Sandro Botticelli - Riassunto PDF

Title Sandro Botticelli - Riassunto
Author gaia scoglio
Course Storia dell'arte
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Riassunto...


Description

SANDRO BOTTICELLI  È conosciuto come Botticelli perché da giovane lavorò presso la bottega di un orafo chiamato Botticello. Oppure perché era il soprannome del fratello Giovanni, il quale fu l’esponente della cultura figurativa fiorentina ai tempi di Lorenzo il Magnifico.  È uno degli artisti più enigmatici di tutto il Rinascimento perché le sue opere hanno vari livelli di interpretazione perché sono ricche di simboli conosciuto solo da una stretta cerchia di persone.  Le opere a soggetto religioso sono le più comprensibili.  Faceva parte dell’Accademia Platonica di Firenze.  Si forma presso la bottega di Lippi e anche di Verrocchio, due grandi artisti dell’epoca.  Rimase per quasi tutta la sua vita a FI dove lavorò per i Medici e per altre famiglie ricche e signorili.  Successivamente andò a Roma per i Medici e fu istruito nella politica di prestigio di Lorenzo il Magnifico, per andare a realizzare delle decorazioni all’interno della Cappella Sistina.  Dopo questo incarico tornò a FI. LA PRIMAVERA  Aveva l’interesse per i personaggi mitologici, che erano comunque cari alla cultura del 400. Anche se il pubblico era abituato a vedere prevalentemente soggetti sacri, il fatto che Botticelli gli proponga gli dei antichi non è disprezzato poiché era conforme alla Filosofia Neoplatonica.  Botticelli dipinse per la residenza Fiorentina di Pier Francesco d Medici questa tavola. La stanza in cui fu posta aveva la porta d’entrata sulla dx e per questi si pensa che l’ordine di lettura fosse stato invertito rispetto all’ordine cronico, infatti, l’opera va letta da dx verso sx.  Il nome del dipinto risale ad un’espressione del Vasari, artista molto importante in quell’epoca.  Partendo da dx troviamo una coppia di personaggi: Zefiro e Clori. Zefiro è il vento primaverile che sbuca tra le fronte e afferra la ninfa Clori.  Dalla loro unione nasce Flora: la primavera, che è la figura che segue i due. Ha una veste fiorita e ha dei fiori raccolti nel lembo del vestito. Mentre passa distribuisce questi fiori.  Accanto a lei c’è Venere, la dea della bellezza e dell’amore. Dietro di lei c’è una pianta di Mirto: è una pianta sacra a Venere stessa.  Sopra di lei c’è il figlio Eros, che sta scoccando una freccia verso le 3 Grazie che rappresentano i 3 stadi dell’amore e quindi sono sempre a seguito di Venere.  Il personaggio che troviamo all’estremità sx è Mercurio, che con il Caduceo, un bastoncino che sta agitando verso l’alto, tiene lontane tutte le nuvole, come se volesse tenere lontano un elemento che potrebbe turbare l’atmosfera.  Gli alberi d’arancio chiudono il paesaggio e tutti i personaggi poggiano su un prato fiorito dove vi sono più di 200 specie di fiori, fori realmente esistenti e che sbocciano proprio in primavera.  Non sono fiori casuali, questo ci rivela che Botticelli aveva delle grandi conoscenze della botanica, poiché fa il suo apprendistato presso Verrocchio e insieme a lui vi era anche Leonardo da Vinci, coltivano entrambi una passione per la botanica.  Gli alberi di aranci indicano che questo dipinto potrebbe essere anche un dono di nozze per il committente.  Ci sono anche altre chiavi di lettura: essendo nel Rinascimento il mondo classico è il mondo culturale artistico di riferimento.  La mitologia greca era una mitologia pagana quindi la religione era quella pagana e non cristiana; ma nel rinascimento la civiltà è profondamente dominata dal cristianesimo.  Questa profonda ammirazione della civiltà pagana proviene dal circolo culturale che nasce a Firenze: l’Accademia Neoplatonica, che fu voluta dai Medici e diretta da Ficino. Qui transitarono molti erediti con la dovuta preparazione e tra questi ci fu anche Botticelli.  L’Accademia Neoplatonica di Platone sdoppia il mondo fenomenico da quello delle idee. Il mondo fenomenico era la brutta copia di quello delle idee, un mondo finito e imperfetto. Mentre il mondo delle idee era perfetto e finito chiamato anche IPERURANIO.  Venere incarna quel principio dell’amore e della bellezza che sono anche i principi fondamentali per il cristianesimo perché dio è bellezza e amore.  All’interno dell’Accademia Neoplatonica ci si pone l’obbiettivo di conciliare la filosofia e la religione pagana con il mondo e la civiltà cristiana.  Questo avviene perché si conclude che anche se Gesù era venuto sulla Terra aveva già in sé anche tutto il resto, anche la mitologia e quindi tutto risulta lecito.  Se una società cristiana fa ricorso a un simbolo pagano non è peccato. Non risulta più un controsenso perché tutto ciò che si manifesta in questi mondo è compreso in Dio.  Venere nel Rinascimento incarna l’UMANITAS: la qualità che conciliava la sfera terrestre con quella divina. È la dia dell’amore che consente all’uomo di raggiungere il bene supremo.  L’Opera diventa un percorso dell’uomo dalla materialità, l’amore terrestre concreto e poi tramite l’UMANITAS può passare oltre e il gradino superiore è appresentato da Mercurio, l’amore platinico, ovvero l’amore puro verso dio che condurrà al bene supremo.

LA NASCITA DI VENERE

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Compaiono anche qui gli stessi personaggi però ridotti in numero. Flora sta prendendo il drappo di Venere, che è appena nata dalla spuma del mare ed è su una conchiglia. È sospinta sulle acque da Zefiro e da Clori, che stanno soffiando un vento primaverile, verso l’isola di Cipro, dove, secondo la mitologia, Venere doveva approdare. Questa Venere ci aiuta a capire a livello stilistico quali sono le scelte di Botticelli. Infatti, se la paragoniamo a quella dell’arte greca notiamo che ha diverse imperfezioni, in particolare è sproporzionata: il collo è lungo, le spalle sono troppo strette, le braccia sono lunghissime, il busto anche, le gambe sono troppo corte rispetto al busto. A Botticelli non interessano le proporzioni e le altera volutamente. Anche il mare è dipinto in modo molto semplice, non c’è l’aspetto naturalistico del mare stesso. Botticelli riporta il mare a un semplice segno grafico, non è interessato alla rappresentazione naturalistica del paesaggio perché lui non è interessato a rappresentare questo mondo, che in sé è gia una mimesi del mondo delle idee, bensì quello delle idee. Dà però un grande valore al disegno, perché è considerato la fase più vicina al mondo delle idee, è il momento in cui l’idea, partorita dalla mente dell’artista, prende forma, si concretizza in una linea che dà vita a un’immagine e a un disegno. Il colore è solo un esercizio pratico. I volti sono malinconici, dolci e raffinati; li riprende da Lippi....


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