L\'età della globalizzazione di Sandro Rogari - Riassunto PDF

Title L\'età della globalizzazione di Sandro Rogari - Riassunto
Author Nicola Chiacchio
Course Storia della globalizzazione
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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“L'età della globalizzazione. Storia del mondo contemporaneo dalla Restaurazione ai giorni nostri”

! PREMESSE SU CIO' CHE VIENE PRIMA Divisione delle parti del libro - Parte prima: La Restaurazione, la sua crisi e i Risorgimenti nazionali (1815-1870). 1815 = Congresso di Vienna / 1870 = unificazione della Germania. - Parte seconda: L'Europa e il mondo dalla conclusione dei risorgimenti nazionali alla Grande guerra (1870-1914). 1914 = la Grande Guerra. - Parte terza: Le due guerre europee e la distruzione dell'Europa (1914-1941). 1941 = anno in cui si profila la grande Alleanza internazionale anti-nazista alla quale prendono parte la Gran Bretagna, gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica. La data si riferisce all'incontro internazionale con i capi di Stati di queste nazioni: Churchill, Roosevelt e Stalin. - Parte quarta: Guerra calda e guerra fredda. Il conflitto globale (1941-1989). 1989 = entrano in crisi i paesi dell'Europa orientale legati all'Unione Sovietica/Data simbolo: abbattimento del muro di Berlino. - Parte quinta: Verso un mondo multipolare. La caduta del muro di Berlino e la nuova globalizzazione (1989-2013). 2013 = la storia contemporanea diventa storia del mondo a tutti gli effetti; non si può però parlare di storia con un’ottica globale senza parlare dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina. Difetto: non mettere in rilievo quelle che vanno considerate come premesse a tutto il discorso dei due secoli successivi, dal punto di vista economico ad esempio. Prima del 1815 ci sono stati numerosi fatti, avvenimenti significativi tra cui le lotte rivoluzionarie, i processi di indipendenza che portarono quasi tutti gli Stati dell'America latina a diventare repubblicani, il fatto che il percorso storico dell'Europa è stato diverso dal percorso dell'America (pensiamo al fatto che la forma monarchica di Stato è stata spazzata via mentre ad esempio in Inghilterra ed in Svezia è ancora presente) etc... Storia/Storiografia Storia: cronologia di avvenimenti. Con storia si intende la conoscenza e l'interpretazione dei fatti e di ciò che è successo nel passato. La storia ha molti punti di contatto con la filosofia. Storiografia: disciplina che si occupa di organizzare entro formule narrative più articolate determinati fatti. La storiografia è l'intreccio tra la raccolta dei fatti (conoscenze fattuali) ed il tentativo di spiegazione dei medesimi. Vengono raccontati dei fatti realmente accaduti (è una forma di comprensione razionale della realtà) anche se c'è sempre un elemento di soggettività. Si parla di soggettività in quanto storici diversi possono raccontare e spiegare gli stessi fatti/avvenimenti in modo differente, soffermandosi di più su alcuni aspetti e tralasciando altri, arrivando a conclusioni anche diverse. La soggettività è un fatto inevitabile e co-sostanziale con il discorso storico. Il metodo nella storiografia è quello di partire dai documenti intesi in senso deontologico, dalle tracce che dal passato rimangono nella nostra società e che ci permettono di comprenderla. Queste tracce sono infinite in quanto i fatti stessi del passato sono infiniti, ma solo una parte infinitesimale di queste entra nel discorso storico vero e proprio per diverse ragioni. Che cosa legittima considerare gli ultimi due secoli come storia contemporanea? La storia contemporanea può non essere raccontata come storia globale? 1!

