Se questo è un uomo, riassunto PDF

Title Se questo è un uomo, riassunto
Author Francesca Cicala
Course LETTERATURA ITALIANA
Institution Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
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Se questo è un uomo Primo Levi inizia il memoriale con una poesia rivolta a coloro che non hanno sperimentato la guerra mettendoli davanti alla condizione dei deportati che lavoravano nelle con dizioni peggiori, senza cibo, capelli e nome, senza identità; segue un comando,ovvero quello di ricordare le sue parole e di ripeterle ai figli, in modo tale da non dimenticare, in caso contrario lancia una maledizione. Il libro nasce dunque come testimonianza e documento, e di questa sua natura ha i caratteri stilistici: una scrittura chiara, comunicativa, oggettiva, referenziale, rigorosamente aderente ai fatti e attenta alle sfumature. Primo Levi non ha intenzione di formulare nuovi capi di accusa, ma vuole studiare gli aspetti dell’animo umano. Se dapprima la concezione per cui ogni straniero è nemico era solo unna convinzione saltuaria, con i Lager diventa dogma. Egli per sua fortuna, ironicamente, è stato deportato ad Auschwitz nel 1944, quasi verso il temine della guerra e quando il governo tedesco aveva stabilito di prolungare la vita media dei prigionieri a causa della scarsità di manodopera. L’obiettivo di Levi è quindi quello di liberare interiormente, per questo l’ordine non è logico,ma in ordine di urgenza, ovviamente nessuno dei fatti è inventato. Il viaggio. Levi fu catturato dai fascisti il 13 dicembre del 1943, all’età di 24 anni; fino ad allora aveva fatto parte di una banda partigiana che era priva di armi, contatti, soldi, esperienza, ed è stato un errore perché per perseguire un obiettivo occorrono mezzi idonei, e perciò ne hanno pagato. Una notte tre centurie fasciste li assalirono in piena notte. Primo Levi preferì essere condannato per la razza ebraica e non per la sua posizione politica che gli avrebbe assicurato morte certa. Fu mandato a Fossoli, Modena, dove erano già presenti prigionieri di guerra inglesi e americani; quando arrivò erano presenti circa 150 ebrei italiani, dopo poche settimane oltre 600: intere famiglie, alcuni spontaneamente perché privi di mezzi per salvarsi o per non separarsi dai parenti catturati, e vi erano anche stranieri sospetti. Il 21 febbraio sarebbero partiti tutti, per ogni persona che mancava all’appello 10 sarebbero stati fucilati. Intanto tutti continuavano a fare il loro dovere,la cucinare a funzionare, le corvée di pulizia lavoravano, i maestri tennero lezione la sera,ma ai bambini non fu assegnato compito ( perché sarebbero morti il giorno successivo ). Le reazioni erano diverse: chi pregava,chi beveva , le madri preparavano il cibo per il viaggio e lavarono i bambini e prepararono bagagli, giochi, chi preparava le candele funebri, vi era quindi chi si ribellava inutilmente, chi accettò la situazione, chi si lasciò in un religioso abbandono, fecero molte cose, alcune troppo cruente per essere raccontate. Il 21 febbraio li portarono pria alla stazione di Carpi, i vagoni merci erano 12, loro 650, in viaggio verso il nulla. La sera in cui partirono vennero a sapere la loro destinazione: Auschwitz. Del vagone di Levi su 45 sopravvissero solo 4 persone. Lamentavano la sete e il freddo, non tanto la fame,la fatica e l’insonnia. Accanto a Levi sul vagone i era una donna che conosceva da moli anni. Una volta arrivati a destinazione furono interrogati da una decina di SS che parlavano un cattivo italiano e chiedevano età e salute, sano o malato, e in base alla risposta indicavano due diverse direzioni. Le SS operava perché era il loro ufficio di ogni giorno, per cui uccisero Renzo che indugiò nel salutare Francesca. Col tempo finirono con l’aprire entrambi i vagoni, quindi il caso sceglieva chi dovesse andare a lavorare e chi morire, senza distinzione di abili o inabili, così morì Emilia di tre anni, che, come altri bambini, fu uccisa per porre fine alla razza ebrea dalle radici. Sul fondo

