Segui il Coniglio Bianco riassunto PDF

Title Segui il Coniglio Bianco riassunto
Author elisa petruzzelli
Course Psicologia della Comunicazione
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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riassunto libro Galimberti il Coniglio bianco...


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SEGUI IL CONIGLIO BIANCO. La costruzione della soggettività nelle interazioni mediate – GALIMBERTI

Sé, identità e soggetti nelle interazioni mediate Maurizio Cardaci dà uno sguardo alla psicologia del cyberspazio parlando : - Dei cittadini come netizen, facenti parte di un mondo e un’intelligenza connettivi. - Dell’incontro fra i diversi strati del reale: quello offline e il cyberspazio. In questa ricerca si punta a chiarire come le caratteristiche degli artefatti attraverso i quali avvengono le interazioni mediate condizionino la formazione, la rappresentazione e la negoziazione delle identità dei soggetti.

Cyberspace e cyberplace Il cyberspazio è un universo costituito da oggetti che possono essere visti e sentiti, ma che non sono oggetti reali, né oggetti rappresentati. Secondo gli studi di Barak e Suler il cyberspazio è uno spazio psicologico in quanto è “spazio transazionale”, un’estensione del mondo intrapsichico individuale. I soggetti, grazie alla mediazione degli artefatti presenti in rete, risultano potenziati. Secondo il criterio delle modalità d’uso, Wallace ha identificato 6 tipologie di ambienti Internet, generati dalle modalità di fruizione degli artefatti: 1. Word wide web (siti, pagine ecc.) 2. Posta elettronica 3. Forum di discussion 4. Chat 5. ambienti virtuali 6. Video e voce interattivi (webcam, videoconferenze) A distanza di anni a questo elenco mancano i blog e i social network. Questi ultimi in particolare mischiano vari ambienti : chat, email, file sharing ecc.  Ciò che rende questi 8 ambienti interessanti è il fatto di essere contesti di interazione. Sempre più spesso assumono le sembianze di ambienti virtuali collaborativi, orientati a sostenere la comunicazione e l’interazione (es. con nickname, incarnando le identità in figure tridimensionali ecc). L’interesse dei ricercatori è orientato verso:  Lo studio delle modalità con cui la rete influenza la strutturazione della personalità  La catalogazione delle patologie connesse all’uso della rete (es.dipendenza)  Modalità attraverso le quali l’utente da passivo diventa attivo nel definire se stesso Cilento Ibarra mette in luce come il termine cyberspace possa essere ingannatore: la tendenza è infatti quella di sovrastimare la componente cyber, quella tecnologica, a svantaggio dell’idea di spazio sociale: nasce così l’idea di cyberplace = una realtà costruita e supportata dalle nuove tecnologie, costituita da significati socialmente costruiti. Il focus sarà quindi sulle interazioni mediate piuttosto che sul mezzo stesso. I luoghi di internet sono considerati dei veri e propri luoghi comunitari, in cui avvengono dinamiche psicosociali. Se parlando di cyberspace si sono messe in luce le sue caratteristiche tecnologiche, ora parlare di cyberplace significa mettere al centro la riflessione sulle dinamiche sociali che avvengono nel cyberspace.

