Slide Complete Corso - Appunti 1-7 PDF

Title Slide Complete Corso - Appunti 1-7
Author gaetano Clarizia
Course Linguistica Italiana
Institution Università per Stranieri di Siena
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22/11/17

Università per stranieri di Si Corsi di laurea in Mediazione linguistica e cultur Lingua e cultura italiana A.A. 2017/18

Linguistica italiana (Massimo Palermo)

Modulo A: Corso istituzionale 1) LE STRUTTURE DELL’ITALIANO D’OGGI Il corso sarà così articolato Fonologia modulo A (36 ore 6CFU) à per tutti Morfologia Sintassi modulo B (18 ore 3 CFU) à solo per gli Lessico studenti di lingua e cultura italiana (prof. Testualità Salvatore) 2) L’ITALIANO NEL TEMPO Dal latino all’italiano Prima dell’unità Fattori dell’unificazione linguistica postunitaria 3) L’ITALIANO NELLO SPAZIO SOCIALE E COMUNICATIVO Le dimensioni della variazione Scritto e parlato Italiano standard Sistema, norma e uso: grammaticale, corretto, accettabile Movimenti nella norma: la ristandardizzazione Alla fine di ciascun blocco, 4) LO SPAZIO LINGUISTICO ITALIANO SLIDE in piattaforma La situazione sociolinguistica dell’italiano d'oggi http://elearning.unistrasi.it Lingua, dialetti, varietà regionali Lingue speciali L'italiano degli altri: vecchi e nuovi plurilinguismi

Modulo B : Caratteri linguistici della comunicazione c Salvatore)

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Libri di testo per l’esame (frequentanti): Modulo A: Frequentanti - M. Palermo, Linguistica italiana, Il Mulino, Bologna, 2015. - Dispense a cura del docente. Non frequentanti - M. Palermo, Linguistica italiana, Il Mulino, Bologna, 2015. A scelta uno dei seguenti testi: - S. Lubello, Lezioni d'italiano. Riflessioni sulla lingua del nuovo millennio, Il Mulino, Bologna, 2016 (disponibile solo in versione digitale). - G. L. Beccaria, L’italiano che resta. Le parole e le storie, Einaudi, Torino, 2016.

Modulo B (inizio seconda settimana novembre): Frequentanti A. Masini, L’italiano contemporaneo e la lingua dei media, in I. Bonomi, A. Masini, S. Morgana (a cura di), La lingua italiana e i mass media, Carocci, Roma, 2003, pp. 11-32. Dispense a cura del docente Non frequentanti G. Antonelli, L’italiano nella società della comunicazione 2.0, Il Mulino, Bologna, 2016.

OBIETTIVI

Parte I: le strutture dell’italiano d’oggi Parte II: La variazione dell’italiano (di ieri e d’oggi) Parte III: L’italiano e le altre lingue Esercizi di verifica: • Alla fine di ogni capitolo • Online (www.pandoracampus.it) Faremo una presentazione…

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Modalità d’esame: Per il modulo A Esonero scritto Riservato ai frequentanti, facoltativo, alla fine delle lezioni del modulo A (merc. 15 novembre) L’esonero riguarda gli ARGOMENTI TRATTATI A LEZIONE E LE PRIME DUE PARTI DEL MANUALE; consiste in • DOMANDE A RISPOSTA APERTA (CON INDICAZIONE DELLA LUNGHEZZA MASSIMA DELLA RISPOSTA) • DOMANDE A RISPOSTA CHIUSA (SCELTA MULTIPLA)

Chi supera l’esonero sostiene l’esame orale SOLO SULLA TERZA PARTE (III.1 L’italiano nel mondo; III.2 Il mondo in Italia) del manuale. Fa parte integrante dell’esame anche la discussione dello scritto (domande a cui non si è risposto o non si è risposto adeguatamente) à VENIRE A VEDERE IL PROPRIO COMPITO (RICEVIMENTO SPECIALE DEDICATO) Chi non sostiene, non supera o non accetta il voto dell’esonero sostiene l’esame sull’intero programma Per il modulo B Tesina (facoltativa, solo per frequentanti) L’esame orale consiste nella discussione della tesina Chi non fa la tesina porta la bibliografia d’esame indicata nella guida dello studente

1) LE STRUTTURE DELL’ITALIANO

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LA PRODUZIONE DEI SUONI fig.1

Tratta da Schmid (1999: 35).

fonazione (polmoni/ laringe) e articolazione (ugola/labbra) suoni egressivi / ingressivi tratto articolatorio articolatori fissi / mobili Differenza orali/nasali Sonorità/non sonorità

1. IL MECCANISMO DI ORALITA’ NASALITA’

foni orali

fig.2

foni nasali

2. IL MECCANISMO DI SONORITA’

corde vocali

Tratta da Schmid (1999: 39).

respirazione

articolazione

vibrazione: sonorità assenza vibr.: sordità

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LE VOCALI

IL TRAPEZIO VOCALICO

VOCALI TONICHE anteriori

alte medio-alte medio-basse

basse

centrali

i

posteriori

u o

e

ↄ !

