Sara libro - Voto: 26 PDF

Title Sara libro - Voto: 26
Author Sara Frassi
Course Diritto penale
Institution Università degli Studi di Bergamo
Pages 2
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Summary

buono...


Description

Elogio dei giudici scritto da un avvocato di Piero Calamandrei. Il libro è stato scritto dal Calamandrei in quattro diverse edizioni tra il 1935 e il 1956. Le prime due edizioni sono molto simili; nella terza e quarta edizioni l'opera viene arricchita e i paragrafi nuovi ci fanno vedere i cambiamenti nel modo di vedere del Calamandrei. Il libro è diviso in capitoli dedicati ciascuno ad un diverso aspetto del mondo giudiziario e forense. Nelle prefazioni che precedono il testo dell'opera egli evidenzia come l'elogio non vada alle leggi ma alla condizione umana del magistrato italiano; in una società sempre più sprezzante dei valori morali essi sono capaci di rimanere con dignità e discrezione al proprio posto (cit. prefazione alla terza edizione). Sempre nella prefazione alla terza edizione il Calamandrei ricorda alcune figure di magistrati. Leggere le poche pagine che riguardano queste figure (da Saraceno a Sansoni) mi ha molto colpito. Solitamente quando si pensa a magistrati morti tragicamente la memoria va a Falcone e Borsellino non conoscendo appieno la storia del nostro paese. Nella prefazione alla seconda edizione viene evidenziato come nel libro sia messo in evidenza lo stretto binomio esistente tra giudice e avvocato, l'inesorabile complementarietà che esiste tra le due figure. “Avvocati e giudici giocano nel meccanismo delle giustizia come in pittura i colori complementari: che, proprio perché opposti, meglio brillano nel ravvicinamento”. Il Clamandrei giunge ad affermare che proprio i giudici dovrebbero esserei difensori più strenui dell'avvocatura proprio perchè solo la dove gli avvocati sono indipendenti i magistrati possono essere imparziali; là dove gli avvocati sono rispettati, i giudici sono onorati; dove si scredita l'avvocatura viene colpita la dignità dei magistrati e resa difficile e angosciosa la loro missione. Quindi concludendo non si può che affermare che giudici e avvocati sono i due aspetti di una medesima realtà. Come detto il libro è diviso in 19 capitoli ciascuno dedicato a questioni diverse del mondo giudiziario e delle persone che attorno ad esso ruotano, dal magistrati agli avvocati, dai cancellieri ai clienti. Alcuni capitoli mi hanno colpito più altri; in particolare il secondo in cui si discute del galateo nei giudizi. Il Calamandrei ritiene che coloro che si avvicinano alla professione forense dovrebbero essere sottoposti ad una prova di resistenza psicologica come gli aspiranti aviatori; non è un buon avvocato colui che è sempre pronto a perdere la testa; la nobile passione dell'avvocato deve essere in ogni caso consapevole e ragionante. Egli ritiene che la regola iura novit curia significa anche che l'avvocato farà bene a non darsi l'aria di insegnare al giudice; sarà un buon avvocato ma non di certo un buono psicologo colui che parli ai

giudici come se fosse in cattedra. Ottimo è l'avvocato di cui il giudice, finita l'arringa, non ricordi né faccia né gesti ma solo gli argomenti. Queste descrizioni della classe forense sono esattamente all'opposto di ciò che alcuni cliente cercano nei propri difensori; e Calamedrei con tono anche ironico lo ricorda nel capitolo VII. Egli evidenzia proprio come le caratteristiche tanto apprezzate dai giudici negli avvocati sono esattamente le qualità opposte che ricercano i clienti. Nel decimo capitolo l'autore discorre del sentimento e della logica delle sentenze; la parte che ho maggiormente apprezzato è quella in cui si mette in risalto come l'angoscia più ossessionante per un giudice scrupoloso sia quella di sentire come giusta una decisione e non riuscire a trovare gli argomenti per dimostrarlo. Di grande pregio è il ragionamento sull'obbligo di lealtà (proprio dei difensori) che è sempre implicito nella funzione del giudice soprattutto nel momento in cui deve redigere le motivazioni di una sentenza; la slealtà del giudice comincerebbe quando la motivazione dei una sentenza gli fosse suggerita non dall'interesse generale ma da un interesse personale della sua carriere. Vorrei chiudere questo breve lavoro ricordando alcuni passaggi del diciottesimo capitolo nel quale l'autore esamina l'animo dell'avvocato che incontra per la prima volta il proprio cliente; quando da un iniziale atteggiamento (mai svelato al cliente) di una sorta di fastidio passa, man mano il racconto del cliente si sviluppa, a un interessamento proprio della professione. Ho letto con piacere il libro del Calamadrei e in particolare mi ha interessato l'analisi delle vite parallele di giudici e avvocati....


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