Sociologia PDF

Title Sociologia
Author Ginevra Bressanini
Course Sociologia dell'educazione
Institution Università degli Studi di Verona
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Summary

appunti sociologia dei processi culturali - libro di Sciolla Loredana...


Description

Sociologia Ulrich Beck, sociologo tedesco, autore insieme ad altri sociologi di un filone di studi sulla società del rischio, Uno dei suoi saggi: La società del rischio,1986 (presenta eventi importanti, ric. disastro di Černobyl’). Ulrich si concentra su alcuni fenomeni tipici delle società contemporanee del 1986 estremamente complesse e in fase di globalizzazione (oggi dentro una globalizzazione avanzata). La caratteristica principale che Beck ascrive alla società contemporanea è appunto la sua intrinseca problematicità, rischiosità. Esordisce Beck nel suo libro: “Nella modernità avanzata la produzione industriale di ricchezza procede di pari passo con la produzione industriale di rischio” (cioè: mentre produciamo le risorse stiamo anche producendo dei rischi, delle conseguenze negative e indesiderate del nostro agire). Oggi viviamo in una società che ha esteso su scala globale i contenuti e le risorse che produce (per risorse si intendono quelle: economiche, per la sopravvivenza, culturali e anche informative)." Società industriale (nascita fine ’700)

Società del rischio (la società d’oggi) problema

- Produzione di ricchezza per liberarsi dalla

scarsità" - Supermento dei vincoli della tradizione (Weber)"

- Valutazione delle conseguenze insite nello sviluppo economico e tecnologico"

- Società del presente che diventa problema a se stessa

Problema della modernizzazione Per la produzione di ricchezza" (modernizzazione semplice)

Che prende consapevolezza di produrre rischi mentre produce ricchezza " (modernizzazione riflessiva)

Società distributrice di ricchezza

Società distributrice di rischi Disugualianze

Classi, stratificazione, individui

Proprio qua sta il problema, cosa accade alle strutture sociali nella società del rischio?

Rischi personali

Rischi globali

- Colpiscono direttamente l’autore" - Sono reali e percepibili dai sensi" - Sono rischi derivanti dalla scarsa modernizzazione"

- Possono essere controllati con specifiche tecnologie (assicurazione, probabilità,etc..)"

- Legati a specifici contesti di lavoro e/o azione"

- Colpiscono tutti, indipendentemente dal fatto di produrre rischi nell’agire"

- Sono astrati e impercettibili" - Sono rischi della modernizzazione " - Sono incontrollabili perchè il loro verificarsi scatenerebbe un potenziale distruttivo inimmaginabile " - Sono rischi legati alla società nella sua globalità Le conseguenze sconosciute e indesiderate si elevano al ruolo di forza dominante della società

Sociologia dei processi culturali - Sciolla"

Che cos’è la sociologia dei processi culturali? Perché esiste una sociologia, uno sforzo di comprensione sul funzionamento della società? Perché fare una sociologia della cultura, cercare di sforzarsi di comprendere sociologicamente, “scientificamente” attraverso la scienza sociale ,tutta la dimensione della realtà sociale della vita associata che definiamo cultura?" Bisogna cercare di comprendere quali sono i meccanismi di funzionamento di questa vastissima area della vita associata che chiamiamo cultura e che costituisce tutta quella parte di vita sociale che non si vede, non è visibile ad occhio nudo, ma che consente agli individui di interagire gli uni con gli altri (es. banale: durante un summit a Berlino tra la Merkel e il ministro dell’interno, la Merkel allunga la mano per salutare e questo

