea assistente allo sconforto dei genitori per non essersi accasata e prova una morsa al cuore prima di ritornare il suo pensiero a Calisto) 3.Ultimo incontro d’amore in cui Calisto prende il più possibile da Melibea dalla quale però si dilegua velocemente. Per allungare il brodo Elicia e Areusa diventano personaggi importanti perché creano un nuovo intreccio. Alla morte dei loro uomini le due puttane accusano gli amanti così mandano a chiamare Centurio per rendere la morte di Calisto meno casuale. Negli atti dedicati alla vendetta XV,XVII, XVIII scopriamo un nuovo personaggio ossia Centurio da un lato risulta come un...


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