ε a

VOCALI ATONE alte medie basse

u

i e

o a

TRATTI DISTINTIVI PER LE VOCALI 1) grado di innalzamento della lingua: alto, medio, basso 2) posizione della lingua rispetto alla cavità del palato: anteriore, centrale, posteriore 3) protrusione e arrotondamento delle labbra (in it. solo per le voc. posteriori) 4) oralità e nasalità (in it. solo vocali orali)

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Caratteristiche del sistema vocalico italiano piuttosto semplice 1) nell'inventario ® sette elementi contro i sedici del francese, i quindici del tedesco e i quattordici dell'inglese britannico (ma 5 dello spagnolo e di alcune varietà di italiano) 2) dal punto di vista strutturale (non sono presenti alcune opposizioni, come quella tra vocali anteriori arrotondate e non arrotondate ([i y], [e ë], [o ø ]) e non esistono vocali nasali)

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TRATTI DISTINTIVI PER LE CONSONANTI 1) il luogo di articolazione, cioè il punto in cui avviene un contatto tra due articolatori 2) il modo di articolazione, cioè il tipo di ostacolo che gli articolatori oppongono al flusso d'aria 3) l'oralità/nasalità: nella produzione delle consonanti orali l'aria è espulsa dalla bocca, nelle nasali dalla bocca e dalla cavità nasale; 4) la vibrazione delle corde vocali, che dà luogo all'opposizione tra consonanti sorde e sonore:

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Mancate corrispondenze tra fonemi e grafemi dell'italiano a un grafema corrispondono più fonemi: (e, o, s, z, c, g, i, u) a due grafemi corrisponde un fonema: i 7 digrammi (, , , , , , ) a tre grafemi corrisponde un fonema: i 3 trigrammi (, , ) a un fonema corrispondono più grafemi: (c, q) il grafema non rappresenta alcun suono

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Caratteristiche del sistema consonantico italiano ü sonorità (15/8) ü sbilanciamento in avanti (solo 5 fonemi articolati dal palato in giù) ü relativa semplicità, ma con alcuni fonemi marcati classe delle affricate /ts dz tʃ dʒ/, laterale palatale /ʎ /, la nasale palatale /ɲ / ü L’intensità consonantica ha valore fonologico (fato/fatto) ü quindici consonanti dell'italiano ammettono l'alternanza tenue/intenso, (/p, b, t, d, k, g, f, v, s, l, r, m, n, tʃ , dʒ/) ü Cinque, le tre palatali (/ɲ, ʎ, ʃ ) e le affricate dentali (ts, dz/) sono sempre intense (in pos. intervocalica) ü tre /j, w, z/ sono sempre tenui

DESCRIZIONE DEI FONEMI IN TRATTI DISTINTIVI

= occlusiva, velare, sorda (orale) /k/ = vocale anteriore mediobassa (orale, non arrotondata) /ɛ/ /ts/ = affricata, alveolare, sorda, orale /ʎ/ = laterale, palatale, sonora, orale /u/ = vocale, posteriore, alta, orale, arrotondata /l/ = laterale, alveolare sonora, orale /tʃ / = affricata, prepalatale, sorda, orale

/z/ = fricativa, alveolare, sonora, orale /m/ = nasale, bilabiale, sonora /j/ = approssimante, palatale, sonora, orale

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PUNTI CRITICI DEL SISTEMA FONOLOGICO alcune opposizioni (s/z; ts/dz; e/ɛ; o/ↄ) non sono percepite con nettezza dai parlanti

occultamento grafico basso rendimento funzionale imprevedibilità forte variazione regionale