rifiuta, in funzione del fatto che circola il coronavirus, la Merkel da per scontato che se allunga la mano per stringerla al proprio interlocutore questi gliela stringerà. Questo dare per scontato che, è esattamente un pezzetto della cultura così come la stiamo cercando di immaginare. Un azione riferita a una finalità che vogliamo ottenere e al fatto che sappiamo o presumiamo di sapere che in qualche modo il nostro interlocutore, colui al quale la nostra azione è diretta saprà cogliere il significato di quello che stiamo facendo. Diamo per scontato che queste azioni ordinarie vengano comprese e quindi rese possibili" Il metodo delle scienze storico-sociali, Weber raccolta di saggi, in cui un saggio si intitola: ‘l’oggettività della scienza sociale’ (1904) nel quale weber definisce la cultura “La cultura è una sezione finita dell’infinità priva di senso del mondo alla quale viene attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo”. Con l’accadere del mondo intendiamo ciò che ci circonda, le cose che accadono intorno a noi. Tutte le cose che accadono nel mondo, tutta la realtà della vita quotidiana, che viene interpretata alla luce degli elementi culturali che vi attribuiscono significato dal punto di vista dell’individuo e diventa finalmente cultura." La cultura non è nelle cose, negli oggetti, la cultura sta negli occhi di chi guarda gli oggetti." Riferimento:

La nascita del concetto scientifico di cultura" La genesi sociale dell’idea di cultura: la nozione di cultura appartiene appartiene alla storia occidentale e non ha sempre equivalenti nelle altre civiltà e società. Nella ricostruzione della sua genesi sociale si possono distinguere due concezione fondamentalmente diverse:" - Umanistica o classica: cultura come ideale di formazione individuale, attività che consente di “coltivare” l’animo umano (dal verbo latino colore)" - Antropologica o moderna: cultura come insieme variegato dei costumi e delle abitudini delle popolazioni del mondo (non riguarda soltanto l’individuo, ma anche le collettività in cui è inserito)." L’idea di cultura in antropologia:"

- Ciò che gli individui pensano: complessi di norme e di credenze esplicite, più o meno formalizzati;" - Ciò che gli individui fanno: costumi e abitudini acquisite, comprese le azioni ordinarie della vita quotidiana (ad es. preparare il cibo, vestirsi..);"

- Ciò che gli individui producono: artefatti delle attività umane (dalle opere d’arte vere agli oggetti di uso quotidiano)." Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre:" - Le cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione biologica dell’esistenza umana;" - La cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale e fisico che è opera dell’uomo;" - La cultura è condivisa all’interno di un gruppo o di una società." L’idea di cultura come sostitutivo del determinismo istintuale Siamo abituati a dare per scontato gli atti e le azioni in relazione a dei significati, perciò diamo per ovvia la realtà che ci circonda. Ci sono ovviamente degli atti che non comprendiamo, rispetto i quali non siamo in grado di attribuire dei significati (es. emozioni non vissute). L’agire umano è caratterizzato dalla mediazione, dall’attribuzione e dalla reciprocità dei significati, e di scambio di significati relativi all’azione (l’azione rappresenta perciò solo la punta dell’iceberg e tutto quello che sta sotto è nascosto e dato per scontato, considerato ovvio). Mediazione, attribuzione, reciprocità dei significati può essere riassunto dentro un’unica grande categoria che è la coscienza (il grande cassetto dentro cui mettiamo tutti questi elementi) la coscienza ci restituisce un’idea fondamentale che è l’intenzionalità dell’agire, a differenza degli animali, ’agire umano è un’agire consapevole, è la consapevolezza di esserci (opposizione istinti - cultura). " "

