Rivoluzione francese PDF

Title Rivoluzione francese
Course Storia moderna
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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17 - RIVOLUZIONE FRANCESE La rivoluzione francese gettò le basi della civiltà contemporanea. Essa ebbe i seguenti significati:  Provocò il crollo della monarchia per diritto divino e la sovranità divenne espressione della volontà popolare e non di investitura divina;  Segnò un importante momento di rivendicazione dei diritti dell’uomo (Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino) e di affermazione di nuovi valori della convivenza civile, quali libertà, eguaglianza e fratellanza e la meritocrazia;  Fu affermato il principio politico della partecipazione e della rappresentanza politica. La situazione della Francia pre-rivoluzione non era per nulla positiva, considerato si doveva far fronte a delle problematiche in ambito sociale, culturale ed economico. Dal punto di vista sociale, la Francia era caratterizzata:  il mondo della nobiltà costituiva l’1% della popolazione. Lo 0.5% della popolazione apparteneva al clero. Il Terzo Stato era il prodotto sociale della crescente articolazione politico-amministrativa, dell’espansione economica settecentesca e delle trasformazioni delle campagne e dei ceti urbani: ne facevano parte gruppi legati al commercio internazionale, uomini d’affari, banchieri, personaggi dell’amministrazione dello stato, pubblici funzionari, professionisti come avvocati, notai, medici… Tale gruppo sociale non costituiva la borghesia, intesa come gruppo omogeneo, le loro aspirazioni erano dirette verso il feudo e il titolo di nobiltà.  Una parte dell’aristocrazia si avviava alla povertà e viveva solo di rendita e di privilegi. Molti esponenti della nobiltà e del clero erano scontenti per il fatto che consideravano il livello dei propri privilegi non adeguato. Come se non bastasse, re Luigi XVI (1774-1793) aveva adottato una politica riformatrice, che tra le altre cose prevedeva la riduzione di appannaggi pagati alla nobiltà di corte e all’alto clero e introduceva l’imposta fondiaria (che investiva le proprietà nobiliari ed ecclesiastiche);  Da un mondo contadino oppresso, oltre che da imposte ecclesiastiche e regie, anche dai diritti feudali e signorili. Inoltre, lo squilibrio tra aumento dei prezzi e crescita lenta dei salari e la crisi agraria del 1788-1789 acuirono il malcontento popolare, soprattutto delle campagne parigine;

Dal punto di vista politico-culturale:   

Le idee illuministe si diffondevano in modo massiccio negli ambienti di intellettuali e professionisti; La forza dei parlamenti provinciali era tale da impedire un’omogenea e completa riformazione del sistema francese; L’influenza della nobiltà di corte condizionava le decisioni di re Luigi XVI.

Dal punto di vista economico, l’espansione e la modernizzazione economica investirono la Francia nel 700: il commercio con l’estero aumenta del 200%; le infrastrutture furono modernizzate. Però essa arrivò più tardi dell’Inghilterra alla rivoluzione industriale perché:  Nonostante la considerevole produttività del comparto agricolo, questo non aveva permesso un accumulamento di capitali paragonabile a quello inglese;  l’opera di incoraggiamento dello Stato a favore di nuovi metodi di produzione industriale non era per nulla decisa e il sistema produttivo poteva contare su una tecnologia poco avanzata;

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   

Centri urbani poco attivi, considerato che l’80% dei 27 milioni di francesi viveva nelle campagne; La scarsa disponibilità di risorse minerarie come il carbone Basso potere d’acquisto dei redditi e conseguente limitazione della domanda interna; Situazione di collasso delle finanze pubbliche. Dapprima la politica bellicista di Luigi XIV, in seguito gli sperperi della corte parigina, quindi la partecipazione alla Guerra d’indipendenza americana