Furono portati davanti a una grande porta illuminata con la scritta “ Il lavoro rende liberi” . Entrano in una camera dove c’è un rubinetto con scritto che l’acqua è inquinata, ma Levi beve ugualmente perché pensa che sia pulita ma la sputa subito,sa di palude. Entra una SS, chiede chi sapesse il tedesco, si fa avanti Flesch, ebreo tedesco sulla cinquantina taciturno e chiuso, come loro interprete : dovevano mettersi in fila per cinque, a distanza di due metri l’uno dall’altro,dovevano spogliarsi, e far attenzione a non farsi rubare le scarpe. Arriva poi un’ altra SS che mescola le scarpe, degli ebrei con rasoi, tosatrici e in un attimo Levi e compagni vengono rasati, Levi capì che di lì a poco sarebbero morti. Poi arrivò un deportato che cercò di rispondere a tutte le loro domande: i prigionieri, circa 10.000, lavoravano in una fabbrica di gomma,la Buna,così come il nome del campo. Si sarebbero dovuti lavare per la disinfestazione per poi andare nel campo, con vestiti diversi, ognuno avrebbe fatto lavori diversi, ad esempio lui era un medico e fu dentista dei Lager, non era ebreo,ma criminale. Chi lavora ottiene buoni-premio con cui comprare tabacco e sapone, l’acqua non è potabile. Vengono vestiti con scarpe con la suola di legno, vengo demoliti. Campo di annientamento: vengono sottratti di ogni cosa,famiglia,oggetti ,abitudini, persero se stessi. Furono nominati con un numero, tatuato sul braccio sinistro, che indicava il momento in cui entrarono nei campi, la nazionalità e il convoglio di cui facevano parte, i numeri grossi indicavano individui grassi,docili e scemi. Tutto era proibito ( riprendere il 48^ verso dell’ Inferno di Dante con i barattieri,coloro che ricoprono cariche pubbliche e traggono profitti illeciti). Al termine della prima giornata vengono posti in fila, attendono l’arrivo degli altri deportati che al ritmo di canzonette sentimentali come Rosamunda si muovono come fantocci, vengono contati e poi congedati. Al ritorno alle baracche Levi viene fermato da due giovani, massimo di sedici anni, che iniziano a parlargli, in particolare uno , Schlome, ebreo polacco, presente lì da 3 anni,fabbro, che Levi non rivide più. Il lager era un quadrato di circa 600 metri, circondato da reticoli di fil spinato, con 60 baracche in legno, Blocks, con varie funzionI: cucine, docce,infermeria,gas, per gli ariani tedeschi politici e criminali. Ogni Block era diviso in due parti, da una parte viveva il capo con gli amici e c’era un lungo tavolo,sedie,panche, oggetti dai colori vivaci,proverbi e poesie che inneggiano all’ordine, l’altra parte era il dormitorio con cucce a tre piani costruito come celle di alveare, con 200/250 persone a baracca,e c’entravano tutti contemporaneamente solo se almeno la metà si trovava sulle cucce. Vi era poi la piazza dell’Appello dove a inizio giornata venivano divisi in squadre di lavoro e a fine giornata contati. I deportati erano divisi in tre categorie: criminali, politici e ebrei,tutti uguali,con il numero tatuato,solo i criminali accanto al numero avevano un triangolo verde cucito sulla giacca, i politici un triangolo rosso, gli ebrei la stella ebraica rossa e gialla, le SS erano poche e agli ebrei potevano comandare i criminali. Erano varie le proibizioni: almeno 2 metri distanti dal filo spinato,dormire senza giacca, andare alla doccia nei giorni prescritti, non poter mettere paglia o carte sotto gli abiti contro il freddo, pulire scarpe, vestiti,il sabato farsi radere la barba e capelli, la domenica sottoporsi al controllo della scabbia, accorciare le unghie ( coi denti) e se una scarpa faceva male bisognava presentarsi la sera per cambiarne una, le scarpe infatti dopo ore di lavoro provocavano piaghe dolorose che poi si infettavano, andare in ospedale per i piedi grossi era pericoloso. A lavoro erano divisi per kommandos da 15 a 150 uomini e un kapo, alcuni per trasporti, altri di specialisti che comunque non hanno trattamento diverso. Si lavorava nelle ore di luce per evitare tentativi di fuga, in inverno dalle 8 alle 12 e 12-16, in estate 6.30-12 e 13-18, anche con la pioggia e neve. Una domenica su due era lavorativa,l’altra per la manutenzione del lager. Gli italiani avevano deciso di incontrarsi ogni domenica in un angolo del Lager, ma presto smisero sia per la tristezza di vedersi sempre di meno sempre più malati e per a fatica di fare quei pochi passi. Iniziazione

