Questo GESU riassunto PDF

Title Questo GESU riassunto
Course Teologia I
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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riassunto di questo gesù...


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QUESTO GESU’ TESI I La ricerca storica su Gesù Con la ricerca storica su Gesù si intende ogni tipo di indagine storiografica che voglia sottoporre all’esamedel metodo storico-critico tutto ciò che la fede cristiana ferma su Gesù Cristo. Distinguiamo tre fasi della ricerca storico critica su Gesù. 





PRIMA FASE (1779 – 1913): È suddivisa in tre momenti: gli inizi, la ricerca liberale, la fine della ricerca storica.l’iniziatore di questa ricerca fu Hermann Samuel Reimarus. Da questa ricerca razionalistica si svilupparono le varie vite su Gesù di stampo liberale. Tra le più importanti Das Leben Jesu di David Friedrich Strauss. Postulato da cui parte Strauss e che i Vangeli non sono altro che racconti mitici, per cui bisogna liberarsi di questa copertura per poter raggiungere la sostanza dei testi. Altra opera famosa è quella di Joseph Ernest Renan del 1860. L’intento di questa ricerca liberale era di risalire al Gesù più autentico e più primitivo. Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo Albert Schweitzer fece un bilancio di tutta questa ricerca storica su Gesù. La conclusione cui egli giunse è che questi vari autori della ricerca liberale avevano detto più ciò che pensavano di Gesù. Il loro approccio alla storia è stato quello di ricercare tra i vangeli un’immagine di Gesù che potesse soddisfare il loro ideale. Schweitzer sancì così il fallimento della ricerca storica su Gesù (e pensò che era meglio dedicare il resto della sua vita all’attività missionaria in Africa).A confermare la fine della ricerca storico critica su Gesù fu il libro di Martin Kähler, 1896. Secondo questo autore è falsa la distinzione tra Gesù storico e Cristo della fede. Kähler dichiara che il vero Gesù è quello predicato dalla Chiesa. Si inizia così a distinguere tra geschichtlich (Gesù concreto, a cui è rivolto l’assensodella fede) e historisch (Gesù oggetto della ricerca storiografica). Il risultato di questa prima fase della ricerca storica è che tra il Gesù storico e il Cristo della fede sussista una separazione irriconciliabile e che tra i due non ci sia continuità. SECONDA FASE: nel 1953 Ernst Käsemann diede vita alla nuova ricerca su Gesù con la conferenza sul “problema del Gesù storico”. Tra le figure più significative di questa seconda fase vi sono: Günther Bornkamm, Ernst Fuchs, Gerard Ebeling e Joachim Jeremias. Secondo Jeremias tra il Gesù storico il Cristo della fede non vi è soluzione di continuità. Il rischio è di slegare Gesù dal suo popolo e dalla comunità primitiva. TERZA FASE: il centro focalizzato ore consiste nel delineare il contesto giudaico-galilaico in cui è vissuto e si è formato l’ebreo Gesù. All’interno di questa ricerca ci sono due tendenze contrastanti: costituita dei membri del Jesus Seminar in California. Una caratteristica è di fare uso eccessivo delle fonti extra canoniche come il Vangelo di Tommaso e sopravvalutare la fonte Q su Vangelo di Marco. Gli esponenti di questa tendenza privilegiano il momento della discontinuità nell’individuare ciò che è autentico in Gesù. È un detto o un gesto è ritenuto di Gesù se si discosta dalla cultura giudaica del tempo e dalla successiva mentalità della Chiesa primitiva. Limite: si usa un modello non-giudeo per interpretarlo. questa tendenza è concorde nel situare Gesù di Nazareth nel contesto delle relazioni sociali, politiche, economiche e culturali del giudaismo galilaico del secondo tempio. Sottolineano l’ebraicità di Gesù (E.P. Sanders) in particolare l’ebraicità galilaica. Tra gli esponenti di spicco e più riconosciuti dalla terza ricerca su Gesù c’è John P. Meier. La sua visione si incunea tra quella estrema

del Jesus Seminar e quella giudaizzante di Sanders.La terza ricerca storica su Gesù non si è sviluppata solo negli stati uniti, ma si è diffusa anche in Germania, attraverso gli studi di Joachim Gnilka. La sua ricerca si limita a comprendere la figura di Gesù nel contesto ristretto della vita e della sua famiglia. Al centro dell’annuncio di Gesù non c’è tanto la sua persona quanto l’irruzione del regno di Dio che determina l’essere e l’agire di Gesù.