L’”identità online” secondo le principali teorie sulla Comunicazione Mediata dal Computer (CMC) Se negli anni passati la valutazione sulla comunicazione mediata dal computer ne metteva in luce i limiti, ora invece si evidenziano soprattutto le sue potenzialità inedite. Varie teorie: o Reduced social cues model (RSC) I primi tentativi di analisi socio-psicologica della cmc risalgono agli inizi degli anni 80’con Sproull e Kiesler. Secondo loro la cmc crea un ambiente comunicativo povero, che è diverso dalla comunicazione face to face (ftf) perché:  Esige risposte veloci  Non rispetta le gerarchie verticali – status equilization per assenza di indizi sociali  Spinge gli utenti a essere più disinibiti – spesso esplodono conflitti (flame)  Sono privi dei feedback non-verbali (es.sorrisi) o Social identity de-individuation model (SIDE) Lea e Spears rispondono al modello RSC mettendo in dubbio la social equalization e il predominio del fenomeno di flaming. In un ambiente afisico come quello della cmc è addirittura possibile assistere a comportamenti ipersocializzati perché si tende a creare stereotipi, ogni gruppo si adeguerà o meno alle norme sociali a seconda del tipo di identità sollecitata dalla situazione. o Social information processing theory (SIP) Palmer, uno degli esponenti di questa teoria, sostiene che in laboratorio l’interazione della cmc manca di prospettive future ed è limitata nel tempo. Per questo i soggetti non si impegnano più di tanto nella comunicazione, e lo stesso flaming è un modo per esprimere la loro frustrazione. o Hyperpersonal model Walter sostiene che l’analisi della cmc segue due filoni: 1. Modello RSC, impersonale : vede la cmc causa di impoverimento sociale e crescita del tasso di anonimato nelle interazioni. 2. Modelli SIDE e SIP, interpersonali : nonostante l’affermazione dell’efficacia della cmc, non esce da pregiudizio che la comunicazione sia più lenta. Walter invece afferma che la cmc è una comunicazione iperpersonale, addirittura più ricca di quella Ftf. Ha infatti quattro caratteristiche specifiche:  Il ricevente spesso fa ricorso a stereotipi per definire l’identità del suo interlocutore.  L’emittente cerca di dare una buona immagine di sé selezionando che cosa rivelare (presentazione selettiva di sé).  Il canale di comunicazione non veicola le informazioni non verbali (es. arrossire : è l’emittente che decide di rivelarle o meno).  L’importanza dei feedback è ingigantita: ogni feedback permette di ricalibrare l’immagine dell’altro che ci siamo costruiti, ciclo di conferma  La cmc permette quindi agli interlocutori di esercitare maggiore padronanza sui contenuti che intendono comunicare e sulla propria autopresentazione. o Teoria dell’azione situata (TAS) La teoria pone l’accento sull’importanza dell’ambiente in cui si svolge la comunicazione: la relazione è sensibile al suo contesto. Il canale comunicativo è un vero spazio sociale, influisce sulla costruzione delle identità online.

Contributi alternativi alle teorie classiche: tra etnografia della rete e postmodernismo Reid, Bruckman, Turkle: cercano di leggere le interazioni in rete tenendo conto dalla natura dell’ambiente in cui avvengono. Reid e Bruckman vedono i contesti virtuali come “identity playground”, luoghi dove si decostruiscono le convenzioni sociali che regolano l’identità in contesti ftf. Questi luoghi riscrivono le caratteristiche dei soggetti. - Online e offline sono due mondi separati, caratterizzati o meno dalla corporeità - Le identità online sono dei puri simulacri autoreferenziali - La costruzione dell’identità online permette al soggetto si liberarsi del peso dei condizionamenti sociali. - Il soggetto può anche sperimentare una sorta di ubiquità digitale, sentendosi connesso a una pluralità di contesti sociali in riferimento ai quali possono essere attivate le varie maschere sociali : il sé impersona ruoli diversi, pratica una “vita delle finestre”. Tosoni critica le contraddizioni del modello post-modernista, che non riconosce nessuna unitarietà al soggetto. È problematico anche l’aspetto metodologico: l’analisi si basa sulle interviste ai soggetti che frequentano la rete. Non si basano sull’osservazione diretta della loro esperienza, ma intervengono anche fenomeni basati sulla percezione di se stessi e la razionalizzazione della propria esperienza.

Oltre il postmoderno Approccio sociolinguistico : le identità reali persistono anche all’interno dei giochi di reinvenzione online. Approccio strategico : propone una lettura negoziale del processo di costruzione delle identità online, sono centrali i processi sociali, simulazione, inganno e persuasione sono tecniche fondamentali per costruire un’identità accettata dall’altro. Biopolitica degli ambienti virtuali : fondato sul concetto di Foucault della “cura di sé”, l’assetto sociosimbolico della realtà virtuale struttura i metodi con cui i membri della comunità virtuale danno forma alla loro identità e determinano anche l’obiettivo della loro trasformazione. Il limite di questo modello è la poca importanza data al ruolo dei singoli, l’accento è sulla dimensione comunitaria.

Tra dialogo e posizionamento – Hermans e Ligorio Teoria del posizionamento Hermans e Ligorio sottolineano i legami della loro teoria con quella del dialogismo di Bachtin. Si fonda su due principi: - La realtà non si può conoscere in modo oggettivo, ma è costituita attraverso le attività mentali - L’identità è considerata come soggetta a continua costruzione, è complessa e sfaccettata. Non è più vista come un nucleo di aspetti stabili. I contributi specifici della teoria sono soprattutto legati al concetto di posizionamento = nei contesti interattivi in cui è possibile scegliere varie identità da assumere, si attiva un processo di posizionamento tra i diversi ruoli, guidato dalla strategia. Questo processo è fluido e non è finalizzato a una preservazione della coerenza dell’identità. Come funziona il sè dialogico? L’Io considera le varie posizioni che vengono assunte durante le interazioni e il sé dialogico si costruisce portando ordine nella molteplicità di queste voci, l’identità selezionata verrà poi testata durante l’interazione. Il soggetto sarà quindi un insieme di posizionamenti temporanei e non necessariamente coerenti.