Levi viene mandato nel Block 30,nella cuccia insieme a Diena che lo riceve amichevolmente. La mattina tutti si affrettano a preparare il letto, vestirsi, in fretta per il ritiro del pane che diventa l’unica loro moneta. I lavatoi erano sporchi però raccomandavano la pulizia non ai fini della pulizia stessa e salute,ma per sopravvivenza morale. Dopo una settimana Levi perse l’abitudine di lavarsi perché inutile spreco di energia considerando che dopo una mezz’ora si sarebbe sporcato di nuovo, ma il suo amico Steinlauf lo riproverò, doveva conservare la dignità nel Lager che l riduceva a bestie ma bestie loro non erano, dovevano restare vivi. Ka-Be (Limbo) Tutti si sentono nemici. Un compagno di Levi si chiama Null Achtzehn, ovvero diciotto, le ultime tre cifre del suo tatuaggio,probabilmente dimentico del suo vero nome, è giovane e ciò a suo discapito sia perché sopporta meno le fatiche e perché meno sa lottare con gli altri, è totalmente indifferente, sopporta la fatica e esegue tutti gli ordini fino alla fine delle sue forze, diversamente dagli altri che cercano di sottrarsi alle fatiche,perciò nessuno vuol lavorare con lui e poiché nessuno vuol lavorare con Levi perché debole e maldestro spesso si ritrovano insieme. A un certo punto passa una grande locomotiva russa davanti a loro e Levi pensa a salirvi e a fuggire,ma esita. I privilegiati opprimono i non privilegiati. Levi porta un peso con Null Achtzehn,ma finisce col scappargli dal dorso perché troppo pesante, cade e viene percosso dal kapo. A fine giornata si reca al Ka-Be, infermieria, dopo la quale o vieni curato o mandato nelle camere a gas, questa loro fortuna è dovuta alla condizione di ebrei economicamente utili. A tutti viene misurata la febbre, chi non è veramente malato viene mandato via, così come Levi. Il giorno dopo Levi viene rivisitato, gli vien detto che di lì a poco sarebbe stato cremato. Viene poi interrogato sul mestiere che faceva da civile, se aveva figli ecc. poi viene portato in un dormitorio e per la prima volta in una cuccia da solo. La vita del Ka-Be come vita del Limbo, non fa freddo, non si lavora, non si viene percossi,non c’è fretta , si può mangiare il pane anche a fette, alle 16 c’è la visita medica e alle 21 si spengono le luci. Si sentivano le marce e le canzoni popolari che ai dimenticheranno ,la voce del Lager. Nel Ka-Be due erano i vicini di cuccetta di Levi, Walter Bonn,olandese civile che si mostrò cortese e Schmulek, ebreo polacco albino e fabbro. Levi chiese se la storia delle camere a gas fosse vera e Schmulek gli legge il numero 174517 e gli dice che molti non ci sono più e gli chiede retoricamente dove si trovino gli altri,e Levi pensa che siano stati spostati, ma in realtà non vuole capire. Il giorno dopo Schmulek viene portato via e lascia a Levi cucchiaio e coltello. Le nostre notti Dopo venti giorni di Ka-Be Levi,guarito,viene mandato via, in un Block diverso, con vestiti nuovi, compagni ostili. Levi viene mandato nel Block 45, con Alberto, il suo migliore amico, che ha 22 anni,entrato a testa alta,illeso e incorrotto, ha capito che quella vita è guerra,si fa capire, è simpatico,lotta ed è amico di tutti. Le notti d’inverno sono lunghe, l’ingegner Kardos gira per le cuccette a medicare i piedi feriti in cambio di una fetta di pane, vi era poi un cantastorie che recita una canzone sulla vita dei Lager . Poi al suono della campana vengono spente le luci: Levi non conosce il vicino se non per il dorso e i piedi, a Levi pare di dormire sui binari del treno e l’ansare della locomotiva altro non è che il suo compagno e la locomotiva quella della mattina. Levi ha il sonno sottile per cui subito si sveglia. Si sente il fischio che viene associato alla sofferenza del lavoro e del campo,diventandone simbolo. Sogna di stare con la sua famiglia e di raccontare le sue esperienze e che nessuno lo comprenda,anzi,gli sono indifferenti, ma questo è il sogno di tutti,sognano anche di mangiare , spietato mito di Tantalo. Di notte si alzano spesso per smaltire la grossa dose d’acqua che assorbono sotto forma di zuppa,di notte non potevano uscire se non per svuotare il secchio con l’urina e più vecchi avevano sviluppato l’orecchio a tal punto da evitare il

compito, per cui gli altri sono costretti a portare al gelo il secchio la cui urina talvolta cade, si muovono come formiche senza fine. Arriva poi il richiamo della guardia che ordina di svegliarsi e tutti si affrettano.