La storia contemporanea per definizione si occupa degli ultimi due secoli; non esiste una data precisa anche se molti studiosi fanno iniziare questo periodo con il 1815, ovvero con il Congresso di Vienna e con la definitiva sconfitta di Napoleone in Europa. Altri però considerano l'inizio della storia contemporanea con l'avvio della rivoluzione industriale ad esempio. Quello che è importante cogliere e tenere ben presente sono l'insieme dei fenomeni, dei fatti e delle trasformazioni da cui ha avuto origine il mondo nel quale viviamo attualmente. Noi chiamiamo società contemporanea la storia delle società umane che sono andate configurandosi, formandosi e sviluppandosi dalla seconda metà del '700 in avanti grazie alla rivoluzione industriale, all'affermazione del capitalismo e ad altri processi espansivi ed inafferrabili; noi viviamo in un sistema che poggia sul capitale, sulla libertà individuale, sul fatto che non abbiamo controllo sui mezzi di produzione, sul lavoro salariato... La quasi totalità del genere umano è libero giuridicamente e politicamente, in quanto nessuno può essere proprietà di qualcun' altro; ognuno può avere un determinato sistema di idee e tendenze che può essere differente dagli altri individui. La storia degli ultimi due secoli è in realtà la storia di quell'insieme di modelli che si sono formati in una porzione limitata d'Europa e che si sono estesi in tutto il mondo liquidando precedenti forme di società; tutto questo processo però non è stato sempre lineare e semplice come si può ingenuamente pensare. Esistono infatti tutt'oggi ancora delle forme di relazioni sociali antiche, soprattutto in quei paesi dove lo sviluppo è stato lento, confuso e tardivo. Possiamo considerare dunque la globalizzazione come un processo secolare attraverso il quale ci sono stati tanti punti di svolta ma altrettanti di rottura. Il processo di sviluppo non è stato privo di controtendenze, anche se negli ultimi due secoli nessuna resistenza è risultata efficace in quanto non ha interrotto lo sviluppo e l'estendersi di tale processo. Premesse/riflessioni su ciò che è venuto prima Congresso di Vienna 1815: riunione diplomatica tra i rappresentanti dei principali Stati europei che avevano sconfitto la Francia di Napoleone. Questo Congresso può essere inteso come un compromesso, che si realizza dall'alto, basato sull'aspirazione di restaurare l'autorità delle monarchie che con la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche erano entrate in forte crisi. Vi parteciparono dunque le principali potenze europee allo scopo di ridisegnare la carta dell'Europa e ripristinare l’Ancien règime. Con questo Congresso si apre quella che viene definita l'età della Restaurazione. In realtà non c'è stata nessuna vera e propria restaurazione in senso stretto, c'è stata solamente la restaurazione di alcune monarchie. Infatti la realtà degli Stati che vengono costituiti e ricostruiti successivamente non è affatto la fotocopia di ciò che era presente nel '700 (cambiano anche molto i singoli poteri). Il termine Restaurazione è da intendersi dunque come il progetto che venne discusso nel Congresso di Vienna ma che di fatto non arrivò mai a compimento in maniera completa (era l'ideale delle componenti più reazionarie dell'epoca, pensiamo ad esempio allo Zar Alessandro I). Dove c'è stata una sorta di restaurazione si sono verificati in pochi anni scontri e lotte interne come in Russia, in Spagna, in Italia (pensiamo ai moti del 1821). Molto importante fu la Grande Rivoluzione industriale che portò ad un insieme di trasformazioni dal punto di vista soprattutto delle tecniche produttive. Trasformazioni nate in Gran Bretagna nel corso del '700 portarono alle origini del capitalismo, il quale assunse molti aspetti che vennero importati poco successivamente soprattutto nell'Europa continentale (Francia, Belgio, Russia, Germania...). La Rivoluzione industriale comportò una profonda ed irreversibile trasformazione che partì dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema sociale; l'apparizione della fabbrica e della macchina modificò inoltre i rapporti fra gli attori produttivi. All'origine della Rivoluzione industriale ci fu una fase di forte crescita soprattutto per quanto riguardò il settore agricolo britannico, che portò ad un accumulo originario di capitali i quali 2!

