Storia DEL Management. parte Manetti PDF

Title Storia DEL Management. parte Manetti
Author Laura Bellucci
Course Storia del management
Institution Università di Pisa
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Summary

- -STORIA DEL MANAGEMENT1)Impresa e societàDell’impresa possiamo dare molte definizioni, partendo da una economica “l’impresa è data da un insieme di attività che consentono di trasformare beni di natura materiale e immateriale in beni disponibili per il consumo”. In un’accezione più generale ci vie...


Description

-STORIA DEL MANAGEMENT 1)Impresa e società Dell’impresa possiamo dare molte definizioni, partendo da una economica “l’impresa è data da un insieme di attività che consentono di trasformare beni di natura materiale e immateriale in beni disponibili per il consumo”. In un’accezione più generale ci viene in soccorso Sombart, economista e sociologo tedesco, che scrive in una delle sue opere più famose degli anni 20: “l’impresa può essere definita come quell’insieme di azioni che sono svolte da più persone, ma predeterminate secondo un piano coordinate da una volontà unitaria”. Questa affermazione ci consente di capire come gli obiettivi dell’impresa siano determinati dall’imprenditore. Tuttavia non sempre la definizione degli obiettivi da parte dell’imprenditore è possibile; questo avviene in particolare nelle economie pianificate in cui per l’appunto l’impresa non ha margine di autonomia (economie comuniste: il caso emblematico si ha nell’economia sovietica dalla rivoluzione russa del 17, fino al suo crollo all’inizio degli anni 90). La nascita dell’impresa è di difficile datazione, anche perché nasce molto lontano nel tempo e non si limita solo al mondo occidentale, ma se guardiamo lo sviluppo negli ultimi 2 secoli e mezzo, in qualsiasi paese che si è sviluppato, modernizzato e arricchito ed è in grado di garantire ai suoi abitanti dei livelli elevati di reddito e benessere, l’impresa si presenta come la cellula fondamentale del sistema. E ancora di più la cellula fondamentale del sistema è il sistema industriale. Un paese diventa sviluppato se si è industrializzato, ossia se si è avuta una trasformazione del sistema economico da una economia prevalentemente agricola (pressoché di sussistenza) ad una economia sempre più improntata sull’industria e sempre più terziarizzata. L’impresa è l’elemento di base che organizza i fattori umani e tecnici della produzione; e ciò vale sia se facciamo riferimento alle grandi imprese, rette da gerarchie manageriali, sia pensando alle medie e alle piccole imprese. L’impresa è passata attraverso 3 tornanti che l’hanno profondamente modificata: quello l’ha maggiormente modificata è dato dal grappolo di innovazioni della II rivoluzione industriale le cui tecnologie hanno portato ad una tale complessità da richiedere un adeguamento della struttura organizzativa. La II Rivoluzione Industriale, rispetto alla prima che nasce su base molto empirica attraverso il learning by doing, vede la messa in atto di un sistema produttivo ad alto contenuto di scienza. La necessità di competenze, la complessità produttiva e il gigantismo industriale creatosi richiedono un determinato tipo di organizzazione. La II Rivoluzione Industriale per i settori che ne sono toccati consente di effettuare: Economie di scala: riduzione del costo unitario del prodotto all’aumento della produzione Economie di diversificazione: ottenere diversi prodotti da uno stesso ciclo produttivo o da uno stesso impianto. Cambia inoltre il rapporto con il mercato: nasce il marketing. La funzione di distribuzione viene incorporata dall’impresa stessa. (La molteplicità di prodotti comporta l’avere un rapporto fluido con il mercato.) 1

TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE La III rivoluzione industriale si verifica dopo la II guerra mondiale, vede la diffusione del get, del radar, del microprocessore, dell’energia nucleare ed ha dato origine alla scienza dell’informazione e al mondo ristretto in cui viviamo, cioè alla globalizzazione cioè la diffusione delle informazioni in tempo reale. Parlando di globalizzazione, si parla già nella seconda metà dell’800 di “prima globalizzazione”; il mondo è sempre stato connesso da una rete di relazioni, la differenza con l’oggi sta nel tempo reale in cui oggi si hanno le informazioni. LA GRANDE IMPRESA MODERNA CI RIFERIAMO ALLA GRANDE IMPRESA DELLA II RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Amatori quando parla di impresa moderna oggi, le mette davanti il prefisso “multi”. L’impresa moderna diventa multi unitaria (l’impresa moderna ha una molteplicità di strutture come magazzini, uffici, stabilimenti di ricerca), multi funzionale (il più delle volte svolge non solo la stretta attività di produzione, ma anche di distribuzione), multi prodotto(ricollegandoci alle economie di diversificazione, partendo da una produzione di base si può espandere la produzione in settori collegati) multinazionale (perché in una economia già molto connessa come era quella della fine dell’800, tanto che gli storici la chiamano la prima globalizzazione, il mercato nazionale diventa sempre più inadeguato ed ecco che quindi l’impresa molte volte fa sì che le sue risorse e capacità produttive devono essere rivolte verso i confini extranazionali) ecc... èun’impresa MULTI richiede quindi una GERARCHIA MANAGERIALE, manager che la governino. La complessa struttura produttiva, la complessità delle tecnologie e le dimensioni fanno sì che non possa più bastare il governo del semplice proprietario ma occorrono manager e dirigenti stipendiati e altamente professionalizzate attraverso le scuole e l’esperienza in azienda. Queste figure hanno infatti tutta una serie di conoscenze tecniche che consentono di coordinare, controllare e svolgere funzioni di supervisione nei vari segmenti dell’attività aziendale. Che cosa c’era prima della grande impresa di oggi? Con la prima rivoluzione industriale cominciano a nascere le grandi imprese. Nelle società preindustriali esistevano sempre grandi imprese, ma erano molto lontane dagli standard odierni. Le tipologie di grandi imprese prima dell’avvento dell’industrializzazione (seconda metà del 700): • • •

- Manifatture centralizzate, la cui forma è data dalle manifatture reali - Le grandi banche - Le compagnie di commercio Le grandi banche: il primo istituto centrale è la BANCA DI INGHILTERRA che nasce nel 1694 ed ha per molto tempo il privilegio di essere l’unica società a responsabilità limitata. È una banca centrale, ma non è una banca di proprietà statale, è una società di privati, di banchieri che finanziano lo Stato. È quindi in mano privata ma esegue tutta una serie di funzioni che ci appaiono pubbliche. Il debito pubblico: per molto tempo quello che noi chiamiamo debito pubblico è in realtà il DEBITO DEI SOVRANI; anche la rivoluzione francese scoppia per una questione di finanza pubblica. In questo debito dei sovrani è particolarmente difficile separare le spese pubbliche 2