Il lavoro Primo Levi aveva sempre compagni di letto alti,ma l’ultimo, Resnyk era cordiale, non russava,pulito, faceva lui il letto assumendosi una grossa responsabilità considerando che se fatto male sarebbe stato punito. Resnyk è polacco,ha vissuto 20 anni a Parigi, ne ha 30. Arrivati al cantiere prendono le leve,zoppicano nella neve in continuo pericolo di essere travolti. Il capomastro polacco ordina di portare le traversine per costruire una via sulla quale trasportare il cilindro fino alla fabbrica,ma pesano troppo, quindi chiede una mano a Resnyk , al secondo viaggio però chiede di andare in bagno perché esausto. Poi arriva l’una, tutti si precipitano a mangiare e poi dormire Una buona giornata Il loro scopo arrivare alla primavera. Levi descrive una buona giornata, con un sole vivo e nitido. Insieme a loro vi era un gruppo di greci, avversari nella lotta, che persino i tedeschi e polacchi temono , sono al terzo anno di campo. Vedono da lontano Birkenau , dove si trovano le loro donne e dove finiranno loro, la Buna è negazione di bellezza,grigia, con numeri o lettere, senza erba, grande quanto una città, con 20 lingue, con 10.000 lavoratori. Al centro erge la torre del Carburo costruita con odio e discordia, come la torre di Babele,infatti una maledizione non divina scende su di loro con la confusione di linguaggi. Quella giornata era però buona, si guardavano felici, però secondo il meccanismo per cui i problemi minori si nascondono dietro i maggiori per cui una volta terminato il dolore maggiore ecco che ne compare un altro così appena venne meno il freddo emerse la fame. Il Lager è la fame. Alcuni parlano del cibo e per questo vengono maledetti, l’ultimo arrivato,Fischer, aveva conservato ancora un pezzo di pane ma i più anziani non vi riuscivano sia perché il pane mangiato poco alla volta non veniva del tutto assimilato, sia per la tensione nervosa necessarie per conservare il pane, sia per evitare che venisse rubato. Ma quella giornata non era bella solo per il sole,ma anche perché erano riusciti ad avere maggiore zuppa considerata rancida da altri operai , per cui ebbero tre litri a testa. Al di qua del bene e del male Per ogni avvenimento si vedeva un simbolo: da 70 giorni non ricevevano il cambio della biancheria,chi pensava perché il fronte avanzava e perciò i tedeschi non potevano far arrivare nuovi trasporti, chi invece pensava che il campo sarebbe stato liquidato. Arrivarono i capi, la biancheria sporca veniva mandata alla sartoria non per lavarla ma disinfettarla e poi ridistribuita, arriva la notizia dei nuovi capi, quindi coloro che ne possedevano due si affrettarono a scambiarne una prima che il suo prezzo venisse abbassato. Gli scambi erano proibiti, scambiavano zuppe, pane, alcuni vendono la loro unica camicia e quando il kapo se ne accorge dicono che è stata loro rubata, ma in realtà venduta per fame, e vengono percossi perché la camicia è di proprietà del Lager. I più abili erano i greci, ladri. I buoni premio circolavano come monete. Vi erano detenuti che vendevano il loro pane in cambio di Mahorca, tabacco di scarto, rivenduto poi con interessi per una dose di pane maggiore rispetto a quella iniziale. Gli scambi con i civili erano però pericolosi, se scoperti si veniva mandati nelle miniere di carbone. Verrebbero puniti anche i civili deportati nei