diedero vita a nobili sempre più ricchi e a borghesi che poterono investire una quota sempre più grande di capitale monetario. Ci fu un passaggio dal settore primario e quindi agricolo al secondario, ci fu una diminuzione della percentuale del prodotto interno lordo che portò anche allo sviluppo del settore terziario, ovvero quel settore basato su beni e servizi. Diminuisce quindi sempre più il numero delle persone occupate nell'agricoltura, le quali si spostarono nelle fabbriche/ industrie in cerca non solo di un salario più alto ma anche di migliori condizioni lavorative. C'è stata anche l'invenzione e l'introduzione nel loco lavorativo delle prime macchine (in particolare quelle a vapore) che portano ad ulteriori invenzioni tecniche soprattutto nel campo della metallurgia e della metalmeccanica. Importante fu anche l'applicazione della scienza e della tecnica a scopi produttivi. Questo processo portò a delle conseguenze notevoli, importanti dal punto di vista della struttura sociale; viene data sempre più importanza a quella parte della società chiamata borghesia (persone non nobili dalla nascita). Grazie alla nascita di nuovi ceti ci fu una trasformazione dei rapporti sociali. Ci fu un meccanismo di trasformazione e liquidazione definitiva delle vecchie tecniche che portano anche alla fine del feudalesimo nella maggior parte dei paesi. Questo tipo di Rivoluzione ha avuto il merito di trasformare il mondo fino ai giorni nostri in maniera sempre più lineare ed accelerata. L'emblema della Rivoluzione industriale è stata la nascita della ferrovia che ha portato alla produzione di nuovi metalli, alla nascita di nuove tecniche, all'occupazione di nuovi ingegneri, alla modificazione del terreno, e soprattutto alla diminuzione dei tempi di percorrenza. Il ruolo della Gran Bretagna La Gran Bretagna fu considerata un vero modello da seguire per tutto l''800. Si parlò infatti di unicità del modello inglese grazie a numerosi caratteri, tra cui la grande quantità di capitale da investire, la grande risorsa di materie prime presenti nel territorio nazionale ed il fatto che iniziarono a crearsi lavoratori sempre più specializzati. La Rivoluzione industriale è stata un processo (molto complesso) nato quindi anche dal dinamismo di una borghesia successivamente sempre più ricca di capitali adeguati; l'industria si è potuta sviluppare attraverso risorse proprie, in un processo di crescita politica volto a tentare di limitare le prerogative e le funzioni dello stato centrale. Le due rivoluzioni inglesi del '600 hanno trasformato l'intero mondo in quanto sono state caratterizzate dalla rivolta del Parlamento inglese contro il re. Queste rivoluzioni, o per meglio dire guerre civili, hanno caratterizzato tutte le vicende che si sono create successivamente: pensiamo al bilanciamento dei poteri presente tutt'ora nel paese. I tre poteri era spartiti tra: 1) potere della corona 2) camera dei lord 3) camera dei comuni (all'interno della quale era presente la nobiltà più bassa). Questo è un principio che portò ad un sistema nel quale si presumeva che nessuno dei tre poteri avesse forza sufficiente al fine di prevaricare sugli altri due. Anche per questo la Gran Bretagna è considerata la patria del costituzionalismo moderno; questo paese non ha ancora oggi una costituzione scritta, ed è l'unico paese a possedere questa caratteristica (ad eccezione dello Stato di Israele ma per ragioni diverse). Il paese si basa su leggi ordinarie. Nella camera dei comuni inglesi si formarono inoltre due schieramenti parlamentari: il “partito” dei Tori (conservatore) ed il “partito” dei Whig (liberale, voleva difendere le prerogative del Parlamento). La parola “partito” ha acquisito nel corso del tempo una trasformazione radicale. Partito può essere inteso, in senso più moderno, come struttura organizzata con la presenza non soltanto a livello istituzionale ma anche a livello territoriale. Un partito politico è infatti un'associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari. Se pensiamo invece all'Inghilterra del '600 il termine partito poteva essere inteso semplicemente in due 3!