Il Sé come stabilizzatore dell’identità – Talamo e Roma la teoria di Talamo e Roma supera l’opposizione fra essenzialisti (identità stabile per natura) e costruttivisti (identità multipla e in continuo cambiamento). Riconoscono infatti il permanere di un nucleo, il Sé o quantomeno la percezione di una propria soggettività costante che stabilizza il processo di costruzione dell’identità nelle interazioni mediate. Il sé è quindi l’aspetto unitario della persona mentre l’identità si costruisce in modo interattivo.

Considerazioni critiche su questi modelli Sono due i rischi di questi modelli: 1. La tentazione di cadere in un duplice riduzionismo (verso il basso – modelli che riducono lo studio solamente alla dimensione interattiva. Verso l’alto – l’individuo è considerato sciolto dai legami sociali o al contrario ridotto in essi). Da questo rischio si salva solo la Teoria dell’azione situata, che è attenta ai ruoli che individuo, cultura e contesto hanno nella definizione della soggettività online – dà il giusto peso a ogni fattore. 2. Possibilità di usare impropriamente i termini: identità, sé e soggetto.

Strutture identitarie emergenti e presentazione di sé È necessario chiarire i concetti di identità, soggetto e soggettività. Identità Può essere considerata in termini di: - Processo = determinata dal contesto e fattore attivo nei confronti dell’ambiente del soggetto. Il dialogo è il motore del processo di costruzione dell’identità - Prodotto = deriva dall’interazione della persona con il suo ambiente, interazione che dura nel tempo e permette il profilarsi di veri e propri sotto-sistemi identitari.  Queste strutture identitarie emergenti costituiscono l’oggetto delle descrizioni verbali che le persone fanno dei loro comportamenti a diversi livelli (identità soggettiva, identità plurali, presentazione di sé). Nel cyberspazio il livello a cui si manifestano questi pezzi di identità è quello della presentazione di sé : le persone si presentano agli altri nel modo che ritengono più adeguato. L’idea della falsificazione delle identità sul web è diffusa, così come la convinzione che il cyberspazio influisca negativamente sui processi identitari, soprattutto degli adolescenti. L’identità garantisce la nostra unità e coerenza ed è un nucleo che non può essere ridefinito in occasione di ogni interazione. Il concetto di posizionamento di Hermans e Ligorio permette di comprendere come si possano far convivere aspetti diversi di noi stessi senza frammentare la nostra identità, che è comunque fluida e multipla, come affermavano Talamo e Roma. 2 radicamenti: - A monte : il Sé contiene la natura fluida della nostra identità, mettendola di fronte a ciò che è stata e a ciò che è. - A valle : l’identità si riferisce al soggetto, che la stabilizza confrontandola con la progettualità di ogni scelta durante le interazioni.