Lager senza essere marchiati perché hanno possibilità di uscirne. Si parla infatti di contrabbando di materiale dei Lager,perché l’oro ad esempio dei denti viene sottratto dai cadaveri e quindi di proprietà del Lager. E’ soprattutto nel Ka-Be che avvengono gli scambi, gli infermieri vendono gli indumenti e le scarpe dei morti, o i cucchiai considerando che il Lager non fornisce cucchiai ai nuovi arrivati, ma venduto dai fabbricanti stessi,inoltre quando si esce dal Ka-Be si sequestrano i cucchiai che poi vengono venduti. Le SS condannano i furti nel Lager ma non i civili, il furto in Buna viene incoraggiato dalle SS, cos’è male e cosa il bene? I sommersi e i salvati

Ogni esperienza deve essere ricordata per trarre valori fondamentali anche se in questo caso on positivi, il Lager è stato infatti un’esperienza biologica e sociale: migliaia di individui diversi per età, condizione,origine,lingua,cultura,costumi, vengono rinchiusi tra fili spinati,e sottoposti a un regima di vista costante e uguale per tutti. Esistono due categorie di uomini: i salvati e sommersi. Nei Lager tutti sono soli, per cui nessuno viene aiutato, semmai abbattuto se qualcuno avesse trovato un modo per avere più pane , o meno lavoro,avrebbe tenuto segreto il modo,e sarebbe stato temuto, e quindi sarebbe sopravvissuto. Quelli forti e astuti mantengono contatti con i capi, diversamente dai “mussulmani”, i deboli, che non hanno conoscenze, e che presto sarebbero morti, soffrono in solitudine, muoiono senza lasciare traccia. Sopravvissero per lo più i medici, sarti,musicisti, cuochi,e persone astute ed energiche. Soccombere è più semplice: si eseguono gli ordini, ci si attiene alle regole, ma così si dura poco più di tre mesi, tutti i musulmani non hanno storia, non imparano il tedesco, sono in tanti, identici, vuoti, già morti anche da vivi. Vi erano invece degli ebrei insensibili,con posizione privilegiata, agili e per nulla solidali con i compagni , crudele e tirannico quando gli viene affidato il comando di un manipolo di sventurati. Non è vero che tutti gli oppressi si sono uniti, anzi vi è odio fra gli assoggettati. Fu una lotta di tutti contro tutti, in pochi sopravvissero senza rinunciare alla propria morale. Come sopravvivere? - Schepschel vive nel Lager da 4 anni, non è né molto robusto né coraggioso né molto malvagio; a volte ruba in Buna una scopa e la rivende, a volte lavora in più o canta per una ricompensa, tuttavia un giorno non esitò a far condannare alla fustigazione un suo amico complice in un furto con la speranza di acquistare merito. -Ingegner Alfred dirigeva nel suo paese un’importante fabbrica di prodotti chimici, nel Lager puliva la marmitta degli operai polacchi ma non soddisfava la sua fame, eppure non si lamentò mai, riuscì ad avere un abito pulito, ad essere spesso pulito grazie ai suoi sacrifici. Non voleva essere confuso col gregge, lavorava con impegno, prendeva la prima razione,quella più liquida, per essere notato, si comportava con cortesia ma con egoismo. Quando fu costituito il Kommando Chimico fu nominato capotecnico. Sopravvisse come dominatore risoluto e senza gioia. -Elias Lindzin, basso ma forzuto, sempre sano, mai malato o fermo, la sua fama di uomo forte si diffuse tanto che non dovette più lavorare, gli venivano dati solo lavori che richiedevano particolare vigore. Era un ladro, ma mai colto sul fatto. Non sappiamo la sua vita prima del Lager, ma sembra incarnare quel prodotto del campo che tutti sarebbero diventati. E’ sopravvissuto perché fisicamente indistruttibile, al di fuori dei Lager sarebbe stato in un manicomio o carcere,ma dentro è rispettato da tutti, ed era felice. - Henri, molto intelligente, ha una grande cultura scientifica e classica, da quando era morto il fratello in Buna aveva reciso ogni vincolo di affetti, si è chiuso in sé. Secondo lui l’uomo per sopravvivere può ricorrere all’organizzazione, pietà e furto, restando integro. Lui li pratica tutti e tre: organizzava il traffico della merce inglese, con la sua pietà dovuta al corpo e viso delicati, usa

queste doti; è protetto da tutti, anche dai dottori del Ka-Be, dove può andare quando vuole. Avendo molte amicizie è raro che ricorra al furto. Egli,apparentemente umano, è in lotta contro tutti,duro,scaltro. Esame di chimica Il Kommando 98 avrebbe dovuto essere un reparto di specialisti, il capo non era neanche un chimico. Inizialmente si occupavano dei t...


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