Fonti del Gesù storico Le fonti che ci parlano di Gesù di Nazareth si dividono in due categorie:fonti canoniche  ad esso appartengono tutti gli scritti del Nuovo Testamento. Il Vangelo di Marco (70 d.C.) fa riferimento a fonti orali e tradizioni scritte le cui tracce sono ancora presenti nel testo evangelico sottoforma di logia. I vangeli di Matteo e di Luca (80-90 d.C.) combinano il precedente Vangelo di Marco con una collezione disponibile di detti di Gesù che gli studiosi identificano come fonte Q (= Quelle) e con fonti peculiari di Matteo e Luca (teoria delle due fonti). Il Vangelo di Giovanni (dopo il 90 d.C.) combina diverse fonti.Fonti non canoniche  quelle del I secolo e del II secolo d.C. ci danno poche testimonianze su di lui, nel periodo in cui era attivo in Galilea. Gesù fu una figura del tutto marginale in una regione perifericadell’impero Romano. Bisogna considerare autentici i due brani presenti nelle Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio. Un’altra fonte storica su Gesù ci proviene dallo storico romano Tacito (Opera: gli Annali):parlando dell’incendio di Roma applicato da Nerone e di cui vengono accusati i cristiani, Tacito menziona il Cristo, che fu condannato durante il regno di Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato.Letteratura rabbinica dei primi secoli  non c’è alcuna menzione di Gesù di Nazareth; solamente nella letteratura successiva troviamo accendi in tal senso, ma come reazione a quanti cristiani pretendono di asserire su Gesù.All’interno di queste fonti non canoniche troviamo gli agrapha (letteralmente detti di Gesù non scritti): questi dati sono riportati all’interno dei Vangeli apocrifi. Tra gli scritti apocrifi più importanti ricordiamo il Protovangelo di Giacomo, il Vangelo dell’infanzia di Tommaso, il Vangelo dei Nazareni, degli Ebioniti e degli Ebrei

Criteri della ricerca Il modo migliore per elaborare una criteriologia è quello di renderla quanto più ampia e diversificata.  









Criterio dell’imbarazzo o di contraddizione. Se un detto o un’azione avrebbe imbarazzato la Chiesa primitiva o la mentalità giudaica del tempo, significa che tale detto azioni possono essere con una certa probabilità attribuiti al Gesù storico (esempio: il battesimo di Gesù, l’ignoranza del Figlio dell’uomo) Criterio della discontinuità. È autentico tutto ciò che non può derivare né dalla tradizione giudaica del tempo di Gesù, né dalla Chiesa primitiva dopo di lui (esempio: la predizione del giuramento, il rifiuto del digiuno volontario per i suoi discepoli e la proibizione assoluta del ripudio). Criterio dell’attestazione multipla (detto anche cross section). È autentico UN detto o un’azione di Gesù se viene riportato da diverse fonti letterarie e in diversi modi letterari. (Usando questo criterio si è venuti ad affermare che Gesù di fatto ha parlato nel regno di Dio). Criterio della coerenza. Dopo aver certificato con i criteri precedenti una probabile autenticità di detti e di azioni di Gesù, si può utilizzare il criterio della coerenza o conformità per certificare se altri detti o gesta di Gesù accordano con lo stile e la natura di quanto è già stato rinvenuto. Criterio dell’esecuzione o del rifiuto. Il messaggio e il comportamento di Gesù devono essere stati tali da scuotere profondamente l’ambiente giudaico del suo tempo.