Istinto

Cultura

Azione

Se l’agire umano è un agire retto, più che dall’istinto, dalla cultura, la cultura svolge una funzione fondamentale rispetto all’azione, perchè ne da il significato (non è certamente la componente istintuale). L’azione governata dalla base istintuale (innata) è priva di significato, l’azione governata dalla base culturale (appresa) si caratterizza per il fatto che la cultura svolge nei confronti dell’azione una funzione di mediazione simbolica, cioè si interpone tra un individuo e un altro nell’attribuzione di significato e nella decodificazione del significato attribuito a quell’azione, si interpone tra gli individui socialmente intesi e la

realtà sociale nella quale si trovano. La cultura come mediatore simbolico tra individui gli uni con gli altri e la realtà sociale agisce operando un’azione specifica definita riduzione della complessità, cioè la cultura che media simbolicamente rispetto all’azione compiuta dagli individui, seleziona fra i tanti comportamenti, potenzialmente possibili, quelli adeguati in relazione alle situazioni. Gregory Bateson nel suo scritto, Verso un'ecologia della Mente (1972), riporta un esempio: se andiamo allo zoo e guardiamo la struttura delle scimmie, siamo, sufficientemente, in grado di distinguere se le scimmie che si stanno accapigliando, stanno litigando o stanno soltanto giocando a fare la lotta. Quello che ci permette di fare questa distinzione è il dato culturale che permette di mediare tra l’azione e il significato culturale (argomento ripreso in altri scritti e da un altro sociologo Erving Goffman, nel libro Frame Analysis, l’organizzazione dell’esperienza). Non siamo in grado di dire se l’azione precede o segue il significato (il significato precede l’azione perchè esistono dei significati che vengono socializzati e poi appresi per essere utilizzati, però il significato non può che originare dall’azione, sono entrambe vere) quindi è un’ambivalenza. Simmel ne parla nel suo libro, Il problema della sociologia, 1918 ‘La cultura è quell’insieme di esperienze sedimentate che fondano la coscienza individuale e d’altra parte la coscienza individuale si inserisce dentro la cultura. La coscienza non crea il mondo, seleziona i significati già esistenti (il significato precede l’azione), ma allo stesso tempo essa appare com il principio originario che da il senso, accettando o rifiutando le oggettivazioni esistenti’." La cultura è al centro di tre tradizioni sociologiche di inizio Novecento" - Scuola di Chicago - Scuola francese di sociologia - Tradizione tedesca La sociologia è una scienza relativamente giovane, nata all’incirca a metà 800. Il ragionamento sociologico nasce fondamentalmente in Europa in concomitanza con l’avvento della modernità e con il giungere a compimento di una serie di rivoluzioni che scardinano il sistema del vecchio ordine, delle società tradizionali e consegnano agli osservatori sociali, ai filosofi, alle personalità più attente al meccanismo di funzionamento della società, un mondo completamente nuovo e trasformato nel quale le vecchie categorie ‘filosofico - sociali’ non servono più e non aiutano a comprendere il mondo della produzione industriale. Sulla necessità di comprendere quello che sta accadendo nel mondo della prima modernità nasce il ragionamento sociologico con i grandi poli." La scuola francese di sociologia Legata al nome del suo maggiore esponente: Émile Durkheim, i suoi collaboratori erano gli antropologi Marcello Mauss, Henri Hubert, Robert Hertz. Ponendosi il problema del perché la società stia insieme, Durkheim ritiene che ogni società si stabilisce e permane solo se si costituisce come comunità simbolica. Grande importanza hanno le rappresentazioni collettive, insiemi di norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli individui come obbligatorie. Le rappresentazioni collettive sono considerate da Durkheim vere e proprie istituzioni sociali e costituiscono il cemento della società." Problema dell’ordine sociale Problema fondamentale della scuola sociologica francese (principale del ragionamento Durkheim): “Perché la società sta assieme? Quali sono gli elementi che tengono unita la società, che la fanno funzionare come un tutto ordinato”. Domande di questo tipo discendono dalla questione della modernità, momento di profonda rottura nella storia, nel quale i modi di stare assieme, di produrre risorse, di organizzare la vita sociale, si trasformano radicalmente rispetto alle società del passato, della tradizione." Risposta di Durkheim, ripresa dal testo La divisione del lavoro sociale, egli ritiene che ogni società si stabilisce e permane solo se si stabilisce come una comunità simbolica, la società esiste nella misura in cui accomuna gli individui e costituisce se stessa, come un grande contenitore, dentro il quale gli individui si possono riconoscere gli uni gli altri. Battuta famosa di Durkheim che riferiva a proposito della società, chiariti quali sono i contorni della società, potete pure togliere gli individui che in quel momento la abitano, ne fanno parte e la società rimane. Intende dire che la società preesiste agli individui ed è in grado di imporsi coercitivamente ad essi. " Rappresentazioni collettive (Le regole del metodo sociologico, Durkheim - 1897)" “…Il substrato della società è l’insieme degli individui associati. Il sistema che essi formano unendosi - e che varia secondo la loro disposizione sulla superficie del territorio, secondo la natura ed il numero delle vie di comunicazione - costituisce la base su cui si eleva la vita sociale. Le rappresentazioni che ne costituiscono la trama scaturiscono dalle relazioni tra gli individui così combinati o tra i gruppi secondari che si interpongono tra l'individuo e la società totale. Le rappresentazioni collettive sono esterne alle coscienze