La distinzione tra e aperta e chiusa la e è generalmente aperta: üquando fa parte dei suffissi -ello, -ella (acquerello, bidello, cancello, barella, padella); -enza (beneficenza, decenza, influenza); -erio, -eria (criterio, desiderio, feria, miseria); -estro, -estre, -estra (palestra, destra, campestre, terrestre, canestro, sequestro; maestro e maestra hanno la doppia pronuncia, aperta e chiusa); -ezio, -ezia (inezia, facezia, screzio, trapezio); ünei gerundi in -endo, nei participi presenti in -ente: correndo, sentendo, sapiente, vedente; üquando fa parte del dittongo -ie-: fieno, siepe, allievo, piede. Fanno eccezione i casi in cui il dittongo e compreso in suffissi che vogliono la e chiusa come -etto, -ezza: armadietto, mucchietto, ampiezza, vecchiezza; la e è generalmente chiusa: ünegli avverbi in -mente (lentamente, dolcemente), nei diminutivi in -etto, -etta (animaletto, libretto, poveretto); le parole che finiscono in -etto, -etta ma non sono diminutivi non seguono una regola precisa: brevetto, biglietto, tetto (con /e/), accanto a affetto, aspetto, concetto (con /ɛ /); üquando fa parte dei suffissi -eccio (casereccio, mangereccio, godereccio); -eggio (conteggio, noleggio, parcheggio); -ese (paese, borghese, bolognese); -ezza (altezza, magrezza, purezza); -mento (abbigliamento, miglioramento, nutrimento);

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La distinzione tra o aperta e chiusa

la o è generalmente aperta: üquando si trova in fine di parola e porta l’accento (però, andò, comò); üin molte parole di origine dotta con l’accento sulla terzultima sillaba: termometro, archeologo, filosofo, biografo; ünei suffissi -olo, -uolo (donnaiolo, figliolo, lenzuolo); ünel suffisso -otto (ragazzotto, pienotto, sempliciotto); üquando fa parte del dittongo -uo-: fuoco, suono, nuovo, tuono. la o è generalmente chiusa: ünelle parole che finiscono in: -oce (atroce, feroce, foce); -onda (fionda, sonda, sponda); -onte (bisonte, conte, ponte); -ore (amore, muratore); -oso (furioso, costoso, vistoso); -posto (imposto, deposto, contrapposto); -zione (azione, sezione, prenotazione); e inoltre nel suffisso accrescitivo -one (scivolone; palazzone).

pronuncia della :

La distinzione /s/ ~ /z/

preconsonantica sorda prima di consonante sorda (sparo /sparo/, scudo /skudo/), sonora prima di consonante sonora (sbaglio /zbaʎʎo/, sdentato /zdentato/). postconsonantica sempre sorda (penso, falso...) intervocalica: imprevedibile qualche indicazione: la si pronuncia sonora ünelle parole di origine dotta che finiscono in -asi, -esi, -isi, -osi e nelle parole in -esimo, -esima: battesimo, umanesimo, trentesimo cresima, quaresima: protasi, tesi, crisi, sclerosi ; üanche in altri casi di intervocalica prevale la pronuncia sonora (bisogno, esame, isola), ma le eccezioni sono numerose (spesa, cosa, naso ecc.) e, in alcune parole, è possibile la doppia pronuncia (casa, mese).

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La distinzione /ts/ ~ /dz/ la si pronuncia sonora: üin posizione intervocalica, con l'eccezione dei gruppi -zia-, -zie-, -zio: azalea, azoto, ozono, bizantino; ünei suffissi -izzare, -izzatore, -izzazione: civilizzare, civilizzatore, civilizzazione /tʃ iviliddzattsjone/; ünelle parole di origine straniera con pronuncia adattata all’italiano: bazar, freezer, zapping, zip, zombie, zoom. la si pronuncia sorda: üdavanti ai gruppi vocalici ia, ie, io: grazia, balbuzie, spazio. Fanno eccezione azienda (e derivati), romanziere , ronzìo /rondzio/; üdopo l: alzare, balzo, calza; fanno eccezione Belzebù, elzeviro; üquando fa parte dei suffissi -anza, -enza, -ezza, -izia, -ozzo, -ozza, -ziare, -zione: tolleranza, incoscienza, correttezza, giustizia, gargarozzo (ma rozzo /roddzo/), piccozza, deliziare, organizzazione /organiddzattsjone/.

DITTONGO E IATO Quando due vocali grafiche contigue appartengono alla stessa sillaba si ha un dittongo: piede /pjɛde/; chiodo /kjↄdo/. Come si vede in reealtà le due vocali grafiche sono una vocale e una semiconsonante. Si distingue tra dittonghi ascendenti, in cui la semiconsonante precede la vocale (piede /pjɛde/) e dittonghi discendenti, in cui si ha la successione inversa (amerei /amerɛj/).