da quelle private del re. I re avevano infatti bisogno di molto denaro per coprire le uscite per i loro palazzi, le guardie, le forze armate; mentre per avere delle entrate potevano contare su una serie di dazi, sulla vendita di titoli, sugli affitti, sulla vendita di beni sui loro feudi, ma il denaro non bastava mai e il fabbisogno di liquidità che ne derivava era spesso colmato dai banchieri. Un famosissimo caso è il presto che viene contratto nella prima metà del 300 dal re d’Inghilterra Edoardo III con due banchieri fiorentini (BARDI, la cui famiglia aveva 25 filiali in Italia e all’estero, E PERUZZI). Il concetto di grande fa più che ad un concetto dimensionale, fa riferimento ad un concetto di potere economico, ma soprattutto politico: una grande banca nel mondo preindustriale è una banca con poche filiali ma che ha il potere di consentire ad un sovrano cose che altrimenti non sarebbero possibili, ed ha quindi un grande potere economico. Il caso del re Edoardo III si concluse con una sconfitta e in conseguenza con la non restituzione del debito contratto con i banchieri fiorentini. Le due famiglie così fallirono facendo trascinare tutta l’economia fiorentina nella polvere: va in fumo la prima piazza finanziaria dell’Europa del tempo. La conseguenza di questo caso fu che da quel momento i banchieri iniziarono a chiedere garanzie. è Il potere delle grandi banche è un potere economico e politico, più che dimensionale. Manifatture centralizzate: la produzione è riunita in un unico luogo, coloro che lavorano al suo interno sono artigiani controllati da un caporeparto, un proprietario o un supervisore. Ma a differenza della fabbrica, nella manifattura non ci sono le macchine e se anche presenti, non sono azionate da energia meccanica. Le manifatture reali producono soprattutto beni ad elevato valore aggiunto, si tratta di beni di lusso che da un punto di vista storico sono state più importante sotto il versante artistico piuttosto che economico. Le manifatture centralizzate reali sono espressamente volute dal sovrano. L’apice delle manifatture centralizzate si ha in Francia nella seconda metà del 600, con Luigi 14 “il Re Sole” che deve far fronte al pensiero economico dominante di quei tempi: il MERCANTILISMO secondo cui uno stato era ricco se la sua bilancia commerciale, o meglio dei pagamenti, era attiva cioè se le esportazioni > importazioni. Le manifatture reali servivano quindi al sovrano per produrre beni di lusso ed esportarli. All’interno di queste manifatture sono presenti molti artigiani italiani. Compagnie di commercio o di oltremare: nascono in pieno clima mercantilista. Tra le più famose troviamo la Compagnia delle Indie, del Levante, del Baltico; tutte costituite sotto il regno della Regina Elisabetta I, alla fine del 500, periodo della grandezza dell’Inghilterra anche da un punto di vista culturale. Le compagnie di commercio inizialmente sono delle semplici ASSOCIAZIONI TEMPORANEE DI NEGOZIANTI che si mettevano insieme per dividersi le spese di allestimento di una nave per un viaggio di lungo corso. Queste associazioni con il tempo divennero delle grandi società alle quali una carta reale assegnava privilegi e monopoli. Sono quindi società investite di poteri ufficiali dati dalla corona e rappresentanti della corona stessa. Il loro potere quindi deriva dalla corona. Non a caso il servizio è biunivoco in quanto chi è coinvolto nella compagnia fa affari e il sovrano a sua volta segna il dominio dei mari. Il 600 è il secolo d’oro di due potenze marittime: Olanda e Inghilterra. (compagnia della baia di hazzle) è Anche in questo caso il grande non è in riferimento alla dimensione ma al potere. La dimensione delle imprese

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Manchester è il cuore della prima rivoluzione industriale: un cotonificio tipico degli anni 30 dell’800 aveva 100-200 operai, un’impresa siderurgica non arrivava a 10.000 tonnellate (oggi in Giappone uno stabilimento a ciclo integrale 6-7 milioni di tonnellate). All’inizio della I rivoluzione industriale, le macchine erano piuttosto rudimentali anche se ai contemporanei parevano enormi. In seguito, con i miglioramenti tecnologici e le nuove invenzioni in campo tessile e meccanico viene aumentata notevolmente la produzione. Nonostante ciò le imprese si concentrano ancora su una sola funzione ed un solo prodotto e per questo non si ha ancora necessità della riorganizzazione dell’azienda. Le varie funzioni: supervisione, coordinamento, controllo possono essere benissimo svolte dai proprietari. Non è quindi ancora giunto il momento in cui una singola persona non è sufficiente. Volano dello sviluppo in questi anni è sicuramente dato negli anni 20-30 dell’800 dalla ferrovia che introduce i concetti di plain staff e organigramma. Le ferrovie, infatti, aumentarono notevolmente gli scambi e segnarono uno spartiacque: è con esse e con lo sviluppo delle telecomunicazioni, in particolare dei telegrafi, che l’azienda attua un salto dimensionale tale da necessitare da una diversa struttura interna e processi decisionali. Per la prima volta infatti l’impresa può raggiungere un mercato molto lontano e molto più vasto. Inoltre può essere in costante rapporto sia con i fornitori che con i clienti. Tutto ciò implica una organizzazione interna molto ben stabilita. àQuindi proprio nell’ambito della telegrafia e nel campo ferroviario nasce un tipo di impresa in cui non è possibile tenere insieme proprietà e controllo. È CON LE FERROVIE CHE OCCORRE DARE VITA AD UN SISTEMA PRECISO ED ORGANIZZATO. È quindi indispensabile definire in maniera esatta i RAPPORTI DI AUTORITA’, RESPONSABILITA’ E COMUNICAZIONE all’interno delle funzioni aziendali. Si introducono così i concetti di LINE e STUFF ed ORGANIGRAMMA: - Line: fa riferimento alle responsabilità gerarchiche - Stuff: è lo stato maggiore. Nel 1911 Taylor, studioso dei rapporti produttivi uomo-macchine, applica le sue ricerche alla razionalizzazione del lavoro da qui il termine Taylorismo. La sua teoria verrà poi ripresa con arricchimenti da alcuni studiosi quali, Faiol, Vurik, Muney. Taylor parte dall’esigenza di adeguare la struttura organizzativa per raggiungere il massimo profitto. Occorre operare una razionalizzazione estrema nell’organizzazione. Organizzazione significa “tutte le componenti del lavoro, comprese le risorse umane”. Fa una serie di studi, monitora i tempi delle varie operazioni, elimina i tempi morti ed elabora una serie di regole per i lavoratori che dovranno poi seguire con il massimo rigore. Attraverso l’eliminazione dei tempi morti e dando delle regole di comportamento precise spinge il dipendente al massimo rendimento, portando a sua volta il massimo rendimento per l’impresa. Questa è la struttura del LINE MANAGEMENT e assume le caratteristiche di una forma a piramide dove al vertice si trova l’autorità gerarchicamente più elevata e con una gradazione successiva di doveri autorità e responsabilità. Il concetto di organizzazione gerarchica viene espresso con la parola LINE, che è l’organizzazione gerarchica, linea operativa che costituisce l’ossatura dell’organizzazione. Questo concetto ne presuppone un altro che è l’UNITA’ DI COMANDO. Il principio cardine è che nessun membro dell’organizzazione deve ricevere ordini da più di superiore. Accanto al concetto di line, vi è quello di:

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Staff: esprime l’organizzazione funzionale che è utilizzata nell’azienda per fornire consigli e servizi alle unità della line. In altre parole, lo staff è l’organo tecnico specialistico dell’organizzazione. La II rivoluzione industriale si verifica a cavallo tra 800-900 e presenta una particolarità: mentre la I rivoluzione industriale nasce in modo empirico ed è caratterizzata dal learning by doing investendo i settori del tessile, meccanico e metallurgico, la II rivoluzione industriale è ad alto contenuto di scienza e i settori colpiti non sono più labour intensive, ma capital intensive. Si tratta di industrie basate sulla complessità dei processi produttivi. La differenza sostanziale è quindi che nella I rivoluzione prima si fanno le macchine e solo successivamente si studiano i funzionamenti e formalizzare i processi di funzionamento; nella II rivoluzione invece c’è una base di studio scientifico per arrivare poi alla tecnologia. • •

- I rivoluzione: tecnicaàscienza - II rivoluzione: prima le scoperte scientificheàpoi l’applicazione all’industria Il rapporto che corre nella II rivoluzione è tra scienza, tecnologie e industria. Scienziato, ingegnere ed imprenditore sono 3 figure sempre più strette. I settori della II rivoluzione:

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Industria elettrica Industria chimica Industria meccanica, in particolare motore a scoppio Industria siderurgica, acciaio a buon mercato

L’industria della II rivoluzione industriale è caratterizzata da: • • • •

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Alta intensità di capitale Elevata applicazione di energia Processo produttivo continuo e veloce Larga infornata o produzione a grandi lotti

Oltre a questo c’è un grappolo di innovazione che investono i processi (inscatolamento dei cibi, raffinazione del petrolio, macchine per cucire che cambiano lo scenario del lavoro femminile, macchine da scrivere importanti in quanto cambiano il lavoro all’interno dell’ufficio, fino ai processi dell’elettrochimica) Nei settori toccati dalla II rivoluzione industriale si possono conseguire enormi economie di scala e di diversificazione. Però questo non è sufficiente. Accanto alla tecnologia, è necessario che ci sia da parte delle imprese la messa in atto di un adeguato SISTEMA ORGANIZZATIVO, in modo da coordinare produttori, fornitori e consumatori. Le economie di diversificazione implicano l’opportunità di ottenere più prodotti attraverso lo stesso ciclo produttivo o lo stesso impianto e ciò implica che il rapporto con il mercato deve essere più fluido: nasce il marketing come vera disciplina autonoma. L’imprenditore della II rivoluzione industriale deve avvalersi di una vera e propria GERARCHIA MANAGERIALE. In altre parole la II rivoluzione industriale e le nuove tecnologie pongono all’imprenditore vere e proprie sfide sul piano non solo produttivo, ma anche organizzativo. 5