individuali, ciò dipende dal fatto che esse non derivano dagli individui presi isolatamente, ma dalla loro cooperazione, il che è ben diverso, senza dubbio ognuno contribuisce all’elaborazione del risultato comune, ma i sentimenti privati diventano sociali soltanto scontrandosi con l’azione delle forze sui generis prodotte dall’associazione”." L’idea di cultura nella tradizione tedesca Due dibattiti costituiscono lo sfondo da cui è emerso l'approccio alla cultura della tradizione sociologica tedesca:" - Il dibattito metodologico - La controversia tra materialismo e idealismo Se nella Francia del positivismo filosofico e sociologico il problema fondamentale era quello delle condizioni di possibilità di esistenza della società e dell’ordine sociale, nella Germania degli stessi anni il ragionamento sociologico nasce sotto il segno del problema: “A quali condizioni è possibile attingere la conoscenza della realtà?” naturalmente una parte di realtà sarà quella della società, la realtà dei fenomeni sociali. La domanda incrocia i destini della conoscenza del sapere della Germania di fine 800 e di inizio 900, nell’ambito di un fenomeno storico particolare denominato dibattito sul metodo. Nato principalmente nell’ambito economico, ma si estende ben presto a tutti i settori della vita sociale. Si scontrano in questa controversia due punti di vista diametralmente opposti, da una parte la tradizione sostiene l’idea che la conoscenza della realtà e dei fenomeni è universale attraverso il metodo scientifico, attraverso l’osservazione empirica dei fenomeni. Metodo scientifico tipico delle scienze della natura estendibile anche alle scienze dello spirito (la cultura). Quindi il primo fronte è composto da osservatori, filosofi, persone di cultura, i quali ritengono che la conoscenza dei fenomeni sia possibile attraverso i metodi tipici delle scienze della natura. L’altra opinione, invece, dice che non è possibile attingere la conoscenza di alcuni fenomeni che riguardano la vita dello spirito (che riguardano la cultura, in senso lato) con gli stessi strumenti della scienza della natura, ma è necessario sviluppare un metodo diverso, non fondato sul metodo scientifico proprio delle scienze della natura, ma fondato piuttosto su delle caratteristiche che permettono di attingere dai fenomeni storici della vita dello spirito." Max Weber e Georg Simmel ritengono che:" - La comprensione e la spiegazione non sono metodi antitetici nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali, ma due aspetti del medesimo processo conoscitivo; " - Il ruolo delle idee come motore degli eventi umani è tanto importante quanto quello delle condizioni materiali di vita delle varie classi sociali." Conoscenza della realtà Realtà Scienze della natura

Scienze dello spirito Metodo

Nomotetico (nomos = legge) " Finalizzato alla costruzione di leggi generali del funzionamento della realtà

Idrografico (ídios = immagine)" Descrivere un immagine dettagliata che permetta di" attingere alla comprensione di questi fenomeni