Quando le due vocali contigue appartengono a sillabe diverse, si ha uno iato. Ciò avviene di solito: •quando si incontrano due vocali diverse da i, u: paese, aorta, reame, ateo, boato, canoe; •quando una delle due vocali è una i o una u e porta l’accento: ortografìa, calpestìo, paùra, faìna, dùe, tùo; •nelle parole composte in cui il primo elemento termina per i o per u: biennio, triangolo, dielettrico, suaccennato, suesposto ecc.

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ALLOFONI DELL'ITALIANO STANDARD assimilazione parziale delle nasali /n, m/ alla consonante seguente. /n/ ® [ŋ] (nasale velare) di fronte a occlusiva velare (panca [paŋka], fango [faŋgo]) /n/ ® [ɱ] (nasale labiodentale) davanti a /f, v/, convenzione [koɱventsjone], infantile [iɱfantile] allungamento delle vocali toniche in sillaba aperta. in italiano, a differenza di altre lingue, la durata della vocale non ha rilevanza fonologica. Esiste tuttavia una regola che determina l'allungamento automatico della vocale tonica quando si trova in una sillaba aperta. Per esempio la di capo è foneticamente lunga [kaːpo] mentre la di gatto è foneticamente breve perché si trova in sillaba chiusa. Questa regola non si applica alle vocali toniche in fine di parola (caffè, andò, giù) che rimangono foneticamente brevi.

L'accento in italiano intensivo, cioè la sillaba tonica è pronunciata con maggiore intensità articolatoria rispetto alle sillabe atone; posizione libera, cioè non è possibile, tolte poche eccezioni, predeterminare la collocazione dell'accento; valore distintivo, cioè la sola differenza nella collocazione dell'accento è sufficiente a distinguere parole diverse, come calamìta vs. calamità. A seconda della sillaba colpita dall’accento le parole si distinguono in: tronche (accento sull'ultima sillaba): sentì, giocherò; piane (accento sulla penultima sillaba): sapóne, tènda, sillabàre; sdrucciole (accento sulla terzultima sillaba): tàvolo, ménsola, góndola; bisdrucciole (accento sulla quartultima sillaba): arràmpicano, dìtemelo. trisdrucciole (accento sulla quintultima sillaba): rècitamelo.

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DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DIVERSE ACCENTAZIONI

sdrucciole altre 1% 8% tronche 16%

piane 75%

STRUTTURA DELLA SILLABA SCALA DI SONORITA’

(testa) (C)

Isocronia sillabica vs isocronia accentuativa

NUCLEO V

( coda) (C)

tipi sillabici: V a-nima VC ar-ma CVC tar-ma ...

La lingua italiana è regolata dal principio dell'isocronia (= uguale durata) sillabica. In una parola la sillaba tonica ha una durata leggermente maggiore delle sillabe atone, ma le sillabe atone hanno tra loro tutte la stessa durata, indipendentemente dal numero di sillabe della parola. Per esempio nelle parole di-stri-bu-zio-ne (5 sillabe), di-stri-bu-zio-na-le (6 sillabe), di-stribu-zio-nal-men-te (7 sillabe) la durata delle sillabe atone è pressappoco la stessa: à le parole più lunghe hanno una durata notevolmente maggiore di quelle più brevi. Altre lingue (per es. l'inglese) à isocronia accentuativa, cioè fermo restando che la sillaba tonica ha durata maggiore, la durata delle sillabe atone tende ad essere tanto più breve quante più sillabe contiene la parola. à consegienza sul ritmo e prosodia

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IL RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO a casa, fa male, è bello

/akkasa/, /fammale/ /ɛbbɛllo/

La consonante iniziale di una parola, in determinate circostanze, si raddoppia per influsso della parola precedente. Questo fenomeno prende il nome di raddoppiamento fonosintattico. Le categorie di parole che danno luogo al raddoppiamento della consonante iniziale della parola successiva sono: ütutti i monosillabi con accento grafico (è, dà, lì, né, più ecc.); üalcuni monosillabi senza accento grafico: a, blu, che, chi, da, do, e, fa, fra, fu, ha, ho, ma, me, no, o, qua, qui, re, sa, se, so, sta, sto, su, tra, tre,tu, va; üle lettere dell’alfabeto, pronunciate per esteso in sigle e altro: tivvù per Tv, tiggì per Tg (telegiornale), ciddì per CD (compact disc); ütutti i polisillabi tronchi: città, perché, sentì, cantò, virtù ecc.; üalcuni polisillabi piani: (sopra, qualche). casi particolari: da, dove, come