Presupposti della ricerca storica su Gesù Lo scopo della critica storiografica e di determinare un nucleo duro della vita e del messaggio di Gesù attraverso il metodo storico-critico. Il Gesù storico si distingue sia da Gesù Pasquale sia da quello pre pasquale, dato che ambedue sono accessibili solo nell’orizzonte della fede. La modalità conoscitiva di questa ricerca non è la fine ma la ratio storica. Se l’oggetto formale della ragione è la realtà creaturale finita, non ci può essere per principio una realtà creata che per diritto e non semplicemente di fatto sia inconoscibile alla ragione, compreso il miracolo. In base alla distinzione tra oggetto adeguato di ragione e oggetto originario di fede, dobbiamo dire che tutto ciò che riguarda la storia di Gesù deve essere conoscibile per diritto secondo il metodo storico-critico. Si sottrae per diritto alla ratio storica la risurrezione. Se l’indagine storica ha il compito di esaminare le fonti disponibili di esprimere giudizi di fatto e non di diritto, la fede esprime giudizi di carattere escatologico che non hanno valore di fatto ma di diritto. Bisogna precisare perciò la domanda da porre all’indagine storica. Se la ricerca storica individua il nucleo di miracoli da riferire a Gesù storico, non significa che Gesù abbia veramente compiuto miracoli, ma che Gesù ha compiuto azioni ritenute da suoi contemporanei come dei miracoli. Ciò che miracolo, è per diritto oggetto di indagine razionale e non di fede; ciò che invece dischiuso alla fede è il significato salvifico di questi eventi. La distinzione tra giudizio storico il giudizio escatologico è fondamentale per comprendere la differenza tra il Gesù storico, oggetto della ricerca storica, e il Gesù della storia o terreno.

Dialettica tra Gesù storico in Cristo della fede I contemporanei di Gesù non hanno dato troppa importanza alla sua storia. So che conosciamo di Gesù di Nazareth si riferisce ai pochi anni di ministero che precedono la sua morte. Questo è il cosiddetto Gesù prepasquale. La ricerca storica su Gesù non ha valore fondazionale per la cristologia. Solo l’evento della risurrezione ci dà la chiave per interpretare il Gesù storico e mostrarci ciò che è essenziale di lui. Tra giudizi dogmatici e giudizi storici sussiste una circolarità ermeneutica che deve essere distinta per evitare affrettate conclusioni. I giudizi dogmatici sulla realtà di Gesù di Nazareth non possono venire fondati su giudizi storici; il giudizio dogmatico fa riferimento come suo presupposto al giudizio storico. L’interesse dogmatico per il Gesù storico non si limita alla constatazione che Gesù sia esistito, poiché questa constatazione è già compiuta partire da una prospettiva credente e non semplicemente storiografica. TESI II Gesù ebreo L’affermazione dell’ebraicità non si limita a comprendere Gesù nel contesto del suo tempo, ma esige che si riconosca sempre più l’inserimento di quest’uomo nella storia e nell’elezione del popolo di Israele. L’ebraicità di Gesù è stata affermata nel discorso di Giovanni Paolo II alla pontificia commissione biblica (12 aprile 1997).L’invito del magistero e l’interesse della ricerca storica ci stimolano a ritornare perciò a Gesù ebreo e a comprenderne il significato senza prescindere dalla sua appartenenza al giudaismo.

L’ambiente economico politico della Giudea e della Galilea ai tempi di Gesù Le tappe salienti della storia della Palestina: Il massimo splendore e l’età d’oro di Israele è stato il periodo del regno davidico nel 1000 a.C., continuato con il re Salomone, al quale spetta la costruzione del tempio di Gerusalemme. Dopo di lui inizia il declino dell’unità politica dello Stato di Israele. Geroboamo della tribù di Ephraim capeggiò una ribellione che si concluse con la fondazione del regno di Israele del Nord. Le tribù di Giuda e di Beniamino fedeli alla casa di David costituirono il regno di Giuda con a capo il Roboamo. Questo