Cade tutto ciò che era fondato sull’antico regime. L’erede di Luigi XV, Luigi XVI salito al trono nel 1774, reintegrava i parlamenti ma promuoveva anche una politica riformatrice affidandone la direzione a Jacques Turgot. Il suo piano di riforma prevedeva: la libera circolazione delle merci; l’abolizione delle corporazioni; il ridimensionamento dei diritti feudali nelle campagne; l’istituzione di un’imposta fondiaria tesa a colpire la proprietà nobiliare ed ecclesiastica; la riduzione di pensioni alla nobiltà di corte e all’alto clero. Nobili, clero, parlamento e alleati indussero Luigi XVI ad allontanare Turgot. L’impegno della Francia alla guerra d’indipendenza americana contribuì a dissanguare le finanze pubbliche. Il successore di Turgot alle finanze, Necker fece ricorso a un massiccio indebitamento pubblico non potendo operare sull’imposta fondiaria. Anche Necker fallì e venne allontanato nel 1781. Nel 1783 fu nominato ministro de Calonne che vuole riuscire ad assestare il bilancio statale e crede di poter legittimare le sue scelte, convocando un’assemblea di nobili, clero e notabili. Il Terzo Stato reagì contestando la rappresentatività dell’assemblea e chiedendo la convocazione degli Stati Generali, non più riuniti dal 1614. Le fasi principali della rivoluzione furono 2: 1. la prima dalla convocazione degli Stati Generali il 5 maggio 1789 alla congiuntura del Termidoro e all’arresto e esecuzione di Robespierre (luglio 1794); 2. la seconda dalla reazione termidoriana e dal passaggio dei poteri al Direttorio alla proclamazione di Napoleone imperatore (1804).

GLI STATI GENERALI Lo stato francese era alle soglie della bancarotta. Il pessimo raccolto aveva provocato una grave carestia. L’industria tessile subiva la concorrenza inglese; la disoccupazione era crescente. Il problema centrale nella convocazione degli stati generali era la modalità di convocazione e di voto nell’assemblea. Questa era composta dai rappresentanti del clero, nobiltà e Terzo Stato. Nel settembre 1788 il Parlamento dichiarava che i 3 ordini dovevano riunirsi e votare separatamente: in questo modo clero e nobiltà avrebbero avuto sempre il sopravvento nelle delibere. Necker, richiamato dal re, sosteneva il raddoppiamento dei rappresentanti del Terzo Stato e il voto per testa e non per ordine. La nobiltà non era d’accordo. Sia nobiltà che Terzo Stato miravano ad una riduzione del potere assoluto del re, ad un maggiore decentramento amministrativo e ad un aumento delle libertà individuali. Tuttavia, erano discordi relativamente al voto per testa e all’uguaglianza dei diritti. Ma i nobili la pensavano diversamente e a dicembre inviarono al re una supplica. Necker riuscì a spuntarla e il 27 dicembre il consiglio del re accordò al terzo stato il raddoppiamento. La nobiltà esplose provocando la guerra civile. I ceti privilegiati chiedevano il mantenimento del sistema degli ordini, si opponevano al voto per testa e all’abolizione dei diritti signorili. Gli Stati Generali si riunirono a Versailles il 5 maggio 1789, dopo aver eletto i delegati in tutte le province francesi : di

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essi una metà era costituita dai rappresentanti del Terzo Stato, l’altra metà era formata da rappresentanti della nobiltà e del clero. Nobiltà e clero prima rifiutarono la proposta del Terzo Stato di riunirsi in un’unica assemblea ma la divisione al loro interno e la resistenza della corte giocarono a favore delle rivendicazioni del Terzo Stato. Una mozione a favore dell’unicità dell’assemblea passò a maggioranza tra il clero. 20 giugno 1789: i delegati si riunirono nella sala destinata al gioco della pallacorda, dove, con il giuramento della pallacorda, ribadirono la loro unità, il carattere nazionale dell’assemblea e la volontà di redigere una solida costituzione. 9 luglio i rappresentanti del Terzo Stato, del clero e dei nobili liberali, dopo essersi opposti all’ordine del re di procedere e deliberare divisi per ordini, e si proclamarono Assemblea Nazionale Costituente. Ma tale evento non permetteva di parlare di rivoluzione. I moti acquisirono le caratteristiche rivoluzionarie per la partecipazione delle masse popolari e per il ricorso alla forza armata (che segnò lo scoppio della guerra civile).

ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE (1789-91) Un vecchio organismo come gli stati generali aveva impresso una svolta alla vita politica francese: si era dato il compito di sostituire alla monarchia per diritto divino la monarchia costituzionale, aveva proclamato la nazione unica fonte di sovranità. E Luigi XVI riconobbe l’assemblea nazionale, ma non accettò la sconfitta, fece circondare Versailles e Parigi da mercenari stranieri; licenziò il ministro Necker. Nella capitale si diffuse la paura, già da tempo i parigini erano in agitazione per il rincaro del pane a causa del cattivo raccolto dell’anno precedente. Si verificarono le prime manifestazioni, e il popolo cominciò a cercare armi per difendersi, quando si diffuse la voce che all’interno della Bastiglia, l’antica fortezza in cui erano rinchiusi i detenuti politici, si trovavano grandi quantità di munizioni. Allora una grande folla assaltò la fortezza e se ne impadronì: 14 luglio 1789, festa nazionale. I soldati uccisero un centinaio di persone ma si arresero. Luigi XVI doveva correre ai ripari e richiamò Necker al governo e licenziò le truppe straniere. Nelle città si costituirono municipalità fedeli all’assemblea nazionale e una forza armata che prese il nome di guardia nazionale al comando del generale La Fayette. Nelle campagne ci furono rivolte antifeudali e colpirono castelli, archivi signorili ecc… 4 agosto l’assemblea nazionale decise l’abolizione dei privilegi feudali e del feudalesimo come regime su uomini e terre. 26 agosto l’assemblea proclamava (ispirandosi alla Dichiarazione americana) in 17 articoli la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” in cui erano enunciati i principi dell’89 e le principali rivendicazioni del Terzo Stato:  Libertà di espressione, uguaglianza di fronte alla legge, equità fiscale, diritto di proprietà, ammissione di tutti i cittadini alle cariche pubbliche;  Principio della sovranità nazionale, la sovranità appartiene al popolo contro il preteso diritto divino dei re  Principio della divisione dei poteri dello Stato, contro l’assolutismo monarchico Mancava ai decreti l’approvazione del re che li approvò solo dopo una marcia popolare di 10.000 parigini su Versailles e l’arrivo a corte della guardia nazionale. Sotto la pressione della folla che invase i suoi appartamenti e di Maria Antonietta, il re fu costretto a subire il trasferimento della corte a Parigi, nel palazzo delle Tuileries. La costituente si trasferì a Parigi e creò una democrazia parlamentare sotto l’egida del re e della legge.  I beni della Chiesa divennero proprietà della nazione.