Spiegazioni Dal punto di vista storico assimilazione regressiva prodottasi anziché all’interno di parola (ADMITTO > ammetto) al confine tra due parole (AD ME > a me [a mˊme]). Dal punto di vista sincronico 1) la regola dell'allungamento delle vocali toniche in sillaba aperta non si applica alle vocali toniche in fine di parola, cioè alle parole tronche. In questi casi la vocale della sillaba rimane breve pur trattandosi di sillaba aperta, generando così un'asimmetria con le altre sillabe aperte toniche. 2) Dal punto di vista della struttura della sillaba l'italiano non tollera che una sillaba tonica sia priva di coda; cioè dopo la vocale, che costituisce il nucleo della sillaba, non ci può essere immediatamente un confine di sillaba. In altre parole tutte le sillabe toniche (evidenziate in grassetto negli esempi seguenti) debbono avere "qualcosa" dopo la vocale e prima dell'inizio della sillaba successiva. Questo qualcosa può essere la seconda parte della vocale lunga, (come in lato [ˈlaa-to], dito [ˈdii-to]) o una consonante (come in campo [ˈkam-po], corto [ˈkor-to]). Pertanto in una sequenza come andò via la sillaba finale di andò, se pronunciata senza raddoppiamento ([an-dɔ-vi-a]), violerebbe la regola sopra enunciata. L'allungamento della consonante si spiega allora come compensazione per generare una coda sillabica e ricondurre così la struttura della sillaba alle regole prosodiche e fonotattiche dell'italiano.

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MORFOLOGIA FLESSIVA: parole variabili riconducibili a paradigmi: caldo / caldi; corriamo correvano / correranno; io / me / mi

DERIVAZIONE prefissazione: pensare ® ripensare suffissazione: lotta ® lottatore

DERIVATIVA (LESSICALE) :

COMPOSIZIONE apribottiglie, giallorosso, benpensante; dopoguerra COMPOSIZIONE NEOCLASSICA cardiologo, anglofilo, telecomando, videoteca confissi (bio-; glotto-, cardio-… -logo; -filo;) misto: paninoteca ordine determinante + determinato à Inglese baby pensioni; calciomercato; concessionari iniziativa aderenti

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IL SINTAGMA sintagma à nell’analisi in costituenti, sequenza di elementi dominati dallo stesso nodo insieme di parole che si comportano come delle unità criteri per l’identificazione di un S: üspostamento: il cugino di Marco / arriva / domani; *il cugino di arriva domani Marco üsostituibilità: lui / Alfredo arriva domani ücoordinabilità : il cugino di marco e x / arrivano / domani: x può essere solo un sintagma

tipi di sintagma SN à il ragazzo, una canzone SV à il ragazzo canta una canzone SA à sono orgoglioso delle sue imprese SP à Mario gode di ottima salute; abito a Mantova SAvv à Ha mangiato molto velocemente

LA STRUTTURA DEL SINTAGMA il sintagma è analizzabile in testa + complemento à la testa è quella che dà il nome al sintagma SN: un ragazzo biondo SN: un ragazzo di Roma SV: Mario studia economia a Siena SA: un ragazzo bravo a tennis in italiano l’ordine basico è testa + complemento (o determinato + determinante) non funziona allo stesso modo nelle varie lingue: la storia romana / dei romani romanorum historia / roman history disco rigido / hard disk

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le lingue come l’italiano sono chiamate a costruzione progressiva quelle come l’inglese (o il latino) a costruzione regressiva tale costruzione agisce

a livello di sintagma à testa + complemento o viceversa a livello di parola Ø preposizione + nome / nome + caso Ø nella composizione: Staatmuseum /museo statale; railway / strada ferrata corn flakes /fiocchi di mais a livello di frase (ordine preferenziale per subordinata / sovraordinata)

in realtà l’ordine basico SVO, SOV ecc. è un sottocaso della struttura del sintagma à OV = complemento + testa; VO = testa + complemento

PROSPETTIVE DI ANALISI DELLA FRASE semantico funzionale (analisi logica) sintattico-funzionale (sogg., predicato, oggetto, circostanziale) tematica (tema, rema) à pto di vista dell’emittente st...


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