comprendeva la città santa di Gerusalemme. Il regno di Israele prese la sua indipendenza nel 721, quando gli assiri assediarono il paese. Da allora in poi il nome di Israele non ebbe più il significato ristretto di regno settentrionale, ma venne ed è ancora usato per indicare tutti i discendenti di Giacobbe. Per quanto riguarda il regno di Giuda, la dinastia fondata da David continuò a regnare fino al re Sedechia. La pressione del re Nabucodonosor aumentò tal punto che nel 586 si arrivò alla conquista e alla distruzione di Gerusalemme. Il popolo di Giuda fu deportato in cattività a Babilonia. La prima opera che venne inaugurata fu la costruzione del tempio di Gerusalemme che fu completata nel 516 a.C. Il dominio persiano sulla Giudea finì nel 333 a.C., quando Alessandro si impadronì di tutta la Palestina. Dopo Alessandro in Palestina regnarono i Tolomei fino all’arrivo dei Seleucidi. Nel 175 salì al trono dell’impero seleucida Antioco IV Epifane. A motivo della decadenza dei costumi e della profanazione del tempio di Gerusalemme con sacrifici pagani, la famiglia sacerdotale degli Asmonei guidò la rivolta contro la dinastia dei seleucidi dopo la morte di Antioco IV. Gli Asmonei stabilirono una nuova dinastia che governò la Palestina con il titolo di “re” fino al 63 a.C. La vita di Gesù cade nel periodo dei due imperatori, Ottaviano Augusto e Tiberio. Al nome di Augusto si collega il ricordo della pax augustana.Erode e la sua famiglia regnarono in Palestina nel tempo in cui visse Gesù. Erode il Grande, regnò fino al 4a.C. Il suo regno fu attraversato da atroci repressioni nei confronti dell’opposizione: dopo la sua morte il regno di Palestina venne diviso in tre parti tra i tre figli di Erode: a Erode Antipa venne affidata la Galilea e la Perea, a Filippo le zone più remote del regno del padre e ad Archelao la Giudea con Gerusalemme e l’ Idumea. Antipa governo la Galilea fino al 39 d.C. Archelao dovette subire l’opposizione dei ale fino al punto che l’imperatore Augusto dovette rimuoverlo e sostituirlo nel 6 d.C.Ponzio Pilato (dal 26 al 36 d.C.)Egli dipendeva dall’esercito nessun potere dal legato di Siria e in definitiva dall’imperatore. Al suo interno aveva delegato il sommo sacerdote e il suo consiglio a governare la città santa di Gerusalemme. La politica dei sommi sacerdoti era quella di favorire Roma e di assicurare il proprio potere sulla città santa. Il sommo sacerdote e il suo consiglio avevano il compito di organizzare il pagamento del tributo a Roma e di organizzare la difesa di Gerusalemme, servendosi delle guardie del tempio. Il sommo sacerdote era inoltre il portavoce ufficiale della popolazione di Gerusalemme. All’epoca di Gesù, Giuseppe Caifa era sommo sacerdote e prefetto era Ponzio Pilato .Il fatto che Caifa sia menzionato assieme ad Anna come sommo sacerdote al momento del processo di Gesù significa che quest’ultimo esercitava ancora una grande influenza. Roma voleva esercitare il proprio potere su questa regione solamente per poter avere uno stato cuscinetto tra la Siria e l’Egitto. Roma assunse il controllo diretto della Giudea nel 6 a.C. Coponio e Quirinio eseguirono un censimento a fini fiscali. Un gruppo farisaico si oppose energicamente a questa iniziativa romana; esso prese da allora il nome di Zeloti. Quando Pilato fu rimandato a Roma nel 36 d.C., tutta la Palestina passò sotto il regno di Erode Agrippa I. dopo di lui venne nominato re Agrippa II, che rimase in Palestina fino alla fine del I secolo. Il primo scontro tra autorità militari romane e rivolta giudaica si ebbe poco prima del 69 d.C. Nel 70 Vespasiano e dopo di lui suo figlio Tito portarono a termine l’assedio e la conquista di Gerusalemme. La lettura che viene fatta del Gesù terreno e della sua collocazione nel giudaismo del I secolo e certamente influenzata da questa peculiare situazione politica e religiosa. È un momento terribile per il giudaismo. Il tempio di Gerusalemme è stato distrutto, e gli zeloti sono stati eliminati, le comunità di Qumran estinte, i sadducei non hanno più una ragione d’essere. Rimangono solo i farisei. Simone ben Kosiva guidò la rivolta contro la dominazione romana e riuscì a impadronirsi di Gerusalemme. Ma nel 134 d.C. i romani riconquistarono Gerusalemme.

L’attesa messianica Sia i testi messianici classici dell’antico testamento che le maggiori correnti del giudaismo del secondo tempio non attendevano un messia al singolare; si aspettava certamente la comparsa del re ideale che avrebbe ristabilito. La discendenza di Davide, ma col tempo questa regalità politica divenne sempre più la regalità di Dio su Israele esercitata attraverso un suo rappresentante. L’identificazione di Gesù come figlio dell’uomo e Messia nasce con la risurrezione in seno alla comunità post pasquale.Ai tempi di Pilato vi era tra i giudei il desiderio di essere liberati dalla sovranità romana e le certezze che questa liberazione poteva essere solo un atto di Dio.