Nuove e più complesse tecnologieànuovi e più complessi sistemi di organizzazione Con le tecnologie e i settori della II rivoluzione il ruolo dell’istruzione diventa sempre più importante per la gestione dei nuovi processi produttivi. Quindi i paesi che non investono in formazione professionale, ricerca e università finisco per perdere la leadership in tutta una serie di produzioni In questo nuovo scenario, le diverse fasi non possono essere più gestite dal singolo imprenditore; nelle varie fasi di rifornimento produzione o distribuzione occorre un’attività di supervisione effettuata dai manager. A tal fine si costituisce un ufficio centrale che coordina tutto il complesso. Investendo nel sistema distributivo l’impresa è spinta ad effettuare 2 cose: • •

- Migliorare i prodotti - Cercare nuovi prodotti Quindi ciò porta ad un rapporto sempre più stretto tra produzione, marketing e ricerca e sviluppo. Quindi con le economie di diversificazione la competizione non si gioca solo sul terreno dei prezzi, ma anche sulla ricerca di nuovi prodotti e mercati di sbocco. Per quanto riguarda l’impresa si ha anche un cambiamento da un punto di vista funzionale e strategico perché occorre affinare le funzioni aziendali. In questo processo l’impresa si espande, spesso travalica la dimensione nazionale e crea anche all’estero una catena di marketing. Ma il modo in cui questo avviene è molto diverso da paese a paese. L’IMPRESA NELLA II RIVOLUZIONE INDUSTRIALE COME SI CARATTERIZZA IN:

1. 1) GRAN BRETAGNA 2. 2) STATI UNITI 3. 3) GERMANIA Il grappolo di innovazione della II rivoluzione industriale offre una serie di opportunità, ma crea anche un insieme di vincoli. La grande impresa si ha soprattutto abbinata ad economie di scala e di diversificazione e che per poter sfruttare a pieno queste opportunità, l’impresa deve investire nel sistema organizzativo. Per far questo l’imprenditore dovrà rassegnarsi a cedere una parte del controllo, e quindi una decisa parte di potere. A cavallo tra 800-900 2/3 della produzione mondiale sono effettuati da Inghilterra, USA e Germania che sfruttano in maniera differente le opportunità della nuova rivoluzione. INGHILTERRA Alla vigilia della I guerra mondiale in Inghilterra ci sono sicuramente dei grandi colossi industriali: DUNLOP (gomma) LE CORTLANS (fibre artificiali) PINKINGTON (vetro) sono imprese che hanno investito nel marketing e posseggono anche una buona rete di distruzione e quindi sono in grado di reggere la concorrenza a livello internazionale. Ma in Inghilterra questi sono casi limitati perché prevalgono aziende che producono beni di largo consumo che sono aziende tecnologicamente meno avanzate e che richiedono investimenti ridotti anche nel campo della distribuzione. Questo fa sì che l’impresa possa essere ancora gestita dal singolo proprietario, magari aiutato da una gerarchia manageriale ristretta. 6

STATI UNITI La situazione è del tutto differente. Gli stati uniti sono la patria del BIG BUSINESS e la grande impresa è presenta ovunque, trionfa sia nell’industria pesante che nella produzione dei beni di consumo. E ciò vale anche per l’industria tipica dell’intrattenimento, cioè la cinematografica, si assiste alla nascita di un sistema particolare che è quello HOLLIWODDIANO caratterizzato dagli studios e dal big business. Alla vigilia della prima guerra mondiale esiste la LARGE CORPORATION che a guerra finita diventa un modello da imitare. Nella large corporation i proprietari svolgono la funzione imprenditoriale con l’aiuto di manager che non solo spesso prendono le decisioni più importanti, ma addirittura scelgono anche la loro successione. L’impresa è retta da un ufficio centrale e da dipartimenti funzionali, ha integrato produzio...


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