modi: 1) determinato schieramento parlamentare 2) corrente ideale, insieme delle tendenze, persone, gruppi, associazioni che si riconoscono in un insieme di idee. Quando in Inghilterra si parlava di partito dunque ci si riferiva a qualcosa di abbastanza diverso da come lo intendiamo noi oggi, c'è stata una vera e propria trasformazione anche dal punto di vista semantico quindi. Effetti della Rivoluzione francese Quale fu l'importanza delle guerre napoleoniche? Per quale ragione i cittadini francesi andavano a combattere con tutti i rischi del caso? Le guerre napoleoniche portarono anche ad un mutamento sotto il profilo mentale; l'esercito dello Stato di Ancien règime dava molta fedeltà e fiducia al sovrano, il quale veniva considerato non solo come una entità assoluta, ma anche come rappresentate di tipo religioso (c'era un forte intreccio tra potere statale e religioso). Nasce per la prima volta in Europa un fenomeno nuovo; i componenti dell'esercito francese combattevano perché in mente avevano l'idea di patria, di nazione, combattevano per difendere il proprio paese dagli attacchi nemici. Oltre ad essere nata la leva obbligatoria, con la Rivoluzione francese aveva fatto potentemente irruzione nella storia l'idea di nazione, idee che è diventata poi un concetto moderno/contemporaneo. Già prima del 1815 (pensiamo alla fine del '700 e alla Rivoluzione americana per esempio) si erano formate tantissime, almeno in maniera embrionale, idee sociali e politiche che per certi aspetti si sono protratte nel tempo fino a diventare attuali → Idea di Nazionalismo, di Socialismo, di Costituzionalismo, di Comunismo, di Femminismo, di diritti sociali in ambito lavorativo (livellamento e miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle persone). Ciò che è avvenuto prima è stato una sorta di laboratorio preparativo di idee che intrecciandosi e sviluppandosi sempre più hanno dato origine, almeno in parte, a quelle attuali. L'Europa e gli Stati Uniti d'America hanno “bruciato” le loro tappe di crescita e sviluppo, non a caso gli Stati Uniti nel giro di poco più di 100 anni sono diventati il paese più potente al mondo dal punto di vista economico e non solo (gli Stati Uniti era un paese che non aveva la nobiltà e quindi non ha avuto il problema che hanno avuto le borghesie europee su come fare al fine di scalzare la nobiltà e i relativi sovrani).

Parte Prima. La Restaurazione, la sua crisi e i Risorgimenti nazionali (1815-1870) LA RESTAURAZIONE E I SUOI LIMITI (Capitolo Primo) 1.1 Il Congresso di Vienna Le grandi potenze che avevano sconfitto Napoleone discussero del futuro assetto dell'Europa, oltre che delle colonie che interessavano alla Gran Bretagna, a Vienna dal novembre 1815 al giugno 1815. Nel frattempo ci fu un breve rientro di Napoleone e la sua definita sconfitta a Waterloo il 18 giugno 1815. In seguito a questa battaglia Napoleone fu esiliato a Sant'Elena, dove morì sei anni dopo, il 5 maggio 1821. Lo scopo del Congresso era da un lato la pretesa di restaurare integralmente la situazione (dinastie/regni) pre-napoleonica, dall'altro lato la pretesa di restaurazione del principio di legittimità degli Stati. Le monarchie assolute vengono viste come legittime in quanto espressione quasi di una volontà divina; la Chiesa cattolica si faceva garante della legittimità dei sovrani davanti