Le istituzioni giudaiche nel I secolo Gli studiosi sono d’accordo nell’affermare che non si possa parlare di un giudaismo, bensì di una pluralità di giudaismo. Il termine “giudaismo” si diffuse originariamente al momento della diaspora babilonese; diffondendosi per tutta la terra i giudei portarono con sé un nuovo stile di vita: il giudaismo. Centro della spiritualità giudaica era costituito dal tempio di Gerusalemme che rappresentava l’unico luogo al mondo in cui venivano offerte vittime gradi che a YHWH, Dio d’Israele. Il sancta sanctorum costituiva lo spazio più interno del tempio che si trovava oltre la seconda tenda; lì si recava il sommo sacerdote nel giorno dell’espiazione – 10 giorni dopo il capodanno – per espiare con il sangue di animali i propri peccati, quelli della classe sacerdotale e del popolo. Se nel sancta sanctorum del primo tempio di Salomone era contenuta l’Arca dell’alleanza, nel secondo tempio dopo l’esilio non vi era nulla. La festa più importante era la Pasqua con i panini azzimi, che cadeva in primavera (il 15 Nisan) in cui migliaia di giù dei confluivano a Gerusalemme da tutte le parti dell’impero. Tale ricorrenza aiutava a rinforzare lo spirito nazionale contro la dominazione straniera. Dopo 40 giorni veniva festeggiata la Pentecoste: una festa di ringraziamento per le messi che veniva a conclusione del raccolto dei cereali.La Torah era l’altro punto di riferimento della comunità di Israele. Di questa legge veniva sottolineato l’aspetto halachico, cioè il contratto tra Dio e il popolo. L’osservanza dei comandamenti era il segno di appartenenza al popolo prediletto del signore. Accanto alla legge c’erano le varie tradizioni e interpretazioni teologiche.

La letteratura apocalittica La letteratura apocalittica giudaica si è diffusa tra il II secolo d.C. L’apocalittica non si attende che il corso della storia volga al meglio, ma prevede che questo mondo volgerà alla fine tra terribili convulsioni. Si fa sempre più presente in questa letteratura l’idea della risurrezione dei morti e la figura del Figlio dell’uomo. L’ho scritto apocalittico più antico è il libro di Daniele. Altri testi dell’apocalittica giudaica sono: l’Apocalisse siriaca di Baruc, l’Apocalisse greca di Baruc, i Testamenti dei dodici Patriarchi e il Libro dei Giubilei.

I movimenti del giudaismo Il movimento dei pii continuò in varie correnti e raggruppamenti religiosi:  

gli esseni: il nome esseno è la forma aramaico-orientale per chassid. Tra esseni e comunità monastica di Qumran sul Mar Morto non c’è una grande differenza i farisei perushim= i segregati; il nome indicava la loro separazione spirituale del resto del popolo. Il fariseismo era un movimento laicale e il suo obiettivo era la santificazione di ogni realtà mondana, senza doversi così separare come facevano gli esseni. Di questo movimento faceva parte Giuseppe Flavio. Credevano nella risurrezione dei morti, nella cooperazione tra grazia di Dio e libertà umana, e riponevano speranza nella venuta del Messia regale della casa di Davide. I farisei costituivano un

movimento che aveva una forte influenza sul popolo: forse proprio perché era aperto a tutti in quanto movimento laicale. A questo movimento appartengono anche gli scribi, gli esperti della Legge e delle questioni giuridiche della Torah. gli zeloti  costituiscono l’ala sinistra del movimento farisaico. La loro data di nascita coincide con il censimento ordinato dai romani nel 6 d.C. Il loro obiettivo era quello di instaurare una teocrazia: signoria di Dio e dominio straniero sono contraddittori. La maggior parte delle rivolte organizzate contro i romani hanno come gruppo d’origine gli zii lotti. Essi si fanno portavoce delle tradizioni più radicate della tradizione di Israele. Al di fuori di questi tre gruppi del giudaismo del I secolo troviamo i sadducei. Il loro nome è derivato molto probabilmente da quello di Sadoq, un importante sacerdote della cerchia di David. Membri di ...


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