Spiegazione dei fenomeni

Comprensione dei fenomeni della vita sociale

Gli esseri umani, spiega Weber, sono esseri culturali, a differenza delle cose inanimate, ma anche degli altri essere viventi, non soltanto agiscono in qualche modo, ma alla loro azione aggiungono il significato che essi attribuiscono alla loro azione. L’azione umana ha la caratteristica peculiare essere condotta annettendo sempre ad essa un significato, non agiamo mai semplicemente governati dalla nostra componente istintuale. Questo significa che il ragionamento sociologico come scienza dello spirito che utilizza il metodo idrografico, finalizzato alla comprensione all’agire è un ragionamento sociologico che cerca di comprendere quali sono i significati che gli individui annettono alla loro azione, ciò significa che il tipo di agire che interessa il ragionamento sociologico nell’ipotesi di Weber è l’agire sociale, che tiene presente tutto il presso di significati degli individui. Quando agiamo, un agire di individui verso altri individui è necessaria la reciprocità (io agisco nei tuoi confronti, annetto alla mia azione un significato e dall’altra parte il significato che tu attribuisci ciò che sto compiendo). Si può essere dentro lo stesso plesso di significati che

attribuiamo alle nostre azioni, il medesimo dato culturale (attribuisco al mio agire un determinato significato e tu comprendi questo stesso significato), nell’altro caso siamo dentro la stessa azione a cui però attribuiamo significati diversi (due plessi culturali distinti). Il metodo delle scienze storico sociali (1922) " Weber, nella raccolta di saggi Il metodo delle scienze storico sociali (1922), nel capitolo: ‘Alcune categorie della sociologia comprendente’ pone il tema dell’agire sociale." - L’agire riferito, secondo il senso soggettivamente intenzionato di colui che agisce, al comportamento di altri - Condeterminato nel suo corso da questo suo riferimento dotato di senso - Che può quindi essere spiegato in modo intelligibile in base a questo senso (soggettivamente) intenzionato Nei fenomeni della vita sociale ciò che chiamiamo cultura è l’insieme dei significati, che gli individui attribuiscono alle loro azioni e che ci consentono di approdare alla comprensione di questi fenomeni." Comprensione e spiegazione non sono metodi antitetici nell’analisi dei fenomeni sociali, ma due aspetti del medesimo processo conoscitivo. La cultura che è l’insieme di questi plessi di significati diventa quindi lo strumento attraverso il quale, comprendere e spiegare la realtà sociale." Importanti conseguenze sull’approccio sociologico alla cultura"

- La distinzione tra cultura e società è di tipo analitico;" - Credenze e valori sono concezioni del mondo che si costituiscono all’interno di contesti di interazione sociale, nella relazione con gli altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo e pubblico;"

- La cultura è innovazione e implica un ruolo attivo delle idee."

L’idea di cultura nella scuola di Chicago Prima un confronto tra Europa e Stati Uniti, prendendo in considerazione la tradizione sociologica francese e quella tedesca vediamo l’Europa che sperimenta la modernità avanzante tra la fine dell’800 e i primi del 900 e si misurava rispetto alle questioni di natura propriamente culturale con la nascita della cultura nell’ambito della fondazione della disciplina sociologica stessa. Caratteristica che rende conto del dibattito europeo in termini di cultura in quell’epoca, è l’idea che tutto questo sia un ragionamento di natura filosofico sociale. I sociologi europei di fine 800 sono molto concentrati sull’idea teorica di cultura, sul ragionamento teorico rispetto all’idea di cultura. Robert Ezra Park sociologo statunitense, tra i principali esponenti della Scuola di Chicago, “occorre sporcarsi il fondo dei pantaloni nella ricerca” famosa frase che ripeteva, sta a marcare la differenza tra la scuola europea e la prospettiva sociologica americana, che parte esattamente dal ...


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