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La riforma agraria fu attuata attraverso la soppressione di tutti i privilegi connessi al feudalesimo.  Nel rapporto centro-periferia furono assegnati larghi poteri alle municipalità e il territorio fu riorganizzato in dipartimenti, distretti e cantoni.  In campo giudiziario, fu abolita la venalità degli uffici e la sfera giudiziaria fu distinta da quella amministrativa. 1790 fu approvata la costituzione civile del clero. Tutte le cariche dal vescovo al parroco furono elettive. Il clero venne sottoposto al controllo dello stato. La reazione di Roma e del pontefice Pio VI fu durissima. In Francia il clero si spaccò: alcuni accettarono il nuovo ordinamento (preti costituzionali), altri rimasero fedeli alla gerarchia di Roma (preti refrattari) Il dibattito all’interno dell’assemblea nazionale si concentrava sulla nuova costituzione da dare al Paese. Si erano formati due schieramenti: uno più moderato, che solitamente sedeva a destra della presidenza, l’altro più radicale, a sinistra (da allora i termini destra e sinistra sono diventati sinonimi rispettivamente di posizioni conservatrici e tradizionaliste, e dall’altro lato progressiste e anche rivoluzionarie). Nessuno però in quel momento, metteva in discussione l’istituto monarchico: l’intento era dare vita a una monarchia costituzionale. L’attività legislativa e le scelte politiche dell’assemblea nazionale furono coronate nella COSTITUZIONE LIBERALE del settembre 1791, basata sulla divisione dei poteri:  Potere legislativo affidato a un’assemblea monocamerale, eletta a suffragio censitario  Potere esecutivo affidato al re che nominava un governo (al re era concesso anche il diritto di veto sulle deliberazioni dell’assemblea legislativa  Potere giudiziario affidato a tribunali di diversi gradi con giudici elettivi Nella costituzione del 1791 erano realizzate le idee ispiratrici dell’Illuminismo come la separazione dei poteri e la nuova concezione della rappresentanza fondata sulla democrazia parlamentare. Però per poter funzionare, l’esperimento di monarchia costituzionale avrebbe avuto bisogno della collaborazione del sovrano. Ma Luigi XIV non intendeva rinunciare alle sue prerogative di sovrano assoluto. Tra il 20 - 21 giugno Luigi tentò di lasciare il Paese; fu bloccato e arrestato a Varennes e condotto sotto scorta a Parigi. La fuga del re e la reazione che provocò portarono alla scoperta gli schieramenti, le forze e i leader della rivoluzione. La minoranza repubblicana fece ricorso al principale strumento di mobilitazione popolare: il club dei Giacobini (perché si riunivano nel convento sconsacrato dei domenicani a Parigi, ma il nome ufficiale era Società degli amici della costituzione). Nel 1790 si divide in diversi club. Il più radicale di questi club era quello dei Cordiglieri che raccoglievano esponenti di ceti diversi ed erano il canale di collegamento tra artigiani, salariati parigini e professionisti. Dal centro giacobino, oltre alla sinistra dei cordiglieri si staccò la destra dei foglianti, che sosteneva la monarchia. Austria e Prussia, con la Dichiarazione di Pillnitz nel 1791 avevano minacciato l’intervento militare in Francia, poiché la condizione del re di Francia fu considerata oggetto di comune interesse per tutti i sovrani d’Europa. Inghilterra, Spagna e Savoia non volevano esporsi a una guerra. A Pillnitz non fu possibile raggiungere un accordo per un intervento armato contro la Francia. Quindi Luigi XVI fu costretto ad accettare la costituzione, il sovrano venne reintegrato nei suoi poteri e la costituente si sciolse.

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ASSEMBLEA LEGISLATIVA

(1791-92) 1 ottobre 1791 si riunisce l’assemblea legislativa composta da deputati foglianti, giacobini e cordiglieri. Una nuova sinistra si formava nell’assemblea legislativa: il gruppo chiamato dei Girondini che reclutava la piccola borghesia ed era favorevole al consolidamento della democrazia politica e alla guerra contro l’Austria per sconfiggere i nemici interni ed esterni alla rivoluzione. Luigi XVI nel 1792 sotto la pressione dei girondini dichiarò guerra all’Austria. Gli inizi della campagna militare furono disastrosi per la Francia e l’assemblea legislativa proclamò che la patria era in pericolo. Mentre l’esercito austriaco e prussiano avanzavano verso Parigi, i cittadini passivi parigino - sanculotti (da “sans culottes” ovvero senza calzoni corti, indossati da nobili e borghesi) assalirono il palazzo delle Tuileries, 10 agosto 1792, uccise le guardie e costrinse Luigi a mettersi sotto la protezione dell’assemblea legislativa. Questa votò la deposizione del sovrano, il riconoscimento di una nuova municipalità parigina ( LA COMUNE INSURREZIONALE), la creazione di un consiglio esecutivo provvisorio in attesa di elezioni a suffragio universale maschile. La caduta della monarchia rappresentò la vittoria del movimento democratico. Intanto l’esercito prussiano avanzava a Parigi. Settembre 1792: i sanculotti invadono le carceri e fanno strage dei prigionieri comuni scambiati per nemici della rivoluzione. A risollevare le sorti della rivoluzione fu la vittoria francese sull’esercito austro-prussiano a Valmy a cui seguì l’occupazione del Belgio, Nizza e Savoia.