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al popolo (i sovrani sarebbero tali per volere divino, questo era il volere della Chiesa cattolica). Lo scopo principale quindi del Congresso fu la possibilità di restaurazione del principio di legittimità. Debolezza: buona parte dell'Europa non è più cattolica (Europa centrale: confessione protestante/ Europa zarista: confessione cristiano-ortodossa). In realtà una vera e propria restaurazione non ci fu in quanto non fu possibile la restaurazione dello status quo geo-politico precedente. Il Congresso di Vienna si può definire come una riunione di Ministri e Capi di Governo che parlano al fine di determinare e definire i destini dell'Europa. I grandi protagonisti del Congresso furono Austria, Prussia, Russia e Gran Bretagna; fu ammessa alle discussioni anche la Francia (nonostante sia la nazione sconfitta), rappresentata dal ministro degli esteri, principe di Talleyrand, dopo la restaurazione sul trono di Luigi XVIII di Borbone, che aveva servito ben tre regimi precedenti alla Restaurazione. La Francia convinse i Capi di Stato delle nazioni vincitrici che non era interesse di nessuno escludere la Francia per ridisegnare la carta d'Europa in quanto questo Paese era una monarchia assoluta. La Francia introduce questo argomento politico al fine di essere annessa al Congresso (Il Congresso di Vienna fu diverso dalla conferenza di Versailles del 1919 quando la Germania sconfitta venne esclusa. I Capi di Stato a Vienna erano infinitamente più reazionari di quelli analoghi di 100 anni dopo). Il comportamento che hanno messo in scena è stato ispirato dal tentativo di tenere insieme le varie nazioni (si parla di “concerto delle potenze europee” → interesse comune), anche se 100 anni dopo questa idea non esisterà più a livello delle opinioni pubbliche, della stampa, dei partiti etc... 1.2 La sistemazione territoriale dell'Europa e gli strumenti di stabilizzazione Ci sono tre situazioni nazionali al centro di tensioni/lotte negli anni successivi al Congresso: 1) Polonia: era stato un regno autonomo ma con il Congresso di Vienna cessa di esistere, la Polonio non esiste più come entità politica a sé ma viene divisa tra Prussia e Impero zarista. Si trattò dunque di un territorio conteso fra Russia e Prussia. La soluzione venne da una spartizione che privilegiò la Russia che assunse il dominio del Granducato di Varsavia mentre la sola città di Cracovia e relativo territorio restarono autonomi. In più la Russia ottenne la Bessarabia e la Finlandia, mentre la Prussia fu compensata con la regione occidentale della Pomerania, polacca e svedese, oltre alla Sassonia e alla Renania. 2) Italia: non ci fu una pura e semplice restaurazione delle monarchie precedenti. L'Austria divenne l'incontrastata dominatrice della penisola (Dinastia degli Asburgo). Fino al 1860 l'Italia fu suddivisa in più entità partendo dal Nord fino ad arrivare nel meridione: - Area Lombardo-Veneta (annessa all'impero Austriaco): questa era la parte economicamente e culturalmente più sviluppata della Penisola/importanza dello sbocco sul mare grazie a Venezia e Trieste. - Regno di Sardegna: viene restaurata la monarchie dei Savoia/viene annessa a questo Regno anche la Liguria per cui anche la monarchia dei Savoia poteva godere dell'accesso diretto al mare. - Granducato di Toscana: con la dinastia dei Lorena il Granducato si caratterizzò per un notevole e rapido sviluppo di manifatture e di scambi commerciali. - Ci furono anche tutta una serie di Ducati: Parma, Piacenza, Modena, Reggio Emilia - Regno Pontificio: territorio direttamente amministrato dalla Chiesa Cattolica; nel corso del Risorgimento nazionale l'Italia avrà un problema che non esisteva in nessun altro Stato europeo; il potere temporale della Chiesa. Lo Stato pontificio fu restaurato sotto la guida di PioVII. - Regno delle Due Sicilie: risulterà essere l'unificazione di due Regni precedentemente distinti (Napoli/Sicilia). Questa unione provocherà insoddisfazione, piani di rivolta, lotte interne, che avranno un carattere soprattutto di autonomismo. La Corte del Regno era individuata a Palermo, poi a Napoli. Il Regno delle due Sicilie era legato ad un trattato di alleanza con l'Austria. 5!

In Italia ci sono sempre state differenze in tantissimi ambiti (culturale, sociale, economico) ma le élite di borghesi liberali erano tutte di confessione cattolica. C'era una estrema eterogeneità dei diversi territori italiani e non c'era l'elemento della differenziazione religiosa (come in Germania per esempio). 3) Germania: durante il periodo napoleonico esistevano in questo territorio circa 360 entità statale autonome (piccole città Stato in larga parte). C'era una frammentazione enorme che era anche di matrice e natura religiosa; la parte più meridionale (la zona della Baviera) era in prevalenza di confessione cattolica, mentre la parte a nord-est del paese era per la maggioranza di confessione luterana o faceva riferimento a confessioni protestanti minori. Da 360 entità autonome, al Congresso si arrivò...


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