Soggetto E’ ciò che sta sotto al sé e all’identità e la sostiene conferendole progettualità. È istanza fenomenica, il volto che appare all’altro durante l’interazione e che la gestisce. Dipende però: - Dall’altro: durante l’interazione il soggetto si costituisce grazie ai feedback che gli arrivano dall’altro. - È anche radicato nell’identità Si può quindi definire come una serie di posizionamenti temporanei e non necessariamente coerenti entro cui una persona è chiamata a muoversi momentaneamente, a seguito del discorso in atto e delle circostanze. Con Talamo e Roma si può dire che il soggetto gestisce l’identità in termini negoziali, decidendo di volta in volta quali sono le identità rilevanti in quel contesto. I limiti del soggetto sono però la temporaneità dei posizionamenti e la sovraindividualità del processo attraverso cui esso stabilizza le oscillazioni dell’identità. Soggettività è il farsi dell’identità attraverso i movimenti del soggetto sul filo degli eventi, è un emergenza dinamica che il soggetto costruisce nell’interazione attraverso l’incontro con l’altro. È apertura all’altro e luogo dei possibili cambiamenti del soggetto che con l’altro si costruisce in modo negoziale. È la concretizzazione delle componenti identitarie messe in gioco durante l’interazione. Può essere articolata su tre piani: 1. Processo/progetto sociale – in esso sono coinvolti il soggetto, il soggetto sociale (l’ater), il contesto, gli artefatti utilizzati per entrare in comunicazione 2. È processo strategico di natura dialogico-relazionale 3. Processo enunciativo di natura dialogica e polilogica – si costruisce attraverso l’attività enunciativa e porta in sé le tracce dei soggetti che interagiscono Le norme sociali e la cultura incidono sulla soggettività, ma anche la soggettività può comportare variazioni nell’identità: infatti tramite i feedback possiamo modificare ciò che vogliamo far conoscere agli altri. Il processo di costruzione della soggettività riguarda tutti i tipi di scambi. In riferimento alle interazioni all’interno della cmc, per il fatto di trovarsi senza il corpo, l’identità sperimenta nuove modalità. La rete ha la caratteristica di: - Cyberspace = è una realtà caratterizzata dalla compresenza di un duplice contesto: materiale (gli artefatti materiali che fanno funzionare la rete) e digitale (artefatti digitali che esistono in rete). È quindi un insieme di tool, uno strumento che si costituisce come spazio transazionale (Barak, Suler), estensione del mondo intrapsichico. - Cyberplace = luogo comunitario costruito grazie alle nuove tecnologie, fatto di significati co-prodotti e possibilmente condivisi. Sono luoghi del cyberspazio dove le persone possono interagire, scegliendo cosa mettere in gioco di sé stessi.

Nel processo di costruzione della soggettività enunciativa intervengono: Sé, identità, soggetto, soggettività, cyberspace, cyberplace.

Perché anche nel cyberspazio non è possibile sottrarsi all’altro Il processo di costruzione della soggettività avviene sempre in presenza di una pluralità di soggetti: è quindi corretto parlare di intersoggettività enunciativa

All’interno del modello, con il termine intersoggettività enunciativa si intende il processo che presiede alla creazione di un mondo in gran parte condiviso, in cui i soggetti interagiscono raggiungendo un livello adeguato di intercomprensione. Modalità di azione/risultato delle azioni degli interlocutori: 1. Costruzione della soggettività e reciproco riconoscimento 2. Definizione congiunta delle regole di gestione dell’interazione 3. Definizione degli oggetti di cui ci si occupa durante l’interazione 4. Definizione delle regole discorsive e conversazionali con cui si parla Soggettività e intersoggettività non possono comunque essere separate (la loro distinzione nel modello è utile solo per comprendere l’interazione prima da una prospettiva monologica, poi da una polilogica). Non c’è infatti soggettività senza interlocutore e contesto, ha senso solo in rapporto all’interazione. Sarà poi scelta del soggetto se farla diventare parte del suo patrimonio identitario. Solitamente, quando avvengono modifiche dell’identità, non si tratta del risultato di singole interazioni, ma dell’accumulo di molteplicità di esperienze.

Conclusione Come si definiscono i rapporti fra Sé e identità personale nelle interazioni mediate? Il Sé, inteso come fulcro di convergenza in cui la persona riconosce caratteri stabili e mutevoli dell’essere se stesso, regola le posizioni e le voci che lo costituiscono, per fornire alle identità i materiali che il soggetto organizza strategicamente per agire di volta in volta. La frequentazione del cyberspazio influisce negativamente sui processi identitari? Nelle interazioni mediate non vengono meno le difese che il soggetto pone tra i propri sé e identità e il mondo esterno. Ci sono dei rischi per i più deboli, ma la frequentazione del cyberspazio non è rischiosa di per sé. Quali sono le modalità attraverso le quali si costituisce la soggettività in rete? Attraverso un processo enunciativo di tipo dialogico e connettivo (es. Matrix – “segui il coniglio bianco” è un indizio che porterà Neo a scoprire la propria identità grazie all’incontro con altri personaggi e si scopre parte di un mondo condiviso con altri  allo stesso modo l’intersoggettività è un processo che definisce un mondo condiviso in cui i soggetti posso interagire raggiungendo un livello adeguato di intercomprensione). Questione della responsabilità nella gestione della propria soggettività online La responsabilità è dimensione fondante della soggettività, senza responsabilità non ci può essere intersoggettività. Può esserci però ad esempio una mancanza di responsabilità nei confronti di sé stesso e della propria identità quando si decide di ingannare qualcuno riguardo alla propria identità....


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