LA CONVEZIONE (1793) In questo clima si svolsero le elezioni per la nuova assemblea: la Convezione, formalmente eletta a suffragio universale maschile, ma di fatto votata solo dal 10% dei francesi. Essa si riunì la prima volta il 20 settembre 1792, decretò la fine della monarchia e l’instaurazione della Repubblica. Scomparsi i foglianti, la destra era occupata dai girondini, la sinistra dai Montagnardi (perché era solito sedere in alto a sinistra – giacobini e cordiglieri), il centro da una massa di più di 400 deputati che oscillava tra i 2 partiti e si chiamava Palude. Il primo atto dello scontro tra le varie fazioni fu il processo del re. Per i montagnardi rappresentati da Robespierre, Luigi, colpevole di alto tradimento per aver cospirato con le potenze straniere doveva essere considerato nemico della nazione, non un imputato avente diritto di un processo. La maggioranza della convenzione decise di processarlo davanti ai deputati; i girondini per ritardare l’esito del processo fece appello al popolo come unica autorità legittima. La proposta dei girondini fu respinta. La condanna a morte del re fu decisa dalla maggioranza e il 21 gennaio 1793 fu ghigliottinato. L’Europa monarchica minacciata dalle frontiere francesi e i suoi privilegi dopo l’occupazione del Belgio, Nizza e Savoia dava vita alla prima coalizione antifrancese. Nel 1793 la convenzione dichiarava guerra all’Inghilterra, Olanda e Spagna. Le forze militari francesi vennero sconfitte duramente dalla coalizione antifrancese, costringendola ad arretrare su tutti i fronti. In Francia ci fu una crisi finanziaria: il valore della moneta era crollato. In alcune regioni del NordOvest, in particolare la Vandea, le masse contadine si schierarono apertamente contro la rivoluzione, dando luogo a una vera e propria guerra. I suoi bersagli erano la repubblica giacobina. La coscrizione obbligatoria , che toglieva braccia alle terre, scatenò la rivolta, seguita dalle requisizioni forzate di cereali per sostenere i costi bellici e la fame nelle città. I suoi valori erano il re, la chiesa e la difesa della piccola proprietà contadina. La convenzione istituì un Comitato di salute pubblica, guidato dai giacobini, con il compito di vigilare sul consiglio esecutivo e sui ministri. A ciò si opposero i girondini, che era accusati da sempre di essere troppo moderati nei confronti del re; però una folla enorme circondò la Convenzione che cedette alle manifestazioni. I girondini furono arrestati. Il governo restò nelle 5

mani dei soli giacobini, che si trovavano di fronte un Paese sconvolto dalla guerra civile, dai girondini in rivolta, crisi economica e guerra ai confini. 1793 Fu approvata una nuova costituzione repubblicana rappresentò una novità di rilievo: l’elezione a suffragio universale maschile dell’assemblea legislativa. Da un lato tutto il potere legislativo era affidato a un’unica assemblea, dall’altro per l’approvazione di leggi importanti per la vita della nazione era previsto il ricorso al referendum. Per la prima volta erano anche riconosciuti i diritti al lavoro, istruzione e salute. Ma questa costituzione non entrerà mai in vigore.

IL TERRORE (1794) Si attuò un aumento del potere esecutivo con il suo progresso slittamento verso la dittatura rivoluzionaria. Il Comitato di Salute Pubblica, dominato da esponenti dei montagnardi e dell’estreme sinistra, primo tra tutti Robespierre (leader del partito giacobino), per salvaguardare le sorti della rivoluzione assunse poteri dittatoriali, sospendendo le garanzie costituzionali ed emanando una serie di provvedimenti straordinari.  Riformare l’esercito aumentandolo fino a 750.000 unità; sconfiggendo la rivolta in Vandea e piegando le città girondine, con una durissima repressione che fece migliaia di vittime  Nuova politica religiosa, operando una profonda laicizzazione dello Stato. Ciò comportò l’adozione di un nuovo calendario (che sostituiva quello gregoriano) che misurava il tempo a partire dal giorno successivo la fondazione della Repubblica (22 settembre 1792), nell’ I della Nuova Francia, e dava i nomi ai mesi facendo riferimento a fenomeni stagionali e agricoli (Vendemmiaio – Brumaio – Termidoro). I santi del culto cattolico furono sostituiti dai martiri della rivoluzione. Il 1792 diventava l’anno I. Inoltre vennero abolite le domeniche.  Sospensione di ogni garanzia giuridica, di qui la lotta con ogni mezzo contro gli avversari politici visti come nemici del popolo e quindi tali da eliminare Erano questi i fondamenti di un regime ...


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